Questa è la mia prima fanfic, per cui vi
prego di non essere troppo cattivi nel giudicarla, ho fatto quello che potevo...
Non è molto lo so... Naturalmente è su Slam Dunk, creato da Takehiko
Inoue, a cui appartengono i personaggi. Non vi anticipo i protagonisti perchè
sono una coppia insolita e non voglio rovinarvi la sorpresa
Ricominciare di
Kuma-chan
Nonostante fosse già
cominciato febbraio per lui era appena il primo giorno di scuola, già,
finalmente era tornato a scuola. Voleva ricominciare tutto da capo, la
scuola, gli amici, ma soprattutto il basket... già il basket, per tanto
tempo era stata la sua unica ragione di vita ed ora? Ora doveva tornare ad
esserlo. Dopotutto lui, Hisashi Mitsui era stato dichiarato miglior
giocatore dell'anno, perchè non poteva essere di nuovo come una volta?
Forse perchè quell'anno passato a fare il teppista lo aveva completamente
cambiato. Non aveva più nessun amico, ma in squadra erano in molti ad
aspettarlo e poteva riconquistarli. Poteva veramente? Non ne era convinto
perchè ormai non era più in grado di provare i sentimenti di una volta.
Quella perenne faccia da duro che doveva mantenere in ogni occasione, quel
fregarsene di tutto e di tutti... Non era facile uscire da tutto questo.
Ma se continuava a porsi tutte queste domande invece di entrare in classe
non avrebbe nemmeno provato.
'Facciamoci coraggio...'
ormai era in classe. Si sedette all'ultimo banco, cercando di non farsi
notare troppo, ma si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso. Le
chiacchiere diventavano sempre più forti, gli sguardi più insistenti.
'Voglio andarmene...'
Stava per alzarsi, non aveva trovato la forza che sperava di avere, quando
una mano gli si poggiò sulla spalla fermandolo.
"Ciao Mitsui, non credevo che avresti veramente avuto il coraggio di
presentarti", il tono di Miyagi era scherzoso, ma i nervi a fior di
pelle non gli permisero di notare questo piccolo particolare.
"Che cavolo
vuoi?!"
Miyagi
non si aspettava una reazione simile, doveva immaginarsi che non era il
momento di fare battute, ma non fino a questo punto. Un tempo stavano
molto insieme, erano ottimi amici, quasi inseparabili. Dopo l'incidente
non lo aveva più visto, se non in qualche angolo insieme alla sua banda a
picchiare il povero malcapitato di turno.
"Scusa, sono nervoso"
Cosa delle scuse?! Miyagi
non poteva credere alla sue orecchie. Possibile che fosse tanto cambiato?
Era felice che non fosse più un teppista, ma delle scuse non se le
sarebbe aspettate neanche dal vecchio Mitsui, non era da lui. Ma adesso...
"Si può sapere che
cazzo guardi con quella faccia da deficiente?"
Ora si che lo
riconosceva, questa era la sua classica reazione.
"No, è che, cioè..."
Non sapeva cosa rispondere, questo suo atteggiamento così strano, lo
aveva spiazzato. Mitsui aveva reagito male, lo sapeva, ma per lui era
difficile tornare ad essere il grande amico di una volta, anche se voleva
esserlo. Almeno la voglia di scappare era passata... DRIIIINNNN!!!!
'Per essere la prima giornata non è andata poi così male. Adesso
l'ultimo grande scoglio, l'allenamento.' Mitsui ripensava alla mattinata
mentre si dirigeva verso la palestra. I suoi compagni erano veramente
felici di vederlo, di sapere che era finito tutto, o meglio che era
ricominciato tutto... Non si aspettava un accoglienza simile, ma ne era
felice. Durante l'allenamento non avrebbe avuto molto tempo per parlare e
in parte lo riteneva un bene, almeno poteva rimandare fino al momento
della doccia i tanto temuti commenti.
'Cavolo è più dura di
quanto pensassi.' Pensò prima di fermarsi un attimo per riprendere fiato.
