"Come sta?"
Domanda Gourry a Lina, che sta scendendo le scale che portano al piano superiore della locanda.
"Ancora non bene...speriamo che almeno stanotte riesca a riposare tranquillo."
"Povero Zelgadiss...eppure le sue ferite non sembravano gravi."
Dice preoccupata Amelia torcendosi le mani.
Oh, certo, le sue ferite fisiche non sono affatto gravi, se fosse stato solo per quelle ci avrebbe messo meno di cinque minuti a guarire. Dite di essere suoi amici e non lo conoscete nemmeno abbastanza da capire quello che gli è successo.
Il nemico che Zelgadiss ha affrontato è stato astuto...anche se alla fine è stato sconfitto, ha fatto in tempo a mettere a segno un colpo che nemmeno io mi aspettavo, e sicuramente men che meno Zel,
che si è visto usare contro uno dei suoi incantesimi preferiti: un Rah-Tilt alla massima potenza.
Il suo corpo di pietra non ne ha risentito troppo...ma la parte demoniaca del suo essere è rimasta gravemente indebolita, per questo non riesce a riprendersi. Tutta la magia bianca e gli incantesimi curativi di questo mondo non gli porteranno alcun beneficio, continuerà a deperire fino a quando il demone non morrà, e con lui anche il corpo fisico.
Non posso permettere questo! Zelgadiss è mio.
Certo lui non lo sa ancora, ma io lo ho già deciso da tanto...tutto in lui mi attira: la sua bellezza e l'intelligenza acuta, lo spirito fiero e orgoglioso, la capacità di essere leale con gli amici ma privo di scrupoli quando vuole ottenere qualcosa; con un animo capace di gentilezza e generosità quanto di indifferenza e crudeltà; come se la sua parte umana e quella demoniaca lo strattonassero cercando di portarlo ognuna completamente dal proprio lato, ma senza riuscirci, e lui viva là nel mezzo, meravigliosa creatura sulla linea del crepuscolo, non più umano, non ancora demone.
So come salvarlo...nell'unica maniera possibile, l'unica a cui questi umani non hanno pensato, quella che per me è stata evidente sin dal primo momento.
Abbandono la compagnia seduta davanti al camino, dileguandomi nell'aria come al solito, per ricomparire direttamente nella camera di Zel. Sta dormendo un sonno leggero e per niente tranquillo, il suo respiro è difficile. Ti stanno proprio lasciando morire, amore mio, non se ne rendono conto?
Mi siedo sul bordo del letto, accanto a lui, chiamandolo per nome e sfiorandogli il viso con una carezza. Apre gli occhi e li stringe, per focalizzarmi nella semi oscurità della stanza.
"Xelloss...sei venuto a terminare il lavoro iniziato da un altro?"
Seppur la sua voce sia terribilmente debole ci ha messo dentro ogni grammo del suo solito sarcasmo. Sempre così diffidente...perché dici di odiarmi, se da te non percepisco alcun odio?
Mi insulti e mi aggredisci, vorresti evitarmi ma al tempo stesso non vuoi mai perdermi d'occhio... emani troppe emozioni tutte insieme quando sono con te perché riesca a distinguerle tutte, ma nessuna di esse è odio: magari puoi prendere in giro te stesso e anche gli altri, Zel-kun, ma non me.
Mi chino su di lui senza preavviso e lo bacio, tenendolo stretto per le spalle. Sento i suoi muscoli che si irrigidiscono sotto le mie dita, ma solo per qualche secondo; si rilassa subito dopo, schiudendo le labbra, permettendomi di approfondire il bacio. Le sue mani sono intorno alla mia vita e la sua lingua cerca la mia...allora avevo proprio ragione a credere che non mi odi...ma se mi lascio andare adesso perderò il controllo, e tempo prezioso.
"Sono qui per curarti."
Mormoro contro la sua bocca. Apro gli occhi e smetto di esibire il mio falso sorriso; voglio che abbia la certezza che sono terribilmente serio.
"Tu non lavori gratis, mazoku - ansima - che cosa vorrai in cambio?"
A questo punto, invece, di sorridere non posso fare a meno, ma lo faccio in maniera sincera.
"Te. Per l'eternità"
Cade il silenzio per qualche lungo secondo.
Non mi importa quale risposta mi darai, sia positiva o negativa io ti prenderò in ogni caso, Zelgadiss, anche se preferirei che tu ti unissi a me di buon grado.
