Disclaimer: tutti i personaggi di questa storia appartengono a Hajime Kanzaka, Rui Araizumi e a tanta altra gente a cui voglio tanto bene!


RISOLUZIONE

by Yulin

 

<Scusa tanto Lina, ma si può sapere perché diavolo dovrei aiutarvi nella vostra ricerca della fonte dell'eterna giovinezza?>

<Zel-chan ha ragione! La sua pelle non si raggrinzerà di certo per qualche anno in più: le rocce sono eterne!> disse Amelia, gli occhi luccicosi pieni di ammirazione

"Grugn... e magari si aspetta pure che la ringrazi! Ma si rende conto di quello che dice? Certe volte mi sembra più stupida di Gourry!"

<Rocce? Quali rocce? Ehi Zel, hai forse intenzione di indossare un'armatura di rocce? Non mi sembra molto comoda...>

"Quelle rare volte in cui Gourry sta zitto..."

<Però Amelia in fondo ha ragione.> disse Xellos, comparso improvvisamente accanto a Zelgadis, poi, sfregando con la mano una sua guancia, aggiunse: <Eh sì, questa pelle rimarrà tale e quale per sempre.>

<Ma si può sapere che diavolo ci fai tu qui?> disse Xel, spintonando il Mazoku violentemente.

<Che modi... ti sembra questo il modo di trattare un vecchio compagno di viaggio?>

Fra i due si frappose Lina, cercando di evitare che ricominciassero a picchiarsi come al solito...

<Avanti Zel, cerca di essere un po' meno irascibile... non hai ancora capito che più tu reagisci così e più lui si diverte a provocarti? E tu Xel piantala con quell'espressione innocente sul volto che tanto non ti crede più nessuno!>

<Ecco appunto lasciamelo solo per un minuto e lo concio in modo tale da rendergli impossibile QUALSIASI espressione!>

<La vuoi smettere!>

<Sì... forse è meglio che la smetta e me ne vada... in fondo non ho nessuna intenzione di accompagnarvi in quella stupida ricerca.>

<Ma quanto sei cocciuto! Cerca di calmarti un momento e ascoltami. Innanzitutto eterna giovinezza non significa solo eterna bellezza, ma anche eterna forza agilità e prontezza di riflessi...>

"C'era un periodo della mia vita in cui essere forte era la cosa più importante... ero disposto a sacrificare tutto per questo mio sogno... e mio nonno con la sua grande benevolenza mi ha gentilmente accontentato, rendendomi questa mostruosa Chimera che sono ora... davvero bisognerebbe stare attenti a ciò che si desidera!"

<Zel ma mi stai ascoltando??>

<Sì, sì, certo!> "Meglio non farla arrabbiare: è pure affamata"

<Uh... inoltre potrebbe darsi che il potere che la sorgente possiede in realtà non sia dovuto all'acqua in sé, ma alla pietra con cui quell'acqua è a contatto.>

<Spiegati meglio..>

<E' semplice: l'acqua potrebbe avere quel potere perché scorre sopra un oggetto magico: qualcosa come una traduzione del sacro testo di magia. Non solo, ma visti gli effetti particolari del fluido potrebbe darsi che le iscrizioni di quell'eventuale frammento si riferiscano proprio ad incantesimi sull'aspetto!>

<Incantesimi sul sorbetto? Vuoi dire che è un libro di cucina?>

<GRRRR ZITTO GOURRY!!!!!>

E mentre Lina prendeva a pugni lo spadaccino, Zelgadis meditava sul da farsi.

<Uhm... comunque la cosa comincia a farsi interessante...>

<E inoltre avresti l'opportunità di operare per la giustizia!>

<Scusa Amelia, ma che c'entra la giustizia in tutto questo?>

<Beh... è logico.. una paladina della giustizia deve essere per forza sempre bella giovane e forte... quindi aiutandomi a trovare quella sorgente mi aiuti anche ad avvicinarmi sempre più all'ideale di eroina perfetta! Come vedi è tutto per la nobile causa della giustizia!>

"Certo che questa è proprio fissata! Ma è così tenera, in fondo, con quella totale fiducia nei suoi ideali..."

<E comunque se volete un parere da esperto la teoria di Lina potrebbe essere tutt'altro che infondata.>

<Nessuno ha chiesto il tuo parere... e poi vista la natura del nostro obiettivo direi che tu in questa storia non c'entri proprio per niente.>

Ma tutti discorsi furono all'improvviso interrotti da un fortissimo grido. Era Lina. Gourry estrasse subito la sua spada [1], pronto a difenderla.

