Anny - Non ci posso credere! Un'associazione a delinquere nel vero senso della parola. Una vampira che si accorda con una strega bianca. -___-
Seimei - Zitta e lavora! Non ti pago mica per lamentarti! è__è
Anny - SCHIAVISTA! E poi io soldi non ne vedo mica! Il portafogli piange. E anche io piango. ç__ç
Seimei - Io comunque mi sono preparata a tutte le evenienze. Guarda...sali, randello, paletto di frassino, pentacolo, collana di agli, falce, valigie, assicurazione sulla vita...Anny che fai con il telefono? Chi stai chiamando?
Anny - Pronto? Aeroporto? Due biglietti per il volo Italia - Siberia. Grazie!
Seimei - Quelli mi mancavano!! -___-
Sangue nei tuoi Pensieri
Di Anny_Vampira
E Seimei_strega_bianca
I pensieri sono fra \\
,
Sangue nei
tuoi pensieri parte
I
di Anny e Seimei
"Attento!!!!!"
Sento la voce di Ayako urlare.
Ma io non ci faccio caso.
Tanto quella urla sempre.
Ora devo solo pensare a recuperare quella maledettissima palla.
Forza Hanamichi che ce la fai.
E' solo una maledettissima partita di allenamento, ma voglio vincere ad ogni costo, tanto per dimostrare che non sono l'incapace che tutti pensano io sia.
Bhe insomma, adesso devo prendere la palla se no col cavolo che vinco.
Salto.
Ce la devo fare.
Sono steso a terra.
Sento solo una serie di suoni confusi arrivare al mio timpano, ma il mio cervello è troppo dolorante per trasformarli in parole di senso compiuto.
E' come se centinaia di mosche mi ronzassero incessantemente nella testa, senza darmi tregua, senza lasciarmi la possibilità di pensare coerentemente a nulla.
Cerco di aprire gli occhi, ma le palpebre sono così pesanti che mi sembrano foderate di piombo.
Il mio corpo è immobile, non risponde ai comandi.
Devo aver preso proprio una bella botta.
Creso di essere finito contro la gabbia di ferro che contiene i palloni.
La testa mi fa un male boia.
All'improvviso avverto qualcosa di fresco sulla fronte.
Una carezza gentile.
Poi una voce sovrasta il rumore.
"Stai bene Hanamichi?"
No che non sto bene Haruko.
Che caspita di domande fai?
Ho l'aria di uno che sta bene?
Più la conosco e meno la sopporto.
E' proprio una deficiente.
Poi un'altra voce.
\Do'aho! A che cavolo stavi pensando? Potevi farti male sul serio!\
Ma no!
Rukawa non può aver detto una cosa del genere.
Sembra... preoccupato?
"Te..me... Kitsune! Co..come osi darmi dell'idiota?"
Non riesco ad urlarlo come mio solito, ma lo sussurro appena per farmi sentire.
Non riesco a parlare forte.
"Che dici Sakuragi? Guarda che Rukawa non ha mica parlato!"
Mitsui non dire stronzate.
L'ho sentito benissimo.
"Che significa non ha parlato?" dico con un filo di voce
"Quello che ho detto! Non ha nemmeno aperto bocca!"
Ma che cacchio!
Eppure io l'ho sentito!
"Basta. Sto bene, non dovete preoccuparvi."
Mi alzo e mi dirigo verso gli spogliatoi, sotto lo sguardo di tutti.
\Non è normale tutto ciò. Non posso essermi sbagliato. Ho sentito la voce di Rukawa distintamente, ed era preoccupato per me...... forse ho preso solo una bella botta. Meglio farsi la doccia e tornare a casa a riposare.\
Finito di prepararsi Hanamichi uscì dagli spogliatoi per chiedere il permesso di tornare a casa all'allenatore.
\Do'aho. Spero tu stia bene.\
Sakuragi si girò di scatto. Rukawa era dall'altro lato della palestra, mentre lui l'aveva sentito come se glielo stesse sussurrando all'orecchio.
\Questo cretino. Ogni scusa è buona per saltare un allenamento.\
Questa volta era la voce d'Akagi, che sicuramente non aveva aperto bocca.
