Dedica: Anche se 2 mesi di ritardo, questa fic è stata pensata completamente per la mia amata mamy Yurika, e a lei che dedico questa fic, e a lei che dedico questo pezzo del mio mondo, e se le piace qualche pg specialmente glielo regalo... infondo sono miei...
Disclamer: Miei... tutti inventati da me... dal primo al ultimo.
Dizionario:
Subarasii = Splendido
Myron = Fragrante
Azariah = colui che sente dio
Azaniah = L'arma di dio
Blix = felicita, vivacità
Sasha = deriva da Alexander, difensore
Zaisan = tesoro
Tani = Valle
Ameya = pioggia notturna
Moya = grande
Ailen = bello
Ginya = notte d'argento
Kuuki = aria
Ailen = bello
Daegan = dai capelli neri
Tobar = la strada
Leylah = Nata di notte
Ambientazione:
Se avete letto La pioggia di Inverno avete conosciuto il mondo come Namida , ma ho deciso che Namida fa solo parte del mondo, come il paese dei gatti. Ho aggiunto anche altri cinque mondi di cui parlerò solo poco, ma nel futuro non dico che le storie non potrebbero spostarsi in altri paesi. Allora come sapete già il paese Namida fa parte del mondo di Saya e la sua capitale e Mienai , un isola che galleggia nel aria. <- ambasciatori: Deva e Brishen
Zaisan: Il mondo delle volpi, vivono sotto terra, la parola vuol dire tesoro, le volpi hanno una repubblica e a governare è il presidente nella capitale di nome Kaikei (tesoriere) <- ambasciatrice Blix
Kaisu: Il paese acquatico e il nome vuol dire acqua di mare, la capitale e situata a Suiei (nuotare) mentre queste creature acquatici hanno il senato. <- ambasciatore Myron
Ameya: Il paese dei cani che vuol dire pioggia notturna, hanno la capitale in Ginya che sarebbe notte d'argento. Il loro modo di vivere e il triunvirato. <- Ambasciatrice Moya
Kuuki: Gli uccelli hanno il paese di nome Aria e la capitale porta il nome Niji (arcobaleno) mentre il loro mondo politico e fatto di 2 imperatori e due cesari (insomma come Diocleziano nel antica Roma) <- ambasciatori Azariah e Azaniah
Tani: Infine i lupi vivono nei branchi nel paese di cui nome vuol dire valle e sono tutti fedeli allo Car, la capitale si chiama Rinji che vuol dire foresta pacifica. <-ambasciatore Sasha
daregar - estremamente intelligente cavalcatura simile al cavallo, ma più agile e veloce, si trova di tutti i colori e alcune razze hanno anche le ali e altre sputano fuoco e hanno le corna.
Lacrime di Cristallo
Cronache del altro mondo capitolo 2
di Saya
“Vorrei essere la lacrima che nasce nel tuo occhio, vive sul tuo viso e muore sulle tue labbra.”
(Qualcuno u.u che non ricordo)
Una volta nel paese di Namida successe un fatto fuori dalla norma per gli abitanti di quelle terre… infatti, la capitale Mienai, atterrò senza preavviso vicino a una delle più grandi città che sorgeva sulla terra ferma, il splendore di Namida: Subarasii… il quale nome diceva tutto di quella città.
C'era però un perché di questo atterraggio non programmato. La riunione degli ambasciatori dei sei paesi, tra i quali per richiesta della divinità c'era stato stipulato un patto di pace. Si dice che allora Saya in persona scelse una persona di ognuna della nazione creando i sei cavalieri del drago, il cui compito era proteggere quella pace… gli diede anche la forza magica di trasformarsi negli animali da cui vennero creati.
Così Subarasii era in festa, potevano ospitare la capitale alla riva oltre che gli ambasciatori sarebbero stati accompagnati dai loro fedeli soldati, e almeno metà di questi non sarebbe entrato nella capitale, ma sarebbe rimasto con giorni liberi li. I primi ad arrivare furono dal mare, un spettacolo unico mentre dalla superficie uscivano creature dalla pelle bluastra, occhi gialli capelli lunghi bagnati, mezzi nudi, mentre sul viso espressioni serie e solenni… non appena toccarono la terra, il loro corpo si asciugò, gli occhi presero vari colori, anche se la pelle adesso più ruvida era ancora di un colore bluastro.
Al molo ad aspettarli ci fu Deva con un candido sorriso, che fece un inchino di rispetto verso l'ambasciatore Myron, il quale sorrise facendole un occhiolino, al quale Deva rispose, infondo erano amici di vecchia data i due. Alla fine i due si abbracciarono dopo che tutte le cerimonie furono fatte e soddisfatto i presenti…
Il secondo era Brishen che aveva aperto con la magia il soffitto della sala più grande del castello. Vestito nella sua alta uniforme con sguardo freddo aspettava l'arrivo di due ambasciatori. Così come Namida, anche la nazione di Kuuki era stata benedetta da Saya, dai gemelli… infatti di fronte al futuro re di Namida, atterrarono per primi due ragazzi, che però a differenza di Deva e Brishen, erano entrambi maschi, ma di colore diverso. Il serio portava capelli corti e neri, così come lo erano le sue ali, mentre il solare dei due portava i capelli lungi bianchi come lo erano le piume delle sue ali. Il moro si inchinò leggermente di fronte al futuro re del paese felino, e questo rispose all'inchino in rispetto, per poi ritrovarsi il bianco addosso che lo abbracciava e parlava di qualcosa sul fatto che gli era mancato, mentre Azaniah si passò la mano sulla fronte scusandosi, facendo sorridere Brishen, il quale alla fine si liberò della stretta di Azariah, mostrando la strada verso l'interno del castello, rilassandosi parlando con i due fratelli, chiedendo del viaggio.
Il terzo era Wen, il braccio destro e amante del principe Brishen che con aria solenne aspettava la carovana dal paese Zaisan che gli si stava avvicinando, composta per di più da femmine, ed infine da un carro saltò una ragazza bassa ma vivace, e saltellò fino al felino dai lunghi capelli argentei, il quale si inchinò dandole il benvenuto. Blix, che anche era, di un colore argenteo gli si avvicinò annusandolo, saltello introno a lui, per poi prenderlo per mano, alzando i suoi occhi rossi verso di lui sorridendo, e commentando che adesso può portarla al palazzo, e sul fatto che era un peccato che era gia preso, altrimenti gli avrebbe fatto la corte, cosi che Wen non poté fare altro che arrossire e ringraziare la volpina per il complimento.
