DEDICHE E RINGRAZIAMENTI: a Lucy, Naika e Manu, in rigoroso ordine di data ^^, per i loro compleanni. Vi voglio tantissimo bene, ragazze!

NOTE: è la cioccolata, è stata tutta colpa della troppa cioccolata mangiata per Pasqua ‘^^ (la qual cosa non è assolutamente vera, visto che la fic è nata da un sogno che ho fatto qualche mese fa, ma voi prendetela come una giustificazione valida per quello che state per leggere)
La vicenda qui presentata si svolge 6 anni dopo il diploma di Hanamichi e Kaede, quindi se non ho sbagliato i conti (e nel caso correggetemi) i due dovrebbero avere 24 anni.
Un'ultima avvertenza:il finale è decisamente pessimo (non che il resto sia meglio,eh!)...

DISCLAIMERS:Ruru e Hana-chan purtroppo appartengono al sensei Inoue che non ne vuole sapere di sganciarmeli ;________; Io li uso per mio piacere personale (che detta così suona anche male…)e non ci guadagno nulla, a parte gli insulti di Ru quando non gli scrivo una lemon con Hana ‘^^


Ritrovarsi

di Masha


L’ampio salone della villa della famiglia Mitsui brulica di persone.
Le dolci note di un pianoforte fanno da colonna sonora alle frivole conversazioni tra uomini in giacca e cravatta e donne eleganti, fasciate in sofisticati abiti da sera.
Sono tutti immensamente felici di aver preso parte a quello che, a detta della stampa rosa, promette di essere l’evento mondano dell’anno, il party organizzato per festeggiare il fidanzamento ufficiale, perché in realtà stanno insieme sin dai tempi del liceo, tra il giovane rampollo delle industrie Mitsui, Hisashi, e Sendoh Akira, uno tra i migliori cestisti del Paese.
Tutta la Kanagawa bene si èè una delle poche persone con cui ho mantenuto i contatti dopo il mio trasferimento negli Stati Uniti.
Eh già, perchéà.
L’unica nota negativa della serata è…quelle non le sopporto!Credono davvero che bastino scollature vertiginose e sguardi languidi per conquistarmi?
Oltretutto le ragazze non mi piacciono, né…è venuta ad informarsi sulla mia vita oltreoceano; ma se sono davvero così interessati alla mia carriera perchéùòùà sul parco della villa, scansando abilmente, durante il tragitto, altri due scocciatori troppo invadenti, che cercano di rivolgermi la parola.
Una volta all’esterno chiudo gli occhi, lasciando che un soffio di aria profumata salga a scompigliarmi delicatamente i capelli. Mi sistemo con la schiena contro il parapetto, il viso rivolto verso la casa, e prendo a sorseggiare il liquido chiaro che si trova nel mio bicchiere, mentre il mio sguardo comincia a vagare automaticamente tra gli ospiti che affollano il salone.
Qua e là noto i volti conosciuti dei vecchi compagni e avversari; i ragazzi della ‘formazione storica’ dello Shohoku, quella del mio anno da matricola, sono riuniti nello stesso gruppetto, tranne Mitsui ovviamente, che percorre in lungo e in largo la grande sala, insieme ad Akira, intrattenendosi con i vari ospiti.
Ayako, una mano poggiata delicatamente sul pancione, è aggrappata al braccio di Miyagi;i sempai Akagi e Kogure stringono a sé le rispettive fidanzate;accanto a loro anche Yasuda, Shiozaki e Kakuta. Tutti quanti intenti a ridere di qualcosa che sta raccontando l’alto ragazzo al centro, con corti capelli scarlatti da cui la luce, proveniente dai grandi lampadari di cristallo posti sul soffitto, trae riflessi di fiamma.
Do’aho megalomane!
Non sei cambiato per niente dal giorno del diploma.
Sempre al centro dell’attenzione, sempre la stella più brillante di tutte con quella luce birichina che brilla impertinente nei tuoi occhi nocciola, e quegli assurdi, meravigliosi, capelli rossi che contribuiscono ad accrescere il tuo fascino sensuale.
Neppure io devo essere cambiato molto, però, se dopo tutti questi anni mi ritrovo ad ammirarlo di nuovo da lontano, come quando ero solo un ragazzino di sedici anni, con una tremenda cotta per un suo compagno di squadra buffo e pasticcione.
Eh sì che ne ho avuti di amanti in questo periodo!
Eppure, devo ammettere che nessuno di essi è mai neanche lontanamente riuscito a farmi provare quella girandola di emozioni che mi investivano quando mi trovavo vicino Sakuragi…
In un unico sorso vuoto il bicchiere del suo contenuto, sterile tentativo di riprendere il controllo dei miei pensieri. Mi sono ripromesso tante volte di non pensare a queste cose, se me lo fossi trovato davanti questa sera, ma sto fallendo miseramente. Del resto non potrebbe essere altrimenti, quando Hanamichi è qui, a pochi metri da me, più bello e 
attraente di quanto non fosse nei miei ricordi sfumati. 
Il tempo trascorso dall’ultima volta che ci siamo visti, e la sofferenza derivata dall’aver dovuto lasciare il basket a causa del riacutizzarsi dei problemi alla schiena, hanno aggiunto maturità al suo fascino; il suo fisico non ha risentito dell’abbandono dell’attività agonistica, rimasto tonico e scattante, una statua forgiata nel bronzo più splendente. Inoltre deve essere cresciuto ancora di parecchi centimetri.
