Nota: Questa è su commissione di Daniele... se lo sanno i suoi amici lo
frullano vivo^^'''
Dediche: A Daniele, perchè possa leggere l'avverarsi di un sogno...
Ricordi
d'estate
di Seimei
Venerdì 8 giugno 2001
Sapete cos'è un sogno proibito?
Qualcosa che sai di non poter mai realizzare, nemmeno lottando, facendoti strada
con le unghie e con i denti.
E' un avvenimento straordinario, per cui speri e fantastichi, ma che la tua
mente e il tuo cuore giudicano irraggiungibile.
E io ho un sogno così.
Diversamente dagli altri però io questo mio sogno posso vederlo, toccarlo,
parlargli.
Il suo nome è Giulio.
E in questo momento è seduto accanto a me.
*****
La scuola è quasi finita.
Due giorni e anche la quarta superiore resterà alle mie spalle, e inizierò
l'ultima estate libera della mia vita.
Poi ci sarà la maturità, e gli anni successivi gli esami all'università.
E infine il lavoro.
Mai più tre interi mesi da godersi nel dolce far nulla.
L'estate più bella della vita, dicono in molti.
Peccato che dovrò trascorrerla con i miei genitori e mia sorella.
Alessia ha dodici anni anni, cinque meno di me, e si è presa la febbre reumatica.
Il dottore dice che l'unica cura efficace è un lungo periodo di esposizione allo
iodio naturale.
Indi per cui quest'anno mi faccio due mesi e mezzo al mare con l'intera famiglia!
Io volevo rimanere con mio padre, che verrà solo nei week-end fino ad agosto
quando avrà le ferie, ma mamma non si fida a lasciarci a casa da soli.
Dice che combineremmo solo disastri.
Probabilmente ha ragione.
Comunque non ho niente di cui lamentarmi, per carità.
L'unica cosa è che sarò con loro, in un posto dove non conosco nessuno, e per i
primi tempi mi scazzerò da morire.
Poi, almeno spero, mi farò degli amici in spiaggia, e magari potrò uscire la
sera, ma i primi tempi so già che saranno un inferno.
Giulio sta borbottando qualcosa sulla prof di filosofia, ma non lo ascolto
granchè.
Quando parla io cerco di concentrarmi sulle sue parole, poi la mia mente si
sofferma sui suoi occhi verdi, sulla sua pelle abbronzata, sui suoi bicipiti
fasciati nel cotone bianco della maglietta attillata.
La mia è proprio una situazione del cavolo!
Dovevo proprio innamorarmi di un mio compagno di classe?
Certo, di per sè la cosa non appare strana.
Moltissime persone si sono innamorate dei propri compagni di scuola.
Il fatto curioso sta nel mio nome,
Io mi chiamo Daniele e, come si può facilmente intuire, sono un ragazzo.
E, ovviamente, anche Giulio lo è.
E qui le cose cominciano a farsi complicate.
Quando ti innamori di una persona del tuo stesso sesso mica puoi andare da lui e
chiedergli di uscire con te, o se vuole essere il tuo ragazzo.
Come minimo si rischia un pugno in faccia.
Per non parlare dei pettegolezzi che ne nascerebbero.
E io sono una persona tranquilla, che ama le cose semplici.
Non ho bisogno di un'intera scuola che mi addita come checca, proprio no.
"Che palle"
Giulio ha urlato.
Non ho ascoltato nulla di ciò che ha detto, ma mi sembra incazzato come una
biscia calpestata.
"Che c'è?" chiedo, ma ho paura che me l'abbia già detto, e che finisca con il
pensare che sono un deficiente.
"No, nulla, pensavo all'estate che mi aspetta"
Meno male, allora non mi aveva ancora detto nulla.
Figura di merda evitata.
"Cos'ha quest'estate di brutto da farti urlare che palle?"
Lui sbuffa piano, e sul mento gli si forma una fossetta ridicolissima, e io
trattengo a stento la mano che vorrebbe accarezzarla.
"Sai che mio padre è andato in pensione, no?"
Annuisco.
"Bhe, lui e mia madre hanno pensato bene di comprare una casa al mare, e di
andare là per tutta la durata delle vacanze. Parto lunedì e torno il 31 agosto.
