Today is Ria day… Buon compleanno!!
Anche da chi rimane dietro le quinte e non partecipa attivamente alla
vita dell’Ysal! =P
Un grazie anche a Violet per l'aiuto!
Revenge
di Nivis
CAPITOLO 6
Tom chiuse l’album, porgendoglielo.
-Sei davvero bravo!- si alzò in piedi, opposto al tramonto, e si girò
verso di lui.
-Vorrei essere anch’io capace di disegnare come te!- gli disse ridendo.
La luce, che lo illuminava da dietro, gli donava un aura magica, rendendolo
davvero affascinante.
-Magari non sarai bravo come me a disegnare…- Jules si fermò un attimo
per prendere la matita e aprire nuovamente il blocco -…ma se resti due
minuti così posso dimostrarti che io non riuscirò mai ad essere affascinante
come te in questo momento!-
L’altro rise di nuovo.
-Così mi lusinghi!- scherzò.
-No, dico solo la verità. Sono un tipo molto obbiettivo, io. Se ti vedesse
Nicolas, in questo momento, cadrebbe senz’altro ai tuoi piedi!-
Tom s’incupì a quest’ultimo commento e per qualche secondo rimasero entrambi
in silenzio.
-Ok, scusa, sono io, ora, ad aver toccato un tasto dolente…- si scusò
Jules vedendolo così.
L’altro scosse la testa.
-Non ti preoccupare. È normale che tu mi dica una cosa del genere, visto
quanto ti ho stressato prima in macchina. In realtà, nonostante tutti
i programmi che faccio e le cose che dico, so benissimo di non avere alcuna
speranza con lui. Ormai me ne sono fatto una ragione, devo solo togliermi
il vizio di parlare con gli altri di lui… Quella è una cosa che non riesco
proprio a smettere di fare!-
Abbassò la testa, come preso dai suoi pensieri.
A Jules dispiacque vederlo così perché, sebbene lo conoscesse solo da
poche ore, sentiva che non era un cattivo ragazzo e che il suo unico problema
era il volere *troppo* bene a qualcuno che, purtroppo, non pareva ricambiarlo.
-Su, non fare così: sei troppo pessimista. A quanto mi risulta non gli
hai mai veramente rivelato i tuoi sentimenti, no? E allora, come puoi
essere così sicuro di non interessargli?-
Ripose il blocco e la matita dentro lo zaino e fece posto accanto a sé,
invitando il ragazzo a sedersi.
Tom si lasciò cadere accanto a lui e si raggomitolò, le ginocchia al petto,
strette tra le braccia, e il capo voltato verso di lui appoggiato ad esse.
-Beh, lo conosco da troppo tempo per poter pensare che lui mi possa ricambiare…-
iniziò -La prima volta che lo vidi eravamo al liceo. Io stavo scendendo
le scale con dei libri in mano, e uno mi cadde. Lui, che veniva dalla
direzione opposta., si inginocchiò, senza aspettare neppure un secondo,
e me lo porse con un sorriso. Ecco, fu amore a prima vista. Almeno credo...
So soltanto che chiesi in giro, per saperne di più su di lui, ma i risultati
furono scarsi: nessuna delle persone che frequentavo lo conosceva. Ogni
tanto lo vedevo in giro per i corridoi, ma lui non mi notava neppure.
Dopo un anno cambiai scuola e non lo rividi più. Fino a qualche anno fa,
quando, non so come, è entrato nella nostra compagnia.-
-E non vi siete riconosciuti?- l’interruppe Jules.
-Io sì, l’ho riconosciuto dal primo istante, ma lui no, e io non gli ho
detto nulla: probabilmente neanche si ricorda di quell’episodio. In ogni
caso quando l’ho rivisto il mio interesse s’è acceso di nuovo. E lì sono
iniziati i guai!-
-Ma dove si saranno cacciati quei due?- chiese Luke, mentre si versava
una tazza di the dal termos.
