Scelta d’amore

-Kaede’s Diary-

By elyxyz


Capitolo 30

(In corsivo, il diario di Kaede)

 

POV di Hana.  


“Konnichiwa, Kitsune!! I ragazzi ti salutano..” -lo informo, entrando.- “Guarda che tempaccio!!” esclamo, seccato, spazzolandomi via le gocce dalla giacca.. Un’auto mi ha schizzato l’acqua di una pozzanghera che sembrava un lago, e solo gli immmaaaansi riflessi del Tensai mi hanno salvato da un bagno fuori programma.. se piglio quel pirata della strada, lo strozzo!!” prometto, solenne.

….

“Come stai?” gli sussurro, raddolcendo il tono, accomodandomi vicino a lui.
“Le infermiere del reparto si lamentano del fatto che parli troppo.. che sei una ‘pentola di fagioli borbottanti’ come ama definirci il prof. Mantyia, nelle sue ore..” sorrido, sto facendo la figura del fesso un giorno sì, e l’altro pure.. se non funzionasse, strozzo anche Kaede, poco ma sicuro..

 

21 Agosto. Sabato. “Una perturbazione quasi inesistente ha lievemente reso più vivibile questa giornata. Nel tardo pomeriggio, la ditta di riparazioni è venuta a ripristinare il condizionatore..
Era ora!!
Ho incontrato Mitsui verso l’ora di cena, stava facendo jogging sulla piaggia, e io tornavo dal campetto in riva al mare..
Abbiamo fatto due tiri assieme, senza grandi pretese.. uno one –on- one ai 20, che mi ha visto vincere di poco..
Mi ha convinto ad andare a bere qualcosa assieme, visto che anche lui non aveva voglia di rincasare.. credo non vada molto d’accordo con i suoi, del resto.. non credo sia facile per loro, dopo la sua esperienza da teppista..
In ogni caso, anch’io avevo voglia di un po’ di compagnia, e lui non mi è mai parsa una persona invadente.. anzi, è piacevole, a modo suo.” 

“Non è che mi tradisci col Baciapiselli, VERO??!!” mastico, ingelosito.

“Ci siamo fermati ad un baretto poco lontano, mi ha raccontato di come stanno Akagi e Kogure, che lui vede quasi ogni giorno.. non tanto il Capitano, che non gli va certo a genio, ma con Kiminobu… Mitsui ha sempre avuto un rapporto molto stretto.. E’ il suo migliore amico, da quanto ne so.. e, se devo essere sincero, a volte ho avuto il serio sospetto che andassero ben oltre l’amicizia, loro due..”

“SCHERZI??!!” esplodo sbalordito, sollevando gli occhi dal foglio per fissarlo, in attesa di una conferma che non verrà.
Riabbasso lo sguardo, improvvisamente molto curioso.

“Ovviamente, le mie sono solo supposizioni, ma.. beh.. è possibile che non se ne rendano conto nemmeno loro, ma c’è una forte corrente che li lega, che li unisce.. probabilmente non sono una coppia, ma nulla mi sfugge quando siamo in palestra.. e, le occhiate che si lanciano quei due, ricordano troppo quelle che io non riesco a sopprimere, talvolta, quando guardo Hana..
Kogure non fa mistero di adorare Mitsui da tempo immemore, da quand’era ancora matricola al primo anno, e anche prima.. e lui.. beh, lui tiene molto in considerazione il Vicecapitano, e non credo sia –solo- perché è un ragazzo giudizioso, e gentile..”

“Ebbbrava la mia Volpaccia..” sorrido, scuotendo la testa divertito..
“Ignoravo questo tuo fiuto per gli inciuci nella squadra..” ammetto.
Io non mi sono mai accorto di niente.. 

“Credo seriamente che non abbiano mai avuto modo di chiarirsi, perché, anche durante il Campionato, si ronzavano attorno, in fermento.. una coppia raggiunge una certa stabilità, invece, una sorta di calma, dopo il chiarimento.. almeno penso sia così..

Ad ogni modo, non mi sarei mai permesso di intervenire, perché le ritengo questioni molto personali, e noi non abbiamo tutta questa confidenza...
Cosa utile: Mitsui mi ha detto che lui e Kogure sono stati a trovare Hanamichi, ieri, e che era ancora dolorante, che doveva assumere antinfiammatori, e che era di malumore per il riposo forzato, intrattabile e impaziente quanto un bambino viziato..” 

