Ru &
Baby di
Elyxyz
Che ci fa
Rukawa con un bebé? Che sia il frutto di una delle numerose ammiratrici
del Rukawa’s fan club? LEGGETE QUI e lo scoprirete….
ATTENZIONE:
Autoconclusiva, genere PG non-yaoi, ma con due finali alternativi: il
primo non-yaoi; il secondo, molto lievemente, yaoi, perché il mio
super-io freudiano mi impedisce di scrivere una lemon….
Ultima
cosa: “ ” = pensieri
< >= parole
corsivo= vocina
La
iella lo perseguitava. Un altro giorno così, e non sarebbe sopravvissuto.
Questo
fu il pensiero che attraversò la mente di Kaede Rukawa, mentre
svogliatamente faceva ritorno a casa.
Se
la fortuna era cieca, la scalogna ci vedeva benissimo.
Ru
pensò agli avvenimenti degli ultimi tre giorni. E sospirò.
C’era
poco da stare allegri…..Aveva preso 4 insufficienze di fila e rischiava
seriamente di non superare gli esami di metà trimestre; il nuovo
supplente di inglese ce l’aveva con lui, solo perché si era
addormentato un pochino durante la sua ora……. Già, erano 3 giorni che
non riusciva nemmeno a dormire bene. Proprio lui che dormiva anche
pedalando verso scuola! Ah, sì, aveva distrutto la bici contro un
semaforo il giorno prima, a causa di un colpo di sonno e adesso doveva
farsela a piedi…… Per non parlare degli allenamenti! Akagi sembrava
avercela con lui da quando avevano perso con il Ryonan e quel maledetto di
Sendoh.
Come
se la sconfitta non fosse sufficientemente una vergogna.
“Maledetto
Akira Sendoh!- pensò Rukawa- Io quello proprio lo odio!!!”
Per
concludere, la sera prima aveva frantumato il vetro della veranda mancando
un canestro e sua madre gliene aveva dette di tutti i colori.
“Non
l’avevo mai vista così arrabbiata- pensò Kaede- di solito è
abbastanza comprensiva, ma dopo la sua sfuriata, non oserei
contraddirla!!!”
Rukawa
ricordò le parole della madre, assai alterata per l’accaduto.
<
Kaede, come cavolo hai fatto a combinare un danno come questo? Ci vorranno
quasi 8000 yen (circa 740€) per ripararla!!! Se tuo padre viene a
saperlo, farà un infarto! Per fortuna che rientrerà solo tra una
settimana dall’Europa!>
Rukawa
non sapeva che dire. Aveva una faccia mista di contrizione per
l’accaduto e seccata per la predica.
Al
che, la donna disse:< Decidi tu! O lavori per tre mesi e te la ripaghi,
o farai quello che ti ordinerò io, cioè aiuterai tua zia Yoko che
arriverà domani, lei certamente avrà bisogno di te.>
Kaede
propese per la 2^ possibilità. (fine ricordo)
<Tanto,
peggio di così non può andare….> disse sottovoce, quasi più per
convincere sé stesso.
Subito
dopo, però, una saccente vocina interiore gli sussurrò malevola:<Ricorda,
non c’è MAI limite al peggio!>
Rukawa
preferì cancellare subito quell’idea, e la relegò nei recessi della
sua mente.
“Dopotutto,
la zia non avrebbe di certo preteso niente di eccezionale da lui” pensò
ingenuamente.
Poi,
però, per un attimo appena, la vocina petulante riprese la cantilena:<Non
c’è mai limite al peggio, attento!!!>
Rukawa
non ci pensò e liquidò la faccenda a cuor leggero.
Un
altro pensiero occupò la sua testa, mentre camminava lento verso casa.
Doveva sbrigarsi.
La
zia doveva essere già arrivata nel primo pomeriggio e adesso erano quasi
le 17.00.
Dopotutto,
aveva appena finito un allenamento massacrante e non aveva la forza (né
la voglia) di accelerare.
