Disclaimers:purtroppo i personaggi di questa
fic non sono miei ma di papà inoue ç__ç Note:A Seimei,per il suo
compleanno!!La posto ora perchè poi ho paura di
dimenticarmela!
Ritorno
alla vita
di Nuel
TITOLO: Ritorno alla vita
AUTORE: Nuel
SERIE: Ai no Kusabi
PARTE: 1/1
RATING: PG
PAIRING: Iason-Riki
DECLAMER: I Pg purtroppo non sono miei (anche se li vorrei tanto!!!), ma
di Rieko Yoshihara.
NOTE: Non mi è mai andato bene il finale di questo capolavoro, quindi,
vorrei proporne uno alternativo, spero che sia degno di Ai no Kusabi.
"Io non ti perderò. Oltre il tempo e le distanze andrò" (Giorgia)
ARCHIVIO: Ysal
RITORNO ALLA VITA
Di Nuel
Raoul si appoggiò al muro, sfinito. Ce l’aveva fatta: Jupiter aveva dato
il suo consenso.
Aveva temuto di non ottenerlo, in quel caso... l’avrebbe fatto sfidando la
legge.
In effetti, era una procedura poco ortodossa, per questo aveva organizzato
tutto con la massima segretezza, in realtà il suo lavoro era quasi
terminato, mancava solo l’inserimento dei dati e poi... l’accensione.
Si alzò, allontanandosi dalla porta dietro cui "riposava" Jupiter.
In fin dei conti, cos’era un Blondy? Solo un androide: un corpo meccanico
ricoperto di pelle sintetica, con sangue sintetico e con un cervello
elettronico avanzatissimo, capace di evolvere partendo dall’uomo scelto
per diventare Blondy. Nulla che non potesse essere ricostruito.
La legge prevedeva che un Blondy, una volta morto, non venisse riparato,
ma la vita di un Blondy era lunga, molto più lunga di quella di un
semplice essere umano. Iason aveva vissuto troppo poco, e poi, si disse,
la sua importanza era di prim’ordine! Valeva pur uno strappo alla regola!
La verità, si disse, era che Iason era Iason, e questo valeva assai più
dello strappo di qualche decina di regole!
Si diresse al proprio laboratorio, camminando in un lungo e gelido
corridoio rivestito di metallo, prese l’ascensore e pigiò sul tasto "LL":
last level: l’ultimo livello di sicurezza. Il codice d’accesso era
registrato sul palmo della sua mano destra, al di sotto delle impronte
digitali che gli ingegneri avevano riprodotto sulla sua perfetta pelle
sintetica.
Entrò e le luci si accesero automaticamente. Al centro della vasta sala,
su un tavolo chirurgico giaceva il corpo inanimato del nuovo Iason Mink.
Raoul lo contemplò, non senza provare un leggero turbamento. Tutti i dati
riguardanti il corpo del Blondy Iason Mink erano contenuti nel database di
Jupiter: come un pazzo che improvvisamente riacquisti la lucidità e sappia
esattamente cosa fare, dopo l’esplosione, mentre il grido di Jupiter
copriva quella sua sola preghiera: "Iason", mentre il cristallo del calice
gli si conficcava nella pelle, aveva saputo: Jupiter avrebbe impiegato
alcuni minuti per ritrovare il controllo: troppo a fondo era stato ferito:
la rete aveva trasmesso al computer centrale il collasso di una delle sue
parti più importanti, Jupiter avrebbe dovuto rielaborare i suoi programmi
per fronteggiare la perdita di Iason. Aveva trafugato i dati prima che il
programma di difesa se ne accorgesse, aveva copiato tutto su un disco e
l’aveva portato con sè per un mese intero, poi aveva cominciato a
costruire quel corpo assolutamente identico al primo, sin nelle più
piccole cose: Iason Mink giaceva addormentato dinanzi a lui.