"Affare fatto."
Sono le tue parole, e le pronunci con un ghigno che ha poco di umano e molto di demoniaco.
Oh, tu non immagini nemmeno quanto ti amo, Zel-kun.
Tutto quello che mi manca ora è il soggetto adatto. Sì, potrebbe andare bene chiunque, ma il risultato sarà migliore scegliendo tra persone che mi conoscono e si fidano di me. Uhm, forse la parola 'fidarsi' è un po' eccessiva...comunque intendo dire che mi voglio rivolgere a qualcuno tra la compagnia di Zelgadiss, sono suo amici e da anni sono abituati a me, abbastanza da credermi, se c'è in gioco la vita di un loro amico. Chi scegliere?
Gourry? Uhm...potrebbe anche andare; considera Zelgadiss un grande amico e prova persino un po' di soggezione verso di lui, talvolta. Ma come soggetto non mi ispira più di tanto, non credo proprio che sia lui la persona più adatta.
Lina è fuori discussione...mi metterei in grossi guai con la mia padrona se le torcessi un capello, quindi è nel mio interesse che rimanga in perfetta salute, per ora. Un domani, chissà.
Oh, se ci fosse ancora Filia con noi...sceglierei lei senza esitazione! Il fatto che sia uno degli ultimi draghi dorati renderebbe tutto ancora più piacevole...ho fatto bene a risparmiarne qualcuno per i momenti di noia: bisogna sempre pensare al futuro. L'odio folle che prova per me è semplicemente delizioso. Stupida! Accusa me di essere un mostro, quando io almeno ho graziato i cuccioli della sua razza, durante la guerra, mentre la sua gente ha distrutto persino le uova dai draghi antichi, per liberarsi di loro. Però lei ora non c'è...ma c'è Amelia!
La piccola, dolce Amelia con la sua adolescenziale cotta per Zelgadiss! Questo amore che prova per lui renderà le cose molto interessanti, senza contare il fatto che sarà sicuramente disposta a fare qualsiasi cosa per salvarlo, senza chiedermi troppe spiegazioni.
"Amelia, posso parlarti per un momento?"
Le cinguetto nella mia voce più amabile.
"Xelloss-san, cosa c'è?"
Mi chiede senza alzarsi da tavola.
"Vorrei scambiare due parole con te, ma da soli. Si tratta di Zelgadiss."
Sul suo viso c'è un misto di stupore, preoccupazione e curiosità. Lascia Lina e Gourry ad ingozzarsi al tavolo, neanche un'imminente apocalisse priverebbe quei due dell'appetito, e mi segue all'altro capo della stanza.
"Cosa c'è riguardo a Zelgadiss?"
Mi chiede con circospezione.
"Vedi io ho il rimedio, ma è una cosa che non posso fare da solo. Ho bisogno di qualcuno, e l'aiuto di questo qualcuno sarà sicuramente più efficace quanto più intensi saranno i sentimenti di questa persona riguardo a Zel-chan. Ecco perché lo chiedo a te."
Lei arrossisce e abbassa lo sguardo, e percepisco un filo di irritazione poiché ho usato un vezzeggiativo che vorrebbe poter usare lei; peccato che l'unica volta in cui ci ha provato Zel-chan sia andato su tutte le furie. È lo stesso tipo di irritazione che ravviso da lei ogni volta che stuzzico Zelgadiss, perché conquisto l'attenzione della chimera molto di più di quanto non ci riesca lei.
Ma in questo momento è così preoccupata per il suo adorato che farebbe qualsiasi cosa, e rialza risolutamente gli occhi.
"Se sai cosa fare, fallo subito."
Proprio la risposta che mi aspettavo. Senza aspettare un secondo mi teletrasporto di nuovo nella camera di Zelgadiss, questa volta con la ragazza.
Lo sguardo di Amelia si posa subito su lui, sveglio e febbricitante nel proprio letto.
"Zelgadiss, come stai?"
Fa per andargli vicino, ma io la fermo. Ho già sopportato le sue maniere appiccicose fin troppo a lungo, d'ora in poi chi proverà ad allungare le mani su di lui si troverà immediatamente mutilato delle suddette: solo io lo posso toccare. Gli vado vicino e gli siedo accanto, sollevandolo a sedere e tenendolo fra le braccia; lui appoggia la testa nell'incavo del mio collo, posando le sue mani sulle mie e guardando interrogativamente la principessa di Sailoone.
