Scelta d’amore

-Kaede’s Diary-

By elyxyz


Capitolo 4

(In corsivo, il diario di Kaede)

 

POV di Hana.  


Raccolgo il fiato, abbassando la maniglia.
Il silenzio, a cui –inevitabilmente- mi sto abituando, mi accoglie. 

“Ciao, Ru…”
Mi avvicino a letto. 

“Ti hanno dato una sistemata, eh?!” sparo un’ovvietà.
Noto che ha un camice diverso da ieri, ed è in una posizione lievemente più supina.
La frangetta gli copre gli occhi, anche oggi chiusi. 

“Ti dà fastidio?!” ipotizzo, avvicinando la mano, incerto.
Gli scosto un po’ di lato i capelli della frangia, non vorrei che lo disturbassero, ora che non può spostarseli da solo. 

Anzi, no.
Lunatico com’è, potrebbe svegliarsi solo per sistemarseli da sé.
Sto meditando di lasciarglieli, in modo che gli diano seccatura…. Ma non ce la faccio.
Lo amo, come potrei fare qualcosa che gli rechi disagio? 

“Lo so, lo so… non sono mai stato gentile con te… ma prima eravamo pari, volpe; prima, sapevi difenderti…”

Mi rannicchio nell’anfratto della finestra, posando la schiena sull’ampia vetrata.

“I ragazzi ti salutano… chiedono sempre di te…. Pensano che ti stia rompendo le palle anche adesso…” –sorrido- “Ru, Ka e Wa, stamattina, mi hanno fermato al cancello della scuola.
Mi hanno dato dei fiori da portarti… Facevano così pena… Non i fiori, loro!!
Poverette… ridotte a chiedere a me…
Comunque.. non ho avuto cuore di buttarli via… li ho regalati alla tricheca, così magari me la ingrazio…” –ghigno- “Vedessi che faccia da foca ha fatto!!
Ha sgranato gli occhi, dietro quei suoi fondi di bottiglia, ha sollevato i suoi pelosissimi angoli della bocca, in una specie di sorriso sghembo, e ha farfugliato qualcosa, che temo fosse un ringraziamento impacciato….”

“Chissà che la smetta di palpeggiarmi, con la scusa di sapere se ti porto qualcosa di strano….” -Mi auguro.- “Ah, il dottor Kawata mi ha aggiornato sugli esami che ti hanno fatto.. non ti scomodare a dirmelo… Non ti impegni neanche un pochino a guarire?!” –domando, retorico- “Lunedì, ti trasferiranno in un altro reparto… per loro, sei una situazione stabile, inutile tenerti in terapia intensiva…”

Silenzio. Ovvio.

“Guarda il lato positivo: io avrò più libertà d’orari di adesso, non tanta, a dire la verità, ma sempre un po’ di più… Non dovrò più vedere la tricheca, e…. Ops… questi sono vantaggi miei…. –arrossisco- “Beh, potrai avere il Tensai tutto per te, e una nuova camera privata, tutta piena di confort… il non-plus-ultra della tecnologia… mi hanno garantito… Pagano bene, i tuoi soldi.” Mi rabbuio.
Il medico ha nuovamente parlato col suo tutore legale, che ha riconfermato le sue posizioni, a quanto pare. 

Mi alzo, scrollandomi dalle spalle un po’ di tristezza.

 

24 Aprile. “Ho avuto un nuovo colloquio col Dr. Maeda.
Gli ho portato il diario delle Tomigaoka. Gliel’ho posato sulla scrivania. Non l’ha neanche toccato.
Mi ha ripetuto l’ennesima menata: dice che scrivere fa bene, aiuta a riordinare le idee, ‘ordine mentale’ lo chiama lui... e focalizzare gli stati d’animo, a superare il trauma. Stronzate. Lo faccio finché non toglierà tempo al basket.
Ok. E’ una valvola di sfogo. Parlo poco, scrivo molto.
Quando gli ho fatto notare che non l’ha nemmeno sfogliato, che potrebbe essere anche bianco…
Ha ribadito che non importa.
Non serve per lui, ma per me.
Uno strumento per me. Dice.
Esorcizzare il problema.
Non ti sognare che cominci con ‘caro diario’ o menate simili…  

Mi ha consigliato di ridurre all’essenziale i sonniferi.
E come vado a scuola, il basket, i compagni, bla bla…
Mi ha fatto parlare per ¾ d’ora.
Dovrò recuperare.
Nuovo appuntamento, tra 2 settimane. 