"Ripostati pure
Mitsui, non c'è problema!" Urlò il capitano Akagi prima di
rimproverare per l'ennesima volta Sakuragi. Quella matricola era veramente
incontrollabile, però era troppo divertente vedere come sfidava Akagi,
nessuno aveva mai osato tanto...
"Mi basta un
secondo, riprendo subito." Aveva bisogno di più tempo ma voleva
dimostrare di potercela fare come un tempo. La sua solita testardaggine...
Kogure era preoccupato, avrebbe voluto dirgli di riposare ancora un po',
ma non ne aveva il coraggio. Aveva sempre provato qualcosa di speciale nei
suoi confronti, qualcosa di più di una semplice amicizia, ma non era mai
riuscito a dirglielo. Temeva la sua risposta, non voleva rischiare di
perdere la sua amicizia, ma soprattutto non voleva che provasse orrore nei
suoi confronti. Come poteva dirgli che era gay e soprattutto che era
innamorato di lui? No, era impossibile, non glielo avrebbe mai detto,
anche se questo significava soffrire tantissimo. E poi dopo l'incidente...
Beh non aveva più nemmeno lontanamente pensato a dirglielo, certo adesso
che era tornato... Non lo avrebbe fatto comunque...
"Kogure, si può
sapere che fai?!" Ecco di nuovo il capitano Akagi che si fa sentire
con uno dei suoi potenti urli, anche se era sempre più gentile verso di
lui. L'amicizia che gli legava era molto profonda. "Ehi sei tra noi o
nel mondo dei sogni?!"
"Scusa capitano, io, ecco... Niente." Non poteva certo dirgli
quello a cui stava pensando...
L'allenamento era finito e sotto la doccia nessuno aveva fatto il terzo
grado a Mitsui, solo Miyagi e Kogure lo guardavano in modo un po' strano.
Non riusciva a capire che avevano, ma allo stesso tempo aveva paura a
chiederglielo. Era riuscito ad evitare quello che tanto temeva, non
avrebbe certo corso il rischio di scatenarlo lui stesso.
'Vabbeh, e anche questa
è fatta...Speriamo che anche domani fili tutto liscio...' Voleva solo
tornare a casa, cenare ed andare subito a letto, dopo una giornata simile
chiunque sarebbe stravolto, persino il grande Hisashi...
Ormai erano passati alcuni giorni da quando era tornato a scuola e tutto
era andato fin troppo bene. Mitsui era tornato quello di una volta, più o
meno, tutti se n'erano accorti e ne erano entusiasti. Quella mattina però
non aveva nessuna voglia di andare a scuola, neanche lui ne capiva il
motivo, forse era semplicemente la sua poca voglia di studiare. Non ne
aveva mai avuto tanta. La sveglia aveva già suonato da 10 minuti quando
sua madre andò a svegliarlo "Micchan alzati o farai tardi a
scuola." Mitsui odiava quel soprannome, sua madre non voleva capirlo
e quello non gli sembrava il momento di farglielo notare per l'ennesima
volta. "Non mi sento bene mamma, resto a casa oggi." Sua madre
lo conosceva troppo bene e senza preoccuparsi troppo gli levò le coperte
di dosso e gli ripetè di alzarsi. Oggi non era riuscito a fregarla, in
realtà non c'era mai riuscito, ma sua madre alcune volte glielo aveva
lasciato credere. Dopo essersi lavato e vestito in tutta fretta, Mitsui
uscì e fece una bella corsa per non arrivare in ritardo.
'Finalmente in classe...'
Naturalmente la prima persona a salutarlo fu Miyagi con una delle sue
solite battutine, che però adesso non davano più noia a Mitsui, ci si
era abituato... Le lezioni non finivano mai, almeno così sembrò a Mitsui,
ma poi il suono della campanella gli annunciò la fine di quel tormento.
In realtà c'era ancora da affrontare l'allenamento, ma quello non gli
dispiaceva per nulla, amava giocare a basket e da un po' di tempo era
riuscito a riscoprire questa sua grande passione. La voglia di giocare non
spariva mai.
Quest'anno lo Shohoku
aveva buone possibilità di classificarsi per il campionato nazionale.