“La
zia Yoko- pensò- qual era?” Rukawa sapeva che la madre aveva due
sorelle che abitavano molto lontano dalla sua famiglia. La zia Yoko stava
per sposarsi con un riccastro e la zia Yuko era quella zitella e un po’
matta…. O era il contrario? Boh, lo avrebbe scoperto presto….a sue
spese.
Quando
arrivò al cancello della sua villetta, sentì il pianto di un bambino.
“Non
sapevo che i nuovi vicini avessero un bebè….Senti, strilla come
un’aquila, il marmocchio!!!” pensò tra sé, gioendo del fatto che lui
e i bambini piccoli non avevano mai avuto nulla a che spartire.
Quando
si accorse che il rumore proveniva da casa sua, la sua convinzione si
sciolse come un gelato ad agosto.
Quello
che vide in cucina lo traumatizzò: una donna pressoché identica a sua
madre teneva in braccio un bambino con un’orribile tutina verde e
gialla.
La
donna sorrise nel vederlo entrare e la madre disse: < Oh, era ora che
tornassi! La zia ti ha già scritto tutto quello che devi fare.> disse
in tono concitato e sbrigativo, che non ammetteva repliche.
La
zia gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia. <Ciao Kacchan.
Sei cresciuto tantissimo. Sembri un uomo, ormai!!!>
<Ti
credo!- disse la signora Rukawa- sono passati 12 anni dall’ultima volta
che ti sei degnata di venire a trovarci. Se Yuko non si sposasse, forse
niente ti avrebbe convinta a riunirci!>
E
le due si misero a ridere di cuore. C’era forte complicità tra loro,
malgrado la distanza che le separava.
Rukawa
sembrò interdetto e la zia riprese: < Ah, sì, scusa tesoro….Ti
presento Akirachan> e gli scaricò in braccio il fagottino verde.
Kaede
lo guardò un attimo appena: due occhi azzurro-ghiaccio, capelli neri come
le piume di un corvo, pelle chiarissima, quasi diafana…….. Era come
ritrovarsi in mano una sua foto a 6 mesi. Il che lo colpì molto.
La
zia lo distrasse dai suoi pensieri: < Ti somiglia molto, vero?! Non
temere, andrete d’accordo voi due!….>
Poi
si sporse per dare un bacio sulla fronte al bebè e prese le valigie in
mano.
Kaede
ritrovò il dono della parola: <Ehi, aspettate, che ci faccio io con
questo qui?!>
<Come
che ci fai?-disse la madre- Ti ho detto che avresti aiutato la zia, e tu
eri d’accordo! Lo sapevi che saremmo partite per aiutare la zia Yuko nei
preparativi del matrimonio…….Te l’ho detto, no?!>
<Sì,
ma non hai specificato che la zia arrivava con il “pacco-regalo”!>
mentre pensava che era più opportuno definirlo “pacco-fregatura”.
La
madre fece finta di non sentire il commento sarcastico e aggiunse solo:
< Due giorni passano in fretta, Kaede, e quest’esperienza ti servirà
per maturare……Ah, c’è scritto tutto quello di cui ha bisogno
Akirachan nel foglio in cucina sul tavolo. Le sue cose sono in camera mia.
Ti ho lasciato il numero di telefono dell’hotel dove pernotteremo, in
caso di necessità. E, se chiami, vedi che sia DAVVERO un’emergenza. Ti
telefoneremo noi per sapere come state. Mi raccomando, bimbo mio……
fa’ attenzione…..non è un pallone da basket!!!>
Detto
questo, se ne andarono con il taxi, che le aspettava in strada, verso
l’aeroporto.
Rukawa
aveva perso la lingua.
Cominciava
a pensare seriamente che, quando si tocca il fondo, non sempre si risale e
che, talvolta, bisogna cominciare a scavare…..
Il
pianto del bebè lo riportò alla realtà.
