Scelta d’amore

-Kaede’s Diary-

By elyxyz


Capitolo 23

(In corsivo, il diario di Kaede)

 

POV di Hana.  


“Mamma mia, che caldo!!” esclamo, dando una spinta col tallone alla porta che si chiude alle mie spalle, sfilandomi –al contempo- gli occhiali da sole.

“Ho dovuto riaprire l’armadio con le cose estive, sai, Volpaccia??
Ma dico io!! Ad autunno inoltrato, non dovrebbe esserci una temperatura così!!” mi lamento, andandomi a sedere.
Devo completare la lettura di ieri: la cronaca della prima partita.. e poi… beh, poi la serata..
 

“Abbiamo vinto!!!
Ma andiamo con ordine..
Quando siamo partiti dalla pensione Chidori, Akagi ha picchiato il Do’aho, per una sua insinuazione di dubbio gusto. Quell’idiota non imparerà mai a tenersi la lingua tra i denti.. ma credo di capire perché l’abbia fatto: subito dopo la reazione del Gorilla, tutti si sono rilassati.. che fosse tutto calcolato??”

“Chiaro, no?!” -mi rallegro- “Il mio Genio sublime, al servizio di quei paurosi..”

“Aida del Ryonan ci ha persino spedito i suoi appunti sul Toyotama, per favorirci. Pensiero gentile, il suo.”

“Già!! Salvo poi spaccarmi i timpani con i suoi  incoraggiamenti!!”

“Arrivati in campo, dopo le rassicurazioni dell’allenatore, Sakuragi è stato oggetto di numerose critiche a causa dei suoi capelli.. ma quella scimmia stramba ha detto che era normale che l’asso della squadra subisse un po’ di pressione psicologica..”

“Ovvio! No?! Non c’era da preoccuparsi.. e poi, avevo intravisto sugli spalti il Guntai, i sostenitori di Mitsui, e Haruko con le sue amiche..”

“Stupido megalomane, che si crede la nostra punta di diamante!!
Nh.. comunque, il carciofo è andato a stuzzicare Kishimoto, e l’avversione del pubblico nei suoi confronti si è centuplicata.. buon inizio, non c’è che dire..
Nella contesa, abbiamo preso noi la palla, ma poco dopo il possesso è passato in mano loro, come il primo canestro dell’incontro.
Sono davvero una squadra di classe A.
E’ la prima cosa che salta gli occhi, e che sono anche molto scorretti, ma questo sono bravi a nasconderlo..
Dopo il primo minuto, ci avevano rifilato già 9 punti.
Minami si è avvicinato a me, dicendo: “Se tu sei davvero l’asso della squadra, Nagarekawa.. allora perché non tenti una mossa d’attacco?”
Sono rimasto talmente sorpreso, da non riuscire a replicare.
Non tanto per la provocazione, ma per come mi ha chiamato.. Non mi era mai successo prima, che qualcuno mi chiamasse con il SUO nome..
Comunque, ho superato lo stupore iniziale per colpa del Do’aho, e di un suo tiro (che definire ‘tiro’ è una bestemmia), finita tra gli spalti, in mano a quelli del Kainan..”

“Kami Sama.. che figura!!” gemo, rispolverando la mia giocata.. 

“Il Coach lo ha sostituito all’istante. Il minimo che potesse fare..”

“Ma tu non eri innamorato di me?! Da che parte stai??” inveisco, sentendomi solo e abbandonato.

“Quando fa cazzate così madornali, è imperdonabile.. mi sa che dovrò rivedere con Maeda le mie priorità..”

“Traditore!!” gli grido, avvampando.

“Anzai-sensei ha mandato in campo Yasuda, per rallentare il ritmo dei nostri avversari. Strategia corretta. Al 10° minuto, li avevamo quasi raggiunti: 15 a 14 per loro. Akagi è davvero in forma.”

“E intanto il nonno mi rabboniva, raggirandomi con le sue teorie, sul fatto che ero l’asso segreto dello Shohoku, e che dovevo rimanere tale…” sbotto, poco convinto tuttora..

“Quando i nostri avversari hanno cominciato a pressarlo, mi sono lanciato a canestro, segnando.”