-Ormai sta diventando buio e non vorrei che si perdessero…tra poco si
cena tra l’altro…-
Adrian annuì e aggiunse:
-Secondo me non si sono resi conto dell’ora. Propongo che qualcuno vada
a cercarli-
-Faccio io, se volete: mi sto annoiando qui, mi farà bene fare un po’
di moto!- disse Nicolas, lasciando gli altri un po’ sorpresi: era
successo altre volte che qualcuno si perdesse e non tornasse in tempo
per la cena, ma lui non si era mai offerto di andare in cerca, anzi, più
volte aveva affermato che preferiva stare al campo a occuparsi della cena
piuttosto che uscirne fuori. “Ma forse era perché non era mai successo
che fosse Tom, ad essere assente...” rifletté Adrian.
-Vai pure, può darsi che Jules sia dalle parti del lago, mi aveva chiesto
qualcosa a proposito prima, vedi se è lì. E trovali in fretta: così mangiamo!-
si affrettò a dire Luke, mentre la sua pancia gorgogliava!
-D’accordo- rispose il biondo e s’incamminò, pensando intensamente che
no, Tom non poteva (doveva) essere con quel damerino biondo appena
entrato nel gruppo.
-Un sentimento di lunga data, il tuo.- commentò Jules -Mi spiace che tu
non gliene abbia mai parlato: vedi, se non dici quello che senti non puoi
escludere che lui non l’abbia capito, ti pare? Che cosa ti costerebbe
farlo?- lo incoraggiò.
-Ho paura di un eventuale rifiuto e delle conseguenze che porterebbe.
Pensa a come sarebbe trovarsi con gli amici e sentirsi a disagio. Non
riuscirei mai a sostenere una situazione simile. Uffa, non ci voglio neanche
pensare!-
-Ma dai! Non sarebbe così tragico. C’è di peggio al mondo, e poi non credo
che i tuoi amici ti farebbero pesare una cosa simile: non dovrebbero neanche
venirlo a sapere, se tu non vuoi, no? E poi, scusami se insisto, ma se
non hai l’assoluta certezza che Nicolas non sia innamorato di te,
come fai a farti tutti questi problemi? Ti fasci la testa prima di essertela
rotta? Non sarebbe più logico fare almeno un tentativo? Non perderesti
nulla rispetto a quello che potresti guadagnare!- continuò.
Tom sprofondò ancora di più la testa tra le braccia.
-Mm...- mormorò, in un tacito assenso. Il discorso non era sbagliato,
se non ci fosse stato quel dannato timore di fallire, sicuramente, ad
attaccarsi come un francobollo al pensiero.
-Dai!- gli disse di nuovo l’altro.
Poi si avvicinò e lo abbracciò, parlandogli all’orecchio.
-Facciamo così: per qualche giorno stai sempre intorno a me:. Se mai Nicolas
dovesse provare qualcosa che va al di là della semplice amicizia diventerà
sicuramente geloso nel vedere che lo snobbi per appiccicarti a me. In
quel caso capirai di avere almeno una possibilità con lui, altrimenti
potrai metterti il cuore in pace e smetterla di tormentarti così, no?
In fondo, scoprire che non ti vuole potrebbe farti decidere di guardarti
un po’ intorno, no?-
-Sì, forse hai ragione. Sicuramente hai ragione.- lo disse con una voce
soffocata, con gli occhi lucidi: nessuno gli aveva mai sbattuto le cose
in faccia così duramente, ma forse era servito a smuovere un po’ le cose.
Rimasero per qualche secondo così abbracciati.
In quel momento qualcosa dietro di loro si mosse.
Jules si girò di colpo, ma non scorse nulla.
“Sarà stato il vento” pensò.
-Torniamo, si sta facendo tardi, gli altri ci staranno aspettando!- suggerì
Tom dopo aver visto l’ora.
-D’accordo. Però ricordati che dopo cena o domani devo finirti il ritratto
che ho iniziato.-
-Magari domani: dubito ci lasceranno lavorare più tardi!
Jules annuì e s’incamminarono verso il campo.
