Ritorno
parte II
di Nefertari
“Sanzo!Goku! Che
piacere vedervi!” esclamò felice Hakkai quando, aprendo la porta, si
ritrovò di fronte i due vecchi compagni. “Prego, entrate!”
Si accomodarono tutti e
tre nel piccolo salotto e il gentile demone notò immediatamente le
espressioni scure dei due amici…. O meglio, dato che Sanzo era abitualmente
imbronciato, notò soprattutto lo sguardo preoccupato di Goku, che con la
coda dell’occhio fissava il proprio guardiano.
Non fece in tempo a
chiedere spiegazioni in quanto Gojyo irruppe nel soggiorno.
“Ma guarda…la scimmia e
il bonzo!” esclamò entusiasta e si buttò letteralmente addosso a Goku
scompigliandogli i capelli e circondandogli il collo con un braccio.
“Ma che fai, pervertito
di un kappa??” protestò il ragazzino divincolandosi .
Gojyo non aveva
intenzione di mollare la presa, si divertiva immensamente a stuzzicare Goku.
Lo trattava come se fosse
una bambola di gomma ma lo adorava come un fratello e gli mancavano le
baruffe che erano soliti intraprendere.
Mentre il mezzosangue
continuava a pizzicare le guance dello scimmiotto, Hakkai si rivolse a Sanzo
: “E’ strano vederti vestito a quel modo, Sanzo.”
Il ragazzo indossava
infatti un leggero maglione azzurro e dei comuni pantaloni color cenere.
“Già…” intervenne Gojyo,
“Non trovate che sia un abbigliamento troppo spartano, venerabile Sanzo?”
“Puoi anche smetterla di
chiamarmi a quel modo!” rispose tranquillamente Sanzo. “Non sono più un
bonzo.”
Gojyo e Hakkai rimasero
di sasso.
Sanzo pareva
perfettamente rilassato e allungò una mano per afferrare la lattina di birra
appoggiata sul tavolino del salotto.
“Ma… cosa è successo,
Sanzo?” domandò Hakkai , che ancora faticava a credere a ciò che aveva
appena udito.
“Niente di particolare.
Ero stufo di quella vita.” Tagliò corto Sanzo sorseggiando la bevanda.
“Figuriamoci! C’è
qualcosa di losco in tutta questa storia…” osservò il kappa con un sorriso
provocatorio, che non piacque all’ex-bonzo.
“E’ nel tuo cervello che
c’è qualcosa di losco.” Ringhiò Sanzo alzandosi dal divano con l’istinto di
impugnare qualcosa…. che non aveva con sé.
L’harisen .
Il suo fidato ventaglio
di carta gli era stato confiscato,così come la pistola, il sutra e tutto ciò
che faceva parte dell’ * equipaggiamento * di un Sanzo.
Era abituato ad estrarlo
dalla tunica per colpire i suoi bersagli favoriti, Goku e Gojyo…
Una leggera ondata di
nostalgia lo travolse ma Sanzo la ricacciò indietro, constatando che la
nostalgia non si addiceva ad uno come lui.
Si mise le mani in tasca
e lanciò un’occhiata alla povera scimmia , la cui guancia destra era ancora
rossa a causa dei dispetti del mezzo demone.
“Avete un posto dove
andare?” chiese Hakkai preoccupato.
“Troveremo una locanda.”
Rispose Sanzo senza la minima esitazione.
“Già, e come pensi di
pagare?” lo schernì Gojyo, “Con il gioco d’azzardo? O in natura?”
Prima che il biondo
potesse inveire , Hakkai propose: “Potete restare qui, Sanzo! Vi daremo dei
futon!Potete accomodarvi nel soggiorno.”
“Giusto!” concordò il
kappa. “ Nel frattempo potremmo rimettere a nuovo la catapecchia abbandonata
a due passi da qui!”
“Non è necessario che vi
disturbiate.” Rispose freddamente Sanzo, che in realtà apprezzava molto
l’interessamento dei due giovani.
“Nessun disturbo, lo
sai…” sorrise Hakkai alzandosi dalla poltrona. “E’ ora di cena, vado a
preparare per quattro!”
“Prepara per sei…”
sottolineò Gojyo. “Ricordati che questa stupida scimmia è capace di mangiare
il triplo di una persona comune!”
