Disclaimer: i pg nn sono miei ma appartengono a Mr Inoue e agli aventi diritto.

 Tranne Akira ke è mio, mio, solo mio >_<!NdKy  E questo chi lo dice? è_è NdInoue Ohh, papino Inoue ^^;;;; NdKy  Ritira subito quello che hai detto #_# NdInoue  Mai >.< NdKy_ che scappa con Aki sotto il braccio_  Non sono un paccoooo C_ç NdAki

Dediche: a Rem che ha avuto la pazienza infinita di ascoltare il mio folle progetto da quando mi è venuto in mente (e cioè l’estate scorsa) e alla dolcissima Mad che legge e consiglia nonostante ci sia un certo pg che proprio non le va a genio.

Note: Hanamichi è un tantinello OOC, Kogure invece lo è completamente. Inoltre Kimi, per motivi puramente narrativi, ha la stessa età di Hana. Durante la narrazione ci sono scambi di pow tra Hana e Mitsui, e qualche volta interviene il narratore in terza persona ma tranquille che si capisce.

Buona tortu…ehm lettura^^



Rock band

parte II

di Kyra


 

“Hisashi-Anima Ardente-Mitsui” era la scritta che campeggiava a caratteri cubitali su quel cartello.

Ma anche se non fosse stata di così grandi dimensioni si sarebbe potuta vedere per kilometri e kilometri, constatò scioccato Hanamichi guardando incredulo ed inorridito quell’accozzaglia di colori.

Rosso e viola erano quelli che dominavano e non mancavano certo i disegnini decorativi! Oh Kami, pure le fiammelle con tanto di diavoletto e forcone…

Dov’erano finiti? Al manicomio? E Hisashi perché non diceva niente?

Si voltò dunque verso il cugino e quasi si accasciò al suolo nel vederlo lì, fermo, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.

Era anche un po’ palliduccio a dirla tutta…

Notò con sollievo che cominciava a muovere le labbra, sebbene non emettesse alcun suono ad eccezione di un balbettio incomprensibile..

 

-Cos…Che diam…Chi….?-

 

Improvvisamente udì una risata, si guardò intorno e vide un ragazzo uscire da una jeep parcheggiata lì accanto. Avanzava verso di loro ridacchiando e guardando Hisashi il quale sembrava non riprendersi dallo stato catatonico in cui era caduto.

Osservò attentamente il tipo in questione. Non era molto alto, aveva la pelle abbastanza scura e una strana capigliatura…

Sobbalzò nel sentire improvvisamente un ringhio alle sue spalle. Pensò fosse un dobermann impazzito, ed invece era solo il cugino che, denti digrignati, stava assumendo una tonalità tra il rosso e il verdognolo continuando ad emettere quel verso animale.

 

-Brutto nano! Ma cosa diamine ti è venuto in mente? Sempre con questi scherzi del cazzo, voialtri! Ma me la pagherete!-

 

-Non chiamarmi nano! DEMENTE!!- rispose questi  -Anche tu non sei cambiato di una virgola eh, anima ardente?- aggiunse poi,  divertito.

 

Il nanetto diede una pacca sulla spalla di Hisashi incurante del pericolo, per poi rivolgersi ad Hanamichi.

 

-Ci penso io a fare le presentazioni, altrimenti facciamo notte! Ryota Miyagi, piacere- disse porgendogli la mano.

 

-Hanamichi Sakuragi- si presentò il rossino, ancora incredulo, ricambiando la stretta.

 

-Tu devi essere il cugino di cui ha parlato nella lettera.-

 

-L’unico e il solo- ghignò

 

-Bene, direi di montare in macchina. Mitchi che ne diresti di lasciar stare quel palo e raccattare i tuoi pochi averi?- esclamò divertito Ryota rivolgendosi al moro.

 

Con la coda dell’occhio Hanamichi potè vedere che effettivamente il cugino stava sfogando le proprie ire su un innocente paletto, prendendolo ripetutamente a calci e borbottando parole senza senso per un orecchio umano.

