Il figlio
del Sakura parte
IV di
Haruka
A
scuola ci furono dei giorni di gran confusione a causa del decesso del
preside e ogni studente proponeva la sua teoria sulla morte dell’uomo.
Quando Fuma tornò, l’ipotesi più accreditata era che la moglie lo
avesse avvelenato dopo averlo scoperto a letto con un uomo. Al ragazzo fu
chiaro che quel pomeriggio in presidenza era andato molto vicino a passare
un brutto quarto d’ora. Ora la cosa più importante da fare era
ritrovare quella ragazza che era intervenuta in suo favore il giorno della
rissa. Si recò da Miura, uno dei ragazzi che lo avevano offeso, e chiese
notizie a lui. Riuscì a scoprire come si chiamava e quale classe
frequentava.
-
Sto cercando Himura, me la puoi chiamare?- Fuma si affacciò alla porta
della seconda B e si rivolse alla prima ragazza che gli capitò a tirò,
questa balbettò un si e scomparve. Mezzo secondo dopo la ragazza che
stava cercando apparve sulla porta.
Alta
circa un metro e sessantacinque, dei lunghi capelli neri fermati da una
fascia sulla fronte, un volto pulito con due occhi castani e un nasino
all’insù, un sorriso gentile e cordiale.
-
Mi dispiace disturbarti, Himura, ho chiesto di te in giro e mi hanno detto
che eri qui-
-
Nessun disturbo Sakurazuka, anch’io ho chiesto di te in questi giorni,
ti hanno sospeso?-
-
Già. Ti volevo ringraziare per l’altro giorno. Hai avuto fegato-
-
No,non è vero! Conosco Miura dalle medie e si è sempre comportato come
un idiota, così, ecco…insomma mi ha fatto venire i cinque minuti e…-
-
Himura posso chiederti un appuntamento?- Lo stesso Fuma si stupì
dell’audacia con la quale aveva parlato.
-
Si, si, va bene!-
-
Dimmi tu quando, non sono ancora molto pratico dei posti che frequentano i
ragazzi qui a Kyoto -
-
Posso aspettare che finisci gli allenamenti e andiamo in un locale carino
non troppo lontano-
-
E’ parecchio che mi spii, eh?- Lei arrossì fino alla punta dei capelli.
-
Allora vivi a casa con tuo padre?-
Sakurazuka
e Himura sorseggiavano un tè seduti ad un tavolino di un bar molto carino
vicino alla biblioteca municipale.
-
Uhm, si!Non è il massimo ma non mi lamento!-
-
Conosco tuo padre, fa il veterinario no? Una volta ha curato il mio cane-
-
E’ ancora vivo il cane?-
-
Si, si certo!-
-
Strano, di solito muoiono sempre i pazienti di mio padre-
-
E’ vero che vive con un uomo?-
-
Subaru-san?!Oh, si! Come Romeo e Giulietta!Insopportabili!-
-
E tua mamma che dice?-
-
Che vuoi che dica?! E’ sempre stata molto contenta per loro due e anche
se non lo diceva mai, infondo, a Seishiro gli ha sempre voluto bene.
-
Non stanno più insieme?-
-
Hanno percorso due strade diverse che li hanno portati lontano, tutto
qua!Ora parlami di te, è più divertente!-
-
Oh, non direi! La mia è la tipica famiglia media giapponese: padre
funzionario in una ditta di elettronica, madre casalinga, un fratello più
piccolo pestifero. Tu hai fratelli, Sakurazuka?-
-
Una sorella- seguì un brevissimo ma lacerante secondo di silenzio- e un
fratello-
-
Si è fatto tardi, devo scappare!-
-
Ti accompagno a casa?-
-
No, veramente, non vorrei …ecco-
-
Allora ci rivediamo sabato?-
-
Si, sabato è perfetto!Ciao!-
A
quel sabato seguirono altri sabati e altri appuntamenti dopo gli
allenamenti e un paio di occasioni al cinema. Le telefonate fiume erano
all’ordine del giorno e Seishiro sorvegliava tra il preoccupato e il
divertito quella che Hokuto aveva dichiarato essere la prima cotta del suo
nipotino. Di buono c’era che il ragazzo si era molto calmato e a casa
tutto era tornato sereno.
-
Hokuto-san!-
-
Ah, ah! Il mio nipotino preferito, cosa posso fare per te?-
Fuma
entrò in salone mentre l’inarrestabile sorella Sumeragi stava provando
la sua ultima creazione sul povero Subaru.
-
Se hai un po’ di tempo libero, vorrei chiederti un consiglio. Avrei
voluto domandare a Kotori-chan, ma per telefono è tutto più complicato.