Hakkai ridacchiò e andò
verso la cucina.
Sanzo disse solo :”Tsk…”
, che in realtà significava “Grazie di cuore”.
Goku sorrise, felice:
erano ancora insieme … loro quattro.
Era come se i pezzi di un
puzzle fossero tornati al loro posto.
Tutto andava per il
meglio.
La sua unica
preoccupazione era Sanzo, che non aveva proferito verbo riguardo a quanto
era accaduto quella mattina.
Pareva freddo ed
impassibile come al solito…
Possibile che il titolo
di Sanzo contasse tanto poco per lui?
Ma allora perché non
aveva lasciato prima il tempio?
Gojyo non permise a Goku
di proseguire con tali ragionamenti perché iniziò a prenderlo in giro.
La scimmia non poté fare
altro che rispondere alle provocazioni.
********************************************
Le due di notte.
I quattro amici avevano
giocato a carte fino ad un’ora prima, ricordando le loro avventure come
quattro anziani che rimpiangono la giovinezza.
Il soggiorno, ora , era
buio e silenzioso.
Sanzo era sdraiato nel
proprio futon e non riusciva a prendere sonno, un po’ perché Goku ,
appoggiato alla sua spalla, gli russava nelle orecchie, un po’ per via della
confusione che albergava nella sua testa.
Era piuttosto contento,
era innegabile: finalmente era libero di vivere come preferiva.
Non doveva più rispondere
delle proprie azioni, non aveva più impegni e poteva vivere senza vergogna
con la sua scimmia.
Era felice anche per Goku:
il ragazzino non era più obbligato a vivere al tempio a causa sua.
Eppure….
Eppure non si sentiva per
nulla rilassato.
Uno strana sensazione lo
infastidiva… una sensazione molto simile al senso di colpa.
Era lo stesso stato
d’animo che lo aveva assalito la prima volta che aveva ceduto al suo
sentimento per Goku.
A quel tempo si era reso
conto di aver infranto parte dell’insegnamento di Koumyo Sanzo : ‘non avere
legami ’ .
Tuttavia… non avrebbe
potuto continuare a vivere nascondendo l’attaccamento alla scimmia.
Per anni aveva cercato di
convincersi di bastare a se stesso , di essere capace di portare da solo il
pesante fardello del rimorso e della solitudine.
Ma ora…
Ora aveva BISOGNO di
averlo vicino, di poterlo abbracciare quando la malinconia lo rendeva chiuso
e taciturno.
Goku era l’unico capace
di calmarlo e rasserenarlo…. L’UNICO.
Come avrebbe potuto
rinunciare al calore della passione che li legava così saldamente?
Amava Goku e non voleva
perderlo solo per rispettare un insegnamento impossibile da seguire alla
lettera senza sacrificare la felicità che stava sperimentando con il giovane
demone.
Però…
C’era ancora qualcosa….
Qualcosa che non gli
permetteva di sentirsi in pace.
Qualcosa legato alle
ultime parole del suo maestro…
Si voltò verso Goku,
osservando l’espressione * idiota * del demone addormentato.
Lo scosse leggermente per
interrompere il crescente russare del ragazzino , che borbottò qualcosa nel
sonno.
“Stupido…” sussurrò Sanzo
scivolando sotto le coperte per potersi appoggiare al petto di Goku, dove
riusciva a udire i battiti del cuore del ragazzo.
Lo scimmiotto affondò le
dita tra i fini capelli biondi di Sanzo, che preferì non accertare se il
compagno fosse sveglio o meno.
Liberò la sua mente da
tutti i pensieri negativi, si abbandonò a quell’abbraccio rassicurante e ,
finalmente, si addormentò.
*********************************************
“Maledizione, fuori si
gela!” Esclamò Gojyo battendo i denti mentre rientrava in casa.
“Quest’anno l’inverno è
molto freddo.” Commentò Hakkai porgendo una tazza di the bollente all’amico.
“E dov’è la legna che
avresti dovuto spaccare?” intervenne Sanzo con un’espressione di
sufficienza.
“VATTELA A SPACCARE DA
SOLO LA LEGNA!Io ho i muscoli congelati!” rispose il kappa.