Lui aveva il compito di revisionare i cervelli elettronici dei Blondy,
tutti i dati contenuti nelle loro menti erano salvati ogni sei mesi, per
evitare che andassero persi. A questo punto aveva dovuto esporre il suo
progetto a Jupiter: una volta tornato, Iason non sarebbe rimasto rinchiuso
nel laboratorio, e poi, doveva essere ricollegato al computer
principale.... ma per questo c’era tempo. Non aveva detto a Jupiter che il
corpo era già terminato.
Prese in mano il disco su cui era registrato l’ultimo check-up di Iason:
era di lucido argento, i riflessi quasi taglienti... inserì il disco nel
computer e cominciò a scorrere le sezioni: infanzia; lavoro; gusti
personali.... c’era un’icona, una sezione per qualsiasi cosa. C’era un
solo, piccolo particolare che lo infastidiva: quell’icona che richiedeva
un codice di accesso. L’icona che era stata la rovina del suo migliore
amico; l’icona "Riki".
Rifletté per alcuni minuti. Trasferì i dati dal disco al computer e si
alzò per inserire la spina all’interno dell’orecchio di Iason. Tornò al
terminale, estrasse il disco e lo ripose nella sua custodia, tornando a
collocarlo al suo posto, nell’archivio. Selezionò l’icona "Riki" e
premette Shit+Canc, senza alcuna esitazione. Dette, quindi, l’avvio al
trasferimento dei dati ed attese.
Al termine dell’operazione premette il tasto di accensione e si collocò,
sorridente, davanti a Iason, aspettando che si svegliasse.
In pochi minuti le palpebre di Iason tremarono, poi una mano mosse un paio
di dita, e gli occhi azzurri tornarono a vedere la luce.
-Ben tornato!- Lo salutò con la commozione nella voce, Raoul.
Iason girò il capo per guardarlo, impiegò in interminabile istante a
riconoscerlo, quindi gli sorrise. -Ciao, Raul!-
Raoul singhiozzò e cominciò a piangere, abbracciandolo, mentre Iason,
lentamente, si alzava a sedere.
-Cos’è successo?- Chiese il redivivo Blondy, rendendosi conto di non avere
un completo controllo sul proprio corpo.
-I terroristi!- Rispose Raoul, ripetendo la storia che si era ripetuto
tante volte. -Ti hanno teso un agguato..... sei morto! Ho ottenuto da
Jupiter di ricostruirti.... non potevamo perderti!-
Iason si guardò i palmi delle mani: indubbiamente erano i suoi.
Sorrise a Raoul: aveva fatto un lavoro eccellente.
-Quanto è passato?-
-Un anno-
-Un anno....- Ripetè Iason.
Raoul gli dette degli abiti che era passato a prendere nel suo
appartamento, un paio di giorni prima e, cercando di familiarizzare col
suo nuovo corpo, Iason si rivestì.
Con Raoul uscì dal laboratorio e risalì al piano terra con l’ascensore, in
silenzio. Si diressero al garage, presero l’auto di Raul e si diressero a
"casa".
Iason inspirò profondamente: l’aria non aveva alcun odore particolare, ma
sapeva di non aver respirato per un anno... Si guardò in torno: qualcosa
era cambiato in quei mesi, ma non così tanto.
Nell’atrio del lussuoso condominio Apatia, tutti si girarono, ammutoliti a
guardarli, mentre camminavano sicuri verso l’ascensore.
Sentendosi tutti quegli sguardi allibiti addosso, i due Blondy sorrisero
soddisfatti.
Raoul consegnò le chiavi di casa a Iason, lasciandogli aprire la porta
scorrevole. Aveva fatto in modo che l’appartamento venisse pulito
regolarmente, tutto era perfettamente in ordine, aveva personalmente
provveduto ad un unico cambiamento: aveva sostituito tutte le lenzuola
dell’ampio letto: quei tessuti che erano stati a contatto con il corpo di
quel maledetto impuro erano stati bruciati: mai più avrebbero dovuto
toccare la pelle di Iason. Nulla doveva ricordargli Riki!
Iason aprì la porta ed entrò, guardandosi intorno, riconoscendo ogni cosa.
Fece qualche altro passo avanti, soddisfatto. Prese due calice dal
tavolino del salotto ed una bottiglia di ottimo vino. Dovevano
festeggiare.