Sono partito lasciandomi alle spalle un ragazzino un po’ imbranato e irresponsabile, ma con tanta determinazione e talento, ora mi trovo davanti un giovane uomo dall’aspetto virile e un carattere temprato dalle avversità…che sto letteralmente divorando con lo sguardo!E mi rendo conto con fastidio di non essere l’unico nella sala a farlo. Sono in tanti, uomini e donne, a non riuscire a togliergli gli occhi di dosso. Chi crederebbe, vedendolo ora, alla storia dei cinquanta e passa scaricamenti di cui è stato vittima alle scuole medie? In pochi, sarei pronto a scommetterci il mio ingaggio!
Il do’aho, frattanto, continua il suo racconto, provocando altre risate al suo pubblico. Sono fortemente tentato di abbandonare il mio angolino tranquillo per raggiungerli. Dopotutto ho fatto anche io parte di quel gruppo, è mio pieno diritto stare con loro. Sto per muovermi quando Ayako, durante un attimo di pausa, batte un colpetto gentile sul braccio di Hana e gli sussurra qualcosa all’orecchio, quando questi si abbassa per sentire cosa vuole da lui la sempai. Lo vedo annuire col capo, e poi voltarsi nella mia direzione. I nostri sguardi si incontrano per qualche istante, prima che il rossino saluti gli altri ragazzi e cominci a camminare verso il terrazzo.
Sta venendo da me.
Dopo anni di silenzio potrò ascoltare di nuovo la sua voce, perdermi nel suo sguardo di cioccolata…
“Rukawa…Ne è passato di tempo dall’ultima volta…” è il suo saluto non appena mi raggiunge all’aperto.
Sei anni, sono passati più di sei anni…
“Nh” mi limito a rispondere, troppo impegnato a costringere la mia mente a non prendere sentieri pericolosi per dire qualcosa di più articolato.
Il do’aho scuote piano la testa, quel leggero ghigno così tipicamente suo che gli si disegna sulle belle labbra carnose, mentre si avvicina di qualche altro passo a me.
“Le cose però non sono affatto cambiate, sei la solita volpaccia silenziosa!” ridacchia divertito
“Nh…è tu rimani un do’aho…”
“Teme kitsune!!!Io sono il Tensai!Vedi di cacciartelo in quella testaccia dura una buona volta!”
Questo nostro scambio di battute ci riporta indietro nel tempo.
Ci guardiamo, ed entrambi non possiamo fare a meno di sorridere. Credo che in fondo, dopo i primi tempi in cui le parole taglienti erano lanciate davvero per ferire, i nostri scambi di insulti non fossero altro che un gioco divertente, un modo per comunicare tra noi, per sentirci vicini.
Hanamichi mi raggiunge, appoggiandosi a sua volta al parapetto, di fianco a me. A parlare, questa volta, stranamente sono proprio io.
“Come stai, do’aho?Ho saputo che hai lasciato il basket…mi dispiace…”
Sakuragi inarca lievemente un sopracciglio, stupito dalle mie parole. Il suo sguardo si fa malinconico e io mi do del cretino!Solo un grandissimo idiota poteva portare la conversazione su questo argomento, pur sapendo quanto dovesse essere difficile per lui parlarne.
“Cosa ci vuoi fare, è la vita…ma il genio non si è certo lasciato abbattere da uno stupido incidente alla schiena!Ho continuato l’università e mi sono laureato, adesso scrivo sul “Japanese Basket Magazine”*:sono il Tensai dei giornalisti!!”
Lo so, do’aho, Akira ha continuato a parlarmi di te in tutti questi anni, e mi ha detto che sei diventato un giornalista sportivo davvero bravo, ma di certo non te lo verrò a dire.
“Immagino che la redazione sarà nel caos più totale, con te nello staff…” lascio cadere, sbirciando di sottecchi la reazione del rossino. Il suo viso diventa paonazzo e gli occhi si riducono a due piccole fessure: adesso esplode!
“Baka kitsune!!” comincia a sbraitare, infatti, lanciandomi un’occhiata in tralice “Che cosa vorresti insinuare??Che il Tensai non sa fare il suo lavoro e infastidisce i colleghi??”
Devo mordermi con forza le labbra, per trattenermi dallo scoppiare a ridere fragorosamente; è buffissimo osservare questo ragazzo grande e grosso, coperto da un serioso completo grigio scuro, con cravatta intonata, dare in escandescenza e terminare la sua tirata incrociando le braccia sul petto, con un delizioso broncio.
D’improvviso, però, la sua espressione si fa seria.
“Senti…Rukawa…” 
Cos’è quella nota che sento ora nella tua voce di solito così allegra e squillante?…Titubanza…
“A proposito del mio lavoro al JBM, io…”
Un rumore di passi qui vicino interrompe la nostra discussione.
Sulla porta che dà sul terrazzo si staglia l’alta figura di un ragazzo. Ha corti capelli castani e due vivaci occhi neri, un viso piuttosto bello e dall’espressione apparentemente simpatica.
Il nuovo arrivato mi saluta con un cenno del capo, poi si rivolge al rossino.
“Hana-chan, ti stavo cercando. Scusa se interrompo la vostra conversazione, ma avrei bisogno di parlare con te di una questione piuttosto urgente, potresti venire un attimo, per favore?”
Hanamichi rimane per un attimo incerto, come se stesse prendendo in considerazione qualcosa, poi annuisce
“Certo, Masa-kun. Prima però lascia che ti presenti Rukawa Kaede, la grande stella della NBA nonché mio ex-compagno di liceo”
“Mh…vedo che hai delle amicizie importanti, Hana-chan…Beh, piacere di conoscerti Rukawa, io sono Okamoto Masashi, e sono un collega di Hanamichi!” si presenta il ragazzo, tendendomi gentilmente una mano.