Intanto dall'altra parte della città, Rye, l'altro degi alti ufficiali di Brishen aspettava con pazienza la spedizione da Tani, i quali, con arie serie si avvicinarono. E dalle fila uscì un uomo, che fece sgranare gli occhi a Rye quando lo notò , non sapendo come reagire, dimenticandosi completamente delle cerimonie. Anche il lupo quando alzò lo sguardo si bloccò rimanendo sorpreso, e poi gli si avvicinò abbracciandolo, Rye contraccambiò il gesto chiudendo gli occhi, mormorando la parola fratello. Si staccarono guardandosi e si sorrisero, poi Sasha si girò verso il gruppo impartendo gli ordini, e i soldati si divisero in due gruppi, uno, che sarebbe entrato in Mienai assieme all'ambasciatore e il secondo che l'avrebbe aspettato nella città sulla terra.
Camlo stava seduto su un sasso mentre stava aspettando l'ambasciata di Ameya, conosceva molto bene sia l'ambasciatrice che il primo ufficiale, per vari motivi. Non appena Moya arrivò capi che c'era qualcosa che non andava, notò anche che vicino a Daegan non c'era suo fratello maggiore.
”Moo, che è successo? Dov'è Ailen?”
La donna, alzò la mano:
”Oggi non vengo solo come ambasciatrice nel nome del mio paese, ma anche per portare a te un messaggio da parte di Ailen.”
Camlo sbiancò e lanciò un occhiata al soldato accanto alla donna, come per chiedere conferme.
”Ti farò accompagnare da Daegan, io saprò arrivare al castello, e spiegherò la situazione al principe Brishen.”
”Moo, che succede?”
Ormai il rosso stava iniziando a cadere completamente nel panico, non riusciva a capire cosa stava succedendo.
”Cam, tua nonna, ha deciso che è arrivata l'ora di concedere il corpo alla terra e l'anima a Shi.”
Il rosso abbassò lo sguardo.
”Non serve che Dae mi accompagni… posso farcela da solo… lui deve svolgere il suo dovere, al massimo ci raggiunge dopo…” rispose con voce ferma… poi alzò lo sguardo e si costrinse a sorridere.
”Allora… io vado…”
Abbracciò l'ambasciatrice, per staccarsi e annuire:
”Senza problemi per il ladruncolo dei bassi fondi…”
Si girò di scatto alzando una mano in saluto, mentre la sua rossa coda lo inseguiva. I due della razza canina lo osservarono scomparire, sapendo bene cosa significava la nonna per il giovane felino, che era riuscito con il suo carattere a diventare il migliore amico di un principe.
”Che Saya ti benedica, Cam…”
Il castello era decorato nei vari colori delle sei razze dominanti, speravano che sarebbero apparsi anche i sei cavalieri di Saya, con qualsiasi messaggio da parte della divinità, tutto doveva essere perfetto in onore di tutti gli ospiti. Non era da tutti i giorni ricevere i rappresentanti delle altre razze, anche se sembrava che si conoscessero abbastanza bene.
I servitori accompagnarono ogni persona alla loro sistemazione.
Brishen salutò i due gemelli non appena arrivarono alla porta dicendo che si sarebbero rivisti a cena, e di riposare un po'. Poi si girò sui tacchi, sapeva che Camlo era quello che aveva accompagnato la delegazione di Ameya. Aveva bisogno di lui, il rosso era l'unico capace di togliergli quella uniforme contorta che il re li costringeva indossare, non si sapeva chi tra lui e Deva era più complicatamente vestito. Con passo veloce il principe dai capelli lunghi e neri si diresse ai piani inferiori, sperando di riuscire a rubare Camlo all'ambasciatrice Moya, sapendo quanto quella donna era ossessionata dal coccolare il rosso e per non parlare del fratello maggiore che Camlo letteralmente adorava e che si era guadagnato il posto del ambasciatore per Namida nelle terre di Ameya.
Era stanco, sapeva che non poteva vedere Wen prima della sera, nelle loro stanze, e aveva bisogno della compagnia del suo migliore amico, non l'avrebbe ammesso a nessuno, ma aveva bisogno di sentirsi preso in giro dal rosso che uno degli ambasciatori di Kuuki ha la cotta per lui, sentirsi dire che il giovane Azariah lo vedeva come un idolo… anche se entrambi sapevano più che bene che il giovane dalle ali bianche come la neve più pura aveva gli occhi solo e unicamente per il fratello. Era risaputo che i due ambasciatori che rappresentavano il popolo dei volatili, erano stati benedetti direttamente da Saya che era apparsa per difenderli… qualcuno diceva, che presto Azariah sarebbe diventato genitore… e l'altro sarebbe stato sicuramente Azaniah – la coppia era una delle più solide che il giovane felino avesse mai visto… anche se doveva ammettere che l'altra erano sicuramente il fratello di Camlo, che ha rinunciato a tutto pur di inseguire il suo amore… ignorando l'odio che c'era tra le razze da secoli… guadagnando il rispetto sia dei felini che dei canidi… rispettato ambasciatore di Namida nella capitale Ginya.
”Ambasciatrice Moya.”
Chiamò correndo per il corridoio raggiungendo la simpatica donna che già parlava con Blix ridendo. La donna si girò con la coda alta che si muoveva eccitata e sorrise al giovane Brishen.
”Principe Brishen che onore rivederla…” disse facendo un inchino profondo.
”Moya, non serve inchinarsi così profondamente lo sai bene, siamo tutti ambasciatori qui.”
”Si ma siamo nel tuo paese Bri.”
”Così va meglio… senti, hai visto Cam?”
A quelle parole, lo sguardo dell'ambasciatrice di Ameya si oscurò per un momento e abbassò lo sguardo, la tristezza fu nota anche dalla coda della donna che si fermò.
”Cos'è successo?” chiese preoccupato Brishen.
”La nonna di Ailen e Camlo… ha richiamato i due ragazzi a se, per poterli salutare… ha raggiunto il suo limite di vita terrestre…”
Il principe sospirò, abbassando il capo.
”Beh, allora ha fatto bene ad andare subito.”
”Tra qualche giorno manderò Daegan a vedere come procede, e per chiedergli se serve qualcosa.”
”Va bene, ti ringrazio Moya…”
Cercò di dire un'altra cosa, quando dal corridoio si sentì echeggiare il suo nome con la tinta della voce della sorella, fece un leggero inchino.