-Grazie Raoul!- Gli disse, porgendogli il calice. Brindarono l’uno
all’altro.
Due settimane dopo, Iason Mink era al suo posto di lavoro, a terminare
l’aggiornamento di tutto ciò che era accaduto durante la sua assenza.
Chiuse un registro e compose sulla testiera il numero del suo braccio
sinistro: Katze. Non aveva ancora avuto modo di sentirlo.
In quel momento entrò Raoul-
-Stai ancora lavorando? Non strafare: avresti dovuto fare con più calma-
-Ho già perso troppo tempo-
Raoul sorrise: quello era il vecchio Iason.
Katze rispose alla chiamata e sussultò visibilmente, impallidendo nel
video telefono.
-Iason!- Mormorò.
-Si direbbe che tu abbia visto un fantasma!- Lo salutò Iason, certo che
Katze già dovesse sapere del suo ritorno.
-Scu... scusa: è bello rivederti!-
-Ho appena terminato di controllare i registri del tuo "ufficio". Ho
notato che i dati relativi al primo periodo della mia assenza non sono mai
stati aggiornati, fammeli avere al più presto!-
-Si! E’ stato quando voi....- Si interruppe: Raoul, dietro la spalla di
Iason, l’aveva fulminato. -...tu... sei scomparso..... eravamo tutti
sconvolti....-
Iason annuì in silenzio.
-Allora aspetto i dati- Chiuse la telefonata e si appoggiò allo schienale
della sua poltrona.
-Vieni al circolo, più tardi? Gli altri vogliono fare un torneo di
biliardo-
-Hm!- Iason appoggiò il viso alla mano guantata. -Ma, si! Spillarvi un po’
di quattrini sarà un buon modo per ritornare al circolo!-
Una settimana dopo, verso le undici di sera, Iason Mink rincasò.
Stranamente sentiva che mancava qualcosa. Si guardò in torno: mancava
qualcosa dal suo appartamento, qualcosa di "suo". Si stropicciò gli occhi
ed uscì in terrazza. Ancora quella sensazione, ma sapeva che era
impossibile: Raoul si era occupato di tutto. Aveva inventariato ogni cosa
ed, al suo ritorno, aveva trovato tutto come lo aveva lasciato.
Il cielo era scuro, nonostante le stelle; si vedeva lontano, da lì, si
vedeva la sterminata città piena di luce. L’amarezza lo colse: la terra
non avrebbe dovuto essere più luminosa del cielo. A quell’altezza, forse,
lui era più vicino al cielo che alla terra, ma..... il cielo era
"diverso", in qualche modo. Sospirò e tornò dentro. Aveva inventato una
scusa per lasciare una cena d’affari: inaudito! Si era sentito
all’improvviso così male che non aveva potuto stare lì: quei discorsi
falsi, quelli che sentiva e quelli che faceva, erano nauseanti, e poi,
aveva l’impressione che tutti gli nascondessero qualcosa.
Si versò da bere e guardò il letto. L’avrebbe volentieri condiviso con un
animaletto, quella notte. Il suo cuore perse un battito. Si portò una mano
al petto. Cos’era stato? Posò il bicchiere e si diresse al letto, sollevò
un lembo del lenzuolo e lo avvicinò al viso, annusandolo. Sorrise tra sè,
cosa poteva mai trovarci? Che odore pensava dovesse esserci? Si sedette ed
attese. Attese che quel che aveva dimenticato tornasse alla sua memoria,
ma non accade nulla. L’indomani, decise, ne avrebbe parlato con Raoul.
Il giorno seguente, Raoul sedeva pensieroso nel suo
laboratorio. Tre ore prima Iason era stato da lui e gli aveva esposto il
suo problema. L’aveva rassicurato, dicendogli che si trattava di un
semplice stato d’ansia, ma gli avrebbe fatto un check- up completo, se
avesse voluto. Iason aveva rifiutato, dicendo che non era necessario e si
era allontanato. Da allora si stava chiedendo come fosse possibile: aveva
cancellato i dati di quel maledetto dalla mente del suo amico.... forse
qualche discrepanza in altri ricordi a causa della sua mancanza.... si, se
Iason fosse tornato a riferirgli ancora qualcosa di simile gli avrebbe
detto che doveva aver scordato qualche animaletto di cui s’era
incapricciato per qualche giorno.... non avrebbe dato peso ad un
animaletto: ce n’erano stati diversi, nella sua vita, prima.