Giusto in tempo per fare i compiti."
Se mi avessero dato un calcio nelle palle il dolore sarebbe stato meno forte.
Oggi è l'8 giugno.
Io parto il 16, e quindi speravo di poter stare con lui almeno in questi otto
giorni.
Invece domenica gli dovrò dire addio per tutta l'estate.
L'unica cosa positiva è che anche io dovrei tornare il 31 di agosto, e che
quindi non dovrò stare in attesa del suo ritorno.
Però... che palle!!!
Mi hanno rubato otto giorni, non è giusto!!!!
"Anche a me tocca la vacanza in famiglia" gli dico con aria mesta e lui mi passa
un braccio attorno al collo, fingendo di strozzarmi, ma nello stesso tempo
tirandomi a sè.
Arrossisco come un peperone, e sono contento che dalla sua posizione non possa
vedermi in faccia.
"Sempre sfigati noi due" mi dice, e poi scoppia a ridere, mollando la presa.
Ho il cuore che sta per sfondarmi il petto, giuro.
Ora muoio e mi accascio qui sul banco.
Com'è che sono tanto innamorato di lui, me lo spiegate?
E' una ragazzo carino, ma non si può definire bello.
Ha un fisico da paura, questo sì.
Si infighetta sempre tipo sfilata di moda, e usa tanto di quel gel per capelli
che potrebbe da solo tener in piedi la Tour Eiffel senza bulloni.
Ha un carattere strano.
A volte ride come uno scemo, altre volte è incazzato come una iena che non ha
nulla su cui ridere.
Ieri per esempio ha dato un pugno al muro senza motivo.
Si è alzato e si è sfracellato le nocche contro una parete.
Mi è quasi venuto un infarto!!!!
Quel cretino, mi fa sempre preoccupare.
L'unica cosa positiva è che non si è mai fidanzato per più di due settimane.
Il che è stato molto piacevole per me.
Le poche volte che l'ho visto in atteggiamenti affettuosi con una ragazza ho dovuto saltare due giorni di scuola perchè non riuscivo a smettere di
piangere.
Poi, di solito, quando tornavo lui e lei si erano già lasciati, e io ringraziavo
il cielo che non l'aveva fatto innamorare nemmeno quella volta.
Finalmente le lezioni finiscono e io mi avvio verso casa, in silenzio,
Un motorino mi sorpassa di lato, strombazzando come un deficiente.
Ovviamente è lui.
E chi se no?
Sollevo una mano in segno di saluto.
Sorrido, ma ho lo sguardo triste.
Tra due giorni dovrò separarmi da lui, ed è l'ultima cosa che voglio.
*****
Sabato 16 giugno 2001
Pronti, partenza, VIA!!!
Oggi è il gran giorno.
Lunedì scorso è toccato a Giulio, e oggi tocca a me.
Nemmeno gli ho chiesto dove andasse, che imbecille che sono.
Aiuto mio padre a finire di caricare la macchina, che è stracolma.
Mia madre ha praticamente inscatolato tutta quanta la casa e l'ha infilata nel
baule.
Mi domando se è rimasto posto per noi quattro.
Saliamo a fatica e si parte, direzione "paese sconosciuto sul mare Adriatico",
il che sta a significare che, per quanto mia madre me lo abbia ripetuto, io
proprio non me lo ricordo.
So solo che sta da qualche parte tra Veneto e Friuli.
Forse quando arriverò là riuscirò a farmi restare in mente il nome.
Dopo dieci minuti di viaggio mi sto già rompendo.
Alessia dorme, e io non so cosa fare.
Mi infilo le cuffie nelle orecchie e faccio partire il lettore CD.
Prendo il mio quaderno/diario/confidente e rileggo ciò che ho scritto nell'anno
appena trascorso.
Mamma mia come sono monotematico!!!!
Parlo solo di Giulio e basta!!!
Sarà che ho in mente sempre e solo lui, ma variare non guasterebbe ogni tanto.
Magari al mare trovo un bel ragazzo e così mi dimentico di lui.
Già me lo immagino.
Sarà il mio vicino di ombrellone...
O forse no.
