Scelta d’amore

-Kaede’s Diary-

By elyxyz


Capitolo 8

(In corsivo, il diario di Kaede)

 

POV di Hana.  


“Scusa il ritardo, Kit.. era il mio turno di pulizie in palestra.” Ti spiego, sfilandomi la giacca leggera.

“I ragazzi insistono perché mi esoneri, ma non è giusto, no?!
Se saltassi gli allenamenti per venire da te, sono sicuro che ti incazzeresti come una iena, e io trovo equo portare avanti, fino in fondo, i miei compiti dentro la squadra…”

….

“Di’ la verità, Volpe, la saggezza del Genio ti fa restare senza parole….” Sorrido.

Comincia ad essere deleterio, per me, parlare da solo per tante ore….

 

30 Maggio. Domenica. “Ayako mi ha invitato a cena da lei.
Era una vita, che non lo faceva. 

Come sempre, ho declinato l’invito.

Un po’ mi spiace, per lei.
So che si dà tanto da fare, che si sta preoccupando per me… e il fatto che sia la nostra manager, fa sì che lei possa –nuovamente- starmi accanto come un tempo…
Ma quel tempo non tornerà. Deve farsene una ragione.
E’ una frattura insanabile, quella che ho dentro.
Non potrei mai varcare la soglia di casa sua, e far finta che tutto sia come prima…
Semplicemente, perché non lo è più.
Ho troppi ricordi, di momenti felici, di risate, di allegria…
Non sono così masochista da volermi autoinfliggere, consapevolmente, nuovo dolore.
Lei è la mia aiuto-allenatrice, ora. e nulla più.


Palle.
E’ un’amica. Forse l’unica amica che abbia mai avuto.
E una sorella, anche se sono figlio unico.
E un’amante… se solo lo avesse voluto, ma lei non l’ha mai voluto.
Ha preferito la nostra amicizia, all’attrazione che sentiva per me.
..o forse ero solo io, a sentirla per lei.
In fondo, poco importa.

‘Un’amicizia che va al di là di tutto.’ mi ha detto un giorno, sulla scogliera.
Quando le confidai che provavo dell’affetto, per lei. Un attaccamento mai provato prima, che mi spaventava, e mi affascinava.
Mentirei, se dicessi che l’ho amata.
-A me non piacciono le ragazze- 

O che lei mi ha amato.
-Non sono il suo tipo- è stata chiara fin dal principio.

Ma tra noi c’è sempre stato qualcosa..

‘Un’amicizia, un affetto che va al di là di tutto.’
Forse ha –semplicemente- ragione lei.” 

Sbatto le palpebre un paio di volte, cercando di comprendere la portata di quello che ho letto.
Di tutte, solo di Ayako ero convinto non avrei mai avuto di che temere…. Invece mi sbagliavo.
Mi fermo.
Temere cosa???
Non posso dimostrarmi geloso di lei, semplicemente perché è entrata nella vita della mia volpe prima di me… 

Ma è altrettanto vero che adesso voglio sapere, Kaede… forse non ne ho il diritto, certo… ma non me ne frega un cazzo… 

“Ti avviso. Ho intenzione di fare due chiacchiere con Ayako, alla prima occasione…” detto questo, riprendo a leggere.

 

31 Maggio. “Le partite d’allenamento di susseguono, in vista dello scontro di venerdì.
La mezza sega continua a fare falli, ha quasi staccato un braccio a Yasuda, con una palla trattenuta…
..e poi sbraita come un assatanato, convinto di aver ragione.”

“Era colpa di Yasuda…” borbotto, colpevole.

 

1° Giugno. “Compito di biologia.
Ma Mendel non poteva andare a farsi una canna, anziché piantare piselli, e rompere i coglioni a mezzo mondo???”  

“Stavolta mi tocca darti ragione, Kit…”

“Ah!.. Stamattina ci hanno rifilato il test di geografia astronomica..
Io, manco mi ricordavo ci fosse …” –confesso, candido- “E Yohei era troppo lontano, per farmi copiare.. L’unico compagno a distanza ragionevole era Makuro, l’asso del club di calcio… non so se hai presente..” –mi fermo, riflettendo- “Figurarsi se tu sai chi è!! Non conoscerai nemmeno il nome dei tuoi compagni di classe, figurati dei miei!!” e scoppio a ridere. 