Katze attendeva pazientemente: era stata una decisione sofferta, ma sapeva
di dover affrontare Iason, prima o poi, quindi, era meglio farlo subito:
lui non era un vigliacco.
Finalmente Iason arrivò. Katze si alzò e lo salutò con un piccolo inchino.
-Ho deciso di portarti i documenti che volevi di persona-
Iason si sedette e si accese una sigaretta.
-Bene- Rispose prendendo il fascio di carte.
-Come stai?- Gli chiese con un tono assieme rispettoso e familiare.
-Bene- Si affrettò a rispondere.
Un cameriere nell’aderente tutina bianca portò da bere.
Iason ricordò i molti modi in cui Katze lo aveva servito.... Katze era un
"amico".
-In realtà...- Iniziò, facendo ondeggiare il liquido scuro nel proprio
bicchiere. -Raoul dice che non è nulla, ma... mi sembra che.... non lo so,
mi sento strano- Concluse, vuotando d’un fiato il bicchiere.
-In che senso... strano?- Chiese Katze, con il cuore in gola.
-Credo di avere dimenticato qualcosa di importante, ma Raoul dice di
avermi inserito tutti i dati correttamente-
Katze strinse gli occhi. I suoi dubbi trovavano conferma: Raoul aveva
cancellato Riki dalla memoria di Iason. Forse aveva fatto la cosa giusta:
Riki era morto e Jason non lo avrebbe potuto sopportare. Almeno questo
dolore gli era risparmiato.
Quando si separarono, Katze continuava a pensarci: era giusto privare
qualcuno del ricordo di un amore? In macchina si accese una sigaretta,
ridendo di se stesso: che razza di pensieri faceva? Cosa importava a lui?
Lui che aveva sofferto per la morte di Jason perché.... perché lo amava.
La prima volta che aveva visto quel moccioso del ghetto aveva capito:
Iason avrebbe perso la testa per quel piccolo ribelle orgoglioso ed
arrogante. Aveva accettato.... aveva accettato pur di vedere Iason felice,
perché Iason.... non era felice, prima di incontrare Riki. Una lacrima
sfuggì al suo controllo: il dolore che lui aveva provato, non voleva che
lo provasse Iason. Gli avrebbe trovato un altro animaletto, se necessario,
e lui avrebbe continuato ad essere i suo angelo custode, a stargli accanto
accontentandosi di quello che Iason gli avrebbe concesso.
Arrivò al suo ufficio e trovò Guy ad attenderlo. Il ragazzo gli si parò
davanti appena scese dalla macchina.
-E’ vero?- Chiese quasi urlando. -Iason è vivo?-
-Vieni dentro, idiota!- Lo afferrò per il braccio che Jason gli aveva
rotto, un anno prima, e lo trascinò dentro.
-Si, è vivo, ma non è come pensi: non avrebbe potuto sopravvivere al
casino che hai fatto!- Gli rispose acido. Saltuariamente Guy faceva dei
lavoretti per lui. Katze si era augurato di riuscire ad ucciderlo: non
valeva nemmeno la metà di Riki, ma averlo sotto gli occhi gli permetteva
di non dimenticare: voleva rivivere ogni giorno della sua vita quel che
era successo, non voleva dimenticare Jason.
-Ma come è possibile?- Chiese Guy abbattuto.