“E VORREI BEN VEDERE!!” Esclamo, indignato.

“Il mio Do’aho..
..magari potessi avere una scusa anch’io, per fare un salto a casa sua..” 

“Magari..”

“Così l’Armata potrebbe pensare che io sia venuto per dargli il colpo di grazia..”

Rido della sua ironia..
“Kaede, non sai che, proprio in quei giorni, Mito ha passato un sacco di tempo con me, per farmi compagnia, e continuava a ripetere –quando io mi lamentavo, sbuffando di tutto- che sarebbe andato nella tana della volpe, che l’avrebbe tramortita e che me l’avrebbe portata in casa, così forse avrei smesso di..
Io, ovviamente, gli inveivo contro, arrabbiato più che mai.. in verità, avevo timore che potesse farlo davvero.. in combutta con gli altri combinaguai, per farmi un piacere o un dispetto, non lo so..”

“Nh… se non trovo altro di meglio, è il caso che non scarti quest’iniziativa..
A metà della chiacchierata, Mitsui mi ha fatto le sue congratulazioni per la Convocazione.
Ne sono rimasto sorpreso, lo ammetto.
Come poteva saperlo, lui?

Mi ha spiegato che il Coach Anzai era stato avvisato, e che lui l’ha saputo da Akagi, direttamente dall’allenatore.
Lo sa già mezza Kanagawa, temo..
Comunque sembrava sinceramente contento, per me. E rammaricato per la sua esclusione, dovuta allo stop forzato questi due anni.. 

Proprio quando mi sono deciso a chiedergli se sapeva chi altro era stato chiamato, si è scusato, accorgendosi di essere in tremendo ritardo: doveva andare da ‘Kimi-kun’: “Per strapparlo di forza dalla sua interminabile sessione di studio quotidiana, in vista degli esami d’ammissione all’Università.” -Ha bofonchiato, chiaramente scontento.- “Studia ininterrottamente dall’alba al tramonto.. e il tramonto arriva tardi, d’estate..” -si sfoga, risentito.- “Ci vediamo ogni giorno, è vero. Ma i minuti sono sempre contati.. e il tempo non è mai abbastanza.” E’ la sua constatazione, ma non soddisfacente.
Avrei voluto dirgli che sì, quando si sta con la persona a cui vuoi bene, succede sempre così.
Ma non potevo.. 
“E tu?” gli ho chiesto, in un moto di curiosità, incamminandoci nelle stessa direzione.
“Io non ambisco ad entrare alla Todai, come quel secchione..” ha detto, infastidito.
Credo che la prospettiva della separazione li stia rendendo nervosi..
“Io resterò qui, a Yokohama. Con i miei voti, non posso certo aspettarmi chissà cosa..” spiega, spiccio.
“Nh.. Come farai senza..” ‘senza di lui?’ stavo per chiedergli. Ma poi ho realizzato che la mia era una domanda indiscreta e inopportuna.

Lui mi ha guardato, sorpreso, aspettando che concludessi.
Ho aggiustato il tiro: “senza la squadra?”
“Oh!.. io non lascio.. resterò fino a febbraio, l’ho già detto anche al Coach, ed è d’accordo..” –e scruta l’orologio- “Caspita! Devo proprio andare.. è pignolo, sai, Kimi.. sulla puntualità.” e abbozza un sorriso d’istinto, pronunciando il suo nome.
Poi, mi ha salutato in fretta, allontanandosi di corsa, con un sorriso che sapeva di gioia.”

“Non capirò mai come abbia fatto il Quattrocchi a scivolare così in basso, con quel delinquente mancato..” borbotto malevolo, tra me e me.
E, solo dopo averlo pronunciato, mi accorgo della cattiveria del mio pensiero.
Arrossisco, vergognandomene.
Non c’è bisogno di inventare scuse, per capire il perché della mia uscita infelice.
Si chiama ‘gelosia’, credo.
Ne sono certo. 

Scosto una mano dal diario, posandola su una delle sue..
Ci sarà mai, per noi, un momento così?
Uno sguardo così?

..il chiarimento, la felicità che meritiamo?

Perché, a questo punto, io non la desidero..
..la pretendo.

Esalo un sospiro, scuotendo la testa cacciare i pensieri tristi, e l’invidia..
Arriverà, dai!
..sì che arriverà.

 

22 Agosto. “Sono finito davanti a casa sua.
Non so ancora come. Lo giuro.
Mi ci hanno portato le gambe, contro la mia volontà.
Io e il suo campanello ci siamo guardati torvi, a lungo.
Ho arginato il problema andando a riflettere (io non mi nascondo!) nel giardinetto proprio davanti al suo stabile.
Certo! Non potevo mica stare un’ora di fronte al suo cancello, no?!
E se poi mi scambiavano per un malintenzionato?? 

Con quest’afa assurda, non c’era nessuno in vista.
‘Suono o non suono?” mi son chiesto, un migliaio di volte.
Mi sfilavano davanti tutte le situazioni più impossibili, di cui, la più passabile era..
‘Che gli dico?? “Nh.. sono preoccupato per te..”??’ 

Alla fine, con grande dignità, me ne sono andato con un nulla di fatto.”

“STUPIDA BAKA KITSUNE..” Lo rimprovero, arrabbiato.

“Mi è dispiaciuto, sì.
Ma non ho trovato niente di meglio..
Speravo di poterlo salutare oggi, sottraendomi alla sua partenza domani, invece credo proprio che sarà inevitabile.. e i dubbi crescono, invece di diminuire..” 

Sospiro, preso dallo sconforto.. quante occasioni abbiamo sprecato?

 

23 Agosto. Lunedì. “Il Do’aho parte tra qualche ora.
Sto seriamente pensando di non andare alla stazione.
E non per coerenza. Inutile nasconderlo.
E’ che ho la tremenda paura di fare un pasticcio.
Mi sento molto maldestro e insicuro.. temo di fare un sacco di guai..
Nh.. io lo strozzo, quell’Idiota!!
Chi gli ha dato il permesso di scombussolarmi l’esistenza??” 

“E tu, la mia?!” ribatto, con lo stesso fervore.

“Ore 17.50. E’ partito.
Ci sono andato, sì.
Ma non ci ho parlato.
Non mi ha neanche visto, ad essere onesti.
Mi sono nascosto dietro una colonna, e sono rimasto lì, per tutto il tempo dei saluti.
So di aver deluso Ayako, agendo così. Ma non devo renderle conto.
Non devo rendere conto a nessuno, dannazione!!
Nh.. Non c’erano proprio tutti i ragazzi della squadra, probabilmente, alcuni di loro saranno in vacanza..
Li ho sentiti pronunciare anche il mio nome, ma Ayako non è intervenuta in alcun modo..
Poco prima della partenza, l’ho osservato guardarsi attorno, ansioso, cercando con lo sguardo qualcuno che doveva arrivare..

Mancava anche il ciccione della sua Armata, e non si è presentato.
Aveva un’espressone delusa, quando ha capito che non sarebbe arrivato.
Poi si è ripreso, ha abbracciato tutti, mentre sua madre lo trascinava nello scompartimento, poco prima che le porte si chiudessero.
Mi sono scostato un po’, per seguirlo negli ultimi istanti. 

Aperto il finestrino, si è messo a sventolare una mano, nella direzione del gruppo, mentre si allontanava..
Si è bloccato un attimo, e poi ha ripreso a salutare, sbraitando qualcosa su quello che sarà il recupero sorprendente del Tensai..
Io mi sono nascosto nuovamente, nell’attesa che tutti se ne andassero.
Prima di incamminarmi, ho cercato la sua destinazione sul pannello sopra il binario: Sakata.
E poi sono uscito..

All’entrata, seduta sulla mia bici, mi attendeva un’Ayako dall’aria battagliera.
“Potevi sprecarti..” mi ha sibilato, sforzandosi di non urlare.
“Nh..” le ho risposto, incontrando il suo sguardo.
E credo abbia letto -nel mio- tutto il mio tormento, perché non ha aggiunto altro, sospirando, come se fossi un caso disperato. 

“Ti terrò informato.” Mi dice, quasi a scusarsi per l’aggressione di poco prima.
“Va a Sakata.. chissà quando lo rivedrò.” le ho detto, invece, io. 

Lei mi guarda, stupita: “NO! Sakata è una piccola deviazione, per andare un paio di giorni da dei parenti, che abitano lì.. la sua destinazione è Miyako.” M’informa, fissandomi.
“Ma è..”
“Lo so.” M’interrompe lei, sorridendo a tuttotondo.
“..e lui lo sa?”
“No… e tu mi racconterai la sua faccia, quando ti vedrà.” E mi dà una pacca sulla spalla, d’incoraggiamento, ammiccando complice.
“Nh..” le ho annuito, salendo sul mio catorcio, con lo stomaco inaspettatamente più leggero.” 