Fortunatamente la cosa parve servirgli visto che dopo pochi istanti si staccò di lì e prese i bagagli, grugnendo qualcosa che assomigliava ad un assenso.

 

-E NON CHIAMARMI MITCHI!-

 

 

 

Hanamichi si sgranchì le braccia sbadigliando.

Erano in viaggio da un’oretta e la famosa baita non era ancora in vista. Fuori del finestrino nient’altro che verde.

Si sporse in avanti facendo capolino tra i due sedili anteriori. Ryota guidava in silenzio mentre Hisashi sembrava di nuovo assorto nei suoi pensieri. Il rossino si stava decisamente annoiando dunque pensò di passare il tempo facendo qualche domanda al nanetto.

Si sporse per poterlo osservare meglio e solo allora notò il tatuaggio che ricopriva l’avambraccio sinistro per tutta la sua lunghezza.

 

-Wow- esclamò

 

Ryota seguì il suo sguardo.

 

-Ti piace? L’ho fatto in Germania-

 

-Germania?- si stupì Hanamichi.

 

-Si, ci siamo stati qualche anno fa. Non so quanto questo qui ti abbia raccontato- disse indicando Mitsui – ma noi del gruppo ci si conosce fin dalle medie e non c’è cosa che non abbiamo fatto insieme. Siamo molto uniti e così sarà sempre- concluse serio.

 

-Sono curioso di conoscere la nuova formazione. Come mai non sono venuti a farmi la festa con te?- domandò improvvisamente il moro.

 

-Perché, non sei contento che sia venuto io a prenderti? Il tuo tastierista preferito?- sogghignò.

 

Mitsui si schiaffò una mano sulla bocca, rimangiando la risposta pungente che gli era salita alle labbra e si limitò a rivolgergli una semplice smorfia.

 

-Sono andati nel paese vicino per fare provviste…Ci siamo un po’ preoccupati visto che hai scritto che tuo cugino è un pozzo senza fondo- sogghignò ancora l’altro occhieggiando l’espressione del rosso.

 

-Eh?- tuonò infatti Hanamichi, risentito.

 

-Ahahaha dai Hanamichi, non prendertela, era uno scherzo. Siamo rientrati ieri sera dalla tournè e in casa mancava tutto così mentre io sono venuto a prendervi loro sono andati a fare spese, tutto qui-spiegò -Comunque non dovrebbero fare molto tardi, sono simpatici, vedrai. Solo…-

 

Ma il tastierista non riuscì a concludere la frase, interrotto da un rombo.

 

-Lupus in fabula- mormorò dopo aver dato un’occhiata allo specchietto retrovisore.

 

Hanamichi si voltò incuriosito, ma tutto ciò che riuscì a vedere furono tre moto di grossa cilindrata che li sorpassarono.

Ryota diede un colpo di clacson e due dei motociclisti, coperti dal casco, rallentarono tanto da accostarsi all’auto accennando un saluto, mentre l’altro impennò aumentando la velocità.

 

-Mangia la polvere!- gridarono mostrando il dito medio per poi accellerare.

 

-Kiminobu questa me la pagate!! A chi arriva prima!- urlò Ryota indispettito da quel gesto, ingranando la quinta e lanciando la vettura in una corsa folle.

 

Mitsui si voltò di scatto, profondamente stupito.

 

-Kiminobu?-

 

Guardò qualche istante il volto dell’amico, troppo concentrato alla guida per accorgersi di quel turbamento, per poi rivolgere la propria attenzione ai motociclisti.

Intanto Hanamichi, spaventato dalla velocità e dalle curve a gomito, si schiacciò contro il sediolino afferrando prontamente la cintura di sicurezza e stringendosela alla vita. Le motociclette li distanziavano di parecchio ma il nanetto non sembrava tipo da demordere tanto facilmente.

Affascinato, non poté distogliere lo sguardo da quelle eleganti figure fasciate di nero, finché queste non sparirono definitivamente dall’orizzonte impennando. Certo che quei tipi non avevano paura di niente! Sembrava persino che ci fossero abituati!

