Ritorno
parte I
di Nefertari
Sanzo e Goku
camminavano in silenzio mentre l’imponente monastero di Cho’an appariva
lentamente all’orizzonte.
Erano passati alcuni anni
da quando erano partiti verso Ovest, con l’incarico di fermare la
resurrezione del grande demone Gyumaoh.
La loro missione , in
seguito a innumerevoli combattimenti e ad un’estenuante pellegrinaggio, si
era finalmente conclusa.
Gojyo e Hakkai avevano
fatto ritorno al loro villaggio mentre il bonzo e la scimmia ,dopo una breve
sosta notturna a casa degli amici, avevano attraversato la foresta, in
mattinata, per tornare al tempio dove Sanzo avrebbe ripreso ad eseguire ciò
che gli competeva in quanto Sanzo Oshi.
Goku lo aveva
seguito…come sempre,del resto… sebbene il suo animo non fosse leggero.
Solo quella stessa
mattina si era reso conto di ciò che avrebbe ritrovato al proprio ritorno:
la vita con i monaci era noiosa e castrante… insostenibile . Se ne era quasi
dimenticato…
Nonostante le difficoltà
incontrate durante il sacro viaggio, quegli anni erano indubbiamente stati i
più felici della sua vita.
Il kappa pervertito e il
gentile demone dal volto sereno rappresentavano ormai due figure
fondamentali e irrinunciabili… immancabili quasi quanto un buon pasto.
Li avrebbe potuti
rivedere ogni qualvolta lo avesse desiderato ma… era comunque avvilente non
poter stare con loro ogni giorno.
Per fortuna ,vicino a
lui, c’era sempre Sanzo.
Goku si bloccò nel bel
mezzo del sentiero , osservando l’austero edificio.
Il monaco non udì più i
passi del ragazzo e si voltò indietro ,verso di lui ; non mancò di notare
l’espressione cupa del demone , da sempre incapace di camuffare anche i più
semplici stati d’animo.
“Non hai molta voglia di
tornare,vero?” gli chiese Sanzo con un inusuale tono dolce.
“Non molta, no…” ammise
Goku continuando a fissare il tempio.
“Capisco…” sospirò il
bonzo dopo un attimo di silenzio. “A dire il vero nemmeno io sono entusiasta
all’idea…” si accese una sigaretta e si appoggiò ad un albero, osservando
l’espressione colma di sconforto di Goku.
“Non sarà facile passare
molto tempo insieme… da soli.” aggiunse Sanzo e inspirò una boccata di fumo,
chiudendo gli occhi.
“Si, lo immaginavo.”
Rispose Goku mentre accennava un sorriso rassegnato.
Si avvicinò al monaco
,che in tutta risposta alzò una mano per carezzargli la nuca… un gesto
semplice che Sanzo era solito utilizzare per esprimere l’affetto nei
confronti della sua scimmia.
Entrambi sapevano che ,
se mai fossero sopravvissuti alla spedizione a Ovest, sarebbero dovuti
tornare a Cho’an e che la loro storia non avrebbe avuto vita facile.
Lo sapevano, eppure
avevano gradualmente lasciato che il sentimento che li legava crescesse e si
concretizzasse.
Gojyo e Hakkai avevano
intuito cosa stava accadendo tra i due e ne erano lieti: facevano di tutto
per lasciarli soli, anche perché il carattere di Sanzo tendeva a migliorare
(nei limiti del possibile! ^^ ndNef) quando passava un po’ di tempo con la
scimmia.
Mentre erano in viaggio ,
Sanzo e Goku potevano tranquillamente amarsi durante la notte, in una
spoglia stanza di un albergo qualsiasi.
Ma da quel momento in poi
sarebbe stato faticoso mantenere la relazione…
“Andiamo?” chiese il
bonzo continuando ad accarezzare i folti capelli di Goku.
“Mh…” annuì l’altro ,
benché riluttante .