Alla squadra si erano aggiunte delle ottime matricole, due in particolare,
Hanamichi Sakuragi e Kaede Rukawa. Il primo aveva un talento naturale, era
un rompiscatole che non dava retta a nessuno e soprattutto che non aveva
mai giocato prima, ma imparava ad una velocità impressionante. Mentre il
secondo... Rukawa era un fenomeno, già alle medie si era fatto un ottima
reputazione e poteva migliorare moltissimo il gioco dello Shohoku. E poi
quell'eterna rivalità serviva ad entrambi per cercare sempre di dare il
massimo e dimostrare di essere il migliore tra i due. Rukawa però era
strano, aveva qualcosa, quel suo sguardo fisso, così vuoto, privo di
sentimenti, possibile che quel ragazzo fosse così insensibile? Mitsui se
lo chiedeva spesso, era rimasto colpito da lui, da questo suo
atteggiamento, gli ricordava parte del suo passato. Passato... lo riteneva
già tale nonostante in realtà fossero passati solo pochi giorni. Però
loro erano diversi, nonostante Rukawa dimostrasse di avere dei problemi,
come lui, non gli somigliava. Lui si dedicava anima e corpo al basket,
quando cominciava a giocare si dimenticava tutto, sembrava quasi un altro.
Non che pensasse anche solo per un secondo a sorridere, ma qualcosa dentro
di lui cambiava.
"Oh oh oh, ragazzi
che ne dite di fare una partita di allenamento?" L'allenatore Anzai,
Mitsui gli era fin troppo grato, solo grazie a lui era tornato in squadra,
non avrebbe mai smesso di ringraziarlo.
"Si!" L'intera
squadra era entusiasta di questa proposta. La maggior parte di loro amava
il confronto diretto e Mitsui non era da meno, anzi ogni occasione era
buona per dimostrare quanto valeva. Mistui e Rukawa erano stati spesso
paragonati e questa volta avevano la possibilità di dimostrare chi di
loro due fosse il migliore. Anche l'allenatore era curioso di scoprirlo e
mettendoli l'uno contro l'altro. La partita era concentrata quasi
unicamente su di loro e questo non andava giù ad Hanamichi, che faceva di
tutto per farsi notare, ricevendo solo pugni in testa dal Gorilla... Le
azioni di entrambi erano spettacolari, ci stavano mettendo tutto,
nonostante fosse solo una banale partita di allenamento. La partita finì
in perfetta parità (Scontato direte, ma come potevo far vincere uno dei
due?! Dopotutto anche Inoue non ci dice chi vince lo scontro... N.d.A) con
grande dispiacere dei protagonisti che volevano dimostrare a tutti di
essere migliore dell'altro. Dopo la doccia Mitsui e Rukawa si ritrovarono
fuori dalla palestra a parlare, non sapevano com'era successo, si
conoscevano da poco tempo e ancora non si erano mai scambiati più di tre
parole. L'atteggiamento di Rukawa poi non aiutava di certo...
"E' stata una bella
partita, complimenti, non credevo che una matricola potesse arrivare a
certi livelli"
"Mpf... "
'Certo che le spreca le
parole...' Giocavano in squadra insieme dovevano pur avere un minimo di
rapporto, come puoi condividere certe esperienze con persone che a
malapena ti salutano. A Mitsui non interessava fare amicizia con quella
volpe, come lo chiamava Sakuragi, però si sentiva quasi in obbligo di
dirgli qualcosa prima di andarsene.
"Beh io vado, ci
vediamo domani."
"Ehm, ho fame."
'Ammiro il suo provare ad
emettere suoni, ma potrebbe articolare un po' di più le frasi?' Mitsui
pensava alla grande cortesia del compagno, ma allo stesso tempo si
chiedeva se non andare veramente a mangiare qualcosa insieme. Anche lui
aveva fame e a casa probabilmente non c'era granchè, considerato che poi
avrebbe dovuto prepararselo da solo...
"Potremo andare a
mangiare qualcosa" Subito dopo aver detto questa frase Mitsui si
senti un po' stupido, era logico che Rukawa intendesse quello!
"Mpf..." Solita
risposta indecifrabile... Comunque si avviò verso un ristorante lì
vicino, girandosi solo per controllare se veniva seguito.