Mi serve un parere femminile!-
-
Oh, oh, oh! Sei venuto dalla persona giusta! Io so tutto sul gusto delle
donne! Spara!-
-
Fra poco è San Valentino. Shigure-san ha detto che non dovremmo regalarci
nulla perché è solo una festa commerciale, ma io sono certo che ci
rimarrebbe male se non le comprassi qualcosa, così mi chiedevo se ti
veniva qualche buona idea?-
-
Shigure-san?!Molto bene, siete già arrivati a chiamarvi per nome! Ottimo,
ragazzo! Ti stai movendo molto abilmente! Ora con questo regalo da me
pensato farai definitivamente breccia nel cuore della donzella!-
Hokuto
lasciò perdere l’abito che stava confezionando per girare nervosamente
in tondo nella sala alla ricerca di una grandiosa idea.
-
Fra breccia nel suo cuore?! Non esageriamo, Hokuto-san, è solo
un’amica!-
Subaru
sorrise. Era così felice che dopo tutto quel dolore Fuma avesse trovato
una persona a cui voler bene. In cuor suo, lo sciamano aveva sempre temuto
che, come già suo padre, anche lui non fosse in grado di provar alcun
tipo di sentimento. Sembrava proprio che i suoi dubbi andassero svanendo.
-
A proposito, Subaru-san, tu è papà uscite il 14, vero?-
-
Credo di si! Seishiro si inventa sempre qualcosa per festeggiare San
Valentino, quest’anno non farà eccezione!-
-
Già, anche la mamma e zia Torhu andavano sempre nel loro ristorante e
lasciavano noi tre a guardare la televisione fino a tardi, san Valentino
era sempre una gran festa per noi!Chissà come sta la zia? Dovrei
chiamarla!-
14
febbraio 1999 ore 18.00, casa Sakurazuka.
-
Hanno suonato alla porta!- tuonò Seishiro dalla cucina dove era intento a
confezionare i panini per la serata.
-
Vado io!- rispose Subaru scendendo le scale- Fuma è per te!-
Il
ragazzo si alzò dal tavolo della cucina e lisciò la stoffa dei
pantaloni.
-
Come sto?- chiese al padre passando una mano fra i capelli corvini.
Seishiro si voltò a osservare l’alta sagoma di quel giovane che andava
assomigliandogli ogni giorno di più. Sorrise fiero di sé.
-
Sei molto affascinante!-
Fuma
fece un gesto della mano come per dire che non era vero ed uscì.
-
Shigure-san! Accomodati!- Fuma entrò in salotto con fare spavaldo. La
ragazza era in piedi al centro della sala con il cappotto in mano. I
lunghissimi capelli neri erano sciolti sulle spalle e lungo le braccia,
sul viso appena un filo di trucco e negli occhi nocciola un lieve
imbarazzo.
-
Fuma-san sei un proprio un bell’uomo vestito così!-
-
Oh, sciocchezze! Hai già conosciuto Subaru-san, il compagno di mio
padre?- Mentre Fuma faceva le presentazioni, Seishiro aveva lasciato la
cucina. Si stupì e si rallegrò delle parole che il figlio aveva usato.
Guardò Subaru e gli sorrise con calore. Si avvicinò e cinse la vita del
suo adorato con un braccio. Una volta, tanti anni prima, Torhu lo aveva
pregato di non essere mai troppo espansivo con Subaru alla presenza degli
amichetti di Fuma, per non metterlo in imbarazzo. Questa volta le cose era
del tutto diverse, Fuma stesso lo aveva presentato come il suo compagno.
-
E questo è mio padre, Seishiro Sakurazuka!-
-
Molto piacere!-
-
Shigure Himura, piacere mio signor Sakurazuka!- La ragazza gli tese la
mano e l’uomo la strinse. Era una ragazzina di sedici anni come tante,
dall’aria intelligente e pulita, ma nulla di speciale. Chissà perché,
ma aveva sempre pensato che per il suo unico figlio ci volesse qualcuno di
veramente speciale. Si consolò al pensiero che si trattava solo di un
amore giovanile.
-
Allora vi accompagno io con la macchina!-
Camminando
nel vialetto di ingresso, Subaru si avvicinò a Seishiro.
-
Che te ne pare? Mi è sembrata molto educata-
-
Si, è carina, educata…assolutamente insignificante!Un bel ragazzo come
Fuma potrebbe aspirare a molto meglio!-
-
Immaginavo che non ti sarebbe piaciuta!- rise Sumeragi prendendolo sotto
braccio.