“Rognoso
marmocchio…..” Pensò tra sé. Iniziò a fissarlo con uno sguardo
truce che avrebbe innervosito un orso, figuriamoci un bambino!
Così
il pargoletto iniziò a strillare energicamente. Il che, fece perdere la
(già precaria) pazienza a Rukawa.
<No,
no, dai……ADESSO NO!!!> Kaede alzò improvvisamente la voce e, con
fare autorevole, incrociò lo sguardo con il fagottino in mano: < Datti
una calmata, se vuoi andare d’accordo con me. Ok?!>
In
tutta risposta, stranamente, il bebè smise di piangere e rimase a
contemplarlo ipnotizzato.
“Evvai!
-pensò Rukawa – 2 a 0 per me.”
<Ok,
così va meglio. Cerchiamo di fare un discorsetto da uomini, io e te.>
E si avviò verso il divano.
Si
sedette con il bambino ancora in braccio e lo posizionò davanti al suo
viso.
<Per
me, è una seccatura che tu sia qui….. Del resto, dubito che tu potessi
scegliere diversamente….. dove cavolo è tuo padre? La zia non era
zitella? Ricordami di chiederglielo quando torna.>
Il
bimbo si mosse nervosamente e Rukawa riprese: <Akirachan, guarda che
non ho ancora finito! (Dei, sembro mio padre quando mi fa le prediche!!!)
Ah, con quel nome che ti ritrovi, mi stai ancora più sulle scatole….
Lo
stesso nome di quell’antipatico e borioso di Sendoh. Ma quella scema di
tua madre, non poteva darti un nome più decente? Ok, infondo, non l’hai
mica scelto tu un nome tanto insulso…… Vabbé. Cerchiamo una pacifica
e tollerante convivenza……>
“47
ore e 26 minuti, non sono poi un’eternità…..”
Ma
la solita vocina interiore puntualizzò:< Però, potrebbero
diventarlo…>
A
Rukawa, quel pensiero diede fastidio. Possibile che non gli suggerisse mai
niente di positivo?
I
suoi pensieri furono interrotti da un rumore sospetto, seguito da uno
sgradevole odore difficile da confondere.
<Porca
miseria! Proprio adesso la dovevi fare?!>
In
tutta risposta, Akirachan fece un angelico sorriso. Rukawa rimase basito.
<Ok,
dai, so fare 100 canestri di fila, vuoi che non sappia cambiare un bebè?!>
Quello
che successe dopo, fu una rivelazione.
Rukawa
portò il bambino sul fasciatoio, posto in camera dei suoi genitori, ai
piedi del grande lettone matrimoniale in stile occidentale.
Prese
la nota scritta da Yoko e lesse: < Per il cambio:
-
1 pannolino nuovo;
-
la pomata contro le arrossature;
-
le salviettine umidificate.>
Preparò
tutto con cura e iniziò a sbottonare l’abitino giallo-verdognolo.
“Che colore assurdo!” pensò.
La
manica della tutina rimase impigliata nel braccialetto dorato, legato al
polso sinistro.
Kaede
vi armeggiò quasi 5 minuti per sfilarla……iniziò a sudare……..
Akirachan lo guardava, trafficare intorno, con fare tranquillo o, forse più
semplicemente, rassegnato.
Del
resto, i bambini piccoli non conoscono ancora i pericoli che possono
trovare………Beata innocenza…….
Rukawa
iniziò “l’operazione chirurgica”.
Quando
si ritrovò il pannolino in mano, per poco non svenne. “Cavolo! Che
puzza! Come può un essere tanto piccolo puzzare tanto?” Ok, non era
molto romantico come pensiero, ma terribilmente reale.
“Va
bene. Proseguiamo con la guida di zia Yoko” pensò.
<-
Prendere le salviettine;
-
Pulire accuratamente; “TZE, è una parola!!!”
-
Mettere una cremina contro le arrossature;
-
Posizionare il pannolino nuovo e chiuderlo.