Nh…non si può certo dire che il piacere sia ricambiato.
Non mi è piaciuta per niente la confidenza con cui questo tizio tratta Hana…pertanto mi limito a ricambiare la stretta della sua mano con freddezza, sibilando un “Rukawa Kaede” stentato, che fa scuotere con rassegnazione il capo alla testa rossa.
La mia opinione nei suoi confronti, poi, cade ancora più in basso quando si avvicina al rossino e gli appoggia con noncuranza un braccio intorno alle spalle, cominciando a trascinarselo dietro, verso l’interno della casa.
Grr…razza di lurido…
“Ehi, Ru!” mi chiama però il do’aho “Quanto pensi di rimanere ancora in città?”
“Almeno una settimana”
“Bene, allora potremmo rivederci prima che tu parta!Chiamami in redazione, ok?” termina, salutandomi con un veloce gesto della mano, prima di sparire nel salone.
Puoi stare sicuro che ti chiamerò, do’aho, sei appena andato via e già sento la tua mancanza.
Chissà come potrò resistere una volta tornato in America, senza di te…
Sbuffo al solo pensiero.
Tra l’altro, la comparsa di questo tizio che è venuto a portarti via da me ha contribuito a peggiorare il mio umore, col risultato che ora il mio unico desiderio è quello di tornarmene a casa e sprofondare nel sonno, in modo che domani arrivi il più in fretta possibile, e con esso il momento di chiamarti.
Rientro a mia volta in casa e subito mi metto in cerca di Akira e Hisashi, per ringraziarli di avermi invitato questa sera e rinnovare loro le mie felicitazioni. Ne approfitto per cercare con lo sguardo Hanamichi, ma non riesco a vederlo da nessuna parte…ma dove lo avrà portato quel maledetto?E’ possibile che tra quei due ci sia del tenero e che ora siano nascosti da qualche parte ad amoreggiare?
Kami…non ci voglio neanche pensare…
Finalmente trovo i due novelli fidanzati e li saluto, con la promessa di ripassare a trovarli prima di partire per gli Usa.
Una volta fuori, mi dirigo con passo spedito verso l’auto che ho noleggiato per il mio periodo di permanenza in Giappone, non vedo l’ora di arrivare a casa, sto cascando dal sonno!
Salgo in macchina e giro la chiave di accensione del motore…nulla, nessun segno di vita…riprovo una seconda volta, ma ancora niente, l’auto non vuole saperne di mettersi in moto…la cosa comincia a non piacermi proprio…
Dieci minuti dopo sono costretto ad arrendermi di fronte all’evidenza che questo catorcio ha deciso di lasciarmi a piedi. 
Merda!
Tiro un pugno sul volante e mi decido ad uscire dalla vettura, sbattendo con forza la portiera.
Ah…ma domani mi sentono quegli incompetenti dell’autonoleggio!
Ora non mi resta che tornare alla festa e chiedere a qualcuno di darmi un passaggio, oppure a Mitsui e Sendoh di ospitarmi per questa notte…che nervoso!Odio dipendere dagli altri, non avere le situazioni sotto il mio diretto controllo…
Sulla soglia della villa, però, ho finalmente una bella sorpresa.Il do’aho ne sta uscendo proprio in questo momento, da solo, dopo aver salutato i sempai.
Sembra stupito di vedermi ancora qui.
“Ma non te ne eri già andato, Rukawa?” mi chiede curioso
“Hn”
Brevemente informo Hanamichi di quanto è successo, guadagnandomi una pacca sulla spalla in segno di comprensione.
“Dai kit, dammi il tuo indirizzo che ti accompagno io!”
Comincio a pensare che quelli dell’autonoleggio mi abbiano fatto un favore, a darmi quel ferrovecchio!
Seguo il do’aho fino ad un’auto sportiva nera, parcheggiata poco lontano, mentre gli fornisco le indicazioni necessarie ad arrivare a casa mia.
“Bella macchina, do’aho!” gli dico quando siamo entrambi a bordo. In effetti è davvero una gran bella vettura;Hanamichi deve essere proprio bravo come dice Akira, se è riuscito a guadagnare i soldi sufficienti a comprarsi un’auto del genere…devo procurarmi qualcuno dei suoi articoli, nei prossimi giorni.
“E certo, che ti aspettavi?E’ la macchina del Tensai!!” esclama tutto contento per il complimento ricevuto, accendendo il motore e immettendo l’auto sulla strada.
Andare in auto sul sedile del passeggero mi ha sempre conciliato il sonno…
Reclino il capo sul sedile e chiudo gli occhi, cercando una posizione più comoda.
Ho sonno…buonanotte…
………
“Stupida volpe addormentata, ma ti sei rincretinito tutto di botto??”
Queste parole, urlate con voce irritata, irrompono con prepotenza nella mia mente, facendomi svegliare.
Ma cosa diavolo…?
Apro di scatto gli occhi, e mi ritrovo davanti il viso arrabbiato di Hanamichi, un rivoletto di sangue che scende dal labbro superiore, andando a macchiargli il mento.
Ops!
Credo di avergli tirato un pugno quando ha tentato di svegliarmi…anche in questo non sono affatto cambiato…
“Scusa…” borbotto con voce ancora assonnata, sbadigliando profondamente “Tutto a posto?”
“Se tu non mi avessi spaccato il labbro starei decisamente meglio!” ribatte sarcasticamente il do’aho, prima di sollevare una mano per tentare di ripulirsi dal sangue che continua a scendere dalla ferita.
