***
Capitolo 1
POV.MITSUI
Dannazione! Sono in ritardo muostruoso per gli
allenamenti!!!
Akagi mi scuoia di sicuro! Da quando abbiamo
guadagnato il passaggio ai campionati nazionali, è diventato
intrattabile... siamo diventati peggio dei muli da tiro per arare i campi!
Ci fa allenare fino allo sfinimento...
Arrivo a scuola e mi precipito negli spogliatoi,
dove mi cambio in tempo record. Appena apro la porta della palestra per
entrare, mi ritrovo davanti un capitano furioso che più furioso di così
non si può...
"MITSUI!!! Si può sapere dove diavolo eri?!?
Qui stiamo aspettando solo te! Muoviti a scaldarti che noi abbiamo già
finito da un pezzo!" e mi molla uno dei suoi leggendari pugni sulla
testa...
Ahio! Che male! Potrebbe anche andarci più
leggero... in fondo non ero mica in giro a ca**eggiare! Ma loro non sanno
quale sia la situazione...
Mentre mi massaggio la testa dolorante, arriva
Kogure e mi chiede come mai è da un po' di giorni che non mi faccio
vedere a lezione...
"Purtroppo la mattina ho altro da
fare..." gli rispondo vagamente, e inizio a correre, lasciandolo un
po' perplesso...
Mi dispiace comportarmi in questo modo, ma non mi
va affatto di parlare dello stato di salute di mia madre ad altri. Per me
è difficile da esternare... non l'ho nemmeno detto al mio ragazzo, che è
la persona con cui ho più confidenza...
Mia madre è stata ricoverata cinque giorni fa in
ospedale. Da allora io, mio fratello e mio padre, facciamo a turno per
rimanerle vicino, restando con lei rispettivamente la mattina, il
pomeriggio/sera e la notte. Per questo motivo non vengo più a lezione.
Mio padre ha parlato personalmente con il preside per spiegargli la
situazione, una situazione della quale io sono venuto a conoscenza solo
tre settimane fa... e tra l'altro, ne sono venuto a conoscenza per caso...
Quel giorno ero a casa da solo con mia madre. Mio
padre era ancora al lavoro, mentre mio fratello era fuori con i suoi
amici. Stavamo cucinando e apparecchiando la tavola per la cena, quando ad
un tratto, lei si è accasciata al suolo, svenendo...
Panico. Ero completamente nel panico. Non sapevo
nè cosa gli fosse successo, nè cosa dovessi fare. Mi avvicinai a lei e
iniziai a chiamarla, esortandola a rispondermi, a dirmi qualcosa,
qualunque cosa, ma niente... rimaneva lì a terra, con gli occhi chiusi...
Quando finalmente riacquistai un po' di controllo
di me stesso, presi il telefono e chiamai mio padre. Siccome al cellulare
non mi rispose, chiamai mio fratello, il quale si precipitò subito a
casa. Prendendola in braccio, la portò in camera. Appena fu appoggiata
sul letto, la mamma riprese i sensi. Mio fratello allora gli fece prendere
una piccola pillola che teneva all'interno di una scatoletta, nel cassetto
del comodino, a lato del letto. Rimasi sorpeso, perchè io non sapevo
nemmeno che mia madre stesse prendendo delle medicine...
Quando uscimmo dalla stanza, chiesi delle
spiegazioni a mio fratello, il quale mi rispose in modo vago, senza dirmi
quello che stava succedendo...
Quel giorno mi spaventai così tanto, che la notte
non riusci a chiudere occhio. Tutte le volte che mi addormentavo, mi
vedevo mia madre che cadeva a terra e... moriva. Mi svegliavo di
soprassalto agitato e nervoso. Così decisi di alzarmi per scendere a bere
un the caldo.
Fu allora che senti i discorsi di mio padre e mio
fratello...
Mia madre era malata di cancro...
Rimasi semplicemente scioccato. Mia madre era
malata, gravemente, e io non ne sapevo niente. Nessuno, nessuno si era
preso la briga di informarmi dello stato di salute di mia madre...
Scesi le scale, arrivando nel salotto. Loro erano
seduti sul divano e mi guardavano con la paura negli occhi che io avessi
sentito le loro parole... Si, io avevo sentito tutto e ora volevo sapere
se era vero, se era vero che mia madre era malata di cancro. Nessuno dei
due osò rispondermi. Insistì e mio fratello disse: 'Non volevamo farti
preoccupare...'
'IO NON SONO PIU' UN BAMBINO!' urlai... ma quella
volta piansi come tale...
Stamane, quando sono stato da lei, era molto
stanca. Siccome non riusciva nemmeno a leggere, l'ho fatto io per lei. A
mia madre piace molto leggere, peccato che ha il vizio di addormentarsi
dopo cinque pagine! E infatti, tempo neanche dieci minuti, era già nel
mondo dei sogni...
Sono rimasto con la testa sulle braccia
incrociate, appoggiate al letto, ad osservarla dorimire placidamente per
tutto il resto della mattinata...
Mia madre è una donna molto bella... o meglio, lo
era. Questo perchè la malattia l'ha segnata parecchio fisicamente,
soprattutto da quando è stata ricoverata. I lunghi capelli neri coi
riflessi blu notte, che brillavano di vita propria, sono diventati molto
opachi. Le sue iridi verdi smeraldo sono diventate più scure. La pelle,
un tempo morbida e vellutata, è ora secca e ruvida al tatto. Inoltre,
intorno agli occhi, sono comparse borse e rughe, che lei non ha mai avuto
in vita sua... ed infine, anche il suo sorriso non è più radioso come
una volta... era la qualità che adoravo più di ogni altra...
Io non mi rendo ancora conto di quanto sia grave
la situazione, anche perchè non conosco tutti i dettagli della malattia
di mia madre. Lei un giorno potrebbe lasciarci... ma sono fiducioso sul
fatto che possa guarire...
E tutte le sere, prima di addormentarmi, prego che
questa mia speranza si trasformi in realtà...
"Attento Mitsui!!!"
Mi volto verso l'origine della voce, ma non vedo
niente, perchè qualcosa mi colpisce violentemente in pieno volto. Cado a
terra dolorante e, mentre in lontananza sento le voci dei miei compagni
chiamarmi, tutto intorno si offusca sempre di più, fino a che gli occhi
mi si chiudono...
Buio.
*
Kami... che dolore alla testa!
Istintivamente mi porto una mano dove sento più
dolore, ovvero sopra l'occhio sinistro. Lentamente apro gli occhi, ma ci
metto un po' a distinguere bene dove mi trovo, soprattutto perchè non
subito tutto mi appare ben definito dai suoi contorni...
"Vedo che sei ancora vivo, allora..."
Uh? Ma chi è che ha parlato? Chiudo e riapro gli
occhi, e sulla mia visuale appare un volto... piano piano tutto prende
consistenza e riesco a riconoscere la persona che ho davanti...
"Akira..." sussurro, ancora totalemte
spaesato "Ma... dove sono?"
"In infermeria... sei svenuto, ricordi?"
e mi sorride
Penso un'attimo a quello che mi ha detto...
Svenuto? No che non ricordo di essere svenuto! Come diavolo faccio a
ricordarmelo, se non so neanche che cosa è successo... forse se mi fa il
favore di spiegarmelo...
"Ok, ok..." mi dice sorridendo e stando
sulla difensiva "Adesso te lo spiego, ma per favore, non guardarmi
storto!"
