Il figlio del Sakura

parte V

di Haruka


 

Il giorno seguente a colazione gli “sposini” erano alle prese con le effusioni mattutine dopo lo scambio dei regali per la festa degli innamorati.

- Allora, non mi hai detto neanche “grazie”. Ti è piaciuto il regalo?- Seishiro abbracciò il suo caro da dietro le spalle sprofondando il viso nell’incavo del collo.

- Smettila, Seishiro!- rise Sumeragi allontanandolo- Non ne approfittare sempre!-

- Ma amore…- protestò l’uomo con un occhio solo continuando imperterrito la sua esplorazione della pelle bianchissima sulla clavicola con le labbra.

Fuma entrò il cucina in quel momento. La scena era delle più comuni fra quei due di prima mattina, ma quella mattina in particolare il ragazzo non era particolarmente ben intenzionato verso il resto del mondo. Figuriamoci se poteva sopportare suo padre che limonava con Subaru quando lui aveva scaricato Shigure e Kamui nella stessa sera ( certo che sei un genio!- NdA).

- Ma la fate finita!- sbottò ad un tratto mettendosi a sedere. A Seishiro venne un mezzo infarto perché non si era accorto che era entrato e Subaru si colorì di tutte le tonalità del rosso.

- Buon-buongiorno, Fuma-kun!- riuscì infine a dire il venticinquenne.

Il ragazzo si voltò a fissarlo con aria truce.

- Se per te questo è un buongiorno, allora buongiorno Subaru-san, ma si dia il caso che per me sia un pessimo giorno, anzi da oggi fino alla fine della mia vita ci saranno solo pessimi giorni!-

Subaru deglutì due o tre volte e Seishiro alzò gli occhi al cielo.

- Incominciamo bene!- sospirò tra se e se- Che è successo ieri sera?- chiese poi con la massima calma.

- Di tutto! Ecco cosa, è semplicemente successo di tutto! Ci siamo lasciati con Shigure-

- Il giorno di San Valentino?!-

- Già! E poi ho litigato con Kamui per telefono, dunque- e qui fece una pausa per fissare in volto il padre- è ufficiale Seishiro, io a Tokyo non ci torno più. Rassegnati ad avermi tra i piedi per sempre!-

- Ah!- fu l’unico commentò che sfuggi a Sakurazuka senior.

- Ora vado a scuola, dove mi interrogheranno nell’unica materia in cui non sono preparato, un qualche gruppo di fighetti mi vorrà picchiare e un vecchio porco maniaco mi farà qualche profferta sessuale. Tanto peggio di così non potrebbe andare!- Parlottando in questo modo Fuma prese le sue cose ed uscì.

- Ma che gli è preso?- chiese Subaru allibito.

- L’adolescenza, che periodo infausto per un padre!- gemette Seishiro sprofondando su una sedia.

 

 

Diversi giorni dopo all’uscita da scuola Shigure si fece avanti una seconda volta.

- Fuma-san, di devo parlare!- 

Il ragazzo la fissò un attimo e poi la invitò a prendere un the.

- Non pensi che dovremmo riprovarci?- chiese lei quando ebbe trovato il coraggio di parlare.

- Direi proprio di no!-

- Capisco!-

- Non ti fissare su questa storia, Shigure-san, sei così carina che di ragazzi ne troverai a milioni…e molto più onesti di me!-

- Comunque, non sono arrabbiata Fuma-san, con te non potrei proprio-

- Donne, valle a capire!- esclamò lui sollevando la tazza con aria pensierosa.

- Quando mi hai detto “salutiamoci da buoni amici”, l’hai detto tanto per dire o pensi davvero che potremmo essere amici?- la ragazza fissò il suo interlocutore con aria preoccupata.

- Tu sei una grande amica per me, Shigure-san, e se per te va bene che siamo solo amici…-

- Mi accontenterò!- scherzò lei ritrovando il buon umore dopo giorni di ansie e paure.

- Che vuoi dire? Alla prima occasione mi salti addosso?!- inquisì lui con un vago sorriso sulle labbra.