“Ed io, che ero reduce dall’allenamento dei 20.000 tiri, per la prima volta, ho intravisto il tuo vero valore.. e sono rimasto imbambolato a fissare la tua azione..” confesso.

“Sentivo il fiato di Minami sul collo, è bravo a marcare, non c’è che dire..”

“Si sentiva tutta la gente parlare della tua bravura, malgrado tu fossi solo una matricola.. ma a me, la cosa che veramente dava fastidio, era il modo con cui quel Calimero ti pressava.. e tu, malgrado tutto, continuavi la tua azione con quella che sembrava una facilità disarmante.. per quello, ho chiesto ad Ayako se sapeva da quanto giocassi.. ma il nonno è intervenuto, prima che lei rispondesse, invitandomi ad evidenziare quante finte avevi compiuto, prima del tuo ultimo tiro… io gliel’ho simulato, rispondendo due.. invece lui mi ha corretto, evidenziandone tre.
E poi mi ha sorpreso, dicendomi questa frase, che non scorderò mai: “Purtroppo non puoi sottrargli il suo talento. Dovrai allenarti tre volte quanto si allena lui… altrimenti non riuscirai a raggiungere il suo livello entro la fine del liceo.”
Mentre questa consapevolezza mi gravava addosso, con tutto il suo peso… sono rimasto lì, a fissarti, prestando attenzione al tuo gioco.. Per la prima volta in vita mia, ho realizzato che i miei progressi –seppur straordinariamente rapidi- non sarebbero bastati a raggiungerti.. e che mi ci sarebbe voluto del tempo… molto tempo.. almeno, dentro di me, potevo ammetterlo.” confesso.

“Percepivo anche gli occhi del Do’aho, fissi sulla mia schiena.. forse mi stava lanciando qualche accidente.. mi sono voltato a cercarlo, e per un attimo abbiamo incrociato lo sguardo. Aveva un’espressione molto seria… chissà a cosa stava pensando?
Comunque, il loro capitano mi ha distolto dalle mie riflessioni, esclamando: “Allora è proprio come pensavo.. l’asso dello Shohoku sei tu!!”
In quel momento, avrei dovuto ricordare le parole di Maki.. ma, come dice il proverbio: ‘Del senno di poi son piene le fosse’, no?!
Tutto si è svolto troppo in fretta.. prima ancora di sapere come, l’Ace Killer (solo adesso so che è il suo soprannome) mi ha colpito all’occhio sinistro.
Mi hanno trasportato in infermeria in barella, con una commozione cerebrale.. non ho ricordi chiari di questi momenti.. Mi hanno riferito che Sakuragi è entrato in campo tutto agitato, inveendo contro Minami, e l’arbitro gli ha rifilato un fallo tecnico.
Potrei quasi sentirmi onorato di questa sua iniziativa.. ma è probabile che mi ritenga proprietà privata di caccia.. ogni tanto lo si sente quando borbotta negli spogliatoi: “Solo io posso battere Rukawa, solo io riesco a marcarlo, solo io ho il diritto di picchiarlo..”

“Una dichiarazione d’amore un po’ originale…” mugugno, guardando altrove.. “E’ che m’ha fatto imbestialire il modo in cui ti ha colpito, e ‘fanculo anche il fallo.. quando ti ho visto cadere perdendo i sensi, credevo che il cuore mi si fosse fermato!!” forse è successo davvero..

“Che nervi!! A quel bastardo non hanno neanche fischiato il fallo intenzionale!!”

“E non è finita lì! Dopo che te ne sei andato, hanno provocato anche Miyagi, tanto che il giudice di gara ha chiamato i due capitani, ammonendoli.. Poi ci hanno spedito negli spogliatoi, perché il primo tempo era finito.. ero così nero che ho riempito un armadietto di testate.. e Ishi mi ha suggerito di andare con lui per vedere come stavi.. E’ stato molto imbarazzante…. Perché mi sono reso conto di essermi scoperto un tantino troppo, con la mia sfuriata.. così ho riportato in lidi più sicuri la barchetta nella mia testina.. dopo averlo picchiato per l’infausta proposta, ho chiarito a tutti il concetto: “Rukawa è il mio rivale n°1, e giuro che lo annienterò.. prima o poi, si capisce… quindi nessuno può metterlo fuori gioco, prima di me..” ecco, all’incirca il succo è questo.. poi il nonno ci ha rimproverati, spiegando che rispondere alle loro offese non ci avrebbe fatti vincere.. e in quel momento sei entrato tu, con quell’occhio tutto pesto..”