L'espressione sul viso di Amelia è davvero impagabile.
"Tra poco starai molto meglio."
Prometto rocamente a Zelgadiss, baciando i suoi splendidi capelli metallici.
Detto questo, trasporto tutti e tre nei miei alloggi sulla Wolf Pack Island, dove nessuno ci disturberà. Adagio Zelgadiss tra le sete del mio letto, seduto contro grandi e morbidi cuscini perché stia comodo e non si perda neanche un'immagine di quello che sta per accadere.
"Xelloss, cosa significa tutto questo?"
Strilla Amelia a pieni decibel. Sicuramente deve essere stata una sorprese per lei ricomparire e trovarsi a levitare a mezzo metro da terra, a braccia allargate come in croce e totalmente incapace di muoversi. Sento già le ondate di paura...ah, meraviglioso.
Capirai tutto, Amelia, non preoccuparti. Io, intanto, continua ad accarezzare il petto nudo di Zelgadiss, guardando quasi in trance il suo corpo...la sua pelle è così strana: anche se è di dura pietra liscia cede lievemente alla pressione della mia mano ...le uniche, vere rocce sono le scaglie che spuntano qua e là; quelle fanno veramente male. Deliziosamente male. Ed ognuna di esse ora appartiene a me, a me solamente. Non posso fare a meno di baciarlo di nuovo, avidamente. La sua mano si stringe sulla stoffa leggera della mia maglia, ne sento il calore elettrizzante sulla pelle mentre mi attira a sé.
Hai davvero un buon sapore, Zelgadiss...ho fantasticato spesso su come sarebbe stato avere la tua lingua nella mia bocca...e non solo quella.
Mhhh...è esploso un inferno di emozioni da Amelia. È semplicemente agghiacciata, inorridita; non riesce a credere a quello che vede I suoi sentimenti si abbattono su di noi come un'ondata, e li assaporo...li stai assaporando anche tu, vero, Zel? Ho sentito il tuo corpo scosso da un fremito; il fremito di piacere che ci dà la sofferenza degli altri.
Quando mi stacco da lui, Zelgadiss esala un singulto di protesta. Io continuo a stringerlo e le mie mano pizzicano diligentemente i suoi capezzoli, che diventano turgidi e sensibili, strappandogli mugolii di approvazione e desiderio.
"Devi solo lasciarti andare, Zel-kun; lascia cadere tutte le catene che imprigionano il vero te stesso. Ora che sei insieme a me non hai bisogno di controllarti."
Mi alzo e lentamente raggiungo Amelia, che mi fissa con occhi enormi. Quando apro i miei e la fisso, le diventa pallidissima. Adesso posso anche darti una spiegazione, principessa.
"Vedi, Amelia, tu sai bene che noi mazoku ci nutriamo soprattutto di emozioni negative. Paura, odio, dolore, angoscia, disperazione e simili sentimenti ci rafforzano. Non ti sei mai fermata a pensare sul fatto che Zelgadiss è in parte un demone?"
Trasalisce, mentre continuo a osservarla con un leggero sorriso; oh, lo so che non ci ha mai voluto pensare...lei, che si professa paladina della giustizia, erede di un regno che è la capitale della magia bianca, preferisce far finta di ignorare che l'uomo per cui ha una cotta ha un simile lato oscuro. Lascio che le mie parole sprofondino dentro di lei, prima di continuare.
"Lui sta soffrendo perché è la sua parte di mazoku ad essere stata ferita, per questo nessuna delle cure che avete provato ha funzionato. La sua natura mista lo ha salvato: un Rah-Tilt di quella potenza era abbastanza da cancellare un demone dalla faccia del mondo...a meno che non sia potente quanto me. È stato soprattutto il golem a proteggerlo: i golem non hanno anima e non sono quindi danneggiati dalle magie che agiscono sul piano astrale. Quindi per ora è molto, molto indebolito, tanto da stare lentamente morendo, ma non è niente che un buon pasto di terrore non possa mettere a posto. Gli è andata bene in fondo, no?"
Lascio scorrere con calma un dito sulla sua guancia, lasciandole presagire quello che accadrà, e lei rabbrividisce, cercando di sottrarsi al mio tocco, ma è inutile, sotto il mio incantesimo non può assolutamente muoversi.