“Non perdiamo altro
tempo. Prima o poi dovremo pur tornare.” Sanzo spense la sigaretta e cercò
nella sua tunica il copricapo che era solito portare nelle occasioni
ufficiali.
Si incamminarono di
nuovo, senza aggiungere altro, consapevoli che li aspettava una vita diversa
da quella cui erano abituati.
Sconfortanti pensieri
turbinarono nelle loro teste finché non si iniziarono ad udire le voci dei
monaci : “Il venerabile Sanzo! Il venerabile Sanzo è tornato!”
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“Ehi, Hakkai!Passami
quell’asse!” Gojyo , appollaiato sul tetto della propria abitazione, stava
osservando sconsolato il traforo causato da un albero caduto sulla casa,
forse durante un forte temporale.
“Dannazione, che
sfortuna!” si lamentò ,mentre Hakkai saliva sulla scala appoggiata alla
grondaia.
“Poteva andare molto
peggio! Se non altro il soffitto delle camere da letto è intatto e non
dobbiamo dormire esposti agli spifferi notturni.” il ragazzo dagli occhi
verdi porse all’amico una pesante asse di legno e il kappa sospirò ,
armandosi di chiodi e martello.
“Sentivo la mancanza di
questo posto….” ammise Hakkai mentre osservava un indaffarato Gojyo “…però è
strano non avere intorno Sanzo e Goku.”
“Si, capisco benissimo
come ti senti!” il mezzosangue sorrise amaramente mentre rispondeva: non
erano trascorse neppure ventiquattrore e già sentiva la mancanza di quel
rumoroso animale e dello svitato dal grilletto facile.
“Andremo a trovarli
spesso!” aggiunse dopo un attimo di riflessione e si rimise a martellare.
“Certo!” Hakkai annuì
sorridendo e lasciò Gojyo al suo lavoro.
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“Ha bisogno di
qualcos’altro, Venerabile Sanzo?” un gruppetto di monaci prostrati e
servizievoli si era radunato nella stanza del bonzo per eseguire ogni suo
comando.
“HO BISOGNO DI ESSERE
LASCIATO IN PACE,DANNAZIONE!” gridò Sanzo quando raggiunse il limite della
sopportazione.
I bonzi indietreggiarono
balbettando mentre chiedevano perdono per la loro irruenza.
Una volta rimasto solo,
Sanzo bestemmiò un paio di volte , esasperato : odiava essere servito e
riverito a quel modo.
Era passato solo un mese
dal loro ritorno e già si sentiva soffocare.
Se solo avesse potuto
avere a disposizione un bel gruppo di demoni da annientare, avrebbe potuto
sfogare la tensione accumulata , ma oramai il Tougenkyou , dopo la sconfitta
dei nemici, era tornato ad essere un luogo pacifico, dove gli youkai
convivevano in pace con gli esseri umani.
Nessun avversario, nessun
problema… nessuna distrazione.
Sanzo era costretto a
dedicarsi alle questioni burocratiche e religiose.
Una condizione
insopportabilmente seccante!
Si sentiva morire di
noia.
Come se non bastasse ,
Goku spariva di continuo, durante il giorno: si faceva vivo solo quando si
trattava di mangiare e quando calava la notte… solo allora, silenziosamente,
si intrufolava nella camera del bonzo.
Le giornate senza la
rumorosa scimmia in mezzo ai piedi erano ancora più pesanti, per Sanzo.
“A cosa pensi?” chiese
Goku arrivando alle spalle del monaco, che si era seduto di fronte alla
porta-finestra che si affacciava sul suo personale giardino interno.
Il ragazzino cinse le
spalle di Sanzo con entrambe le braccia e, inginocchiandosi, si appoggiò
beatamente alla schiena del monaco.
Questi sbuffò e domandò
seccato :“Si può sapere perché diavolo sparisci tutto il giorno?”
