Figlio del
Sakura
parte
VI
di Haruka
Passarono
i giorni, le settimane e anche i mesi. La primavera era nell’aria e le
scuole stavano per chiudere. Fuma godendo di una discreta media scolastica
non si affannò troppo sui libri per gli esami finali e preferì dedicarsi
agli allenamenti con la squadra di basket in vista di un mini torneo
cittadino. Lasciatosi alle spalle la brutta storia con Kamui (io non ci
giurerei!NdA) e le amicizie meno raccomandabili, ora si comportava da
personcina assennata cercando di non dare troppi pensieri al suo ansioso e
onnipresente padre. Anzi, proprio con lui i rapporti erano migliorati
sensibilmente e perfino la presenza dell’irritante gemella di Subaru gli
riusciva meno insopportabile. Dall’altra parte aveva ripreso a telefonare
con regolarità a sua zia Torhu e a Kotori, che fra l’altro lo tempestava
di lettere, invece Kamui non lo aveva più sentito da quella sera di metà
febbraio. La versione ufficiale era che avevo litigato mandandosi
reciprocamente al diavolo. Per un po’ Torhu aveva cercato di ricucire la
questione, ma vista il disinteresse dell’uno e la rabbia dell’altro,
preferì lasciarli cuocere nel loro brodo, quanto a Seishiro la notizia
risultò tutto sommato gradita, così non doveva più dividere suo figlio
con quella antipatica di Torhu, che in tanti anni aveva sopportato solo per
affetto nei confronti di Saya.
Una
domenica pomeriggio come tante, Shigure si presentò a casa Sakurazuka per
farsi dare una mano in matematica.
-
Ma perché non posso fare come dico io?- protestò la ragazza alla quinta
volta che Fuma gli spiegava come doveva svolgere un’equazione di terzo
grado.
-
Perché esiste un teorema che dice di far così!- sbottò lui al limite
della sopportazione.
-
Ma Fuma-san, io non ci riesco!- piagnucolò lei accasciandosi sui libri.
-
No, tu non ci vuoi riuscire!Sembra quasi che ti diverti a sentirmi dire le
stesse cose cinquemilioni di volte!-
-
Chi vuole il tè?- il viso sorridente di Seishiro fece capolino da dietro la
porta- Direi che è ora di abbandonare quei libri noiosi e di scendere a
mangiare la squisita torta ai fagioli rossi di Hokuto-chan!Forza!-
I
due studenti non se lo fecero dire due volte.
-
Lei è proprio il mio salvatore, Sakurazuka-san, non ne potevo più di
studiare!- Shigure sedé al tavolo davanti alla tazza di tè fumante offerta
da Subaru.
-
Già! Meno male che sei arrivato, Seishiro, o la strozzavo, questa testa
dura!- Anche Fuma si mise a tavola- Grazie Subaru-san!-
-
Prego, come va il ripasso?-
-
Malissimo!- singhiozzò Shigure mordendo la sua fetta di torta.
-
A che servirà mai la matematica?!- intervenne Hokuto- Io non l’ho mai
studiata eppure eccomi qui! Bisogna essere dei mostri per avere dei buoni
voti a matematica, oppure degli extra-terrestri!Comunque una ragazza non ha
bisogno di saper risolvere equazioni ed algoritmi per trovarsi marito!-
-
Infatti, Hokuto-san, tu al massimo sei riuscita a trovare quella specie di
derelitto di Kuzuki-san! Un uomo, un materasso!- scherzò Fuma
-
Un vero caso clinico!- aggiunse ridendo Seishiro.
-
Guai a voi, Sakurazuka, Ka-chan non si tocca! Lui è debole e malato, ma io
lo curerò!-
-
Pover’uomo! Meno male che io mi sono innamorato di Subaru e non di Hokuto!-
-
Seishiro, smettila!- Subaru divenne rosso come al solito.
-
Torniamo al lavoro!- esclamò infine Fuma posando la tazza sul piattino.
-
No!- protestò la sua amica- Non abbiamo fatto nemmeno un quarto d’ora di
pausa!-
-
Meglio, così non perdiamo la concentrazione! E poi, Shigure-san, non sono
io quello che avrà un’insufficienza in matematica!-
-
Non me lo ricordare tutte le volte!- Anche lei si decise ad alzarsi- Grazie
per il tè era tutto squisito!-
-
Himura-san, resta anche a cena, a noi farebbe piacere! Seishiro ti
riaccompagnerà dopo con la macchina!- le propose Subaru con un sorriso.
-
Se me lo chiede lei, restò volentieri!-
-
Muoviti!-
I
due ragazzi sparirono sulle scale.
Dopo
cena, si ritrovarono tutti in salotto.
-
Era tutto ottimo, Sumeragi-san, grazie!-
-
Oh, Shigure-chan, ti ho già detto che mi devi chiamare Hokuto!Altrimenti mi
sento terribilmente vecchia!-
-
D’accordo!Forza e coraggio, Fuma-san, ci manca ancora un capitolo. Ora che
ho mangiato sono piena di forze!-
-
No, no! Per stasera avete studiato anche troppo!- intervenne Seishiro- Vi
fumerà il cervellino, dopo! Vediamo se c’è qualcosa in televisione!-
-
Seishiro, ti ci metti pure tu! Per una volta che Shigure-san aveva voglia di
studiare!-
-
Silenzio!- ordinò bonariamente il padre sedendosi sul divano tra Subaru e
sua sorella. Shigure sedé sulla poltrona e Fuma si vide costretto a fare
compagnia al gatto sul tappeto.
-
Ci vediamo il programma di Hiroya Aikawa?- chiese Hokuto prendendo il
telecomando.
-
Piace anche a te, Hokuto-san? Hiroya è proprio un bel ragazzo e canta
bene!-
-
Allora la maggioranza vince e vediamo Hiroya!- confermò Hokuto accedendo
l’apparecchio.
-
Quale maggioranza, Hokuto-san? Siete solo tu e Shigure-san!- protestò Fuma
che voleva vedere il poliziesco sull’altro canale.
-
Non sai che le ragazze quando votano vale doppio! Così sono quattro voti
per Hiroya!-
-
Ma lo sai che sei una bella dittatrice!-
-
Ah, ah, ah!- rise Seishiro- Ora basta litigare, per me va bene quello che
vogliono le signorine!-
-
Traditore!- disse a denti stretti il figlio.
-
Ah! Guarda Hiroya come è bello con quella camicia!- esclamò Shigure in
preda ad una crisi mistica.
-
Già! Bisogna dire che è sempre molto elegante per essere un ragazzo così
giovane!- sentenziò Hokuto con un sospiro- Troppo giovane per me!-
-
E’ così, così …mozzafiato!- continuò la ragazza più giovane- Proprio
un gran bel pezzo di ragazzo!-
-
Oh cielo! Shigure-san, ma ti piace veramente quel fighettino? Ma non si può
guardare!Ma come fa a
piacerti?- intervenne seccato Fuma.