Nicolas era tornato al campo di pessimo umore, adducendo come scusa
il non essere riuscito a trovare gli altri due.
Adrian non aveva creduto neppure per un secondo a quello che aveva detto:
era impossibile che il suo pessimo stato d’animo fosse stato causato da
una stupidaggine simile, ma nonostante questo non era riuscito a capire
perché il ragazzo avesse deciso di raccontare una frottola.
Mentre aspettavano i due ritardatari, Nicolas si era aggirato per
il campo come un leone in gabbia, attaccando briga con tutti. Era riuscito
a bisticciare anche con Luke, che non perdeva mai la calma con nessuno.
E come se non fosse bastato , aveva rischiato di rovesciare l’acqua per
la cena e di far cadere la carne per terra (davvero un record!) prima
di cuocerla.
Gli altri l’avevano guardato, all’inizio, preoccupati dal suo borbottare
tra sé e sé, ma poi, visto che la cosa non dava segno né di smettere né
di risolversi, l’avevano lasciato rosolare nel proprio brodo.
Anche Adrian aveva tentato di avvicinarsi per tranquillizzarlo, e per
capire che avesse, ma se n’era andato sdegnato quando Nicolas gli
aveva sibilato un -non rompere!- che non lasciava dubbi sul suo significato:
‘Vai a quel paese e non rompermi le scatole!’
Il buio era già calato e la cena era quasi pronta. Qualcuno propose di
cercare nuovamente i due dispersi, ma non ce ne fu bisogno visto che,
mentre decidevano chi dovesse andare, Tom comparve improvvisamente dal
folto della boscaglia, seguito da Jules.
-Era anche ora!- dissero gli altri.
-La cena è quasi pronta, e pensavamo vi foste persi!- aggiunse Mark allegramente.
Tom e Jules si scusarono subito.
-Stavamo chiacchierando e abbiamo perso la cognizione del tempo. Non abbiamo
fatto apposta... scusateci-
Nicolas si sentì punto sul vivo: lui li aveva visti poco prima.
Altro che parlare: l’abbraccio appassionato che si erano dati era molto
lontano dalle quattro chiacchiere che affermavano d’aver fatto.
-Bugiardi!- non poté fare a meno di ringhiare così piano che nessuno,
tranne Adrian, lo sentì. “Lo immaginavo” pensò il ragazzo udendolo
“qualcosa deve essere successo, per renderlo così di pessimo umore da
quando è tornato”. Ma non gli chiese nulla: non era né il momento per
farlo né il suo stile farlo.
-Che profumino invitante!- affermò Tom sedendosi accanto al fuoco.
L’odore delle salsicce si era sparso nell’aria insieme a quello degli
spiedini e Tom ne aveva approfittato per far dimenticare il discorso sul
loro ritardo!
Jules appoggiò lo zaino accanto alla tenda e si mise accanto al fuoco,
per cenare e per ascoltare le chiacchiere degli altri. Voleva del tempo
per poter osservare Nicolas e per poter elaborare una strategia che potesse
aiutare Tom. In quel momento non gli passava neppure per la testa il ricordo
del vero motivo che lo aveva spinto a subire la guida di Adrian, il campeggio,
che detestava, e la martellata. Voleva solo aiutare qual ragazzo, sbloccandolo
da una situazione per lui assurda.
Così, mentre tutti parlavano, solo Jules e Nicolas restarono in silenzio,
limitandosi a ridere alle battute altrui senza averne, in realtà, molta
voglia. Ma gli altri non lo notarono, probabilmente perché troppo presi
dal raccontarsi i fatti salienti degli ultimi mesi.
Il bello del non vedersi spesso era proprio quello: c’era sempre qualcosa
di cui parlare quando ci si incontrava e non si rischiava mai di rimanere
a corto di argomenti.
-Sì, e poi il bello è che lei mi ha detto “Ti proibisco di andare in giro
per tre giorni senza di me”!- stava raccontando Mark –...e io le
ho risposto che era la benvenuta, se si adattava a un sacco a pelo e a
quattro salsicce!-
Gli altri risero.