Ok,
ragazzo mio, diamoci da fare che qui si fa notte!>
Kaede
prese la salviettina umidificata e, quando si avvicinò al bebè, qualcosa
attirò la sua attenzione.
Rukawa
rimase di sasso.
Poi
diventò come un pomodoro.
<A……. Aki……. Akira……. non dovevi dirmi qualcosa,
prima, quando ti ho fatto il discorsetto tra uomini?!- Lo shock lo fece
rinsavire- Come ho fatto a non accorgermene prima, quando ti ho sfilato il
pannolino?!>
Kaede
prese il polso del bebè e vi lesse nella targhetta dorata del
braccialetto il nome “ Akirasùka”.
<Penso
che io e tua madre, dovremmo fare proprio un bel discorsetto, quando
tornerà!>
Poi,
seriamente, disse ad alta voce: < Va bene, cuginetta, mettiamoti sto
coso e sia finita!>
Al
5° pannolino, in casa Rukawa, aleggiava la disperazione:
Akirasùka
aveva perso tutta la pazienza e piagnucolava e Kaede non sapeva più a che
santo votarsi.
A
quel punto, suonò il campanello.
“Merda!-pensò
Rukawa- chi sarà a quest’ora?!”
Andò
ad aprire la porta con Akirachan in braccio, avvolta in un asciugamano.
Hanamichi
Sakuragi. Che diavolo poteva volere da lui?! Non doveva neanche sapere che
lui abitava lì!!!
Sakuragi,
dal canto suo, superò l’imbarazzo dell’incontro, per lasciar posto
allo sbalordimento.
Perché
Rukawa aveva in braccio un bebè?! …..Che avesse una doppia vita?!
<Che
vuoi?> disse secco Rukawa.
<Baka
kitsune, hai dimenticato il portafoglio negli spogliatoi………. pensavo
potesse servirti.>
Kaede
ci rimase di sale.
Un
gesto gentile da Hanamichi. Stava sognando?!
<Nh………..
grazie. Ora ho da fare. Ciao.>
Kaede
fece per chiudere la porta, ma Hanamichi lo bloccò.
<Non
mi dici che cos’è quello?>
<E’
un bambino, Do’ aho, anzi, una bambina ed è mia cugina. Soddisfatto,
ora? Ciao.>
Aki
stava iniziando a piangere sempre di più e Rukawa non poteva perdere
altro tempo con quello scemo.
Hanamichi
gli chiese solo: < Vuoi una mano?>
<Perché?>
disse Ru.
<Mi
fai pena…………… No, mi fa pena lei, se è costretta a stare con
te. Guarda come la tieni! Dai, da’ qua.>
Con
fare rapido e sicuro, Hana si appropriò di Aki che, all’istante, smise
di piangere.
<Ciao,
bella!>
<Ehi!
Metti giù le mani da mia cugina!>
L’occhiata
di Sakuragi fulminò Rukawa.
Kaede
pensò tra sé: “Qualsiasi cosa accada, non disperare; il peggio deve
ancora arrivare!”
E
guardò scettico Hanamichi che armeggiava sul pannolino della bimba.
Sakuragi
fu una rivelazione.
Al
primo tentativo, riuscì a chiudere il maledetto pannolino e a rivestire
Aki in men che non si dica.
Rukawa
era scioccato: <Co…..come hai fatto?>
<Sono
un genio, lo sai………..> disse ridendo il rossino.
<Do’
aho> rispose Ru.
Hanamichi
lo ignorò.< La principessa sembra avere fame! Dov’è il biberon?>
E
in 5 minuti, Ru si ritrovò ad osservare, con la bocca aperta come un
baccalà, Hanamichi, comodamente seduto sulla sua poltrona con Aki in
braccio, che mangiava dal biberon in mano al rossino.
Sembravano
entrambi sicuri e soddisfatti di ciò che stavano facendo.
<Questa
me la devi spiegare!> sbottò Rukawa, che, di tutta la situazione, ne
aveva capito meno di zero.