“Beh, Kit, succede che io gli lancio un mio efficientissimo ‘sguardo che uccide’, e lui mi passa il suo foglio. Purtroppo per me, (e per lui) ‘sto povero ragazzo ragiona solo con i piedi.. E proprio quando stavo per restituirgli la pagina, il prof. ci sgama. ‘Merda! Sono fregato!!’ ho pensato, e invece ha dato la colpa a lui, chiedendogli se era così disperato da arrivare addirittura a chiedere aiuto a me.. devo riconoscere che la mia autostima non ha apprezzato molto quest’infelice insinuazione, ma -se non altro- non sono finito in Presidenza, e lui nemmeno, perché quell’ipocefalo del prof. ha ritenuto irrilevante qualsiasi mio possibile suggerimento nelle risposte.”
Il mio orgoglio ne è uscito un po’ malconcio, lo ammetto, ma non voglio nemmeno ipotizzare la reazione di mia madre, o del tappo, se mi avessero sospeso.. 

 

2 Giugno. “Mancano 2 giorni, al 4° scontro… Akagi ha intensificato gli allenamenti con il Do’aho.
La squadra si sta amalgamando bene, con Mitsui che migliora sempre più, e Miyagi che si sta rivelando un ottimo regista.”

  

3 Giugno. “Domani partita.
Sono troppo stanco.
Dopo gli allenamenti, sono andato al campetto.” 

“Volpe stacanovista…”

 

4 Giugno. Venerdì. “4° incontro: Shohoku vs Tsukubu.
Ci hanno messi in difficoltà, all’inizio.
Ma il contropiede di Miyagi li ha mandati completamente nel pallone. E hanno iniziato a fare errori su errori.
Ennesima vittoria: 111 a 79.
Sakuragi è stato buttato fuori nel momento cruciale, per somma di falli.” 

Sospiro, ricordando quel periodo …come lo definiva Yohei?
..ah, sì: ‘la malinconia di un genio’.

Ricordo la sera in cui, colto da disperazione, sono andato a casa di Akagi a chiedergli come si fa a non fare fallo, e il Gorilla mi ha detto di riflettere sui miei errori…
E poi sono finito davanti allo Shohoku, e ho visto le luci della palestra accese, mi sono avvicinato incuriosito di sapere chi ci fosse dentro… e ci ho trovato te. 

“Hai scritto di quel nostro incontro notturno?” sfoglio le pagine successive, e infatti lo trovo:

“Mi stavo allenando in palestra, nelle finte…
E dopo aver segnato un canestro, mi giro. E mi ritrovo davanti lui.
Mi ha stupito, vedermelo lì. Ma non l’ho dato a vedere, sia chiaro.
Sakuragi mi ha puntato contro un dito, sbraitando qualcosa come: “Ti giuro che non mi farò espellere, contro lo Shoyo, e che segnerò addirittura più punti di te!!”
Poi si è girato, senza aspettare risposta, e se n’è andato sbattendo la porta.
Sono rimasto lì 5 minuti buoni, a raccapezzarmi… che cavolo voleva il Do’aho da me??
Era una minaccia?
Una promessa?
Una sfida?
Mah…”

“Se devo essere sincero, a quel tempo nemmeno io sapevo perché ti avevo detto quelle cose… ma credo dipendesse da un miscuglio strano di sentimenti…. L’averti visto lì, ad allenarti anche a quell’ora assurda, per migliorare un gioco che -ai miei occhi- era già perfetto di per sé, mentre io ero in crisi nera, incapace di smettere di fare falli, mi ha fatto capire la distanza che ci separava, e credo sia stato quello a farmi saltare i nervi… l’ansia di sentirti sempre più lontano e irraggiungibile, e per questo mi sono messo a dire che avrei fatto più punti di te, senza farmi espellere… era un forma un po’ contorta –un po’ molto, me ne rendo conto da me- per chiederti di darmi fiducia, Kitsune, di aspettarmi, in qualche modo… solo che non lo volevo ammettere nemmeno con me stesso…”

Ritorno indietro, dove avevo interrotto lo scorrere dei giorni.

 

5 Giugno. “Mika-san ha fatto le grandi pulizie…manco dovesse venire l’Imperatore in persona a farmi visita…
Beninteso.. se venisse davvero, non gli aprirei certo la porta. 

Credo di essere completamente immune allo spirito patriottico, e menate simili.
Sciocchezze. Sono tutte stronzate sentimentali.”

“Sei l’emblema della leggendaria ospitalità nipponica, tu…” lo stuzzico.
Senza sortirne alcun effetto, lo so… ma è più forte di me…
“Leggere i tuoi pensieri, mi fa scaturire commenti che non so trattenere… e, in fondo, sarebbe un po’ come dialogare, no?!
…Non polemizzare, volpaccia, sul fatto che il Tensai vuole sempre avere l’ultima parola!”

 

6 Giugno. Domenica. “Mika-san è tornata a tradimento, a rimpinzarmi il frigo di altro cibo. Non mi basterebbero 7 vite, per finirlo… figuriamoci 7 giorni…”

“Kami benedica quella donna, che ti impedisce di morire di fame…”

 

7 Giugno. “Compito di mate, di storia, e di fisica.
Quattro ore senza dormire… no, dico: 4 ore senza dormire!!!
Sto cascando dal sonno…” 

“Volpe narcolettica…” sbuffo.

 

8 Giugno. “La mattinata è scorsa via tranquilla..
Così pure gli allenamenti, anche se il Do’aho è un po’ strano, in questi giorni… sembra pensieroso, preoccupato…Nh… chissà poi perché…
Adesso me ne esco, vado ad esercitarmi a scuola. Ho chiesto le chiavi ad Ayako…

Lo dicevo io, che il Do’aho è strano!!

Mi stavo allenando in palestra, nelle finte…
E dopo aver segnato un canestro, mi giro. E mi ritrovo davanti lui.
Mi ha stupito, vedermelo lì. Ma non l’ho dato a vedere, sia chiaro.
Sakuragi mi ha puntato contro un dito, sbraitando qualcosa come: “Ti giuro che non mi farò espellere, contro lo Shoyo, e che segnerò addirittura più punti di te!!”
Poi si è girato, senza aspettare risposta, e se n’è andato sbattendo la porta.
Sono rimasto lì 5 minuti buoni, a raccapezzarmi… che cavolo voleva il Do’aho da me??
Era una minaccia?
Una promessa?
Una sfida?
Mah…”

“Volpetta tontola… il messaggio del genio era lampante…” ironizzo, ma contro me stesso, non lui.

 

9 Giugno. Mercoledì. “Che merda! Stasera c’è la partita, e mi si è bruciata la scheda video della TV.
Nh… mi toccherà studiare.. porca miseria! 

Domani, la nostra.
Se riusciamo a vincerla, entreremo nei Best Four, e acquistiamo l’accesso alle Finali.” 

 

10 Giugno.
“Finalmente. Ottavi di finale: scontro con lo Shoyo.
Siamo tra le migliori otto squadre della Prefettura.
Il Do’aho ha l’umore sotto le scarpe: 4 partite, 0 punti, 20 falli.”

“Ricordo il fanatismo impressionante della loro tifoseria… facevano quasi soggezione…
L’ansia negli spogliatoi si tagliava col coltello…
Le occhiaie di Akagi, le borse di Kogure, Mitsui che andava in bagno ogni 3 minuti…
E te lì, appollaiato sulla panca…non ho mai capito se per dormire o per raccogliere la concentrazione…
Le altre matricole era spaventate dai nostri sguardi cupi, ma forse solo io non avevo compreso la reale portata di quello scontro… e soprattutto, le vere capacità della squadra che ci accingevamo a sfidare.
Anzai diceva che non sono atleti eccezionali, certo, ma sono molto alti, e l’anno scorso sono riusciti ad arrivare secondi….” 