"Zelgadiss!"
Grida disperata, aspettandosi un qualche tipo di aiuto. Spera forse che lui mi attacchi? Eppure mi sembra di averle dimostrato che il modo di fare di Zel nei miei confronti è un po' cambiato.
O forse pensa che lui mi chiederà di lasciarla andare? A giudicare da come la mia preziosa chimera assiste a questa scena, la possibilità è molto remota; ci guarda affascinato, con attenzione completamente rapita.
"Zelgadiss...cosa ti ha fatto?"
Domanda tra i singhiozzi.
"Niente...niente che io non volessi."
Quanto sono felice di sentirti dire queste parole, Zel-kun! Mi pento solo di aver aspettato troppo tempo per prenderti, avremmo potuto essere già insieme da tanto; ma non è il caso di preoccuparsi: recupereremo tutto.
Ora diamo inizio a questo spettacolo...buon appetito, koibito.
Metto da parte il mio mantello e mi sfilo i guanti. Lascio crescere le mie unghie fino a che non diventano artigli, taglienti come rasoi; non preoccuparti, Amelia, cercherò di non farti troppo male: è indispensabile che tu non perda conoscenza, o non servirai allo scopo.
Così le poso l'indice su una tempia a lo lascio scorrere giù verso la guancia, sul mento, e poi torno su dalla parte opposta, tornando vicino all'occhio, e lasciando dove passo un taglio sanguinante.
Cerca di lanciarmi contro un incantesimo; completamente inutile: naturalmente ho bloccato tutti i suoi poteri mentre ci stavano trasportando qui, ma anche se non l'avessi fatto la sua magia è così debole che non mi avrebbe fatto nemmeno un graffio.
Quanto sta singhiozzando adesso la ragazzina...non ho mai sentito tanta paura tutta insieme; anche se è deliziosa mi limito solo ad assaggiarla: non è per me. Però sono sicuro che Amelia può dare molto di più. Affondandole una mano tra i capelli le tiro dolorosamente indietro la testa, premendole l'unghia del pollice sulla giugulare.
"Pensa che stai facendo il bene dell'uomo che ami, Amelia...naturalmente è irrilevante il fatto che lui non ti ricambi: per amore bisogna essere disposti a sacrificare tutto, in ogni caso. Quasi mi spiace per te, che non lo hai mai baciato...sapessi quanto è eccitante stringerlo tra le braccia, sentire il suo calore...come ho fatto io."
Lascio che la mia mano scorra dal suo collo al petto, e le strappo una parte della blusa.
C'è un'ondata di panico superiore alle altre; tranquilla, Amelia, non ho nessuna intenzione di violentarti, non mi interessi abbastanza; mi basta spaventarti.
"Non prendertela troppo, non avevi alcuna speranza comunque. Che interesse potrebbe trovare Zelgadiss in te, piccola ragazzina viziata? Lui ora finalmente appartiene a me, ed io appartengo a lui. Sapevi che i demoni possono amare una volta sola, e che sviluppano un legame mentale strettissimo con quella persona? Capisci che scegliamo con molta attenzione, vero?"
Trema come una foglia scossa dal vento e ha tutto il viso sporco di sangue e lacrime. Le mie parole le fanno male tanto quanto le mie torture. Mollo la presa tra i suoi capelli e faccio un vago gesto con la mano; l'energia che la immobilizza aumenta, mandandole una crepitante scarica elettrica lungo tutto il corpo. Grida di dolore e inizia a piangere ad alta voce, non curandosi più di trattenere i singhiozzi.
"Lasciami andare...per favore, lasciami andare..."
Un altro cenno della mia mano e le sua braccia le vengono ancora di più allargate, tirate all'indietro e si sente lo schiocco delle articolazioni che saltano. Uno strillo acuto... Oh, la piccola sta invocando aiuto. Ma chi spera che venga in suo soccorso qui? Non si rende conto di dove siamo? Anche se qualcuno la sentisse non la libererebbe mai...al massimo mi chiederebbe di cedergli il posto e di lasciarlo divertire un po'.
Un lento e profonda graffio sulla pancia...cinque lunghe strisce di sangue macchiano la stoffa bianca e cominciano a colare lentamente.
Altre cinque profonde unghiate sulla schiena, lungo tutta la sua spina dorsale.