”Ci vedremo a cena, è stato in piacere parlare con voi ambasciatrice Moya… - guardo anche verso la volpe sorridendo leggermente – spero di incontrarla presto ambasciatrice Blix…”
Poi si girò sui tacchi, correndo nella direzione da dove proveniva la voce di Deva.
Camlo non era riuscito nemmeno a prendere lo stretto necessario per il viaggio, arrivò di corsa nel centro della città splendente e si infilò nella scuderia, dove conosceva bene il proprietario, un tempo erano compagni di viaggio.
”Tobar!”
Ma l'uomo non apparve e il rosso divenne quasi nervoso, fino a che non sentì dei rumori provenire dal fienile, e sospirò andando verso la porta aprendola, trovando quello che poteva aspettarsi. Un gatto grigio si dava da fare con un giovane gattino di pelle scura che miagolava di eccitazione.
”Tobar, continuerai dopo la tua conquista a me serve una cavalcatura.”
Disse quasi irritato Camlo e al suono della sua voce il proprietario della stalla si girò calmo, mentre il gattino sgranò gli occhi coprendosi e arrossendo, non sapendo dove guardare. Intanto il gatto grigio si alzò sistemandosi i pantaloni.
”Camlo, di nuovo qui, che sorpresa…”
”Tobar, non ho tempo… mia nonna…”
Ma non riuscii a finire la frase, abbassò solo lo sguardo e l'uomo di fronte a lui capì subito cosa c'era che non andava.
”Ti darò il più veloce daregar che ho.”
Lo portò in una stalla appartata e li Camlo vide il più bello dei daregar su cui avesse mai posato gli occhi.
”Questo era destinato al tuo principe, ma credo che non avrà nulla in contrario se lo do a te.” disse il gatto grigio fissando l'animale di un colore violastro come gli occhi di Wen, corna nere che risplendevano con delle scintille scure come i capelli di Brishen, e Camlo capì perché quel daregar era stato portato li per il principe. L'animale aprì le ali e chinò leggermente la testa a lato continuando a fissare con i propri occhi scuri come la pece quelli smeraldo di Camlo che gli si avvicinò.
”Riuscirai a portarmi in tempo?” chiese usando la magia, e l'animale intelligente rispose solo affermando con un cenno di testa.
”Lo prendo.”
”Lo sapevo, questo daregar si chiama Tifone.”
Camlo sorrise leggermente allungando la mano verso il daregar che gli si avvicinò, accarezzando il muso.
”Dovremmo essere veloci, fino al confine nelle montagne, raggiungere la nonna prima che lasci questo mondo, riunendosi con la divina.”
L'animale lo seguì fuori dalla recensione, mentre Camlo guardò ancora una volta l'amico.
”Torna dal cucciolo, io i soldi te li porto quando torno.”
”Non ti preoccupare Cam, tu sbrigati, e buon viaggio amico mio.”
Il rosso annuì salendo sul daregar, sul quale magicamente era apparsa la sella e tutto il necessario, fece un altro cenno di saluto e poi l'animale con agilità si spinse in galoppo preparandosi per alzarsi in aria. Tobar per un momento si fermò a guardare i due scomparire tra le nuvole del cielo, per poi sorridere e girarsi.
”Piccoletto, il papy sta arrivando, spero che tu mi stia aspettando… mew.”
Dalla stalla si senti solo un miagolio di affermazione pieno di eccitazione.
Il daregar si alzò sopra le nuvole bianche trovando la corrente giusta che lo spingesse nella direzione datatagli dal cavaliere sopra di lui. Sentiva che era importante e che dovevano sbrigarsi. Camlo socchiuse gli occhi, ignorando il cielo, quel cielo che molte volte Azariah gli descriveva come un immensa pianura azzurra che ti avvolgeva, il vento che ti accarezzava il viso, nella sua mente c'era solo il viso sorridente di sua nonna, che da sempre viveva da sola in quella casa ai confini di Namida, con il giardino che faceva parte in Ameya. Quella nonna che aveva accettato entrambi quando Camlo era solo un cucciolo in fasce e Ailen era poco più grande. Un leggero sorriso gli si dipinse sul viso, sapendo bene che la nonna non approverebbe la tristezza nei suoi occhi verdi smeraldo. Le ali del animale risplendevano metallizzate facendo giochi di colori che raggiunsero le nuvole sotto di loro, creando immagini viola sul bianco soffice. L'ombra si muoveva veloce, con scatto si abbassò, passando nella nuvola, volando nel cielo azzurro, mentre con l'occhio fermo osservava il paesaggio, per non sbagliare e portare il suo cavaliere da un'altra parta. La gente nel villaggio che stavano sorvolando alzò lo sguardo, osservando la meraviglia che volava sopra le loro teste, lasciando dietro di sé una scia di malinconia. Camlo continuava non accorgersene di quello che succedeva introno a lui, si era appoggiato sul collo del animale, socchiudendo gli occhi mentre riaffioravano i ricordi di quando era piccolo, di come la nonna gli insegnava quali piante si potevano usare per le medicine, e quali per i veleni più potenti e come fare gli antidoti. Gli scappò una leggera risata quando si ricordò come per la prima volta suo fratello maggiore usò la magia distruggendo meta stalla e uscendo dall'esplosione tutto bruciacchiato e come la nonna era corsa da lui. Poi quando gli raccontava dell'unico e grande amore che lei aveva avuto, ma non aveva potuto rimanere con lui, anche se aveva voluto sempre molto bene al nonno, che loro non avevano mai conosciuto, morto durante il tempo della guerra tra Ameya e Namida. Quello che l'aveva sorpreso che l'amore della nonna era un cane, con il quale erano amati rischiando tutto, e lui mori tra le sue braccia facendosi promettere di aspettare il tempo che era stato deciso per lei… e di vivere anche per lui. E poi l'immensa felicità della nonna quando arrivò Ailen, rosso in viso, sguardo basso, accompagnato da un alto ufficiale dell'esercito di Ameya presentandolo come il proprio compagno. Eppure gli faceva male, un male assurdo, un dolore che avvolgeva il suo cuore, sapendo che non potrà più andarsi a rifugiare dalla nonna quando ne avrà bisogno, di non potere andarla a trovare e farsi coccolare dai suoi sorrisi e scoprire sempre nuove leggende… e anche se il sorriso continuava a essere persistente sulle sue labbra, dai occhi scappò qualche lacrima, finche poteva permetterselo.
Wen stava seduto sulla sua poltrona nella stanza di Brishen mentre lo aspettava che tornasse, sentì un bussare sulla porta e si girò.
”Avanti.”