“Il rossino mi è corso incontro, con la grazia di una mandria di bufali, e un dito minaccioso proteso verso il mio ematoma. “Se mi tocchi, t’ammazzo.” Gli ho ringhiato e lui ha preso il largo.
Poi, malgrado le proteste, hanno capito la mia ferma volontà di tornare in campo e li ho incitati con il nostro vecchio motto.”

“'Allibiti' sarebbe il termine più corretto, credo.. dai! Ammettilo.. tu che ci imbocchi un: “Noi siamo..” aveva del surreale…”

“Sia io che la scimmia rossa siamo tornati in campo. Mentre la platea si innalzava in un brusio.. credevano –forse- di avermi messo fuori combattimento??
Ho dato un’occhiata al tabellone: 28 a 34 per loro. Mi sono accorto subito del mio limite più grosso: con un occhio solo, faticavo a percepire le distanze.. ho chiesto che i passaggi avessero meno forza..
Comprendo la scelta dell’allenatore, ma giocare in velocità col Toyotama è molto pericoloso.. il ‘Run & gun’ è anche la loro specialità, oltre che la nostra..
Sakuragi ne ha fatta un’altra delle sue: Miyagi, (che ha seguito il consiglio del Coach e non si è fatto prendere dalle provocazioni) gli ha fatto un assist perfetto, un alley-hoop da manuale. E l’Idiota ha pensato bene di prenderlo come se fosse un rimbalzo, anziché spingerlo nel cesto.. NON-HO-PAROLE.
Minami, intanto, continuava a punzecchiarmi.. e il gioco proseguiva.. ad un bel mentre, visto che non la smetteva, gli ho detto: “Che tipo di atleta credi che sia  il n°1 del Giappone?” non mi ha risposto, ma credo di averlo colto di sorpresa, così ho concluso: “Secondo me, è colui che guida la propria squadra fino a farla diventare il n°1 del Paese!.. e io aspiro a questo. Anzi, francamente credo di esserci già arrivato, e non ho intenzione di perdere altro tempo.” E poi mi è arrivata la palla tra le mani e ho segnato, facendo canestro.”

“Avevo ascoltato anche io la tua conversazione, incuriosito dalla tua improvvisa prolissità.. quando poi ti ho visto tirare, e sentirti dire che quel movimento l’avevi provato e riprovato qualche centinaio di migliaia di volte… mi ha lasciato stupefatto.. quella cifra mi rimbombava nella testa, ingigantendo sempre più il baratro che ci distanziava..” per un attimo, lo ammetto, mi sono lasciato sopraffare dallo sconforto.. ma poi, tu che ci richiamavi in attacco, mi hai dato nuova energia.. e un motivo in più per raggiungerti…

“Mi hanno assegnato due tiri liberi, per una scorrettezza del loro n°6.
Davanti al canestro, ho nuovamente realizzato l’impossibilità di calcolare le distanze. E così ho fatto l’unica cosa in mio potere: ho chiuso gli occhi e mi sono affidato alla memoria del mio corpo.
Sentivo il Do’aho gridare che era impossibile centrare il cesto. Il primo è entrato, il secondo ha preso il ferro…era troppo corto.
E il mentecatto ha preso –giustamente- il rimbalzo, ma poi si è messo a lanciare a caso, e la palla è finita al Toyotama.”

“Mi ero agitato, e non ho messo in pratica gli insegnamenti..” piagnucolo.

“Akagi, -marcato da tre giocatori- in un impeto di follia, gli ha ripassato il pallone, visto che era completamente libero. E lui ha segnato da fuori area..
IL DO’AHO HA SEGNATO DA FUORI AREA!!!!
Kami.. tutti noi eravamo increduli.. (lui, per primo).
E tutti ci guardavano storto, non capendo il nostro sbigottimento..”