-E cosa ti ha replicato lei?- chiese uno.
-Niente, s’è chiusa in un mutismo assoluto e io ne ho approfittato per
preparare lo zaino... mi passi un'altra salsiccia, grazie!-
-E non se l’è presa quando te ne sei andato?- chiese Adrian.
-Beh, sono uscito dalla porta posteriore... mentre Luke suonava il campanello!-
sghignazzò.
Un’altra risata nell’aria.
La conversazione continuò sullo stesso tono per un pezzo.
Jules era pensieroso: quand’era tornato con Tom, Nicolas gli aveva lanciato
un’occhiata che non gli era piaciuta. L’aveva guardato davvero male, quasi
a promettergli morte certa se si fosse avvicinato ancora una volta al
moro.
Era forse geloso di lui? Ma questo avrebbe voluto dire che quel che provava
per Tom era qualcosa che “scavalcava” la semplice amicizia. E allora perché
non aveva mai fatto o detto qualcosa che potesse farlo capire al ragazzo?
In fondo non gli pareva una novità che Tom gli morisse dietro, anche ora
non faceva altro che chiedergli come stesse, se avesse bisogno di qualcosa
e se voleva un altro pezzo di carne. Si vedeva lontano un miglio che non
nascondeva questo suo sentimento.
Una serie di domande si agitavano nella sua testa ma nessuna, al momento,
sembrava trovare una risposta. Avrebbe potuto chiedere direttamente a
Nicolas, ma non gli sembrava una buona idea: oltre all’antipatia, che
l’altro chiaramente sembrava avere per lui, c’erano anche le poche familiarità
e confidenza, che non gli permettevano di fare discorsi così intimi.
Magari conoscendolo meglio avrebbe potuto capire di più del suo carattere
e, soprattutto, avrebbe potuto arrischiarsi a parlarci. Nel frattempo,
risolse di raccontare a Tom quello che gli frullava per la testa.
Ad un certo punto Nicolas si alzò e si ritirò nella tenda, adducendo come
scusa un’ improvvisa emicrania.
-Niente che una bella dormita non possa risolvere!- scherzò prima di andarsene.
Gli altri quattro restarono a chiacchierare del più e del meno. Adrian
pensò che forse quello era il momento giusto per parlare con Tom di quello
che Nicolas poteva aver visto nel bosco, quando, anticipandolo, Jules
si voltò verso di lui e gli sussurrò:
-Devo parlarti di Nicolas- così piano che solo lui riuscì a sentire.
Il moretto annuì e dicendo che andava al bagno si inoltrò nel bosco. Poco
dopo Jules annunciò, a sua volta, che andava a fare due passi per smaltire
la cena e si allontanò dal gruppo.
Si incontrarono poco dopo in un luogo un po’ appartato, nascosto tra gli
alberi.
Adrian si accese una sigaretta.
-Allora? Di cosa volevi parlarmi?- gli chiese, mentre si sedeva su un
tronco d’albero caduto.
-Hai notato il comportamento di Nicolas questa sera?- gli domandò Jules,
invece di rispondergli.
Il moro alzò la testa e lo fissò per un istante.
-Sì, e non era normale: è così da quando è tornato dopo avervi cercato
senza risultato.-
-Qualche idea sul perché?- chiese nuovamente Jules, che sembrava sapere
più di quanto dimostrasse.
-No.-
-Io sì- affermò con orgoglio.
-… ?- Adrian stette in silenzio, aspettando che l’altro si decidesse a
parlare.
Jules tossì, disturbato dal fumo della sigaretta di Adrian, poi iniziò
a raccontare….
-Oggi, anzi stasera, io e Tom ci siamo trovati al lago e abbiamo parlato.
Tra un discorso e l’altro è venuta fuori la storia di Nicolas e Tom s’è
intristito. L’ho tirato un po’ su, ma non c’è stato molto da fare… per
farla in breve, ad un certo punto, ci siamo abbracciati.- Adrian lo fissò,
facendo un gesto di disapprovazione, ma Jules lo ignorò.