-Iason è un Blondy: è stato ricostruito come prima, gli hanno reinserito i
dati dell’ultimo controllo che aveva fatto!- Fece una pausa. -Raoul gli ha
cancellato i ricordi inerenti Riki....-
-Cosa?- Sussultò Guy. -Non si ricorda di Riki?!-
-Ciò nonostante si rende conto di avere dei vuoti.... crede sia dovuto
allo stress, ma io credo che Raoul non l’avesse previsto-
-Ma allora dobbiamo farglieli riavere!-
-Tz! E come? Pensi di andare da lui a chiederglieli per favore? O pensi di
far esplodere qualcos’altro?-
-Lui DEVE ricordare Riki!-
-Riki è morto. Sarebbe solo una sofferenza inutile-
-No, invece! No se anche Riki potesse tornare in vita!-
Katze lasciò cadere la cenere dell’ennesima sigaretta. -Che cazzo stai
dicendo?! Riki era un uomo!-
-Come hanno ricostruito Iason, possono ricostruire pure lui! Come Blondy!-
-Tu non ti rendi conto di quello che dici!- Per lui il discorso era
chiuso.
-Esistono foto, analisi mediche, le analisi che fece quando era
l’animaletto di Iason....-
-Costruire un androide con le fattezze e le caratteristiche fisiche di
Riki non sarebbe un problema, ma non esistono dati sul suo carattere, sui
suoi ricordi, o i suoi sentimenti, Guy! Sarebbe solo una bambola!-
Guy rimase interdetto.... possibile che da nessuna parte esistesse la
memoria di Riki, la sua essenza?
-Io ho passato quasi tutta la mia vita con lui.... abbiamo condiviso
tutto..... e se Iason recuperasse i suoi ricordi, la vita di Riki non
avrebbe lacune.... anche gli altri dei Byson hanno un sacco di ricordi di
Riki, persino tu....-
-Sarebbe come un uomo che, avendo perso la memoria, ricostruisse la
propria vita basandosi sui racconti degli altri....- Sospirò. -Questo non
gli darebbe un cuore-
-Glielo darà Iason! Lui saprà di averlo amato, di essere morto per lui!
Basterà dargli un cervello privo di nozioni specifiche: come Blondy avrà
tanto tempo per sviluppare una personalità, sarà Iason a formarla, lo
riconquisterà e...-
-E non sarà Riki!-
-Troverò una soluzione! Mi verrà un’idea! Tu pensa a come impadronirti di
quei ricordi!- Detto questo schizzò fuori, a tutta velocità.
Iason entrò nell’ampio salone e si diresse con passo sicuro al solito
tavolo. Stavolta era stato Katze a chiede di vederlo.
-Il nome Riki ti dice niente?- Gli chiese prima ancora che si fosse
seduto, senza neppure salutarlo.
-Riki?- Quel nome aveva un suono familiare sulle sue labbra, ma, a parte
questo, non ricordava nulla. -No, non mi dice niente. Dovrebbe?-
-E’ per lui che sei morto- Katze si accese una sigaretta: se Iason non gli
avesse creduto, avrebbe voluto la sua testa.
-Raul ha cancellato i suoi ricordi da te, è per questo che ti senti
strano: ti manca davvero qualcosa-
-Perché avrebbe dovuto farlo? Chi è?-
-Era il tuo animaletto. Lo amavi-
Jason alzò un sopracciglio, evidentemente pensava che stesse scherzando,
ma voleva sapere dove intendesse andare a parare.
-Era un impuro del ghetto. Ci hai messo un anno ad addomesticarlo...-
Iason emise una bassa risata. -Io avrei avuto per animaletto un impuro?!-
-Iason, se non mi credi, chiedi a chiunque!-
Iason si fece serio.... tutti gli nascondevano qualcosa.
Katze riprese il suo racconto: il primo incontro, come lo trascinò nel suo
appartamento e lo registrò come animaletto... i metodi che aveva usato per
piegarlo.... la prima separazione, Guy....
Di Guy non poteva avere ricordi: l’ultimo scan disk a cui si era
sottoposto era avvenuto qualche mese prima dei fatti che avevano portato
alla tragedia.
Iason ascoltava attento. Non ricordava le cose che Katze gli raccontava,
ma avevano qualcosa di familiare.
-Perché hai deciso di dirmi tutto questo?-
-Guy ha un’idea: secondo lui Riky potrebbe ritornare in vita come te, se
diventasse un Blondy-
Iason sollevò lo sguardo di colpo su di lui. -Un Blondy? Un impuro!-
-Lo amavi Iason!-
-Parlerò con Raoul- Si alzò e se ne andò senza neppure aver assaggiato il
vino che il cameriere aveva portato al tavolo.
