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Avvertenze!! Nessuno di questi personaggi è mio (purtroppo!) ma appartengono ai rispettivi proprietari. Io non ci guadagno nulla, lo faccio solo per divertimento. La seguente storia è yaoi lemon, per cui accertatevi di avere più di 18 anni prima di leggere oltre, io vi ho avvertito. Inoltre se qualcuno fosse offeso o disturbato dall'idea di vedere due ragazzi insieme, è pregato di non leggere, in caso contrario BUONA LETTURA!!
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Samurai PWP
di Ria-chan
"Che ne dici Ryo?" chiese il biondo Samurai,
studiandosi criticamente allo specchio, rivolto al suo taciturno
compagno dai capelli neri "E' meglio la camicia azzurra
o..." se la sbottonò con lentezza e ancora più lentamente
se la tolse, scoprendo generosamente il torso muscoloso dalla
pelle liscia e candida come panna. Studiò pensosamente i vari
capi d'abbigliamento per poi afferrare un'altra camicia dalla
pila di abiti ordinatamente disposti sul letto.
Il suo compagno lo osservò corrucciato, Seiji era un maniaco
dell'ordine e della precisione, bastava solo osservare il modo in
cui mangiava i muffin, le volte in cui Touma lo convinceva a fare
colazione all'americana, li tagliava con la precisione e la
perizia di un chirurgo impegnato in un'operazione a cuore aperto.
"... o quella violetta?"
Ryo Sanada si mosse a disagio sul letto, cercando una posizione
più comoda. I jeans gli erano diventati improvvisamente stretti
e stava sudando come in una sauna, eppure Seiji manteneva la
temperatura della sua stanza piuttosto bassa, perchè amava il
freddo. Tutta quell'esibizione di pelle candida e muscoli
scattanti, forgiati da anni di kendo, stava avendo uno strano
effetto sui suoi sensi. *Maledizione! Non è possibile! Seiji è
uno dei miei amici, dei miei compagni! Come posso essere attratto
da lui! Proprio da lui poi! E' sempre così freddo, così
controllato!* Si agitò ancora più a disagio, quando si accorse
di un occhio violetto puntato su di lui attraverso lo specchio,
che osservava ogni sua reazione *E poi che cos'è questa
improvvisa idea di chiedermi consiglio su cosa mettersi, è
sempre lui quello che va agghindato come un lord inglese, io sono
sempre in jeans e maglietta.*
Era del tutto ignaro del sorrisino compiaciuto che aveva piegato
per un istante le labbra di Seiji.
"Non sono io quello più adatto a darti consigli di moda,
dovresti chiedere a Shin oppure a Touma."
"A Touma non chiederei in prestito niente, neanche se la
terra avesse esaurito le sue risorse di filati, lui e la sua
mania per l'America. E poi non avevo molta scelta." fece una
pausa, finendo distrattamente di sbottonarsi la camicia un'altra
volta, per provare qualcos'altro, e facendo salire di nuovo la
temperatura corporea di Ryo "Ci siamo solo io e te, stasera.
Shin e Shu sono andati al cinema, come al solito e Touma ha
borbottato qualcosa circa una congiunzione planetaria ed è
partito con il telescopio e Jun al seguito."
Ryo rabbrividì un'altra volta. Mio Dio! Un'intera serata in
compagnia di sua altezza, che non aveva alcuna intenzione di
uscire a caccia di sottane, a quanto pareva, ma solo di
continuare a spogliarsi e rivestirsi davanti a lui, portandolo
sull'orlo della pazzia.
Almeno si fosse spogliato completamente...
Poi bloccò il pensiero sul nascere, non sarebbe stato piacevole
se Seiji gli avesse letto nella mente e scoperto a che cosa
pensava, mentre lui gli chiedeva innocenti consigli di moda. Il
legame creato dalle armature era molto forte e anche se il poter
comunicare silenziosamente era un enorme vantaggio, presentava a
volte degli aspetti quantomeno imbarazzanti.
Incrociò le gambe con fatica e lasciò cadere le mani in grembo
con indifferenza, cercando di nascondere l'ovvio gonfiore che
tendeva il tessuto dei jeans.