Tra le grida di dolore ho sentito un gemito.
Un gemito di piacere che appartiene ad una voce calda e profonda. Girandomi verso il letto vedo che Zelgadiss si è fatto più vicino, proteso in avanti, estasiato da quello che prova.
Non ti sei mai permesso di gustare appieno queste cose, vero? Ti sei sempre solo limitato ad assaggiarle, tirandoti subito indietro, spaventato dal piacere che ti davano, considerandolo sbagliato. Ma non c'è nulla di sbagliato nel seguire la propria natura; è anzi l'unico modo per essere felici.
Afferrò un polso di Amelia e lo stringo con una forza tale che lo manda in frantumi, e faccio la stessa cosa con l'altro. Accidenti, è svenuta, ho esagerato. Poco male, mi basta un piccolo incantesimo per ridarle conoscenza.
"Amelia, non vorrai essere quella che lascia la festa per prima?"
Le sussurro con tutta la mia gentilezza quando riapre gli occhi. Il lampo di terrore che vi leggo è assolutamente eccitante. Le dirigo contro una piccola palla di fuoco...quanto basta per ustionarla, ma non troppo in profondità, altrimenti brucerei anche le terminazioni nervose e poi non potrebbe più sentire il dolore.
Mi allontano di qualche passo, creando dal nulla decine di piccole lame di ghiaccio e gliele scaglio contro insieme ad un vento gelido. Ogni lama un taglio sulla sua regale pelle. Questo è solo l'inizio.
***
Che spettacolo pietoso che sei, ora, Amelia.
Lacera e sanguinante, piangente e piena di lividi. Il suo corpo è già spezzato, la sua anima quasi. La cosa che più la dispera è il fatto che colui di cui è innamorata stia guardando, assaporando il suo dolore, cibandosi di esso, godendone.
Ha perso conoscenza un altro paio di volte, ma io l'ho sempre premurosamente svegliata...è davvero fragile, la principessa. Ora è perfettamente sveglia, così shockata, abbandonata da tutti, le si legge in faccia che spera ancora che tutto sia un incubo e che si sveglierà tranquilla e al sicuro nel suo letto. Oh, no, non è così. Sto per prepararmi a ricominciare quando vedo i suoi occhi allargarsi, fissando qualcosa dietro di me. La sua espressione è così strana e le emozioni che emana così contrastanti che mi giro a guardare. Zelgadiss è in piedi, e si sta avvicinando. Sembra essersi del tutto ripreso, sembra anzi stare meglio di quanto non lo abbia mai visto.
Le sue pupille allungate sono come selvagge fiamme di fuoco blu...e sorride, sorride mostrando piccole zanne che sono cresciute senza che lui se ne sia reso conto. Anche le sue unghie sono cresciute, lunghe come le mie ora, le vedo chiaramente mentre si accarezza il petto. È successo: ha lasciato andare tutti i controlli e i limiti che si era auto imposto. Ha lasciato la sua natura libera di esprimersi...non potrebbe stare meglio, perché finalmente ha accettato il suo essere senza timore e senza riserve. È più bello che mai, terribilmente sensuale; forse Rezo era pazzo, ma creando lui ha creato un capolavoro.
Finalmente è di fianco a me.
"Sei davvero un mostro, Xelloss."
E afferra la mia testa, premendo la sua bocca sulla mia, divorandomi, mordendomi, leccandomi.
"E' per questo che ti amo."
Dice dopo essersi staccato da me. Poi si rivolge alla sua piccola amica, con uno sguardo che può bruciarla fino nell'anima.
"Grazie di tutto, Amelia."
Allunga una mano verso di lei, poggiandogliela sul petto. Amelia ha paura!
Ha paura anche di lui ora, più di quanta ne ha di me! E non c'è solo quello...c'è anche il tormento di vederlo unirsi all'oscurità, di dover assistere mentre ci baciamo, perché lui ha scelto me e le tenebre, non lei e la luce. La mano di Zel rimane lì ferma solo per qualche istante, poi con forza improvvisa spinge, penetrando la sua carne con gli artigli, entrando nel suo seno, stritolandole il cuore. Un enorme fiotto di sangue le esce dalla ferita, e i suoi occhi si annebbiano immediatamente, non prima che un'ultima marea di emozioni si emani da lei. La migliore di tutte, mai assaggiato nulla di simile.