Prima di uscire, gli ho chiesto cosa devo farne, del diario nero.
“Quello che vuoi.” -Mi ha risposto.- “E’ una parte della tua vita che hai archiviato.”
Bene!
Sono andato sulla spiaggia e ho dato fuoco ad ogni pagina.
.. E sono di nuovo qui.
A scrivere.
Kaede Rukawa che scrive un diario…”

Anche a me ha stupito molto questa notizia.

“Non sembri un tipo da ‘diario segreto’, volpe.
Mi stupisce che tu ti sia adeguato a questa iniziativa…”

O magari eri così disperato da accettare qualsiasi proposta, pur di andare avanti… per trovare la forza di ricominciare…

Sfoglio distrattamente le pagine seguenti, senza leggerle, in realtà.
Risalta agli occhi immediatamente una calligrafia perfetta, elegante e sinuosa.
E la totale mancanza di errori, di qualsiasi forma, mai una cancellatura, né sbavatura.
Penna stilografica, presumo.
Riflette molto il suo carattere, credo.
Il suo essere fiscale, puntiglioso come sempre, (con se stesso, e con gli altri). 

“…la mia volpaccia perfettina….”

Quelli che sembrano, in apparenza, semplici appunti quotidiani, descrivono in realtà il suo mondo, le sue priorità.

 

25 Aprile. “Ennesima domenica.
Ho trovato Sendoh vicino alla spiaggia, che si stava allenando in solitudine.
Mi ha chiesto se volevo fare uno one -on– one con lui.
Che domanda inutile!
Ci siamo scontrati.
Ha vinto lui, per 2 punti.
Nh…è davanti a me, ok. Ma la distanza si assottiglia.

Non posso impedirmi di ripensare all’eterna rivalità, che tu nutri nei confronti di quel porcospino…
Ne ero geloso, inutile nasconderlo. In parte lo sono tuttora, ma in modo diverso.
Consideravi lui… quello che io avrei voluto essere per te: un degno rivale con cui confrontarmi, e vincere.
“A quel tempo, non mi calcolavi molto, in quel senso…”

 

26 Aprile. Lunedì. “Niente di nuovo sotto il sole.
Il play si dà da fare. E’ bravo davvero, come avevo ipotizzato.
Sta insegnando a Sakuragi la tecnica base delle finte.
Interrogazione di inglese: 8+.
Test di mate: 4-.
Media: 6.
Per oggi, galleggio ancora..” 

“Stamattina, il prof. Kiwashita ha somministrato un test a sorpresa in tutte le sue classi… non credo che ti interessi tanto, Kit, ma l’hai scampata bella, è stato un massacro…” lo informo, sospirando, pensando a cosa inventare quando dovrò dire il mio voto a mia madre…

 

27 Aprile. “A scuola, tutto ok. Sono scampato all’interrogazione a tappeto della prof. di geografia… ogni tanto è utile fare gli occhietti dolci, anche se è una tecnica che disprezzo…”

“Ma Kitsune!!” –sbotto, indignato- “Con me non funziona mai… quella talpa è cieca, alla bellezza del Genio…” mi rammarico, sconsolato.