"Allora?"
"Allora cosa?" ripetè stupidamente, fissando la
pallida figura di Seiji, che sbuffò leggermente, unico segno
della sua irritazione. A quell'ora Shu gli sarebbe già saltato
alla gola, Shin gli avrebbe fatto la predica n. 374 su come
doveva concentrarsi di più quando gli altri gli parlavano e
Touma avrebbe cominciato a prenderlo in giro. Trattandosi di
Seiji, beh... era un altro paio di maniche. A volte dava
l'impressione di non essere umano, dalla freddezza e dal
controllo che dimostrava.
"Quale delle due camicie?"
"Hmm... quella viola ha la stessa sfumatura dei tuoi
occhi..." rispose d'impulso, rimpiangendolo subito, si era
già comportato come un perfetto idiota, così completava il
quadro.
"Grazie." rimase un attimo pensoso, i lembi della
camicia che pendevano mollemente aperti sul petto liscio, era...
sexy, pensò Ryo e poi deglutì rumorosamente, cercando di
scacciare quei pensieri molesti.
"Forse quella azzurra dovresti provarla tu, Ryo."
propose con indifferenza.
Ryo era perso nella cotemplazione dei suoi muscoli, ma lentamente
il senso di quelle parole si fece strada nel suo cervello
"Che cosa?"
"Avanti, non fare storie." lo rimproverò "Non hai
un capo d'abbigliamento decente in tutto il tuo guardaroba! Sei
il nostro leader devi mantenere un certo stile."
"Ma io..."
"Niente ma. Avanti togliti la maglietta." Ryo rimase a
fissarlo inebetito, come se gli avesse chiesto di fare sesso
così su due piedi e non di spogliarsi. A dire la verità se gli
avesse chiesto di fare sesso a quell'ora sarebbero stati entrambi
sul pavimento, oppure sul letto, oppure contro il muro... Si
riscosse, perchè tutte le volte che vedeva Seiji parlare,
muoversi o anche solo respirare pensava automaticamente al sesso?
"Seiji... io... non credo sia una buona idea..."
"Ryo non fare il bambino." lo ammonì con voce fredda e
gli si avvicinò, tanto che potè respirare il profumo di limone
dei suoi capelli.
"Seiji..." balbettò nervoso. Accidenti a
quell'erezione che non si decideva ad andare via! Adesso che cosa
avrebbe fatto? Seiji era capacissimo di prenderlo e spogliarlo
con la forza, se era necessario. Si arrese "Io... va bene...
dammi la camicia..."
Gliela tese senza una parola, rimanendo a fissarlo intensamente.
Ryo se la appoggiò in grembo, cercando di nascondere più che
poteva la sua reazione fisica e con un gesto fluido si tolse la
maglietta. Indossò la camicia con una certa esitazione, si era
impregnata del profumo di Seiji e questo bastava a farlo andare
su di giri. Il contatto con la seta liscia e fredda lo fece
rabbrividire, era una sensazione molto erotica e non aiutava per
niente.
"Ti sta molto bene..." lo osservò criticamente
"Ha la stessa sfumatura di blu dei tuoi occhi..."
sorrise appena, come ad uno scherzo noto solo a lui.
Ryo si sentì arrossire, malgrado la carnagione scura era sicuro
di essere rosso come un pomodoro. Lo sguardo di Seiji lo metteva
a disagio, pareva volergli leggere fin nel profondo dell'anima.
"Tienila. E' tua."
"Io... che cosa... Non posso accettare, Seiji... è
troppo..." il suo balbettio fu zittito da un'occhiata
tagliente.
Seiji rimase ad osservarlo, memorizzando ogni particolare di quel
corpo scuro e scattante. In jeans e camicia di seta, formava un
contrasto molto eccitante. Si scostò il ciuffo di capelli dalla
fronte e notò come gli occhi di Ryo sembravano divorare avidi la
sua pelle bianca. Sorrise tra sè.
"Sshh! L'unica cosa..." gli si avvicinò ancora di più
con noncuranza "... dovresti tagliare un po' i capelli,
sembrano la criniera di un leone." gli passò una mano tra
le ciocche corvine setose, arrivando ad avvertire fisicamente il
calore che si sprigionava dalla pelle di Ryo, il fuoco era
proprio il suo elemento.