“Tu hai sempre da fare…”
si giustificò Goku , il quale ,a dire il vero, cercava solo di stare alla
larga dai guai, per non creare problemi in quel tempio dove chiunque gli
lanciava occhiate di disgusto.
Sanzo annuì.
In realtà sapeva bene che
la scimmia odiava quel luogo, sicuramente molto più che in passato, dato che
aveva sperimentato una situazione decisamente più gradevole.
Il bonzo si voltò, in
modo da accogliere il ragazzo tra le braccia.
“Ieri sera ti ho
aspettato per più di un’ora!” lo rimproverò stizzito mentre il dorso della
sua mano scorreva sulla soffice guancia di Goku.
“Mi sono addormentato!
Avevo mangiato tutto quel ramen…” ammise la scimmia con un’espressione
pestifera che fece scuotere la testa ad un Sanzo ormai pienamente conscio di
ciò che ci si poteva aspettare da quell’animale.
“Idiota!” Il bonzo
avvicinò il giovane viso al suo e catturò le labbra di Goku con febbrile
desiderio.
La scimmietta ricambiò il
bacio con altrettanta avidità , lasciando scivolare le mani sul vellutato
collo di Sanzo.
Dopo pochi minuti , senza
mai interrompere il contatto tra le loro bocche , si ritrovarono sdraiati
per terra, il corpo di Goku sovrastato da quello del monaco, mentre il
ragazzino ripeteva sottovoce il nome del bonzo, un sussurrato richiamo che
nascondeva richieste precise.
Il giovane dagli ardenti
occhi viola si liberò dell’ampia tunica e aprì la camicia di Goku, in modo
da poggiare le mani sulla nuda pelle del ragazzo ,per assaporare di nuovo le
inebrianti onde di elettricità che ,a quel tocco, si propagavano in ogni
tessuto del suo corpo.
Ma quella notte i due
amanti non sarebbero potuti andare oltre.
Mentre il corpo di Goku
si inarcava in risposta alle carezze di Sanzo, qualcuno bussò
frettolosamente alla porta…ed entrò senza chiedere il permesso.
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Le foglie degli alberi di
fronte al tempio ondeggiavano mosse dal vento.
Nel silenzio della notte,
si udiva solo lo stormire delle fronde e il gorgoglio di un ruscello.
L’aria era calda e
piacevole.
Le stelle brillavano nel
firmamento, mentre la luna illuminava tenuemente la vallata.
Un piccolo scoiattolo
dormiva nell’incavo di una quercia secolare.
E dopo questa inutile
descrizione che serviva a tenervi un briciolo in ansia, torniamo a Sanzo e
Goku….
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“Ve-venerabile…Sanzo….”
Un monaco sconvolto stava immobile sulla soglia, osservando i due corpi
avvinghiati sul pavimento.
Sanzo e Goku lo
fissarono, impietriti.
La situazione era
inequivocabile: il venerabile Sanzo era stato sorpreso mentre faceva l’amore
con l’essere dagli occhi dorati, il demone tanto disprezzato da quasi tutti
i bonzi del tempio.
“I-io… volevo solo…”
l’uomo non riusciva più ad articolare le frasi. “Con permesso!” disse
voltandosi e sparendo dietro la porta.
“……”
“……”
Goku guardò Sanzo con
aria confusa , non avendo ancora realizzato appieno quanto era appena
avvenuto.
I lineamenti femminei del
bonzo si erano irrigiditi mentre il suo respiro si era fatto impercettibile.
“Non abbiamo… chiuso a
chiave la porta.” Disse finalmente Sanzo con un tono di voce che tradiva la
usa agitazione.
Si alzò e si sedette sul
bordo del letto ,con la testa tra le mani, mentre Goku gli chiedeva : “Cosa
c’è Sanzo? E’ così grave?”
“Stupida scimmia!” esclamò il monaco
spazientito. “Domattina lo saprà tutto il tempio, e io-” si interruppe.
“* E tu * cosa?”
insistette Goku , che iniziava a preoccuparsi.
“Dannazione!” imprecò
Sanzo fra sé e poi torno a rivolgersi alla scimmia.“Tornatene nella tua
stanza, non è il caso che tu stia qui stanotte!”
Il ragazzo lo fissò
smarrito per qualche secondo,si abbottonò la camicia e lasciò la stanza,
camminando lentamente e con la testa bassa.
Sanzo rimase solo, in
preda ad una crisi di nervi.
Sapeva fin troppo bene
cosa era in serbo per lui il giorno seguente.
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Goku si appostò fuori
dalla grande sala dove i monaci più influenti erano soliti riunirsi per
prendere decisioni importanti, la stessa sala dove molti anni prima Sanzo
era stato riconosciuto bonzo di più alto rango in seguito alla morte di
Koumyo Sanzo Oshi.
Poteva udire a malapena i
discorsi del vecchio monaco che presiedeva quella riunione.
Sanzo era stato convocato
all’alba ed era lì dentro da più di un’ora.
“E’ vergognoso che un
Sanzo si macchi di tali colpe.” Disse l’anziano alla fine di una lunga
predica, mentre guardava Sanzo come se fosse un repellente insetto. “Coloro
che, tra i vostri predecessori, si sono spinti in una relazione di questo
tipo, sono stati cacciati… poiché questa è la regola.” (nota-spoiler: Nii
jieni , lo scienziato che lavora per GyokumenKoshu, altri non è che un Sanzo
che ha perso il titolo per aver avuto una relazione con una donna. NdNef)
Il giovane biondo non
rispondeva.
Continuava a fissare il
vecchio con disprezzo, portandolo ad infuriarsi maggiormente.
“Tuttavia…” sospirò
l’anziano, “…lo scandalo non ha oltrepassato le mura di questo tempio. Se
voi vi sbarazzerete definitivamente di quell’essere impuro, siamo disposti a
seppellire questa incresciosa faccenda.”
“Sbarazzarmi di lui?”
ringhiò Sanzo aggrottando la fronte.
“Eliminarlo, cacciarlo…
agite come meglio credete. Potete delegare il compito ad un altro monaco, se
non ve la sentite. L’importante è che quella patetica creatura venga
allontanata. In fondo è solo un essere eretico.” Il vecchio bonzo non poteva
essere più chiaro.
Quegli indegni monaci
avrebbero perfino ignorato un fatto del genere pur di far del male a Goku.
“E se io non intendessi
sbarazzarmi di lui?” Lo sfidò Sanzo accennando un sorriso beffardo.
“Saremmo costretti a
sollevarvi dal vostro incarico…” spiegò il monaco con fermezza , “…e a
cacciarvi da questo sacro luogo”.
Il ragazzo abbassò la
testa , in silenzio, e rifletté per qualche minuto, mentre i monaci
sorridevano maligni, sicuri che avrebbe accettato le condizioni impostegli.
“Mi rifiuto.” Concluse
Sanzo alzandosi in piedi.
Un brusio di dissenso si
levò nella sala, voci scandalizzate e incredule.
“Siete dunque disposto a
rinunciare ai vostri privilegi per un animale?” domandò sconcertato il
vecchio bonzo. “Vi abbiamo offerto l’opportunità di cancellare la vostra
colpa e voi calpestate la nostra generosa offerta?”
“Patetici leccapiedi.”
Disse chiaramente Sanzo voltando le spalle e incamminandosi con disinvoltura
verso l’uscita.
“Ve ne andrete
immediatamente da questo tempio!” gli ordinò l’anziano prima che il giovane
oltrepassasse la porta, lasciando uno stuolo di bonzi sconvolti.
Una volta fuori dalla
grande sala, Sanzo incontrò la sua scimmia, che lo osservava con i grandi
occhi lucenti,carichi di apprensione.
“Raduna le tue cose.” Gli
intimò il giovane dai capelli dorati. “Ce ne andiamo da qui.”
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