Sbagliato
di
Assurda
Il
mio cuore ha appena fatto una capriola.
Mi hai preso le mani.
E il mio cuore si è infranto a quel dolce tocco.
Non dovrei amarti.
Non devo.
Non potrei....
Ma ti amo.
E tu continui a raccontarmi di voi due.
Voi due.
Che vi siete incontrati per sbaglio.
Mi stai parlando di ieri sera, del vostro quarto appuntamento. Di come vi
siete baciati per ore.
Preferirei morire piuttosto che saperlo.
Preferirei vederti morto piuttosto che fra le sue braccia.
Nonostante questo, sorrido.
Un sorriso nervoso, rigido.
Che tento di far sembrare reale.
Voi, voi due.
Vi amate, già lo sapete.
Continui a raccontarmi della notte scorsa e di come, sicuramente la prossima
finirete a letto insieme.
Preferivo non saperlo.
Sorrido.
Mi stai dicendo come, ieri sera, desideraste entrambi farlo, ma nessuno dei
due fosse andato in fondo all’atto.
Fai una risatina nervoso. Come lo squittio di un topo.
Con una mano ti riavvii un ricciolo biondo come il miele.
Mi dici che lo ami. Arrossisci.
Dici che lo ami, nonostante tu non sappia molte cose su di lui.
Nonostante tutto io continuo a sorridere.
Vederti così felice senza me mi far star male.
Amo una persona che non posso amare.
Amo una persona che non mi può ricambiare come io vorrei.
Quella era la risposta ad uno stupido test su un ancor più stupida rivista.
L’ho bruciata.
E mentre le pagine si arricciavano e svanivano nella nera cenere, la mia
rabbia aumentava.
Perché aveva ragione. Quella era la risposta giusta.
Ti amo.
E non puoi amarmi.
Perchè.... sei gay.
Tu, tu ami LUI.
Tu, uomo, ami un altro uomo.
E io amo te.
Dovrei odiarti, dovrei scappare da te.
Dovrei disgustarti.
Dovrei considerarti un malato, un deviato.
Dovrei.
Invece, t’amo.
“Ami una persona che non ti può amare”
Infatti non puoi. Non mi ami come vorrei che tu mi amassi.
Preferirei non avere questo tuo amore.
Continui a parlare.
Radioso, sorridi.
Ti ha colto alla sprovvista, baciandoti.
LUI.
Cioè speravi che lo facesse, lo desideravi davvero ma non contavi troppo su
ieri sera.
Pensavi che sarebbe stato stanotte il vostro primo bacio.
Invece... Stanotte....
Di nuovo emetti quella risatina da topo.
Uno squittio.
Come negli stantii luoghi comuni sugli omosessuali, sembri la piccola
caricatura di una donnina nervosa.
Ti amo.
Stanotte, dici in un sussurro trasognato, stanotte...
Stanotte sembra avere per te un nuovo significato. E un nuovo suono, più
dolce.
Ti amo.
Preferirei vederti morto piuttosto che lasciarti andare da lui.
Il cuore mi si spezza.
Faccio una violenza a me stessa e un regalo a te mio caro.
Sorrido.
D’approvazione.
Se quello che avrei stanotte è quel che desideri, vai.
Ma smettila, ti prego, di ferirmi così deliberatamente.
Adesso mi guardi, sconvolto.
Non capisci.
Non capisci come non l’avevi capito.
Te lo dico, anche se dirtelo è la fine.
La fine della nostra amicizia, la fine della mia agonia. La mia fine.
Ti amo.
E tu, tu con i tuoi occhi verdi-castani spalancati non rispondi.
Sei attonito, seduto sulla sedia di plastica del caffè in piazza.
Sei lì, seduto e basta.
Non hai niente da dire.
Così, lentamente prendo il mio borsone e vado via.
Non hai nemmeno il coraggio di fermarmi, vigliacco.
La mia sincerità ripagata dal tuo mutismo.
GRAZIE.
Forse non avrei dovuto dirtelo. Avrei dovuto accontentarmi.
Forse, avrei dovuto.
Ora ai rimorsi e ai rimpianti non posso pensare.
So che farai la cosa giusta.
La cosa giusta per te.
Così sarà, così deve essere.
Amore mio, sii felice.
Amarti... è stato... sbagliato.
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