“Il Coach ha scelto Akagi, Mitsui, Miyagi, me…e Sakuragi.
Sì.
Nella rosa dei primi cinque.
Ha chiamato il Do’aho, spiegandogli cosa si aspettasse da lui:
il suo compito era rafforzare la squadra sotto canestro, e recuperare tutti i rimbalzi; mentre io, il Capitano, e il n°14 avremmo bilanciato la squadra in altezza.
E, secondo il Sensei, questo ci avrebbe garantito la vittoria. 

Tutta la platea parteggiava per i nostri avversari.
Riconosco che non è una cosa favorevole, una pressione psicologica di questo tipo.
Al fischio d’inizio, Akagi ha saltato per la contesa della palla, che è riuscito a conquistare, passandola a noi.
L’ha presa il rossino, e in quel momento l’arbitro ha fischiato fallo.
Perfetto!!
‘Già inizia!’ è stato il pensiero di tutti…
Invece il giudice di gara ha ritenuto che fosse l’azione dei Akagi ad essere fallosa.
Jumper violation, ha decretato. 

E il Do’aho ha ripreso a respirare, credo.

Hanagata ha effettuato un fade away jump shot spettacolare.
Nemmeno Akagi è riuscito a bloccarlo.
In tutta risposta, la nostra ala grande si è infervorata, schiamazzando addosso al loro n°5, frasi come: “Io ti annienterò!!”
Nh…Montato. 

Questo canestro ha però riacceso la rivalità del Gorilla, che -a sua volta- sa bene che solo dopo aver battuto Hanagata dello Shoyo e Uozumi del Ryonan potrà essere considerato il miglior Centro della Prefettura.

In breve, la loro altezza ci ha messi in difficoltà, sfiancandoci.

Maledizione!! Dovevamo trovare –in fretta- una strategia che compensasse la nostra statura inferiore…

Dopo 6 minuti di gioco, non avevamo segnato nemmeno un punto.
Il nostro Capitano sembrava paralizzato. 

All’ennesimo passaggio intercettato, mi sono lanciato.
‘O la va, o la spacca!’ mi son detto.

Sakuragi mi urlava di passargli il pallone, di non rischiare un’azione in solitaria.
Ma io credo in quello che faccio.
Altrimenti non sarei Kaede Rukawa.
Ho sfondato il muro dei n°7 e 8, facendo canestro. 

I miei compagni, anziché congratularsi, mi hanno sputato contro una serie di rimproveri: che non dovevo fare la primadonna, che potevo essere aiutato in un’azione più sicura, che era stato un azzardo… e bla, bla, bla…

E lì, non ce l’ho più fatta.

Ho detto loro che se non si davano una scantata, io non passavo nessunissima palla.
Mi hanno tirato un altro po’ di merda.
Ma almeno è servito a svegliarli dal loro torpore. 

Il Gori con il suo ‘colpo dello schiacciamosche’ ha rianimato la nostra panchina, e il rossino ha preso un rimbalzo degno di tal nome…
Si è gasato a tal punto da farmelo notare… “Visto, Rukawa?!”
Se non fosse lui, arriverei a credere che abbia cercato una forma di approvazione, d’apprezzamento da parte mia, per quello che ha compiuto...”

“E’ esattamente quello che ho fatto, volpe…”

“Ma lui non aspetta certo questo, da me…” 

“Invece ti sbagli! ...io l’ho sempre cercata, la tua stima, il tuo consenso…”

“Gli ho replicato un “Davvero notevole..” mentre partiva il nostro contropiede.
Avrei potuto ignorarlo, come sempre faccio.
Non so perché gli ho risposto.
Forse perché sapevo che lui ne aveva bisogno?
Non voglio chiedermelo ora.” 

“Arriverà il momento, Kitsune, arriverà.”