\E' meglio che Sakuragi torni a casa, lo vedo pallido. Deve essersi fatto davvero male.\
Kogure.
Sakuragi si guardava attorno, spaesato. Tutte quelle voci non potevano essere oggetto della sua fantasia.
" Sakuragi, puoi andare."
"Oh, grazie sensei. Ci vediamo!"
Correva via dalla palestra e dalla scuola. I ragazzi vedendolo si scansavano per lasciar passare quella furia rossa. Intanto lui continuava a percepire le voci.
\Teppista!\
\Sfigato! Rukawa è molto meglio.\
\Oddio! Questo mi ammazza.\
Sembrava proprio che le sue orecchie percepissero anche i pensieri della gente. Ma questo era impossibile!
\Devo parlare con il sire. Devo capire quel che mi sta accadendo. Lui riuscirà a capire. Ne sono sicuro. Lui è il più saggio di tutti e saprà consigliarmi.\
La corsa del rosso, si protrasse fino fuori città. In verità non gli piaceva molto visitare quel posto, ma questa volta vi era obbligato.
Arrivò ad una villa abbandonata in stile occidentale. Le erbacce e l'edera avevano ricoperto le pareti dell'abitazione e il cancello nero. Nel giardinetto di fronte alla casa; rovi di rose rosse come il sangue si aggrovigliavano in un insieme ipnotico. Le spine appuntite emanavano bagliori metallici che rilucevano come tante piccole lucciole.
Hanamichi socchiuse il cancello arrugginito quel tanto che gli bastava per entrare. Passò attraverso i rovi, tutto intorno sentiva un rumore continuo, come tanti serpenti che strisciano e sibilano.
Davanti alla porta si bloccò, dopo un attimo d'esitazione afferrò il batacchio e lo sbatté alla porta.
Nessuno sembrava avvicinarsi per aprire.
Agitato il ragazzo si guardò intorno, ai lati della porta c'erano due statue enormi, una figura maschile e una femminile, che protendevano la mano l'una verso l'altra da sopra la volta, ma per pochi centimetri non riuscivano a sfiorarsi.
Hanamichi fissava la figura femminile sulla sinistra. Il viso era finemente cesellato, e una lacrima sottile solcava la guancia liscia. Fissando ancora più attentamente gli sembrò che la lacrima scendesse giù per la guancia, che arrivasse alla bocca che intanto si era aperta per rivelare due lunghi canini affilati. La donna sembrava dibattersi per scendere dallo stipite della porta, allungava la mano libera verso di lui, e continuava a piangere.
Sakuragi rimase imbambolato a fissarla, come estraniato, poi fece un passo indietro per non farsi raggiungere dalle dita bianche.
Ad un tratto fu distolto dallo scricchiolio del portone di legno che si apriva. Guardò la porta e vide che ad aprirgli era stata una bimba dai capelli biondi e ricci. Vestita con un abito dalla gonna pomposa, dai leggeri colori primaverili. Questa lo guardava sorridente. Poteva avere più o meno cinque anni.
Riportò per un istante lo sguardo alla statua, ma questa era immobile come prima, come se non si fosse mai mossa.
Scombussolato, entrò nell'abitazione. All'interno era del tutto diversa da come si presentava esteriormente. Era arredata da pesanti mobili di ciliegio. Tutto era illuminato dalla pallida luce di una candela posta su uno scaffale della libreria alla sua destra. La casa si diramava in tre lati. Le scale all'entrata portavano al piano superiore. Dal punto in cui si trovava l'oscurità dava l'impressione che queste non avessero fine. A sinistra c'era un arco ricoperto di tende di seta scura. Attraverso le tende s'intravedeva il grande salone, con il tavolo di marmo che spadroneggiava per la sala.
La bambina invece era corsa sulla sinistra, aveva scostato senza il minimo sforzo la grossa porta scorrevole di vetro. Ed era entrata sorridendogli, come intimandogli di seguirlo.
Il rossino sospirò, poi entrò a sua volta nella stanza.