Sanzo si limitò a dire :“Mph…come
sei delicato !” e tornò a leggere attentamente il proprio giornale.
“Voglio spaccare io la
legna, Gojyo!!!!” esclamò entusiasta Goku , che aveva sonnecchiato sul
divano per tutto il pomeriggio.
Il mezzo demone alzò gli
occhi verso il cielo . “Sono lavori da uomini, bamboccio.”
“Ehi! Non sono più un
bamboccio!”
Goku non sopportava di
essere ancora considerato un bambino.
Era cresciuto molto negli
ultimi tempi.
Ormai era alto come Sanzo
e, nonostante il suo viso sembrasse ancora quello di un fanciullo, aveva
iniziato perfino a radersi la barba.
Eppure , per i suoi
compagni, sarebbe sempre rimasto un eterno moccioso….
Forse, pensò, avrebbe
fatto meglio a rassegnarsi.
“Senti un po’, Sanzo…”
esclamò Gojyo disturbando la pacifica lettura del ragazzo, “..non sarebbe
ora di trovarti un lavoro? Vuoi continuare a fare il mantenuto?”
“Uno che si guadagna il
pane giocando d’azzardo non ha il diritto di farmi la predica!” sottolineò
il biondo.
“Andiamo, Gojyo…”
intervenne bonariamente Hakkai , “In fondo è sempre stato Sanzo a pagare per
noi durante il viaggio a ovest!”
“Certo, tanto non erano
soldi suoi!” ridacchiò il mezzosangue.
“Non è ancora pronta la
cena?” si lagnò Goku sprofondando nel divano, disperato.
“Vai a spaccare la legna
se vuoi cenare!” lo minacciò il kappa.
“Allora posso? Che
bello!!! Vado subito!” il ragazzino si infilò velocemente un giubbotto
pesante e si precipitò fuori sorridente.
“E’ proprio stupido.”
Commentò Gojyo sospirando e seguendo la scimmia all’esterno, con l’intento
di dargli comunque una mano.
Sanzo abbandonò il
giornale sul divano e si avvicinò silenzioso alla finestra, per osservare i
due ragazzi che lavoravano nel giardino.
La sua attenzione ricadde
sull’espressione di Goku….
Felice.
Lo scimmiotto era
visibilmente entusiasta di quella sistemazione.
Non gli si poteva dare
torto…
Ma non era esattamente lo
stesso per Sanzo.
Gojyo e Hakkai li
ospitavano già da tre settimane e non era piacevole dover gravare sulle loro
spalle, anche se in realtà sapeva che erano entrambi ben felici di aiutarli,
nonostante le frecciatine del kappa.
Inoltre la sgradevole
sensazione di colpevolezza non cessava di assillarlo… colpevolezza non nei
confronti dei monaci, non nei confronti di se stesso…. ma nei confronti del
suo maestro.
Cosa avrebbe pensato se
fosse stato ancora vivo?
Cosa avrebbe detto nel
vedere dove era finita la persona a cui aveva ceduto la propria carica?
Avrebbe sicuramente
abbassato lo sguardo, deluso e amareggiato…
‘Sii forte, Genjo Sanzo
Oshi.’.
Forte.
Lui NON ERA FORTE.
Lo aveva sempre saputo.
E non capiva come Koumyo
Sanzo avesse potuto scorgere in lui le caratteristiche necessarie per essere
un Sanzo.
La sua unica forza
proveniva da Goku, da quella scimmia a cui non avrebbe dovuto legarsi, in
modo da non essere schiavo di nessuno.
Il ragazzino sapeva
calmare i risvolti negativi del carattere di Sanzo, quel lato oscuro che da
sempre minacciava di emergere abbattendo ogni tentativo di autocontrollo.
Senza Goku, si sarebbe
sicuramente abbandonato ad istinti autodistruttivi, ad atti di inaudita
violenza…
Odiava questa sua
debolezza… e odiava il dipendere da qualcuno.
“Spero che tu non abbia
dato retta a Gojyo.” Disse Hakkai strappando Sanzo ai propri pensieri.
“Siamo felici di avervi con noi… e di potervi dare una mano.”
Sanzo annuì , gettando
nuovamente uno sguardo verso l’esterno.
“Non appena il tempo sarà
migliorato potremo dedicarci alla ristrutturazione della casetta che vi
abbiamo mostrato.” Continuò il demone. “Così finalmente starete più comodi.