Ci incontreremo ogni mattina presto, mentre entrambi corriamo sul bagnasciuga in
direzioni opposte.
All'inizio saranno solo sguardi, ma poi una mattina lui mi saluterà, e il giorno
dopo ci fermeremo a fare colazione insieme.
La mattina successiva ci troveremo a correre nella stessa direzione, e per i
restanti giorni faremo l'amore ogni secondo in ogni posto possibile.
E la sera andremo a ballare e lui sarà bellissimo.
Alto, con gli occhi verdi, la pelle abbronzata e i muscoli ben evidenziati.
Alt, stop, fermi tutti.
Com'è che sto tizio assomiglia tremendamente a Giulio???
Ecco, visto che sono monotematico???
Chiudo il quaderno e anche gli occhi.
Tanto vale dormire.
Nei miei sogni, almeno lì, Giulio è soltanto per me.
*****
Una brezza leggera mi scompiglia i capelli, e io apro gli occhi piano, cercando
di abituarli alla luce che mi acceca.
Sono in macchina, con Alessia che guarda curiosa i comandi della radio, e mia
madre seduta accanto a lei che fuma una sigaretta, le gambe posate all'esterno
dell'auto, la portiera aperta.
"Bensvegliato" mi dice, e io mi accorgo che siamo di fronte all'agenzia immobiliare che ci ha affittato la casa.
"Che ore sono?" chiedo, e mia madre mi indica l'orologio digitale dell'auto.0
Mezzogiorno e venti?
Siamo partiti alle nove meno un quarto... e mi sarò addormentato all'incirca
un'ora dopo...
Mamma mia ho dormito quasi tre ore!!!!
Mi stiracchio con forza, sbadigliando rumorosamente.
"La mano davanti alla bocca" ammonisce mia madre, e io scoppio a ridere.
Adoro quando mi tratta ancora da bambino.
Il posto sembra davvero bello.
C'è un profumo straordinario che invade l'aria, solleticando le narici.
Il vento debole che mi sfiora dona una sensazione di libertà che non avevo mai
provato.
C'è anche un silenzio innaturale.
Forse perchè siamo nell'entroterra, e non vicino alla spiaggia.
Mio padre risale in macchina, e partiamo verso quella che per oltre due mesi
sarà la nostra casa.
Ci fermiamo di fronte ad una villetta a due piani.
Contiene sei appartamenti, e il nostro è il primo di quelli a piano terra.
Entriamo, e subito mi rendo conto che è la cosa più piccola che abbia mai visto.
Ci sono due stanze, un salotto con angolo cottura e la camera da letto.
E ovviamente il bagno.
Nella camera ci sono tre letti.
Io guardo mia madre con aria interrogativa e lei fa un cenno verso il divano nel
salotto.
"Divano letto" sussurra ridacchiando, e io mi accaparro subito quel posto.
Non voglio dormire con loro, è una chiara violazione della mia privacy!!!
"Guarda che quando tuo padre sarà via verrai di là con noi, dato che tua sorella
dormirà nel lettone con me"
Ma nemmeno per sogno.
"Certo mamma"
Che palle.
Perchè devo sempre fare la parte del figlio beneducato?
Sono troppo buono, devo imparare a diventare superbastardo!!!!
Mi impegno per un attimo ad assumere un'espressione minacciosa, e mi guardo allo
specchio.
Sono ridicolo.
Ho i lineamenti troppo dolci e gli occhi troppo grandi e luminosi per fare il
cattivo.
Non riesco nemmeno a spaventare mia sorella!!!
Sono un caso disperato...
Con calma scarichiamo l'auto, e disfiamo tutti i bagagli.
Ora, io mi chiedo... perchè mia madre ha portato i maglioni???
Tre per ciascuno di noi...
Cos'ha?
Paura che venga una bella nevicata???
La felpa che mi sono messo in valigia basta e avanza.
Non mi servono tre maglioni, uno dei quali me lo ha regalato mia nonna ed è la
cosa più brutta ed informe che abbia mai visto!
Sono un ragazzo alla moda io!
Cos'è, impazzita???
"Mamma..." le dico, mentre da una scatola estraggo tutti i miei libri di scuola
"non penserai che mi metta davvero a fare i compiti?"