”Permesso…”
Riconobbe la voce del suo migliore amico.
”Rye, c'è ne hai messo di tempo per arrivare.”
”Non posso farci niente, se l'ambasciatore dei lupi è Sasha.”
Wen sgranò gli occhi fissando l'amico.
”Aleksander?”
”Già Sasha in persona…”
A quelle parole il gatto d'argento si alzò.
”Allora? Che vi siete detti?”
”Scusa cosa dovevamo dirci?”
”A beh Rye, che dire, rivedi tuo fratello dopo anni come ambasciatore e ti chiedi cosa dovevate dirvi?”
”Ma non è niente di che, siamo stati alatati dalla stessa persona,…”
”Non è niente di che… lui ti ha insegnato come brandire una spada a due lame…ti ha insegnato a sopravvivere… almeno ammetti che ti sia mancato.”
Rye abbassò lo sguardo annuendo leggermente, era vero Sasha gli era mancato da morire, era il suo fratello maggiore che preferiva, anche se adorava tutti quanti, aveva vissuto con loro finche non aveva raggiunto l'età adulta… tornando nel paese delle proprie origini.
”Di cosa parlate?”
Si sentì la voce da dietro di loro e i due si girarono trovandosi di fronte i due regnanti con un leggero sorriso sulle labbra e finalmente liberi dalle uniforme che odiavano da morire.
”Dell'ambasciatore di Tani.”
”Sasha?”
”E cosa dicevate di lui?”
”Vedete Aleksander è fratello di latte di Rye.”
I due gemelli si girarono verso Rye ispezionandolo con i loro occhi gialli.
”Cosa?” chiese quasi in panico il gatto dal pelo bicolore.
”Niente, stiamo solo cercando di capire come è possibile che tu gatto e Sasha… lupo, possiate essere fratelli di latte…”
Rye non poté fare altro che sorridere a quelle parole.
”I miei genitori biologici erano in viaggio con una carovana che venne attaccata dai briganti e io sopravissi miracolosamente, la madre di Sasha trovò mia madre in fin di vita e mia madre la supplicò di farmi sopravvivere… mama accetto perché si sentiva in colpa che era arrivata in ritardo con il proprio branco, così mi prese con se, dicendo che un gattino in famiglia non avrebbe fatto differenza.”
”Ah ecco perché tu hai lo stile di combattimento di Tani, hai imparato li a combattere!” disse tutto eccitato Brishen con occhi che gli brillavano, amava storie del genere.
Rye sorrise annuendo.
”E' stato Sasha a insegnarmi come usare la spada a due lame.”
”Io e Cam ci siamo sempre chiesti come mai usi quella spada così pesante con tanta facilità.”
”A proposito di Cam… ma dov'è?” chiese ingenuamente Wen fissando i gemelli, e il sorriso di Brishen morì quasi subito.
”Ho parlato con Moya quando non riuscivo trovare Cam, perché so che lei è affezionata a lui, siccome Daegan, che è il fratello minore di Moya, che sta con il fratello maggiore di Camlo, insomma conosco Moya bene e so che quando si appiccica a Camlo non lo lascia per parecchio, però questa volta il motivo è che è arrivato il tempo della nonna, che Cam adora, e Camlo è partito in fretta e furia per il confine di Ameya a raggiungere il fratello e la nonna.”
Gli altri tre rimasero in silenzio sentendo questa notizia, mentre Brishen continuò.
”Camlo è sempre stato affezionato alla nonna in una maniera allucinante, anche se quando giunse in città non sapeva fare altro che il ladruncolo… assieme al fratello erano parecchio famosi, Le Maschere Rosse…”
”Cosa?”
Rye e Wen sgranarono gli occhi fissando increduli Brishen che ridacchio.
”Camlo e' il capo dei nostri servizi segreti, mentre Ailen è l'ambasciatore ad Ameya.”
”Ma come?”
”In realtà non sono molti a sapere questa cosa, infondo Le Maschere Rosse sono scomparse senza lasciare tracce, Ailen si era innamorato di Daegan, mentre Camlo è entrato a fare parte del esercito di Namida per poter fare la guardia del corpo a me, visto che eravamo diventati migliori amici.”
”Non l'avrei mai detto…”
”Come no… io non ho visto nessuna creatura più silenziosa di Cam, se non per il suo fratello maggiore… mi fa morire quando mi appare dietro le spalle all'improvviso.”
”Anche la sua magia è come lui, non si riesce a localizzarla e nemmeno sentirla finché non vieni investito in pieno, e anche allora solo se lui vuole che tu lo senta.”
”Ok, oggi è la giornata delle rivelazioni, prima l'ambasciatrice Blix mi dice direttamente che se non avevo già un compagno mi avrebbe fatto un filo spietato…”
”Impossibile… Blix ha altre mire… lei è simile ad Azariah che prende a morte in giro Bri, ma tutti sanno che vive unicamente per il gemello e che mai potrà amare qualcun altro oltre ad Azaniah.”
”Beh ottima notizia, perché la volpe mi sembra troppo vivace per i miei gusti, chi sa cosa si sarebbe inventata.”
”Di cosa ti preoccupi Wen, tu hai Brishen che ti difende a spada tratta. Non è vero Rye?”
Ma il gatto dal pelo bi-colore era perso in un mondo proprio, da quando aveva scoperto che Camlo aveva lasciato il castello e la capitale per andare li dove non poteva raggiungerlo qualcosa dentro di lui si strinse e il cuore gli fece male. Non sapeva cosa gli succedeva, solo una volta gli era successo, e quella era la volta quando aveva scoperto Sasha a letto con uno che non conosceva, era quella la ragione che l'ha spinto a lasciare il branco e tornare a Namida, la terra delle sue origini, per dimenticare… ed infatti con il tempo… l'immagine era sbiadita… ed era rimasto solo l'amore fraterno come doveva sempre essere. Aveva di nuovo iniziato a vivere e divertirsi e poi quel giorno i suoi occhi si posarono su quella creatura sublime dal pelo rosso e occhi verde smeraldo, un sorriso che poteva illuminare anche la giornata più buia, che sapeva farti sentire bene anche quando il mondo crollava introno a te… Senza dire niente si inchinò di fronte ai tre per poi uscire con passo veloce fuori dalla stanza.
”Che gli è preso?” chiese confuso Brishen.
”Gli piace Camlo…”
Tifone ondeggiò sopra la foresta, cercando dove atterrare, poi notò un leggero spazio tra gli alberi poco lontano dal fumo che usciva dal camignolo , con dolcezza di una piuma che cade il daregar atterrò per non far cadere Camlo dalla sua schiena. Il giovane gatto rosso saltò dalla sua schiena facendogli segno di seguirlo verso la casa in legno. Sorrise leggermente, mentre nella sua mente tornarono le immagini di quando era ancora cucciolo, di come giocava con il fratello a nascondino, di come conosceva questi boschi, meglio delle tasche dei pantaloni che portava, poi alzò lo sguardo e lo notò sulla porta che lo guardava. Mancava ancora poco fino alla persona che non aveva visto da troppo tempo… Lungi capelli rossi legati in una coda che riposava sulla sua schiena, sulle sue labbra un sorriso divertito, mentre una cicatrice che partiva dalla guancia superava l'occhio destro sfregiando la innaturale bellezza dei occhi verdi... allungò un braccio e strinse a se il più basso.
“Fratellino... da quanto tempo...”
Camlo si lasciò abbracciare stringendosi tra quelle braccia calde che gli ricordavano sempre casa, perché la sua casa era con suo fratello e sua nonna… sentì un altro sussurrò nel orecchio.
”Di fronte a nonna non fare questa faccia, io sono già stato sgridato… devi mostrarti come sempre.”
Il più piccolo non seppe fare altro che annuire e accoccolarsi di più in quel abbraccio. Infine Ailen alzò lo sguardo sul daregar viola e lo fisso:
”Vai dalla nonna, mentre porto il tuo daregar dalla mia Ombra.”
”Ombra ancora?”
”Ombra è sempre con me, la più silenziosa e la più fedele dei daregar che io abbia mai visto… e adesso vai dalla nonna, che se no si arrabbia che ti ho trattenuto troppo.”
Camlo annuì entrando in casa, lasciandosi alle spalle Ailen che si avvicinò a Tifone parlandogli.
”Nonna?” chiese Camlo entrando nella casetta leggermente al buio, il sole del tramonto si ritirava lentamente dalle finestre, lasciando il posto in semi ombra. Due occhi rossi si accesero mostrando dove la nonna stava sdraiata.
”Camlo? Piccolino sei venuto?”
Il rosso sorrise avvicinandosi alla gatta anziana inginocchiandosi vicino al letto e poggiando la testa nel suo grembo.
”Certo nonna, pensavi che non sarei venuto a salutarti, te che sei la mia unica famigliare oltre ad Ailen?”
La voce gli tremò per un attimo.
”Hsss Cam, la mia ora è arrivata, non possiamo fare niente, oltre a questo un giorno ci rivedremo, non voglio vedere i tuoi occhi riempiti di tristezza, cosi come non voglio vedere tristi quelli di Ailen…”
”Cosa ho fatto adesso?” chiese il più grande dei fratelli che era appena entrato in casa. La nonna sorrise dolcemente.
”Vieni qui nipotino, così potrò guardare entrambe le mie gemme, i due che mi hanno regalato più felicità di chiunque altro, che hanno reso la mia vita indispensabile, che mi hanno reso fiera di loro… i miei due nipotini.”
”Nonna, così ci farai arrossire.”
”Non si noterebbe, siete gia rossi di vostro…”
Camlo non riusciva a crederci, la nonna scherzava con loro come se non fossero le sue ultime ore.
”Nonna…”
”Ailen, vai a prendere la scatola, quella che non siete mai riusciti a toccare anche se avete delle doti straordinarie.”
Il giovane con la cicatrice annuì alzandosi e raggiungendo la stanza accanto, la porta si aprì da sola, magicamente e dentro c'era su un tavolino una scatola che nessuno sapeva cosa conteneva. La prese con cura tra le dita sottili e poi raggiunse di nuovo la nonna e il fratello più piccolo, porgendo la scatola alla donna. L'anziana signora accarezzò dolcemente la scatola e poi alzò gli occhi sui nipoti, mentre la luce magica si accese così che potevano vedersi.
”Per prima cosa, devo raccontarvi, quello che vi ho sempre nascosto, anche se inconsciamente per un po' avete seguito la strada della nostra famiglia, quella strada che io all'inizio non volevo farvi percorrere… noi da quando esistiamo, parlo della nostra famiglia, siamo sempre stati ladri, e per questo che voi avete quelle doti innate del muoversi più silenziosi degli altri e poter usare l'arcana magia in silenzio. Siamo stati usati per anni come spie e ladri perché sapevamo intrufolarci ovunque senza essere notati, o prendere sembianze delle altre razze.”
I due ragazzi sgranarono gli occhi.
”Come? Sapevi di noi?”
”Non era difficile scoprire che eravate voi due le Maschere Rosse, anche perché come vedere la nostra famiglia ha questo particolare del pelo rosso… il che fa si che i nomi da ladri o spie contengono la parola rosso.”
I due ragazzi solo abbassarono lo sguardo, per paura d'aver deluso la nonna.
”Sciocchi ragazzi, è nel vostro sangue che vi comportiate così e poi voi due mai potreste deludermi… siete le mie due gemme preziose, vi amo… e adesso, la scatola… beh questa la rubai da un nobile di Ameya, però un'altra persona voleva rubarla… e li che mi innamorai sul serio, e quella storia la conoscete bene, per questo questa scatola è sempre stata preziosa per me…”
Guardò un attimo fuori dalla finestra.
”La notte sta calando, la mia ora si sta avvicinando… devo sbrigarmi…”
Tornò a guardarli.
”Qui dentro c'è qualcosa che vale molto se non che non ha prezzo…”
Lentamente aprì la scatola dalla quale usci una luce abbagliante, per poi calmarsi e continuare a brillare leggermente mostrando due gemme a forma di goccia.
”Queste… sono originali… le lacrime di Saya, conosciute anche come… le lacrime di cristallo o lacrime d'argento… non so se conoscete la leggenda…La legenda racconta che quando Saya scopri il sacrificio dei suoi sei figli, per ognuno pianse una lacrima, che cadde sulla terra. Si dice che chi ne possiede una sarà fortunato per la vita... e devo dire, forse non sono stata fortunata in amore, però, la mia più grande fortuna siete stati voi due… una per ciascuno… sono sei in tutto il mondo… e voi ne possedete ognuno una…”
”Nonna…”
I due non sapevano cosa dire, mentre tremante la donna gli posò le due lacrime nelle mani.
”Questo è ciò che ho da lasciarvi, oltre questa casa… che non verrete a trovare spesso per il lavoro che avete… adesso però…”
Si alzò agile come se non avesse tutti quegli anni e rifiuto qualsiasi aiuto.