E così vengo a sapere che, mentre ci stavamo
allenando, io ho ricevuto un passaggio veloce di Hanamici in pieno volto.
Praticamente sono caduto a terra come un salame e non mi sono più
mosso...
"...Io sono arrivato in tempo, proprio per
vedere la scena culminante della botta in faccia..." e gli scappa una
risatina... questo mi sta prendendo in giro...
"Adesso ti faccio passare io la voglia di
ridere, porcospino!"
Mi alzo di scatto dal letto, ma forse non è una
buona idea muoversi così velocemente, visto che appena appoggio un piede
a terra, mi viene un fortissimo mal di testa. Se Akira non mi avesse
sorretto prontamente come ha fatto, mi sarei trovato nuovamente con la
faccia sul pavimento...
"Forse è meglio che stai sdraiato un altro
po'..." mi dice mentre mi fa sedere sul bordo del letto
"...così possiamo giocare al dottore e al suo paziente...
naturalmente io sarò il dottore... e ti farò passare il mal di testa con
le mie dolci cure..."
Lo guardo negli occhi e noto immediatamente che la
sua espressione è cambiata. Lui annulla la distanza che ci separa, e le
sue labbra morbide si impossessano delle mie. Subito con la lingua chiede
accesso alla mia bocca, e io lo lascio entrare, troppo dipendente dai suoi
baci per poter protestare. Le sue mani, intanto, si insinuano sotto la
maglietta, ed iniziano un'attenta esplorazione della mia schiena... il
loro tocco è così vellutato e sensuale che mi provoca un leggero
formicolio al linguine... Quando poi chiudo gli occhi e lo abbraccio
dietro il collo, lui sposta le mani sul mio petto e inizia a giocare con i
capezzoli...
"Akira..." sussurro, appena si allontana
dalle mie labbra, con il respiro che si fa sempre più rotto per
l'eccitazione...
"Shhh... adesso ti devo fare una visita molto
accurata e approfondita Hisashi..." mi risponde mentre inizia a
baciarmi il collo...
"Forse è meglio che la... ehm... 'visita' la
fai da un'altra parte Sendoh..."
Quando riapro gli occhi, vedo Akagi e Kogure sulla
soglia della porta, entrambi completamente rossi in volto che guradano la
stanza intorno imbarazzati...
Kami... Che figure!!!
"Ecco... Scusatemi ma non ho
resistito..." dice Akira, mentre estrae le mani da sotto la mia
maglietta e me la risistema addosso. Poi si siede sul letto di fianco a
me.
A questo punto il capitano e il suo vice ci
vengono incontro, e Kogure mi chiede come va...
"Se non ci interrompevate, sicuramente
sarebbe stato melgio..."
"Akira... Smettila!!!" e lo fulmino con
lo sguardo, mentre sento che le mie gote diventano più calde...
Anche se ormai sanno tutti della nostra relazione,
mi sta comunque mettendo in imbarazzo davanti a due miei compagni di
squadra... ma in fondo non mi dovrei stupire di come si comporta, visto
che la parola 'imbarazzante' nel suo vocabolario non esiste...
"Mitsui... c'è forse qualcosa che non va? Te
lo chiedo perchè in questi giorni sei distratto, completamente su
un'altro pianeta... se c'è qualche problema che ti assilla, puoi parlare
con noi..."
Guardo Kogure e devo dire che mi sembra veramente
preoccupato per come mi sto comportanto in questo periodo. E' vero che ho,
più che un problema, qualcosa che mi preoccupa... ma non ce la faccio a
parlarne... è difficile e più forte di me...
Stringo le lenzuola con le mani, cercando di
trattenermi dal piangere, perchè ai lati degli occhi inizio a sentire un
leggero formicolio...
"Ehi..." sento vicino al mio orecchio
destro, mentre sulla mia mano se ne posa un'altra e intreccia le dita con
le proprie.
Quando mi giro da quella parte, mi ritrovo il viso
di Akira a pochi centimentri dal mio. Lui alza il mento e mi posa un bacio
sulla fronte, dopo di che vi appoggia sopra la sua. Ora mi sta guardando
profondamente negli occhi, mentre con l'altra mano prende ad accarezzarmi
una guancia...
Per me osservare quelle splendide iridi azzurre,
è come tuffarmi nel mare più limpido e pulito di questo mondo. Rimango
così affascinato dalla loro bellezza, che non riesco più a distogliere
il mio sguardo...
"Guarda guarda... I due piccioncini stanno
tubando..."
Chi mai può essere la persona che fa queste
battutine idiote, se non un'idiota come Sakuragi? E infatti eccolo che
varca l'ingresso dell'infermeria, seguito a ruota da Miyagi e Rukawa.
Comunque non c'è bisogno che gli dica niente, visto che ci pensa già
quest'ultimo...
"Do'aho..."
"Cos'hai detto Baka Kitsune?!?" gli
risponde il rosso, voltandosi verso di lui...
La disputa tra i due è appena iniziata, e io,
sinceramente, non ho proprio voglia di stare a sentirli litigare. Già ho
mal di testa, se poi Sakuragi con la sua 'vocettina' che mi trapana i
timpani, non mi aiuta di certo a stare meglio...
"Hisashi... Vai a cambiarti che ti accompagno
a casa..."
Guardo Akira che mi sta sorridendo dolcemente...
scusate, ma stavolta sono io che non riesco a resitere! Gli poso un
leggero bacio sulle labbra e poi esco dall'infermieria, passando in mezzo
alle due matricole che stanno ancora litigando... mi sa che fra un po'
passeranno ai pugni... meno male che c'è anche Akagi, così li rimette in
riga...
*
Esco dalla palestra e cerco Akira. Lo vedo in
fondo, vicino all'angolo dell'edificio che ho appena lasciato, che sta
conversando con Kogure. Sicuramente staranno parlando del sottoscritto...
ci metterei la mano sul fuoco...
Quando il mio Koibito mi vede, saluta il numero
cinque della mia squadra e viene verso di me, sorridendo come sempre...
Certo che è proprio bello, oltre ad essere dolce
e gentile... come non potevo innamorarmi di lui? Per me è stato un vero e
proprio colpo di fulmine la prima volta che abbiamo passato un attimo di
tempo fra di noi, fuori dal campo da basket....
E' stato lo stesso giorno che ci siamo guadagnati
il biglietto per andare ai campionati nazionali. Stavo tornando a casa
dopo la partita giocata proprio contro il Ryonan. Sul mio stesso treno
indovina un po' chi ho incontrato? Akira, che stava andando a trovare sua
nonna, la quale abita in un piccolo appartamento, proprio in fondo alla
mia via. Così abbiamo fatto tutta la strada insieme...
Sono rimasto colpito dalla prima cosa che mi ha
chiesto, dopo che ci siamo salutati: 'Spero che non sia niente di grave
quello che ti è successo oggi... tutto a posto, vero?'... In più la sua
espressione era preoccupata. Subito gli risposi che ora stavo bene, ed ero
'quasi' svenuto solo perchè al limite delle mie forze. Il sorriso radioso
che illuminò il suo volto mi affascinò... in quel momento Cupido mi
aveva colpito...
Parlammo e scherzammo durante tutto il traggitto.