“Aspetta!”
Blocco la sua mano, trattenendolo per un polso con un movimento gentile ma fermo,mentre estraggo un fazzoletto pulito dalla tasca dei pantaloni, e prendo a passarlo delicatamente sulla parte contusa. Hana arrossisce deliziosamente al contatto, abbassando gli occhi per l’imbarazzo...sei il solito ingenuo, do’aho! 
“Stai…stai macchiando il fazzoletto di sangue…”
“Nh…non importa. Sali in casa con me, Sakuragi, così posso medicarti la ferita.”
La testa rossa rialza la testa, puntandomi in viso due occhi enormi per la sorpresa. 
Sicuramente non si aspettava queste parole da parte mia; non posso dargli torto, le mie gentilezze verso gli altri si possono contare sulle dita di una mano, e lui non ne è mai stato oggetto. Ai tempi del liceo non potevo permettermi di scoprirmi con lui, di lasciargli capire i miei sentimenti. Per lui ero solo un compagno di squadra, per di più poco apprezzato, e non aveva occhi che per la sorella del capitano…
“Non preoccuparti, kitsune, posso medicarmi da solo a casa mia. Non è necessario che ti disturbi per me…”
“Insisto. Sono stato io a farti male.” 
Sono stato lapidario, e anche il do’aho sa perfettamente che quando uso questo tono non accetto obiezioni; con un sospiro, slaccia la cintura di sicurezza e mi segue in casa.
In salotto gli faccio togliere la giacca, che appoggia sul bracciolo del divano, e poi lo conduco al piano superiore, nel bagno. Sakuragi si siede sul bordo della vasca, mentre io rovisto nell’armadietto in cerca del necessario per curarlo. Una volta trovato quello che mi serve imbevo un batuffolo di cotone con del disinfettante, e comincio a tamponare il labbro di Hanamichi. Il disinfettante deve bruciare parecchio sull'escoriazione e al do'aho scappa un piccolo mugolio di dolore, che ha il potere di accendere i miei sensi. Poso il batuffolo di cotone sul ripiano della vasca e afferro il viso di Hana tra le mani, sfiorando la piccola ferita che finalmente ha smesso di sanguinare con l'indice della mano destra.
Le sue guance si fanno ancora una volta di brace e sento il suo corpo rabbrividire lievemente al mio tocco.
Abbasso il mio volto fino a giungere a livello del suo, e sussurro rocamente sulla sua pelle in fiamme
"Fa ancora male, do'aho?"
"Un...un pochino..." bisbiglia Hana con difficoltà.
Al diavolo tutto!!
So che sto per commettere un errore irreparabile, ma è da quando l'ho rivisto stasera che muoio dalla voglia di baciarlo e di toccarlo, ed ora è qui con me, tra le mie braccia, e siamo soli, a casa mia.
"Mh...vediamo se così passa..." mormoro sulle sue labbra umide e socchiuse, sfiorandole con le mie.
Accosto la mia bocca sulla sua e comincio a poggiare piccoli baci delicati sulla parte contusa, alternandoli a dolci lappate. Le sue labbra hanno un sapore delizioso, forte, e presto non mi bastano più.Premo di più la mia lingua su di esse, spingendole ad aprirsi per me. 
Bacio Hanamichi per interi minuti, cercando di comunicargli tutta la passione che mi ha scatenato in corpo; il do'aho non mi respinge, le sue mani si aggrappano con forza alla mia giacca, la sua lingua lotta furiosamente con la mia. 
Ho bisogno di sentire il suo corpo nudo sotto il mio, di ascoltare i suoi gemiti levarsi alti e incontrollati tra le pareti della mia stanza.
Quando ci stacchiamo da questo bacio furibondo, lo strattono in piedi e lo trascino nella mia camera. 
Ma il mio letto mi è sembrato così invitante. 
Vi ci faccio sdraiare Hana, mentre con frenesia lo spoglio dei vestiti. In un attimo la camicia e i pantaloni sono gettati alla rinfusa sul pavimento, subito seguiti dai miei. La sua pelle ambrata è calda, bollente, leggermente sudata; la assaggio estasiato, leccandola e mordendola con ingordigia, provocando ansimi incontrollati e sempre più profondi al mio amante. Ben presto raggiungo il limite, l'esigenza di essere dentro di lui diventa insostenibile. 
Con un movimento brusco libero entrambi dei boxer e salgo a baciare con forza Hanamichi, mentre le mie mani si prendono cura del suo sesso teso.
"Ah...Kaede..." ansima Hanamichi, inarcandosi sensualmente sotto le scosse di piacere che gli provocano le mie mani. "Di più...per favore..."
Tutto quello che vuoi, amore.
Allontano una delle mie mani dal suo membro congestionato e le porto alla mia bocca, inumidendole prima di farle sprofondare nella sua piccola apertura, per prepararlo ad accogliermi dentro di sé. 
E' stretto...kami...è così stretto da farmi impazzire...
Hanamichi si agita sotto di me, una smorfia di dolore sul viso. Forse...
"Hana, è la prima volta che lo fai?"
Il mio rossino annuisce, puntando due occhi lucidi su di me.
Allora il tizio di prima non è il suo ragazzo!Se lo fosse, Hana non sarebbe di certo vergine...
Un sorriso di pura gioia mi esplode sul volto. Sono onorato di essere il primo, per lui, e mi auguro anche di essere l'unico. 