-
Perché?- chiese incredulo Seishiro.
-
Perché ti conosco!-
Pochi
passi indietro i due adolescenti si erano fermati perché Shigure aveva
lasciato cadere inavvertitamente un guanto. Fuma si chinò a raccoglierlo
e lei per ringraziarlo gli posò un leggero bacio su una guancia. Seishiro
si rigirò sconvolto verso il suo compagno.
-
Ma l’hai vista? L’ha baciato? La svergognata!-
Subaru
si limitò a ridire di gusto della gelosia paterna del suo amore.
Il
furgoncino bianco frenò davanti al cinema e i due ragazzi scesero.
-
Grazie del passaggio e divertitevi voi due!- salutò Fuma.
-
Grazie e buona serata!- gli fece eco Shigure.
Seishiro
li fissò per un attimo e sospirò.
Sembra che il nostro
cucciolo stia crescendo, Saya! Fra un po’ anche lui farà il suo
nido!Ah, Fuma ma perché non sei rimasto sempre bambino?!
La
macchina bianca continuò la sua corsa verso le colline della città (Ma
ci saranno le colline a Kyoto?Non mi sono presa la briga di controllare!NdA)
mentre il conducente continuava a ridire sul vestiario della
“fidanzatina” e il passeggero a lato non aveva mai riso tanto.
-
Ora basta parlare di Fuma-kun e Shigure-san!- tuonò Subaru scendendo
dalla macchina.
-
Va bene, va bene! Non ne parliamo più! Piuttosto stendiamo la coperta e
godiamoci il panorama- Seishiro tutto giulivo appoggiò il cestino con i
panini per terra e con l’aiuto dell’altro uomo sistemò il plaid
sull’erba in direzione delle luci di Kyoto. Era quello un luogo molto
tranquillo e silenzioso che Sakurazuka aveva scoperto qualche anno
addietro ed era divenuto la metà preferita per le uscite più romantiche,
lontano dai rumori della città, lontano dalle luci artificiali, lontano
dai telefoni e lontano da Hokuto (la quale era ancora all’oscuro della
precisa locazione del suddetto sito).
-
Hai spento quel maledetto cellulare, Subaru-kun?-
-
Si, stai tranquillo! Siamo solo io, tu e il cielo stellato!-
Tranquillizzato
sul versante “interruzioni”, Seishiro distribuì i panini e con tutta
calma si gustarono l’insolita cena.
-
Capisco che sia un posto romantico, Seishiro, ma fa un freddo cane! Siamo
in febbraio!-
-
Lo so! Ma avevo un tale bisogno di stare da solo con te…-
-
Senti, mangiare abbiamo mangiato, le stelle le abbiamo ammirate, il
panorama pure…che ne dici di stare solo con me in un luogo più caldo?-
Subaru si alzò in piedi invitando il compagno a fare lo stesso.
-
Tipo?- chiese con un sorriso l’uomo senza un occhio.
-
Uhmm…sotto le coperte nel nostro comodo lettino?!-
-
Ci sto!- Anche Seishiro si decise ad alzarsi da terra e in un solo
movimento avvolse il suo amato tra le braccia e lo baciò.
All’uscita
dal cinema la gente si stringeva stretta nei cappotti perché si era
alzato un fastidioso vento gelido.
-
Mamma mia, che vento!- si lamentò Shigure indossando i guanti.
-
Se ci sbrighiamo riusciamo a prendere il tram- le disse Fuma spingendola
avanti. Infatti il mezzo pubblico si era appena fermato dall’altro lato
della strada.Montarono su per un pelo e trovarono due posti a sedere
vicini, nonostante l’ora c’erano molte persone in giro.
-
Ti va se andiamo in quel locale dove fanno musica dal vivo? E’ molto
carino e possiamo prenderci qualcosa di caldo!- propose la ragazza.
-
Fa tu, Shigure-san!Lo sai sono poco pratico della città, decidi tu!-
-
Si, ma non vorrei costringerti a fare qualcosa che non vuoi…anche il
film l’ho scelto io!-
-
Mi è piaciuto il film! E quel locale è molto carino! Su non questioniamo
per tanto poco!- il ragazzo sorrise.
-
Fuma-san- Shigure lo guardò dritto negli occhi- c’è una cosa che devo
dirti da un po’-
-
Dimmi tutto, Shigure-san- la incoraggiò lui.
-
Tu mi piaci, Fuma, mi piaci tanto! Ecco, si, insomma, tu sei sempre così
gentile e disponibile che io alla fine…cioè mi piacevi già da prima
però, ecco conoscendoti meglio, insomma, oddio l’ho detto tutto
sbagliato!- Shigure si nascose il viso carminio tra le mani.
-
No, no. Non è vero! Ho capito! Anche tu mi piaci, Shigure-san!-
La
ragazza risollevò il volto raggiante.
-
Fantastico! No, no, aspetta! Così mi perdo il filo del discorso! Quello
che volevo dirti e che io mi sono innamorata di te!-
Fuma
fissò la ragazza per un lunghissimo secondo di inquietudine.
E adesso cosa le
dirai, Fuma?Quanto a lungo continuerai a prenderti gioco di questa
dolcissima ragazza?
In
un’altra parte della città anche l’inarrestabile Hokuto Sumeragi
stava festeggiando San Valentino con il suo eterno fidanzato, eterno nel
senso che non si vedeva il giorno per convolare a giuste nozze, nonostante
nonna Sumeragi spingesse fortemente in tal senso (almeno un nipote
fatemelo accasare!- NdNonna Sumeragi). Il fidanzato di Hokuto era un
ragazzo di circa venticinque anni dalla carnagione efebica e la salute
incerta, il giovane rampollo di una ricchissima famiglia della capitale:
Kakyou Kazuki. Carattere mite e remissivo, Kakyou era rimasto
letteralmente fulminato dall’atteggiamento esuberante e confusionario di
Hokuto, tanto che ne aveva fatto la sua unica ragione di vita. Hokuto
invece era rimasta colpita dalla dolcezza e dalla tristezza che traspariva
dagli occhi di lui e aveva deciso di dedicarsi anima e corpo per far
ritrovare il sorriso al suo caro amore. Si erano conosciuti in casa di lei
in occasione di una cerimonia ufficiale e dopo un corteggiamento molto
platonico si era giunti alla dichiarazione, da allora erano passati cinque
anni di coccole e tenerezze.
-
Ka-chan, ti piace il mio regalo?- civettò Hokuto facendo gli occhi dolci.
-
Si molto, mia adorata, anche se, naturalmente, lo sapevo già!-
Hokuto
incrociò le braccia al petto e mise il broncio.
-
E’ impossibile avere una relazione con un veggente, scopri tutte le
sorprese in anticipo!-
-
Oh, Hokuto-chan, perdonami, io ti amo tanto!-
-
Anch’io!-
-
Amore, dormi?-
-
Uhm, Subaru che vuoi ancora?Ho sonno!-
-
Amore, mi sono dimenticato di darti il tuo regalo!-
-
Domani, mio adorato, domani, ho un sonno terribile!-
Seishiro
tirò le coperte fin sopra la testa e Subaru sbuffò davanti
all’indolenza del suo amante. “Non mi sembra che prima avevi tanto
sonno!” avrebbe avuto voglia di dirgli buttando all’aria le coperte,
ma ripensandoci si era meritato il riposo che chiedeva! Così Sumeragi
decise di rinviare al giorno seguente lo scambio dei doni e si accoccolò
stretto stretto contro la schiena dell’altro uomo. Seishiro sentendosi
avvolto da quel noto calore sorrise soddisfatto di sé.
Seduti
su un tram che percorreva la città notturna, un giovane ragazzo era
davanti ad un bivio: confessare il suo tormentato segreto e porre fine ad
una relazione farsesca oppure ignorare le esigenze del cuore e inseguire
la ragione sapendo, però, di mentire?
Fuma
fissò la ragazza per un lunghissimo secondo di inquietudine, strinse il
pacchetto che nascondeva nella tasca del cappotto e inghiottì una o due
volte.
-
Io…io ti chiedo scusa dal più profondo del mio cuore, Shigure-san, ma
non posso ricambiare i tuoi sentimenti-
La
ragazza lo guardò incredula poi abbassando il volto si mosse nervosamente
nel sedile.
-
La nostra fermata- disse lui con voce atona, l’afferrò per un polso e
la condusse fuori dal veicolo. Alcuni passi in silenzio.
-
Perché?- chiese Shigure fermandosi al centro del marciapiede.
In
quel momento, per la prima volta, Fuma cercò veramente la risposta nel
suo cuore.
-
E’ molto duro ammetterlo per me, ma io sono innamorato di un’altra
persona che vive a Tokyo- Voltandosi a guardarla negli occhi il ragazzo
notò, con sua sorpresa, che lei non stava piangendo ma ricambiava lo
sguardo con dolcezza e apprensione.
-
Va avanti! Voglio sapere tutto!-
-
E’ una persona veramente speciale, dolcissima e tenera come un cucciolo
da proteggere. Mi guarda con i suoi grandi occhi e io vi vedo riflesso
tutto quello che c’è di bello al mondo. Quando stiamo insieme tutto
sembra perfetto e mi sembra che il tempo passi sempre troppo in fretta
oppure che si sia fermato nell’attimo esatto in cui mi ha sorriso. Ma
non possiamo stare insieme-
-
Perché no? Non ti lascerai mica spaventare dalla distanza?-
-
La distanza è quello che mi salva. Se ora io fossi a Tokyo, avrei già
commesso qualcosa di irreparabile. Qui non posso fargli del male-
-
Di cosa stai parlando?-
-
Ci conosciamo fin da piccoli, siamo cresciuti come fratelli. Capisci? Come
fratelli! E io ho infangato l’affetto che ci univa. Perché non ho
saputo accontentarmi di quello che mi era concesso? Se io tornassi a casa
anche una sola volta, distruggerei la sua felicità, perciò mi costringo
a vivere a casa con un uomo che, francamente, non riesco ad amare come un
padre-
-
Fuma, ma è terribile!-
-
Già! Ti avevo preso un pensiero per festeggiare San Valentino, ma
immagino che tu non voglia nulla da uno come me-
-
Non dire così, non biasimarti! Tu, in fondo, ti stai sacrificando per
tutti e due!-
-
Shigure-san, come sei cara! Mi dispiace ma non posso essere nulla più che
un amico per te. Salutiamoci qua, da buoni amici, vuoi?-
-
Si, si, come vuoi tu, salutiamoci da buoni amici!-
La
ragazza tra i singhiozzi pose la mano al ragazzo che la raccolse tra le
sue e l’abbracciò per poi lasciarla correre via.
La
strada di casa non gli sembrò mai tanto lunga, aprendo la porta
d’ingresso vide le scarpe degli “sposini” e sospirò. Pregando con
tutto se stesso di non incontrare il padre sveglio, si ritirò in camera
sua, si svestì e si mise a letto. Si rigirò a lungo fra le lenzuola non
potendo dormire, accese la luce e ascoltò il silenzio della casa. Si
rimise giù ma solo per un attimo, balzò fuori dal letto e alzò la
cornetta del telefono. La riabbassò, tornò indietro ma non resistette
alla tentazione. Tornò al telefono e compose il numero meccanicamente.
Era molto tardi, decise che non avrebbe fatto squillare a lungo.
Drin.
Drin.
Drin.
Era
pronto ad attaccare ma attese ancora.
Drin.
-
Pronto?-
Gli
si gelò il sangue e la gola si seccò.
-
Pronto?- ripeté la voce assonnata dall’altro capo del filo.
Non
riusciva a parlare, non riusciva ad riattaccare.
-
Fuma, se sei tu non riattaccare!-
Il
ragazzo strinse più forte la cornetta al suono del proprio nome
pronunciato dalla voce di Kamui.
-
Non dire nulla se non vuoi, parlo io semmai. Ho sperato tanto che tu
chiamassi. A dire il vero ho fatto il tuo numero tante volte in questo
mese e mezzo ma ho sempre riabbassato prima che qualcuno rispondesse. Ho
tante cose da dirti ma non me ne viene in mente una. Ho pensato molto a
quello che accaduto a Capodanno. Tu sei libero di amare chi vuoi, ma
io…io…- la voce fu rotta dal pianto.
-
Ti ho mentito!- la confessione giunse come una liberazione mentre il cuore
del ragazzo si spezzava e le guance erano rigate dalle lacrime più amare
della sua vita.
-
Perché?-
-
Volevo proteggerti-
-
Proteggermi?!Da cosa?-
-
E’ tutto sbagliato-
-
Non mi importa. Credi che sia stato facile per me accettare quello che
sento?-
-
Pensa alla zia e a Kotori-
-
Si, certo, la mamma…Kotori…-
-
Passerà-
-
Non lo so, Fuma, non mi sembra così semplice-
-
Non pretendo che lo sia, ma passerà-
-
In ogni caso, non sarà mai più come prima-
-
Mi dispiace tanto, Kamui! Non volevo che finisse così-
-
Finisse?Ma Fuma, tu non ci vuoi neanche provare?-
-
Provare? Ma ti va di scherzare?! Non ci pensare nemmeno!-
-
Vuoi ignorare così i nostri sentimenti?-
-
Vuoi metterti dentro quello testa dura che è una cosa impossibile oltre
che sbagliatissima?!-
-
No! No è vero! Testone! Bisogna lottare per ottenere quello che si
desidera!-
-
…richiamo io, un giorno di questi. ‘notte!-
La
comunicazione si interruppe.
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