Uno sguardo tagliente e minaccioso mi colpisce in pieno viso.
Dovrei imparare da lei.
Mi ha fatto una paura folle.
Una volta sistemati usciamo a pranzo, ma io no ho molta fame.
Ho troppi pensieri per la testa, e qui ci sono troppo ragazzi seminudi per farmi
rimanere sereno e distaccato.
Di questo passo i miei si accorgeranno di quello che sono, e non voglio.
Almeno non per ora.
Come dice il saggio.
"E' meglio essere nero che gay. Sei sei nero non lo devi dire a tua madre."
Ad una persona che non sa cosa significhi aver costantemente paura che i propri
genitori scoprano qualcosa che potrebbe portarli ad odiarti, leggerebbe questa
frase come un'affermazione di puro razzismo.
In parte lo è, ma in un certo senso nasconde una grande verità.
Le persone di colore sono ghettizzate, ma gli omosessuali ancora di più.
Ok, basta.
Discorso del cazzo.
Se uno non vuole essere trattato come appartenente ad una minoranza o come un
diverso, deve solo smetterla di comportarsi da tale.
Tipo quando vedo un portatore di handicap grave che va in televisione e dice che
vuole essere considerato come una persona normale a tutti gli effetti.
Ma il fatto stesso di essere in televisione lo deve proprio a quella sua "anormalità" che in un certo senso lo rende speciale...
Se fosse realmente "normale" non avrebbe bisogno di continuare a dire di volerlo
essere, non credete?
Ed è per questo che non sopporto il gay pride.
Che cazzo c'è da essere orgogliosi di essere gay?
Dovrebbe essere vissuto come una cosa assolutamente nell'ordinario, e non come
segno distintivo di una persona.
Io sono Daniele il riflessivo, Daniele lo stecchino, Daniele l'amante della
buona musica.
Non Daniele il gay.
I miei segni distintivi sono la mia calma innata, la mia timidezza, la mia
curiosità.
Non a chi penso la sera mentre faccio le cosacce.
Non penso che un eterosessuale la mattina si alzi e dica "Sono etero e fiero di
esserlo" come io la mattina non sto certo a pensare al fatto che sono gay e che
questo è la mia punta d'orgoglio!
Come se poi la mattina riuscissi anche solo minimamente a parlare.
Il massimo della frase che riesco a concepire è: "se non piscio muoio".
E poi volo in bagno.
Mangiamo in un fast-food che si chiama Il Coccodrillo, una specie di Mac
Donald's evoluto.
Le patatine sono molto più buone!
Ovunque mi giri ci sono ragazzi da urlo.
Nel tavolo accanto al nostro c'è uno che potrebbe tranquillamente essere un
calciatore o un cestista, data la stazza.
Ha un fisico da panico, e indossa solo dei boxer attillati.
Calma Daniele.
Calma.
Non lo guardare.
Tanto più che è in compagnia di una giovane donna, molto bella per la verità, e
potrebbe pensare che sto guardando lei.
E questo qui ha proprio l'aria del tipo geloso.
La giornata passa lentissima quando non hai nulla da fare.
Siamo andati in spiaggia e preso un ombrellone all'ufficio balneare numero
cinque, proprio accanto alla terrazza mare.
E' un bel posto.
Squadro i miei vicini di ombrellone, e non mi piacciono per nulla.
A destra c'è una vecchia coppia, probabilmente ipercattolica e omofobica.
Il marito, quando siamo arrivati, mi ha subito squadrato con aria disgustata.
Solo perchè sono magro e aggraziato.
E poi ho sviluppato un bel fisico in questi ultimi anni, che ha sto stronzo da
fissare?
Mica ho scritto gay in fronte, no?
Sulla sinistra c'è una famiglia con quattro figli tra i nove e i tre anni.
Il che comporta un ululare continuo che martella le orecchie.
Prendo Alessia con la forza e la trascino a fare il bagno.
"La crema solare" mi urla mamma, ma siamo già troppo lontani.
Ci tuffiamo in acqua, e io rimango sotto per qualche secondo, e Alessia mi tira
fuori per i capelli.
"Sei scemo?" mi chiede con l'espressione che usa solo con me.