Ryo fece un balzo indietro come se lo avessero frustato, non si
era aspettato che Seiji lo toccasse di sua volontà. Non toccava
mai nessuno, neanche per scambiare abbracci fraterni o altro.
Quelle dita fredde e lisce sulla sua nuca avevano rischiato di
farlo venire lì, come un ragazzino incapace di controllarsi. La
sua pelle sembrava risplendere di una luce interiore e lui si
sentiva attratto come una falena dalla fiamma.
Seiji ignorò la sua reazione e proseguì con il suo piano.
"Te li taglio io, avanti togliti la camicia e siediti."
andò a prendere un asciugamano e un paio di forbici.
"Che cosa..." Ryo rimase a fissarlo imbambolato. Oddio,
si sarebbe reso ridicolo, lo sapeva, non ce l'avrebbe fatta a
resistere senza fare qualcosa di stupido con Seiji così vicino.
"Forza." lo fece sedere e gli tolse la camicia, Ryo fu
avvolto dal suo profumo e la sua mente si annebbiò. Gli mise un
asciugamano sulle spalle.
"Seiji io..."
"Non ti fidi?"
"Io..."
"Guarda che sono in gamba con le lame, lo sai."
Cominciò a tagliare i capelli sulla nuca. Con attenzione e
precisione, come faceva con tutte le cose. Le ciocche d'ebano si
attorcigliavano docili intorno alle sue dita e andavano a posto
naturalmente una volta tagliate. Passò di fronte e si fermò.
"Sarà meglio che mi tolga questa, non voglio
rovinarla." con una scrollata di spalle fece scivolare la
camicia sul pavimento, una pozza di seta violetta che scintillava
come gli occhi di Seiji.
Ryo rabbrividì e chiuse gli occhi per scacciare dalla sua mente
l'immagine del corpo di Seiji, ma si era impressa come un marchio
a fuoco nel suo cervello.
"Vuoi la frangia più corta o più lunga?" Ryo alzò
gli occhi su di lui, fissandolo meravigliato. Che cosa centrava
la frangia? Erano tutti e due seminudi nella stanza di Seiji...
ah si! Gli stava tagliando i capelli!
"Io... si passò la lingua sulle labbra secche e gli occhi
di Seiji ebbero un guizzo. "Io..." deglutì, ma non
riusciva a soffocare l'urgenza, la fame del suo corpo. Lo
afferrò improvvisamente alla vita, schiacciandolo contro di lui
affondando il viso nel suo ventre. Respirò a fondo il suo odore,
leggero e fresco come una mattina d'inverno. Infilò la lingua
nel suo ombelico e cominciò a leccare dolcemente. Era perso, lo
sapeva, ora che aveva assaggiato il sapore della sua pelle era
condannato. Come un uomo che muore di sete nel deserto.
Ritornò alla realtà, quando si accorse che Seiji era rimasto
completamente immobile, non aveva fatto nulla e Ryo si raggelò.
Si ritrasse lentamente e raccolse tutto il coraggio per fissarlo
negli occhi, erano imperscrutabili.
"Io... Seiji... scusami... io... non volevo... io..."
senza una parola il biondo Samurai posò le forbici e gli tolse
l'asciugamano dalle spalle nude.
Ryo chiuse gli occhi disperato, ecco per un suo stupido errore,
aveva rovinato l'amicizia e il legame che si era creato tra loro
durante la battaglia contro Arago. Tutta per colpa del suo
desiderio impossibile.
Seiji gli si mise di nuovo di fronte, tra le gambe aperte,
appoggiandogli leggero le mani sulle spalle. Ryo rabbrividì al
contatto e spalancò gli occhi turchesi, pieni di vergogna
"Scusami Seiji... io..."
Il viso impassibile di Seiji era ancora più freddo e remoto del
solito, e poi scivolò in ginocchio davanti a lui, le mani
delicate che gli aprivano la cerniera dei jeans, esponendo ai
loro sguardi la sua virilità eccitata.