”Sapete cosa vuol dire il mio nome?” chiese fissandoli mentre si muovete verso l'uscita…
”Leylah… vuol dire nata di notte…” rispose Ailen.
”E morirò anche di notte…”
”Nonna?”
Non li ascoltava più, uscii sotto il cielo stellato alzando lo sguardo con un sorriso sulle labbra, seguita dai due nipoti, e alzò le braccia verso il cielo.
”Sono pronta…”
Sussurrò socchiudendo gli occhi leggermente, quando senti avvolgersi di una luce calda, si girò per un ultima volta guardando i due nipoti che si tenevano per mano e fissavano la nonna cercando di sorridere.
”Vi voglio bene… ci vediamo quando verrà il vostro tempo…”
I due rossi continuarono a fissare il corpo della donna che lentamente diventava trasparente e prendeva forma di luci che si alzarono in aria verso il cielo immenso, dove sarebbe nata un'altra stella, una delle più brillanti come lo era il carattere di Leylah.
Rye non sapeva cosa fare, era confuso, con passo leggero si diresse verso il chiostro interno del palazzo trovandosi un angolo dove nessuno poteva trovarlo. Si sedette chiudendo gli occhi e sospirò a voce alta.
”Sempre il solito il mio fratellino.”
A quella voce alzò di scatto lo sguardo e vicino alla fontana notò un ombra.
”Sasha… non ti avevo notato…”
”Lo so bene, ero nascosto nell'ombra… stavo pensando di venire a trovarti, sai…”
”Come mai?”
”Beh Rye, abbiamo da discutere un paio di cose, che sono state lasciate in sospeso per troppo tempo.”
”Non c'è niente di cui discutere…”
”Sai che manchi alla mama , potresti anche farti sentire, se non vuoi parlare con me, potresti farti sentire almeno a lei…”
”Non… non volevo farla preoccupare, ma… se le scrivevo tu mi avresti trovato subito…”
Il lupo sospirò scuotendo la testa e gli si avvicinò.
”Non parlerò della questione nel giardino, gradirei che mi seguissi, oppure non sei cresciuto minimamente e non posso reputarti un adulto.”
Rye a quelle parole lo guardò male e si alzò, mentre Sasha ridacchio dentro di se, anche dopo anni sapeva come rigirarlo a fare quello che voleva lui. Il lupo mostrò la via verso la stanza e dietro a lui Rye camminava fissandolo. Adesso aveva capelli lungi che diventavano leggermente grigi, dandogli un aspetto ancora più sublime di quello che ricordava Rye l'ultima volta che lo aveva visto… anche se l'ultima volta che l'aveva visto era in una posizione che non si aspettava di vedere. Sasha aprì la porta fissandolo con gli occhi di onice pieni di sfida. Prima il giovane ufficiale era scappato sapendo che Sasha gli avrebbe chiesto troppe cose a cui non voleva rispondere, anche se una spiegazione gliela doveva.
”Mettiti comodo, abbiamo tutta la notte di fronte a noi, fratellino.”
”Cosa vuoi farmi?” chiese leggermente preoccupato Rye. Sasha lo fissò non capendo.
”Cosa dovrei farti?”
”Beh, mettiti comodo, tutta la notte di fronte a noi.”
”Oddio, Rye la tua fantasia è ancora peggio di quant'era quando eravamo piccoli, non ti faro niente che non vuoi.”
”Tu mi hai tradito, hai tradito la mia fiducia in te.”
Il lupo guardò per terra.
”Ho dovuto farlo, non potevo legarti a me, siamo due razze diverse Rye, non potevo chiedere questo da te, anche mama mi ha consigliato questo, che se ti amavo veramente di lasciarti andare, che dovevi rientrare nel tuo paese nativo e che per quanto ti volevamo bene non potevamo chiedere da te di restare con noi.”
”Non mi amavi…” disse testardamente Rye guardando per terra, non volendo guardarlo negli occhi, non in quel momento.
”Se mi amavi, non avresti fatto quello, non saresti andato tra le braccia di un altro, non ti saresti fatto vedere da me… SEI SEMPRE STATO EGOISTA SASHA!”
”Calmati Rye, non urlare…”
”Hai sempre scelto il bene che pensavi che fosse per me, ma in realtà era solo la strada più facile per te… questo non è amore…”
Poi sentì le braccia forti del lupo intorno a sé che lo stringevano quasi con forza, e il viso nascosto vicino il suo collo.
”Ha fatto più male a me, che a te quello che ho fatto, io ho dovuto costringermi a non cercarti, ho dovuto ascoltare la mia coscienza, e mama che ho sbagliato a usare quel modo di spiegartelo… eppure continuo a credere sia giusto… perché tu hai trovato la tua vita, hai trovato il lavoro e una posizione.”
Anche Rye lo abbracciò sentendo il dolore del fratello.
”Mi dispiace Sas, mi dispiace sul serio.”
”Non hai colpe Rye, è andata così, io ti vorrò sempre bene lo sai, per me sei la cosa più preziosa, sempre lo sei stato e ti sosterrò sempre, e sappi che da me potrai sempre venire… sei mio fratello minore…”
Il gatto annuì stringendosi di più a lui.
”Posso rimanere qui con te?”
”… come desideri fratellino. Vedo che hai carenza di coccole… se non ti coccolassi e mama venisse a scoprirlo mi spelerebbe vivo…”
Rye sorrise a quelle parole, la madre era sempre stata protettiva nei suoi confronti perché era più magro di tutti loro e se gli facevano qualcosa se la prendeva sempre con i suoi fratelli maggiori per non averlo protetto abbastanza. Senza accorgersene la stanchezza si fece sentire nelle sue ossa e anche se stava ancora in piedi, il calore della pelliccia invernale di Sasha lo dondolava nell'oblio, così molto presto il lupo si ritrovo un gatto addormentato tra le braccia e scosse la testa sospirando.
”Sempre il solito.”
Poi sorrise alzandolo lentamente tra le braccia poggiandolo sul letto e baciandogli la fronte.
”Dormi bene fratellino… so bene che adesso per me provi solo amore fraterno, ma va benissimo così, era quello che volevo… mio piccolo Rye.”
Poi si sdraiò accanto a lui abbracciandolo stretto a se, infondo era forse l'ultima volta che poteva farlo.