La stanza che ormai lui era abituato a visitare, era uno studio enorme. Le pareti erano dl tutto ricoperte di scaffali di libri. Al centro c'era la scrivania con lo stemma di Satana. La stella a sei punte con il teschio di toro.
La piccola era scomparsa, al suo posto seduto alla poltrona di pelle (umana?^^NdA) c'era un uomo vestito di nero, con i capelli rossi che gli ricadevano sulle spalle. Il suo aspetto era quello d'un ventenne ma i suoi occhi rivelavano un'età al di sopra delle possibilità umane.
Hanamichi s'inginocchio con una mano sul freddo pavimento e gli occhi bassi.
" Abaddon, mio principe, ho un problema, e vorrei un tuo consiglio."
Il ragazzo non si disse niente, prese un sigaro dalla scatola d'oro, staccò la parte retrostante con i denti e fece per accenderlo. Chiuse una mano a pugno stringendo con forza e quando l'aprì da ogni dito fuoriusciva una fiammella. Accese il sigaro e aspirò forte.
Hanamichi sorrise nel vedere quello sfoggio gratuito di poteri. Era strano che un vampiro fumasse, ma dal suo sire si ci poteva aspettare di tutto.
Poi finalmente rivolse lo sguardo al 'figlio', e aprì bocca per parlare: "Che vuoi sapere? E tra l'altro. Dove hai preso quegli abiti? Sono orribili. Non presentarti mai più al mio cospetto con simili stracci."
Sakuragi strinse i denti, e maledisse mentalmente la scuola con la sua stupida divisa.
Poi provò ad alzare gli occhi, concentrandosi sul principe sperava di poter percepire i suoi pensieri, ma non avvertiva niente.
"Allora? Sei venuto per farmi perdere tempo? Che hai da guardare?"
"Ah, chiedo perdono. Sono venuto qui, perché, ecco...è da questo pomeriggio che avverto strane voci. Nella mia testa è come se percepissi i pensieri delle persone. All'inizio pensavo di avere delle visioni, ma poi mi sono reso conto che erano dei pensieri. Ne sono certo. Invece ora ho provato a percepire i suoi ma non ci riesco. Forse funziona solo sugli umani?!"
Abaddon non si scompose, anzi sbuffò e si portò la mano alla tempia: "Che seccatura! Prima o poi sapevo che avresti scoperto questo tuo potere. Allora...si tratta d'empatia. Percepisci i pensieri degli altri e volendo puoi anche comunicare immagini e pensieri. Funziona su tutti! Anche se incontrassi Satana in persona probabilmente sapresti a cosa sta pensando."
"Cosa? Ma....come...perché?"
"Semplicemente non sto pensando a niente, per questo non percepisci i miei pensieri. (-___- NdA) Per quanto riguarda il come...ecco, sei figlio di due streghe bianche. Siccome questi due erano molto insistenti e ce l'avevano con me, quando sei nato tu per vendicarmi di tutto il tempo che mi hanno fatto perdere ti ho rapito da casa e affidato a una famiglia umana. Quei tizi che ti hanno cresciuto."
"Oh, ma perché non ti sei nutrito di me davanti a loro? Perché mi hai risparmiato?"
"Ah, la vendetta. E' un piatto che va consumato freddo. Io ti ho fatto crescere senza conoscere i tuoi poteri, e tu senza qualcuno che te li insegnasse, li hai conservati sopiti dentro di te. Ma ora vengono a galla. (Non so Sei...secondo te è meglio dire, verranno a galla a uno a uno? O ci fermiamo qui e lascio così la frase?) Ti ricordi la casa che ti ho fatto bruciare vero? Quella appena dopo che ti ho vampirizzato. Ebbene lì vivevano i tuoi veri genitori. Capito? Cosa c'è di meglio che morire bruciati dalle fiamme evocate dal proprio figlio, un figlio divenuto loro nemico naturale."
"Oh...ricordo. E' stato divertente. Già!"
"Vero?" Il vampiro più vecchio sorrise appena, mostrando le punte dei canini.
"Ora vado. Voglio imparare a controllare il nuovo potere. Mi congedo mio principe."