Mi sorprese anche come non gli pesasse minimamente la sconfitta. 'Io mi
riprendo in fretta... mi dispiace per Uozumi e Ikegami...' rispose alla
mia domanda. Quando arrivammo davanti a casa mia, una villetta a due piani
con un piccolo giardino sul retro, ci salutammo, con la promessa di
vederci nuovamente quando sarebbe passato da queste parti.
Dico solo che già l'indomani me lo trovai davanti
al cancelletto... infatti, nello stesso momento in cui Cupido colpì me,
lanciò anche un'altra freccia nella sua direzione...
"Andiamo?" mi chiede dopo avermi posato
un leggero bacio sulla fronte...
"Si..." e ci incamminiamo verso l'uscita
mano nella mano...
*
"Di cosa stavate parlando tu e Kogure?"
chiedo, quando siamo ormai prossimi ad arrivare a casa mia...
"C'è bisogno che te lo dica?" e mi
guardi con un leggero sorriso dipinto sulle labbra, ben sapendo che ho
già la risposta alla mia domanda...
Io rimango in silenzio, aspettando che tu mi
chieda qualcosa, ma non proferisci parola... Così arriviamo davanti al
cancelletto di casa mia. Guardo la finestra della cucina e noto subito la
luce accesa. A quanto pare mio padre è già tornato dal lavoro...
"Io devo andare Akira..."
Quando sto per lasciare la tua mano, invece di
allentare la presa la stingi, come a non volermi far scappare. Io ti
guardo e noto subito che la tua espressione è diventata seria... è la
prima volta che ti vedo così serio, sai? Ad essere sincero, mi stai
mettendo un po' in soggezione... sembri pronto a farmi una bella
ramanzina...
"Hisashi..."
Distolgo subito lo sguardo dai tuoi occhi. Si, mi
devi fare proprio un bel discorsetto, e so anche quale sarà l'argomento
principale...
"Come l'ha notato Kogure, l'ho notato anch'io
che sei strano negli ultimi giorni... si vede chiaramente che c'è
qualcosa che ti turba... Se vuoi, con me ne puoi parlare... a meno che il
problema non sia io..."
Splanco gli occhi e li riporto immediatamente sui
tuoi... Non posso credere che tu pensi di essere il mio vero problema! Non
posso credere di averti dato questo impressione...
"NO!" urlo per negare immediatamente la
tua affermazione "Aki... non è così! Tu non c'entri assolutament..."
ma non posso continuare perchè tu mi zittisci posandomi un dito sulle
labbra...
"Ricordati di una cosa, allora... io ho
scelto te come mio ragazzo, non perchè a letto tu sia fantastico..."
e sorridi maliziosamente "ma perchè ti amo, perchè adoro la tua
compagnia e quando stiamo insieme, perchè sono momenti unici nella mia
vita, durante i quali mi sento bene e a mio agio, tranquillo e amato... Se
un giorno avessi un problema, tu saresti sicuramente il primo a saperlo.
In fondo amare qualcuno significa anche superare e affrontare insieme le
difficoltà della vita di entrambi..."
Queste parole, Akira, mi hanno toccato il cuore,
come una tenera carezza. Penso che, per una persona, sapere che in ogni
momento della sua vita può contare su qualcuno, sia la rassicurazione
più grande di questo mondo... e so che quando io ti cercherò, tu non ti
negherai a me, e verrai in mio aiuto, sempre...
Chiudo gli occhi e una lacrima solitaria mi solca
il viso. La sento uscire alla mia sinistra e scendere lungo la guancia, a
metà della quale viene catturata dalle tue labbra, venute a raccogliere
quella goccia di rugiada...
"Sai una cosa?" mi sussurri a pochi
centimetri dalla mia bocca "Ho paura che non me ne parli perchè
quello che ti affligge è una cosa veramente grave..." e mi baci,
cercando di trasmettermi tutto l'amore che provi nei miei confronti...
*
"Sono tornato..." dico mentre chiudo la
porta di ingresso.
Poso le scarpe che indossavo e mi dirigo verso il
salotto, illuminato solo dai lampioni presenti sulla strada, dove riesco a
scorgere la figura di mio padre sulla poltrona, con un bicchiere in
mano... suppongo che il liquido che ci sia all'interno sia qualche super
alcolico, visto l'odore che mi giunge alle narici...
"Era ora che entrassi... sei rimasto un
quarto d'ora a baciarti con quello..."
In famiglia sanno che mi piacciono i ragazzi... lo
hanno accettano, ma questo non vuol dire che condividano felicemente la
mia scelta, mio padre in particolare...
La prima volta che mi ha visto baciare un ragazzo
(e parlo di quando andavo ancora alle medie) mi ha dato un sacco di
botte... se non ci fosse stato mio fratello a fermarlo quel giorno, mi
avrebbe sicuramente spedito all'ospedale con qualche cosa di rotto...
"...e la prossima volta, evita di farlo
davanti a casa... i vicini parlano..." finisce la frase, mentre si
alza dalla poltrona e mi viene incotro...
Io chiudo gli occhi, aspettandomi una sberla, che
però non arriva. Al contrario, mi sento scompigliare i capelli dalla sua
grande mano, mentre mi passa a lato ed entra in cucina... Mi volto a
guardarlo mentre prende posto a capotavola. Ora che lo vedo bene alla
luce, noto subito gli occhi rossi sul suo volto leggermente abbronzato...
Da quando sono venuto a conoscenza dello stato di
salute della mamma, capita spesso che mi alzi durante la notte, perchè
non riesco a dormire bene o mi sveglio di soprassalto. Allora scendo di
sotto a farmi un the caldo, in modo da rilassarmi. Così è capitato che a
volte mi trovavo mio padre, seduto nello stesso punto in cui è ora, a
piangere...
Per la prima volta in vita mia ho provato
compassione nei suoi confronti... io, che con lui ho sempre avuto da
ridire e basta, che non abbiamo fatto altro che litigare da anni e anni a
questa parte, in quanto è la persona più autoritaria e testarda che
conosca... eppure è così...
"Vuoi qualcosa da mangiare, papà?" gli
dico, avvicinandomi al lavello e indossando il grembiule attaccato a
fianco...
"In effetti ho un po' di fame..."
risponde, allungandomi il bicchiere che teneva in mano...
Io lo prendo e noto che è ancora quasi pieno...
"Vuotalo... il goccio che ho bevuto è già
abbastanza..."
"Allora? Cosa ti preparo?" gli chiedo
nuovamente mentre verso il contenuto trasparente nel lavandino...
*
Dopo domani partiremo per i campionati nazionali.
Dovrei essere euforico per questo, e invece sono nervoso... ho paura di
partire e lasciare mia madre. Lei però continua a dirmi che non mi devo
preoccupare, che sta bene e che sarà qui al mio ritorno a festeggiare la
vittoria del titolo da parte dello Shohoku.
Quando vinsi il titolo di MVP alle medie,
fresteggiammo tutti e quattro insieme andando a mangiare in un ottimo
ristorante... mi ricordo che lei e mio padre mi regalarono un bellissimo
paio di scarpe da basket, uno dei migliori modelli in circolazione...
Quando l'anno dopo decisi di lasciare la squadra a
causa dell'infortunio al ginocchio, ci rimasero molto male... era la prima
volta che li deludevo veramente... cercarono di convincermi a ripensarci,
ma non ci fu niente da fare per loro...
Mia madre è stata molto contenta di sapere che
finalmente sono tornato a giocare seriamente a basket. Dice sempre che da
quando sono rientrato in squadra, nei miei occhi si è riaccesa una luce
che si era spenta...