Davanti ai miei genitori fa la piccola innocente, ma quando siamo soli diventa
furba e molto smaliziata.
Sono due anni che sa che sono gay, e l'ha capito da sola.
Un giorno è venuta da me e mi ha chiesto un parere su uno dei ragazzini che
andavano a scuola con lei alle elementari.
"Secondo te è bello?" mi chiede con aria sicura e severa.
Sembrava avere vent'anni, non dieci.
"E che ne so io?" le ho risposto, come a dire che i maschi non giudicano i
maschi.
"Guarda che non sono scema" mi ha risposto, con lo stesso tono tagliente di mia
madre "so che sei più che in grado di giudicare"
Sono arrossito e lei mi ha abbracciato.
Da quel giorno è diventata una delle mie confidenti ufficiali.
"Hai visto qualche bel ragazzo?" mi chiede, e io annuisco con vigore.
"E' pieno come un uovo!!!" le dico, e a lei scappa da ridere.
"Dobbiamo trovarci un fidanzato quest'anno" afferma sicura, e stavolta sono io a
ridere.
Non ce la vedo a flirtare con uno di quei bambolotti da spiaggia, quindicenni
pompati e infighettati, ma forse uno di loro ha un fratello e...
"Non provarci"
"A fare che?"
"A usarmi come mediatore. Io conosco i ragazzi, e poi li presento a te. Non ci
pensare nemmeno"
Ma uffa.
Lei è così carina che attirerà subito nugoli di ragazzini, e a me toccherà stare
con loro perchè non avrò nessuno con cui parlare, e nessuno da avvicinare.
Perchè devo essere timido?
"DANIELEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!"
Un urlo.
Una voce familiare.
Un colpo al cuore.
Mi giro di scatto, e un Giulio in boxer verdini mi corre incontro dalla spiaggia, tuffandosi in acqua e nuotando ad una velocità supersonica.
Ci raggiunge in un baleno, e me lo ritrovo addosso che mi sbaciucchia la testa.
"Che fai?" gli dico staccandomelo con forza dalla faccia.
"Come sono felice di vedertiiiiiiiiiiiiiiiii" riprende lui ad urlare, saltandomi
di nuovo in braccio.
Alessia mi sorride e si allontana quatta quatta, ritornando a riva, per lasciarci soli.
"Sei qui" mi dice, le braccia ancora attorcigliate alla mia vita, la mia mente
svuotata da ogni pensiero.
"Sì" rispondo io quasi in lacrime, mentre affondo nel suo abbraccio, che
purtroppo, so essere solo amichevole.
"E' stata una settimana terribile, ma finalmente vedo un volto amico... fino a
quando ti fermi?"
"Per sempre" gli dico e lui sbianca.
"Come per sempre? Ti trasferisci qui?"
Io scoppio a ridere e gli spiego che intendevo dire che sarei rimasto fino alla
fine di agosto, proprio come lui.
Mi salta al collo e inizia a picchiarmi, e io rido come uno scemo, e sono così
felice che potrei davvero schizzare fuori dall'acqua e librarmi in cielo fra i
gabbiani.
Facciamo il bagno insieme, e ci diamo appuntamento per la sera di fronte alla
terrazza.
Che bello uscirò con lui, noi due soli soletti.
A casa questo non accadeva mai perchè con noi c'erano sempre i nostri amici!
Invece ora saremo solo io e lui, lui ed io... che figata!!!!!!
Torno a casa con il cuore in gola.
Quello che si prospettava un periodo orrbile di scazzamento totale si è trasformato in un qualcosa di splendido.
E tutto questo grazie a lui.
*****
Venerdì 29 giugno 2001
Sono due settimane che sto qui.
Fa caldo, ma l'aria è frizzante e ti scompiglia i capelli, mentre il sole ti
bacia le gote, facendoti risplendere di luce.
Il mare è splendido, cristallino, lucente nella sua semplicità.
Una massa d'acqua resa speciale dalla vita che la avvolge, e che la rende unica,
almeno ai miei occhi.
Giulio è appena entrato in acqua, mentre io mi sto attardando sulla riva,
nonostante le sue ripetute urla che mi invitano a raggiungerlo alla svelta.