Dalla vetrata del
ristorante, che dava sulla strada, si poteva vedere che non c'era molta
gente, si e no quindici persone. Non era mai stato in quel locale, lo
aveva notato passando, però non aveva mai avuto occasione di provarlo.
Era un posto accogliente, carino, giusto per l'occasione, insomma non era
un locale da coppiette, ma nemmeno una stanberga. Mitsui si sentiva un po'
a disagio, non era da lui, ma non sapeva cosa dire, da dove cominciare.
Rukawa dal canto suo se ne fregava, o almeno questo è quello che dava a
vedere, la sua faccia era impassibile, ma non c'era da meravigliarsi...
Nonostante tutto, il tempo passò abbastanza in fretta, i discorsi, anzi
le parole furono poche, ma infondo non sembrava avesse dato noia a
nessuno. Rukawa non stava pensando al basket in quel momento e questo gli
sembrò strano, di solito non aveva altro in testa. Non gli importava del
resto, a lui bastava giocare e dormire naturalmente. Gli importava
veramente cosa pensasse l'altro, ma perchè, dopotutto a malapena lo
conosceva, però aveva qualcosa, qualcosa di strano, di curioso, di... Non
capiva cosa avesse, solo si rendeva conto che era un tipo particolare, un
po' come lui.
'Ma a cosa vado a
pensare, nessuno è come me... Perchè questo dovrebbe anche solo
lontanamente assomigliarmi.'
A Mitsui sembrò
diventare più cupo, anche se non poteva esserne certo, dopotutto non è
che le emozioni gli si leggessero chiare in faccia.
"C'è qualcosa che
non va'?" Sentì di aver oltrepassato il limite, quello stesso limite
che fino a poco tempo fa nessuno doveva superare con lui, se non voleva
rischiare l'ospedale.
"Nulla." Cosa
avrebbe dovuto rispondere? Beh sai, odio mio padre, nessuno mi capisce,
non riesco ad essere accettato se non quando gioco a basket... Ma non gli
interessava, lui stava bene così, o no?
La serata finì lì. Dopo
essersi salutati, tornando a casa, entrambi ripensavano a i rispettivi
problemi, così diversi, ma in fondo così uguali, come erano loro.
Da quel giorno
cominciarono a passare un po' più di tempo insieme, soprattutto a giocare
a basket, la mattina si ritrovavano spesso al campino a fare qualche tiro.
In realtà questa era l'unica cosa che li legava, o meglio l'unica cosa
che sapevano con certezza di condividere.
L'amicizia con Miyagi era
tornata quella di una volta e quel pomeriggio Mitsui gli stava raccontando
di Rukawa.
"Secondo me è
incasinato forte, altrimenti non si comporterebbe così, non credi?"
"Beh, si può
essere. Ma che te ne frega?" Miyagi certe volte non aveva molto
interesse per il prossimo, dopotutto non credeva neanche che Mitsui e
Kaede potessero avere anche solo qualcosa che assomigliasse lontanamente
ad un'amicizia.
"E dai, Miyagi è un
nostro compagno di squadra!"
"E' vero, però..."
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase.
"Che avrà? Forse
problemi in famiglia, in effetti non ha neanche molti amici, però lo fa
per autodifesa..."
"Non credevo che
fossi pure psicologo." Il solito Miyagi, non riusciva a resistere
molto senza fare una battuta...
"E' una cosa seria,
possibile che tu debba sempre scherzare."
"Chiedo umilmente
scusa"
"Così va
meglio..."
"Ma sentilo.
Comunque se non sbaglio ho sentito dire da Akagi che non va d'accordo con
suo padre, hanno sempre avuto un brutto rapporto, credo."
Il discorso non continuò
oltre, però Mitsui era un po' scosso, neanche lui sapeva il motivo, cioè
lo sapeva benissimo, ma non lo capiva. Perchè si interessava tanto a
quella matricola?
Anche Rukawa però
pensava spesso a Mitsui, sapeva che aveva avuto un incidente e che da
quello erano nati un sacco di problemi, ma non sapeva altro. Fino a poco
tempo fa non voleva nemmeno sapere altro, non gli interessava nulla di
quello che poteva riguardare un compagno. A lui bastava giocare e vincere
insieme a loro, il resto che rimanesse tra loro e i guai. Questa volta era
diverso.