Osservò il cugino che, braccia conserte ed espressione impassibile, guardava il panorama (see, il panorama -.- NdKy ke cosa vorresti dire? è_è NdMitsui Moi? Niente ^_^NdKy). Ryota era concentrato al massimo sulla guida ma sembrava divertirsi, e parecchio anche…

 

-Non ti starai mica spaventando, Hanamichi… - gli chiese Hisashi senza voltarsi.

 

Negò deciso.

Certo che era spaventato.. Anzi, no, terrorizzato per l’esattezza!!

Ma non l’avrebbe ammesso per nessuna ragione al mondo.

 

-Buahahahaha!- rise sguaiatamente, sperando che se la bevesse       -Spaventato io? Andiamo.. Il tensai non ha paura di niente!-

 

-Sarà..-

 

No, non se l’era bevuta…

 

 

L’auto non rallentò nonostante la gara fosse ormai persa e, dopo una mezz’oretta, giunsero nei pressi della famosa baita.

Era molto diversa da come aveva pensato fosse. Si era immaginato qualcosa di più rustico, mentre ora si trovava dinanzi una villetta a due piani.

Parcheggiarono in un piccolo garage sul retro dove vi erano anche delle motociclette, sicuramente le stesse che avevano incrociato un’oretta fa. Scaricarono i bagagli ed entrarono in casa attraverso una porta interna della rimessa.

Hisashi si muoveva a suo agio, certo, ci aveva vissuto in quel posto ma lui era molto imbarazzato e non sapeva come comportarsi.

La casa era arredata con molto gusto, ariosa e dotata di ampie vetrate. Nel salotto vi erano dei divani all’occidentale e un tavolino basso, ma ciò che lo colpì fu il modernissimo impianto stereo che troneggiava su di una parete attrezzata.

Salirono al primo piano e portarono le valige in una camera da letto piuttosto spaziosa, infine ridiscesero raggiungendo Ryota in quella che doveva essere la cucina.

Hanamichi si sentiva stranamente inquieto: non avevano ancora incontrato nessuno degli altri abitanti della casa ed era così impaziente di conoscerli! Il suo desiderio si avverò in parte quando scorse il basso tastierista parlare con un ragazzo più alto e con degli strani aculei ritti in testa (Waaaaaaaaa *_*NdKy -_____- NdTutti). Il nanetto parve accorgersi di loro perché li guardò sorridendo, sorriso che impallidì quando anche l’altro, incuriosito, si voltò mostrando una fila bianchissima di denti. E, Kami, quanti ne aveva!

Sorriso a parte, era davvero un bel ragazzo, nonostante quella capigliatura da porcospino. Era alto, alto quanto lui, e ce ne voleva per esserlo, la pelle bianca, gli allegri occhi blu, labbra carnose, fisico slanciato e muscoloso.

In poche parole, uno schianto.

 

-Hisashi Mitsui!- strillò lo schianto in questione abbracciando quel teppista di suo cugino.

 

Hisashi sembrava sorpreso da quel gesto, ma dopo qualche istante ricambiò l’abbraccio per poi staccarsene bruscamente.

 

-E basta con le smancerie adesso! Piuttosto, dove sono questi famosi nuovi componenti?- disse il bassita, impaziente.

 

-Tu devi essere Hanamichi!- continuò quello senza curarsi del moro.

 

-Ahahahaha la mia fama mi ha preceduto!- rispose il rossino.

 

-Già…- annuì attonito -Comunque piacere, Akira Sendoh- si presentò accentuando quel sorriso improbabile.

 

-Mah…saranno a farsi una doccia- disse Ryota porgendo loro delle birre.

 

Il tastierista aveva infatti notato il pericoloso pulsare di una vena sul collo di Anima Ardente Mitsui e aveva deciso di intervenire per evitare una rissa. Certo non perché fosse preoccupato per i loro bei faccini, piuttosto lo era per i mobili.