Mi piace guardarlo.
La sua pelle è lucida di crema solare, il suo sorriso pieno e felice.
Abbiamo passato insieme tutti i giorni e tutte le notti di quest'inizio di
vacanza, e non potrei chiedere nulla di più di questo alla vita.
Anzi... una cosa forse la chiederei... che lui mi guardasse con i suoi occhi
chiari e mi chiedesse di passare la mia vita con lui.
Ma è meglio non pensarci.
Durante queste due settimane siamo usciti insieme a pranzo ogni giorno, fatto il
bagno ogni pomeriggio, religiosamente dalle tre alle sette, volati a casa,
doccia, cambio, e poi fuori a cenare, a guardare le ragazze (lui, io no -.-), a
correre come imbecilli sulla spiaggia, urlando al mare e al vento che è
bellissimo essere ubriachi e felici sulla riva, con la sabbia nelle scarpe e un
enorme sorriso stampato sulle labbra.
Tra l'altro siamo sempre stati io e lui, lui ed io.
Stop, basta, null'altro.
A me va benissimo così, ma mi pare strano che lui, così espansivo e marpione
com'è, non abbia ancora attaccato bottone con nessuno!
E sì che di ragazzi ce ne sono.
Della nostra età, più grandi, più piccoli, e ragazze! Tantissime ragazze, tutte
bellissime secondo me... non che il mio giudizio conti granchè...
A prescindere... sembra proprio che a Giulio basti io.
Anche in discoteca...
Ci siamo stati non più di tre volte, ma lui ballava vicino a me, oppure si
sedeva al bar a bere.
Ma in fondo è meglio così!
Posso davvero averlo tutto per me, ed è fantastico per una volta non avere
gente intorno, e poter vivere ogni uscita con lui come un vero e proprio appuntamento galante.
Mi getto nell'acqua e lo raggiungo in tre bracciate.
Ridiamo come due stupidi, poi lui se ne esce con una frase che mi lascia non
poco stupito.
"Domani è il tuo compleanno... che ne dici di festeggiarlo con un bel bagno di
mezzanotte?"
A parte che non so come "Mr non mi ricordo mai nulla" si sia potuto ricordare
del mio compleanno, la proposta di un bagno a mezzanotte non è una cosa per
fidanzatini?
No dite?
E' la mia mente malata che cerca in tutti i modi di autoconvincersi che nel
profondo Giulio è innamorato di me?
"Va benissimo... cena, due passi in città e poi bagno..." riassumo in tre
parole, mentre lui mi guarda e mi sorride.
Riprendiamo a nuotare e lui cerca più volte di affogarmi, mentre io non riesco a
fare a meno di ridere.
Sono davvero felice di essere qui con lui.
E stasera lo sarò ancora di più.
Mamma come sono figo.
Mi sono vestito da strafighetto, un pochino checca a dir la verità, chissà se
lui mi dirà qualcosa, o storcerà il naso di fronte al mio abbigliamento.
Ho messo un paio di jeans chiari a vita bassissima, con il lavaggio bianco, e
così aderenti che sembrano una seconda pelle.
Scendono scampanati, ma non troppo, e coprono per metà le mie scarpe da
ginnanstica azzurre.
Sopra ho messo una magliettina azzurra, intonata alle scarpe, con sbuffi bianchi
sparsi qua e là, attillatissima, e che, udite udite, mi lascia scoperta gran
parte della pancia.
Mi metto davanti allo specchio per pettinarmi, ma prima mi guardo nella mia
interezza.
Mi metto di lato, e cerco di guardarmi il sedere.
Meno male che mi sono chiuso dentro a chiave se no che vergogna... metti che mi
vedeva mia madre^^
Comunque i jeans sul culo mi stanno da Dio, e ho un fisico della madonna.
Esile ma scolpito.
Non ho gli addominali in evidenza come Giulio, ma così vestito faccio la mia
figura.
E poi sono abbronzato e vestito di chiaro mi sento troppo bello...
Sto esagerando?
Bhe, forse un po' sì, ma il giorno del proprio compleanno è giusto
autocompiacersi almeno un pochino^^
Sono le nove e mezza e bussano alla porta.
