Avvertenze! Come al solito i personaggi di Slam Dunk appartengono al mitico Takehiko Inoue e alla I.T.Planning Inc., tutti i diritti riservati, e alla Planet Manga per l'edizione italiana. Io non ci guadagno nulla, quindi per favore niente cause legali, vi prego!

 


Ruhana

parte V - Decisione

di ria


 

Hanamichi fissava sconsolato e depresso la porta di casa. Era chiusa, irrimediabilmente e sicuramente chiusa. Il problema era che le chiavi erano rimaste nella porta, ma all'interno. Era talmente sconvolto e scioccato per il suo incontro di prima mattina con Rukawa, che dopo essersi alzato dal pavimento, aveva deciso di uscire a prendere una boccata d'aria per schiarirsi le idee e pensare con calma. I muri di casa lo soffocavano e ogni volta che guardava il tappeto del salotto, vedeva lui e Rukawa con i corpi intrecciati, avvinghiati in un abbraccio appassionato. Che cosa poteva fare?
Sua madre faceva il turno di notte in ospedale ed erano già le otto di sera, a quell'ora era già al lavoro. La sola cosa che gli restava da fare era dormire all'aperto oppure andare da Yohei.
Mani in tasca, diede un calcio ad una pietra, ultimamente le cose per lui si erano fatte un po' difficili. Ma lui era sempre il grande Tensai, niente era impossibile per lui.
Continuò a camminare senza meta, stringendosi infreddolito nella divisa scolastica. Maledizione! Cominciava anche a piovere adesso, la sua solita fortuna! Doveva rientrare in fretta, sarebbe andato da Yohei per quella sera, il suo amico non si faceva certo problemi ad ospitarlo per una notte, era già successo altre volte.
Alzò gli occhi in tempo per accorgersi di essersi perso, era finito in una zona residenziale che non conosceva. Fischiò. Roba da ricchi. E adesso? Era talmente depresso che non sbottò in escandescenze come faceva di solito. Si appoggiò stremato ad un muro di una cancellata, cercando riparo dalla pioggia, non aveva fatto altro che camminare tutto il giorno, senza neanche mangiare. Aveva fame, sete, sonno e poteva prendersela solo con se stesso per essersi cacciato in quel guaio. Maledizione! Alzò gli occhi al cielo, si vedevano solo nuvole minacciose. Non avrebbe smesso tanto in fretta.
"Do'aho, che cosa ci fai qui?" sembrava il sussurro del vento, ma apparteneva ad una voce reale, ad una persona reale. Sakuragi si voltò di scatto sorpreso a quel suono improvviso nel silenzio della notte.
Rukawa era apparso nell'ombra, dall'altra parte del cancello.
"Mi sono perso." gli disse con il candore di un bimbo di 5 anni.
"Do'aho." Rukawa aprì il cancello, lo afferrò per il bavero della divisa, lo attirò verso di sè e gli schiacciò con tenerezza le labbra con le sue, mentre la pioggia scivolava su di loro e aggiungeva un sapore particolare a quel bacio. Hanamichi, ad occhi sgranati, si aggrappò alle sue spalle e lentamente aprì la bocca alla pressione invadente della lingua di Rukawa. Il primo contatto gli causò un brivido lungo la spina dorsale e chiuse gli occhi euforico, l'adrenalina che gli scorreva nel sangue, aveva riacquistato in un colpo la sua forza. Timidamente cominciò a ricambiare il bacio. Le sue mani, inconsciamente, erano salite dalle spalle alla nuca e giocavano con le ciocche seriche e bagnate dei capelli di Rukawa. Si staccarono un attimo per prendere fiato e Rukawa cominciò a leccare dolcemente le gocce di pioggia che gli scorrevano sul viso, Hanamichi gemette, il contatto di quella lingua calda e umida sulla sua pelle fredda gli aveva creato dentro una bolla di calore che era scesa dallo stomaco fino al bassoventre, facendolo irrigidire.
"Vieni." gli disse improvvisamente Rukawa, leccandogli le labbra e infilandovi lentamente la lingua. Lo staccò bruscamente.
"Dove?"
"A casa mia. Sei bagnato fradicio, do'aho!"
"Teme, kitsune, non venirmi a dire quello che devo fare!"
"Piantala! Avanti o ci prenderemo un accidenti restando qui!" lo afferrò per un braccio e lo trascinò dentro al cancello e poi in casa.
"Non sembrava che prima avessi tutta questa fretta!" gli ricordò sarcastico, nessuna reazione, solo un sopraciglio che si sollevava.
Fece appena in tempo a togliersi le scarpe all'ingresso, ma non ebbe modo di guardarsi intorno, notò solo che l'arredamento era in stile tradizionale e molto bello, prima che Rukawa continuasse a trascinarlo al piano superiore nella sua camera.
"Forza togliti i vestiti e vai a farti una doccia calda." gli disse mentre era impegnato a cercare asciugamani e indumenti di ricambio nell'armadio.