"Mi prometti che andrai a Hiroshima e ce la
metterai tutta per vincere, Hisashi?"
Alzo lo sguardo dal libro che le stavo per
iniziare a leggere, e la osservo nei suoi occhi verdi per un attimo. In
questo momento è seduta, con due cuscini posizionati dietro la schiena,
per stare più comoda. I suoi lunghi capelli sono sciolti e ricadono sulle
federe bianche dell'ospedale... è seria, molto seria...
"Mamma io..."
"Rispondimi..." mi interrompe, secca...
Rimango un'attimo in silenzio, durante il quale
non stacco gli occhi dai suoi, per capire il perchè di questa promessa...
ma non riesco a trovare una spiegazione valida alla sua richiesta...
"Si... te lo prometto... e vincerò per
te..."
Sul suo viso appare un dolce sorriso sulle
labbra...
"Ci conto Hisashi... ricordatelo..." e
chiude gli occhi, sempre più stanchi ogni giorno che passa...
Pochi attimi e si addormenta placidamente.
*
"Miyagi!"
Ryota si volta verso di me ed esegue un perfetto
passaggio. Io blocco la palla e vado subito al tiro da dietro la linea dei
tre punti. Naturalmente la sfera entra nel canestro, senza nemmeno toccare
il ferro...
"Ottimo tiro Mitsui!"
Kogure mi fa i complimenti mentre, tornando verso
centro campo, mi passa davanti... Ad un certo punto, però, si blocca e
spalanca gli occhi...
"Io... io ci sto vedendo doppio! Anzi... uno
è più grande dell'altro!"
Guardo il numero cinque della mia squadra, che nel
frattempo si è tolto e rimesso gli occhiali, dopo averli puliti con la
maglietta, non capendo assolutamente quello che sta dicendo... Ma è forse
impazzito?
Mi volto verso gli altri per cercare conferme, ma
li ritrovo tutti con la bocca aperta a fissare l'entrata della palestra...
Ma che diavolo gli è preso a tutti?!?
"Scusate l'interruzione ragazzi..."
Questa voce alquanto famigliare, mi scuote. Quando
guardo nella stesse direzione degli altri, capisco finlamente il perchè
della loro sorpresa...
"Hito?"
Ma che diavolo ci fa mio fratello qui? Non
dovrebbe essere in ospedale con la mamma adesso? A meno che... non è che
è successo qualcosa alla mamma? A questo pensiero un brivido di terrore
mi percorre la schiena...
Intanto mio fratello si avvicina al signor Anzai...
"Mi scusi... lei è il signor Anzai, vero? Mi
chiamo Hitonari Mitsui e sono il fratello maggiore di Hisashi... potrei
parlarle un'attimo in privato, per favore?"
Arrivo di corsa davanti ad Hito, ma non faccio in
tempo a chiedergli niente perchè parla lui per primo...
"Hisashi... vai subito a cambiarti...
dobbiamo andare..."
"Ma cosa è succ..." cerco di
chiedergli, con le parole che mi escono a fatica dalla gola, ma mi
interrompe...
"Muoviti e non fare storie!"
Sussulto a questo suo ordine. Velocemente mi avvio
verso gli spogliatoi, mentre dentro di me sento la paura crescere sempre
di più, tanto che inizio a tremare... ma me ne rendo conto solo quando
chiudo alle mie spalle la porta degli spogliatoi...
*
"Capisco..."
La voce del coach, mi blocca sull'uscita della
palestra. Mio fratello sta finendo adesso di parlare con lui. Mi
piacerebbe sapere che cosa si sono detti... ma forse già lo so, però il
mio cuore non vuole accettare quello che sto pensando come risposta...
"La ringrazio per la comprensione signor
Anzai..." risponde mio fratello, facendo un profondo inchino...
"No, non mi deve affatto ringraziare... è
solo che vorrei poter fare qualcosa..."
Hito sta per dire qualcos'altro, ma mi vede e fa
un cenno di raggiungerlo. Quando arrivo, il coach mi saluta e si congeda
da mio fratello, ritornando in palestra. Ma che cos'era quella compassione
che gli ho letto negli occhi?
Mi volto verso mio fratello che si sta già
incamminando verso l'uscita...
"Aspetta Hito! Mi vuoi spiegare cosa sta
succedendo?"
"Andiamo, non c'è molto tempo..." mi
risponde senza neanche fermarsi...
Io lo raggiungo con una piccola corsa e lo afferro
per un braccio...
"NO! VOGLIO UNA SPIEGAZIONE!" gli urlo
in faccia, ormai con le lacrime agli occhi, perchè anche se in fondo so,
non ci voglio credere, e spero che la sua voce smentisca quello che
penso...
I nostri occhi si incrociano... ha gli stessi
della mamma, uguali, identici, verdi smeraldo come i suoi... Io invece li
ho ereditati da papà, neri come la notte più scura...
Sostiene il mio sguardo per qualche secondo, poi
lo distoglie e dice solo quattro parole, parole che infrangono qualcosa
dentro di me...
"La mamma sta morendo..."
Fine Primo Capitolo
*Owari Primo Capitolo*
Mitchi: Senti un po'... ma mia madre ti ha fatto
qualcosa?
Cioppys: No, non mi ha fatto niente... anzi,
dovrei ringraziarla per averti messo al mondo!
Mitchi: E TU LA RINGRAZI AMMAZZAMDOLA UN'ALTRA
VOLTA?!? è.é
Cioppys: Ecco... io... ^///^'''
Mitchi: Vuoi scrivere una fan fiction felice e
allegra una volta tanto?
Cioppys: Adesso non mi dirai che tutte quelle che
ho scritto sono tristi!
Mitchi: Però tutte le volte c'è sempre qualche
problema o disgrazia!
Cioppys: -.-
***
Capitolo 2
POV.SENDOH
Sono preoccupato. Sono davvero preoccupato...
Ieri sera, quando l'ho accompagnato a casa,
Hisashi mi sembrava molto triste e in apprensione... vorrei tanto sapere
che cosa lo sta turbando, non per una mia curiosità, ma per rendermi
utile, stagli vicino nel modo giusto e aiutarlo a superare questo momento
difficile... e invece mi sta escludendo da questa sua sofferenza...
Ancora non mi ha raccontato niente, ma mi ha
promesso che lo farà stasera. Ieri mi ha detto di essere troppo
emozionato... era la prima volta che gli dicevo palesemente di amarlo...
Però, quando si è allontanato da me per entrare
in casa, non avrei voluto lasciarlo andare... ho avuto una strana
sensazione... qualcosa mi diceva di non abbandonarlo, perchè lui aveva
bisogno di me, aveva bisogno che io gli stassi vicino...
Svolto l'ultmo angolo e imbocco la strada che
porta allo Shohoku, quando una macchina sfreccia veloce davanti a me...
"Hisashi?" sussurro osservando l'auto
mentre si allontana...
Mi sembra di aver intravisto il mio Koibito seduto
a lato del guidatore... forse mi sono sbagliato... anzi, sicuramente mi
sono sbagliato...
Riprendo la mia strada ed arrivo all'istituto. Mi
dirigo in palestra, ma già quando sono a pochi metri, noto qualcosa di
strano. Non sento il solito rumore della palla da basket rimbalzare sul
palquet. Quando entro, infatti, mi ritrovo tutti i componenti della
squadra riuniti intorno all'allenatore, in religioso silenzio... persino
Sakuragi!!!