-
Che ne vuoi capire tu di bellezza maschile?!- sbuffò contrariata lei.
-
Vorresti dire che quello è meglio di me?-
-
Ovvio!-
-
Ma ti prego! Quella mezza tacca meglio di me? Tu non sai quello che dici!-
-
Anche secondo me, Hiroya è molto meglio-
-
Hokuto-san, ti prego! A te piace Kuzuki-san, faresti meglio a non parlare!-
-
Ka-chan è un uomo stupendo!-
-
Uomo?!?- chiesero in coro Seishiro e Fuma.
-
Se mai sopramobile!-
-
Per quel che vale- intervenne Subaru- io preferisco te Fuma-kun!-
Seishiro
fissò il suo amore con tant’occhi.
-
Grazie!- rispose il figlio- e se lo dice Subaru-san è vero per forza!
Notoriamente, Subaru-san ha un ottimo gusto per gli uomini!-
-
Notoriamente?- chiese Shigure, alla quale non era sfuggita l’occhiataccia
che Sakurazuka aveva rivolto prima al compagno e poi al figlio.
-
Subaru-san ha scelto Seishiro, no? Beh, mio padre era un bell’uomo da
giovane!-
-
Come “da giovane”? Io ho solo 34 anni, Fuma!- protestò l’uomo.
-
Appunto! Vuoi mettere con i miei 17 anni, anzi quasi 18!-
-
Subaru-kun, ma lo senti!- gemette Seishiro.
-
Ma ha ragione lui!- rise Sumeragi- Sei ad un passo dalla pensione, Seishiro!
Fuma invece…-
-
Ah, si! Allora cosa ci fai ancora con me se sono così vecchio?!- si risentì
il veterinario.
-
Semplice, io la giovinezza, tu i soldi!- gli rispose il figlio guardandolo
in faccia senza, però, riuscire a nascondere il divertimento degli occhi-
In verità avevamo pensato di avvelenarti o qualcosa del genere, ma
preferiamo attendere che stiri di morte naturale e in serenità e con la
pace nel cuore ci godremo l’eredità!-
-
Ah! Che piano geniale!- commentò l’uomo avendo finalmente capito che lo
stavano prendendo in giro.
-
Dai, Seishiro!- Subaru gli mise una mano sul braccio che Sakurazuka raccolse
nella sua mano e baciò.
-
Non ti azzardare a toccarlo, che finisci in galera! E’ ancora minorenne! E
tu, ragazzaccio- si rivolse al figlio inginocchiandosi accanto a lui- la
colpa è mia che ti ho fatto così bello!!-
-
Ah! No, il solletico, no! Smettila!-
Seishiro
continuò a fargli il solletico
e gli schioccò un bacio sulla guancia.
-
Che bella famiglia che siete!- commentò con un sospiro Shigure.
Padre
e figlio si fissarono negli occhi. Una famiglia? Era questo quello che
erano?Seishiro ci pensò a lungo e poi decise che se era riuscito ad
accettare quello che provava per Subaru al termine della scommessa, nulla
gli impediva di accettare anche questa nuova situazione. Lui e Fuma erano
sempre stati semplicemente padre e figlio, ognuno per la propria strada
legati da un vincolo di sangue, in fondo, sottile. Una famiglia era qualcosa
che non aveva avuto mai. Aveva vissuto con sua madre solo alcuni anni quando
andava già a scuola, Fuma lo aveva tenuto solo qualche sera o il
pomeriggio, con Subaru al massimo avevano preso un gatto. Essere una
famiglia era una novità!Sorrise. Era proprio un Sakurazukamori sui
generis!
-
Però ora si è fatto tardi, sarà meglio se ti accompagniamo a casa!-
L’uomo decise infine di alzarsi dal tappeto presto imitato dal figlio.
Shigure salutò e prese il cappotto.
Durante
il tragitto di ritorno, incredibilmente Fuma si decise a parlargli.
-
Prima, a casa, stavamo scherzando, Seishiro!-
-
Lo so!-
-
Lo dico perché tu sei geloso da morire! Subaru-san non è proprio il mio
tipo!-
-
Ci mancherebbe altro!L’ho visto io per primo!Ma dato che stiamo in tema,
chi è il tuo tipo?Shigure-san?-
-
Acqua!Sei lontano dei chilometri!-
-
Allora c’è qualcuno che ti ha rubato il cuor?-
Fuma
si limitò a cambiare colore.
-
Ed è una cosa seria?- inquisì il padre con un misto di curiosità e
preoccupazione.
-
Credo…se questi tre mesi a Kyoto non hanno modificato minimamente i miei
sentimenti, vuol dire che forse è una cosa seria!-
-
Oh! Ma non mi dire!E così la povera Shigure è solo una tappabuchi!-
-
Non ne parliamo più, per favore! Vorrei solo lasciarmi questa brutta storia
alle spalle e dimenticarmi tutto!-
-
Ti ha spezzato il cuore, eh? E’ così bella e degna del tuo affetto questa
ragazza?-
-
Non è questo il punto-
-
Qual è il punto?-
-
Non è una ragazza!-
-
Eh?!?-
Purtroppo
per Seishiro la macchina arrivò davanti al vialetto di casa proprio in quel
momento e Fuma colse l’occasione per tacere e filare dritto in camera sua.
Sakurazuka parcheggiò, rientrò in casa, chiuse la porta con la chiave, si
recò in cucina, bevve un bicchiere d’acqua, sciacquò il bicchiere e salì
in camera, si sedé sulla sponda del letto togliendosi gli indumenti sempre
ripensando a quella frase “Non è una ragazza!”.
-
Subaru?-
-
Dimmi!- Subaru stava sistemando i vestiti nell’armadio.
-
Fuma si è innamorato-
-
Lo so!-
-
E’ una cosa seria!-
-
Lo immaginavo-
-
Ti ha detto qualcosa? Te ne ha parlato?-
-
No-
-
Allora come lo sai?-
-
L’ho osservato e ho fatto due più due-
-
E hai capito anche di chi si tratta?-
-
Forse!-
-
Un ragazzo! Me lo ha detto lui-
-
Allora so chi è!-
-
Chi?-
-
Chiedilo a tuo figlio!-
-
Non me lo dirà mai! Io non sono bravo con queste confidenze. Però…visto
che ultimamente andate così d’accordo…se dovesse parlarne con te…-
-
Gli dirò di seguire il suo cuore. Io l’ho fatto e non me ne sono pentito,
per ora!- Subaru si sporse in avanti per dargli un bacio sulle labbra.
-
Di queste cose se ne è sempre occupata Saya, io non sono certo la persona
adatta per parlare d’amore-
-
Non dire così, Seishiro, se stato tu a farmi aprire gli occhi!Forse a
parole no…ma a fatti!- scherzò il più giovane dei due spingendo
l’altro a sdraiarsi sulle coperte.
-
Credo che a qualcuno sia venuta voglia!- constatò Seishiro accarezzando la
schiena del suo compagno che subito rispose con dei leggeri brividi.
-
Che uomo intuitivo!- rise Subaru pregustando già il piacere che gli era
stato promesso. Seishiro gli sfilò lentamente la giacca del pigiama e iniziò
a baciargli l’addome, quando ad un tratto si fermò per alzarsi a sedere
di scatto. Subaru cadde all’indietro sul letto.
-
Che è successo?- domandò preoccupato.
-
Fuma!-
-
Starà dormendo- rispose un po’ scocciato Sumeragi.
-
No, intendevo un’altra cosa- Scotendo Subaru per le spalle lo fissò negli
occhi- Credi che avrà già fatto l’amore con quella persona?-
Subaru
guardò il suo amante con rassegnazione, per quella sera l’atmosfera era
sfumata!
-
Non lo so!E non penso che lo verrebbe a dire a me!Comunque è grande ormai e
le occasioni non gli saranno mancate…-
-
Grande? Ma che dici?! Ha solo diciassette anni!- lo aggredì Seishiro
stravolto anche solo dal pensiero di una simile eventualità.
-
Ha già diciassette anni!Tu alla sua età avevi già un figlio!-
-
Che centra?! Tu alla sua età non ci pensavi nemmeno!(Ne so qualcosa io!)-
-
Io ero un caso particolare!-
-
Subaru fammi una promessa! Se Fuma dovesse intavolare un discorso sul
sesso…-
-
Cosa che non farebbe mai!- lo interruppe Subaru senza, però, essere
ascoltato.
-…tu
gli dirai che è troppo giovane per certi pensieri e anche se ha trovato una
persona a cui vuole veramente bene, deve aspettare di essere più maturo-
-
Queste cose gliele devi dire tu! Sei il padre!-
-
Hai ragione tu, amore, domani lo prendo da una parte e gli faccio un
discorsetto da uomo a uomo!-
Subaru
alzò gli occhi al cielo immaginando già quello che si sarebbe inventato.
-
Solo una cosa Seishiro, non iniziare da “sai come nascono i bambini?”,
credo che la madre glielo abbia già spiegato e molto meglio di come avresti
fatto tu!- detto ciò, il ragazzo si mise sotto le lenzuola nella sua parte
del letto dando le spalle all’uomo- Buonanotte!- e spense la luce.
-
Come “buonanotte”?!- protestò Seishiro- Ma non volevi fare l’amore?-
-
Mi è passata la voglia!-
-
E perché mai?- chiese l’uomo con il candore di un bambino.
-
Perché non mi riesce di eccitarmi con un uomo che si preoccupa della
possibile vita sessuale di suo figlio!-
-
Allora secondo te non dovrei preoccuparmi di una cosa così importante?!-
-
Certo che devi! Ma non quando fai l’amore con me!!-
-
Sei arrabbiato, Subaru-kun?- chiese Sakurazuka con voce sensuale, ma Subaru
evitò di rispondergli- Che fai prima mi provochi e poi mi mandi in
bianco?!Non è carino da parte tua!Scommetti che ti faccio cambiare idea?!-
Perciò
si mise a cavalcioni sulla vita del suo giovane amante accarezzandone il
torso nudo e poi giù le gambe, le cosce, sempre più verso l’interno,
mentre la sua bocca letteralmente divorava la guancia e l’orecchio che non
poggiavano sul cuscino. Riuscì a far girare il ragazzo sulla schiena e a
baciarne le labbra. A Subaru scappò, suo malgrado, un gemito di piacere.
-
Devi sempre averla vinta tu, vero?-
-
Perdonami amore mio, ma sono fatto così!-
Il giorno
seguente, carico dei migliori propositi, Seishiro scese a far colazione con
il figlio chiedendo esplicitamente a Subaru di concedergli alcuni minuti da
soli.
-
Buongiorno!- esclamò giulivo entrando.
-
Una serata costruttiva, a quanto pare!- commentò il figlio voltandosi verso
il padre.
-
In che senso?- Seishiro si era già smontato.
-
Le urla arrivavano fino in camera mia!-
-
Credevo dormissi!- ammise l’uomo fissando il ragazzo che versava l’acqua
calda per il miso.
-
Ho passato quasi tutta la notte in bianco- ammise il figlio sedendosi a sua
volta. Mangiarono in silenzio e solo dopo il giovane aggiunse- Quanto a ieri
sera…-
-
Giusto di quello volevo parlarti. Occorre fare un discorso da padre a
figlio-
-
Evita di spiegarmi come nascono i bambini o cose del genere perché arrivi
con anni di ritardo!-
-
No, volevo solo chiederti se quella persona…è una persona speciale?-
Fuma
sorrise mesto- Per me si!-
-
Allora forse non dovresti lasciarla andare-
-
Preferisco così!-
-
E anche questa persona preferisce così? Dimenticarsi tutto e far finta che
non sia mai successo?-
-
Questo non lo so!Secondo te perché gli uomini si cacciano sempre i questi
casini?-
-
Perché abbiamo bisogno di sentirci amati e per dire “non sono solo”-
-Sarà!Comunque
grazie, ho sempre pensato che saresti andato su tutte le furie se ti avessi
detto che…si insomma che è un ragazzo che mi ha fatto innamorare-
- Ti è capitato così e così è capitato
a me. Sarà destino dei Sakurazuka vivere amori non convenzionali?!Comunque
ti volevo chiedere se durante le vacanze ti faceva piacere invitare questo
ragazzo qui a casa…ma se tu hai deciso differentemente…-
-
Non lo voglio vedere, non posso vederlo, ho veramente troppa paura di quello
che potrei fare!-
-
Ah, capisco, allora va bene!- un breve silenzio in cui Seishiro rifletté
sulle parole del figlio- In che senso “ho paura di quello che potrei
fare”?- Fuma sollevò il viso dalla tazza e alzò un sopraciglio con un
sorriso allusivo. Seishiro avrebbe giurato che il quel momento il suo cuore
avesse perso un battito!- Ma sei ancora piccolo per certe cose!Sei solo un
bambino, il mio bambino!-
-
Il tuo bambino? Erano secoli che non te lo sentivo dire. Comunque puoi
riprendere a respirare, non è successo nulla né succederà mai!E’ un
lusso che non posso permettermi, andare a letto con qualcuno!Prima la mamma
malata, poi te! Il tuo bambino hai detto? Non è affatto facile essere il
tuo bambino, per il semplice fatto che non sono più un bambino. Certo non
sarò neanche un uomo, ma tu continui a voler bene ad un esserino da
abbracciare e viziare. Non dici sempre che uno dei momenti più belli è
stato quando la mamma ti ha messo in braccio quell’esserino così piccolo
eppure così perfetto?Una cosina carina da cullare!Beh, ormai quel bambino
è solo un ricordo e io non riesco a combattere contro il me stesso bambino,
che tu amavi così facilmente. Certo che è più facile amare un bambino,
non c’è niente da perdere! I bambini ti danno il cuore e ti guardano come
se fossi un eroe solo perché sei un adulto. Tutt’altra cosa dover
affrontare un adolescente indisponente, viziato e maleducato (parole tue).
Basta è ora di andare a scuola!- Fuma si alzò di scatto ed evitò il
braccio teso del padre che voleva metterlo a sedere di nuovo.
-
Fuma, ma quante sciocchezze!-
Il
ragazzo sollevò lo sguardo sul volto dell’uomo, due occhi duri ma gonfi
dalle lacrime che ha fatica venivano ricacciate indietro.
-
Nega quello che ho detto! Forza! Dimmi che non è vero, che non preferivi
quando ero solo un bambino. Dillo!- Seishiro girò lo sguardo da un’altra
parte. La conversazione aveva preso una piega a dir poco inaspettata- Non ci
riesci, eh? Certo non puoi mentire fino a questo punto!Quand’è che hai
rinunciato a me, papà?Quando avevo nove, undici anni? Ora ne ho
diciassette, papà, maledizione e ho bisogno del tuo affetto. Tu sei mio
padre e hai il dovere di volermi bene. Non mi importa se non ti piaccio, io
ho bisogno del tuo affetto. Non ce la faccio ad andare avanti senza!-
Dopo
questo sfogo abbassò lo sguardo e scosse la testa come per dire “è
inutile parlartene, tanto non capisci”, aprì la porta ed uscì.
-
Buongiorno Fuma-kun!-
-
Buongiorno Subaru-san!-
Seishiro
ascoltò le voci provenire dal soggiorno e poi la porta aprirsi e
richiudersi. Solo allora si mosse e in poche falcate raggiunse
l’attaccapanni dell’ingresso.
-
Io esco per andare al maneggio per le visite. Ci vediamo stasera!- annunciò
lasciando un fuggevole bacio sulle labbra del suo amato.
Prese
la macchina e poco dopo intravide il figlio che si recava alla stazione
della metro. Accostò e abbassò il finestrino.
-
Sali, ti do un passaggio!- Il ragazzo ubbidì- Io non so se lo fai apposta o
se proprio non puoi fare a meno di scaricare tutti i guai della tua vita su
di me, fatto sta che non mi interessa.Certo è vero, guadagnarsi l’affetto
di un bambino non è difficile e non nego che quand’eri piccolo tutto
filava per il meglio! Perché non doveva? Saya si occupava di tutte le
difficoltà!A me rimaneva solo la parte più divertente! E certo, non è
facile avere a che fare con una persona intelligente e percettiva come te.
Mi fa paura il fatto che stai crescendo perché non so se sarai in grado di
badare a te da solo, se sarai in grado di affrontare gli schiaffi della
vita. E ho una maledetta paura di mandarti nel mondo allo sbaraglio, perciò
continuo a pensare che sei solo un bambino e che resterai con me per molto
tempo ancora, che ho ancora tempo per insegnarti, per far si che tu sia
forte. Non ho rinunciato a te, non ci rinuncerò mai! Qualunque cosa accada
o tu faccia, io starò dalla tua parte. Se qualcuno mi verrà a dire che hai
sbagliato,allora io avrò sbagliato con te perché il mio dovere è
insegnarti la strada da percorrere. Tutto qua, volevo solo chiarire questa
cosa!-
-
Già andava chiarita! La metro! Fermati qui!-
-
Fuma, che ne dici di saltare la scuola e venire con me al maneggio?Non mi
sembra che quei noiosi dei tuoi professori potrebbero tirarti su di morale!-
-
Perché no? Non ho di meglio da fare!-
-
Allora è deciso!Un’ultima cosa, anch’io ho bisogno del tuo affetto per
sentirmi un uomo migliore vedendo la bella persona che stai diventando!-
-
Ma quante scemenze tutte in una volta!- commentò il figlio, ma sul volto lo
tradì un sorriso d’orgoglio.
Poco
più avanti, il furgoncino bianco della clinica veterinaria Sakurazuka si
fermò accostandosi al lato della strada.
-
Perché ti fermi?- chiese il figlio, mentre l’uomo si slacciava la cintura
di sicurezza.
-
Sono stanco, sai notte impegnativa…ti va di guidare tu?-
-
Eh?!- ma senza avere il tempo di protestare il ragazzo si ritrovò al posto
del guidatore tenendo nervosamente in mano il volante.
-
Non è difficile!Devi solo seguire la strada, frena un po’ nelle curve e
dai gas quando la strada è libera!- gli disse Seishiro salendo dall’altro
lato con il solito sorriso.
-
Come non è difficile?Ma io non ho mai guidato una macchina!- protestò
ancora il giovane.
-
Ovviamente no!Gira la chiave tenendo premuta la frizione, dai gas lentamente
mentre lasci il pedale della frizione-
Fuma
deglutì e provò, naturalmente facendo spegnere il motore.
-
Il segreto è nella dolcezza!Lascia il pedale con dolcezza senza bruschi
contraccolpi, lentamente- Il ragazzo tentò ancora seguendo il consiglio del
padre e il motore prese a ruggire- Visto?Così!Ora non esagerare con il gas,
togli il freno a mano e lascia andare. Piano!Abbassa la frizione, lascia
l’acceleratore e cambia in seconda, senza far scendere di giri il motore-
Il figlio eseguì più o meno gli ordini impartitigli e la macchina si
spense.
-
Ah!Che incubo!Sono un disastro!-
-
Ricomincia da capo!Chiave, frizione, gas…giù la frizione, lascia
l’acceleratore, metti la seconda…non guardare il cambio, guarda la
strada…lascia la frizione, dai gas!- Sobbalzando il furgoncino iniziò a
percorrere l’asfalto.
-
Va!- esclamò Fuma incredulo.
-
Certo che va!Tieni la destra e non superare la linea di mezzeria o ci
ammazziamo!-
-
Bisogna far attenzione a troppe cose!E’ uno stress!-
-
Quanto frigni, per due metri!Lasciala andare, spingi un po’
quell’acceleratore-
-
Ma che spingi?!Piuttosto come si frena?-
-
Non c’è nessuno in strada, non hai bisogno di frenare!Te lo insegno
quando servirà!-
-
Non mi piace questa tua filosofia!-
-
Lo senti il motore come si lamenta, devi cambiare marcia!Dai gas e lascia
mentre abbassi la frizione…dai cambio io, tu guarda la strada!-
-
Sai che non è male, è quasi divertente se ci prendi la mano!-
-
Bene, vai allora!- detto ciò, l’uomo si rilassò sprofondando nel sedile,
apparentemente distratto dalla strada.
-
Papà che fai?Papà!Ti prego, papà! Qui ci ammazziamo!-
-
Papà, papà!!Ma come mai sono “papà” solo quando ti serve?Ti ho detto
di guardare la strada!- (NdA- Avete mai visto “Over the Top”con
Silvestre Stallone?Beh questa scena è tratta un pochino da lì!)
Anche
se Fuma avrebbe giurato che avrebbero fatto un frontale con almeno una
ventina di alberi lungo la strada, arrivarono lo stesso al maneggio.
-
Arrivati!- esultò il ragazzo spegnendo il motore e tornando a rilassarsi.
-
Mi hai fatto venire il mal di mare!Ma si può sapere chi ti ha insegnato a
guidare?!- scherzò l’uomo prendendo la sua borsa dal bagagliaio.
-
Mi fai guidare anche al ritorno?- chiese esaltatissimo il figlio.
-
Forse!- rispose poco convinto il padre- Mentre io faccio il giro delle
visite perché non vai a prendere qualcosa al bar del circolo ippico. Dopo
facciamo un giro-
-
Ci metterai una vita?-
- Un’oretta e sono da te-
Settimo capitolo
Fuma
si sedé ad un tavolo a sorseggiare un tè freddo ripensando a tutto quello
che era successo nell’arco di ventiquattro ore: tutte le parole dette,
tutti i gesti compiuti, i sorrisi, gli sguardi. Suo padre si era sempre
comportato in maniera incomprensibile e il tempo non lo aveva fatto
rinsavire minimamente.
-
Un uomo capace di vivere una luna di miele ininterrotta per undici anni con
un altro uomo più giovane senza neanche farsi sfiorare dal dubbio che ciò
potrebbe essere un problema.Senza contare il fatto che ha avuto un figlio
che ancora andava alle superiori da una quasi sconosciuta. Ma perché? Perché
Seishiro sembra vivere al di fuori di tutti gli schemi e le regole? Cosa ha
lui che lo rende diverso dagli altri?Chi è in realtà? E io, che sono suo
figlio, chi sono io?-
Chiuse
gli occhi e per un attimo rivide quel grande albero di ciliegio che si trova
al parco di Ueno.
“Sai
perché i suoi fiori non sono più bianchi? Il sangue dei cadaveri li ha
tinti di rosa!”
Che storia assurda da raccontare ad un
bambino piccolo! Suo padre era proprio matto!
-
Signore, signore!- la voce di una bambina lo distolse da i suoi pensieri.
Era una bambina bionda di quattro o cinque anni, con un vestitino bianco che
si intravedeva sotto il cappottino rosso e un capello in mano dello stesso
colore del capotto.
-
Uhm?-
-
Non trovo più la mia Lulù!Mi aiuti a trovarla!- la bambina gli strattonò
la manica del maglione fissandolo con due occhioni dolcissimi da cerbiatto.
-
Chi è Lulù?- chiese il ragazzo sorridendo alla piccola.
-
La mia gattina. Non la trovo più!-
-
E la tua mamma dov’è?-
-
Fuori a cavalcare. Io sono qui con il nonno, ma lui è andato in bagno e non
torna e Lulù non c’è più. Era qui, in braccio, ma ora…-
-
Ho capito, vediamo di trovare Lulù!- le rispose prendendola per mano.
Fecero il giro della sala e il ragazzo notò che c’era un gatto fuori
dalla porta-finestra, addormentato sulla terrazza del bar a scaldarsi con il
sole di quella bella mattinata primaverile.
-
Come è fatta la tua gattina?-
-
Tutta nera con un orecchio bianco!-
-
Allora vieni con me, ma fa attenzione a non fare rumore!- sussurrò lui
strizzando un occhio.Fece scorrere lentamente la porta-finestra e lasciò
che la bambina guardasse fuori.
-
Lulù!- esclamò questa correndo per prenderla in braccio. Lulù, dal canto
suo, si limitò a stirare le zampette anteriori e a strofinarsi contro il
bel nasino della sua padroncina.
-
Visto?!L’abbiamo trovata!-
-
Grazie signore!-
-
Non c’è di che!Sai ho un certo fiuto per i gatti!Quando ero piccolo mi
divertivo ad aprire le gabbie di tutti gli animali dello studio di mio padre
e poi mi dovevo sbrigare a rimetterli dentro prima che lui se ne
accorgesse!C’era sempre un gattone fulvo che non ne voleva sapere di
tornare al suo posto e papà mi scopriva puntualmente ogni volta!-
-
Anche Lulù non sta mai al suo posto!- ridacchiò la bambina mettendosi a
sedere per terra- ma che lavoro fa tuo papà?-
-
Cura gli animali!-
-
Il mio invece prepara le medicine per far guarire le persone che stanno
all’ospedale. Me lo ha detto la mia mamma!-
-
Ah, è proprio un bel lavoro!-
-
Tu assomigli al mio papà…solo lui porta gli occhiali!-
-
Come questi?- chiese il ragazzo indossando un paio di occhiali da vista che
portava a scuola per vedere la lavagna.
-
Sei uguale!- esclamò la piccola rimanendo a bocca aperta.
-
Kazuki ecco dove eri!- un uomo anziano vestito con il kimono si affacciò
sulla porta.
-
Nonnino!- Kazuki gli corse incontro per farsi accarezzare il capo biondo-
Lulù era scomparsa e questo signore mi ha aiutato a ritrovarla!-
-
Ah, la ringrazio!- disse l’uomo con un leggero inchino, poi fissò per un
po’il ragazzo.
-
Qualcosa non va?- chiese Fuma notando lo sguardo perplesso.
-
No, nulla! Mi deve perdonare ma sa lei assomiglia in modo incredibile a mio
figlio!-
-
Ah, si?Ne stavamo giusto parlando con Kazuki-chan! A proposito, io mi chiamo
Fuma!-
-
Allora, adesso siamo amici, Fuma?- chiese la bambina prendendo una mano del
ragazzo.
-
Ma si certo!-
-
Andiamo a giocare!- e cercò di trascinarlo via, Fuma docilmente la lasciò
fare.
-
Ma Kazuki!- la riproverò il nonno.
-
No, non importa! Tanto non ho niente da fare, mio padre chissà quando si
farà vivo!-
Una
ora dopo, Seishiro riuscì a raggiungere il figlio nel locale e lo vide alle
prese con un gatto e una bambina.