"Che cosa... io..."
"Sembra che tu abbia un piccolo problema, Ryo..." lo
osservò un attimo soddisfatto, incontrando il suo sguardo
sconvolto "... anzi un grosso problema..."
"Seiji... che cosa stai... oddio!!" l'esclamazione gli
sfuggì quando si sentì circondare dall'umido calore della bocca
di Seiji. La lingua morbida e bagnata che roteava intorno
all'organo congestionato, portandolo sull'orlo della follia.
Abbassò gli occhi incredulo. Ma la testa bionda di Seiji in
mezzo alle sue gambe che lo stava portando in un luogo a metà
tra l'inferno e il paradiso era reale, dannatamente reale. Emise
un gemito di gola che somigliava al ruggito di Byakuen. Si alzò
in piedi afferrandogli con violenza i capelli e tirandolo su, lo
baciò con prepotenza, infilandogli la lingua in bocca senza
nessun preambolo, per assaggiare il suo stesso sapore e il gusto
delle labbra di Seiji.
Sempre tenendolo abbracciato, brancolò alla cieca per la stanza,
finchè non incontrò la parete. Schiacciò Seiji contro il muro
e continuò a divorargli la bocca invasato. Spinse con furore i
fianchi contro quelli dell'altro, strofinando la sua eccitazione
sul ventre di Seiji, rabbrividendo elettrizato nel sentire il
membro eretto di Seiji premergli contro la coscia. Gli
imprigionò i polsi nella stretta ferrea delle sue mani e li
inchiodò alla parete sopra la sua testa. Si staccò dalle sue
labbra per riprendere fiato, fissandolo con uno sguardo di fuoco.
Seiji era sempre calmo e pallido, solo le labbra rosse e turgide
tradivano quello che era appena accaduto.
"Era questo che volevi?!" ringhiò, spingendo i fianchi
contro di lui.
"A quanto pare era quello che volevi tu..." ribattè
calmo.
Ryo tornò bruscamente alla realtà, scosse la testa per
schiarirsi le idee e gli lasciò andare i polsi, allontanandosi
di un passo, disgustato di se stesso.
"Io..." si passò una mano nei capelli non sapendo cosa
dire, e con sua vergogna si accorse di essere ancora eccitato, ma
che cosa era diventato?
Gli voltò le spalle e cercò di sistemarsi i jeans, senza troppo
successo. Arrischiò un'occhiata da sopra la spalla e si accorse
che Seiji lo stava osservando lievemente divertito, un
sopraciglio alzato in un'espressione ironica. Non ci vide più
dalla rabbia. Si girò di colpo e lo inchiodò un'altra volta
alla parete.
"Che cosa volevi dimostrare Seiji?" con una mano gli
teneva fermi i polsi e l'altra si stringeva pericolosamente
attorno alla sua gola "Che sei in grado di ridurre il vostro
leader ad una gelatina tremante?" gli schiacciò le labbra
con violenza, impedendogli di rispondere. Non voleva sapere il
perchè, gli bastava averlo lì, tra le sue braccia, per
soddisfare la bramosia che covava da più tempo di quello che gli
piaceva ricordare.
La sua rabbia e il suo desiderio gli avevano impedito di
accorgersi che Seiji non faceva nulla per ribellarsi o
respingerlo, si era abbandonato tra le sue braccia come una
bambola di pezza.
"Si può essere in due a giocare a questo gioco!" la
mano sulla gola cominciò a scivolare lentamente giù per tutto
il torace, sul ventre, arrivando ai pantaloni e aprendoli con
violenza. Infilò una mano nei boxer di seta verde e incontrò la
virilità eretta di Seiji.
"Ah... allora non sono solo io..." gli mordicchiò il
lobo di un orecchio, stringendo la mano su di lui. Seiji
continuava a rimanere impassibile come se fossero stati ad una
seduta di allenamento e Ryo si scaldò ancora di più.
"Che cosa c'è Seiji? Non vado abbastanza bene per te? Non
sono abbastanza sofisticato?" gli morse con violenza il
collo e continuò a spingere contro di lui. Gemette con abbandono
nell'avvertire i contorni duri e spigolosi del corpo di Seiji. Lo
baciò con passione, era come baciare una statua, ma tutto questo
non lo smontò, anzi se era possibile lo eccitò ancora di più.