Zelgadiss estrae la mano dallo squarcio, e guarda affascinato il sangue che la ricopre...ne lecca un po' e poi la tende verso di me, offrendomi di fare lo stesso. Come posso rifiutare un simile invito? Succhio le sue dita una ad una, fissandolo negli occhi, e poi risalgo verso il dorso; lui sostiene il mio sguardo e si avvicina, ricominciando a leccarsi e sfiorando la mia lingua con la sua.
Sono così eccitato da non poter resistere oltre...i miei pantaloni sono diventati una prigione troppo stretta. Lo afferrò per la cintola, attirandolo a me e faccio scivolare la mia mano sul duro gonfiore tra le sue gambe Risucchia il fiato con un gemito e chiude gli occhi, e poi le sue mani vagano su di me e comincia a spogliarmi. Con movimenti febbrili, usando forse più forza del necessario, lacero la stoffa dei suoi pantaloni e lo lascio completamente nudo, e rimango a guardare il suo splendido corpo, la sua meravigliosa erezione...
"Xelloss...hai detto che anche tu mi appartieni..."
La sua voce è un roco bisbiglio nel mio orecchio, fiato caldo che sfiora la mia pelle e mi fa rabbrividire.
"E' così."
Confermo, cingendogli la vita, e faccio scorrere le mie mani su lungo la sua schiena, e poi giù, scendendo fino alle natiche, afferrandole e stringendole.
"Allora voglio prendermi quello che è mio"
E mi spinge verso il letto mettendosi sopra di me.
Per la nostra prima volta insieme credevo che avrei preso io il ruolo dominante, invece tu sembri di essere di diverso avviso, Zelgadiss; ma non mi dispiace affatto, vuol dire che la prossima volta sarà il mio tur-...ah! Zel-kun...la sua lingua si muove in circoli sempre più stretti attorno ad uno dei miei capezzoli, fino ad arrivarci sopra, lo prende tra i denti e lo succhia, e continua a impastarlo con la lingua...stringo gli occhi, con il respiro pesante...le sue mani che continuano a muoversi su di me...sono una scia di fuoco sulla mia pelle sensibilizzata.
La sua bocca scende sul mio addome con baci umidi, e poi si arresta, la sua lingua scivola e gioca nel mio ombelico, le sue mani sono all'interno delle mie cosce, e le stringono e le massaggiano, si infilano sotto di me, tra le mie natiche... ma ho bisogno che mi tocchi altrove, e lui sta evitando di proposito di dare sollievo alla mia voglia...muovo le anche per strofinarmi contro di lui, che invece mi blocca, mormorandomi un 'no' in tono di comando.
Si sta divertendo a prolungarmi questa specie di agon...L-SAMA! Stringo le lenzuola sotto di me con una violenza tale da farmi sbiancare le nocche, e tutto il fiato mi manca d'improvviso...la sua bocca si è chiusa sul mio pene e si muove su è giù, la sua lingua lo accarezza, lo stuzzica e lo esaspera...e poi... la mia vista quasi vacilla quando inizia a succhiare. Con decisione, con dolcezza, con violenza, facendomi sentire i denti, tenendo gli occhi fissi sul mio viso...mentre le sue mani si stringono sui miei testicoli e li massaggiano. Quando arrivo vicino al limite lui si ferma e si stacca; lasciandomi a metà strada tra la frustrazione e la scossa di piacere che risale come un leggero dolore dai miei genitali al basso ventre. Non appena il mio ansimare si calma lui ricomincia come prima, succhiandomi e facendomi sentire ogni parte della sua bocca, e io spingo il bacino verso di lui, ritmicamente. I miei lamenti spezzati eccitano tutti e due e non riesco più a resistere; butto la testa all'indietro sul cuscino, spalanco la bocca in un grido silenzioso e vengo, questa volta Zelgadiss ha fatto sul serio... ma il mio amante mi ha invogliato così a lungo e così bene che mi rendo conto che sarei potuto venire anche se avesse continuato a stuzzicare il resto del mio corpo senza toccarmi il sesso. Non si ferma e continua a succhiare, ed i continuo a dargli la mia essenza e mi sento come se mi risucchiasse anche l'anima, il respiro, la vita. Si stacca da me e risale il mio corpo con piccoli morsi leggeri, mi bacia di nuovo e la sua bocca ha ora il mio sapore salato. Se penso che tutti lo credono un timido...anche io, prima di oggi...che ingenuo...