'Kaede ma perchè ti
preoccupi tanto, chissenefrega di lui' Sapeva anche lui che non era così
e non poteva mentire a se stesso, poteva ingannare gli altri, indossando
la sua solita maschera, ma non se stesso...
I due ragazzi erano
talmente immersi nei loro pensieri che non si resero conto di dove stavano
andando finchè non si scontrarono l'uno contro l'altro.
"Ma vuoi stare
attent... Rukawa, ciao."
"Ciao."
"Andavi ad allenarti
un po'?"
"...boh" Ora
che ci pensava non sapeva dove stava andando, era uscito per fare una
girata e si era ritrovato lì, vicino al campino. L'unico posto oltre la
scuola dove vedeva Mitsui. 'Ma a che diavolo sto pensando, perchè dovrei
essere venuto qui per questo.'
"Beh, io, cioè ti
va..." Perchè si sentiva così teso, dopotutto era solo un compagno
di basket a cui voleva chiedere... Cosa? Non lo sapeva neanche lui, gli
avrebbe fatto piacere passare un po' di tempo insieme, ma cosa potevano
fare? Per fortuna Rukawa ruppe il suo abituale silenzio.
"I miei sono fuori
stasera, ti va di mangiare da me?" Non si sarebbe mai aspettato
tanto, certo da quando si erano visti la prima volta era cambiato molto,
ma forse non credeva fino a questo punto. Le loro conversazioni erano
rimaste sempre molto scarne.
"Si, va bene."
"A dopo. Ciao."
"Ciao." La
tensione era alta, entrambi erano nervosi, in particolare Mitsui, ma
nessuno riusciva a spiegarsene il motivo.
'Ok, che sono abituato a
mangiare da solo, ma perchè devo sentirmi così per un misero invito?'
'Sono stato così spesso
a casa di Miyagi o di Kogure, perchè devo sentirmi così per un suo
invito?'
Entrambi i ragazzi si
chiedevano il motivo di questa invasione di emozioni che non sapevano
controllare e soprattutto che non avevano mai provato. Il pensiero che
potessero provare qualcosa per l'altro non gli era neanche passato per
l'anticamera del cervello. Sono due ragazzi perchè avrebbero dovuto
volere qualcosa di più di un amicizia?
Appena Rukawa sentì il
suono metallico del campanello si precipitò ad aprire, con grande
sorpresa di Mitsui che conoscendo la sua calma credeva di dover aspettare
un po'. La casa era enorme, si vedeva che suo padre era un personaggio
importante o comunque con i soldi. L'ordine era quasi esagerato,
probabilmente grazie a qualche cameriera, che sicuramente si potevano
permettere. Il profumo della cena si sentiva già dall'ingresso e sembrava
appartenere a qualcosa di veramente buono.
"Pensi di restare lì
ancora per molto?"
"Scusa"
"Devo andare in
cucina o si brucerà tutto."
"Vuoi dire che hai
cucinato tu? Non credevo sapessi farlo."
"Mpf..."
La cena era squisita, non
solo Rukawa sapeva cucinare, ma era pure un ottimo cuoco. Tutti hanno
delle qualità nascoste e la cucina era una di quelle di Rukawa. (Lo so a
quali altre state pensando, ma non mi riferisco a quello! Però potrebbe
anche essere... N.d.A)
Una volta pieni i ragazzi
avevano sparecchiato e si erano messi sul divano a guardare un po' di tv.
Una partita di basket era l'ideale... Alla fine della partita Mitsui si
rese conto che l'amico, ormai credeva di poterlo definire tale, si era
addormentato. Se n'era reso conto già da un po', dato che era appoggiato
alla sua spalla, ma non voleva svegliarlo. Spense il televisore e rimase a
guardarlo per un po'. Certo che era veramente carino quando dormiva...