Passarono giorni tra l'attendere le riunioni con gli ambasciatori e le feste, non c'era tempo per niente. Brishen doveva utilizzare le dame di compagnia di Deva per potersi vestire, Camlo gli mancava da morire. Rye aveva fatto pace con il fratello maggiore ed erano tornati a prendersi in giro come ai vecchi tempi. Poi un giorno dalle file di Moya scomparve la sua guardia del corpo e Brishen capì subito che quello era sicuramente Daegan che doveva andare a controllare Camlo e il fratello, e quasi non stava nella pelle sapendo che sarebbe presto tornato il suo migliore amico. Intanto Rye aveva raccontato a Sasha, chiedendogli consiglio, del amore che provava per Camlo e questo da lupo gli rispose subito di dirglielo direttamente.
Quella sera al gran ballo della corte, Moya venne avvisata da uno dei suoi, così si girò verso il principe facendogli un segno, di seguirla… Brishen annuì e prese con se Wen e Rye come sempre. Quando arrivarono verso le stalle del palazzo notarono tre daregar, uno nero che quasi non si sarebbe notato se non ci fosse stata abbastanza luce, uno violastro e uno bianco.
”Camlo!” urlò quasi Brishen quando notò il ragazzo vestito completamente di nero, e gli saltò addosso.
”Mi sei mancato da morire, ed ero preoccupatissimo! Come stai?”
”Bri, calmati, sto benissimo, ho promesso alla nonna che continuerò la vita normalmente, così che potrà stare tranquilla lassù.”
Intanto Daegan aiutava l'altra figura in nero a scendere dal altro daregar, il giovane lo ringrazio con un sorriso, poi si girò verso Brishen inchinandosi.
”Mio principe.”
”Ailen, alzati, sei un amico di famiglia. Spero che anche tu stia bene.”
”Certo vostra altezza Bri.”
Intanto Rye continuava a fissare Camlo, il quale gli rispose allo sguardo e fece un leggero cenno d'affermazione.
”Oltre a questo, abbiamo deciso di venire alla festa per mostrare alla nonna che intendiamo seguire i suoi ordini.”
”Allora andiamo…”
Aggiunse Moya che li aveva osservati, notando che infatti era così, che i due per il rispetto per la nonna intendevano vivere come se fosse ancora viva e nella sua casetta al confine. Il gruppo si diresse lentamente verso il palazzo.
”Senti Moo, io e Daegan ci fermiamo a parlare un attimo e da un paio di giorni che non ci vediamo.” disse Ailen fissando con sorriso malizioso alla cognata che si mise a ridere.
”Fate con comodo e quando avere finito, raggiungeteci.”
”Certo Moo…”
E con quello prese per mano il proprio innamorato trasciandolo via chiedendogli dove aveva la stanza.
Il gruppetto rise sentendo quella domanda per poi raggiungere la sala in festa. Wen tiro sul palco Brishen facendolo ballare, mentre Moya venne fermata da Sasha che le chiese se poteva avere l'onore di un ballo con lei, al che la donna sorrise annuendo seguendolo. Camlo si guardò introno e poi prese per mano Rye tirandolo verso un angolo appartato e quando era sicuro che nessuno guardava, aprì una porta nel muro trascinandolo dietro di se.
”Noi due, come hai detto, dobbiamo parlare… concordo.”
Lasciò la sua mano e si sedette su una sedia che c'era in quella stanza bagnata da una luce soffusa. Rye si guardava confuso intorno.
”Si dobbiamo parlare, ma prima, dove cavolo siamo?”
”Stanza segreta, dove io Bri e Deva ci nascondiamo spesso quando non vogliamo essere trovati.”
”Capisco.”
”Cosa volevi dirmi Rye?”
Lo fissò con i propri occhi verdi sorridendo leggermente. Gli occhi azzurri si socchiusero leggermente mentre lo studiava.
”In questo momento hai non so che di lupesco lo sai Rye?”
”Non potrebbe essere diverso, sono stato cresciuto in un branco.”
”Adesso capisco molte più cose di te…”
Si alzò di nuovo.
”Beh se non vuoi iniziare tu, inizierò io… in questi giorni che sono stato via, ho avuto molto da pensare sai… e uno dei pensieri fissi sei stato tu… e quando Daegan era venuto a prenderci, e ho visto come ha dolcemente abbracciato mio fratello ho desiderato anche io qualcuno e in quel momento nella mia mente sei apparso tu… e ho analizzato la cosa… ultimamente stiamo sempre insieme, e credo d'aver iniziato a provare dei sentimenti che vanno oltre l'amicizia per te…”
Rye lo fissava, in quel momento non sapeva che dire.
”E poi ho capito che nemmeno tu a me sei indifferente… perciò ho deciso che dovevo dirtelo, oppure rischiavo di saltarti addosso senza chiarimenti…”
”Camlo ti rendi conto di quello che hai detto?”
”Non sono stupido: ho detto che mi sono innamorato di te e che voglio fare l'amore con te.”
Rye socchiuse di nuovo gli occhi respirando profondamente e poi con due passi fu di fronte al rosso stringendolo a se, mentre le sue labbra si incollarono a quelle del più piccolo. Come una frenesia si impossessò di loro la passione gli travolse completamente. Il mormorio delle fusa si sentiva forte e chiaro, mentre le loro lingue duellavano e le loro mani cercavano, di togliere i vestiti senza rovinarli.
Si staccarono guardandosi negli occhi, mentre continuavano ad accarezzarsi, poi Rye si abbassò sul collo del compagno baciandolo e mordicchiando, facendo gemere il rosso, che si aggrappò con forza alle spalle dell'ufficiale, puntando le unghie nella pelle morbida.
Il gatto più grande si abbassò ancora leccandogli il petto, mentre continuava a stringerlo a se… per poggiarlo lentamente sul pavimento.
Quando la schiena di Camlo toccò il pavimento freddo, gemette con intensità maggiore ansimando il nome del compagno, per infine urlare quando la lingua raspa di Rye toccò il capezzolo leccandolo dolcemente, per poi prenderlo in bocca succhiando avidamente.
Le mani leggermente passarono sul corpo nudo del rosso, accarezzando ogni millimetro della pelle che al loro passaggio scottava come il fuoco incandescente.
Lentamente Camlo staccò le unghie dalle spalle dove erano impiantate lasciando segni insanguinati al loro passaggio continuando ad ansimare il nome dell'ufficiale sopra di lui.
Ormai Rye aveva perso completamente la ragione, non riusciva a fermarsi, a giocare con quel splendido corpo che si trovava sotto di lui, e le fusa di Camlo continuavano a peggiorare le cose, cresciuto tra i lupi a volte era troppo istintivo e in quel momento, con quella creatura splendida sotto di lui si lasciò completamente andare, non sentiva il dolore dei grafi sulla schiena e sulle spalle o le unghie imputate nella sua pelle morbida, l'unica cosa che sentiva era il sapore del compagno sotto di se.
