Scelta
d’amore
-Kaede’s
Diary-
By elyxyz
Capitolo
12
(In corsivo, il diario di Kaede)
POV di Hana.
“Scusa il ritardo, Kit.
Se ti chiedi che fine abbia fatto, te lo spiego subito…” lo informo,
carezzandomi –di riflesso- con l’indice, un cerotto che spunta sulla mia
tempia destra.
“Saito-san mi ha medicato, quando mi ha visto in
corridoio.
Le ho spiegato che era una sciocchezza, ma non ha sentito ragioni: mi ha
trascinato in un box visita e mi ha disinfettato”.
“E’ proprio una cara ragazza… ma guai a contraddirla!
…comunque… stavo venendo da te…. E ho visto una vecchietta ferma ad un
semaforo, con un sacco di borse, mi sono avvicinato per chiederle se
voleva una mano ad attraversare, e lei ha temuto che la volessi scippare..
…e mi preso a bastonate!
La parte più scioccante, è che non ho mica capito da
dove fosse spuntato quel bastone!!
…Forse era la nonna di Ayako.
Anche lei fa sempre apparire il suo ventaglio dal nulla!”
….
“Beh… questo è tutto…” concludo, sorridendo
impacciato… il grande teppista Sakuragi, malmenato da una tenera vecchina..
Mi sfilo la giacca, aprendo il cassetto del suo
comodino.
“Vuoi che continui, con la lettura della partita?” chiedo, andandomi a
sedere nell’incavo della finestra, anziché sulla sedia.
Tengo in mano il diario, ma guardo fuori dai vetri.
“Oggi, è una giornata straordinariamente bella, sai?
C’è un bel sole… domani si potrebbe anche fare una fuga al mare… Ti piace
il mare, Kit?
Pallidotto come sei, non credo che il tuo hobby preferito sia fare la
lucertola sotto il sole..
Io lo adoro, invece.
Andare con Yo e l’Armata in spiaggia, fare casino come quando eravamo
piccoli, sotterrare Takamiya mettendoci tre ore… lanciarci i gavettoni, le
gare di nuoto.. o anche solo poltrire, restando lì…”
Distolgo lo sguardo dal parco, aprendo di poco il
vetro. Entra una piacevole brezza, non è fredda, non credo possa fargli
male.
“Questo posto puzza troppo di medicine…” -mi
giustifico.- “A volte, mi sembra che mi manchi l’aria….”
E fisso il respiratore, che compie la ventilazione
forzata nei tuoi polmoni.
Mi sento una merda.
“Meglio se leggo..” considero, mortificato.
“A 1 minuto e 30 dalla pausa, siamo arrivati a -5.
Dopo un mio canestro da 3 punti, i ragazzi mi hanno mezzo ucciso, per
congratularsi con me.
Il palazzetto incitava il mio nome.. C’era anche la mia squadra delle
Tomigaoka, a fare il tifo. Li ho visti. Facevano un casino…
A 39 secondi, eravamo sotto di 2. Il Kainan ha
chiesto la pausa.
Loro volevano distanziarci, prima dello scadere dei 20 minuti.
Hanno incastrato il Do’aho in tre. E lui si è inalberato.
Quel maledetto deficiente. Quel cretino. Razza di incapace…
“Passami la palla!! Buono a nulla!!” gli ho gridato.
Allo scadere del decimo secondo, l’ha fatto.
Ho segnato penetrando il muro di Maki.”
“La palestra era allibita. Ed è stato lì, che ho
capito che io non avrei saputo giocare così bene…”
“Alla fine del tempo, li avevamo raggiunti.
Come avevo promesso ad Akagi.
Mi ha dato il cinque.”
“E si è complimentato anche con me… poi è tornato in
campo.
Tu avevi un’aria sfinita.
Io ho proposto di saltare al suo posto, per la contesa a due. Giusto per
non affaticare il suo piede…
E tu, gentile come sempre, mi hai dato dell’idiota, perché avevo lanciato
la palla dove non piaceva a te..”
“Il Do’aho nella ripresa ha mandato il pallone
dove non c’era nessuno, quel mentecatto!! Ho corso come un matto per non
perdere il possesso…”
“Ecco, appunto!! Che ti dicevo??”
“Entro breve, ci hanno nuovamente distanziati,
cazzo!!
Anzai ha chiamato il time-out, decidendo la nuova tattica: in quattro su
Maki, e Sakuragi a ‘defence guard’ su Jin, per impedirgli tiri da fuori
area.