Poso un bacio dolce sulle labbra del mio amante, e scendo a sussurrargli rassicurazioni all'orecchio, nel momento in cui tolgo le dita per fare posto alla punta del mio sesso. 
"Starò attento,non ti preoccupare" gli mormoro, mentre lo penetro piano. Il calore all'interno del suo corpo è intossicante, mi dà alla testa, ma non posso permettermi di muovermi velocemente come vorrei, potrei fargli male ed è l'ultima cosa che voglio. Una volta arrivato in fondo, mi fermo, aspettando che Hana si abitui alla mia presenza. Quando finalmente il rossino stringe le braccia al mio torace e spinge il suo bacino contro il mio capisco che è pronto; comincio a spingere con tutta la mia energia, sempre più forte, più veloce...toccando quel punto dentro di lui che fa correre scariche di piacere sconquassante lungo tutto il corpo...e l'estasi ci raggiunge simultanea, scaraventandoci entrambi in un universo alternativo fatto di luce e calore...



Sono un idiota!
Sono un grande, enorme, fottutissimo idiota!!
E' questa l'unica cosa che riesco a pensare coerentemente di me stesso, appena sveglio, ancora disteso tra le coltri del letto di Rukawa, stretto tra le braccia diafane di un volpino nudo e, per mia fortuna, addormentato.
E sarebbe meglio se lo rimanesse anche per la prossima mezz'ora, dal momento che voglio andarmene da qui senza parlare con lui, e di certo lui non me lo permetterebbe dopo quello che abbiamo fatto stanotte; perciò devo alzarmi in fretta, ma senza fare rumore, raccogliere tutti i miei vestiti sparsi per la casa -la cravatta credo di averla persa nel tragitto bagno/camera da letto, la giacca invece è rimasta in salotto- e fuggire da questa casa alla velocità della luce. Una parola, visto che anche il più piccolo movimento mi provoca fitte di dolore alla base della schiena, costringendomi a mordermi le labbra a sangue per impedire ai gemiti di uscirne. Non che la kitsune mi abbia preso con violenza, è stato anzi di una gentilezza impensabile in uno come lui, ma non avevo mai fatto l'amore con nessuno prima di stanotte, e Rukawa non si è accontentato di avermi una volta sola...
Scaccio dalla mia mente questi pensieri imbarazzanti, adesso devo solo pensare ad andarmene, al resto potrò dedicarmi dopo, a casa. 
Scosto con delicatezza le lenzuola, e cerco di liberarmi dalla morsa ferrea in cui sono imprigionato; non è un'impresa facile, sia per la fatica che mi costa ogni movimento, sia perché la volpe proprio non ne vuole sapere di allentare la presa. Non so come, alla fine, dopo uno sforzo non indifferente riesco a sgusciare dalle sue braccia senza svegliarlo, e ad alzarmi in piedi: sono in uno stato pietoso. Sul mio ventre sono ancora ben visibili le tracce perlacee degli orgasmi avuti questa notte, le mie cosce sono macchiate di sangue. Avrei davvero bisogno di una doccia, prima di qualunque altra cosa, ma non posso permettermi di farla qui, dovrò aspettare di essere a casa.
Raccatto boxer, pantaloni e camicia dal pavimento e me li infilo alla belle e meglio, senza fermarmi ad allacciarli, ed esco in fretta dalla stanza, percorrendo quasi di corsa lo spazio che mi separa dal salotto, dove recupero anche la giacca del completo, e da qui alla mia macchina, all'esterno della casa.
Una volta salito sull'auto mi permetto di lasciar andare un sospiro di sollievo, prima di ingranare la prima e immettermi nel traffico blando delle prime ore del mattino. 
Ben presto mi ritrovo al sicuro tra le pareti del mio appartamento. Lascio le chiavi della macchina sul mobiletto all'ingresso e vado in camera a prendere il cambio per la doccia.
Solo sotto il getto bollente permetto ai pensieri di tornare liberamente a quello che è successo; sono stato un perfetto imbecille a lasciare che accadesse tutto questo!
Credevo di essere riuscito a dimenticare Rukawa, in tutti questi anni, invece rivederlo e capire che quello che sentivo così potente, per lui, a sedici anni, non si è spento ma è tuttora vivo e presente dentro di me è stato un tutt'uno. 
Quando ho sentito il tocco delle sue labbra morbide sulle mie, non ho potuto far altro che cedere e rispondere al suo bacio con tutto il desiderio mai sopito dal mio cuore.
Così, per rendere finalmente realtà un sogno cullato da ragazzo, mi sono lasciato andare e ora rischio di mandare in fumo tutti gli sforzi fatti in questi anni, le nottate spese sui libri e il duro tirocinio come giornalista prima di entrare al “Japanese Basket Magazine”.
Un'unica notte di passione con la persona che amo, e la mia carriera giornalistica è destinata alla rovina.
Come faccio ora a parlare a Rukawa della proposta del mio capo?
Chiudo sconsolato il getto d'acqua ed esco dal box, asciugandomi velocemente e vestendomi. 
Tutto sommato dopo la doccia mi sento meglio e forse una tazza di the mi aiuterà ad analizzare la situazione con maggior chiarezza.
Scendo in cucina e metto il bollitore sul fuoco. Mentre sto prendendo una tazza dal mobiletto basso, mi accorgo che la spia rossa della segreteria lampeggia; qualcuno deve aver chiamato ieri sera mentre non ero in casa, speriamo solo non sia un messaggio del signor Takeda che vuole sapere se ho parlato con Rukawa, non saprei proprio che cosa inventarmi. 
Un pò esitante schiaccio il pulsante di avvio della segreteria e mi metto in ascolto.