- Non prometto nulla!- concluse Shigure posando la tazza sul piattino. Si pagò e uscirono.

- A domani, Shigure-san!-

- A domani!-

 

Una mezzora dopo, a casa Sakurazuka.

- Heylà, c’è nessuno?- Fuma entrò in salone lasciando cadere la giacca e la cartella su una sedia. Subaru stava sdraiato con gli occhi chiusi sul divano. Fuma lo fissò per un attimo chiedendosi se fosse vivo o morto. Sentendo una presenza vicina lo sciamano aprì gli occhi e, ancora una volta, da gennaio ormai, gli sembrò che Seishiro fosse tornato giovane come la prima volta che si erano incontrati. Scosse la testa al pensiero e si tirò su.

- Come è andata la scuola, Fuma-kun?-

- Non volevo disturbarti, Subaru-san, mi chiedevo solo se ti sentivi male. Comunque la scuola è andata bene, ho anche fatto pace con Shigure!-

Subaru sorrise facendogli spazio sul sofà.

- Sono solo un po’ stanco, non preoccuparti. Sono contento che le cose con Himura-san si siano risolte. Siediti qui!- Colpì un paio di volte il cuscino con il palmo della mano. Fuma si sedé incrociando una gamba sotto l’altra e appoggiò il gomito sulla spalliera.

- Brutta giornata a lavoro?-

L’uomo fece segno di si con la testa ma non aggiunse altro. Seishiro non voleva che gli raccontasse i particolari del suo mestiere.

- Tu dormi poco e mangi anche meno! Come ti terrai in piedi?!- sbuffò il ragazzo.

- Non ti ci mettere pure tu! Hokuto non fa altro che rimproverarmi!-

- A proposito, dov’è?-

- A casa di una sua amica!Dimmi di Himura-san-

- Ci siamo chiariti e… no, non siamo tornati insieme-

- E a te va bene così?-

- Sono stato io a lasciarla!-

- Ma che è successo a Tokyo?-

Fuma fissò l’uomo davanti a se per alcuni secondi con aria perplessa, poi ricordò dell’incredibile sensibilità di Sumeragi, non gli erano certo sfuggiti i suoi malumori.

- Se ti riferisci a Kamui…è successo che è tutto sbagliato, ma non ho molta voglia di parlarne. Per ora mi limito ad evitarlo poi si vedrà. Spero tanto che il tempo metta un po’ di sale in testa a tutti e due!-

- Piuttosto dimmi se il tempo ha un po’ lenito la perdita di tua madre-

- Devo ammettere a malincuore che mi sono abituato all’idea di averla persa. Ormai mi sento come se fossero secoli che è morta, invece è passato poco più di due mesi. La zia Torhu si dispera ancora, lei non me lo dice ma Kotori-chan mi ha riferito che è così. Sai cosa mi fa più paura? L’idea che un giorno mi sveglierò e non mi ricorderò più che faccia aveva mia madre, qualche volta faccio fatica a ricordare i particolari: ad esempio come erano le sue ciglia? E aveva delle  piccole rughe sul volto? Mi sembra di si, ma in verità non lo ricordo. E poi la sua voce…se non la sentirò più un giorno non sarò più in grado di riconoscerla. Tu penserai a cosa mi serva visto che è morta…-

- Non è vero!- intervenne Subaru agitandosi come ogni volta che lo si chiamava in causa in un discorso delicato- Sono pensieri molto belli!-

Fuma rimase fermo a guardarlo tornando con la mente a quando da bambino lo incontrò per la prima volta.

 

Casa Sakurazuaka, estate 1991

- Ecco, Subaru-kun, questo angioletto qui è Fuma! Mio figlio!-

Fuma, in braccio a suo padre, guardò incuriosito quel ragazzo dai grandi occhi verdi. Non aveva mai visto degli occhi così caldi e limpidi. Indossava una giacca rossa e un capello dello stesso colore e anche se faceva caldo portava i guanti.