Sakuragi rimase un attimo interdetto. E adesso? Che cosa si era messo in testa? La colpa era in parte sua, lo sapeva. Era anche vero che se non si toglieva al più presto gli abiti bagnati si sarebbe preso un malanno. Ma era la prima volta che si trovava da solo con Rukawa in un luogo così intimo come una camera da letto.
Con circospezione cominciò a sbottonare la giacca, tenendo d'occhio le mosse di Rukawa, ma questi sembrava totalmente ignaro di lui e continuava a preparare il letto, stendendo due futon sul pavimento. Quando si voltò verso di lui e lo vide ancora vestito, inarcò un sopraciglio, mantenendo l'espressione impassibile.
"Che cosa stai aspettando, un invito formale? Guarda che non mordo!"
"Baka kitsune, chi ti credi di essere!"
"Un campione di basket, al contrario di te!"
"Nani?!" gli urlò rosso in faccia, poi si tappò comicamente la bocca e si guardò intorno.
"Beh, che cosa c'è?"
"Non vorrei... beh, aver disturbato i tuoi genitori..."
Il viso di Rukawa era rimasto impassibile, ma la bocca aveva assunto una piega amara "Non ti preoccupare, mio padre è un uomo d'affari e non è mai a casa, mia madre è morta quando ero piccolo e sono figlio unico, quindi siamo soli in casa."
"Ah."
Rukawa lo fissò interrogativo, e poi quando capì, si irrigidì "Vai a farti la doccia."
Sakuragi arrossì ancora di più, dalla vergogna, non avrebbe dovuto fare quel commento, ma molto spesso parlava prima di pensare, gli voltò le spalle e finì di spogliarsi lì, davanti a lui, rimanendo solo con i boxer bianchi.
"Dov'è il bagno?" gli chiese senza voltarsi. Silenzio. Arrischiò un'occhiata sopra una spalla e lo sorprese che fissava trasognato la sua schiena muscolosa.
"Beh?" sbottò imbarazzato da quell'esame minuzioso.
"Cosa?"
"Dov'è il bagno?" ripetè.
"La porta di fronte a te."
"Arigatou." Si chiuse dentro e si infilò sotto il getto caldo, lasciando che l'acqua lo riscaldasse a fondo, anche se aveva la faccia più rossa dei suoi capelli, dopo lo sguardo di Rukawa. Dopo 10 minuti uscì. Indeciso rimase a sgocciolare sul pavimento, con che cosa si asciugava?
"Oi, kitsune!"
"Che cosa vuoi?"
"Un asciugamano!" gli gridò irritato.
"Usa il mio accappatoio!" gli urlò di rimando seccato.
Sakuragi guardò in cagnesco l'accappatoio bianco appeso dietro la porta, come se questi avesse dovuto morderlo da un momento all'altro. Sbuffò insofferente e lo indossò, chiudendosi stretta la cintura. Si sentiva strano, non poteva giurarci ma sembrava quasi... annusò con sospetto il cappuccio e il tipico profumo che aveva imparato ad associare a Rukawa, sapone misto ad un aroma particolare, gli inondò le narici... causandogli un'erezione istantanea e una copiosa e abbondante perdita di sangue dal naso.
"Maledizione!" urlò e con affanno cercò di tamponare il flusso, ma aveva già combinato un pasticcio.
"Che cosa succede?!" Rukawa spalancò la porta del bagno e rimase a guardarlo allibito, registrando in un attimo il gonfiore sospetto all'altezza della vita e il sangue che gli colava dal naso. Poi fece una cosa del tutto inaspettata. Scoppiò a ridere. Rise talmente tanto da doversi piegare in due e tenersi la pancia. Hanamichi rimase lì imbambolato ad osservare lo spettacolo unico e irrepetibile di Rukawa in preda all'ilarità, non sembrava neanche più lo stesso ragazzo.
"Oi kitsune, che diavolo hai da ridere!" sbottò imbarazzato, ma l'altro non riusciva a fermarsi. Piano, piano l'ironia della situazione cominciò a colpire anche lui e iniziò a ridacchiare, poi a ridere e dopo un minuto era piegato in due anche lui, con le lacrime agli occhi per le risate, mentre tutta la tensione trovava questo piacevole sfogo. Hanamichi gli passò un braccio attorno al collo per reggersi in piedi, ma troppo esausti entrambi finirono a gambe levate sul futon, continuando a ridere.
"Oi... ah, ah, ah...kitsune..."
"Che... cosa... vuoi..."
"Lo sai che... è la prima volta... che ti vedo ridere...?" Rukawa lentamente tornò serio, voltò il viso per osservare Hanamichi steso al suo fianco, che continuava a ridacchiare senza fiato. Avvertendo un silenzio gelido provenire dal suo fianco, Sakuragi si voltò anche lui e incontrò lo sguardo scuro di Rukawa e la risata gli morì in gola.
"Sarà meglio dormire." stabilì Rukawa.
"Non ti fai una doccia calda anche tu?"
"Hn." si alzò e andò in bagno, dopo un momento Hanamichi sentì scorrere l'acqua. Che cosa gli era preso adesso? Si tolse l'accappatoio, si rimise i boxer e si infilò sotto le coperte. Si era già quasi addormentato, quando sentì Rukawa rientrare e a tentoni coricarsi al suo fianco.
Aveva smesso di piovere e adesso i raggi della luna illuminavano la stanza fiocamente. In quell'oscurità Sakuragi si voltò su un fianco, cercando di riprendere sonno, rimase a fissare i lineamenti pallidi di Rukawa, rilassati nel sonno, che sembravano splendere nel buio. Tutto sommato quella volpe era stato gentile con lui e dopo che avevano riso insieme non si sentiva neanche più a disagio a dover dormire nel suo stesso letto. Beh, quasi...
Era strano, in tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a lui, non ad Haruko, al basket, ad altro, ma solo a lui. Era da un po' di tempo che occupava i suoi pensieri. Sentì di nuovo una risata salirgli al petto e cercò di soffocarla nel cuscino per evitare di svegliare l'altro.
"Do'aho, che cos'hai da ridere?" chiese Rukawa perfettamente sveglio,
Hanamichi quasi si strangolò.
"Sei sveglio!?"
"No, parlo nel sonno, baka!"
"Io, beh... volevo dirti... arigatou per tutto..." sussurrò esitante. Se non glielo diceva adesso, non glielo avrebbe più detto. Sicuramente non durante gli allenamenti o le partite, quando era troppo impegnato ad insultarlo.
Silenzio.
Rukawa si alzò su un gomito per guardarlo bene in faccia, il volto di Hanamichi era rosso dall'imbarazzo, ma gli occhi erano mortalmente seri, diceva sul serio, non lo stava prendendo in giro e non lo stava neanche respingendo... Bloccò sul nascere ogni speranza, solo perchè riusciva a farlo reagire fisicamente non significava che quella testa rossa fosse pronto ad accoglierlo a braccia aperte.
"Come mai non mi insulti?" lo provocò.
Sakuragi strinse i denti, non voleva litigare, dopo che quella volpe era stato così gentile con lui.
"Perchè siamo soli." gli rispose brusco.
Rukawa lo fissò interrogativo e poi nei suoi occhi passò un'ombra.
"Ti vergogni di essere gentile con me?"
Sakuragi si alzò a sedere anche lui "Senti... non è questo... è che... insomma... quando mi sei attorno io... oh accidenti! Non posso e basta! Capirebbero subito tutti che io..." si interruppe pentito, aveva già detto anche troppo.
"Che tu cosa?"
"Niente!" ringhiò "Senti non ne voglio parlare!"
Rukawa lo fissò impassibile "Tanto è lo stesso."
"Lo stesso che cosa?"
"Le uniche parole che mi rivolgi sono insulti, hai ragione non è necessario parlare."
"Senti kitsune, neanche tu sei tanto tenero con me..."
"Già... è meglio lasciare le cose così come stanno..."
Sakuragi lo fissò serio "Perchè potrebbero cambiare in qualche modo?"
"Non lo so, l'unico che può dirlo sei tu."
"Io..." era chiaro, Rukawa gli aveva dimostrato chiaramente quali erano le intenzioni, non esistevano dubbi in proposito. Subito aveva pensato che lo prendesse in giro, ma adesso... Adesso toccava a lui fare una scelta. Poteva ignorare tutto e continuare come sempre, ad insultarlo, picchiarlo e tutto il resto, oppure... Perchè non riusciva mai a respingerlo? Non era normale, erano due ragazzi, eppure lo sconvolgeva in un modo in cui nessun altro riusciva a fare. Ripensò un attimo al bacio che si erano scambiati poco prima, gli metteva i brividi addosso solo a pensarci.
Rukawa osservò il gioco delle emozioni che passava sul suo viso e sospirò rassegnato, quella scimmia rossa non riusciva a decidersi.
"Non fa niente, dormiamo, è meglio..." si voltò dall'altra parte e cercò di rilassarsi, ma il sonno non veniva. Come se fosse facile riuscire a dormire con Sakuragi sdraiato al suo fianco! Era proprio un illuso! Non sapeva quante notti insonni aveva passato pensando a lui e ora che lo aveva nel suo letto tutto quello che riusciva a fare era cercare di dormire. Sakuragi aveva ragione a chiamarlo baka!
Un russare sordo e continuo lo distolse dai suoi pensieri. Si voltò sbalordito, Hanamichi dormiva già beatamente, braccia allargate e bocca aperta e russava pacificamente.
Gli diede un calcio in un gamba, ma non servì a niente. Lo scosse per farlo smettere, quel rumore avrebbe svegliato i morti, niente neanche quella volta.
"Oi!" gli gridò in un orecchio, scuotendolo e per tutta risposta Sakuragi si voltò di colpo e gettò un braccio e una gamba su di lui, ranicchiandosi contro il suo fianco e continuando a dormire.
Rukawa rimase lì a fissare il soffitto, beandosi di quell'abbraccio e di quel calore, beh per una notte poteva anche sopportare quel russare tremendo, se il premio era poter tenere Sakuragi fra le sue braccia. Si sistemò più comodamente e si voltò verso di lui, per fissare quel viso così espressivo, passandogli un braccio intorno alla vita. Dopo tanto tempo si sentiva finalmente in pace con se stesso, anche se solo per una notte aveva il suo do'aho tra le braccia. Si addormentò con il sorriso sulle labbra.