Si sedettero al tavolo, parlando del più e del meno, rievocando vecchi ricordi. Hanamichi era subito entrato in sintonia con i ragazzi, aveva riso come un matto alle loro battute e agli aneddoti che avevano raccontato, gli sembrava di trovarsi tra vecchi amici. Akira oltre che bello si era rivelato anche simpatico, e aveva subito trovato in Ryota un complice per gli scherzi. Anche Hisashi si stava divertendo nonostante, fino a qualche istante prima, fosse perso come al solito nei suoi pensieri. Chissà poi che aveva tanto da rimuginare…

Tra un’elucubrazione e l’altra, non si accorse delle due persone che erano entrate nella stanza. Fu un insolito e leggero odore di vaniglia(*) a riportarlo con i piedi per terra. Quando alzò lo sguardo incontrò degli occhi blu come il mare in tempesta, gemme lucenti incastonate su un volto dalla pelle diafana, e capelli neri come l’ebano che contribuivano a dare un’aria surreale a quella magnifica creatura. Percorse ammaliato quel corpo fasciato dai jeans e nient’altro, il petto glabro, gli addominali scolpiti, gli arti muscolosi, infine riportò la propria attenzione su quegli occhi così particolari, simili a quelli di una volpe. Era molto alto, ma a differenza di Akira sembrava un tipetto piuttosto glaciale.

Accanto a lui stava un ragazzo meno alto, capelli castani e occhi nocciola. Aveva un espressione aperta e gentile. Gli sorrise e Hanamichi non poté non ricambiare.

Ryota li presentò come Kaede Rukawa e Kiminobu Kogure.

E così quella meraviglia di ragazzo si chiamava Kaede… strano nome per un uomo. Eppure…eppure quel volto e quel nome non gli erano nuovi. Chissà, magari Hisashi gliene aveva parlato ma non se ne ricordava. Ma no, impossibile. Per quanto ne sapeva sia lui che l’altro ragazzo erano nuovi componenti, dunque dov’è che l’aveva visto?

Era appoggiato alla credenza proprio di fronte a lui, le braccia conserte sul petto nudo e il volto impassibile. Lo vide alzare una mano per scostare la frangia corvina e solo allora notò il simbolo tatuato nella parte interna del polso. Inoltre con quel gesto aveva scoperto l’orecchio sinistro, su cui spiccavano tre orecchini neri che creavano un affascinante contrasto con la pelle chiara.

Quel tatuaggio così particolare, quel fisico da infarto, quegli occhi…Certo! Era il ragazzo stampato sulla rivista, lo stesso che si era mangiato con gli occhi durante tutto il viaggio in treno, quello per cui il cugino l’aveva tanto preso in giro.

Ricordò lo scambio di battute susseguitesi e capì che effettivamente il teppista non doveva conoscerlo.. Improvvisamente sentì una mano poggiarsi sulla propria spalla, si voltò ritrovandosi dinanzi il porcospino sorridente che gli fece un occhiolino complice. OH PORCAPALETTA! Non si era accorto di aver fissato Rukawa per tutto il tempo. Arrossì fino alla punta delle orecchie, facendo diventare il suo viso un tutt’uno con i capelli. A dirla tutta sembravano essersene accorti tutti, tranne Rukawa stesso.

Anche Hisashi lo stava fissando, ma aveva un espressione rabbuiata. Era come se la cosa non gli andasse a genio, ma non ci fece molto caso distratto dalle sommesse prese in giro di Akira e Ryota. Non sapeva più che pesci pigliare per togliersi da quell’imbarazzante situazione, e il fatto che quello se ne stesse lì senza dir niente lo metteva parecchio in agitazione. Per fortuna Kiminobu venne in suo soccorso proponendo al gruppo di uscire.

L’idea venne accolta con entusiasmo, soprattutto da Hanamichi che sperava così di poterne approfittare per scambiare qualche parola con quella silenziosa kitsune.

 

 

Il rosso era andato a farsi la doccia da un bel po’ ormai, ma quanto ci metteva?! Tsk, sicuramente voleva “farsi bello” per Kaede-cuore di ghiaccio-Rukawa. Sogghignò.