Un cenno della testa, fece roteare la poltrona girevole, e Hanamichi si ritrovò di nuovo faccia a faccia con la stessa bimba di prima. Gli sorrise divertita, e scappo via sulle scale buie. Scomparendo dalla vista.
Sakuragi si diresse verso casa sua, gettando un ultimo sguardo alla casa. L'ultima volta che l'aveva visitata era stato dodici anni prima, o forse anche di più. Sapeva che sarebbe passato ancora molto tempo prima che avrebbe rivisto quel luogo.
\Devo nutrirmi a sufficienza, resterò a casa finché non sarò riuscita a dominare il mio potere.\
Camminando per le strade di Kanagawa, poteva sentire i pensieri di tutta la gente che gli passava vicino. Persone agitate, impaurite, di fretta, uno cercava una bugia che non facesse sospettare sua moglie del tradimento, un altra sperava di aver sedotto il suo capo, e di poter ottenere una promozione. Gente viva e pulsante. L'odore del loro sangue arrivava alle narici del rossino, come un dolce elisir.
La notte sulla città era calata da un pezzo, e le strade elettricamente illuminate, erano sovrastate da una luna appuntita, dalla forma di falce. Hanamichi chiuse gli occhi, nascosto nell'oscurità del vicolo buio. Improvvisamente la sua mente s'impregnò dei pensieri perversi e deviati di un uomo.
Un uomo dalla mente malvagia, un uomo che aveva appena ucciso un suo simile, e che voleva uccidere ancora. Una preda perfetta.
Il vampiro lentamente mutò il suo aspetto nell'ombra, si trasformò in una bella ragazza occidentale con i capelli dorati e gli occhi verdi. Il viso innocente come un giglio appena sbocciato.
Uscì dal vicolo e richiamò l'attenzione dell'uomo. Questi vedendola non si fece pregare e si avvicinò con fare minaccioso.
Hanamichi dai suoi pensieri già sapeva che l'intenzione dell'uomo era di violentarla e ucciderla. Meglio, ancor più divertimento.
Entrati nel vicolo l'uomo prese a toccare le sue cosce e a baciargli le labbra. Lui non attese molto. Facendo forza con le braccia, strinse una mano alla bocca dell'uomo e affondò i canini nella giugulare.
Sorso dopo sorso sentiva il suo corpo acquistare calore, e l'altro raffreddarsi.
La sua vittima si dibatteva disperatamente, come se stesse vedendo l'inferno con i suoi occhi.
Dopo un po' si staccò dal collo sempre impedendo che l'uomo urlasse, gli affondò di getto la mano in petto e ne estrasse il cuore appena pulsante.
Dopo averlo rimirato qualche secondo lo prosciugò di tutto il sangue che conteneva e gettò via il cadavere in un cassonetto dell'immondizia.
"Stupida vacca! Sei fortunato che io non possa mangiare, altrimenti il tuo cuore sarebbe già nel mio stomaco."
Il suo aspetto tornò quello di Hanamichi Sakuragi, il ragazzo attaccabrighe del liceo Shohoku.
Con gli abiti ormai del tutto imbrattati di sangue e sazio della malvagità di quel tipo, Sakuragi tornò a casa, attraverso i vicoli cercando di non farsi vedere.
Una volta a casa, si fece la doccia, gettò via la divisa imbrattata di sangue e s'infilò addosso, un pigiama di seta bianco.
Si diresse direttamente nella seconda stanza da letto, al fianco della sua. Aprendo la porta fu accolto dal buio più totale. L'unica forma d'arredamento era composta dalle tende rosse che calavano dalla finestra murata. Il resto dell'ambiente era occupato unicamente da una bara di marmo, con varie incisioni di simboli sacri (ai demoni logicamente NdA), e un'altra di legno, appoggiata al muro in verticale.
Su uno dei muri era disegnato lo stesso simbolo che delineava la scrivania di Abaddon. La croce con sei punte. Disegnata con un liquido cremisi. Sangue. Sotto e tutto attorno c'erano scritte in latino e altre lingue sconosciute. Formule per un rito. Schizzi di sangue.
Hanamichi spostò lentamente il coperchio di marmo e si sdraiò nella bara.
\Che succede? Questa sensazione di torpore e di forza...sono giorni che non esco dalla bara, dovrei essere senza forze eppure una strana energia mi pervade.\
\Ho fatti strani sogni durante il mio riposo. Sembrava che qualcuno mi chiamasse, come se avesse bisogno di me. Come se si preoccupasse per me.\
\Ho visto i miei genitori. Figure sfocate e senza volto. Mi chiamavano. Chiedevano come avessi potuto ucciderli. Ma non sono affatto dispiaciuto. Come potevo sapere chi fossero!? E anche se l'avessi saputo non avrei di certo contravvenuto agli ordini di Abaddon! Sarebbe stato da pazzi! Cosa possono darmi dei genitori? A che servono? Quelli umani che mi hanno cresciuto erano solo dei moralisti, facevano credere a tutti di aver fede in un dio che non esiste, solo per non essere additati da chi gli stava attorno. Mi facevano partecipare a stupide feste da ballo per farmi entrare nell'alta società; perché dovevo sposare una ricca nobile donna, per elevare l'onore della famiglia. Sciocchezze! Meritavano anche loro di morire!\
\Sono stanco di tutti questi pensieri. Dopo questi giorni di torpore sono certo di poter controllare il mio dono. Ora ho solo bisogno di nutrirmi, altrimenti dubito che avrò la forza di sollevare il coperchio di questa bara.\
Uscito dalla bara si accorse del campanello che suonava.
\Umani...\
Dimentico del suo abbigliamento, del pallore del suo viso rimasto al buio per più di tre giorni, della debolezza che non gli permetteva di muovere un solo muscolo, aprì la porta per trovarsi davanti i compagni della squadra.
Mitsui e Akagi stavano sulla porta, dietro di loro si vedevano a stento le figure esili di Miyagi e Mito. Più indietro appoggiato al muro delle scale stava Rukawa freddo e inespressivo come suo solito.
"Ehy...che ci fate qui?"
Dopo giorni di sonno la voce usciva come un lugubre sussurro. Impastata e profonda come un eco proveniente direttamente dagl'inferi.
Si appoggiò casualmente con un gomito, allo stipite della porta, la camicia del pigiama aperta rivelava tutto il petto muscoloso e ben tornito. Il pantalone ricadeva molle sui fianchi, lasciando intravedere ben oltre l'ombelico e attraverso la stoffa trasparente.
Gli altri ragazzi incerti, aspettarono prima di parlare, allora Hanamichi si accorse di non sentire i loro pensieri.
Concentrandosi su ognuno di loro poté percepire ciò che passava loro nella testa.
Prima, il suo amico Mito: \Hana, sei sempre il solito. Sei scomparso di nuovo, e io che mi preoccupavo per te. Invece stai bene.\
Poi Miyagi: \Come diavolo dorme? Col pigiama di seta? Che tipo!\
Hanamichi guardò il suo abbigliamento, e stava per chiedere cosa ci fosse di male nel dormire col pigiama di seta, ma si trattenne.
Akagi lo guardava corrucciato; \Lo vedo pallido, e ha una strana voce. Deve essere stato male.\
Quel ragazzo troppo serio e responsabile si preoccupava sempre troppo.
Poi Mitsui; \Dannazione! Cos'è questa sensazione infernale? Mi sento come se qualcuno stesse frugando nel mio cervello! Maledizione!\
Il rosso rimase sorpreso ma non mosse un muscolo, riprovò a penetrare la mente del compagno di squadra più anziano, ma non ottenne risultato.
\Strano. Molto strano! Devo documentarmi. Non mi convince la cosa. Si è subito reso conto che mi stavo intrufolando tra i suoi pensieri. Chi sarà Mitsui?\
Infine il suo sguardo si diresse su Rukawa. Il ragazzo moro non batteva ciglio, e sembrava del tutto disinteressato.
Contrariamente alle aspettative del rossino, i suoi pensieri non erano così monotoni.