La luce del primo mattino che filtrava dalle tende svegliò Sakuragi. Rimase un attimo interdetto, non riconosceva il soffitto e neanche i mobili! Quella non era la sua camera!
Si rese conto anche di un altro particolare, c'era un peso caldo e... vivo sul suo stomaco e qualcuno gli stava respirando sul collo. Abbassò gli occhi e vide una testa nera annidata nell'incavo della sua spalla. Trattenne il fiato mentre gli tornava alla mente quello che era successo la sera prima. Era a casa di Rukawa! E quella volpe dormiva pacifica tra le sue braccia!
Non si mosse per timore di svegliarlo, sembrava così diverso da quando era sveglio. Lo strinse più vicino a sè e inconsciamente cominciò ad accarezzargli i capelli, non avrebbe più avuto un'altra occasione simile. Non era una sensazione spiacevole rimanere così ranicchiati uno vicino all'altro a dividere il calore delle coperte, avrebbe anche potuto abituarcisi...
Rukawa era sveglio già da un po' di tempo, ma non si era mosso per godere fino in fondo quell'abbraccio. Si era accorto subito del momento in cui si era svegliato Sakuragi e si era aspettato di essere spinto via in malo modo o al peggio di essere pestato fin dal mattino presto e invece...
E invece poteva assaporare ancora quella calma e quella pace, come se fossero una coppia di amanti di lunga data che trovano piacere nelle piccole cose quotidiane.
Sakuragi si crogiolò in quel bozzolo di tepore, era tranquillo e come si suol dire, la notte porta consiglio. Si era sempre sentito un po' solo, malgrado la sua banda e l'affetto di sua madre, gli mancava una persona a cui dare tutto l'amore che aveva dentro di sè. Aveva pensato di averla trovata in Haruko, ma si era sbagliato... Il basket e Rukawa avevano riempito tutta la sua vita e non si sentiva più inutile e solo, aveva uno scopo da perseguire e forse era stato abbastanza fortunato da trovare qualcuno in grado di stargli alla pari.
Gli posò un bacio leggero sui capelli e cercò di staccarsi senza disturbarlo, aveva una fame incredibile e si sentiva pieno di energia.
Due braccia sottili e bianche si avvolsero con forza attorno a lui, impedendogli di muoversi. Guardò Rukawa e lo vide perfettamente sveglio, gli occhi d'onice scintillante, fissi su di lui.
"Allora eri sveglio, kitsune!"
"Hn. Dove vai?"
"A preparare la colazione, ho fame!"
"Hn..."
"Ma non aspettarti sempre un trattamento del genere, baka!" gli scostò i capelli dalla fronte, in un gesto inconsueto di tenerezza "E non aspettarti neanche che io smetta di fare a pugni con te o di insultarti!" chiarì.
"Do'aho!" lo attirò verso di sè e lo baciò con tutto l'ardore che aveva trattenuto fino a quel momento, venendo ricambiato da un eguale entusiasmo.
"Forse... " Sakuragi si staccò per riprendere fiato e gli sorrise raggiante "... la colazione può anche aspettare..."
Rukawa non disse nulla, ma lo trascinò di nuovo giù tra le coperte per un altro famelico bacio.

owari.

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Per chi non conosce il giapponese: Kitsune= volpe Tensai= genio Do'hao= cretino Baka= scemo Teme= tu brutto... Nani= che cosa Arigatou= grazie.