-
Che succede qui?- chiese sorridendo
-
Questa gentile signorina aveva perso di vista la sua gattina e io mi sono
offerto di aiutarla nelle ricerche!- rispose il figlio mostrando il gatto al
padre.
-
Capisco! Allora non ti sei annoiato?-
-
No, figurati!-
-
Sei tu quello che cura gli animali?- chiese la bambina fissando il nuovo
arrivato.
-
Io in persona!-
-
Che bello!!-
-
La deve perdonare- l’anziano signore si alzò da tavola per presentarsi-
mia nipote non si comporta così con gli estranei di solito, ma con suo
figlio è stato quasi “amore a prima vista”!Mi chiamo Tojo!-
-
Piacere Sakurazuka!Fuma, è ora di andare. Ricordi? Un giro assieme-
-
Arrivo! Ciao, Kazuki-chan!E’ stato un piacere conoscerti!-
-
Ciao!-
-
Hai fatto colpo!- scherzò Seishiro salendo in macchina- Rubacuori!-
-
Ma non mi fai guidare?!-
-
Non te ne approfittare, Fuma!-
(NdA-
avete capito chi è apparso in questa scena?!No?!Andate a leggere la side
story in fondo al numero 10 italiano!!)
Nel
pomeriggio Sakurazuka senior e junior ritornarono a casa dopo aver fatto un
po’ di acquisti. Seishiro approfittò di questa giornata di grazia per
cercare di far comprare al figlio qualcosa di decente, che non fossero i
soliti jeans o la tuta da ginnastica. L’impresa per quanto disperata sembrò
andare a buon fine, anche se in cambio dovette comprargli anche tre cd di
quella musica assordante che odiava tanto. Scendeva il sole quando parcheggiò
la macchina nel vialetto.
-
…e comunque non credere che indosserò mai quei pantaloni grigi che mi hai
fatto comprare a tutti i costi- il figlio si lamentava così da quando erano
usciti dal negozio di Armani.
-
Si, si, si…- rispose distratto l’uomo che fremeva per riabbracciare il
suo Subaru-kun- Sono a casa, amore- e si precipitò in salone. Ma quello che
vide non gli piacque molto. Fuma rientrò un secondo dopo di lui.
-
Abbiamo visite!- si disse notando un paio di scarpe in più all’ingresso.
Si avviò a sua volta in soggiorno- Ciao, Subaru-san, come è andata la
giornata?- ma come entrò sbiancò e le parole gli morirono in gola.
-
Ciao Fuma!-
-
Ka…ka…ka- iniziò a balbettare il diciassettenne.
-
Kamui!- urlò l’altro ragazzo alzandosi dal divano- Cos’è non ti
ricordi neanche più come mi chiamo, eh?!-
-
Cosa ci fai tu qui?!?- riuscì alla fine a dire Fuma riprendendosi un
pochino.
-
“Richiamo io, un giorno di questi”?!? Sono quasi due mesi che non ti fai
vivo, se aspettavo te, diventavo vecchio, perciò ho pensato “se Maometto
non va alla montagna, la montagna va da Maometto”!-
-
Ma la scuola?-
-
Kotori non te lo ha detto?Causa restauro della vecchia ala, la scuola è
stata chiusa alcuni giorni prima, perciò eccomi qua!- solo allora Kamui si
ricordò che non era a casa sua- Piacere di rivederti Seishiro-san! Mi
dispiace di essere piombato qui senza preavviso, ma non avevo scelta!-
Seishiro
annuì con la testa e come in un cartone animato vide la sua bella casa con
la sua bella famigliola felice tramutarsi in un campo di battaglia. Addio
pace e serenità! Due adolescenti a piede libero nella sua casetta, mai
come in quel momento sentì la mancanza di Saya, lei avrebbe risolto tutto
in maniera splendida.
- Senti un
po’, nano- lo apostrofò Fuma con voce sprezzante- quanto conti di stare
qui a rompere?-
-
Io e te dobbiamo parlare!-
-
Non ho nulla da dirti!- continuò sulla stessa linea Fuma.
-
Io si!- Kamui iniziava ad arrabbiarsi.
-
Non ho nulla da ascoltare!-
-
Non me ne andrò finché non avrò quello che voglio!-
-
Allora, benvenuto, mettiti comodo perché non otterrai proprio nulla!- detto
ciò il figlio di Seishiro salì in camera sua per riscendere mezzo secondo
dopo urlando - Scordatevelo, lui non ci dorme in camera con me!- Infatti,
trovateselo alla porta Subaru non seppe che fare e pensò di sistemare Kamui
nella camera del “fratello”.
-
E dove dovrei dormire, allora?- chiese con tono di sfida Kamui.
-
Dove ti pare!- e gettò le borse per terra nel salone.
-
Hai deciso di renderti più odioso del solito?- Kamui lo fissò battendo un
piede nervosamente al suolo.
-
Io scendo per cena e solo se lui è sparito- stavolta scomparve davvero in
camera sua.
-
Bastardo, ma quanto ti odio! Ti odio, ODIO!!- urlò con quanto fiato in gola
il sedicenne, poi tornò a sedersi sul divano per scoppiare in lacrime come
un disperato. Subaru non sapendo che fare gli posò una mano sul capo
sedendosi vicino, poi alzò il testa per incontrare lo sguardo allibito di
Seishiro.
-
Amore, mi raggiungi un attimo in cucina?- chiese l’uomo. Subaru si alzò.
-
Ma che è successo?-
Subaru
si sedé su una sedia e raccontò di come, tornando a casa da un lavoro,
aveva trovato il ragazzo seduto davanti alla porta e di come questi lo aveva
supplicato di dargli la possibilità di parlare un attimo con Fuma; di come
Subaru, non potendo lasciarlo in strada, lo fece entrare e si accertò che
Tohru fosse al corrente di quello che risultò essere un colpo di testa del
ragazzo che era uscito di casa all’alba senza dire niente a nessuno; ma
tralasciò la parte di cui Kamui gli aveva confessato quello che provava e
quanto era accaduto la notte del primo dell’anno.
Poche
ore prima, a casa Sakurazuka, Kyoto.
-
Subaru-san, so che io e te ci conosciamo poco- disse Kamui asciugandosi una
lacrima- ma tu di certo mi puoi capire. Io gli voglio tanto bene a Fuma, ma
non come un fratello…mi fa tanto male il cuore quando non lo vedo e adesso
lui non mi vuole più vedere, non torna più a casa-
Subaru
sorrise di quell’amore così tenero che già dai i suoi primi incerti
passi sembrava così disperato a colui che lo viveva.
- Ma perché
Fuma-kun non vuole più vederti, Kamui-kun?Cosa è successo?-
- A
Capodanno, ci siamo dati un bacio- il ragazzino divenne tutto rosso- un
bacio vero!-
-
Capisco!- Subaru sorrise, anche al pensiero delle paure che Seishiro gli
aveva manifestato solo la sera prima. Si erano dati un bacio, ma che
tenerezza! Certo però che Fuma era proprio un caprone!! Ma non aveva
ripreso un po’ d’intraprendenza da suo padre?!?
- Kamui
resta qui qualche giorno, un po’ di convivenza forzata lo aiuterà ad
essere più ragionevole!-
- Grazie!-
- E così
gli ho detto che un po’ di convivenza forzata avrebbe aiutato le cose a
sistemarsi. Ho fatto male, amore mio?- Subaru terminò il suo racconto con
quella domanda usando non a caso “amore mio”.
- Orami è
qui, non posso certo cacciarlo?- sospirò Seishiro- Ma almeno hai capito
perché hanno litigato?-
- Chiedilo
a tuo figlio!- rispose sibillino il Sumeragi- A proposito, gli hai poi più
fatto quel discorso sul sesso?!- domandò nascondendo un sorrisino divertito
e andando a sedersi sulle ginocchia dell’uomo.
- Avevo
iniziato, ma poi siamo finiti a discutere di tutt’altro…-
- Allora,
se accetti un consiglio Seishiro, accantona l’argomento per un po’ e va
a fargliene uno più costruttivo sull’educazione. Si è comportato come un
villano!-
- Già!-
Sakurazuka puntò il gomito sul tavolo appoggiando pensosamente la testa sul
pugno chiuso- E’ stata una giornata così bella! Che stress! Se lo avessi
saputo, invece di un figlio mi sarei dedicato alla raccolta di francobolli!-
Subaru
visto che l’uomo faceva così bene il depresso decise di tiralo un po’
su.
-
Seishiro-san, per quel che vale, io ti amo!-
- Vale
moltissimo, tesoro mio, e lo sai!- gli rispose sussurrandogli le parole
proprio sulla bocca per poi baciarlo.
Durante la
cena l’atmosfera fu tesissima e nonostante tutti i suoi sforzi Seishiro
non riuscì a migliorarla di molto. Mai come in quel momento gli sarebbe
tornata utile la presenza di Hokuto!Dopo i quattro si riunirono in salone a
parlare del più e del meno, ma anche qui non era niente affatto facile.
C’erano molti argomenti che non si potevano toccare: Saya, Torhu (Seishiro
non aveva mai nascosto il suo fastidio per quella donna), la scuola (Kamui
che non era proprio il primo della classe svicolava sempre con
disinvoltura), perché il ragazzo fosse a Kyoto, perché avevano
litigato…e poi anche ammettendo che Sakurazuka fosse riuscito a intavolare
un discorso interessante per i più come si faceva a conversare se: tuo
figlio continuava a dare le spalle per occuparsi solo delle coccole al
gatto, il figlio della donna più antipatica che avesse conosciuto lanciava
sfrecciatine incomprensibili ai più tranne che al diretto interessato(
sempre più irritato ed irritabile), il tuo amante era al telefono per
lavoro con la …nonna! Seishiro scosse la testa quando un pensiero lo
fulminò.
- Fuma, tu
domani sei a scuola tutto il giorno?-
- Si-
rispose atono il ragazzo- ho una partita-
- Non c’è
problema!- intervenne Kamui alzandosi dalla poltrona- avevo già
preventivato tutto. Ho con me un piantina della città con i luoghi più
importanti da visitare. Non vi darò fastidio fino a cena-
- Sempre
ammesso che rientri qui dentro “a cena”- aggiunse Fuma con un sorrisetto
sardonico.
- Sempre
ammesso che non ti spacco la faccia prima!- controbatté di getto Kamui.
- La vedo
improbabile, nano!- Fuma si limitò a fissarlo negli occhi tanto a lungo e
tanto intensamente da far cambiar colore alle gote candide del ragazzo.
- Idiota!-
sbottò il sedicenne voltandosi da un’altra parte.
Seishiro ebbe la certezza che un importante
tassello del puzzle gli fosse sfuggito!
La mattina
seguente Fuma, che aveva finito per dormire sul divano pur di non dormire in
camera con Kamui, andò a scuola ancora prima del custode; Seishiro si
inventò un lavoro urgente dall’altra parte della città per evitare di
assistere ad un possibile scontro tra i “bambini”; Subaru si alzò con
tutta calma verso le otto e sorrise al biglietto che accompagnava la
colazione lasciata sul comodino dal suo compagno.
Amore,
un lavoro
urgente per chi sai tu mi trascina all’alba dall’altra parte della città.
Credo che in casa ci sarà burrasca, è la fine della nostra quiete
famigliare? Cosa ne sarà della nostra eterna luna di miele?Ti aspetto al
solito posto alle nove. Sono contento che non abbiamo più sedici anni!
Ti amo
S S
Anche Kamui
sia alzò con calma, sbirciò in tutte le cose in camera di Fuma e si mise
al ridere ripensando a che faccia aveva fatto quando il padre lo aveva
costretto a mettere in ordine la sua stanza. Un po’ gli dispiaceva che si
fosse ambientato così bene nella nuova casa, ma in fondo era contento perché
lo aveva trovato in forma e di buonumore, almeno quel nanosecondo prima che
lo vedesse! Sapeva che si sarebbe arrabbiato trovandoselo lì in casa, ma se
gli avesse telefonato per avvisare del suo arrivo, di certo si sarebbe dato
latitante. Insomma aveva agito di impulso, come al solito, e le cose non
potevano andare peggio, ma almeno lo aveva visto! Che sollievo vederlo
varcare quella porta così sorridente! Quanto tempo era passato
dall’ultima volta che lo aveva visto sorridere di cuore? Secoli!Gli
bastava avere pochi minuti per dirgli quanto desiderasse stare con lui,
quanto gli voleva bene e tutto sarebbe andato a posto. Ma questo lo sapeva
anche Fuma, testardo com’era non gli avrebbe concesso neanche mezzo
secondo in punto di morte, maledizione a lui! L’occhio gli cadde su una
foto di un compleanno di Kotori. C’era la sua sorellina sorridente al
centro, davanti alla torta, la zia Saya e la mamma ai lati e lui e Fuma in
piedi accanto alle donne. Fuma aveva scelto la foto migliore, sorridevano
tutti! A pensarci bene da quando Saya si era ammalata non avevano più
sorriso a quel modo. Come era bella la zia in quel visto a fiorellini, con i
capelli lasciati sciolti sulle
spalle, tutti quei braccialetti ai polsi (che ancora gli sembrava di
sentirne il tintinnio), gli occhi colmi di gioia come in poche persone gli
era capitato di vedere! Come era bella! Come era felice!