'Carino?! Devo stare male, non è possibile che stia veramente pensando
una cosa simile di lui, di un lui...' Non voleva convincersene, però lo
pensava veramente. 'Possibile che... Tutte quelle sensazioni. Io...
lui...' Non riusciva a credere a quello che provava, dopotutto non aveva
mai pensato nemmeno lontanamente di poter essere gay. In verità non aveva
mai provato nulla di simile neanche per una ragazza, ma non si era mai
posto il problema.
Rukawa nel sonno si
avvicinò ancora di più a lui, adesso non lo stava più solo sfiorando,
il contatto era più reale.
'Possibile che sia
veramente gay? Io... Ma perchè mi faccio tanti problemi, dopotutto...
Dopotutto devo fregarmene, ho sempre odiato quelli che avevano dei
pregiudizi e adesso me ne faccio io? Nei miei confronti poi...' Rukawa
continuava a dormire pacificamente mentre Mitsui si poneva tutte queste
domane.
'Forse però anche lui...
Ma cosa vado a pensare, con tutte quelle ragazze che gli stanno intorno.
Ha solo bisogno di affetto, quello che non ha dai suoi genitori.' A Mitsui
tornò in mente Miyagi, che gli aveva chiesto il perchè del suo tanto
interesse per qualla matricola... Non poteva ancora crederci, certo però
spiegava tante cose, tutte le cose. La difficoltà che aveva nel fare
qualsiasi cosa (escluso giocare a basket naturalmente) quando lui era nei
dintorni. Ma proprio per lui doveva perdere la testa?! 'Non solo hai
scoperto di essere gay, ma ti sei pure innamorato di uno senza cuore e che
sicuramente se ne fregherà di te. Sei veramente un disastro Mitsui...'
Sembrava propio una piccola volpe indifesa mentre dormiva tra le sue
braccia...
"I miei, yawn, fino
a domani non tornano... Resti a dormire qui?" Mitsui ci mise un po' a
realizzare quello che gli aveva appena chiesto, non solo per la
"proposta", ma anche perchè credeva fosse nel mondo dei sogni
da molto tempo...
"Beh, ecco io...
" Lo voleva con tutto il cuore, ma se poi si scopriva, se non
riusciva a resistere e gli confessava tutto, che figura ci avrebbe fatto?
"Se hai altro da
fare puoi pure andare." Una delle sue solite frasi dette con
menefreghismo, che farebbero scappare chiunque anche se avesse una voglia
matta di restare. A Mitsui fece l'effetto inverso, era proprio quello di
cui aveva bisogno per rimanere. Tutto quello che rappresentava anche solo
minimamente una possibilità di sfida non veniva mai rifiutato...
"No, non devo fare
nulla, resto."
La distanza tra i due
ragazzi era minima e nonostante la risposta data con tanta sicurezza non
era più così convinto di quello che aveva appena detto. Rukawa non
faceva niente per smorzare la tensione, anzi sembrava si divertisse a
farla aumentare. Avvicinò ulteriormente il viso a quello di Mitsui, era
talmente vicino che poteva sentire il respiro caldo dell'amico farsi
sempre più corto e il suo cuore battere sempre più veloce. Quegli occhi
azzurro mare in questo momento non gli sembravano più così inespressivi,
erano così profondi e vicini che credeva di poterci annegare. Era una
situazione tanto imbarazzante quanto bella, ma il disagio era enorme. Non
per entrambi però. Rukawa era perfettamente a suo agio, sembrava
considerasse questa situazione normalissima.
"Cosa c'è Mitsui
non è questo che vuoi?" Il suo tono era così sicuro, così...
sensuale.
"Io... si... cioè,
no... veramente..." La voce di Mitsui non solo era molto titubante,
ma stava anche cominciando a tremare.
"Sei molto
deciso..."
'Possibile che riesca a
tirare fuori la voce solo in queste situazioni? E che sia pure così
convinto di quello che dice?'
Rukawa aveva
perfettamente capito che l'amico era a disagio, ma si divertita a farlo
soffrire un po'. Non avrebbe mai ottenuto una risposta decifrabile, ma gli
erano bastati i suoi atteggiamenti per comprendere cosa provava per lui.