Katze si alzò e si inchinò. Forse stava sbagliando tutto, ma voleva che
Iason fosse felice. Si guardò in torno. C’era poca gente, ai tavoli. Ora
avrebbe dovuto trovare qualcosa: un segreto, una macchia, un errore...
qualcosa con cui avrebbe tenuto in mano la vita di Raoul, qualcosa con cui
potergli impedire di eliminarlo.
Iason tamburellava lentamente le dita sulla scrivania del suo ufficio,
senza staccare lo sguardo dal volto tirato di Raoul. Katze, allora, gli
aveva detto la verità.
-Ti posso spiegare, Iason!- Disse dopo un po’ Raoul.
-Parla, allora-
-Quel rifiuto ti aveva creato un sacco di problemi.... e, in fin dei
conti, è morto, i suoi dati non si rendevano necessari.... per questo ho
preferito non inserirteli...-
-Rimane il fatto...- Lo interruppe Iason. -... che si tratta dei miei
ricordi. Li rivoglio!-
-Tu non capisci...-
-Capisco che ti sei arrogato una decisione che non spettava a te, Raoul.
Alla chiusura degli uffici vedi di farti trovare: ci recheremo nel tuo
laboratori e mi renderai i dati-
-Ti farai solo del male....-
Iason lo gelò con uno sguardo. Raul sussurrò un "Come vuoi tu" e si
allontanò con passo veloce, evidentemente turbato.
L’inserimento dei dati richiese solo pochi minuti. Raoul non aveva avuto
il coraggio di contrastare ancora la volontà di Iason, lo conosceva
abbastanza da sapere che sarebbe stato inutile, oltre che rischioso. Erano
scesi silenziosamente al laboratorio, aveva preso il disco ed inserito il
cavo nell’orecchio di Iason. Il Blondy aveva sussultato, gli occhi
spalancati, nella sua mente si susseguivano rapidamente immagini
dimenticate dei due anni trascorsi col suo Riki....
Le immagini terminarono, anche se il resto non era stato memorizzato,
glielo aveva raccontato Katze. Con un movimento sicuro si estrasse il
cavo, si sollevò e si diresse verso Raoul. Lo colpì. Come poteva averlo
privato di quei ricordi e continuare a proclamarsi suo amico?
Gli voltò le spalle e se ne andò, mentre Raoul, sbattuto a terra dal suo
pugno, si mordeva il labbro cercando di soffocare i singhiozzi.
Non ricordava quand’era stata l’ultima volta che Iason
aveva messo piede in quel buco che era la sua casa, nella parte bassa
della città, nel cerchio di territorio franco tra Tanagura e Keres, ma
Iason l’aveva chiamato e gli aveva annunciato che sarebbe andato subito da
lui, gli aveva detto di contattare Guy, di dovergli parlare.
Katze aveva impiegato dieci minuti a rendersene conto: Iason stava andando
da lui...
Chiamò in fretta e furia Guy e gli ordinò di raggiungerlo immediatamente.
Rassettò un po’ la casa, cercando di renderla degna di questo nome ed era
ancora indaffarato in tal senso quando sentì l’auto di Iason parcheggiare.
Gli aprì la porta e, dal suo sguardo, capì subito: Iason aveva recuperato
i ricordi di Riki. Il dolore che lesse in quegli occhi azzurri gli spezzò
il cuore, sperava che Guy avesse davvero una buona idea.
Iason si sedette sul divano, di fronte al suo ospite, dopo un po’ parlò.
-Devo ringraziarti Katze: tu sei l’unico ad essere stato sincero con me.
Forse eri l’unico a capire il reale valore che Riki aveva per me-
Katze assentì: un nodo in gola gli impediva di parlare.
Dopo qualche minuto arrivò Guy: bussò ed entrò senza aspettare il permesso
di entrare. Rimase impietrito sulla porta, vedendo Iason, ma il Blondy si
limitò a fissarlo con astio e speranza.