“Comunque sia…subito dopo, ha clamorosamente mancato un semplicissimo ‘tiro dei poveri’ (come lo ha ribattezzato lui), e sono dovuto andare a salvarlo, correggendo il suo errore.
Gliel’ho anche detto: “Ci hai messo troppa forza, idiota.”
Ma in fondo, non l’ho sgridato… c’era rimasto davvero male, a tal punto che neanche il Gorilla ha avuto cuore di rimproverarlo, se non dicendogli che deve rimanere più calmo…

I suoi amici, in compenso, hanno iniziato a sfotterlo, insinuando che quello era volontariamente un passaggio…
…per me.  

La sua faccia era impagabile! Se avesse potuto, sarebbe uscito solo per prenderli a testate tutti quanti…

Ad ogni modo, Miyagi ha stroncato i nostri avversari con la sua velocità.
Ad un bel momento, il Do’aho si è ritrovato la palla in mano, per un suo passaggio.
Kami ha voluto che non andasse in black-out, e che sia riuscito a far centro.
…e fu così, che Sakuragi segnò il suo primo punto allo Shoyo.”

“Evento memorabile…”

“Ovviamente, l’attenzione di tutti era concentrata sullo splendido passaggio del nostro tappo, piuttosto che sul punto segnato.”

“Grrr… come sempre, sono un Genio incompreso… snif.” piagnucolo…

“E questo ha risollevato anche la sua autostima, facendo aumentare il nostro punteggio, grazie alle sua finte geniali…
Al 12° minuto del primo tempo, Fujima ha chiesto il time-out per primo, anche se la sua squadra era in vantaggio, 11 su 8.” 

“Perché li avevamo spaventati per benino!!” sentenzio gongolante al ricordo.

 

Un leggero bussare mi distrae, e proprio mentre mi giro nella direzione da cui è provenuto, la porta della stanza di Rukawa si apre, lentamente.
Entra una giovane infermiera, salutandomi con un cenno del capo.

“Konnichiwa..” rispondo io.

“Konbanwa, sarebbe più appropriato…” –sorride lei- “E’ già sera da un pezzo…” mi fa notare, annuendo con la testa oltre le tende tirate della finestra.
Le avevo chiuse appena arrivato, immaginando che il sole forte potesse dargli fastidio.

“Saito Kyoko. Sono la nuova infermiera personale di Rukawa-kun.” mi si presenta.

“Hanamichi Sakuragi!” e le allungo una mano, forse in modo un po’ troppo confidenziale.
Ma lei l’afferra in una stretta decisa, sorridendomi nuovamente. 

-Volpe, nello scambio ci abbiamo guadagnato!!-

La vedo fissarmi per qualche istante, soppesando il modo più indolore per dirmi quello che deve.

“Devo chiederle di andarsene, Sakuragi-kun.
Il paziente deve eseguire degli accertamenti, e non è concessa la presenza di alcuna persona, neppure dei famigliari, durante gli esami…” 

“Comprendo, ma…” –sospiro- “…credo sia inutile insistere, vero?... e comunque…
...non sono nemmeno un parente…” preciso, intristendomi. 

E’ solo la persona più importante della mia vita.
Niente di più.

“Se dipendesse da me, mi creda, la farei restare, ma è il regolamento dell’ospedale…” si scusa, gentile.

“Se resto qua fuori, potrei sapere il risultato?” mi azzardo.

“I tracciati dell’elettroencefalogramma dureranno parecchio, non credo sia il caso… e poi potrebbe chiedere domani, al Dr. Kawata, che saprà darle –certamente- tutte le risposte...” 

A malincuore cedo alla sua persuasione.

Ripongo il diario.
a metà della partita, siamo arrivati.

“Continuiamo domani, ok?!” lo informo.

… 

“Cerca di darti da fare, Volpe…” non so se sia un suggerimento, un ordine, o una preghiera.
 

Mi accomiato, mentre Saito-san inizia ad armeggiare con gli spinotti e le ventose, mi saluta distrattamente, continuando a lavorare.

Mi sembra che il mio Ru sia in buone mani… e questo mi rassicura…
Ma non vedo alcuna sorta di progressi….
 

Sono già 8 giorni che vengo qui. Sembra una vita.

 

…continua.

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

- La storia si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.

- Chiunque desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.

- Per ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.

Arigato (_ _)

elyxyz


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