Quel silenzio era rotto solo dal rumoroso deglutire di Mitsui, che non
sapeva come comportarsi. Non era lui che sperava in tutto questo? Ma perchè
ora che l'aveva si tirava indietro? Entrambi sapevano cosa volevano, ma
solo uno dei due era in grado di fare qualcosa per ottenerlo. Mitsui
chiuse gli occhi per un momento cercando di trovare dentro di sè la forza
per reagire, ma non ce ne fu bisogno. Le labbra di Rukawa sfiorarono le
sue. Erano così calde, così morbide. Mitsui spalancò gli occhi, giusto
in tempo per vedere Rukawa avvicinarsi di nuovo. Non si fece certo pregare
per baciarlo un'altra volta. Questo fu un bacio più profondo, durante il
quale fu più facile gustare il sapore dell'altro. Ma a Rukawa non
bastava, la sua lingua passò prima sulle labbra ormai in fiamme del
compagno e poi entrò al suo interno. Ormai Mitsui non si tirava più
indietro e cominciò a sua volta ad esplorare la bocca del compagno. Il
bacio venne interrotto bruscamente.
"Non crederai mica
di poter controllare questo bacio, vero?" Gli anni che li dividevano,
non impedivano a Rukawa di controllare tutta la situazione, dopotutto era
anche molto più tranquillo.
Questo assaggio non era
sufficiente, entrambi i ragazzi volevano qualcosa di più e Rukawa
l'avrebbe ottenuta a tutti i costi. I suoi baci non si limitavano più
alla bocca, seguivano la linea del viso, il collo, il petto... I bottoni
della camicia erano di impiccio, ma non ci volle molto perchè uno alla
volta venissero aperti. Rukawa indugiò un po' di più sui capezzoli
indurendoli. Mitsui non era il tipo da farsi trattare così, non poteva
avere il controllo, ma non voleva neanche diventare il giocattolo del proprio
amante.
"Ti ho già detto
che comando io." Rukawa era irremovibile e ogni movimento di Mitsui
veniva immediatamente bloccato. Non aveva neanche la possibilità di
ribattere, perchè immediatamente Rukawa gli chiudeva la bocca con un
profondissimo bacio.
'Dopo tutto non mi posso
lamentare, non posso fare praticamente nulla, ma ho comunque ottenuto
quello che volevo.'
Dopo questa piccola
parentesi Rukawa aveva ricominciato con la sua piccola tortura. Quei baci,
dati leggeri su quella pelle così liscia, sarebbe stato li ad assaporarla
per sempre. Non solo Mitsui sentiva il bisogno di continuare, ma anche
Rukawa non sopportava più l'attesa, non riusciva più ad essere così
distaccato. Trafficò qualche secondo con la chiusura dei jeans che, una
volta aperti, sfilò con un po' di tensione. A Mitsui invece l'agitazione
non era mai passata. I pantaloni scivolarono dietro il divano, insieme
alla maglietta che Rukawa si era finalmente tolto...
La luce chiara della
mattina filtrava dalla finestra illuminando i volti dei due ragazzi, la
loro espressione era felice. Era un'espressione che fino a quel momento
avevano assunto solo durante le partite di basket, ma adesso... Adesso
avevano trovato qualcos'altro di importante a cui dedicarsi. Essere l'uno
dell'altro, mescolare la propria pelle, perdersi nell'abbraccio del
compagno... Mitsui aprì gli occhi, il dolce ricordo di quello che era
successo la sera prima lo fece sorridere. Sfiorò leggermente le labbra
del ragazzo addormentato vicino a lui. Rukawa aprì lentamente gli occhi.
"Scusa non volevo
svegliarti..."
"Ero già sveglio,
aspettavo solo che lo fossi anche tu"
Si avvicinò per
assaporare ancora una volta le labbra del suo amante, per ricordarsi di
quelle stupende sensazioni che aveva vissuto solo poche ora fa. Quel loro
bacio fu profondo, intenso, carico di emozioni, non poteva essere
paragonato a tutti gli altri che si erano dati, era diverso, aveva un
qualcosa di inspiegabile, forse fu quello che fece durare tanto il loro
amore...
Owari
Ringrazio tanto la
mia amica Tora-chan, perchè è stata lei a farmi scoprire lo yaoi e la
voglia di scrivere! Ti voglio un bene incredibile!
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