Inoltre abiterete qui vicino, sarà come vivere tutti insieme. Non sei
d’accordo, Sanzo?”
“E’ la soluzione
migliore.” Constatò l’altro tornando verso il divano. “Grazie…” aggiunse con
un filo di voce, senza guardare negli occhi il proprio interlocutore.
Hakkai sorrise e si
congedò : “Di niente…Finisco di preparare la cena!”
************************************************
La notte calò in fretta.
Il freddo pungente
penetrava nella casa e nemmeno il fuoco acceso nel caminetto riusciva a
riscaldare sufficientemente l’ambiente.
Sanzo e Goku avevano
sistemato i futon proprio di fronte al focolare mentre Hakkai e Gojyo si
erano ritirati nelle proprie stanze armati di pesanti coperte di lana.
“Sanzo, stai già
dormendo?” sussurrò Goku avvicinando il viso al collo di Sanzo, sdraiato di
spalle.
“Non posso dormire se tu
mi parlotti nelle orecchie.” Rispose freddamente il giovane.
Il ragazzino , mettendo
il broncio, scavalcò il corpo dell’amante in modo da trovarsi di fronte a
lui e accostò il volto a quello di Sanzo.
“Mi vuoi dire che ti
prende?” domandò risoluto lo scimmiotto, con la fronte corrugata e uno
sguardo inquisitorio.
“Cosa vai blaterando?”
borbottò l’altro mettendosi sulla difensiva.
“Siamo qui da tre
settimane, e ogni giorno sei sempre più di cattivo umore!” spiegò Goku,
ottenendo in risposta un freddo silenzio.
“Dimmi che cosa ti fa
stare male! Parlamene!” Insistette il demone. “E’ per quello che è successo
al tempio? E’ per qualcosa che ho fatto io?”
“Non mi seccare, stai
facendo troppe domande.” Lo aggredì Sanzo mettendosi a sedere , in modo da
evitare gli occhi della scimmietta.
Non aveva intenzione di
svelare al ragazzino la ragione del proprio turbamento.
Detestava parlare di
Koumyo Sanzo e ancor più descrivere i propri travagli interiori… anche
perché, in piccola parte, riguardavano la relazione con Goku.
“Ma perché non mi vuoi
dire cosa ti preoccupa? Per favore…” continuò la scimmia sedendosi a sua
volta vicino a Sanzo , cingendogli la vita.
“Che cosa vuoi capire,
tu…” sbuffò il ragazzo allontanando le braccia di Goku.
Questi fissò interdetto
il compagno, mentre un’ombra di dolore unita ad un velo di risentimento
calava sui luminosi occhi dorati.
“Non mi parli mai di te…
di quello che provi… di quello che ti è accaduto in passato. ” Mormorò il
giovane demone con voce incerta. “Certo, io sono uno stupido! Non posso
capirti! Devo solo tacere e seguirti! Non ti servo ad altro!”
“Smettila, sei peggio di
una donnicciola appiccicosa.” Lo assalì Sanzo voltandosi verso di lui.
“Ho capito, non ti
preoccupare! Sto zitto!” esclamò Goku mentre i suoi occhi arrossati
rivelavano le lacrime intrappolate nella rete delle ciglia.
Si lasciò cadere sul
cuscino nascondendo il viso, anche se il suo corpo , scosso da piccoli
singhiozzi, comunicava esaustivamente lo stato d’animo del ragazzino.
Sanzo ,guidato
dall’istinto, allungò una mano per carezzare la schiena dell’amante ma
subito la ritrasse.
Rimase a guardare Goku,
mentre sentimenti contrastanti combattevano dentro di lui.
Alla fine, purtroppo,
prevalse l’orgoglio e Sanzo avvertì il bruciante desiderio di restare da
solo per un po’, in modo da riordinare le idee.
Si alzò in piedi e si
avviò a grandi passi verso l’ingresso.
Afferrò il primo cappotto
che gli capitò a tiro, si infilò le scarpe e uscì , sbattendo violentemente
la porta.
Goku sollevò la testa e
si voltò di scatto.
“S-Sanzo?” balbettò
confuso.
Intorno a lui, una fredda
stanza vuota.
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