Era deciso a strappargli un gemito, un'implorazione, avrebbe
distrutto quel controllo d'acciaio.
Scivolò in ginocchio di fronte a lui e senza nessuna esitazione
inghiottì il membro in un colpo solo. Boccheggiò quando gli
arrivò in gola, si scostò un attimo e poi ricominciò. Non lo
aveva mai fatto, ma era più che deciso a farlo godere e
implorare. Lo succhiò con avidità, leccando la punta
congestionata e il liquido perlato. Senza lasciarlo, alzò gli
occhi e incontrò lo sguardo violetto di Seiji. Non era più
freddo, sembrava bruciargli l'anima. E poi improvvisamente Seiji
gridò, un grido di trionfo animalesco, gettando indietro la
testa bionda e la bocca di Ryo raccolse ogni traccia del suo
godimento. Si sentì afferrare per i capelli e tirare su con
violenza.
"Basta!" gli ordinò Seiji sulle labbra, baciandolo a
bocca aperta, avido, la lingua che leccava l'interno della bocca
di Ryo per gustare il suo sapore.
"Non abbiamo ancora cominciato, Date!" si liberò dei
jeans e le mani rapaci di Seiji gli artigliarono i glutei
muscolosi attirandolo contro di sè, si strusciò contro di lui e
Ryo rischiò i perdere il controllo "Oh no, Seiji! Non te la
caverai con così poco!" gli strappò via i pantaloni,
lasciandolo completamente nudo. Gli sollevò una gamba, facendola
passare nell'incavo del gomito, attirandolo contro di sè, la sua
virilità che palpitava impaziente contro i glutei del biondo
Samurai.
Seiji rabbrividì e gli si aggrappò alle spalle, affondandogli
il viso nel collo, mordendo i fasci di muscoli che proteggevano
la gola.
"Ahi!" gridò Ryo e per punirlo spinse con forza contro
di lui, entrando quasi per metà, come una lama che affonda nel
burro, scivolando facilmente in quel calore. Era umido,
scivoloso... sembrava... lubrificato... Fu il suo ultimo pensiero
coerente. I denti di Seiji affondarono ancora di più nella sua
carne.
"Avanti Rekka no Ryo, che cosa aspetti? Non era questo che
volevi?" gli sussurrò all'orecchio, leccandogli il
padiglione. Lo fissò negli occhi, ma non riuscì a leggere nulla
in quelli viola di Seiji, erano velati dalla lussuria. Le mani di
Seiji lo afferrarono improvvisamente e lo spinsero contro di lui.
Ryo soffocò con un bacio il suo urlo di dolore e rimase lì
avvolto dalla stretta dei muscoli di Seiji, fermo immobile per
dare modo ai tessuti di abituarsi alla sua presenza nel profondo.
"Fottimi, Ryo!" gli sussurrò, mordendogli le labbra,
provocandolo con lente oscillazioni dei fianchi, che sgretolavano
ogni controllo lui cercasse di esercitare. Ryo cominciò a
muoversi con violenza, sbattendolo contro il muro ad ogni spinta
dei suoi fianchi snelli. I denti stretti, gli occhi chiusi per
assaporare meglio quelle sensazioni celestiali, con ogni senso
avvertiva la presenza intossicante di Seiji, gli penetrava nei
pori della pelle, trasformandolo per sempre.
Aveva un pensiero che gli martellava nel cervello, mentre il
corpo continuava a muoversi autonomamente, qualcosa che non
riusciva più a soffocare, qualcosa che aveva sempre desiderato
con tutta l'anima e non era mai riuscito ad ottenere.
"Sei... mio... Seiji! Mio... mio... mio..." ripetè
come una litania, che faceva da contrappunto ad ogni sua spinta e
ad ogni gemito che usciva dalla gola di Seiji. Sentiva il sudore
del corpo di Seiji mescolarsi con il suo, rendendo i loro corpi
lucidi e scivolosi, attenuando la frizione. La sua pelle bruciava
e stava scaldando anche quella bianca e fredda di Seiji. Erano
come due animali in calore, la ragione e il buonsenso
completamente dimenticati, concentrati unicamente sulle
sensazioni fisiche.