 

28 Aprile. “Rissa in palestra.
Per colpa di un gruppo di teppisti perditempo, abbiamo seriamente rischiato di far andare in fumo il mio obiettivoIl tizio che ha mandato all’ospedale Miyagi è tornato per saldare i conti, da quanto ho capito.
Sakuragi, come sempre, si è infervorato.
Il play ha tentato di tenerlo buono, ma quando il più grosso di loro ha spento una cicca su un pallone da basket, non c’ho più visto.
Mi spiace solo di averlo mancato. K’so!
So che la loro tecnica serviva proprio a farci saltare i nervi, per poi farci espellere, dopo la rissa, ma non potevo starmene con le mani in mano, no?!
Il Capitano non era in palestra, e il povero Kogure si prodigava in inutili tentativi di riappacificazione.
Non ha proprio capito che lo scontro era inevitabile, ha solo sprecato fiato.
Il loro capo, tale Mitsui, ha sputato sulla palla che avevo in mano.
Quello ci tiene davvero poco, a vivere. 

Yasuda li ha pregati di andarsene.
E loro, in risposta, lo hanno colpito.
Ho esaurito la poca pazienza rimasta, avevano già superato il mio limite di sopportazione, quegli idioti. 

Ho centrato il loro capo, lo sdentato, con la palla sporca, tanto… lui era già lercio, di suo.
Un suo scagnozzo mi ha colpito a tradimento, con uno spazzolone.
Vigliacco!, ferire alle spalle è sempre una viltà.
Nh…gliele ho restituite, ovvio.
E ho pure steso un suo compagno stronzo… 

Poi è intervenuta Ayako, chiedendomi di smetterla.
Ma quando quei bastardi l’hanno schiaffeggiata, Miyagi –ed io, con lui- non c’ha più visto.
E lì, sono volati pugni e calci, come non succedeva da tempo.
Ho perso un casino di sangue, e sono svenuto. 

Il Do’aho ha tenuto testa a tutti quanti, mi hanno detto.
Poi è arrivata la sua armata, a dargli man forte.
Ha ‘vendicato’ ciascuno di noi, a modo suo, ovvio.
Ero appena rinvenuto, quando è arrivato Akagi.

Kogure ha raccontato il passato da cestista dello sdentato, avevo sentito parlare del grande Hisashi Mitsui, nominato MVP alle Medie, ritiratosi dal gioco, dopo un infortunio, ma non credevo fosse lui...

Lui, che lo ha amato… come può arrivare ad odiare così ferocemente questo sport??

Forse non è poi una frase così scontata, che ‘odio e amore siano in realtà due facce della stessa medaglia’.

E’ arrivato Anzai, che -da quello che ho capito- è stata la guida spirituale del giovane Mitsui.
Lo sdentato capellone è crollato, supplicando di essere riammesso in squadra..
La situazione si è risolta in modo meno drammatico del previsto.
Gli amici del rossino e quelli del teppista si sono presi pubblicamente la colpa, per non mettere noi nei guai.
Gesto ammirevole, lo ammetto.
Il club non è stato chiuso.
Mitsui è stato riammesso, per volontà del Sensei.
Le cose non saranno facili, per lui. Ma sembra disposto a scontare le sue colpe.”

Mito e gli altri sono stati grandi, lo riconosco. Sono davvero degli amici…
E anche quegli stronzi della banda di Hotta, in fondo, vogliono bene al teppista, altrimenti non avrebbero convalidato questa farsa…

 

29 Aprile. “Niente di nuovo, oggi.
Niente allenamenti. La palestra serviva per un’amichevole del club di pallavolo.
Me ne sono andato al campetto, a giocare da solo.
Non posso permettermi di sprecare un intero pomeriggio nell’ozio.” 

“Riprendere fiato, no, eh?!” mi esce polemica. Ma in fondo lo capisco, ora lo capisco.
Il suo amore, la sua ossessione per quella palla arancione.

“E’ inizia la Golden Week, le lezioni saranno sospese, ma non l’ attività del nostro club, per volontà di Akagi. E la cosa incontra il mio favore, indubbiamente.”

“Nessuno avrebbe potuto dubitarne..” maligno, scuotendo la testa rassegnato.

 

30 Aprile. Venerdì. “Mitsui è tornato davvero.
Si è scusato con ciascuno di noi per il suo comportamento.
Si è tagliato i capelli. E chiede solo di poter ricominciare.
Ha proposto uno scontro con Kogure, il quale si è fatto venire gli scrupoli, ripensando al suo stop di ben due anni...
Cazzate.
Lo sdentato gli ha rifilato un canestro da manuale, ironizzando sulla sua difesa scarsina…
E poi ha rispolverato un po’ di fair play, che non guasta mai..” 