-Katze mi ha detto che hai avuto un’idea per ridarmi Riki-
Nessuno l’aveva invitato a sedere, così rimase in piedi, impacciato. Era
cosciente che non era da tutti poter parlare direttamente con Iason, e che
il Blondy avrebbe avuto ottimi motivi per volerlo uccidere.
-Ecco io....- Iniziò titubante. -....penso che si potrebbe ricostruirlo
come Blondy.... per i dati sulla sua personalità, potremo fornirli noi,
basterà estrapolarli dai nostri ricordi: forse sarà un procedimento lungo,
ma credo... che ne valga la pena, no?-
Iason se ne andò, senza commentare. Certo che ne valeva la pena: era lui
quello che ci avrebbe guadagnato di più se la cosa si fosse potuta fare,
ma non poteva tollerare un minuto di più quel dannato che aveva causato
tutto. Del resto sapeva che Katze lo conosceva abbastanza da sapere come
regolarsi, infatti, Katze, prima di dire a Guy di andarsene, gli aveva
raccomandato di non cacciarsi nei guai perché il suo cervello sarebbe
servito molto presto.
-No! E’ inaudito! Non lo farò mai!- Raoul era furioso: quello che Iason
gli aveva chiesto di fare era inaudito! Non si sarebbe mai prestato ad una
cosa del genere: trasformare Riki in un Blondy era fuori discussione!
-Non te l’ho chiesto, Raoul- Il suo, era un ordine, questo era sottinteso.
Raoul lo fisso: così lo ringraziava per averlo riportato in vita? Era
nuovamente colpa di quell’impuro! Quel maledetto aveva stravolto la mente
di Iason. Era arrivato da lui un’ora prima e gli aveva chiesto se posse
possibile ricostruire la personalità di un individuo partendo dai ricordi
che di questi avevano altre persone. Gli aveva risposto che era
complicato, ma si poteva fare. Non si era aspettato che poi gli dicesse
"Bene, allora comincerai subito la ricostruzione di Riki".
-Raoul, se non lo farai, hai commesso il più grave errore della tua vita,
a ricostruirmi-
Raul sospirò. -E sentiamo, da chi vorresti recuperare i ricordi?-
-Dal gruppo dei Byson, da Guy e da Katze, oltre che da me, naturalmente-
-Ammesso che ci riesca, avrai tra le mani un bambino, non l’uomo che vuoi:
avrà bisogno di continui ritocchi per rendere il suo carattere come
l’originale: ti ci vorranno anni per renderlo come il Riki che hai
perduto-
-Sarà Riki?-
-Quanto tu sei Iason, se avrai pazienza-
-Datti da fare-
Raoul detestava quel lavoro. Iason diventava più irascibile giorno dopo
giorno: continuava a chiedergli a che punto fosse col suo lavoro. Si era
appoggiato ad un ospedale per raccogliere i dati che gli servivano dagli
impuri: non avrebbe mai permesso che quella gentaglia entrasse nel suo
laboratorio. Altrettanto aveva fatto con Katze. Si erano scambiati uno
sguardo carico d’odio, ma non avevano scambiato una parola: entrambi
sapevano. Katze era quello che aveva i ricordi più vicini all’attimo della
tragedia: era stato lui a soccorrere Riki dopo l’atto sconsiderato che
aveva compiuto, ad accompagnarlo sul posto, era stato lui ad assistere
impotente all’esplosione in cui avevano perso la vita..... Raul visualizzò
sul monitor per l’ennesima volta quei ricordi: nemmeno lui aveva saputo
esattamente cosa fosse accaduto: Riki era tornato da Jason di sua
volontà.... lo amava? Dai ricordi degli altri aveva saputo che Riki e Guy
erano stati amanti, prima che il ragazzo diventasse l’animaletto di Iason....
la reazione del ragazzo poteva essere capita, per quanto esagerata.... I
ricordi di Iason erano sempre custoditi dalla password, ma immaginava cosa
ci fosse dentro.