Il demente si è gonfiato come un pavone.. un altro po’, e faceva la ruota…
La tecnica ha funzionato, finché il n°4 avversario
non gli ha fatto fallo intenzionale.
Abbiamo creduto tutti che il rossino lo stendesse con una testata.”
“Quello stronzo vecchiaccio mi ha aveva detto che
avrei dovuto aspettare 10 anni, per sperare di essere il n°1… mi ha
umiliato, ero nero!!
Quando ho capito che avrei dovuto fare i tiri liberi, non sapendo come
procedere, mi sono affidato all’istinto e ha funzionato..
Ricordo che Ayako, qualche giorno dopo, mi ha spiegato che ho adottato la
stessa tecnica di un famoso giocatore dell’NBA: Rick Berry… Burry… Barry…non
mi ricordo..”
“A 4.30 minuti dalla fine, Takato ha fatto
rientrare Miyamasu, che Anzai ha affidato a Miyagi.”
“Voleva affiancarlo a Jin nei tiri da tre… mica
scemo lo scemo!!” ironizzo.
“Maki mi ha fregato! K’so.
Non sono riuscito stopparlo, ed è andato a canestro, mentre il vecchio
balordo della sua panchina sbraitava consigli su come distruggermi..”
“Sì. Quell’antipatico vecchiaccio ce l’aveva con me,
ma anche con te non scherzava…” – annoto- “Continuava a gridare a quei
montati che ci avrebbero annientati… e intanto il tempo passava.. ogni
volta che ci distanziavano di 6 punti, noi ci riportavamo a 4, e loro
ritornavano a 6, e noi li riprendevamo… adesso sembra persino comico… ma
allora non c’era davvero molto da ridere…”
“Due minuti, 4 punti sotto.
Il Do’aho si è lanciato a recuperare un’ennesima palla imprendibile.
Quando si è schiantato scontro la panchina avversaria..
Mi sono spaventato.
Per 30 secondi, giuro.
Poi si è rialzato come se niente fosse (quell’idiota è di gomma, credo), e
mi ha ordinato: “Rukawa, devi segnare a tutti i costi! Fosse anche sono
per un colpo di fortuna!!”
“Taci, cretino!
Io vinco grazie al mio talento, non certo affidandomi al caso!!” gli ho
replicato.
Ci mancherebbe altro.
Non l’ho fatto certo perché me l’ha imposto lui.”
“In un momento come quello, tu sei andato a discutere
un MIO ordine??!!”
“Ho segnato, ignorando Kiyota.
Poi sono crollato a terra, sfinito.
Mi hanno sostituito, maledizione.
Anzai mi ha elogiato, dicendo che avevo giocato
molto bene… ma intanto io fremevo.
E fremo ancora desso, al pensiero.
Dannazione!! Se solo avessi avuto più resistenza…
…Uscire dal campo prima della fine…
Prima. Della. Fine.”
Stop.
Per quanto tu me l’abbia detto, e fatto capire nei giorni successivi… solo
adesso comprendo cosa ha significato, per te, abbandonare prima della
conclusione…
Essere costretto ad abbandonare.
Scorro velocemente le righe successive.
Ha smesso di descrivere l’immediato seguito.
Forse non ha seguito la partita.
Non riporta l’incitamento a Mitsui, pressoché sfinito.
Né la situazione precaria di Akagi, al limite della sopportazione.
Eravamo talmente disperati, che il Gorilla mi si è avvicinato, e mi ha
detto qualcosa come: “Se prendi la palla dopo un rimbalzo, o in fase di
attacco, tenta un tiro! HAI IL MIO PERMESSO.”
Allucinante, a pensarci bene.
Ryota che prende la palla dopo un mio errore e me la
passa, io che salto, malgrado il muro di Maki, e lo slam dunk.
E il fallo subìto. Un dono del Cielo.
“Mi sono ritrovato in piedi, elettrizzato, a
gridare al Do’aho di… Che cazzo ho fatto.
Io. che. grido.
A lui.
Ayako e Anzai mi hanno guardato. Ho minimizzato
l’evento.
Ho pur sempre una reputazione da difendere, io.
1 minuto e mezzo di black out per la volpe.
Poi, ha ripreso a raccontare.
“Mi sono messo a ricordare le parole di Akagi, mentre
aspettavo che l’arbitro fischiasse il permesso.
Ho capito che dovevo affidarmi al Gorilla. Lui avrebbe preso il rimbalzo e
segnato.”
Quello che non ho previsto, è che Kiyota ci si
mettesse in mezzo nel tiro di Mitsui.