Hana
disse con semplicità estrema: <Ho passato i primi 10 anni della mia
vita ad aiutare mia zia ad accudire le mie 3 cuginette. E ti assicuro che
sono delle pesti, in vero stile Sakuragi! Per questo, pappette e pannolini
non sono un mistero per me.>
<Ahhhhh>
rispose Rukawa, meravigliato.
Non
trovò altre parole.
Il
suo peggior rivale, il suo inferno personale, si era trasformato nel suo
salvatore part-time.
“Gli
dei, forse, cominciano ad essere clementi!” pensò Ru, proprio quando
Hanamichi disse: <E’ tardissimo!!! Se non torno a casa subito, mia
madre mi caccia!!!>
Senza
indugiare, passò Aki in braccio a Ru, dopo averle fatto fare il ruttino.
(Altro che ruttino, sembra uno scaricatore di porto!) e lo salutò.
Per
la prima volta in vita sua, Kaede gli disse: <No! Non lasciarmi qui
solo!………Chi la farà addormentare?!>
Hana
si impietosì e rispose: <Tornerò fra un paio d’ore per cambiarla e
addormentarla, sopravvivrai!>
Dopo
di che, corse via.
Rukawa
era inebetito dall’evento, poi fissò l’orologio alla parete: “ 119
minuti e 20 secondi, non son poi un’eternità…….” Ma potevano
diventarlo.
Hanamichi,
stranamente puntuale, si presentò due ore dopo davanti a casa Rukawa.
Stava
esitando, incerto se suonare o meno il campanello.
E
se avesse spaventato la piccola? Meglio entrare e basta.
Sakuragi
iniziò cercare i due profughi per tutta la casa e, quando li trovò,
rimase di stucco ad osservarli.
Rukawa
dormiva beatamente sul letto matrimoniale dei suoi genitori e, sopra i
suoi addominali, c’era Akirasùka, angelicamente persa nel mondo dei
sogni.
Hana
si soffermò sulla soglia a gustarsi la scena parecchi minuti, con un
sorriso a 48 denti stampato in faccia. Se lo Shohoku Team avesse visto il
volpino adesso…….. poi si sedette sulla sedia a dondolo vicino al
letto e riprese a guardare i due compagni addormentati.
Rukawa
era senza maglietta e la testolina di Aki era appoggiata ai suoi
pettorali. Ad ogni ritmico respiro, il corpicino andava su e giù, come un
cullare primordiale.
<Eh
già, kitsune, in quanto a dormire, sei sempre tu il maestro!!!> e rise
mentalmente del suo pensiero. Poi vide la maglia di Rukawa sporca di
omogeneizzato e 4 o 5 bavaglini, anch’essi macchiati.
Qualche
chiazza c’era pure sul pavimento e Sakuragi pensò ad una guerra
all’ultimo cucchiaio di pappa. Chissà chi aveva vinto?
Riordinò
un po’, cercando di fare più silenzio possibile.
Ad
un certo punto, Aki si ridestò.
Hana
la prese delicatamente in braccio: < Vieni, principessa, che ti cambio!
Lui, lascialo dormire ancora un po’, mi sa che, per la kitsune, sei
peggio di una partita contro il Kainan!!!>
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Poi,
i due tornarono nella camera adibita a nursery e si sedettero sulla sedia
a dondolo.
Il
cullare ritmico e ipnotizzante fece addormentare entrambi.
Poco
dopo, Rukawa aprì pigramente una palpebra, e scorse Sakuragi che teneva,
con fare protettivo, Aki in un abbraccio forte e sicuro.
Chi
avrebbe mai pensato che un pasticcione simile possedesse tante risorse?!
“
Beh, -pensò Kaede soddisfatto- dopotutto, non è poi così male, questo
Sakuragi…………”
owari????????
Ehi,
aspettate! Non è mica fìnita!
Per
chi si aspettava qualcosina di più tra le due matricole più eclettiche
dello Shohoku, legga qui sotto!!!!
Le
ultime righe sono un finale alternativo al primo.
Secondo
me, sono carini entrambi…… (E ti credo, li ho scritti io!) perciò
decidete voi se leggerne solo uno dei due, o entrambi.
Infondo,
sarebbe positivo anche un loro confronto, no?!
Per
i coraggiosi, perciò, ancora…… BUONA LETTURA!
RITORNATE
ALLE RIGHE TRATTEGGIATE INDIETRO E, DA LI’, RIPRENDETE LA LETTURA.
Sakuragi
ritornò con la bambina in braccio, vispa e pimpante. Ogni traccia di
sonno, era, infatti, sparita dai dolci occhietti.
Hana
la adagiò nel grande lettone e si sdraiò di lato affianco a lei,
puntellandosi con un gomito.
Rukawa
sembrava dormire della grossa, mentre il suo compagno di squadra giocava
con la bimba.
Sakurgi
iniziò a bisbigliare ad Akirasùka le sue prodezze nel basket, la sua
genialità nei rimbalzi, le stoppate titaniche su Maki e Uozumi…. In un
crescente delirio d’onnipotenza.
Il
volpino, intanto, pensava tra sé mentre fingeva di dormire: “ Continua
così, i tuoi racconti sono più soporiferi delle ninne nanne!” e rise
mentalmente a quel pensiero.
Hanamichi,
intanto, aveva ripreso a dondolare un orsetto per far sorridere Aki,
quando, per un istante appena, si tradì ad osservare il profilo
aristocratico del volpino, perché avrebbe voluto sfiorarlo?! Quel
pensiero lo inquietò, perciò decise di riconcentrarsi su Aki, finchè il
sonno non li vinse.
L’alba
sorprese Hanamichi che, col braccio sinistro abbracciava Kaede, a sua
volta sdraiato, di lato, a ridosso del rossino.
Rukawa
aveva il viso sprofondato nell’incavo del collo del compagno. Sembravano
dormire saporitamente.
Anche
Aki, sul loro petto, si gustava il momento.
Rukawa
non stava dormendo, in verità.
Socchiuse
appena gli occhi, per spiare i lineamenti del “suo” Do’ aho e per
chiedersi se il comportamento, dolce e protettivo della sera prima, in
realtà non fosse la vera natura del suo partner di squadra. Forse,
Hanamichi gli aveva concesso di vedere la sua intima caratterizzazione,
almeno per una volta.
Poi,
si accorse di come Sakuragi tenesse protettivamente stretta Aki e la cosa
lo commosse.
Sembravano
padre e figlia o due bambini?
Rukawa
sorrise e un pensiero attraversò la sua mente: “Potrei anche
innamorarmi di lui……..”
Owari (stavolta per davvero)
Disclaimer:
tutti i personaggi di Slam Dunk appartengono al sensei Inoue e agli aventi
diritto………..Tutti tranne Kawachan che è mio, mio, mio, miooooooooo.(
almeno nella mia mente malata o in un universo parallelo).
Chiarimenti:
la mia mentore personale mi ha fatto notare un paio di cosette, (grazie
N!!!) ;perciò le chiarisco:
il
primo finale è un po’ in sospeso. Però mi piaceva l’idea di
lasciarlo vago, per dare posto alla fantasia dei lettori.
La
sconfitta col Ryonan, invece, è inesistente. Mi serviva l’odio di Ru
per Sendoh, (per creare l’equivoco di nomi tra lui e Akirasùka) e la
scusa di una recente sconfitta ci stava bene.
La
storia, comunque, è ambientata più o meno a metà anno della prima: c’è
ancora Akagi, sono vicini agli esami di metà trimestre, e Ru ha già
conosciuto Hana quotidianamente, un po’ di tempo, ma non troppo.
Il
mio grazie alla mia mentore privata N, a mia sore-bestia, a Voce del
Silenzio, alle mie amiche…
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