-Era un segno d’amicizia- si limitò a dire -Comunque, in quell’istante
ho sentito un rumore dietro di noi. Suppongo fosse lui.-
-Come fai ad esserne sicuro?- chiese, scettico, Adrian.
-Beh, visto che lui è tornato di pessimo umore dalla nostra ricerca, e
che mi ha lanciato un’occhiata assassina quando mi ha visto, mi pare abbastanza
probabile…-
-Beh, e allora? Un abbraccio non è mica un motivo valido per arrabbiarsi
così.-
-Gelosia, mai sentito parlarne!?- Jules rispose, acido, a quella domanda.
-Sì, può darsi, ma non ne siamo sicuri. Come la mettiamo?-
Un sorriso apparve sul volto dell’altro.
-Ho un idea! Ne ho già parlato con Tom: lui mi starà appiccicato e se
Nicolas reagirà in qualche modo è fatta! Per prima cosa, direi che tu
potresti dormire nella tenda con Nicolas e lasciare Tom nella mia, ci
stai?-
Adrian annuì: quell’idea aveva un senso. Poco, d’accordo, visto che si
basava su una pura e semplice intuizione, ma valeva la pena provarci.
E poi, dividere Tom da Nick gli avrebbe permesso di fare un discorsetto
con quest’ultimo senza che l’altro ne venisse a conoscenza.
Si avviarono verso il campo in silenzio.
Intorno al fuoco la baldoria stava intanto continuando con Mark e Luke,
ormai brilli, che si raccontavano aneddoti divertenti e facevano un
elenco di tutto quello che era successo nelle gite precedenti. Gli scherzi
fatti, le scorpacciate e le sbornie prese.
Quando i due dispersi si ripresentarono al campo Tom iniziò a sbadigliare
e Jules, notandolo, ne approfittò per sussurrargli un “Il piano può iniziare!
Stasera dormi nella mia tenda!” prima che lui si alzasse per andare a
dormire.
Non passò molto tempo che tutti decisero di andare a dormire e Jules si
diresse verso la tenda in cui si era ritirato Tom.
-Dormi con Tom? Non dividi la tenda con Adrian?- chiese Mark, sorpreso.
Era una sorta di tacita regola, stabilita fin dalla prima volta che erano
andati in campeggio insieme, che Tom e Nick dormissero nella stessa tenda.
Ma a Jules questo poco importava.
-Sì, se non dorme dobbiamo parlare del ritratto che gli sto facendo, e
in ogni caso domattina abbiamo deciso di svegliarci presto per finirlo!-
-Ritratto? Dipingi?-
-Sì, ne ho iniziato uno stasera, mentre stavo al lago, e devo dire che
sta venendo davvero bene. Lui è davvero una persona affascinante da riprendere!-
aggiunse, cercando di far insospettire Mark: se lui avesse creduto che
aveva un debole per Tom magari, per un motivo o per un altro, in presenza
di Nicolas avrebbe potuto tirare fuori questo dialogo, spianandogli la
strada per capire se quest’ultimo era o meno interessato al moretto.
-Tom affascinante?- chiese, stupito, l’altro. Poi si fermò ad osservarlo
con attenzione e sorrise sornione.
-Sì, sì, ho capito cosa vuoi dire- aggiunse. Jules era soddisfatto: aveva
abboccato, oh sì!
-C’era la luce che lo circondava creandogli una sorta di aurea magica
intorno. Impossibile resistergli- lo provocò ulteriormente. Ma questa
non fu una gran mossa, dal momento che non fece altro che far venire dei
dubbi a Mark.
-Ehm…- iniziò -…ti rendi conto che Tom è innamorato di Nicolas? Non sarebbe
carino mettersi in mezzo, ti pare?-
-Beh, non vedo il problema: non mi pare di aver capito che Nicolas lo
ricambi, no? Tom sta solo soffrendo così. Se mai dovessi mettermi in mezzo
non farei altro che liberare Tom dalla schiavitù che questo affetto gli
sta provocando, no?-
Era un ragionamento logico, sotto certi punti di vista, e Mark non trovò
nulla da ribattere.