"Si... Ryo... più forte... ancora..." Seiji gli si era
aggrappato alle spalle come ad un'ancora di salvezza,
stringendolo con tutte le sue forze, le unghie che affondavano
nella sua pelle.
"Vuoi... lasciare... il tuo marchio... su di me...
Date..." ansimò con violenza, aumentando il ritmo, era
vicino al punto culminante e ormai non riusciva più ad
esercitare alcun controllo sul suo corpo "... fai pure... ma
io ti ho... già impresso il mio..." spinse con più forza e
Seiji gemette contro il suo collo, mordendogli poi una spalla per
soffocare l'urlo di piacere che lo colse all'improvviso. Ryo
avvertì il calore umido del suo seme contro il ventre e perse
completamente il controllo, si seppellì profondamente un'ultima
volta e con un grido inarticolato esplose dentro di lui.
Rimasero immobili per parecchi minuti, ansimanti e sudati, ancora
persi nella beatitudine che sopraggiungeva all'orgasmo, poi la
realtà riprese forma e Ryo si rese pienamente conto di quello
che aveva fatto.
Aveva appena violentato uno dei suoi amici, dei suoi compagni di
lotta.
Il fatto che anche Seiji avesse provato piacere era irrilevante.
Lo aveva costretto. Quello era il pensiero che lo ossessionava.
Gli aveva impedito di esercitare una libera scelta. Aveva
lasciato che la lussuria e il desiderio lo dominassero ed era
diventato un animale, anzi peggio.
Staccò con delicatezza le gambe di Seiji, ancora aggrappate ai
suoi fianchi, e le posò a terra, scivolando fuori da lui. Fu
percorso da un ultimo brivido traditore di piacere, e gli voltò
le spalle oppresso dalla vergogna e dal disgusto di sè.
"Seiji... io..." la voce gli morì in gola. Che cosa si
poteva dire in un simile frangente, quando si aveva tradito la
fiducia e il rispetto che una persona ripone in te? Era ridicolo
chiedere di perdonarlo, non si poteva perdonare un simile
crimine.
E poi avvertì il calore confortante del corpo di Seiji contro la
sua schiena, mentre le sue braccia candide come l'avorio gli si
avvolgevano intorno al petto.
"Ryo..." gli soffiò contro l'orecchio, facendolo
rabbrividire, mentre il suo corpo traditore si risvegliava con
prepotenza un'altra volta.
"Se... Seiji è meglio... se mi lasci andare..."
"Ryo..." il suo nome era come una dolce melodia,
sussurrato dalla sua voce profonda, gli stuzzicò l'orecchio con
la lingua, le dita che strofinavano leggere i piccoli capezzoli
piatti.
"Seiji! Lasciami se non vuoi una ripetizione di quello che
è appena accaduto!" lo minacciò con disperazione, sentendo
che stava di nuovo per perdere il controllo. Una risata soffocata
fu l'unica risposta che ottenne, oltre ad un morso delicato al
lobo di un orecchio che gli spedì dei brividi per tutta la spina
dorsale. Era... immorale che avesse provato un simile piacere nel
compiere quell'atto atroce e cosa ancora più grave, avrebbe
ricominciato tutto daccapo... subito. "Seiji!
Smettila!"
"Ryo... razza di idiota... era ora che lo facessi!"
"Che cosa?!" e poi avvertì la rigidità del membro di
Seiji contro le sue natiche e rischiò di svenire, dal sollievo,
dall'eccitazione, dall'euforia di sapere di non aver commesso
nulla di grave "Mi hai preso in giro..."
"Hn."
"Hai organizzato tutto... razza di..." a Ryo scappò da
ridere.
"Solo... la prossima volta..." lo minacciò Seiji mordendogli
l'orecchio con forza, mentre le mani si chiudevano con prepotenza
sulla sua virilità eretta "... sarai tu a stare sotto Rekka
no Ryo!"
owari.