In perfetto orario direi.
Invece di vederci alla terrazza mare come al solito, stasera Giulio è venuto a
prendermi.
Non sembra un appuntamento in piena regola?
Ci manca che mi abbia portato i fiori.
Mia mamma apre e Giulio entra... con dei fiori in mano?
Cosa fa quello scemo?
Ah, sono per mia mamma -.-
Che cavolo sono andato a pensare^^
Come sono cretinoooo...
Vabbè sorvoliamo, va!
Lui è bellissimo.
Indossa jeans neri con il lavaggio blu e una magliettina attillata viola scuro,
con un kanji giapponese nel bel mezzo del petto.
Chissà che significa.
"Che vuol dire?" gli chiedo indicando la scritta.
"E' il kanji di fuoco" mi risponde, e io sorrido.
Fuoco.
Proprio come quello che scorre nelle mie vene.
Il mio sangue ribolle e credo di essermi mezzo eccitato...
Mia sorella mi dà un forte pizzico sul braccio, guadagnandosi un rimprovero da
mia madre e un sorriso da me.
Mi ci voleva proprio quel pizzicotto.
Mi ha fatto un male cane, ma per lo meno i miei pensieri se ne sono andati in un
posto diverso dal sedere di Giulio.
Salutiamo i miei, e ci dirigiamo al ristorante che LUI ha scelto senza dirmi
nulla.
E' una pizzeria molto carina.
Tutt'attorno al giardino scorre una specie di ruscello artificiale, che crea dei
giochi d'acqua davvero suggestivi.
Mangiamo con calma, parlando del più e del meno, facendo un paio di commenti su
un gruppo di ragazze sedute poco lontano da noi.
Siamo al dolce quando lui estrae un pacchettino dal marsupio.
E' piccolo e invitante.
Lui è imbarazzato, come un ragazzo che regala un anello alla fidanzata.
Mi fa tenerezza.
"Buon compleanno" sussurra, allungando il pacchetto verso di me.
Lo scarto con lentezza maniacale e ne estraggo una scatolina trasparente al cui
interno c'è un braccialetto di quelli di cuoio dipinto, che sono fatti a mano da
dei ragazzi di colore che lavorano sulla spiaggia.
"Giorni fa hai detto che ti piacevano tanto e così..."
Non so cosa dire e così mi limito ad un semplice grazie.
Si è ricordato che passando di lì ho detto che mi piacevano particolarmente.
Lo indosso, ed è lui ad allacciarlo.
"Ti va bene" commenta " meno male, pensavo che con i polsi magri che hai
l'avresti subito perso!"
Finiamo il dolce, guardandoci e basta, senza sentire il bisogno di parlare, solo
i nostri sorrisi a spezzare il silenzio che si è creato.
Sono le undici e un quarto quando ci alziamo da tavola.
"Manca poco al nostro bagno in mare" mi dice, e io sorrido, mentre una mia mano
si allunga da sola verso la sua, per poi ritrarsi all'ultimo istante.
Volevo prenderlo per mano, mi sembrava quasi la conseguenza naturale di tutto
ciò che si siamo detti stasera.
Ci incamminiamo verso la spiaggia, optando per risalire un po' la costa, per far
arrivare la mezzanotte.
"Ti sei messo i boxer?" gli chiedo, sperando che risponda di no.
"Che sei scemo? Il bagno a mezzanotte si fa nudi!!! Tu te li sei messi?"
"In effetti sì" mento "ma posso sempre toglierli!!!"
Lui scoppia a ridere, e finalmente raggiungiamo un punto della spiaggia
abbastanza vuoto.
C'è solo una coppietta che limona selvaggia su uno dei lettini e, se i miei
occhi non mi ingannano, quelli sono due ragazzi.
Giulio li nota, ma non dice nulla.
Evidentemente non gli dà fastidio più di tanto...
"Allora sei pronto?" mi dice slacciandosi i bottoni dei jeans.
Io arrossico, e meno male che è buio se no che vergogna che proverei!!!!
"Prontissimo" rispondo, e inizio anche io a slacciarmi i pantaloni.