- Piacere di conoscerti, Fuma-kun!- gli disse quel ragazzo con voce gentile, il bambino sorrise in ritorno e si voltò verso suo padre che lo sollevò più in alto.

- Sei tutto abbronzato!La colonia al mare ti ha fatto bene!- Fuma rise per il solletico che il padre gli stava facendo- Allora che te ne pare?- gli chiese poi allentandosi dal ragazzo.

- Boh!- rispose in tutta onestà il piccolo- A te piace papà?-

- Da morire!-

- Allora piace anche a me!- Seishiro rise di cuore baciandolo su una guancia.

 

- Qualcosa non va?- chiese gentilmente Subaru notando l’assenza del ragazzo.

- No, nulla! Stavo solo pensando!- Fuma gli sorrise e si alzò- Credo che mi metterò a studiare. Se ti serve aiuto, chiamami!-

Subaru accennò un sorriso e lo guardò uscire dalla stanza. Assomigliava a Seishiro sempre di più, assomigliava a quel Seishiro libero dall’influenza del Sakura che Subaru aveva più volte immaginato e una fitta al cuore gli attraversò il petto.

 

Casa Sakurazuaka, estate 1991

- Ecco, Subaru-kun, questo angioletto qui è Fuma! Mio figlio!-

Subaru guardò il bambino in braccio a Seishiro che ricambiava il suo sguardo. Non poteva avere più di otto, nove anni, i capelli castani e gli occhi di quel marrone enigmatico non lasciavano dubbi sulla sua parentela con il giovane veterinario.

- Piacere di conoscerti, Fuma-kun!- gli disse il ragazzo con voce gentile, il bambino sorrise in ritorno e si voltò verso suo padre che lo sollevò più in alto. Subaru rimase incantato da quella scena famigliare, un po’ perché non avendo mai conosciuto i propri genitori era molto sensibile a questi quadretti e poi perché non si aspettava che Seishiro fosse così affettuoso con un bambino. Lo conosceva come una persona gentile e garbata, sempre in vena di scherzare, ma non avrebbe mai immaginato che potesse avere un figlio. Sorrise vedendoli giocare e un pensiero attraversò la sua mente “ Una persona che ama così suo figlio, non può essere cattiva”. Questo pensiero condizionò molte sue scelte future.

 

Un paio di ore più tardi, Seishiro telefonò per dire che rincasava più tardi. Fuma si alzò dalla scrivania per riferire il messaggio a Subaru. Lo trovò in camera da letto sdraiato sul letto.

- Stai male, Subaru-san?-

Questi aprì stancamente gli occhi e annuì con il capo.

- I postumi del lavoro di oggi?- chiese ancora il ragazzo avvicinandosi- Seishiro ha telefonando dicendo che verrà più tardi. Non sapevo che stavi poco bene o gli avrei detto di tornare subito. Vuoi che chiami Hokuto-san?-

- No, lascia perdere. E’ solo stanchezza- Subaru si tirò a sedere vergognandosi della sua debolezza. Saya, la madre di Fuma, aveva trascorso gli ultimi mesi della sua vita in un letto di ospedale soffrendo a causa della sua malattia e Fuma l’aveva assistita come una persona adulta. Subaru trovò disdicevole mostrarsi quasi moribondo ad una persona che la sofferenza l’aveva conosciuta attraverso gli occhi di un proprio caro- Se tu volessi essere così gentile da portarmi qualcosa da magiare, sono certo che mi sentirò meglio!- Il voltò del ragazzo si illuminò sollevato da quelle parole.

- Resta comodo, faccio in un attimo!

Poco dopo, Fuma entrò con una vassoio fumante. 

- Brodo caldo, vedrai che ti sentirai meglio- appoggiò quel piccolo tavolino da letto sulle ginocchia dell’uomo e gli porse un tovagliolo. Questi gli sorrise e impugnò il cucchiaio, solo all’ora il ragazzo sede su una sedia e attese che finisse.