“Eh eh eh.. il Tensai vi ha lasciati senza parole, eh???” rido, gongolando..
Ricordo di esser corso dal nonnino, che mi ha dato il cinque…

“Al 18° del secondo tempo, i nostri avversari erano in vantaggio di 10 punti, ma il contropiede di Miyagi li ha fatti tremare: una sua azione combinata con Akagi e Mitsui ci ha riportati a -7.
E poi, i ragazzi ci hanno dato dentro, sempre in attacco.
Dal canto mio, marcare Minami non era semplice..
A 5 minuti dalla fine, eravamo in parità.
Il Toyotama ha chiesto il time out, e Ayako mi ha portato del ghiaccio per l’occhio.
Ryota mi ha suggerito di farmi sostituire, ma ho rifiutato.
Quando tutti hanno capito che era mia ferma intenzione restare fino alla fine, -che per me era importante- non hanno insistito.
Intanto, nella panchina avversaria, si sono picchiati, per uno screzio interno.” 

“Ma Anzai ci ha riportati all’attenzione, ammonendoci sul fatto che i problemi dei rivali non dovevano riguardarci.. e poi ha detto che avremo puntato sull’attacco, privilegiando il rimbalzo –ovvero il sottoscritto- per vincere.

“Alla ripresa, Sakuragi ha intercettato un bellissimo rimbalzo, e io ho segnato, sfondando la loro difesa, e mi hanno regalato anche un tiro libero.
A 4 minuti e 44 secondi dalla conclusione, siamo finalmente passati in vantaggio.
Lentamente, i nostri avversari si stavano sfasciando..” 

“Hai ragione.. Il fatto che il loro Ace Killer non fosse riuscito a metterti fuori gioco, li ha destabilizzati di brutto, unito poi alla discussione col loro coach..”

“Mentre mi marcava, Minami aveva lo sguardo assente, come se in realtà non fosse più lì, con la testa.. Ad un tratto, è partito con un attacco frontale. –Pura pazzia- Mi ha travolto e siamo caduti malamente al terra. Lui è svenuto. Mi sono rialzato tutto ammaccato, ma intero..”

“La mia volpaccia dalla testa dura..” sbuffo, ma non posso negarmi l’intonazione benevola che la colora.

“A 2 minuti dalla fine, Sakuragi prende un magnifico rimbalzo (ancora mi chiedo come faccia a saltare così in alto) e segna, da fuori area.
Siamo 91 a 81, per noi. Minami torna in campo, con una vistosa fasciatura.
Ma è più determinato che mai.. Il Capitano rimprovera il Do’aho, per una sua distrazione.”

“E poi ci ha sgridati col suo vocione: “La partita non è ancora finita!! Non voglio alcuna disattenzione da nessuno!!!” già già.. nel frattempo, il Calimero ha messo a segno un paio di tiri da tre.. è forte, inutile negarlo..”

“A 58 secondi dal termine, siamo 91 a 87. Hanno tirato fuori le unghie.. ma noi non siamo da meno, anzi.
Akagi e la scimmia rossa hanno recuperato un rimbalzo sullo scadere, e si sono strattonati, per non perderne il possesso.. Talmente concentrati, che Mitsui ha dovuto dire loro che erano compagni, non avversari..”

“La foga, sai…” tento miseramente di giustificarmi..

“Siamo tornati da poco in albergo, dove Aida ci ha già faxato le sue congratulazioni.. e Akagi ha ricevuto una telefonata che ha lasciato tutti basiti: il coach della Shintai si complimentava con lui, per la vittoria.. Credo sia normale che un’Università di questa fama lo abbia già contattato.. il nostro Capitano è il miglior Centro della Prefettura..”

“Mitsui intanto si deprimeva, perché nessuno lo voleva..”

“Il Mister ci ha convocati, prima di cena, per farci visionare una partita Kainan vs Sannoh, dello scorso anno. Non so se sia stata effettivamente una buona idea. I ragazzi ne sono usciti parecchio scossi, soprattutto Miyagi, quando ha saputo che il play è in squadra anche quest’anno, e sarà il suo diretto rivale.. Tre sono del terzo anno, tra cui il loro asso: il n°13.
L’unico immune dal timore reverenziale che il Sannoh Kogyo incute, al solo nominarlo, è il Do’aho. Beata ignoranza, mi verrebbe da pensare.. Anzai-sensei ha detto che dobbiamo tener conto del fatto che loro hanno l’esperienza necessaria per vincere, e un intero palazzetto che tiferà per loro.. e che, se vogliamo batterli, non dobbiamo indietreggiare di fronte a niente.. MASSIMA RISOLUTEZZA. Ha ragione.” 