<Questo posto è perfetto per la nostra cena!> urlò con soddisfazione la maga.

Il luogo in questione era un piccolo laghetto fra i boschi.

<Evviva! Finalmente si mangia! Ma cosa?> aggiunse Gourry.

<Ora vedrai! Palla di fuoco!>

L'ameno laghetto scomparve in una nuvola di vapore, lasciando sul fondo decine di pesci affumicati.

Lina Gourry e Amelia si avventarono subito sul cibo, seguiti da Zelgadis e Xellos.

<Ah... a stomaco pieno si ragiona meglio!> decretò Lina soddisfatta, poi aggiunse, fissando il Mazoku: <Parliamoci chiaro! Zel non ha tutti i torti: che se ne fa un demone di una fonte della giovinezza? Qual è il tuo vero scopo?>

<Beh... l'hai detto anche tu che potrebbe esserci di mezzo il Sacro Testo...>

<La parte di cui parliamo, però, non penso possa esserti molto più utile della fonte stessa.>

"Beh in effetti Lina ha ragione... non mi interessa un bel niente di quella fonte..."

<Il motivo per cui mi trovo qui? SORE WA HIMITSU DESU![2]>

<XELLOS!!!> ora Lina aveva un'aria minacciosa.

<Avanti: lo sai che in fondo sono un bravo ragazzo. Fidati di me!>

"Fidarmi di un demone? ma mi crede davvero così stupida?... Uff... Però bisogna dargli atto del fatto che in svariate occasioni il suo intervento è stato provvidenziale... ma sì.... che danni potrebbe combinare?"

<OK Xellos, per stavolta puoi venire con noi.>

<Eh no! Sono veramente stufo di avere fra i piedi questo guastafeste!>

<Oh Zel ma perché mi tratti sempre così male?>

<E me lo chiedi? Te ne vieni sempre qui con quel tuo sorrisetto ironico da superiore, pieno dei tuoi cavolo di segreti, e non fai altro che sfruttarci per ottenere i tuoi scopi misteriosi. Se agli altri sta bene così... beh a me no! Io ho ancora una certa dignità!>

<Suvvia cerca di essere più tollerante nei miei confronti... in fondo che male ti ho fatto?>

<Punto primo: come ti ho già spiegato prima, ti troverei insopportabile anche se non mi avessi fatto nulla. Punto secondo: ti ricordo che sei tu quello che più di una volta ha fatto sparire frammenti tradotti del sacro testo di magia.>

<Ah ma ti ho già detto che non erano quelli che cercavi tu!>

<E dovrei crederti sulla parola?>

<E poi Zel, perché un guerriero mago forte e coraggioso come te deve sempre essere così ossessionato dal suo aspetto fisico?>

<E' facile criticare per te, con il tuo bel visino.>

<Mi hai fatto un complimento!>

<Idiota! quello che volevo dire è che...>

<E' la prima volta che mi fai complimento! Grazie!>

<Quello che volevo dire - riprese Zelgadis parlando più lentamente e cercando di calmarsi - è che tu non puoi immaginare cosa voglia dire essere l'oggetto di scherno per tutte le persone che ti vedono.>

<E la cosa ti da fastidio?>

<Eh?!>

<Insomma: sei invidioso di me!>

<Nani???>

<Sei invidioso di un Mazoku bello forte e intelligente come me!!!!>

"Ma io questo lo ammazzo davvero!"

<Ti sei scoperto: il tuo odio verso di me è tutta e solo invidia!>

Ora Xellos aveva un'aria davvero molto soddisfatta, mentre Zelgadis era evidentemente sull'orlo di una crisi di nervi. In effetti non era mai stato tanto arrabbiato in vita sua con qualcuno e decise di lanciare contro l'odiato Mazoku un raggio paralizzante che, alimentato da tutta la sua ira, risultò essere di incredibile potenza. Esso colse del tutto impreparato il prete, procurandogli un gran dolore che gli percorse tutto il corpo. Xellos si lasciò cadere sfinito sulle ginocchia, mentre Zel si allontanava verso i boschi, seguito da Amelia.