“Se voleva impressionare il Quattrocchi, direi che c’è riuscito!”

 

1° Maggio. “Mika-san si è di nuovo lamentata. Non ho mangiato nemmeno la metà delle cose che mi ha preparato. So che ci tiene a me, come se fossi un nipote, o qualcosa del genere, ma odio quando fa così.
Nh… l’ho lasciata lì, mentre strepitava, e sono andato a fare un po’ di jogging nel parco.
C’era un gruppo di ragazzini che giocava a mini-basket.
Mi sono fermato a guardarli.
Schiamazzavano come il Do’aho, ma almeno –loro- facevano canestro…”

“'Stronso…” mugugno.

“Me ne sono andato, con la loro immagine negli occhi…
Ripenso a quando papà mi ha regalato il primo pallone.
A quando mi ha trascinato la prima volta su un campo.
A me che piangevo, perché quella palla mi era arrivata sul naso, per sbaglio.
A lui che rideva, e diceva: ‘Tutti i campioni l’hanno presa almeno una volta in faccia..’” 

“Io, è una vita che dico che sono un campione, e nessuno mi crede mai!!” –mi infervoro- “Visto, Kitsune, che sono un tensai incompreso??!!” domando, retorico.

“Mi manca.
Da molto prima che se ne andasse.
Da quando ha smesso di portarmi alle partite, per rivedere i suoi contratti.
Da quando ritornava solo nei weekend, troppo preso da riunioni e viaggi.
L’ho odiato, ma mi manca.
Mi manca un padre.. cosa posso farci?!” 

“Anch’io sento la mancanza di mio padre, Kaede, e non sai quanto… Ti capisco, più di quanto tu creda…”

 

2 Maggio. Domenica. “Basket. NBA. Dormire.”

Un modo conciso per descrivere le tue priorità, eh?!

“Nel pomeriggio ci siamo allenati ugualmente; soprattutto dopo quello che abbiamo rischiato l’altro giorno.. Se solo ci ripenso! Abbiamo seriamente messo a repentaglio il nostro sogno..
....
A metà sessione, è arrivata la sorella del Capitano, Akiko o come cazzo si chiama, non ricordo. (Freud direbbe che non voglio ricordare..)”

“Volpe stronza…” –lo ammonisco- “Haruko è sempre stata gentile con te…” ti ricordo.

“Ha pensato bene di portare da bere per tutti… faceva davvero un caldo della malora.. e il Do’aho le è corso incontro scodinzolante.”

“Io non scodinzolavo!!!” -mi difendo, oltraggiato- “Ok. Forse.. un pochino…all’inizio, sì…” concedo, a malincuore.

“Io ho continuato la mia azione, andando a canestro, poi ho ricordato al deficiente che la partita non era ancora finita.
Ci siamo picchiati, ovvio.
…E gli altri hanno bevuto anche le nostre lattine.” 

“Tutta colpa tua, come sempre…”

 

3 Maggio. “Akagi ci dà dentro.
Meglio.
Sia lui che il Coach fanno lavorare il rossino sui fondamentali.
La mezza sega strepita, ma intanto impara.
Ayako sa essere mooolto persuasiva, a volte.” 

“Un giorno o l’altro glielo rubo, quel suo ventaglio, e lo faccio in mille pezzi, ecco!!” strepito, ricordando tutte le sue sventagliate del passato, che poi è fin troppo recente, per i miei gusti.

“Sono stanco. A scuola non ho potuto dormire bene, c’era troppo vento per appisolarsi in terrazza.. dopo gli allenamenti quotidiani, sono andato al campetto. Distrutto.
Non ho nemmeno fame.”

“Così non va bene, volpe…” -ti rimprovero- “Uno sportivo non si comporta in questo modo sconsiderato!!”

….