- Tu non mangi?-

- Più tardi, quando tornerà Seishiro-

- Sei stato molto gentile-

- Gentile sei stato tu a non lamentarti della mia cucina!-

Subaru abbassò lo sguardo per nascondere un leggero rossore. Quante volte Seishiro aveva scherzato sullo stesso argomento?! 

Fuma prese il vassoio e scese in cucina, al suo ritorno portava delle riviste.

- Le ho trovate in salone…se vuoi leggere-

- Grazie,ma non ho voglia!-

Fuma lo fissò perplesso- E’ difficile farti tornare il buonumore!- esclamò portandosi una mano dietro i capelli- Forse ci riesco! Anche Kamui è un vero musone, ma mi riesce sempre di fargli venire la voglia di ridere!- Un attimo dopo il ragazzo era rientrato nella camera con un libro fra le mani- Quando solo salito in camera mia per studiare mi è venuto in mente di frugare nello scatolone delle fotografie che non ho ancora aperto. La prima sera che ho dormito qui, decisi di non aprirlo finché non mi fossi sentito a casa, ma oggi mi è venuta una tale voglia di vedere la mamma…Ho trovato questo!- Gli porse quello che risultò essere un album fotografico- Le ho scattate la prima volta che sono venuto qui, cinque anni fa!-

Subaru sfogliò le pagine. C’erano fotografie della casa, di Hokuto, della signora Saya, del gatto, di Fuma, sue…

- Non ce n’è neanche una di Seishiro!Chissà come mai?- Fuma scrollò le spalle e Subaru, sollevato il volto per guardarlo, preferì non rispondere. Non esisteva alcuna foto che ritraeva il Sakurazukamori.

- Perché non ti siedi qui e le guardiamo con calma- propose l’uomo. Fuma avvicinò la sedia alla sponda del letto.

 

Seishiro rientrò verso le dieci e aprì con le proprie chiavi. Si stupì del silenzio della casa, non si sentiva la solita musica assordante dalla camera del figlio né la televisione dal salotto. Salì al piano di sopra e vide che solo la luce della sua camera era accesa. Possibile che Fuma fosse già a letto? Ho forse era uscito con gli amici? Già pronto a fare il terzo grado a Subaru e a ricordargli di non permettergli di uscire di sera senza il suo permesso, si bloccò sull’uscio. Il suo adorato Subaru e il suo unico figlio erano molto presi da un’insolita conversazione. Non che ci fosse mai stato astio tra i due ma non erano mai divenuti, per così dire, amici. Ora invece erano occupati in un’intensa discussione, tanto da non accorgersi di lui, come due vecchi compagni. Fu preso da un’improvvisa rabbia. Con poche falcate raggiunse il letto e con un gesto preciso della mano scagliò lontano il libro che Subaru teneva in mano. I due gli puntarono gli occhi addosso. Sentì il suo amante tremare nel profondo della sua anima, poi si voltò verso il figlio e due profondi e gelidi occhi nocciola lo fissarono con impassibilità.

- L’alteroscleresi?!-

- Cos…?- Come sempre davanti a quegli occhi così simili ai propri tacque

- Ti sembra questa l’ora di tornare Seishiro? Subaru-san si sente poco bene e io non ho cenato per aspettarti! Io mi vergognerei al tuo posto!-

Seishiro rimase immobile mentre il ragazzo si alzava dalla sedia senza distogliere lo sguardo. Sorrise. Quante sciocchezze aveva evitato di fare perché trattenuto da quello sguardo così fiero e intenso? Baciò sulla guancia il figlio e si chinò a baciare sulle labbra l’amante. L’ordine era ristabilito.

- Fuma, tu scendi, io arrivo subito per la cena- disse rivolto al ragazzo- Come stai, amore mio?Mangio un boccone e sono da te- 

Subaru gli strinse il capo con una mano e appoggiò la fronte sulle sue labbra.

- Tuo figlio è un tesoro… e tu sei la mia vita!- Dopo tanti anni Sumeragi aveva imparato a comprendere al volo quell’ambiguo e incoerente assassino!



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