No, Hisashi Mitsui non aveva alcun diritto di pensare o dire certe cose, soprattutto se riguardavano Kaede. Incredibile ma vero, era esattamente lo stesso ragazzo che figurava sulla rivista comprata quella mattina e su cui Hanamichi aveva sbavato. Inizialmente non l’aveva riconosciuto, scherzandoci anche sopra. Che idiota! Ma poi, quando aveva letto il nome gli era venuto un colpo.

Il cantante della band, non riusciva ancora a credere che fosse diventato il cantante della band. Non l’avrebbe mai detto, soprattutto dopo quello che era successo. Forse però la sua profonda amicizia con Akira e il legame che aveva con gli altri l’aveva spinto ad assumere quel ruolo. Dopotutto nessun’altro avrebbe potuto farlo. Stesso discorso per Kiminobu.

Aveva dell’incredibile che quel timido ragazzino fosse il batterista. Se lo ricordava ancora con quei buffi occhiali e un candido sorriso, con il blocco da disegno sempre a portata di mano. Oh certo, di timido adesso non aveva proprio nulla, aggiunse ripensando alla gara motociclistica svoltasi nel pomeriggio. Inoltre gli occhiali erano spariti rivelando caldi occhi nocciola, e quel sorriso non aveva certamente più niente di candido.

Batterista, gran motociclista e idolo delle ragazze, quante cose erano cambiate. Non aveva potuto credere alle proprie orecchie quando, poco prima in cucina, Ryota e Akira avevano decantato le sue lodi di amatore brindando all’ennesima ragazza sedotta e abbandonata. E Kiminobu non era arrossito imbarazzato, no, aveva riso e brindato con gli altri. L’aveva trattato con cortesia, ma mai gli era sembrato così freddo e distante.

Dov’era finito quel ragazzino che gli girava sempre intorno rivolgendogli mille domande? E quello sguardo tutto speciale che riservava solo a lui? Dov’era finito il suo dolce Kimi-kun?

Quando aveva deciso di tornare non aveva minimamente pensato di ritrovarsi dinanzi proprio il suo passato.

Si stese sul letto per riposare un po’ prima di quella che, più che un’uscita, aveva tutta l’aria di essere un incursione notturna conoscendo quell’hentai di Akira. La sua intenzione era giusto quella di schiacciare un pisolino quando un tornado chiamato Hanamichi invase la stanza. Un tornado molto indeciso su cosa indossare. Sorrise tra sé e sé infilando un maglioncino nero.

Forse era tempo di rimettere le cose a posto.

 

 

Continua…

 

 

(*) so che già molte altre autrici hanno usato la vaniglia come essenza distintiva per Rukawa, ma non sapevo che altro profumo usare (avevo proposto la violetta ma si è rifiutato -_-) quindi datemela buona^^

 

Akira: questa volta l’hai fatta grossa..speriamo che Madame non scriva quella ficcina C_C

Ky: oh, Aki** Si, si, lo spero per te darling ^__^

Akira: cattiva ç_ç

Ky: ohhhh non fare così, ci faremo perdonare con la MitSen (incrociamo le dita >_<)

Ru: hn, e la lemon?

Ky: ma vi siete appena incontrati O_O!!

Ru: embè?

Rem *sbucata da chissà dove: Kaede, amore miooooooo ^ç^

Ky: =_=””””

Ryota: strana capigliatura, nanetto, basso tastierista…MA IO TI MENO è_è!

Noel: Ryotuccio** posso aiutarti^^?

Ky: Noeeeel T________T

Mitchi: aspettate,ci sono prima io! TE LO DO IO IL PALETTO, DISGRAZIATA!

Ky: nn vedo cosa ci sia da arrabbiarsi^^;;;

Mad: KYYYYYYYYYYYYY #_#

Ky: Oh, Madduccia, anche tu qui^^;;?

Akira *carica Ky in spalla: te l’avevo detto io! Scappiamoooo!!!

 

 

Al prossimo capitoloooooo (se ci arrivo viva ^^”)

 

 




 

Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions