Scelta
d’amore
-Kaede’s
Diary-
By elyxyz
Capitolo
2
(In corsivo, il diario di Kaede)
POV di Hana.
“Sono di nuovo qui, Kitsune!
Hai visto? Ho mantenuto la mia promessa…”
Glielo dico, aprendo la porta della sua camera.
Per un attimo, credo di vedere i suoi occhi aperti al di là della maschera
che gli copre il viso.
Mi sono sbagliato.
E’ nella stessa posizione in cui l’ho lasciato ieri
sera.
E nello stesso stato, mi ha confermato il medico.
“Ti ho portato un po’ di roba… guarda!!” gli dico
senza pensare, sollevando il suo borsone dello Shohoku.
Poi lo riabbasso, arrossendo per la mia ingenuità.
E dandomi dell’idiota.
Non posso aspettarmi che lui reagisca… potrebbe
farlo, vorrei che lo facesse…. Dovrà farlo!! ...ma è ancora troppo presto…
il dottor Kawata dice che non sa se Kaede mi può sentire, ma che, nel
dubbio, è meglio tentare….
Nel suo stato attuale, naviga in un limbo d’incoscienza…. Almeno non sente
dolore.
E’ una pallida consolazione, questa.
Ma è pur sempre meglio di niente.
“Ciao, volpaccia… come va?” sussurro, sedendomi
accanto al tuo letto.
Le tue mani sono un po’ più calde, ma non come le vorrei.
“Sono passato da casa tua, ieri sera, e ho racimolato
un po’ delle tue cose….” -Farfuglio, un po’ imbarazzato- “Sia chiaro… non
ho rovistato ovunque, ok??!!”
Mi sento un ladro, per quello che ho fatto… anche se le mie intenzioni
erano buone….
Sfilo le prime cose dalla sacca, mostrandogliele:
“Ecco il tuo plaid, volpe fissata!!!... almeno ti
riscalderà un po’!!” e glielo sistemo sopra la coperta bianca che lo
copre.
“Il tuo pallone da basket… spero sia il tuo
preferito… non si sa mai che ti svegli… e che ti venga voglia di fare due
tiri…” lo appoggio per terra e la palla rotola silenziosa in un angolo
della stanza, rimbalza addosso alla parete, per poi ritornare brevemente
indietro, fermandosi. Seguo il suo pigro percorso, convinto che sia giusto
che lei sia qui. che c’è una ragion d’essere, nella sua presenza.
“L’infermiera tricheca me l’ha fatta lucidare a
nuovo, temendo che fosse sporca, e che potesse portare germi da te…
veramente, mi ha fatto sterilizzare anche la coperta, e le mie scarpe….
Sono tutti dannatamente fissati, qui…” -borbotto seccato- “Mi ha atteso al
varco, e mi ha perquisito da cima a fondo…. Secondo me, quella ha visto
troppi polizieschi, credimi…” annuisco a me stesso, convinto della mia
teoria. Poi riprendo:
“La tua sveglia scassata, perché non si sa mai….” e
l’appoggio sul comodino qui vicino.
“La tua lampada da notte… ma non ti sembra di essere un po’ troppo grande,
per tenere ancora una cosa che ha le stelline che girano, quando la
accendi?” sbotto, fintamente polemico…
….
“No, eh??... hai ragione… in fondo è molto bella…”
concedo, riprendendo a rovistare nel borsone.
“L’ultimo libro che stavi leggendo, te l’ho preso…
credo sia giusto finirlo.. altrimenti poi ti resta la curiosità… Questo
invece non sai cos’è… ma te lo spiego subito: è un block notes, in cui
annoterò tutte le volte che ti concederò di picchiarmi senza reagire,
quando guarirai, per quello che io avrò fatto o detto, mentre eravamo qui…
cerca di non prenderci gusto, ok?!”
“E poi questo….” –sussurro incerto, posando il suo
diario sul letto- “Non so se sia un bene o no. Kaede, vorrei leggerlo.
Vorrei avere il tuo permesso per farlo.
Non è un capriccio, Kit. Credimi.
Vorrei conoscerti, davvero. Le cose che non so di te… tutto quello che
sei, quello che ho potuto solo sfiorare e mai carpire...
E io ti parlerò di me…. Anche se non so se, per te, è un gran guadagno…
…sforzati di sopportarmi, Kitsune, potremmo scoprire di essere più vicini
di quello che temevamo..”
Accarezzo con un dito la copertina blue navy,
sfiorandone il contorno.
Sollevo gli occhi su di lui, potrei stare qui ore, ma non mi risponderà.
“Picchiami, ok?!..
…oppure ringraziami, quando avrò finito.” Decreto, aprendo la prima
pagina.
1° Aprile. “Oggi è iniziata la mia vita da matricola allo Shohoku.
Nh. Ho fatto un incontro strano. Un imbecille mi ha preso a testate sulla
terrazza, all’ora di pranzo…”
“Stupida volpe…” mi esce
in uno sbuffo, tra il divertito e il rassegnato.
“Nel
pomeriggio, ho presentato la mia domanda di ammissione al club di basket.
Lo stesso idiota che ho incontrato in terrazza ha sfidato il Capitano
del circolo di pallacanestro, nel più dissacrante one –on- one della
storia. Se James A. Naismith lo sapesse, si rivolterebbe nella tomba,
temo.
La cosa peggiore è che ha pure
vinto…Nh…e il sedere di quel gorilla mi perseguiterà a vita…”
“Kitsune… grrrr…” –ringhio- “Io ho vinto perché sono
un genio!!!” – e ripenso inevitabilmente a quel giorno, che oramai sembra
così lontano, a quello scontro. a quella figuraccia, in verità.
E alla sfacchinata che ho fatto subito dopo, per farmi accettare nel club:
le casse di banane per il Gori, i palloni lucidati a regola d’arte, la
palestra tirata a specchio… che faticaccia!!… devo ancora farla pagare al
Guntai, per avermi abbandonato da solo, nel momento del bisogno…- “E chi
cavolo è questo
Naismith??”
Ovviamente lui non mi risponde; sospirando
teatralmente, riprendo la lettura con voce cadenzata:
2 Aprile. “Sono
entrato formalmente in squadra. Oggi c’è stata la presentazione delle
matricole e dei senpai. Il Capitano mi ha chiesto quali sono i miei hobby…
Nh… Che cazzo di domanda è?!
‘Dormire.’ gli ho risposto.
Dormire aiuta a non pensare, a dimenticare, no?!
E a recuperare le energie spese negli allenamenti.
Ho avuto una piacevole sorpresa: Ayako.
L’unica nota positiva della giornata.
E’ confortante sapere che sarà lei la nostra manager: è una persona in
gamba, per essere una donna.”
Sollevo gli occhi dalla pagina, mi fermo a fissarti:
“Perché ho l’impressione che il rapporto che ti lega ad Ayako sia più
profondo di quello che dai a vedere?” gli chiedo.
E la risposta, come sempre, è il silenzio.
Ricordo il modo in cui ti ha sorriso, vedendoti.
Scherzando sulla tua altezza, e ingiungendoti di impegnarti tanto, perché
tutti avevano grandi aspettative sul tuo conto.
C’era affetto, in tutto questo.
E io mi ritrovo, oggi, ad esserne geloso.
Allora non ci diedi tanto peso, troppo preso in tante cose, ma adesso è
diverso.
Cosa avete condiviso, tu e lei, mentre eravate alle Tomigaoka?
Non so se in questo diario troverò una risposta… una parte di me non
vorrebbe nemmeno saperla, credo.
Se chiedessi, Ayako penso me lo direbbe. Soprattutto perché lei ha intuito
che ti voglio bene…
Ma è una cosa vostra. Che diritto ho, io, di esserne messo al corrente?
“In fondo, è solo passato.” Soffio per convincermi.
Ma non sono mai stato bravo a mentirmi a lungo.
Riprendo la lettura interrotta, girando pagina:
3 Aprile. “La
prima settimana di scuola è finita.
Devo fare il bucato… la signora delle pulizie è malata.
Adesso vado al campetto…mi sento come un leone in gabbia, se resto dentro
un altro po’, esplodo.”
4 Aprile.
“Finalmente, domenica.
Ho dormito fino a tardi.
Il pomeriggio passato a guardare l’NBA.
Jordan è un mito.
Non ho voglia
di cucinare.
La scatola di ramen precotti mi occhieggia da lontano.
Dovrei mangiare di più. Lo dice anche il mio medico sportivo.
Ma non fa per me.
Il cibo non è altro che mero inserimento di carboidrati.”
“E fai male, volpe!! …ti porterò io, in un paio di
posti che ti faranno ricredere… Takamiya li conosce come le sue tasche….”
ghigno.
5 Aprile. “Ho
nuovamente preso i sonniferi, per dormire. Gli incubi stanno tornando, il
medico dice che è normale rielaborazione del mio inconscio.
Freud, secondo me, avrebbe molto da ridire…”
“Prendevi sonniferi???” sbotto, incredulo, fissando
il mio sguardo sul tuo volto.