Dalle analisi mediche cui Riki era stato sottoposto, aveva ricavato tutti
i dati fisici che gli servivano: altezza, peso, temperatura corporea,
colore degli occhi, impronte dentarie, gruppo sanguigno.... essendo stato
un delinquente, era stato schedato, così poté ricavare le sue impronte
digitali senza fatica. Dare la giusta pigmentazione alla pelle era stato
più complicato: il materiale usato per i Blondy non aveva quel colore
"plebeo". Impiegò diversi mesi ad assemblare il corpo, ma, nonostante
avesse lavorato controvoglia, il risultato finale fu eccellente. Per un
momento l’aveva sfiorato il desiderio di rendere l’androide uguale
all’originale fin nei dettagli degli ultimi giorni di vita... li aveva
desunti dai ricordi di Guy e Katze..... in fin dei conti, era stato lui a
volersi togliere l’anello.... Poi pensò che, se l’avesse fatto, Iason
avrebbe potuto ucciderlo! Nel frattempo aveva integrato i ricordi di Iason
con quelli di Katze inerenti il periodo dal suo ultimo check- up alla
morte. Fu anche un esperimento per verificare in che modo avrebbe potuto
far propri i ricordi di un altro. Dopo qualche ora il suo cervello li
aveva ricodificati e resi propri. Iason ne sembrava soddisfatto, anche se
altro dolore si era aggiunto al precedente. Raoul, tuttavia, gli ricordò
che il suo cervello era molto più rapido di quanto sarebbe stato quello di
Riki, che i dati erano in quantità molto più elevata, e che lui aveva una
personalità evoluta e completa: Riki avrebbe potuto impiegare mesi per
ottenere un risultato simile.
Finalmente il momento arrivò. Raoul fece l’ultimo tentativo di convincere
Iason a desistere dai suoi intenti, ma fu inutile. Inserì il cavo
nell’orecchio del Blondy che stava per diventare Riki e dette l’avvio al
trasferimento.
Iason teneva tra le sue la mano del ragazzo. La sua pelle era fredda, ma
morbida come quella che ricordava. Una volta sveglio, il suo orpo si
sarebbe scaldato in fretta, il sangue artificiale avrebbe preso a
scorrere, il cuore meccanico a battere....
Una piccola spia si spense. Raoul staccò il cavo e premette il tasto di
accensione, temendo e pregando che qualcosa fosse andato storto, che il
nuovo Blondy non funzionasse, ma lui era un ottimo ingegnere... purtroppo.
Uscì dal laboratorio e li lasciò soli.
Iason si sporse sul lettino, con la mano tra le sue, stretta al petto. Le
palpebre si muovevano, si stava svegliando.
-Riki- Lo chiamò piano.
Gli occhi scuri, ancora appannati, si aprirono.
-Riki- Lo chiamò di nuovo.
Riki deglutì a vuoto, guardandolo stranito.
-Iason- Lo chiamò piano, una lacrima gli sfuggì dagli occhi, mentre gli
tendeva anche l’altro braccio per poterlo toccare. I muscoli erano rigidi
e gli dolevano.
-Io... io non capisco.... ero convinto che fossimo morti......-
-Ti spiegherò tutto con calma- Iason si chinò a baciarlo. Una lacrima
sfuggì anche a lui, mentre sorrideva contro le sue labbra, abbracciandolo,
aiutandolo ad alzarsi.
Per ora sembrava andare tutto bene.
Lo aiutò a mettersi in piedi e lo coprì col suo mantello. L’avrebbe
portato a casa e gli avrebbe dedicato tutto il tempo di cui avrebbe avuto
bisogno. D’ora in poi, nessuno si sarebbe più messo fra di loro.
Fine
P.s. Dato che nelle vhs non viene mai spiegato cosa siano i Blondy (androidi
o super uomini ottenuti da una durissima selezione genetica), ho scelto
gli androidi per rendere più facile lo sviluppo di questa storia.
Chiaramente non credo che la "personalità" di Riki potesse essere ricavata
così facilmente dai ricordi altrui, ma mi sono basata sull’esempio di Erda
e Freja di Chobits delle Clamp. Baci a tutti, >°-°<
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