“Dopo quel filmato, se ne sono andati tutti con la coda tra le gambe, a prendere una boccata d’aria.. Tu invece sei rimasto lì, sul divano, a fissare lo schermo vuoto.. quando ti ho preso in giro, chiedendoti se anche tu non avevi bisogno di arieggiare il cervello come gli altri, continuavi a ripetere solo: “Deficiente!” ma eri abbastanza scosso, ammettilo.. E poi mi ha telefonato Haruko, che in realtà voleva parlare con suo fratello, ma va beh.. i suoi complimenti si sono piaciuti lo stesso..
E mentre ero lì, sento la signora Chidori che ti chiama, pronunciando il nome di.. beh, sì.. di quello.
Così vi ho seguiti.. sia mai che il Calimero avesse intenzione di finire il lavoretto lasciato a metà..”

“La padrona del ryokan mi avvisa dell’arrivo di un ospite, che mi cerca.. e mi ha nuovamente chiamato Nagarekawa…ma -qui a Hiroshima- nessuno sa pronunciare correttamente il mio cognome??
Comunque.. era Minami, che è venuto a scusarsi, e ha portato anche una crema prodotta dai suoi, che gestiscono una farmacia. Dovrebbe far miracoli, ha garantito.. L’ho ringraziato, non sono una persona scortese, io. Anche se avrei dovuto picchiarlo, per come ha ridotto il mio povero occhio..
Siamo finiti a parlare di basket. (ovvio)
Mi ha detto che, se voglio davvero diventare il n°1 del Giappone, devo prima sconfiggere Sawakita; perché è lui il giocatore più in gamba del panorama liceale nipponico.
Poi mi ha salutato, augurandomi sportivamente di vincere la gara di domani.”

“Penso che sia stata una delle poche volte, in vita mia, in cui spiare qualcuno non mi ha fatto sentire assolutamente in colpa. Nessuna remora. Nothing.
Quando vi ho sentiti parlare di Sawakita, mi sono un tantino infiammato.. ora come allora, sono più che convinto che dovrai battere prima me, e poi andartene a cercare altre sfide, chiaro, Volpe??”

“Adesso vado a mettermi ‘sta pomata, e dopo a cena.. poi dovrò trovare un espediente per scaricare la tensione.. sembriamo tutti dei leoni in gabbia..”

“Io intanto sono andato a rompere le uova nel paniere a Ryo-chan.. solo soletto con Ayako..” –ghigno, al ricordo delle sue imprecazioni trattenute, vedendomi..- “Sperava, lui, di farsi consolare dalla nostra manager, eh?”
E poi sono passato dai senpai, uno più angosciato dell’altro, già ridotti a riesumare i vecchi tempi, le motivazioni di gioventù.. ma su una cosa Akagi ha sbagliato.. anche io, pur non essendo un giocatore storico, volevo vincere, ad ogni costo: era anche il mio, di sogno.

“Ore 22.30, prima del sonno.
L’occhio si è sgonfiato di molto, e così pure l’ematoma. Minami ha detto la verità.

Dovrei chiedermi perché sono di nuovo qui, a scrivere per la terza volta in una giornata.
Forse perché non è la prima volta che lo faccio. Vero. Ma mai così, e così a lungo.
Potrei mentirmi, dicendo che sono giorni impegnativi, ricchi d’eventi, che voglio restino incisi nella mia memoria, e sulla carta.
Ma la verità è che ho un bisogno disperato di sfogarmi in qualche modo, e non c’è nessuno che potrebbe ascoltarmi. O capirmi.
Mi andrebbe bene persino Maeda-san.. forse sto davvero diventando pazzo..
Ho meditato se rivolgermi o meno ad Ayako, ma non è il caso.
Quindi mi ritrovo qui, a scrivere.
Con dubbi sempre più grossi, di natura altrettanto eterogenea..
Ecco l’ultimo evento, in ordine d’avvenimento:
Dopo cena, me ne sono rimasto per conto mio, a riflettere, a riposare. Rientrando nel Ryokan, passo davanti all’ofuro.. il pensiero che si forma nella ma mente è:

‘Ho voglia di farmi un bagno.’