Quel bastardo.
Ha deviato la palla.
Io ho preso il rimbalzo, ma…
“Sakuragi ha sbagliato il passaggio.”
“Il Gorilla, Maledizione!!!
Ero convinto di aver visto il Gorilla..”
“Abbiamo perso.”
Rileggo sottovoce quelle due semplicissime parole.
Nessuna imprecazione, contro me o chissà chi.
Niente altro.
Due parole.
Solo due.
Nella loro essenzialità, sembrano pietre lapidarie.
E mi rendo conto che è lì, che è racchiuso tutto il
suo dolore, la sua frustrazione. l’impotenza.
Io mi sono messo a piangere, d’incredulità. di
rabbia.
E il Capitano è venuto a consolarmi, a modo suo.
Ma lui non ha fatto una piega.
Non ha semplicemente parlato.
Il giorno dopo me ne sono rimasto a casa.
Yohei era passato a prendermi, come ogni mattina, ma non mi sono fatto
trovare.
Sarebbe potuto venire a cercarmi, ma ha capito che avevo bisogno di stare
solo.
Mi sollevo dalla soglia della finestra, accostando i
vetri e le tende.
Non credevo che rileggere i suoi ricordi potesse rimescolare così anche i
miei…
Sospiro, rivolgendomi a lui:
“Vado a prendermi un caffé… torno tra poco.”
Mi appoggio alla macchinetta dei distributori, in
attesa.
Il caffé non mi va, in realtà.
Ma passeggiare mi ha aiutato a scaricare i nervi, e a calmare i rimpianti.
….
Entro breve ritorno da lui, riprendendo a leggere
dove avevo interrotto.
Non fa menzione della sera della partita, passa
direttamente al giorno successivo.
19 Giugno. Sabato. “Sono andato a scuola.
Il Preside ha voluto farci recuperare il giorno di studio perso di ieri..
perso, in ogni senso.
Mezza scuola era venuta a vederci, quindi le lezioni erano state sospese.
Quel bastardo doveva esonerarci!!
Mi hanno detto che Sakuragi non si è presentato a
lezione.
Né agli allenamenti.
Quel Do’aho starà ancora rimuginando sul suo errore.”
“Non hai sbagliato di molto.. ho girovagato tutta la
mattina, come un cane bastonato, finché non ho incontrato Haruko, che ha
cercato di tirarmi su il morale…
Ed è stato quel giorno che ho conosciuto Fuku-verme, che ha avuto l’insana
idea di provocarmi…”
“I Ragazzi se ne sono andati uno dopo l’altro. Io
sono rimasto in palestra fino a tarda sera.
Paradossalmente, è l’unico posto in cui riesco a sopportare la sconfitta.
Non ad accettare. Questo mai.
Ma a tollerare, sì.
…
Quando sono entrato negli spogliatoi, me lo sono visto lì.”
“Sembravi una figura evanescente..
Il tuo profilo… il nero più cupo, contro l’oscurità della notte.”
“Non sapevo cosa dirgli…
Avrei dovuto.. dirgli qualcosa?!
“Si può sapere che ci fai lì, razza di idiota?”gli
ho chiesto, accendendo la luce.
L’ho visto sussultare, dilatando le pupille.
Sembrava solo un bambino spaventato, in quel momento.
Un cucciolo ferito.
Bagnato come un pulcino. Arrabbiato, ferito, e incazzato.
Un’alchimia pericolosa.
Ho preso il mio asciugamano, e ho fatto per
andarmene.
Sulla porta, lui mi ha richiamato.
Mi ha chiesto perché non dicevo niente..”
“Se taci per compassione, sappi che non ne ho alcun
bisogno!!” lo ricordo bene.
“Me ne sono andato.
Ero già saturo dei miei sensi di colpa, i suoi erano DAVVERO troppo.
Lui mi è corso dietro, ordinandomi di fermarmi.
Lì non c’ho più visto.
Forse ho sbagliato ad accanirmi su di lui, ma -per una volta- voglio
essere io, a scaricare la mia frustrazione e non viceversa.
Voleva che lo incolpassi, per liberarsi la coscienza.
Ma non gli ho dato questa soddisfazione.
Ho preso fiato, altrimenti avrei replicato a
calci, non a parole..
E gli ho sputato contro tutto quello in cui credo:
che è uno stupido arrogante, se è sicuro –realmente- che abbiamo perso per
colpa sua..
che ha fatto anche troppo: un’insperata fortuna, e nulla più.
Che tutti si aspettavano errori da parte sua…
Che era inevitabile, visto il suo livello di preparazione e le sue
lacune..
Quell’Idiota è un novellino e si crede un dio.
Quando gli ho detto che non è stato certo lui a
decidere le sorti dell’incontro, ha pensato di colpirmi, di riflesso,
credo. Ma si è trattenuto col pugno a mezz’aria.
… e l’ho colpito io.
Era quello che volevo.
Era quello di cui avevo bisogno…
Entrambi. Ne avevamo bisogno.
E ci siamo picchiati, come non succedeva da tempo.
Ad un certo punto, mi ha guardato, come se il
discorso di prima non fosse stato concluso.
Si aspettava qualcosa da me, lo so.
“Se abbiamo perso, la responsabilità è solo mia..”
ho ammesso. E di colpo lo stomaco è divenuto più leggero.
Forse anche per il pugno che quel mentecatto mi ha
dato subito dopo..”
“Se le forze mi avessero sorretto fino in fondo,
avremmo vinto. Garantito.” Ripeto, a memoria, alzando gli occhi dal
foglio.
“Cazzo, Ru!! Quanto ti ho odiato in quel momento!!
Che bastardo sei stato… e poi lo stupido arrogante ero io??!!”
polemizzo.
Ci siamo pestati di santa ragione… attribuendoci a
turno la colpa della sconfitta.
Quando abbiamo smesso -più per sfinimento, che per buonsenso- avevamo la
faccia come due meloni… Anzai ci avrebbe messi in castigo a vita!
..Gli avevamo promesso niente risse….
Sorrido.
Il nonnetto, in realtà, ci aveva esonerati da questo accordo fin da
subito.
Forse la clausola prevedeva: niente risse per la squadra di basket.
(Tranne Sakuragi vs Rukawa)
Che il Coach lo sapeva, lo ha sempre saputo… le nostre botte erano parte
integrante dell’allenamento, e forse anche della tua terapia, volpe…
“Picchia duro, il Do’aho.
Calci, pugni, testate e repertorio completo.
Eravamo distrutti.
Le mie fans lo avrebbero squartato, mi ha riempito la faccia di lividi.
Anche lui, però.
Siamo finiti nello spogliatoio a medicarci a vicenda.. Anzai ci avrebbe
sospesi da qui all’eternità, temo…”
“La stessa cosa che ho pensato io…”
“Non ci siamo più parlati. Due cerotti, un po’ di
disinfettante che brucia.
Neanche una smorfia.
Questione d’onore, credo.
Sembrava una scimmia caduta da una pianta troppo alta..”
“Stronzo!!” l’insulto.
Come diavolo fa a fare dell’ironia anche in momenti come quello??
“Gli ho lanciato addosso una mia maglia, era
ancora fradicio, e senza un cambio.
Non mi ha ringraziato.
Non mi aspettavo lo facesse.
Ognuno se n’é andato per la sua strada.
Senza un saluto.
Ovvio.”
“La verità è che sono rimasto così sorpreso, che ho
tentato di dissimulare il più possibile quella faccia da baccalà che mi
ero ritrovato…
Non ero abituato alle tue gentilezze, Volpe… come avrei potuto?”
20 Giugno. Domenica. “Mika-san è passata a vedere
come sto.
Mi ha fatto una predica infinita per i lividi, mi ha riempito di pomate
per far sparire prima i segni, e mi ha sorriso.
Mi dispiace averla spaventata.
So che è stata in pensiero per me.
Quando ha visto che ero più che vivo e vegeto, mi
ha concesso di andare al campetto.
Come se avessi bisogno di permessi, io.
Ok. Avere la sua approvazione mi fa sentire meno stronzo, ecco..”
Sorrido.
“Volpe glaciale, anche se fai lo scontroso… quella donna ti tiene in
pugno!” annoto, compiaciuto.
Giro pagina, e con soddisfazione noto che Kaede ha
ricominciato la narrazione regolare delle sue giornate.
Domani le leggerò, adesso sono più tranquillo..
Non so spiegarmi perché, ma la sua ripresa mi dà
fiducia.
Vuol dire che ha accettato la sconfitta, e che ha deciso di andar avanti.
Ha proprio ragione Mika-san.
Kaede è un fighter, senza dubbio.
Non smetterà mai di combattere. MAI.
…continua.
Note dell’autrice:
- Per prima
cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono
agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro,
da parte mia.
- La storia
si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.
- Chiunque
desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di
aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy:
elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
- Per
ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.
Arigato (_
_)
elyxyz
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