\Do'aho! Non farti vedere in quel modo da tutti! La tua pelle abbronzata è splendida, anche ora che sembra così pallida. Sarai stato male? Avevi forse il raffreddore? Quel pigiama lascia trasparire tutto il tuo corpo. Vorrei tanto strappartelo di dosso, qui, ora, davanti a tutti! Ma che penso? Sono pazzo?\
Le guance di Sakuragi divennero istantaneamente rosse, al pari dei suoi capelli. Non era abituato a ricevere simili attenzioni da un umano. O da una persona in genere. Immortale o mortale che sia.
Akagi mal interpretando il rossore, spinse dentro casa il ragazzo, facendo entrare tutti e chiudendo la porta.
"Non prendere freddo, o avrai una ricaduta! Sei stato male, no? Ora stai meglio?"
"Sto bene. Domani torno a scuola."
Il capitano annuì soddisfatto "bene" poi aprì la porta e fece segno agli altri di andare via.
Mito s'avvicinò al suo amico e gli chiese se gli andava di incontrarsi dopo gli allenamenti il giorno seguente. Il rossino declinò l'invito leggermente.
"Scusa Yohei. E' meglio che torni subito a casa dopo l'allenamento, potrei stare di nuovo male."
In verità non gli andava affatto di perdere tempo in una sala giochi, o per le strade della città. Per qualche giorno avrebbe solo pensato a riprendere le forze.
"Hai ragione, sarà per un'altra volta." Yohei gli sorrise comprensivo, salutandolo e uscendo di casa.
Anche gli altri salutarono e uscirono.
Miyagi sulla porta si girò e chiamò Rukawa fermo al centro dell'ingresso che guardava il piano superiore con insistenza.
"Rukawa! Che fai? Vieni?"
"Arrivo"
Lasciata la casa di Sakuragi, Rukawa si separò dagli altri per raggiungere casa sua.
\E' strano. Quella casa ha qualcosa che non mi convince! Devo assolutamente verificare. Sentivo una forte energia maligna provenire da una delle stanze in fondo al corridoio. Il do'aho potrebbe essere in pericolo. Devo accertarmi che nessuno voglia mettergli le mani addosso. La mia anima sarebbe dannata in eterno se solo lui morisse. Peggio ancora se uno sporco del clan del Sabbath gli mettesse le mani addosso.\
Hanamichi intanto si era cambiato d'abito. Ora indossava un completo di pelle nera, nascosto da un lungo spolverino, anch'esso di pelle, che lo ricopriva dalle caviglie fin su a nascondergli gli occhi dorati.
Lunghi capelli rossi gli ricadevano da fuori al cappuccio. Era pronto per andare a caccia ormai. Sentiva il bisogno di cacciare. Niente seduzione, niente sotterfugi. Avrebbe sorpreso la sua vittima innocente, spaventandola a morte. Mostrandole l'inferno fino a mandarla in shock. Avrebbe bevuto il suo sangue fino a saziarsi e poi l'avrebbe gettata via, come un oggetto.
Sorrise al pensiero. Tipico. Noiosamente tipico del suo clan, della sua razza, tipico di se stesso.
Uscì di casa, passò sotto la luce di un lampione per poi sparire nell'ombra.
Tornò a casa ben oltre la mezzanotte. I suoi abiti sporchi di sangue dimostravano il pieno successo del cacciatore.
Entrato dal portone principale, ma ancora invisibile. Stava percorrendo le scale su fino al suo appartamento, quando avvertì una spiacevole sensazione.
Uscì di fretta e furia dal palazzo dirigendosi verso la presenza. Dal giardino su un albero una figura nera, confusa nell'oscurità, stava guardando dentro casa sua.
La figura nera balzò agilmente sulla finestra murata. Appoggiando la mano sui mattoni.
Hanamichi s'avvicinò per vedere meglio, essendo non visto si portò abbastanza vicino.
E poi, lo shock. La persona, anzi il vampiro che cercava di entrare in casa sua era Rukawa.
Rimase qualche secondo immobile, poi quando il moro fece per caricare un colpo e sfondare la parete di mattoni, Hanamichi penetrò la mente dell'altro. Diffondendo il sospetto e l'agitazione.