-E ora tutto questo- pensò
scivolando una mano sul vetro freddo del portafotografie- non c’e
più, ci sarà mai più!Ma come faccio a lasciarti da solo adesso che la tua
mamma è morta? Testone, me lo sai dire?!Non posso!-
Più tardi
il ragazzo scese in soggiorno e trovò Subaru ad aspettarlo.
- Ti
farebbe piacere se ti accompagnassi nel tuo giro turistico?-
- Si!-
esclamò Kamui stringendogli una mano per la contentezza.
Nello
stesso momento, qualcun altro stava movendo i suoi passi per scongiurare il
pericolo imminente.
- Che gli
sarà venuto in mente a quell’idiota di Kamui di presentarsi a casa di mio
padre? Vuole mandare al diavolo la nostra famiglia? Mi vuole far buttare
fuori a calci da Seishiro? Già quello ha fatto una faccia quando gli ho
detto che mi piace un ragazzo,
se poi scopre che il ragazzo in questione è il figlio della donna che meno
sopporta al mondo, mi disconosce!E la mamma si starà rigirando nella
tomba!- preso in questi pensieri Fuma raggiunse la sua metà. Spalancò la
porta dell’aula e guardò subito al terzo banco sulla sinistra, accanto
alla finestra.
Ecco la mia salvatrice!
Seduta al
suo posto, intenta a copiare i compiti di inglese, Shigure Himura era ancora
ignara di cosa sarebbe successo di lì a mezzo secondo.
-
Shigure-san, che bello, ti ho trovata!- Fuma le si parò davanti con il più
smagliante dei suoi sorrisi.
- E adesso che vuole questo?- pensò la ragazza fissandolo immota- Il diavolo se ti accarezza
vuole l’anima!- poi sorrise e con
noncuranza chiese- Posso aiutarti?-
- Fingi di
essere la mia ragazza!-
- Eh?-
- Ti
imploro Shigure-san, ti supplico, arriverò persino ad inginocchiarmi e a
chiedertelo in lacrime, devi essere la mia ragazza per un po’ di giorni.
So che non ti sto chiedendo la luna, non sai come sarebbe importante per me,
aiutami!-
Shigure lo
fissò incredula. Certo non era male l’idea di vedere il ragazzo più
desiderato dell’istituto inginocchiato e in lacrime per lei, ma infondo
era Fuma, un grosso infame con il viso di un angelo. Ci aveva pianto poco
lei per questo scemo lì davanti, che l’aveva scaricata per chi sa chi ma
al quale non gli riusciva proprio di dir di no!
- Senti, ma
posso chiedere il perché?-
- Sei la
mia più cara amica, a chi altro potrei chiederlo?-
- No, perché
a me (quello è scontato, neanche fossi tua sorella), perché ti serve una
ragazza? Non ne hai già una a Tokyo?-
- Questo è
il punto! Kamui è qui e mi serve una valida sostituta, una che possa
recitare la parte in maniera plausibile, ci devono credere tutti-
- Chi è
Kamui?-
-
Mio…fra..fratello…più o meno!-
- E tuo
fratello non sa che sei innamorato di una tipa a Tokyo e che qui non hai
nessuno?!-
- Ecco, cioè…-
Fuma non sapeva più che pesci pigliare, la sua storia faceva acqua
dappertutto- è che abbiamo litigato e non ci sentiamo da mesi, solo che lui
ora è venuto qui e…- Il ragazzo realizzò che tutta la classe lo stava
ascoltando- Vieni con me!- prese la ragazza per un polso e la trascinò via.
- Aspetta,
calmati, così mi spezzi il braccio!-
Giunti in
terrazza e certo che nessuno udisse, la fissò dritto negli occhi e mentì
nel modo più vergognoso del mondo (beh, qualcosa dal padre doveva averlo
ripreso!- NdA)
- Shigure-san,
è una storia terribile di cui non avrei mai voluto parlarti perché tengo
molto alla tua amicizia…Devi sapere che Kamui ed io non siamo veramente
fratelli, anzi non c’è legame di sangue fra noi due, ma siamo cresciuti
nella stessa casa come se lo fossimo. Subito dopo la morte della mia povera
madre è successo una cosa orribile…quello scellerato ha dichiarato di
essere innamorato di me e sua madre, presa d’ira per la scelta del suo
unico figlio maschio, mi ha cacciato dalla casa dove avevo vissuto fin da
bambino con la mia mamma. Ah, se la mamma sapesse! Sono contento che la
morte le abbia risparmiato questo terribile dolore!Così, come sai, sono
stato accolto in casa da quell’uomo, Seishiro, che anni fa mise in cinta
la mia adorata madre…Ora quel pazzo è tornato, è qui a Kyoto pronto a
proseguire il suo infausto e morboso desiderio. Se Seishiro sapesse, se
sapesse la verità…non accetterebbe mai un figlio omosessuale. Dice sempre
che almeno io mi devo comportare da uomo! Dovessi sentirlo quando fantastica
su i suoi futuri nipotini. Shigure-san fingi di essere la mia ragazza, Kamui
capirà che non c’è storia e andrà via, Seishiro non saprà mai nulla e
io potrò finalmente vivere in pace!-
Fuma terminò
la sua arringa e osservò di sottecchi la ragazza che si era avvicinata
pensosa alla ringhiera.
- Se la sarà bevuta?Non è che l’ho
fatta troppo melodrammatica? Sembra quasi la
trama di uno shojo manga!- pensò in
cuor suo il ragazzo.
Shigure si
voltò asciugandosi una lacrima- Perché non mi hai mai detto la verità?-
-
Shigure-san, mi vergognavo troppo!- rispose il Robert De Niro dei poveri con
un sospiro.
- Speriamo
che questo Kamui ci caschi e se vada presto!- Himura appoggiò la testa
contro il petto del ragazzo e strinse il torace con le braccia.
- Ma ci sarà cascata sul serio?- si chiese lui contraccambiando l’abbraccio- Ogni tanto mi
sembra che Shigure-san sia un po’ scema!-
- Certo
che te la potevi inventare meglio, Fuma-san! Ma come faccio a dir di no al
più bel ragazzo che io conosca, specie se questi mi chiede di essere la sua
ragazza?!Certo per finta, ma io intanto ne approfitto!Ci scappasse qualcosa
di più di soli baci…-
-
Shigure-san, grazie!-
- Prego!-
sorrise lei- ma che ne dici, in qualità di mio fidanzato, di smetterla con
gli onorifici?!-
-
D’accordo! Ora scappo, che ho lezione! Vieni dopo? Ho la partita!-
- Sarei venuta lo stesso!- il ragazzo si
dileguò e lei rimase pensosa a rimirare la punta delle sue scarpe- Pagherei
per sapere cosa c’è sotto?Non è che è lui quello innamorato di questo
Kamui? No, escluso! L’omosessualità non è mica una malattia genetica!-
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