-Ok, fa come vuoi. Vedi solo di non far soffrire Tom. Noi non ci conosciamo
bene, ma ti avviso che se lui soffrirà te la farò pagare- lo avvertì soltanto.
Jules sorrise, scuotendo la testa, ed entrò nella tenda. Cercando di fare
il minimo rumore possibile si infilò nel sacco a pelo.
Stava quasi per assopirsi quando Tom lo chiamò.
-Sei sveglio?-
-Uhm… più o meno…-
-Secondo te come la prenderà?-
Jules si girò verso di lui, appoggiando la testa su un gomito.
-Non ne ho la più pallida idea. Non lo conosco abbastanza per saperti
dire qualcosa…-
-Sì, ma un’idea te la sarai fatta, no?-
-Beh, non esattamente. Comunque credo che una reazione ci sarà di sicuro.
Sai una cosa che mi è venuta in mente?- buttò giù con noncuranza.
-No, cosa?- gli occhi di Tom si accesero d’interesse.
-Che forse il rumore che abbiamo sentito nel bosco era lui.-
-Quale rumore?-
-Non l’hai sentito, prima, mentre eravamo al lago? Ad un certo punto,
quand’eravamo abbracciati, c’è stato un fruscio dietro di noi. Credevo
fosse stato il vento o qualche piccolo animaletto-
-E ?-
-E invece forse era Nicolas che ci ha visto…l’avevano mandato a cercarci-
-Come fai a sapere questo?-
-Me l’ha detto Adrian prima-
-Prima? Quando siete fuggiti? Sembrate proprio dei grandi amici, voi due!-
scherzò Tom.
-Non siamo fuggiti! Avevo bisogno di un aiuto per far filare il piano
e ho chiesto a lui di scambiarci le tende, così abbiamo parlato di Nicolas
e ho saputo tutto. E comunque non siamo poi così in amicizia, lo conosco
da meno di un mese, figurati-
Perché sentiva il bisogno di giustificarsi?
Erano amici lui e Adrian? Non lo sapeva realmente, visto che in certi
momenti era attratto da lui (sbatterlo sulla prima superficie piana
e baciarlo non sarebbe stato così male, vero?) e in altri lo odiava
(perché con gli altri era gentile mentre lui al primo incontro era
stato trattato a pugni in faccia?).
E come se questa dualità non fosse stata abbastanza sentiva che, anche
volendo, non avrebbe mai potuto avere un platonico rapporto d’affetto
con quel ragazzo che, a conti fatti, incarnava il suo “fidanzato” ideale.
No, non poteva considerare il loro un rapporto d’amicizia, al massimo
era pura conoscenza.
Certo, si stava approfondendo pian piano, e forse avrebbero potuto davvero
diventare amici (va beh, non proprio amici, ma almeno qualcosa di simile),
ma lui non poteva lasciare che i sentimenti prendessero il sopravvento
mettendo in secondo piano la ragione, e quindi il suo obbiettivo di vendetta.
No, assolutamente no!
Ma era davvero sicuro di riuscire ad anteporre la ragione al cuore?
Non lo sapeva, poteva solo sperarlo. L’unica cosa chiara era che si era
messo in un gioco pericoloso, se ne rendeva conto soltanto adesso, in
cui non rischiava solo di bruciare, ma anche di essere bruciato.
Tom mormorò “Buonanotte”, senza neanche rispondere alle ultime parole
del biondino. Jules rispose con un “Buonanotte, e ricordati che domani
devo finirti il ritratto!” .
Poi si assopì, con l’ossessione Adrian in testa.
Cos’erano, loro?
Era riuscito il moro a parlare con Nicolas? Che cosa gli aveva detto?
Se lui non gli avesse raccontato del loro piano, lui si sarebbe ingelosito
di Tom?
Forse aveva perso un’occasione.
Fine capitolo 6
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