"Ciao ragazzi..."
Tutti si voltano verso di me... la tristezza che
leggo nei loro occhi non mi piace...
"Bhe? E' morto il gatto a qualcuno per
caso?"
La mia, che voleva essere una semplice e alquanto
stupida battuta, oltre a non riscuotere il benchè minimo sorriso
sarcastico, sembra appensantire l'aria presente in palestra...
"Ma che succede?" dico un'attimo
imbarazzato per la situazione in cui sono finito...
"Sendoh... ma allora neanche tu lo
sapevi..."
Eh? Non sapevo? Non sapevo cosa?
Guardo Kogure che nel frattempo mi è venuto
incontro. Poi passo sugli altri lo sguardo, interrogandomi su quale possa
essere l'argomento di cui sta parlando il vice capitano dello Shohoku...
solo adesso che li osservo bene, mi accorgo che manca una persona...
"Ma... dov'è Hisashi?"
Riporto i miei occhi su Kogure e lo vedo mordersi
un labbro... non è che gli è successo qualcosa di grave? Il solo
pensiero a momenti mi fa uscire di senno. Afferro con entrambe le braccia
il numero cinque e chiedo a gran voce che cosa diavolo è successo. In
difesa del compagno di squadra che sto scuotendo, arriva Akagi che mi
blocca i polsi, così forte che sono costretto a mollare la presa... poi,
con la faccia più seria che mai, finalmente mi spiega...
"Mitsui è in ospedale..."
COSA?!? Lo sapevo che gli era successo qualcosa di
grave! Devo... devo andare da lui!
Con uno strattone mi libero dalle mani di Akagi,
ma non faccio in tempo a fare neanche un passo che lui mi riacciuffa per
un braccio...
"Aspetta! Lui sta bene... è sua madre che è
ricoverata..."
Queste parole mi bloccano, riportandomi
momentaneamente alla calma... solo che...
"Sua... Madre?"
Un cenno della testa da parte del capitano
conferma quello che ho detto. Velocemente riodino le idee e traggo le mie
conclusioni... ora ho finalmente capito che cosa è che turbava l'animo
del mio Koibito...
"Cos'ha..." chiedo con un filo di
voce...
"E' malata di cancro allo stadio
terminale..." risponde Akagi, lasciandomi andare il braccio...
"STUPIDO!" urlo, scaraventando a terra
la borsa degli allenamenti che tenevo sulla spalla...
Perchè? Perchè non me lo ha detto? Perchè
diavolo non me l'ha detto? Io sarei stato disposto a fare qualsiasi cosa
per lui... Gli sarei stato più vicino, gli avrei fatto pesare di meno
questa situazione... me lo doveva solo chiedere! Invece ha preferito fare
tutto da solo! Ha voluto tenere tutta per sè la sua enorme sofferenza,
senza dire niente a nessuno...
Cosa veramente rappresento per te, Hisashi, se non
mi confidi nemmeno le cose più importanti?
Riprendo il controllo di me stesso, ma rimango
comunque irritato per questa mancanza di fiducia da parte del mio Koibito...
Recupero la sacca ed esco dalla palestra, senza nemmeno salutare i
componenti dello Shohoku, e mi dirigo verso casa...
Arrivo alla stazione, proprio mentre giunge sulla
banchina il treno. Mi fiondo tra le porte quando queste stanno per
chiudersi, e riesco a salire per un soffio. Mi appoggio ad esse con le
spalle, poi mi volto ad osservare la città sfrecciare sotto di me. Mi
avvicino così tanto al finiestrino, fino a che la mia fronte non tocca il
vetro... è freddo... ma non mi importa... in fondo è alla stessa
temperatura che regna in questo momento nel mio cuore...
*
Da quando sono arrivato a casa, non mi sono mosso
dal letto. Continuo a girarmi e rigirarmi sul materasso con il cellulare
tra le mani, nella speranza di decidermi sul da farsi. Infatti non so se
chiamare Hisashi o meno... non vorrei farlo in un momento inopporturno...
Mi alzo a sedere ed osservo l'orologio a muro,
appeso sopra la mia scrivania. Sono ormai le undici di sera... forse a
quest'ora è già tornato a casa, o magari è ancora in ospedale al fianco
della madre...
Mi distendo nuovamente ed osservo il soffitto
bianco sopra di me...
Sospiro... Ho le mani completamente legate...
*
-bip bip-
Uh? Ma cosa...
Apro lentamente gli occhi e mi guardo intorno...
riconosco immediatamente la mia camera, illuminata dalla lampada acceasa
sopra il comodino, e piano piano mi ritornano alla mente gli avvenimenti
del giorno... devo essermi addormentato...
-bip bip-
Mi porto una mano alla testa per spostare alcuni
capelli che mi sono ricaduti sugli occhi... certo che quelli davanti sono
diventati belli lunghi... dovrei tagliarli, altrimenti quando non li tengo
dritti con il gel non ci vedo proprio un tubo...
-bip bip-
Ancora? Ma da dove cavolo arriva questo suono? Lo
sento vicino, ma non riesco assolutamente a stabilirne la provenienza...
sono ancora intontito dal risveglio, dovuto sicuramente a questo rumore...
-bip bip-
Osservo con la coda dell'occhio alla mia destra, e
sulle coperte vedo l'ombra di un oggetto... quando volto la testa, davanti
agli occhi mi ritrovo il mio cellulare con il display acceso... sembra che
stia ricevendo una chiamata...
Una chiamata?
Immediatamente mi giro su un fianco e lo prendo in
mano. Guardo il display e, letto il nome, non esito un secondo di più a
rispondere...
"Hisashi?"
La mia voce si perde nel silenzio della notte,
senza ottenere nessuna risposta. Dall'altra parte dell'apparecchio però,
odo il respiro di qualcuno... dalla mia gola risale nuovamente il nome del
mio Koibito, ma ancora nessuna reazione dall'altra parte...
"Hisashi... dimmi qualcosa, ti prego... dimmi
qualsiasi cosa..."
"Lei mi ha lasciato..."
La sua voce mi provoca dei brividi sulla schiena.
Piatta. Completamente piatta, senza un minimo di tono che esprima una
qualsiasi emozione o sentimento... è come se la perdita della persona che
l'ha messo al mondo, una persona che ammirava, rispettava e amava, una
persona molto importante nella sua vita, non lo toccasse minimamente.
Purtroppo so benissimo che non è così. E' troppo sconvolto per rendersi
conto e realizzare ciò che è successo...
"Hisashi... dimmi dove sei... ti raggiungo
ovunque, ma devi dirmi..."
La cumunicazione si è interrotta e io non finisco
la frase... tanto a che serve, lui non può sentirmi... e, ancora una
volta, non ha voluto il mio aiuto, la mia presenza... perchè?
Io vorrei tanto che lui si appoggiasse a me in
questi momenti... vorrei tanto essere di aiuto e sostegno morale e
fisico... perchè non vuoi che sia con te Hisashi?
Guardo l'orologio... sono appena le quattro e un
quarto... questa notte sarà lunga, molto...
*
Non ho chiuso occhio dopo la telefonata del mio
Koibito, a causa dell'agitazione che mi ha lasciato. Sentirlo parlare in
quel modo mi ha messo addosso una certa apprensione... sorvoliamo poi su
come ero attento stamattina a scuola, non ho ascoltato una parola di
quello che hanno detto i professori... gli allenamenti li ho saltati,
invece, in quanto non vedo l'ora di arrivare a casa sua per poterlo
vedere...
Quando giungo davanti al cancelletto di casa
Mitsui, però, non sono più così sicuro di aver fatto la cosa giusta. E'
vero che sono qui per aiutarlo a superare il momento... ma cosa mai potrei
dirgli? E soprattutto, visto il momento delicato, potrei essere d'impiccio
al fratello e al padre...
Rimango fermo davanti al campanello, titubante a
suonare, in questa posizione per diversi minuti, e quando sto per decidere
di andarmene, la serratura del cancello scatta...
"Vieni pure Akira... non farti
problemi..."
Alzo lo sguardo verso la porta d'ingresso e vedo
una persona appoggiata allo stipite. A quanto pare deve avermi visto qui
fermo come un deficente ad osservare il campanello e ha deciso di
aprirmi...
Varco il cancelletto e mi incammino lungo il
vialetto. Quando arrivo davanti ai tre scalini che portano alla porta, mi
blocco fissando sbaloridito la persona che mi ha aperto...
"Gli somiglio così tanto?" dice lui
sorridendo...
Ho praticamente davanti la proiezione di come
sarà Hisashi tra qualche anno... e dire che sarà ancora più bello e
sexy di adesso è dire poco! Gli stessi capelli, con lo stesso taglio, la
stessa fisionomia del viso e del corpo, lo stesso sorriso accattivante, e
un'aria matura molto affascinante... l'unica cosa che cambia è il colore
degli occhi, da neri a verdi...
"Ti consiglio di chiuderla la bocca,
altrimenti ci entrano le mosche!" e si allunga verso di me per darmi
un colpetto sotto il mento...
Io gli sorrido per nulla imbarazzato...
"Entra... ti accompagno da Hisashi..."
mi dice spostandosi dall'uscio per lasciare lo spazio necessario al mio
passaggio...
"Sicuro che non disturbo?" gli chiedo
titubante, restando fermo nello stesso punto in cui ero...
Lui non risponde, ma sorride e fa un cenno con la
testa per dirmi di entrare in casa. Io non me lo faccio ripetere due volte
e varco l'ingresso.
Non ero mai stato a casa di Hisashi pirma d'ora,
l'ho sempre solo vista da fuori. E' una casa abbastanza grande e ben
arradata, in un misto tra stile occidentale e orientale.
"Seguimi..." dice il padrone di casa,
mentre si incammina verso il salotto.
Quando passo davanti alla porta della cucina,
scorgo seduto al tavolo una persona, probabilmente il padre di Hisashi...
è appoggiato con i gomiti sopra il piano e le mani gli coprono totalmente
il viso...
Continuo a camminare dietro il fratello, fino a
che non arriviamo alla porta finestra aperta, situata in fondo al salotto,
che dà sul giardino retrostante. Ci fermiamo sull'uscita. Io guardo fuori
e vedo subito Hisashi seduto su un'altalena, appesa su un albero situato
nell'angolo sinistro del giardino.
"E' da quando siamo rientrati che non si
muove da lì. Ho provato a parlargli, ma io non ho ottentuto nessuna
reazione... quello che più mi preoccupa è che non ha ancora pianto per
la mamma... forse tu..." s'interrompe il ragazzo, portando i suoi
occhi verdi su di me...
Io gli rispondo con un cenno della testa. Ero
venuto proprio per questo...
"Ti ringrazio Akira... In fondo è anche
colpa mia e di mio padre se sta soffrendo così tanto... vedi, noi
sapevamo della malattia della mamma da un anno..." e fa una pausa,
tornando ad osservare il fratellino immobile sull'altalena "lui l'ha
saputo neanche un mese fa..."
Ora posso capire un cosa... ovvero che se l'avesse
saputo prima, avrebbe passato più tempo con lei e invece, nel giro di un
mese, non solo ha fatto questa scoperta, ma adesso deve affrontare il
fatto che lei non ci sia più...
"Ok, vado a parlargli io... Grazie..."
ma mi blocco con la bocca semiaperta, in quanto non so come si chiami...
suppongo che lui il mio nome l'avrà sentito da Hisashi, ma a me non ha
mai detto quello di suo fratello...
"Hitonari..." mi dice con un sorridendo
leggermente "ma mi puoi chiamare anche Hito... e comunque sono io che
ti devo ringraziare per essergli vicino in questo momento, ne ha davvero
bisogno..."
Rispondo al suo sorriso, dopo di che mi incammino
verso il mio Koibito, il quale non nota minimamente la mia presenza fino a
quando non gli sono praticamente davanti. Alza leggermente la testa per
vedermi, poi la china nuovamente, nascondendomi gli occhi. Io mi abbasso,
piegando le ginocchia, in modo da vedere il suo viso.
La mia presenza, non so perchè, sembra
innervosirlo. Lo capisco non solo dal volto leggermente tirato, ma
soprattutto dalle mani che hanno iniziato a stringere violentemente le
corde dell'altalena...
"Se non vuoi che resti, basta che me lo dici
Hisashi... me ne vado..." dico dolcemente...
Non ottengo nessuna risposta, e mi sembra più
nervoso di prima... le nocche delle mani sono ormai diventate bianche...
Decido che forse è meglio lasciarlo stare e mi alzo in piedi. Sto per
allontanarmi, quando una mano mi afferra violentemente al polso,
provocandomi leggermente dolore per quanto la morsa si stringa sempre di
più...
"Resta con me..." sussurri con un filo
di voce...
Ritorno sui miei passi e mi abbasso nuovamente
sulle ginocchia. Con la mano, il cui polso non è incatenato dalla tua
presa, prendo ad accarezzarti dolcemente la guancia, mentre osservo i tuoi
occhi carichi di dolore. Provi a dire qualcosa ma non ci riesci, e le tue
labbra tremano... Ti stai trattenendo, non vuoi lasciarti andare, ma se
continui così da un momento all'altro scoppierai di sicuro...
"Hisashi... lascia che quello che provi
fluisca all'infuori di te... non tenerti tutto dentro..." ti dico,
mentre ti poso un piccolo bacio a lato delle labbra...
I tuoi occhi lucidi che osservavano fissi un punto
del giardino, si posano per un secondo sui miei, per poi ritornare al
punto di partenza. Sbatti le palpebre e iniziano a scendere le prime
lacrime, mentre ti mordi il labbro inferiore per trattenerti.
Appoggio le ginocchia sul terreno e mi butto in
avanti per abbracciarti, spingendo la tua testa nell'incavo tra il mio
collo e spalla. Tu ti stringi a me. Inizio a sentire la maglietta che
indosso che si bagna delle tue lacrime...
Rimaniamo in questa posizione per quasi mezz'ora,
durante la quale non proferisco parola, lasciando che Hisashi pianga fino
allo sfinimento... sono sicuro che dopo si sentirà sicuramente meglio...
Quando si è calmato un po', gli chiedo se ha
voglia di rientrare in casa, e lui risponde in modo affermativo. Siccome
però non si vuole minimamente staccare da me, decido di portarlo in
camera sua in braccio.
Entriamo in casa e Hitonari, che era seduto sul
divano, si alza e ci viene incontro. Gli chiedo dove sia la stanza del mio
Koibito e lui mi risponde di seguirlo, dopo aver osservato il fratellino
per sincerarsi delle sue condizioni... il leggero sorriso che appare sul
suo volto mentre si incammina sulle scale, mi fa capire che è felice che
io sia riuscito a scuoterlo e a farlo sfogare...
Arriviamo al piano superiore e Hitonari apre la
porta della camera, fortunatamente la prima del corridoio... non sembra,
ma il mio ragazzo pesa...
Entro nella stanza e appoggio Hisashi sul letto
occidentale a una piazza e mezza. Il problema è che lui non si vuole
ancora staccare da me, e continua a tenere la testa nell'incavo che gli
offerto in giardino, nascondendo la faccia...
"Hisashi..." gli dico, afferrando gli
avambracci per convincerlo a staccarsi dal mio collo...
"Mi prometti che non te ne vai?"
sussurra, con la voce ancora rotta dal pianto...
Sorrido. E io che fino a qualche ora prima pensavo
che lui non volesse, nè il mio aiuto, nè il mio sostegno... sono stato
uno stupido... adesso a momenti non mi lascia più andare neanche in
bagno!
"Te lo prometto..."
Lui alza la testa dal suo nascondiglio e si sdraia
sul letto. Appena si accomoda sul materasso, lo copro con il lenzuolo fino
al collo. Subito non si lascia sfuggire la mia mano che gli arriva a tiro
e l'afferra. Sorrido a questo suo gesto molto possessivo...
Forse non ti fidi di quello che ti ho appena
detto?
"Akira... Resta con me stanotte..."
Come posso dire di no a questi occhi da cerbiatto?
Non rispondo comunque alla sua domanda, non
perchè non voglio rimanere con lui, ma perchè non voglio essere di
disturbo al resto della famiglia... in fondo questo è veramente un
momento delicato per loro...
"Non è affatto un problema se rimani qui a
dormire..."
Mi volto a guardare Hitonari, appoggiato allo
stipite della porta. Mi fa un cenno con la testa a confermare quello che
ha appena detto. Quando riporto la mia visuale su Hisashi, non c'è
nenanche bisogno che parli, gli basta un sorriso che chiude gli occhi
tranquillo. Prendo ad accarezzargli i capelli, e tempo nemmeno cinque
minuti, dorme come un bambino... E' normale, in fondo questa è stata una
giornata davvero pesante, e la scorsa notte sicuramente non ha chiuso
occhio...
Lentamente mi alzo dal letto, cercando di non
disturbare il suo sonno, ed esco dalla stanza, seguito a ruota da Hitonari,
che richiude la porta dietro di se. Scendiamo le scale e ritorniamo in
salotto. Mentre stiamo camminando verso l'uscita di casa, mi fermo un
attimo ad osservare il padre di Hisashi in cucina. Il fratello si accorge
che non lo sto più seguendo, e ritornando sui suoi passi, mi chiede cosa
ci sia che non va...
"Ho una grande sensazione di Deja-vu..."
gli dico, non distogliendo lo sguardo dalla cucina "...e in effetti
mi sembra di rivivere la stessa situazione che c'è stata a casa mia due
anni fa, quando morì mio padre..."
Chiudo gli occhi, tornando con il pensiero a quei
giorni tristi, che se da una parte hanno segnato molto la mia famiglia,
l'hanno anche unita ancora più di prima...
"Mia madre era distrutta, mia sorella non
faceva altro che chiedere di papà, e io cercavo di essere forte per
sorreggere tutti e due... anche se soffrivo terribilmente non potevo
assolutamente lasciarmi andare... un po' come stai facendo tu adesso
Hitonari..." e mi volto a guardarlo...
Lui mi fissa sorpreso dalle mie parole, poi
socchiude gli occhi e sospira...
Penso che quello che ho detto l'abbia sollevato un
po'. Ora sa di non essere stato l'unico a dover affrontare una situazione
del genere da solo, e che io, anche se solo in parte, posso comprendere
quello che sta passando... Hitonari è un bravo ragazzo, responsabile e
protettivo nei confronti della sua famiglia. Un po' invidio Hisashi che
può contare su un fratello come lui...
"Ora è meglio che vada. Devo passare prima
allo Shohoku e poi a casa. Ritornerò dopo cena..." dico avviandomi
verso l'uscita.
Esco dalla porta principale e imbocco il vialetto.
Quando sono ormai al cancelletto, mi volto ad osservare un'ultima volta il
fratello del mio Koibito, il quale si guarda addosso e intorno per capire
che cosa abbia catturato la mia attenzione...
"Hitonari... ma tu quanti anni hai in più di
Hisashi?" gli chiedo
"Sette... ma perchè mi fai questa
domanda?" risponde, curiosio di saperne il motivo...
"Semplice... volevo sapere quanto dovrò
aspettare per avere Hisashi, non solo bello, ma anche affascinante!"
Sorrido, e, mentre il mio interlocutore arrossisce
vistosamente, io passo il cancelletto e mi avvio verso l'istituto Shohoku...
*
Rientro in casa che ormai è ora di cena. Sono a
pezzi, più che fisicamente, psicologicamente. Quando ho detto ai compagni
di squadra di Hisashi di quello che era successo, sono rimasti ammutoliti
per un buon quarto d'ora, prima che Kogure mi chiedesse come stava il loro
numero quattordici...
Domani la squadra partirà per Hiroshima e a tutti
sono rammaricati di non poter presenziare alla cerimonia funebre che si
terrà la mattina. Avrebbero voluto stare vicino al loro compagno, che
dubito li raggiunga per partecipare alle partite... è ancora troppo
scosso, non riuscirebbe minimamente a concentrarsi come dovrebbe...
"AKIRA!" urla mia sorella mentre mi
salta in braccio, gettandomi le braccia al collo.
Questa disgraziata a momenti mi fa cadere! Prima o
poi mi romperò l'osso del collo, sono sicuro... tra l'altro inizia anche
a diventare un po' grande da tenere in braccio... ormai ha dieci anni...
"Ben tornato tesoro..." mi dice mia
madre, affacciandosi dalla porta della cucina "vai a lavarti le mani,
che tra cinque minuti è pronto..." e scompare dietro il muro...
Appoggio a terra Yuki e mi dirigo verso il bagno.
Quando esco, nell'aria si sente un buon profumino che mi apre
completamente lo stomaco, il quale si inizia a lamentare... non pensavo di
avere così fame... Bhe, in fondo a pranzo non ho praticamente toccato
cibo...
Velocemente mi avvio verso la cucina, e quando
entro, trovo già tutti seduti a tavola. Prendo posto e inizio a mangiare
di gusto quello che mia madre ha preparato. Quando concludiamo la cena, io
e mia sorella aiutiamo la mamma a sparecchiare e pulire la cucina. Ad un
tratto, quest'ultima mi chiede come mai oggi non ho preso la borsa degli
allenamenti...
"Dopo la scuola sono andato da Hisashi... La
scorsa notte è morta sua madre..."
Il silenzio scende tra noi. Gli unici rumori che
si sentono sono provacati dalle stoviglie che laviamo e mettiamo al loro
posto...
"Mamma... posso restare a dormire da lui
stanotte?" gli chiedo ad un certo punto...
"Certo, se non disturbi la famiglia Mitsui,
per me non c'è nessun problema tesoro... e forse ti conviene anche
andare... non mi piace che tu sia in giro per la città dopo una cert'ora,
lo sai..."