“Il Tensai è il Re della cucina!” –m’infiammo. Poi ricordo, abbassando la cresta.- “Beh, ogni tanto.. raramente, sia chiaro, capita qualche incidente… la settimana scorsa ho tentato di preparare un risotto.. no, non il riso bianco solito.. volevo fare una sorpresa a mia madre, a lei –talvolta- piacciono, queste stranezze occidentali..

Beh, se ridi ti strozzo, OK?!
Vedi.. io ho preso la mia bella pentola antiaderente, e la confezione di chicchi bianchi.
A caratteri cubitali campeggiava la scritta: ‘non scuoce mai’.
Va beh, mi son detto.. al Tensai, questa precauzione non serve!!
Ho seguito le istruzioni, l’acqua bolliva, ho versato i miei due bicchieri di dose e mi è suonato il telefono.
Due minuti netti, volpaccia, potrei giurartelo!!
…Nh… forse tre. Toh, non più di cinque.

Nella foga, ho preso la pentola per toglierla dal fuoco, e mi sono pure scottato, porca paletta, guarda!”

–indico, allungando i polpastrelli verso la sua direzione. Mi rendo conto dell’assurdità dell’atto, e li ritiro, bofonchiando-

“Sono riuscito a far scuocere un risotto ‘che non scuoce mai’ e a rovinare una pentola antiaderente, dalla garanzia a vita..”

-arrossisco, al ricordo della faccia di mia madre.-

“Quando mamma è arrivata, non voleva crederci.. ha apprezzato molto il gesto, va bene, ma mi ha proibito di rimettere piede tra i fornelli, se non volevo finire con qualche guinness dei primati, come peggior impedito culinario…
Il Tensai è un genio incompreso.. tutta colpa di Yohei e della sua telefonata!!” è la mia accusa.
Meglio se riprendo a leggere, va’!

 

4 Maggio. Martedì. “Miyamoto-san ha chiamato di nuovo.
Ovviamente non ho risposto.
Aya non ne ha fatto menzione, oggi a scuola. Forse non ne sa nulla.” 

“Cosa dovrebbe sapere, Ayako?” mi chiedo, nuovamente incuriosito.

“La squadra lavora sodo.
Sono tutti galvanizzati, Mitsui si sta riprendendo velocemente.
E’ un’insperata fortuna, averlo tra noi: cecchino infallibile, nei tiri da tre punti.
Proprio quello che serviva.
Sakuragi sta migliorando, anche se Ayako pena sette camicie ogni volta.
E’ diventato un piacevole diversivo, stuzzicarlo, ogni tanto.
Ovviamente, rissa.
Ma è un modo come un altro per sciogliere la tensione.
Beninteso: picchia duro, ok.
Io, pure.
Ma se ci facessimo male davvero, Akagi ci strozzerebbe, con il campionato alle porte, quindi…” 

“Mi fa piacere constatare il mio ruolo cardine di tuo antistress…” lo punzecchio.

“Su una cosa, però, hai ragione: se avessi voluto farti male davvero, te le avrei suonate diversamente, Volpe, come quel giorno in terrazza, o come contro Tetsuo…

…Mi manchi, Kitsune… mi mancano le nostre risse…” soffio, improvvisamente triste.

 

L’infermiera tricheca entra, bofonchiando un saluto, a suo avviso gentile.

“Per cortesia, dovrebbe andarsene.” –mi ingiunge- “L’orario di visita è già finito da molto, e dobbiamo somministrare al paziente i suoi medicinali…” mi informa, tirandosi appresso un carrello pieno zeppo di scatole e flaconcini.

Mi stropiccio l’angolo di un occhio con il palmo della mano, improvvisamente smarrito.

Credo l’abbia notato, perché dissimula, sistemando una coperta posizionata perfettamente già di per sé.

Mi infilo la giacca in fretta, salutandola.

“Ciao, Kitsune…” ed esco spaurito, confuso, incontro alla notte.

 

…continua.

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

- La storia si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.

- Chiunque desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.

- Per ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.

Arigato (_ _)

elyxyz


Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions