Today is Ria day...buon compleanno Ria!!!

DESCLAIMER: "Papà Inoue... io sono stufa, STUFA!, capito? di lavorare gratis!!!
NOTE: Questa fic è per il compleanno di Ria. Tantissimi auguri, cara! Non è una fic bellissima, del resto è tanto che non scrivo su SD, ma spero ti piaccia ugualmente. E’ il mio modo per ringraziarti per il lavoro che fai senza sosta per noi che ci dilettiamo a scrivere fic, coltivando il sogno e la speranza che piacciano, che siano apprezzate e ci regalano momenti di svago ed evasione dalla vita reale. Veramente grazie! Auguri, Nuel

Grazie infinte a Violet che ci ha aiutate^^



Rosso = bello

di Nuel


Quel viaggio stava decisamente prendendo la piega sbagliata! Certo, i posti erano stupendi, le persone meravigliose, il cibo squisito, ma... il suo compagno di stanza... bhe, "poco collaborativo"!

Si era lasciato Sakuragi alle spalle alla fine del liceo, no? Allora perché quel mentecatto era tornato sulla sua strada e non si lasciava sedurre come doveva per aver osato tanto?

Insomma, all’università era riuscito a frequentare corsi diversi, benché si fossero ritrovati nella stessa facoltà, e passi pure di essere stati assunti dalla stessa ditta.... nello stesso ufficio....ma che il loro direttore li avesse definiti.... "complementari" era un po’ troppo no? Ed il risultato era di essere finiti nella stessa camera in quel maledetto viaggio-vacanza offerto dalla ditta!

Un viaggio davvero bello ed interessante, ma.... in quel paese c’era una spiccata propensione per tutto ciò che era rosso! Neppure c’era da dirlo che quell’egocentrico spaccone non la smetteva di pavoneggiarsi, di darsi un mucchio di arie e di fare il cascamorto con tutte le belle cameriere in tacchi a spillo....

Il viaggio in aereo era stato piuttosto lungo, ma comodo, non aveva neppure sofferto troppo considerando che erano ai capi opposti dell’aereo.... aveva dormito davvero con gusto! Poi c’erano state le infinite formalità del controllo passaporto, timbri, permessi... e Sakuragi aveva schiamazzato per tutto l’aeroporto, pensare che il loro accompagnatore li aveva avvertiti che da quelle parti le persone chiassose non erano viste di buon occhio... in effetti lui si era trovato perfettamente a suo agio: i russi erano un popolo silenzioso, perfettamente adattato al loro fantastico clima... caspita se lo stava apprezzando: quando faceva caldo c’erano tredici gradi! Il suo ideale! Ed il cielo era incredibile: nel giro di pochi minuti cambiava radicalmente, passando dal nuvoloso al sereno, alla pioggia, "mutevole come il cuore delle donne", dicevano lì.... aveva camminato tranquillamente sotto la pioggia ed in mezzo al vento, mentre Sakuragi starnazzava in cerca di un K-way che non si era portato.

Mosca si era subito rivelata una metropoli cosmopolita, non avevano neppure dovuto cambiare gli yen con i rubli: i negozi prendevano qualsiasi moneta e erano perfettamente informati su tutti i cambi.

Il primo problema era sorto quando la loro guida, guidandoli nella grande Piazza Rossa, aveva spiegato loro che "rosso", non indicava il colore rosso, bensì significava "bello"!

E naturalmente non poteva finire lì, no! Uno stravagante architetto moderno aveva costruito una lunga serie di fontane a commemorazione dei caduti dell’ultima Guerra, era la fontana delle lacrime di sangue ed avevano dovuto fare un’uscita notturna per ammirarla perché.... strategici faretti facevano sgorgare l’acqua di colore rosso!

Una persecuzione quale non aveva conosciuto neppure al liceo!

Naturalmente Sakuragi si gongolava e si divertiva come mai prima in vita sua!

Rukawa, invece, nonostante apparisse calmissimo, era sull’orlo di una crisi isterica!

Aveva resistito già una settimana, era riuscito a trattenersi persino quando, nel piccolo hotel di un villaggio di cui aveva già scordato il nome, nella periferia di Mosca, gli avevano dato una meravigliosa suit con.... letto matrimoniale!!! (Sakuragi si era addormentato come un sasso e lui aveva passato quasi tutta la notte chiuso in bagno a fissare il ridicolo rubinetto che, posto al centro del muro, tra lavandino e vasca da bagno, serviva per entrambi i sanitari!)

Ma ormai era la loro penultima sera: doveva riuscire a sedurlo quella notte o non ci sarebbe più stato tempo!

Per quella sera era stato inserito nel programma uno spettacolo di balletto classico in uno dei vari teatri di Pietroburgo, dove si erano spostati il giorno prima con un minuscolo autobus a due piani e con i vetri oscurati che, se a lui avevano consentito di dormire ancora meglio, avevano rovinato le foto di tanti altri.

Rukawa estrasse dalla valigia ancora perfettamente ordinata il suo abito scuro più elegante ed una camicia bianca con collo e polsi inamidati ed allontanò il pensiero delle sue svenevoli colleghe che non avrebbero fatto altro che ripetergli come era bello, quanto era elegante e simili ovvietà.

Gettò uno sguardo al suo compagno di stanza che stava gettando per ogni dove i miseri resti del contenuto della sua valigia e ne trasse un paio di pantaloni scuri spiegazzati ed una maglietta nera e mezze maniche che infilò sul petto nudo ed ancora umido della doccia. Il tessuto leggero aderì alla sua splendida muscolatura e Rukawa notò i piccoli capezzoli turgidi... colpa del freddo, si disse, ma non bastò ad impedire che a lui s’inturgidisse qualcos’altro. Chiuse gli occhi e sentì il rumore dello spray... il deodorante che usava Sakuragi.... un profumo che stava così bene sulla sua pelle... deglutì. Aveva bisogno di un po’ d’aria.

-Io scendo- Disse con tono piatto.

-Arrivo tra cinque minuti!- Rispose cordiale ed allegro l’altro.

Almeno, dai tempi del liceo, qualcosa era cambiato: ora riuscivano a scambiarsi qualche saluto!

La hall dell’albergo era affollata di gente, l’hotel Pribaltiskaja era una Babele in riva alla Neva.

Individuò il loro accompagnatore in mezzo alla folla multietnica: un piccolo giapponese sposato ad una biondissima ed altissima russa e lo raggiunse.

Poco dopo cominciarono ad arrivare anche gli altri del loro gruppo, tutti , più o meno, eleganti.

Rukawa individuò Sakuragi su uno dei ballatoi del primo piano, circondato da donne adoranti. Non tutte erano colleghe.

Camminava con passo sicuro e seducente e Rukawa avrebbe voluto sterminare tutte quelle galline che gli starnazzavano attorno.

Appena il gruppo fu al completo salirono sul pulmino riservato che li aspettava nel parcheggio dell’enorme hotel.

Assistettero allo spettacolo trattenendo il respiro per la bellezza delle coreografie e la perfezione dell’esecuzione. Il balletto era ritenuto quasi sacro dai russi e l’atmosfera del teatro lasciava trasparire tutta la passione per la danza di quella gente.

Persino Sakuragi si ritrovò a stare in silenzio per tutto il balletto.

Quando uscirono l’aria era frizzante e le stelle illuminavano il cielo terso.

Li attendeva la cena in un tipico ristorante Uzbeco.

Rukawa lasciò che Sakuragi prendesse posto ad un tavolo e prese posto accanto a lui.

Rapide come predatori due colleghe si sedettero al loro stesso tavolo, tutte sorrisi e civetterie.

Dopo la prima portata una musica improvvisa irruppe nella sala e subito comparve una ballerina in uno svolazzante abito rosso, che vorticando e contorcendosi, attirò l’attenzione di tutti eseguendo una danza simile alla danza del ventre.

Al termine dello spettacolo entrò la seconda portata e, mentre i camerieri facevano la spola tra i tavoli, una delle due donne al loro tavolo annunciò che andava ad incipriarsi il naso.

-Vengo anch’io!- Cinguettò l’altra.

-Chissà perché le donne vanno sempre in bagno in coppia!?- Mormorò Rukawa.

Sakuragi rise piano, guardandolo sorridente.

Anche Rukawa rise piano.

-Che novità volpe! Sai ridere! Però sono contento che siano andate in bagno assieme: siamo rimasti soli- Sakuragi si portò alle labbra il bicchiere di birra e Rukawa ritrattenne il fiato. Cosa intendeva la scimmia rossa?

-Sai Rukawa: al liceo ti detestavo!- Iniziò il rosso.

Rukawa trattenne un gemito.

-Ti detestavo perché volevo essere come te e non ci riuscivo- Continuò Sakuragi. -Poi, un giorno, mi sono detto, "Svegliati Hanamichi! Non sarai mai come lui!"- Gli sorrise e Rukawa capì che la birra gli stava sciogliendo la lingua, ma non era ubriaco.

-Non potevo essere come te perché ti avevo idealizzato. Credo succeda sempre quando ci si innamora...-

Rukawa sbiancò. -Tu.. tu... eri innamorato di me?!-

Sakuragi abbassò lo sguardo solo per rifocalizzare subito i suoi occhi. -Il mio primo vero amore-

-Perché non mi hai mai...-

-Detto niente? Dopo cinquanta rifiuti era più facile correre dietro ad Haruko che ammettere di amare il mio rivale-

Rukawa sentiva il cuore battere in modo anomalo nel petto.

-Anche...- Iniziò balbettando.

-Ormai è storia vecchia, beviamoci su, Rukawa!- Trangugiò il resto del boccale di birra in un’unica lunga sorsata.

Rukawa si rese conto che la notizia non gli spezzava il cuore.

-Anche io ero innamorato di te- Riuscì a dirgli con estrema facilità.

Sakuragi gli sorrise, uno di quei bei sorrisi larghi e sinceri.

-Ciò dimostra che eravamo due idioti!-

-Hai ragione!- Rukawa svuotò il suo boccale e poi tirò un sospiro.

-Per forza, volpe. io sono un genio!-

Rukawa scoppiò a ridere. In molti si girarono a guardarlo, tra i colleghi. Era piuttosto insolito che il compassato Rukawa ridesse così liberamente.

Però Rukawa rideva perché aveva capito una cosa: erano cresciuti e lui non amava più Sakuragi nella maniera in cui credeva. Erano molto più che innamorati che possono essere divisi da un banale litigio. Erano diventati quel genere di amici che non si separano mai, per nulla al mondo.

-Amici, Hana’?- Gli chiese porgendogli la mano.

Sakuragi fu più che felice di accettare quella mano pallida ed affusolata. -Amici, Kae’!-

Rukawa guardò con soddisfazione le loro mani strette assieme. Era la prima volta che si sentiva così bene. Per il resto, ci sarebbe stato tempo, se era la volontà del destino. Per il momento aveva trovato la cosa più preziosa per un uomo: un amico.

Fine


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