Sbircio dentro.
Nell’anticamera c’è solo uno yukata nel cesto. Bene.
Un solo compagno. Non mi disturberà, certo. 

Entro. E trovo lui.

M’irrigidisco, preparandomi a battaglia. (stringo i pugni, incattivisco/indurisco la mia espressione di riflesso).
‘Adesso inizierà ad abbaiare che voglio rubare il suo territorio, che è arrivato prima lui, e bla, bla, bla..’ penso, preparandomi mentalmente.

Lui invece solleva lo sguardo e mi fissa. Per un istante.
“No, volpe, stasera no. Domani c’è la partita.” Mi soffia, riprendendo ad insaponarsi.
‘Se ti picchio, Akagi ci ammazza entrambi.’ sottintende il resto del discorso che non ha fatto.
“Nh.” rispondo e prendo posto in uno sgabello lì vicino a lui.
La saponetta gli sfugge, nella foga in cui ci mette a passarsela sulla pelle.
E’ tensione. lo vedo.
Si volta in giro per cercarla con lo sguardo, smarrito.
Mi allungo per prenderla, e gliela passo.
Mi guarda, sorpreso, dilatando gli occhi. 

Sbuffo.
Siamo pari. Niente più.
Lui mugugna un ringraziamento e riprende lo sfregamento, frizionarsi la cute.
E il pezzo di sapone sfugge via di nuovo, mentre se lo passa con troppa energia sulla schiena. 

Mastica un’imprecazione a mezza voce.
“Girati” gli ordino e lui si volta verso di me, allibito. 

Tregua, Do’aho.
Si chiama ‘tregua’.
Non ti ci abituare troppo in fretta, però. 

La schiena gliela insapono io, impostando un mio ritmo.
I suoi muscoli si rilassano. Sembrava una corda di violino.

Ho sempre immaginato la sua pelle più morbida..
forse a causa di quel colore ambrato, in realtà non è uniforme.
Non avevo mai fatto caso, davvero, a quante cicatrici gli solchino la schiena.
Dev’essere lo scotto da pagare per le tante risse in cui è rimasto coinvolto..
Forse più per curiosità, che per desiderio, mi soffermo a rincorrerne una, tracciando quel sentiero con un dito.. dalla scapola alla colonna, e ritorno.
Lo sento rabbrividire.
Chissà perché.. 

Quando ho finito, mi guarda, in una muta domanda: ‘devo ricambiare il favore?’
“No. Io ho già finito.” Gli spiego, andando verso la cornetta del risciacquo.
Lui aspetta che io abbia finito (ci sarebbero altri getti, ma non lo fa) e poi mi copia.
Entro nella calda vasca, reprimendo un gemito di piacere.
O forse non l’ho trattenuto troppo bene?
Lui sembra averlo sentito… 

Ci troviamo vicini, malgrado il bagno di questa pensione sia notevolmente grande.
Mi arrischio a sbirciarlo, con la coda dell’occhio: ha le palpebre abbassate, e la testa reclinata all’indietro, contro le mattonelle. Si sta rilassando.
‘Forse dovrei farlo anch’io..’ ricordo d’aver pensato.
E forse l’ho fatto fin troppo bene, perché mi sono addormentato.” 

Sorrido, piacevolmente colpito dalla naturalezza del suo narrare.
Non è difficile ripescare nella memoria questo momento d’intimità che abbiamo vissuto.
Alla vigilia di una partita che ci ha cambiato, in qualche modo, la vita.
E’ uno degli istanti che conservo con maggior cura. con gelosia, quasi.
Sono ritornato spesso -col pensiero- a quella sera, in queste settimane, anche se non te l’ho confidato.