Fece rumore con le foglie ed emanò una piccola quantità di malvagità. Tanto bastava a far preoccupare Rukawa e a farlo scappare via.
In un paio di balzi felini, il moro era già fuori della sua portata. Sfrecciava sui tetti silenzioso.
Sakuragi sbuffò alla luce delle ultime rivelazioni.
Aveva letto il pensiero di Rukawa.
"Kaede, Kaede. Allora sei della Camarilla. E, cosa devo fare con te? Ucciderti?"
Il rosso sorrise abbassandosi il cappuccio.
Fine Cap 1
Anny - Bene. Ora è tutto moltooooooo chiaro vero??
Sei - Non si capisce un cavolo. -__-
Anny - Bhè, ma ora è compito tuo sbrogliare il caso. Ti ricordo che io sono la migliore a scaricare le responsabilità sugli altri.
Hana - Io sono contento Anny-chan! Finalmente qualcuno ha capito tutta la mia perfidia.
Ru - Certo. Talmente perfido che ci fai sopportare la tua presenza in squadra.
Hana - Che significa???
Sei - Che sei un bonaccione. E che Annychan ti sta solo prendendo per i fondelli.^__^
Hana - O___O
Ru - Che ci vuoi fare.
Anny - Chi io? Noooooooo! ^^ Seichan ora tocca a te.
Dottor...dottor...dottor T.!!!
^__^
Il dottor Toru vi spiega alcune cosine sulla fic.
Toru - Che fregatura. -___- Mi impiegano sempre per le cose più stupide.
Qualcuno...ha fatto notare che ci sono particolari che possono lasciare spazio a fraintendimenti. Per esempio il fatto che Hana anche essendo un potente vampiro, con tanto di poteri, ha difficoltà a recuperare un pallone durante la partita. Il fatto è che lui deve pur fingere di essere un ragazzo normale, no? E poi anche se può restare esposto alla luce del sole, tanta luce lo indebolisce.
Poi il fatto che appartengono a due clan. La spiegazione è che i vampiri si suddividono in diversi clan, che ospitano a loro volta determinate razze.
I clan maggiori sono due: il SABBATH
Sono un clan sterminatore. Non costituiscono una vera e propria unità, e l'unica legge che seguono è MAI commettere il peccato, di fare buone azioni o agire contro i propri interessi. Il loro scopo è avvicinarsi a Satana, mediante il sentiero del diavolo. Le razze più rappresentative del clan sono i Baali (come Hana), i Bruja, i Gangrel e così via.
I Baali come Hanamichi, hanno per la maggiore i capelli rossi e gli occhi verdi. Hanno un tatuaggio sul corpo che li lega a Satana, e prediligono le armi bianche a quelle da fuoco. I più cool, hanno il tipico abbigliamento della morte con la falce sotto il mantello. I poteri dei Baali provengono direttamente dall'inferno.
Il secondo clan è la Camarilla
Costituiscono un'unità e hanno delle leggi. Si dividono in fazioni e hanno dodici principi o sire, che controllano le fazioni.
Il clan è più diplomatico e seguono la via dell'umanità. Vogliono poter tornare un giorno umani, o almeno aiutare gli umani. La vita umana è sacra per loro.
Hanno la Masquerade. Con cui tentano di non farsi scoprire dagli umani. Chi infrange le leggi della Masquerade paga a costo della vita.
Anche nel Sabbath c'è un tipo di Masquerade, ma nessuno ci da peso.
Le razze possono essere Tremere (come Kaede), Toreador, Nosferatu ecc.
I Tremere, sono una razza molto diplomatica. Sono eccellenti con le armi da fuoco, e cercano di passare inosservati in ogni situazione, provando a studiare tutto da lontano. Sono molto colti.
Ultima cosa, il sire o principe è il capo di un clan o una razza. O nel caso anche la persona che li vampirizza.
Nel caso di Hanamichi, Abaddon è il suo principe o sire, perché è da lui che ha ricevuto l'abbraccio. Praticamente è il suo master.
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