Pazzesco… non avrei mai creduto che un narcolettico come lui ne avesse
bisogno…
“Gli
allenamenti proseguono bene… lo Shohoku ha buoni elementi, un tantino
acerbi, forse… ma il Capitano ci sa fare, e ci va giù pesante. Vogliono
arrivare ai Campionati Nazionali, ed è esattamente il mio scopo.
Ayako segue
l’idiota megalomane nei fondamentali.
E’ impaziente, rumoroso, sfacciato e incompetente. Ma ha delle doti
nascoste, ne sono certo.
E Aya saprà addestrarlo a dovere…altezza, riflessi pronti, potenza
muscolare.
Ne sono certo. Potrebbe rivelarsi vantaggioso, se non perdesse il suo
tempo dietro la sorella di Akagi e non disturbasse i miei allenamenti con
i suoi schiamazzi.
… A proposito di schiamazzi…
Mi hanno scovato. Anche qui.
E qui sono anche peggio.
Un pollaio sbavante in adorazione.
E poi uno si chiede perché sono misogino…”
“Non hai tutti i torti, Ru…” confermo, annuendo
concorde.
6 Aprile.
Martedì. “Allenamenti regolari. La prof. di biologia mi ha silurato, solo
perché ieri mi sono addormentato un pochino nella sua ora… ‘sta stronza!!
Le galline aumentano in
modo esponenziale, un altro po’ e potrebbero galleggiare nel brodo
primordiale.
Ayako e il Capitano continuano a sgridare il novellino, che si ostina a
dire che i fondamentali sono inutili, che lui vuol giocare.
Nh. Idiota.”
“Mi fa piacere sapere che mi offendevi anche su
carta, prima che a parole!!” lo guardo lievemente alterato.. e la mia
rabbia sbolle, appena si posa sul suo viso addormentato.
7 Aprile. “Si
ricomincia.
Le oche del mio fan club si sono appostate davanti al cancello della
scuola.
Se non rovinassi la mia bici, le investirei una ad una.
…no. Meglio di no.
Quelle pazze potrebbero arrivare a pensare che -il mio comportamento- sia
una forma di interessamento, nei loro confronti… brrr mi viene la pelle
d’oca.”
A me vien da sorridere, per come esprimi tutti i tuoi pensieri sulla
carta, invece che a parole.
“Lo so da tempo, che non sei un freezer ambulante,
come in realtà ti chiamo…
Ormai lo hai capito, no?!... dico un sacco di stronzate, ma non è detto
che le pensi davvero…” mi giustifico.
8 Aprile.
“L’idiota ha lasciato il club, con un’uscita da primadonna.
Beh, è una liberazione… se è qui solo per perdere tempo, è meglio così.
Il basket non s’impara da un giorno all’altro, ha poco da definirsi ‘Tensai’,
quel Do’aho.
Resta comunque una cosa, che non mi so spiegare…
Stranamente, ne sono un po’ deluso.
Del suo abbandono, intendo.
Raramente Kaede Rukawa sbaglia, e non pensavo avrebbe ceduto così presto.
Nh… ha buttato il suo potenziale nel cesso.”
Deglutisco un boccone amaro, a quel ricordo.
Non è stata una grande idea, la mia, lo so.
Bisogna riconoscere, a mio favore, che ho avuto l’umiltà di tornare,
chiedendo di essere riammesso, dopo il mio colpo di testa… del resto, si
sa, io sono un tipo istintivo.. e quando mi fumano, non capisco più
niente…
9 Aprile. “Test
di storia. Passato per rotto della cuffia.
Gli allenamenti sono iniziati in modo stranissimo: tutti facevano quello
che dovevano fare, in silenzio. Senza proteste o sparate assurde.
Ma è tornato, sì, il novellino.
Con la coda tra le gambe, scusandosi -a modo suo- per la sua scenata.
Mph…
Anzai Sensei è venuto in palestra a conoscerci, e ad annunciare che ha
stabilito una partita d’allenamento col Ryonan.
Nh... Sendoh.
Ti batterò, vedrai!!
L’allenatore ci
ha fatti giocare: matricole contro senpai.
Ho marcato Akagi.
Tutti sussurravano che in realtà lo scontro fosse solo tra noi due.
Cazzate.
Comunque Ayako
ha detto bene: Io odio perdere.
Che sia una semplice partitella, uno one –o – one, o la finale di
campionato…tutti gli avversari sono un ostacolo al mio obiettivo:
diventare il numero uno.
Akagi mi ha dato del filo da torcere. Inulte negarlo.
Del resto, è uno dei migliori 4 centri della Prefettura.
Ad un certo punto, Anzai ha deciso di far entrare il mentecatto. Certe
scelte del Sensei rimarranno un mistero, per me.
E il rossino ha esordito nel migliore dei modi: “Rukawa!” –mi ha sbraitato
contro- “Non ti passerò mai la palla!!”
Perfetto. Dico io.
PERCHE’ CAZZO QUELLA PIAGA CE L’HA CON ME???
…
Ok. Ha un’elevazione sorprendente, (del resto, quella scimmia rossa non
avrà fatto altro -in vita sua- che saltare per prendere banane…) ma ha
quasi ucciso il Capitano, facendogli slam dunk in testa.
Se non avessi un ottimo autocontrollo, mi sarei messo a ridere.”
Io arrossisco a quel pensiero. Kami!! Che figuraccia…
Per poco, il Gorilla non mi scuoiava… e il nonnetto che se la rideva…
10
Aprile. “La signora delle pulizie mi ha dato buca pure oggi…
Ho ‘tentato’ di preparare una lavatrice…Mi son detto: ‘e che
cavolo ci vuole?! Infili la roba nel cestello, mezzo contenitore di
detersivo…no, va’, meglio ¾, chissà come puzza.. e un bel 90° macchie
forti.. che non si sai mai che germi potrebbero esserci…’ e il
risultato…beh…
ho colorato la mia maglietta preferita (quella bianca della Nike) di verde
stagno… come cazzo c’è finito quel calzino là dentro???
K’so!!
Metà delle mie mutande è verde, adesso… un insulso, bislacco verdognolo…
porca vacca…
…
Vado a giocare, va’…”
Scoppio a
ridere, giuro.
Come potrei trattenermi???
“Sei un impiastro, vVolpe…”
gli sussurro, asciugandomi una lacrima birichina.
11 Aprile. “Dormire. giocare. Dormire. che altro
chiedere alla vita??”
“Io un paio
di idee ce le avrei …” ghigno, tra me e me…
“Vedrai, Volpino, c’è un
sacco di roba da sperimentate, io e te…” gli prometto.
12 Aprile. Lunedì. “Mi hanno spedito in Presidenza.
Tutta colpa di quel represso di
Kiwashita, che ha osato svegliarmi, mentre dormivo nella sua ora di
giapponese… L’ho picchiato in automatico…non me ne sono nemmeno accorto..
davvero…
Il Preside è stato meno animale del previsto: mi ha obbligato ad andare a
scusarmi col prof. e discorso archiviato.
Nel pomeriggio, mezza scuola parlava nuovamente del rossino.
Quello non riesce proprio a stare lontano dai guai…
Il senpai Aota, del club di judo, insisteva caldamente perché lui entrasse
nella sua squadra.
Dicono si siano sfidati, e che Sakuragi gliele abbia suonate per bene…
Ayako è entusiasta del modo con cui l’idiota ha liquidato il judoka:
All’ennesimo: “Perché non accetti??”
“PERCHE’ IO SONO UN VERO BASKET-MAN!” gli ha risposto.
Nh. Quell’esaltato.”
“Aota mi aveva promesso delle foto di Haruko, se
fossi entrato nella sua squadra.. a volte, mi chiedo quandto do’aho io sia stato… mi sa che avevi ragione, a darmi
dell’idiota, a quel tempo…” ammetto.
…
L’infermiera tricheca entra, distogliendomi dal mio
monologo, e mi informa che l’orario di visita è finito.
Farfuglio qualcosa come una scusa, alzandomi.
“Non me ne sono accorto, sai? …il tempo è volato in
fretta…” ti confesso.
E chiudo il diario mettendoci il tuo segnalibro.
“Domani torno, ok?!... ma dopo gli allenamenti,
domani riprenderanno… almeno credo…” biascico, un po’ controvoglia.
Gli sistemo il plaid più comodamente.
Non ce n’è bisogno, in realtà.
Non ti sei mosso di un millimetro, in queste ore.
Ma è una gentilezza che mi voglio concedere.. posso?
Sorrido indulgente tra me e me.
Mi avresti mandato a cagare, senza dubbio.
“Sogni d’oro, Kitsune.” auspico, allontanandomi.
Ma non so se è un augurio, o una condanna…
…continua.
Note dell’autrice:
- Per prima
cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono
agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro,
da parte mia.
- La storia
si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.
- Chiunque
desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di
aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy:
elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.
- Per
ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.
Arigato (_
_)
elyxyz
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