Subito Lina accorse per sincerarsi sulle condizioni del suo compagno di viaggi: <Come va?>

Gli rispose con uno dei suoi sorrisi: <Tranquiiillaaaa... ci vuole ben altro per farmi del male... però devo ammettere che sta migliorando... sono tutto indolenzito.>

<Ah beh... se non è nulla di grave....> cominciò a prenderlo a pugni.

<Ahi! ma che ti prende?>

<Brutto idiota! ammetto che Zel abbia un carattere piuttosto difficile, ma anche tu! Andare sempre a provocarlo!>

<E' così carino quando s'arrabbia!>

<Piantala di dire cretinate a vai subito di scusarti! Mi sono davvero stufata delle vostre baruffe quotidiane! Comunque stavolta non posso che dare pienamente ragione a Zelgadis!>

<Ma se è stato lui che ha quasi tentato di uccidermi!>

<Ma ti sei reso conto di quello che gli hai detto? Hai toccato l'argomento che più lo fa soffrire... e poi lo hai ferito nell'orgoglio!>

<Ehi aspettate! - intervenne Gourry - volete dire che anche Zel è ferito? Dobbiamo andare a curarlo!>

<Sta buono Gourry, poi ti spiego...>

<Comunque se vado a cercarlo adesso sicuramente mi lancerà contro un altro raggio paralizzante... su di me non avrà effetti letali, ma non è mai molto piacevole.>

< Uhm... E va bene. Vorrà dire che ci parlerai più tardi.>

<Sarà per stanotte...> decretò il Mazoku, con un lampo malefico nello sguardo.

In quel mentre sopraggiunse Amelia con le lacrime agli occhi.

<Andata male?> domandò Lina con aria stanca..

<Sigh... io... volevo che si confidasse un po' con me... l'ho seguito per un po' chiamandolo ma lui non si è nemmeno voltato... e poi io lo raggiunto e lui mi ha strattonato e mi ha detto di lasciarlo in pace e che non aveva bisogno di nessuno e che se avessi continuato a seguirlo suo malgrado avrebbe fatto del male anche a me perché era tanto arrabbiato... ma io volevo soltanto aiutarlo... BUUUAAAA!!!!!>

<Non ti ci mettere anche tu. Piantala di frignare... sono veramente stufa di stare dietro a tutti i vostri trambusti. MI AVETE ANCHE ROVINATO LA DIGESTIONE, DOVRESTE VERGOGNARVI!>

Intanto Zelgadis camminava a grandi passi nel bosco, colpendo con la spada gli alberi per cercare di scaricare in qualche modo la tensione [3].

"Quel maledetto! Ma come ha osato? Come ha potuto dire certe cose! <Un guerriero come te non dovrebbe preoccuparsi del suo aspetto.> Ma che ne sa lui? Cosa ne sa di quello che ho dovuto soffrire e di quello che sto soffrendo tuttora? Di tutte quelle volte che mi hanno scacciato dalle città o che hanno addirittura tentato di uccidermi pensando che io fossi un mostro? Di tutti commentini ironici che ho dovuto sopportare? Per non parlare poi del rapporto che c'era con mio nonno o giù di lì, del perché quel bastardo ha deciso di farmi questo... di come mi sono sentito tradito! COME PUO' RIDURRE IL TUTTO ALLA MIA VANITA'!!!!!! Tsè... mi vien quasi da ridere! Io giustamente mi arrabbio per le cavolate che quello si diverte a dire e lui? <E' tutta invidia!> Invidioso io? Di un demerito cretino come quello? Ma si è bevuto il cervello? Uno come lui che non prende mai niente sul serio? Che non fa nient'altro che andare in giro a divertirsi sulle spalle delle persone, facendo tanto il misterioso? Che appena entra in una città per cercare dei testi, per prima cosa si fionda nelle gelaterie, come è successo a Seilun? Ufff..."

Ora si sentiva un po' stanco (e aveva anche distrutto mezzo bosco...) decise di sedersi per riprendere un po' di fiato.

"OK, bisogna ammetterlo: capita raramente (e tenta sempre di tenerlo nascosto), ma quando occorre prende le cose anche fin troppo sul serio... certe volte fa paura anche a me! Beh... non potrebbe essere altrimenti, se no come potrebbe essere così in alto nelle gerarchie dei demoni? Il suo aspetto pacifico è tutta un posa... un'astuta posa..."