Due secondi dopo, i vestiti abbandonati sul tavolino di un ombrellone chiuso, ci
fiondiamo in acqua, nudi, assaporando la frescura del mare sulla pelle.
Nuotiamo fino a raggiungere la seconda secca, dove ci sediamo, la sabbia umida a
contatto con la pelle.
Sembra strano, ma è molto piacevole.
"Quanto manca?" gli chiedo, e lui controlla subito il suo orologio subacqueo.
"Dieci minuti" risponde, per poi rimettere il braccio sott'acqua, adagiandosi
poi sul fondo, con tutta la schiena.
Riemerge ridendo come uno scemo, e io scuoto la testa con sguardo interrogativo.
Che diavolo gli prende ora?
"Cosa c'è?"
Ma lui non risponde.
"Dai, dimmi cosa c'è???"
Ma lui nulla, ride e basta,
Come un pazzo furioso, e anche a me ora scappa da ridere, ma non mi piace farlo
senza un motivo!!!!
Passano i minuti, ma il suo attacco d'ilarità non cessa.
"E dai, fai ridere anche me" gli dico scuotendolo con forza, e lui si blocca.
"Mancano dieci secondi" dice, piccole lacrime gli incorniciano gli occhi lucidi.
"A cosa?"
"Al tuo compleanno cretino!!!"
Perchè sono così scemo?
"...10, 9, 8..." inizia a scandire, e mentre lo fa il suo viso si avvicina al
mio e io mi paralizzo, non capisco cosa stia succedendo.
"...7, 6, 5, 4..." prosegue, la sua bocca ormai sulla mia.
"...3, 2, 1..." sussurra sulle mie labbra e poi "0" ed ecco il suo vero regalo
raggiungere il mio corpo.
La sua bocca si posa sulla mia, e io sono troppo scioccato per rispondere al
bacio.
Pochi istanti e lui si stacca, abbassando la testa.
"Scusami" mi dice mesto.
Io sono troppo sconvolto per dire qualcosa, ma poi mi torna in mente il pizzico
di mia sorella e penso che o la va o la spacca, e prendo il suo viso fra le
mani, e lo bacio con tutta la frustrazione e la voglia repressa di questi anni.
Affondo la mia lingua nella sua bocca, e subito inizia una lotta per dominare il
bacio.
Le sue braccia mi circondano la vita, e le mie si attorcigliano al suo collo, e
ci baciamo, Dio se ci baciamo.
Senza riprendere mai fiato, senza pensare a nulla se non ai nostri corpi tesi
fino allo spasimo, la sua erezione, la sento, premere sulla ma coscia ora che mi
ha preso in braccio, spalmandomi le sue mani sulle natiche, e facendomi eccitare
come mai lo ero stato.
Le sue mani si muovono sul mio corpo bollente, dal quale l'acqua evapora per il
calore, e si fermano poi sul mio sesso, facendomi urlare di voglia e necessità.
"Toccami" gli dico con voce roca, e lui prende il mio membro fra le mani,
iniziando a massaggiarlo con veemenza, mentre io faccio lo stesso con il suo,
senza trattenere le urla di gioia e passione che mi stanno sconquassando il
corpo.
Mi massaggia con cura, e forza, toccandomi le palle, percorrendo con le dita la
linea che arriva alla mia fessura e toccandomi proprio lì dove è più stretto,
mentre io lo stringo in una morsa di piacere, mantenendo il suo stesso ritmo, che
si fa sempre più veloce, in un crescendo di urla e ansiti, più forte, sempre più
forte finchè veniamo con un ultimo grido, mescolando il nostro seme all'acqua
salata che ci circonda.
Mi accascio su di lui, il braccio dolorante, e il cuore ricolmo di una gioia
quasi dolorosa, che non mi lascia respirare.
"Buon compleanno" mi sussurra
"Grazie" e di nuovo a baciarci, felici di ciò che abbiamo appena scoperto, e che
spero ci porti tanta gioia, per tutta l'estate.
Fine
Seimei: C'è il seguitooooo!!! ma non ho voglia di scriverlo perchè è angst e mi
viene da piangere a pensarci ;_;
Daniele: che hai combinato?
Seimei: Nulla che c'entri con la realtà!
Daniele: meno male!!
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