"Hana, tesoro, sono la mamma. Volevo ricordarti che domani sei a pranzo da me insieme a tua sorella, Masashi-kun e i bambini. Non fare tardi, mi raccomando!"
Al termine del messaggio di mia madre tiro un involontario sospiro di sollievo, anche se in verità mi ero scordato di essere invitato a casa sua oggi.
Uno sguardo distratto all'orologio a parete in cucina mi comunica che sono ormai le undici, e che quindi devo sbrigarmi se non voglio fare tardi...il mio the dovrà aspettare più tardi. 
Mi cambio velocemente e in meno di venti minuti raggiungo casa della mamma, che abita ancora nel vecchio quartiere dove sono nato e cresciuto. Yoko e mio cognato sono già arrivati, insieme alle due piccole pesti che corrispondono al nome di Yue e Sachiko, i miei nipotini di quattro e due anni. Subito i due bambini mi saltano in braccio, entusiasti di 
passare la giornata con lo 'zio Tensai '(eheh...oltre ad essere delle pesti sono anche bambini molto intelligenti) come mi definiscono, e la loro allegria, insieme all'atmosfera calda e tranquilla che sempre si respira in questa casa, hanno il potere di farmi dimenticare per qualche ora i miei problemi.
Ma è, appunto, solo qualche ora, ed è proprio mia madre a riportarmeli alla mente.
Dopo pranzo Yoko ha messo a letto i bambini per il loro riposino pomeridiano e noi adulti siamo riuniti in salotto, a parlare. Ad un certo punto la mamma si ricorda qualcosa, e si rivolge a me.
"Allora, Hana-chan, sei poi riuscito a parlare con quel tuo ex-compagno che adesso gioca in America, Rukawa?"
Alla sua domanda quasi mi strozzo con il the che sto sorseggiando...proprio adesso che ero riuscito a non pensarci!! Povera mamma, però, la sua domanda è più che legittima: infatti, qualora Rukawa decidesse di accettare la proposta del signor Takeda, dovrei trasferirmi anche io negli Stati Uniti.
"Ecco...in realtà, non ne ho ancora avuta l'occasione, mamma..." non è proprio una bugia, in fondo...
"Accidenti!" esclama a questo punto Masashi "Credo di essere stato io a impedirti di farlo, ieri sera!Vi ho interrotti proprio mentre stavate parlando..."
"Non preoccuparti, Masa. Ho chiesto a Rukawa di contattarmi in ufficio.Anche se..."
"Anche se..."
"Anche se non sono convinto fino in fondo dell'idea del direttore. Se Rukawa accettasse, forse sarebbe meglio affidare l'incarico a qualcuno con un'esperienza maggiore della mia..."
Se Rukawa accettasse, dopo quello che c'è stato tra noi stanotte come potrei averlo così vicino senza poterlo abbracciare, baciare, amare?Come potrei sopportare di vederlo accanto a qualcun altro?E lui come prenderebbe il mio trasferimento?Penserebbe che ho accettato l'incarico solo per stare vicino a lui e ne sarebbe infastidito? Perchè di certo la nostra nottata d'amor...di sesso sarà stata per lui solo una parentesi estemporanea, non qualcosa 
d'importante.
"Ma sei diventato scemo?!"
Questo urlo è di mia sorella Yoko. Ha un caratterino niente male, la ragazza, è una delle poche persone che riescono a tenermi testa, e a spuntarla a volte, su di me. 
"Questa è un'occasione d'oro per te, Hana-chan!Non puoi lasciartela scappare per niente al mondo!E' il premio per tutti i sacrifici che hai dovuto affrontare in questi anni!"
"Lo so, Yoko, ma..."
"Niente ma, Hana. Se Rukawa darà una risposta positiva al giornale tu partirai per l'America, sono stata chiara?!"
Beh...se mia sorella la mette così sarò costretto a cambiare i miei piani...dovrò presentare a Kaede la cosa in modo tale che la rifiuti sicuramente...
Non contenti, anche mia madre e Masashi si mettono d'impegno per convincermi a non gettare al vento la mia occasione d'oro, cosicché quando rientro a casa, due ore dopo, sono letteralmente sfinito. Quei tre hanno messo in atto una vera e propria congiura ai danni del Genio! 
Però, in fondo lo so che lo fanno per il mio bene...anche se ciò non toglie che il loro bombardamento, unito all'attività fisica di stanotte, mi abbia distrutto. 
Mi sono appena buttato stancamente sul divano, telecomando alla mano, quando il telefono si mette a squillare con insistenza. 
E adesso chi è?
Non sarà mia sorella, vero? In effetti, quando li ho salutati, non mi sembrava molto convinta che i loro discorsi avessero ottenuto l'effetto sperato...nooo, oggi non ce la faccio proprio a sorbirmi un'altra ramanzina...
Lascio squillare il telefono a vuoto per alcuni minuti, ma la persona dall'altro capo sembra più intenzionata a non arrendersi di me, perché alla fine sono costretto ad alzarmi e andare a rispondere, se voglio far cessare quel suono fastidioso.
"Moshi moshi" borbotto seccato nel ricevitore
"Nh...allora sei in casa, do'aho!"
OH MIO DIO!!!!!!!!!!!!
La voce dall'altra parte del filo non è quella di mia sorella, è di...di...Rukawa!!!
Perchè ha chiamato?Che cosa vuole?Come ha fatto ad avere il mio numero di casa?
E adesso io che cosa faccio??
Lo ammetto, sono in preda ad un autentico attacco di panico...ma perché ha chiamato?