“La vuoi sapere una cosa?” -gli chiedo, chiudendo momentaneamente l’agenda.- “Con lo sguardo, tra la folla.. io cercavo te.. Takamiya l’avevo già salutato la sera prima, a casa mia, sapevo che non sarebbe venuto… era te, che aspettavo..” confesso.
….
“Quando ho aperto il finestrino, dall’alto del vagone, mi è parso di scorgerti, ma non ne ero certo.. e credevo fosse solo un’illusione creata dalla mia volontà..
Riconosco di essere rimasto parecchio male, per la tua assenza, qualcuno ha fatto il tuo nome, ma non sapevano nulla, nemmeno se eri stato avvisato…
Però tu c’eri, e l’importante è questo.” Concludo, pratico.

 

 24 Agosto. “Primo giorno senza il Do’aho.
Penso che comincerò il count down del tempo che manca al nostro ritrovo.
E intanto mi figuro la sua espressione.. hi hi hi.
Miyako è un centro piccolo.. sarà impossibile non incontrarlo.. chissà se sa già che sono stato selezionato?
Magari lo hanno informato i nostri compagni di squadra, che sono andati a trovarlo..
Oppure avranno evitato l’argomento, per non farlo irritare?
Mi immagino già i suoi strepiti.. sul fatto che abbiano preso me, solo perché lui era impossibilitato, a causa dell’infortunio..
E sorrido.
Perché impedirmelo?
Sarà bello passare del tempo lontani da tutto.. è la volta buona che lo costringo a starmi a sentire.. magari la smetterà con le sue stronzate sull’odio eterno nei miei confronti.. magari non mi dichiarerà amore immortale, ma almeno potremmo avvicinarci un pochino.. magari…
..magari sono tutte stronzate.
Mi riempirà di pugni (quel tanto che gli concederà il dolore), mi augurerà di finire in qualche posto sgradevole, e tutto resterà nella calda, rassicurante, claustrofobia normalità.”

“Beh.. prova a lasciarti stupire, no?
Potrebbe rivalersi più piacevole di quello che credi..” è il mio invito.

 

25 Agosto. “Ma quanto manca alla mia partenza??
Porca miseria! Sembra che ci voglia un’eternità.. 

Continuo a fissare il calendario, con la data cerchiata di rosso..
Ma anche se mi ci metto d’impegno, non è che il tempo scorra prima.. Mph..”

“Credo non sia possibile fare un’eccezione per te..” lo prendo in giro.

“Ho incontrato Sendoh, al solito campetto..
Mi ha sfidato, e non sia mai che io rifiuti!”

“NO, NON SIA MAI!!” gli faccio eco, con tono seccato.

“Questa volta ha vinto lui, 20 a 17.
E’ riuscito a forzare il mio muro per ben tre volte.
Inutile negarlo: Sendoh è un ottimo regista, ma anche negli scontri uno contro uno è formidabile.
Con quel suo sorrisetto irritante ti fa credere che non prenda il basket sul serio.
In realtà, è sempre concentratissimo.
Ma mi viene il dubbio che lui, a differenza di me (che lo vivo più come un’ossessione), ami la pallacanestro perchè lo diverte, lo stimola, lo mette alla prova.. ma nello stesso tempo, il suo modo di fare è troppo semplicistico..
Io non ci riuscirei.
Forse perché io ho messo il basket al centro del Mio mondo. E’ diventato il perno della mia esistenza. E non si scherza, su questo.”

“Se lo dici tu..” sgranocchio, scettico.
A volte, ho il dubbio che lui abbia perso di vista lo spirito del gioco, in quanto tale.
Lui la chiama ‘ossessione’, e credo, purtroppo, che oramai sia così: questo suo chiodo fisso, da una parte lo motiva, lo sprona, è il suo obiettivo.. ma -per di contro- è diventata una fissazione, che gli fa perdere la misura delle cose.. ogni partita è quasi una questione di vita o di morte, ogni avversario è quasi un nemico fisico, e temo lo porti all’esasperazione.. cosa succederà, il giorno in cui troverà chi gli sbarrerà la strada? Potrebbe succedere.. non è poi così remota, come possibilità.. Intendo dire.. mah.. forse le mie sono solo paure ingiustificate, e preoccupazione che lui soffra..