Camlo d'altra parte non riusciva a credere che era stato così facile, quando chiese consiglio ad Ailen, questo gli rispose semplicemente con saltagli addosso come ho fatto io con Daegan. Non riusciva a frenarsi e con ogni lappata che riceveva su ogni millimetro del suo corpo affondava le sue unghie di più nella carne del compagno, miagolando e gemendo.
Ormai Rye non c'è la faceva più l'immagine di Camlo sotto di lui, che ansimava a ogni suo tocco e alzava il suo bacino lo faceva morire… senza rendersene conto, con forza lo rigiro baciandogli la spina dorsale ottenendo il risultato che la coda del rosso si alzo dritta in aria insieme al sederino, mostrano la via verso il paradiso.
Continuò a passare la lingua sulla sua schiena, assaggiandone ogni parte, intanto nella sua mente risuonava solo le parole lo voglio! Le sue mani si poggiarono forti sui fianchi del capo spia, attirandolo a se, mentre le sue labbra raggiunsero il gluteo sinistro baciandone la pelle, facendosi strada verso l'orifizio nascosto tra la morbida carne.
La lingua ruvida si introdusse verso l'anello muscolare leccandone i contorni, come per prepararlo per una prima intrusione. Lentamente, come per volerlo fare impazzire introdusse la punta della lingua nella cavità calda bagnandone l'interno per fargli capire che presto sarebbe arrivato qualcosa di più grande.
La raspa lingua si intrufolo nelle profondità del compagno facendolo gemere e graffiare il pavimento in preda all'eccitazione e chiedere di più.
Il sedere era sempre in alto, mentre la coda avvolse una delle braccia dell'ufficiale stringendosi introno a essa.
Intanto l'altra mano di Rye si fece strada sotto Camlo prendendo il suo membro nella mano pompandolo dolcemente, stimolandolo da dietro e d'avanti, facendo girare il mondo del rosso, facendogli vedere mille colori.
”Rye… non c'è la faccio… ti prego!”
Gemette il giovane gatto spingendosi verso l'altro.
Rye si staccò da lui fissandolo e annuì senza dire niente, incapace di proferire parola d'avanti al immagine che c'era dinanzi a lui.
Camlo con il sedere in aria, il petto poggiato sul pavimento, le dita affusolate e le unghie impiantate nella roccia che ansimava… ed era per quello che gli faceva lui…
Non poteva più aspettare, quello era il suo momento…
Si posiziono dietro al compagno, inchinandosi a baciargli lentamente il collo, una mano ancora sul suo sesso per distrarlo, ed infine si spinse in un'unica spinta dentro di lui, facendo gemere entrambi di puro piacere.
La coda del rosso avvolse la vita del moro, come se avesse paura che potesse scappare o scomparire…
Lentamente iniziarono a dondolare insieme, mentre Rye affondo i propri canini nella morbida carne di Camlo come per marchiarlo come proprietà privata…
A quel tocco di violenza il giovane gatto non resistette, urlo la sua passione verso i muri solidi riversandosi nella mano del compagno.
Sentendo i muscoli dell'amante stringersi introno al suo sesso, nemmeno Rye resistette a lungo e ruggì il nome del giovane sotto di lui.
Lentamente scivolò fuori dal suo corpo sdraiandosi accanto a lui e stringendolo a se, cercando di riprendere fiato.
Camlo si accoccolò a lui sospirando felice, voleva dichiararsi già da parecchio tempo ma aveva paura di essere rifiutato.
”Menomale che la stanza è insonorizzata. ”
Rye a quelle parole si scosse e guardo il compagno e poi i due si misero a ridere.
Nella sala da te c'erano seduti un paio di ambasciatori, Brishen accompagnato da Wen, Ailen con il compagno e Deva che come al solito era seduta accanto al gemello. Nel momento in cui il te fu servito, arrivarono anche Camlo e Rye con delle occhiaie.
Moya alzo lo sguardo verso di lui e sorrise.
”Non è stato carino da te abbandonarmi alla festa, e io che volevo ballare almeno un ballo con te.”
Ailen senza guardarlo, mentre aggiungeva lo zucchero aggiunse:
”Anche io mi aspettavo di potere ballare con te fratellino…”
Sasha non disse niente, fissava solo Rye con un sorriso divertito, gli bastava quello sguardo per prenderlo in giro.
Intanto Brishen e Deva si alzarono guardando bene il loro amico.
”Aspetta Deva, ma vedo bene?” chiese divertito Brishen.
”Se stai guardando i succhiotti e il marchio di possesso… oh si che vedi bene…”
Wen intanto diede una pacca alla spalla di Rye, facendolo urlare di dolore, facendo ridere tutti.
Camlo solo abbassò lo guardo tutto rosso in viso, che non si riusciva a distinguere dal suo pelo.
”Era ora Rye, lo sognavi da troppe notti…”
”Oh bene, d'ora in poi Cam, non potrai più prendermi in giro.”
”Come no principe Brishen, posso trovare qualsiasi cosa per prenderla in giro…”
”Beh, io ci speravo…” disse con un leggero broncio il moro facendo finta di essere arrabbiato.
Moya interruppe l'idillio con un sorriso, che dava a vedere che non era finito per niente il suo interrogatorio.
”Qualcun altro di vuoi vuole il te?”
-fine-
Saya: eccolaaaaaaaaaaaaaaaaa 2 mesi per partorirla
Rye: proprio partorita
Saya: *ignorando Rye* doveva essere finita per il 16.07 per il compleanno di mamy Yu, ma non mi è riuscita, come la prima parte che dedicai a Ria
Camlo: Senti, ma la prima volta di Rye era con Sasha?
Saya: Saresti geloso?
Camlo: No, l'idea mi eccita…
Saya: tu sei strano
Camlo: mai negato…
Sasha: … *ripensando a quella volta di tanto tempo fa*
Wen: non sono apparso molto
Leylah: apparsa e morta, che bella cosa… >o<
Saya: ma finitela e la vostra divinità che ve lo ordina!
Brishen: …
Saya: cmq mamy scusa il ritardo
Tutti: BUON COMPLEANNO E ANCORA 10947589576 DI QUESTI GIORNI DIVINA YURIKA!
Saya: divina in tutti i sensi
Deva: più divina di te, ma e logico e tua mamma…
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