Non sono pronto ad affrontarlo così presto!!!!
Spronato dal mio silenzio, il volpino parla di nuovo
"Ehi Hana, ci sei?"
"Ah...ehm...ecco...sì,sì...ci sono...Avevi bisogno...cioè,volevi qualcosa?"
"Nh...passo a prenderti alle 20"
Eh??????
Perchè mai dovrebbe passare a prendermi?
"Perchè?"
"Stasera ceni a casa mia"
Ma è impazzito??
Stamattina sono fuggito in fretta e furia da casa sua per non incontrarlo e ora dovrei cenare con lui??Non se ne parla neanche!!
Mi schiarisco la voce, prima di rispondere con una scusa
"Veramente io avrei già un impegno..."
"Rimandalo"
"Ma...ma..." non voglio andare a casa sua, non se ne parla neanche!!! "Ecco...io...forse posso riuscire a rimandare, ma...ecco...non sarebbe meglio cenare fuori?Conosco un paio di ristorantini dove si mangia benissimo..."
"Do'aho!La cena si fa a casa mia e passo io a prenderti!" e stare solo con lui in macchina??
No,no,no e ancora no!!
"Ma no, Rukawa, ormai so dove abiti...posso venire con la mia macchina..."
"Passo io, alle 20" ribadisce Rukawa con tono che non ammette repliche.
"Kitsune!!!Ti ho detto che...tuu...tuu...tuu"
Ha...ha...riattaccato!!Quella stupida volpe deficiente ha riattaccato senza darmi il tempo di ribattere!!Ma come si permette?Io lo disintegro,lo faccio a fette!!Io...so che sto per mettermi a piangere!!
Le otto purtroppo sono arrivate in un baleno. Ho avuto a malapena il tempo di cambiarmi di nuovo e lambiccarmi il cervello in cerca di una scusa per evitare la cena, che la volpe, puntuale come un orologio, ha suonato alla mia porta, bellissima con un paio di jeans chiari, sdruciti, e la camicia bianca lasciata fuori dai pantaloni, coi bottoni in alto slacciati...
Il tragitto in auto,un'auto nuova che l'agenzia ha messo a disposizione di Rukawa dopo il guasto di ieri sera sull'altra vettura, è trascorso nel più assoluto silenzio; io ero troppo imbarazzato per riuscire a spiaccicare anche solo mezza parola e Rukawa...beh, lui appunto è Rukawa, l'uomo più silenzioso del pianeta... Anche durante la cena non parliamo molto, e quando la facciamo è solo per scambiarci banali informazioni sulle nostre rispettive carriere. 
Ora siamo al dessert, e Rukawa mi invita a spostarci in salotto, dove potremo conversare più tranquillamente.
Lo sapevo, il momento che tanto temevo è arrivato...che Kami me la mandi buona!
Mi accomodo sul divano, guardandomi in giro nervosamente, mentre Rukawa si siede accanto a me, decisamente troppo vicino per la mia sanità mentale. Per alcuni minuti è il silenzio a dominare incontrastato nella stanza, finché non è Kaede a romperlo ancora una volta
"Bene..."
"Bene..." ripeto io, estremamente a disagio, in questa situazione
"Perchè te ne sei andato senza aspettare che mi svegliassi, stamattina?"
Volpastra malefica!!Ma proprio dalla domanda più difficile dovevi cominciare??
Abbasso lo sguardo sulle mani che ho posato in grembo, e che si stanno torturando a vicenda; non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, né tanto meno di rispondere alla sua domanda, che cosa gli dovrei dire?
"Senti, se è per quello che è successo ieri sera e stanotte..."
Ieri sera...ieri sera...ma certo, ieri sera!!!Prima che Masa ci interrompesse stavo per parlare a Rukawa dell'idea del signor Takeda!E' l'occasione giusta per parlargliene! Certo, ho ancora tutti quanti i dubbi che avevo questo pomeriggio in proposito, ma qui la situazione sta precipitando, e se devo scegliere tra i due mali, scelgo il minore...
"Ecco, giusto, a proposito di ieri sera..." comincio io, cercando di dare alla mia voce un'intonazione calma e sicura "Prima che mio cognato ci interrompesse..."
"Tuo cognato??Masashi Okamoto è tuo cognato?" mi chiede incredulo il volpino.
Beh?Che c'è di strano? Lo sanno tutti che sono stato io a far conoscere mia sorella e il suo futuro marito, che è stato un mio sempai all'università prima di diventare mio collega.
Annuisco leggermente e Rukawa ricambia il mio cenno con un sorriso. E adesso cosa gli prende alla volpe?Da quando sorride così? Mah...forse è meglio che continui a parlargli della proposta del capo, prima che il volpino si ricordi della domanda che mi ha fatto.
"Dunque, stavo dicendo...Ieri sera stavo per farti una proposta..."
"Una proposta?Che tipo di proposta?"
Oddio!!E adesso perché fa quella faccia?E perché si avvicina così?
"Ecco...il mio capo ha avuto un'idea. Pensava che sarebbe interessante dedicare ogni mese le pagine centrali della rivista alla tua esperienza nella NBA, dato che sei il giocatore più rappresentativo del Giappone. Oltre ai soliti articoli sulle partite, pensava di presentare spaccati sulla tua vita in America, sugli allenamenti e via dicendo...anche qualcosa scritto da te mensilmente, magari...e per fare questo vorrebbe mandare un inviato a Los Angeles, per seguire la tua carriera più da vicino, se tu sei d'accordo ovviamente..."