 

26 Agosto. Giovedì. “Oggi ho realizzato, con una certa apprensione, che le vacanze estive sono agli sgoccioli.
E io, ovviamente, non ho mai aperto un libro..
Forse è il caso che faccia almeno finta, giusto qualcosina.. tanto, fa così caldo che la sola idea di allenarmi fuori mi fa aumentare la sudorazione in modo istantaneo, quindi.. tanto vale..” 

“Male, Volpe, mooolto male!! Chi lo sente Kiwashita se non completi gli esercizi che ci ha dato??” –lo rimprovero, bacchettone- “Dovevi prenderti per tempo.. pensa: io me li sono fatti fare da Mito già a fine luglio..” è il mio smacco, con un ghigno di contorno.

 

27 Agosto. “Ho appena terminato tutto il malloppo di inglese, che -devo dire- non è stato né pesante né palloso. Gli elaborati di etica mi guardano malevoli, ma non se ne parla.. adesso vado un po’ a correre, e poi, magari dopo cena, un paio di equazioni, giusto per conciliare il sonno..”

“Solo tu puoi considerare quei rompicapo soporiferi!!” a me fanno venire un nervoso..

 

28 Agosto. “Ore 20.45. Ho fatto due chiacchiere con Maeda-san, oggi pomeriggio..
Quel pelatone è tornato tutto abbronzato, da una località esotica dispersa nel mondo.
Faceva impressione..
Niente di nuovo, solite cose..
Ho già anche preparato il borsone, per l’imminente partenza.
Ho riordinato casa.. che è stata –mi ha fatto notare Mika-san, piacevolmente sorpresa- finalmente un po’ ‘vissuta’, nell’ultimo periodo.
Dovendo occupare il tempo, in qualche modo, ho riordinato tutti i cd musicali, dividendoli per sezione. Un lavoraccio!!” 

“Che potevi evitarti..” lo punzecchio.

 

29 Agosto. “Da stamattina, piove ininterrottamente, e l’aria è diventata più fresca. E questo è un bene, di per sé.
Ma io non posso andare ad allenarmi, e la pioggia tanto invocata mi è già diventata indigesta.
Dopo aver svuotato la soffitta da un sacco di cianfrusaglie inutili, su consiglio di Mika-san, ho fatto ordine anche in garage.
Da sotto il telone, in un impeto di curiosità, ho scoperto la moto di papà.
E’ una concessione che si è fatto qualche anno fa, quando la mamma lo ha praticamente obbligato a trovarsi un hobby.. e lui si è appassionato alle moto.
So che ha anche convinto Miyamoto-san a comprarne una, e per un po’ l’ha anche usata; poi, gli impegni di lavoro sono diventati innumerevoli, e lei è finita in garage, a fare la muffa.
In un attacco nostalgico, mi sono chiesto se lui mi avrebbe lasciato scorrazzarci sopra, magari dimostrandosi orgoglioso di me.. ogni tanto mi portava fuori città, e me la faceva guidare, dopo avermi fatto giurare e spergiurare che non l’avrei raccontato a mamma nemmeno sotto tortura.. Mpf.. E’ un gioiello, questa moto.. ed è un peccato che rimanga là dentro, inutilizzata.. magari le farò prendere una boccata d’aria, prima o poi, dopo il Ritiro con la Nazionale.. forse è il caso che chieda al senpai Mitsui se ci dà un’occhiata.. una volta m’ha raccontato che ha una passione per le moto di grossa cilindrata, e che suo zio è un rivenditore, che fa riparazioni.. di sicuro, questa va revisionata..”

“E magari chiusa a chiave a doppia mandata e murata dentro senza ruote..” controbatto, stizzito.
Quella maledetta moto..

..e il suo dannato casco.

 

…continua.

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

- La Todai, ubicata a Tokyo, è l’Università più prestigiosa e selettiva del Giappone.

- Sakata e Miyako sono due città situate a nord di Kanagawa, entrambe sulla costa; ma vi è la Catena Centrale a dividerle: Sakata è bagnata dal Mare del Giappone; Miyako dall’Oceano Pacifico.

- La storia si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.

- Chiunque desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.

- Per ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.

Arigato (_ _)

elyxyz


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