La sua lingua mi esplora a fondo, la sento sulle guance, sui denti; con la punta traccia linee attorcigliate sull'arco del mio palato ed è una sensazione così deliziosa che mi fa girare la testa.
Alzo le gambe avvinghiandole intorno a lui, offrendomi; sentire il suo fallo duro premere prepotentemente contro il mio inguine non è abbastanza, e lui è l'unico da cui voglia essere riempito...come le volte in cui ho fantasticato, masturbandomi con un mano e penetrandomi con l'altra, immaginando che fosse lui.
Entra dentro di me tutto in una volta, violentemente e senza preparazione.
Il mio grido si mescola al suo e le mie dita affondano nei muscoli delle sue spalle.
"Mi hai fatto male."
Gli dico, ansante.
"L'ho fatto perché so che ti piace."
Replica con un sorriso che trema per il desiderio.
Gemo in approvazione, e lui comincia a muoversi, su e giù, prima lentamente, ma perde presto il controllo su se stesso, come io sul mio, e gli avvinghio le gambe intorno per sentirlo ancora di più, apro la bocca annaspando, la lingua, reclamando ancora di più di lui: avvicino la mia testa alla sua e gli mordo le labbra, le succhio ... la sua mano stringe la mia nuova erezione e la strofina, la massaggia, manipolandola sensualmente , con stesso tempo che lui ha dentro di me. La mia mano si chiude sulla sua e continuiamo insieme, completamenti persi nel nostro cosmo di emozioni e lussuria...un solo corpo, una sola anima...
"Zel...gadiss..."
Ansimo, e poi di nuovo grido, schizzando il mio seme sui nostri addomi, e il mondo si trasforma in un lampo di bianca Solo pochi secondi dopo sento un calore liquido spargersi nelle mie viscere, e il mio amante getta indietro la testa, gemendo, tutti i suoi muscoli tesi nel momento dell'orgasmo, chiamando il mio nome prima di collassare su di me.
Rimaniamo così allacciati, completamente esausti... mi sento prosciugato di qualsiasi energia, la mia mente è piacevolmente intorpidita, il mio corpo soddisfatto...non ho più la forza di muovere un solo muscolo, ma mi sento così bene, come mai in vita mia. Quando Zelgadiss scivola fuori mi spiace perdere la sensazione di sentirlo dentro di me, ma sono felice perché mi rimane accanto, attirandomi a sé e baciandomi gentilmente la fronte, gli occhi, le labbra.
Anche lui è spossato, i suoi occhi si stanno già chiudendo. Gli accarezzo ancora una volta il viso e mi faccio ancora più vicino, rannicchiandomi contro di lui, intrecciando le mie gambe alle sue e poggiandogli la testa sul petto. Le sue braccia si circondano e sento la sua guancia rimanere contro la mia testa, a muoversi lentamente accarezzandomi i capelli. Con il viso su di lui come su di un cuscino vivente, mi alzo e mi abbasso con il suo respiro, sento il suo cuore battergli dentro il petto, sento il calore del suo corpo avvolgermi, e, anche se tra i due sono di gran lunga il più potente, mi sento protetto, al sicuro. In più di mille anni di vita mai nessuno mi ha fatto sentire tanto forte e tanto fragile allo stesso tempo, ma credo che sia proprio questo che fa l'amore...perché, koibito, tu hai in pugno la mia vita, ed io la tua...Ed ora, rimanendo vicini, sento il legame formarsi tra le nostre menti, avverto la sensazione della sua presenza a livello interiore, come un tepore rassicurante e morbido.
Lui muove alla cieca un braccio, raggiungendo un lembo di lenzuolo e tirandolo verso di noi per coprirci entrambi, poi torna ad abbracciarmi. Quanto è bello tutto questo ...qualcuno può capire quanto sono felice? Potrei facilmente recuperare ogni energia in un istante, ma preferisco dormire stretto a lui...sarà la prima volta nella mia vita che dormirò...e la prima volta che sognerò.
"Ai shiteru, Xelloss."
Mormora, sonnolento.
"Ai shiteru, Zel-kun. Buonanotte."
Rispondo, prima di lasciarmi a mia volta scivolare nel sopore.
End.