Ecco, l'idea del capo sono riuscito ad esporla, non è stato poi così difficile.
Rukawa sembra pensarci su un attimo, poi mi chiede chi dovrebbe essere l'inviato prescelto.
Oi oi...qui arriva la nota dolente...
"Ehm...a dire il vero dovrei essere io..."
Vedo una nota di stupore attraversare i suoi occhi e, anche se sapevo di dovermi aspettare qualcosa del genere, fa male.
"Ah, sì, lo so che sono ancora poco più che un principiante e non ho molta esperienza, però il direttore sostiene che sono bravo e sarebbe una buona opportunità per la mia carriera..." proseguo con foga, più per evitare di mettermi a piangere che per tentare di convincerlo ad accettare "Comunque se preferisci che sia un altro cronista a portare avanti questo progetto..."
"Accetto!"
"...puoi sempre parlarne con il signor Takeda, sarà ben felice di...Che cosa hai detto??" solo adesso mi rendo conto che Rukawa ha parlato.
"Ho detto che accetto, do'aho!"
Oh cavolo...ha detto che accetta!Quindi io...andrò in America?!
"Allora...allora...devo avvertire il capo...e mia madre..."
Mi sto un attimino lasciando prendere dal panico, eh?
"Piano, Hana.Sono le undici passate, vuoi per caso svegliare tutti a quest'ora? Puoi parlare con loro anche domani!"
"Hai ragione, però devo almeno cominciare a organizzarmi...Per prima cosa la casa, mi serve una casa!Possibilmente vicina al vostro palazzetto o alla tua...ehi,kitsune, tu dove abiti?"
Sono proprio partito per la tangente!E pensare che fino a poche ore fa ero intenzionato a rinunciare a quest'occasione...è bastato che Rukawa pronunciasse la parola 'Accetto' per farmi cambiare idea...
"Hanamichi, l'appartamento dove vivrai è l'ultimo dei tuoi problemi.Ti stabilirai da me, ovviamente"
La sua frase ha il potere di calmarmi. Mi immobilizzo sul divano, fissando Ru con un'espressione da baccalà.
"A casa tu?Ma...ma...non posso..."
"E perché no? Il mio appartamento è grande abbastanza per me e il mio ragazzo, e..."
Il mio cuore si spezza a questa rivelazione.
Sapevo già che probabilmente Rukawa aveva una fidanzata o un fidanzato ad aspettarlo negli Usa, ma sentirselo dire così, con tanta naturalezza, dopo che è stato a letto con me...
Non gli lascio terminare la frase, non voglio sentirmi dire che una persona in più in casa per loro non fa certo differenza.
"No,Rukawa" lo interrompo con fermezza "Non ho certo intenzione di venire a fare il terzo incomodo tra te e il tuo ragazzo, mi troverò un piccolo appartamento tutto per me. Proprio per questo" e arrossisco miseramente al pensiero di quello che sto per dire "ti chiedo di dimenticare quello che c'è stato tra noi stanotte. E' stato un errore madornale, probabilmente dovuto al vino che abbiamo bevuto ieri sera..."
Rukawa mi fissa incredulo, poi scoppia in una risata fragorosa, che mi fa montare dentro una rabbia fortissima.
"Rukawa!!Io ti sto parlando seriamente, come ti permetti di deridermi in questo modo?"
"Scusa, scusa,ma...do'aho" mi chiede con un tono ironico che non mi piace per niente "Tu chi credi che sia il mio ragazzo?"
"E io come cavolo faccio a saperlo, kitsune idiota!Sarà un tuo compagno di squadra o un tuo fan!" esclamo, ancora piccato per la sua risata di poco fa.
La kitsune fa un piccolo sorriso, e si avvicina di più a me, quel tanto che basta per riuscire ad abbracciarmi comodamente.
Le sue labbra raggiungono il mio orecchio sinistro e vi posano un bacio delicato, prima di sussurrarmi maliziosamente
"Non sapevo che fossi un mio fan,do'aho!"
"Eh?" ma cosa sta dicendo questo pazzo?
"Do'aho al cubo!" sbotta sconsolato, appoggiando la fronte contro la mia, per fissarmi dritto negli occhi "Ma lo vuoi capire o no che sto parlando di te?"
Kami...il mio cuore comincia a battere forte forte...Rukawa vuole forse dire che...
"Di me??Ma la frase di prima..."
"Sì, di te!Per quanto riguarda la frase di prima, se tu mi avessi fatto terminare, avrei detto che sarei felicissimo di averti a vivere con me, sono stato solo troppo a lungo in quella casa..." "Volevi...volevi dire proprio quello?"
"Sì, quante volte ancora devo ripetertelo per convincerti, scimmietta?"
"Magari un bacio potrebbe aiutare..."
E Rukawa non se lo fa ripetere; le sue labbra sono subito sulle mie, in un bacio dolcissimo e carico di promesse.
"Allora, vieni o no a vivere con me?" è la sua domanda, quando il bacio finisce e le nostre labbra si lasciano, pur continuando a sfiorarsi.
"Mh...può darsi..." rispondo, prima di porgergli di nuovo la bocca,reclamando un altro bacio.
Sai una cosa, kitsune?
Credo proprio che le tue serate solitarie nell'appartamento di Los Angeles siano finite.
D'ora in poi vicino a te ci sarà il tuo Tensai di fiducia!

OWARI


*Il nome della rivista, oltre ad essere quanto di più banale, è chiaramente inventato. Non ho la più pallida idea di come si chiamino le riviste di basket davvero esistenti in Giappone, perciò accontentatevi di questo.






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