Improvvisamente, con orrore, si rese conto che gli aveva dato ragione; Xellos si era definito <Un Mazoku bello forte e intelligente>... e Zelgadis aveva appena riconosciuto che era forte e intelligente, mentre per quel che riguardava il bello... la sua immagine gli entrò di forza in testa.

"Non posso negarlo... effettivamente è molto bello..." Si scoprì lievemente imbarazzato. "Ma a che diavolo sto pensando?" Scosse violentemente il capo. "Ah... e comunque... detesto ammetterlo, seppure solo a me stesso... però... è veramente molto potente, decisamente più potente di me..."

<E DECISAMENTE LA COSA MI FA ANDARE SU TUTTE LE FURIE!!!>

Come per enfatizzare le sue ultime parole diede un fendente con la spada ad un giovane arbusto accanto a lui, tranciandolo di netto. Ma sentiva dentro di sé che qualcosa non quadrava... lo ammetteva, era un tipo piuttosto orgoglioso, però in fin dei conti anche Lina era più potente di lui eppure la considerava un'amica... perché Xellos no? Era veramente invidia? Stentava a crederlo... cos'era? Forse... una segreta, non voluta ammirazione, peraltro non ricambiata... lasciò scorrere le sue fantasie immaginandosi il Mazoku con atteggiamenti nei suoi confronti diversi da quelli abituali... provò a pensare a Xellos senza il suo solito ghigno canzonatorio che lo guardava come si guarda una persona a cui si dà importanza... questo era piacevole... Xellos e lui legati da una reciproca fiducia... anche questo era piacevole... Xellos che gli era amico.. piacevole.. Xellos mentre lo abbracciava... MOLTO piacevole...

<PIACEVOLE??? - urlò saltando in piedi - Oh dei! Devo essere completamente impazzito!> "Decisamente mi fa male vederlo... e a quanto pare anche solo pensarlo! Mamma mia: da evitar come la peste nera! Va bene Zelgadis... è tutto a posto! Ora cerca di calmarti, e non pensare più a lui, ok?"

Improvvisamente si sentì stanco: la tensione accumulata durante tutto il giorno l'aveva sfinito. Decise di farsi una dormita e si accoccolò a terra, per rialzarsi solo sul far della sera.

<Ehi Xellos!>

<Cosa c'è Lina?>

<Ti ricordo che mi avevi promesso che stasera saresti andato a parlare con Zel. Ormai il sole è tramontato da un po' quindi...>

<Vuoi che venga con me Amelia? Forse anche lei ha bisogno di parlargli... e poi - le bisbigliò all'orecchio - ti darei l'opportunità di passare un po' di tempo sola con Gourry!>

E fu così che il Mazoku ricevette l'ennesimo pugno in testa della giornata.

<Credo che sia meglio se parliate da soli! MUOVITI!>

<Va beeeenee!> e così dicendo scomparì.

Lo trovò seduto appoggiato con la schiena ad un tronco d'albero, immerso nei suoi pensieri.

<Ciao!>

Zelgadis sollevò sul Mazoku uno sguardo molto sorpreso, a cui però si sostituì subito quello abituale ricolmo d'ira.

<Si può sapere che diavolo vuoi ancora? Vattene!>

Xellos si inginocchiò vicino a lui, fissandolo negli occhi.

Il mago sentì un brivido scorrergli lungo la schiena: era incredibile come non potesse fare a mano di ricambiare il suo sguardo, nonostante avesse dato qualsiasi cosa per voltarsi da un'altra parte. Quelle iridi viola, così fredde e misteriose, avevano un qualcosa di terribilmente magnetico, quasi ipnotico.

Con un certo senso di panico (Lui aveva paura? Ma perché, maledizione, perché?!) Zelgadis si accorse che gli si stava avvicinando e gli parve di vedere in lui le eleganti movenze di un felino che si accingeva ad attaccare la sua preda.

Fu un attimo, poi la sua espressione cambiò e comparve il solito sorrisino ironico, per una volta tanto accolto con gioia da Zel.

<La tua reazione di oggi così esagerata mi porterebbe quasi a pensare che le mie teorie fossero giuste.>

<Senti, hai intenzione di tormentarmi ancora per molto?>

<Tu mi trovi bello, non è vero?>

<Ma che diavolo stai dicendo?>

<E' per questo che ti sei arrabbiato, no?>

<Ma non dire idiozie! Se dovessi arrabbiarmi con tutti quelli più belli di me come minimo diventerei un serial-killer!>

<Oh non abbatterti così, non è affatto vero che tu sei così brutto; il tuo aspetto è... un po' strano; ma una volta che ci si è abituati... può rivelarsi anche piacevole!>

<Ti ho già detto di piantarla di dire simili sciocchezze!>

<Oh, ma è vero!>

<Sì e io dovrei crederti? Con quel sorrisino sarcastico stampato in viso?>

Detto fatto: sul volto di Xellos riapparve quello sguardo da predatore.

<Zelgadis, tu mi piaci.>

<Eeeehhh???!!!>

Il Mazoku si mise a cavalcioni sopra le gambe della Chimera, riducendo le distanze fra i due: <TU MI PIACI.> ripeté scandendo le sillabe, come se dovesse parlare ad un bambino.

Dopo un attimo di stupore Zel disse con un ghigno finto divertito

<OK, scherzo divertente e riuscito, ora basta però.>

<Perché? Io non ti piaccio?... non trovi che io non solo sia più belo di te ma che sia il bello in assoluto? Non è questo ciò che pensi di me?>

I due volti si stavano sfiorando, Zel era come pietrificato [4] mentre un turbine di pensieri gli sconvolgeva la mente.

"Maledetto! Maledetto! Mi ha scoperto un'altra volta!"

Era vero: forse in fondo lo aveva sempre pensato, anche se non l'avrebbe mai voluto ammettere: lui era in assoluto la creatura più attraente che avesse mai visto. Così elegante, misteriosa, indomabile... e così... bella!

"Ma io non voglio che lui faccia di me ciò che vuole! No! Mai!"

Fece per scansarsi, ma Xellos fu più veloce di lui e lo baciò sulla bocca. Un bacio lungo, appassionato a cui Zelgadis non riusciva a sottrarsi. Dentro di sé sapeva che era tutto sbagliato, ma non ne poteva fare a meno: sarebbe stato SOLO quel bacio, niente di più.... Xellos lo affascinava molto, è vero, ma lui amava Amelia, no?.. sarebbe stato un SOLO momento d'abbandono, ma non ci poteva fare niente: VOLEVA quel momento d'abbandono.

E quel momento fu la sua rovina.

Xellos fece delicatamente cambiare posizione a Zel, facendolo sdraiare sul prato; gli si distese sopra, mentre mentalmente pronunciava la formula di un incantesimo che impediva alla Chimera di muoversi. Poi si drizzò a sedere sulle sue gambe, e lo studiava dall'alto con un'espressione soddisfatta. Anche il mago avvertiva il bisogno di muoversi, ma quando ci provò si accorse con terrore che non poteva. Guardò l'altro con uno sguardo impaurito e il ghigno del Mazoku si allargò.

<Xellos! Che diavolo significa questo?> gli urlò mentre invano cercava di divincolarsi.

Egli si chinò ancora su di lui: gli fece una carezza dolcissima mentre lo fissava con uno sguardo assassino.

<Significa che ora tu sei mio.> gli sussurrò e riprese a baciarlo ancora più appassionatamente torturandogli la lingua con la propria, succhiandogli e mordendogli le labbra, mentre cominciava a strusciarsi su di lui, e faceva scorrere mani bollenti come il fuoco su tutto il suo corpo.

Dopo un po' cominciò a spogliarlo, lentamente, godendo di ogni centimetro di pelle che piano piano scopriva.

<Xellos! Piantala immediatamente!> gli urlò contro.

<Uhm.. non mi sembra proprio che tu sia in grado di darmi ordini.>

<Io ti ammazzo! Giuro che ti ammazzo!>

<Mpf! Andiamo Zel non farmi ridere! [5] Tu sei così debole rispetto a me!>

"Il bastardo ha ragione! Ha maledettamente ragione! Oh non posso credere che stia succedendo veramente ciò che sta succedendo"

<Senti, se quello che volevi era sentirmi ammettere che sei bello... Ok Xel sei la cosa più bella del mondo, va bene?... Ma ora lasciami!>

"Che carino - pensò il Mazoku - comincia ad avere paura."

<Quello che voglio io? Mio caro quello che voglio io sei tu.>

<Stai scherzando vero?>

<No.> gli rispose dandogli un leggero bacio, e, alzatosi in piedi: <E ora che posso ammirare il tuo corpo nudo, e sono cosciente che sei alla mia completa mercé... ti voglio più di ogni altra cosa al mondo!>

Zelgadis cominciava a sentire gli occhi riempirsi di lacrime (rabbia? paura? senso di impotenza?).

<E ora è il tuo turno di guardarmi.> disse il Mazoku con voce vellutata, mentre iniziava a togliersi i vestiti.

<Falla finita!>

<Umpf! Come sei impaziente! Ho quasi finito e sono subito da te!>

<Non scherzare!>

<Sei ancora convinto che sia uno scherzo?>

Sospirò <A-ammetto che forse ti ho dato delle false aspettative con quel bacio... ma io... veramente... non voglio!>

<Ma a me non interessa ciò che vuoi tu - disse il Mazoku tornando a sdraiarsi su di lui - mi interessa solo ciò che voglio io!>

Riprese a baciarlo su tutto il corpo e a strusciarsi con movimenti ritmici, mentre Zelgadis si stava ormai arrendendo all'evidenza di non poter fare niente per contrastare le voglie del demone. Decise comunque di fare un ultimo disperato tentativo, anche a costo di mettere a nudo la sua anima

<Xel...> mormorò tristemente.

Un mugolio di piacere fu la risposta dell'altro.

Ora le lacrime scorrevano abbondantemente sul volto della Chimera: <Xel... ascolta... ti prego... non rovinare tutto...>

Il Mazoku si sollevò a guardarlo negli occhi <Rovinare cosa?>

<Xel... io... non volevo succedesse questo... o... non volevo... succedesse così... ti supplico Xel, io...>

Un ghigno: <Mi sembra di avertelo già detto: non mi interessa ciò che vuoi tu!>

Lo aveva persino supplicato! Non si era mai umiliato tanto in vita sua!

Se poi ricordava quello a cui aveva pensato quel pomeriggio... si sentiva così idiota! Oh dei!... Come aveva potuto pensare anche solo per un attimo di provare per quel bastardo qualcosa di diverso dall'odio? Un odio pari solo a quello per il suo avo! Si stava ripromettendo che un giorno o l'altro si sarebbe vendicato, ma in quel momento non poté fare altro che pregare che quell'incubo finisse presto.

Xellos, dal canto suo, stava vivendo una delle esperienze più eccitanti della sua vita: non soltanto godeva del piacere fisico, ma anche di quello spirituale, dovuto alla percezione dei sentimenti di paura, disperazione e odio che affollavano la mente del suo amante. Egli era un demone, e vedere una persona che soffriva terribilmente così come Zelgadis in quel momento lo faceva sentire sempre meglio, lo rendeva sempre più potente. Pose soddisfazione a tutte le sue fantasie più perverse, tipicamente demoniache, fino a quando venne per lui il momento dell'estasi: l'unione dei due corpi: il suo, scosso da brividi di piacere; quello di Zelgadis, scosso da singhiozzi.

Xellos rimase ancora per qualche attimo sdraiato sopra la sua vittima, la testa appoggiata al suo petto per sentire il suo torace muoversi al ritmo de pianto, per sentire le sue lacrime scorrergli fra i capelli.

Poi si alzò, senza dire una parola, e mentre si rivestiva sciolse mentalmente il suo incantesimo; ma Zelgadis non si mosse, solo mormorò: <Perché?>

Un sorriso, un gesto con l'indice..

<SORE WA HIMITSU DESU!>

E, voltatosi, se ne andò.

Ma non seppe resistere alla tentazione di appoggiarsi dietro a un albero vicino: non vedeva Zelgadis, ma percepiva chiaramente i suoi sentimenti negativi e voleva ancora bearsi in quella meravigliosa sensazione. Fece un sorriso di pura soddisfazione.

"Com'è bello sentirlo soffrire così! Finalmente ha avuto ciò che si meritava... e io ho compiuto la mia vendetta... quella piccola Chimera stava per farmela veramente grossa... ma ora finalmente è tutto a posto."

Tutto a posto, tutto come doveva essere.

Ora Xellos si sentiva veramente bene, mentre in quest'ultimo periodo spesso si era sentito così stanco, debole, malaticcio quasi.

"Quella piccola Chimera..." ripensò con una punta di tenerezza; solo un punta, però.

Già... quante volte aveva pensato a Zelgadis con il cuore ricolmo di tenerezza. Da quando aveva saputo la sua storia: tradito dal suo maestro, dalla persona di cui si fidava di più; non solo: ma anche costretto, nolente, ad assecondare i suoi piani malvagi. O forse anche da prima: da quando lo aveva incontrato; una creatura a prima vista mostruosa (eppure, a guardarlo bene, così affascinante), che cercava comunque di mantenere la sua dignità, andando contro i pregiudizi e incomprensioni. Egli non poteva fare a meno di ammirare il suo coraggio, che non lo faceva indietreggiare nemmeno davanti ai nemici molto più potenti di lui; la sua caparbietà nel cercare di ottenere ciò che volesse, per quanto difficile potesse sembrare l'impresa; il suo orgoglio, che gli dava un'aria.. lo facevano apparire come un principe. Un principe decaduto forse, ma sempre un principe [SPECIAL NOTE].

Xellos sospirò: non pensava che si potesse amare così tanto una persona!

Lo amava davvero.

Era un demone.

E i demoni non possono amare.

E' come dire che il fuoco bagna.

No: un demone che ama è un controsenso troppo grande.

E Xellos stava per diventare vittima di questo controsenso: ne stava andando di mezzo la sua stessa essenza, la sua stessa vita.

E poi... l'ultima trovata di quella stupida Chimera: con la sua sensibilità verso i sentimenti si era accorto che forse anche Zelgadis... Meglio non pensarci: quello sarebbe stato veramente un colpo mortale!

No, no, finalmente aveva fatto ciò che avrebbe dovuto fare già da tempo: aveva trasformato il suo amore in mera lussuria, aveva trasformato qualsiasi cosa Zel provasse per lui in odio profondo, in desiderio di vendetta.

Era salvo: ora il mago era diventato un suo mortale nemico, e proprio non si può pensare con tenerezza ad uno che darebbe qualsiasi cosa per ucciderti.

Poteva ritenersi davvero soddisfatto di come aveva risolto i suoi problemi, e, per averne una riprova, si voltò un'ultima volta per assaporare le conseguenze di ciò che aveva fatto.

Zelgadis era accovacciato per terra, in posizione fetale, il corpo scosso da tremiti; si abbracciava da solo e da solo si accarezzava le braccia e la schiena, dolcemente... a testimonianza di un disperato bisogno di affetto, di consolazione. Si potevano anche udire dei singhiozzi e un mugolio gutturale: suono di dolore allo stato puro.

"Già ora finalmente è tutto a posto" pensò Xellos, mentre cocenti lacrime gli solcavano le gote.



NOTE:
1 = ........
2 = NOOO!!! Una macchia nel mio racconto!!! L'unica nota seria!!! va beh... però è d'obbligo metterla... SORE WA HIMITSU DESU= questo è un segreto :-)
3 = è Orlando il Furioso! W la "cultura"!
4 = e in effetti non fece un grande sforzo...
5 = beh, poverino! mica facile non far ridere Xellos....
SPECIAL NOTE = A PROPOSITO DI ORGOGLIOSO PRINCIPE DECADUTO... Zelgadis era sempre stata una persona piuttosto misteriosa, ma sempre e comunque amata dai suoi amici. Eppure un giorno accadde qualcosa che li rese ancora più sospettosi sulla vera identità della Chimera...
Il nostro gruppo di eroi stava camminando per le strade di una città quando incontrarono una cabina telefonica. Zelgadis affermò di non poter resistere alla tentazione e si fiondò dentro, cioè, no... più che altro ci si spiaccicò contro. Infatti era occupata: c'era Clark Gable che si stava trasformando in Superman... Una volta che finalmente il supereroe criptoniano volò fuori Zelgadis si fiondò dentro (e i suoi amici, per l'occasione gli fecero una splendida ola!), ma quando ne uscì aveva subito una profonda trasformazione: era un uomo sulla trentina, il volto aveva un'espressione corrucciata e sulle labbra era disegnato un ghigno malefico. Indossava una tutina attillata blu (evidentemente i supereroi hanno grossi sconti sulle tutine blu!) che metteva in evidenza i muscoli ben torniti. Sulla sua altezza è nata una disputa fra medici e parrucchieri: 1.20m secondo i medici: i capelli non contano; 1.50m secondo i parrucchieri: non è possibile ignorare quel capolavoro architettonico di pettinatura.
Poco si seppe di lui, perché volò subito via all'urlo di: <Ti ucciderò Kakaroth! Io sono il principe dei Sayan, il più forte guerriero della galassia!>
Ma i più acuti osservatori notarono che aveva una grossa "V" stampata sul petto.


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