Sento il sorriso allargarmisi sulle labbra, rivivendo il tuo stupore, nel vedermi dentro a quel bagno. Tra tutti, proprio io.
Riconosco che la tua reazione era anche giustificata, a quel tempo.
Ma non posso reprimere un po’ di soddisfazione, per averti sorpreso, in positivo, intendo.
E poi mi sono meravigliato io, sentendo la tua proposta..
Per quanto tempo ho sognato le tue mani su di me, dopo quella sera?
Arrossisco, nel ripensarci.
Non le saprei nemmeno più contare..

“E poi ritrovarti di colpo addosso a me, mi sono voltato nella tua direzione, per capire cosa fosse successo, e sonnecchiavi già. E allora ho fatto l’unica cosa che era in mio potere: ti ho passato un braccio attorno alle spalle, e sono rimasto a sostenere il tuo corpo, per impedire che affondasse nella vasca.. Di tutti i modi per toglierti di mezzo, l’annegamento non era contemplato..
Se devo essere sincero, mi sono sentito un po’ idiota, nel tenerti su.. soprattutto impacciato.. poi, quando ho sentito il tuo respiro farsi profondo, mi sono rilassato anch’io, facendoti accoccolare meglio verso di me.”
E’ una sorta di reminiscenza onirica, dai contorni sfumati… la tua pelle contro la mia, le volute di vapore che salivano verso l’alto, lo sciabordio dell’acqua calda, smossa dai nostri corpi..

“Potrei risultare scontatamente ovvio, ma -per me- il Nirvana poteva benissimo avere quella forma.. mi piaceva rimanere lì, aspirare piano il tuo profumo.. non quello del sapone, tale uguale al mio, ma quello della tua cute, il tuo sapore.. ed è stato lì, che –senza davvero rendermene conto- in un impeto di follia, ho posato le mie labbra sulla tua spalla.. solo troppo tardi, mi sono accorto di averti lasciato il segno..” -ammetto, mentre sento le mie guance imporporarsi.- “Volpaccia dalla pelle troppo delicata..” –lo rimprovero- “Chissà cos’hai pensato, la mattina dopo, vedendo quel succhiotto.. magari che era dovuto alla rovinosa caduta in cui ti aveva coinvolto il Calimero?!
Nah.. è stato il Tensai, a marcare il suo territorio!!” dichiaro.
Nonostante tutto, non mi sono mai pentito di averlo fatto.. anche se non so come avrei reagito, se ti fossi svegliato..
Infatti, quando ho percepito le prime avvisaglie del tuo risveglio, ti ho scostato da me, mettendo una dignitosissima distanza tra noi.. con il cuore in subbuglio, allora.
Con rammarico, direi oggi.

“Non so per quanto io mi sia appisolato, ma quando mi sono destato, il Do’aho si stava asciugando, fuori dalla vasca.
Nh… peccato.”

“Già. Peccato.” Gli faccio eco.

“Sono uscito anch’io dall’acqua e ognuno si è rivestito per conto proprio, senza una parola.
Avremmo dovuto dirne?

E ora mi ritrovo qui.. forse dovrei essere felice del momento che abbiamo vissuto..
Forse –invece- avremmo potuto sfruttarlo meglio, cercando di stabilire un contatto..
Forse è solo una grande sega mentale.
E’ già un miracolo l’essere rimasti quasi un’ora nello stesso posto, senza scannarci a vicenda.
Ma sarebbe stato meglio, se........ se....... sto desiderando l’impossibile.. che senso ha formulare un desiderio irrealizzabile?
In quest’istante, mi basterebbe rimanere semplicemente abbracciati, io e lui, e fermare il tempo.
Prima della partita.
Prima di una vittoria o di una sconfitta.
Prima di tutto.
Semplicemente noi.” 

“Noi l’abbiamo vissuto quel momento, Kaede, è solo che tu non ne hai memoria..” rispondo, mentre il cuore mi si stringe, nella consapevolezza di aver realizzato un suo desiderio, senza che lui lo sapesse, senza dargli modo di gioirne.. e il mio atto, di colpo, si macchia d’egoismo.. Io ho potuto averlo tra le braccia, ma lui sta ancora aspettando questo momento..

 

…continua.

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

- La storia si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.

- Chiunque desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.

- Per ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.

Arigato (_ _)

elyxyz


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