Poso il piatto che stavo asciugando, e la
ringrazio, mentre vado velocemente in camera a recuperare quello che mi
serve per la notte. Tempo cinque minuti e sono già in strada...
*
"Mi hai mentito..." mi dici appena
richiudo la porta della tua camera.
Mi volto a guardarti, ritrovandoti seduto sul
letto con le gambe al petto, coperte dal lenzuolo bianco nel quale eri
avvolto quando sono uscito. Le tue braccia sono incrociate sopra le
ginocchia, con la testa racchiusa all'interno di esse, sollevata il minimo
necessario per intravedere i tuoi occhi scuri, che mi guardano in modo
accusatorio...
"Avevi detto che non te ne saresti
andato..." e nascondi i tuoi pozzi neri...
Sorrido al pensiero che tu ti senta tradito per il
mio comportamento, mentre poso il vassioio con la cena che tu non hai
voluto ma che Hitonari mi ha passato, sicuro che se ci sono io qualcosa
mangerai...
"Vedi..." ti dico mentre mi avvicino a
te sul letto "sono dovuto andare a casa a prendere qualche vestito...
o forse preferivi che stanotte mi sarei infilato sotto le coperte, insieme
a te, completamente nudo..."
Tu alzi il capo di scatto, e mi guardi sorpreso e
imbarazzatto allo stesso tempo. Io non mi lascio sfuggire la tua bocca ora
che sono alla mia portata e ti bacio, cercando di approfondire questo
contatto, insinuando la mia lingua tra le tue labbra. Tu però ti stacchi
da me, appoggiandoti allo schienale del letto, situato dietro le tue
spalle.
"A-Akira... ci sono mio padre e Hito in
casa!"
Scusa Hisashi, ma non riesco proprio a
trattenermi... dal ridere!!! In questo momento sei così tenero, con
quella faccia completamente bordò, e lo sguardo impaurito per poter
essere scoperti a letto insieme!
"Smettila di ridere, imbecille!" mi
riprendi, facendo l'offeso...
"Scusami..." rispondo, mentre lentamente
mi riprendo dal momento di ilarità "ma eri troppo buffo!"
Mi guardi arrabbiato, rimpicciolendo gli occhi a
piccole fessure, per poi spostare lo sguardo sul vassoio posato sul
comodino...
"Hai fame?" ti chiedo
Rispondi con un piccolo cenno della testa. Ti
allunghi verso il bordo del letto per raggiungere il vassoio, dal quale
prendi la scodella con il riso e le bacchette.
"Sai... tuo fratello era preoccupato perchè
non hai toccato cibo oggi... sarà felice di sapere che hai mangiato
qualcosa..." ti dico osservandoti mentre ti abbuffi...
Quando finisci, ti rimangono alcuni grani di riso
sui bordi della bocca. Tu prendi il tovagliolo per pulirti, ma ti blocco
la mano perchè ci voglio pensare io... Lentamente inizio a leccare via i
chicchi, passando la mia lingua sulle tue labbra. Quando termino
l'operazione di pulizia, ti bacio appassionatamente, assaporando il tuo
sapore mischiato a quello del riso.
"Mi cambio e andiamo a dormire... va
bene?" ti dico dopo essermi allontanato da te.
Prendo il vassoio e scendo di sotto per portarlo
in cucina. Hito, seduto al tavolo con il padre, osserva soddisfatto la
scodella del riso vuota, e mi fa un sorriso. Io saluto entrambi e auguro
la buona notte, poi prendo la mia borsa che ho lasciato all'ingresso e
risalgo in camera da letto.
Quando entro ti ritrovo già sotto il lenzuolo,
mezzo addormentato. Velocemente mi cambio e ti raggiungo, abbracciandoti
da dietro la schiena. Poso dei piccoli baci a partire dalla fronte fino al
collo. Sento le tue mani appoggiarsi sopra le mie, mentre ti accoccoli
all'interno del mio abbraccio. Il nostro respiro si fa sempre più
regolare, e lentamente scivoliamo in un sonno profondo...
Fine Secondo Capitolo
*Owari Secondo Capitolo*
Sendoh: Ma... dormiamo e basta? ^__^
Cioppys: Si, dormite e basta...
Sendoh: Peccato! Avrei preferito fare
qualcos'altro... ^__^
Cioppys: Sei un'insensibile! Gli è appena morta
la madre e tu pensi solo a quello!
Sendoh: Ma io volevo dimostrare ad Hisashi tutto
il mio amore! ^__^
Mitchi: Non che a me, questa dimostrazione,
sarebbe dispiaciuta... *__*
Cioppys: Andiamo avanti, che è meglio... -.-
***
Capitolo 3
POV.MITSUI
Mi sveglio la mattina con il sole che rischiara la
stanza. Sul collo sento il respiro regolare di Akira che sta ancora
dormendo profondamente. Vorrei restare ancora qui tra le sue braccia, ma
la natura mi sta urgentemente chiamando.
Lentamente sposto le sue mani dalla vita e odo
qualche piccolo lamento per il cambio di posizione. Quando esco dal letto,
sento che lui si lamenta nuovamente, rigirandosi dall'altra parte, ma
fortunatamente non si sveglia.
Esco dalla stanza e mi dirigo al bagno, situato in
fondo al corridoio. Passando davanti alle altre camere, noto che anche mio
fratello si è già alzato, mentre papà è ancora a letto.
Mi fermo per un attimo davanti alla sua porta,
pensando a come starei io se perdessi per sempre la persona che amo, e
sinceramente, il solo pensiero di perdere Akira, mi provoca dei brividi di
terrore lungo la schiena.
Dopo aver soddisfatto le mie esigenze fisiche,
scendo di sotto, ritrovando Hitonari intendo a riordinare casa per la
cerimonia funebre di oggi. Quando si accorge della mia presenza, mi viene
incontro e mi osserva scrupolusamente...
"Vedo che la presenza di Akira fa
miracoli..." mi dice "Oggi sembri completamente un'altra
persona!" e con la mano mi scompiglia i capelli neri, in un gesto
molto affettuoso.
Sorrido leggermente, per poi chiedergli se ha già
fatto colazione. Alla sua risposta negativa, mi dirigo in cucina dove
inizio a preparare il caffè a mio fratello. Quando è pronto lo chiamo e
ci accomodiamo insieme al tavolo.
"Ieri sera, mentre andavo a letto, ho
sbirciato nella tua stanza..."
A momenti mi strozzo con il caffelatte! Inizio a
tossire per evitare che il liquido scenda per la via sbagliata, mentre mio
fratello se la ride sotto i baffi...
"Hisashi, non ti preoccupare! Non ho visto
niente di compromettente! Volevo solo controllare che stessi bene... e non
avevo dubbi che dormendo insieme a lui saresti stato tranquillo... anche
papà era contento di vedere che ti eri ripreso un po'..."
Papà? Papà era preoccupato per me? E' una cosa
un po' strana da sentirsi dire...
"Mi sembri sorpreso... credevi che papà non
si preoccupasse per te? Anche se litigate spesso non vuol dire che non ti
voglia bene... parole sue..." aggiunge Hito "Ah! Non deve sapere
che ti ho detto questa cosa, altrimenti poi tiene il muso a me per una
settimana, visto che gli avevo promesso di non rivelartela!"
Stai tranquillo Hito... non gli dirò niente... e
da oggi cercherò di andare più d'accordo con lui...
*
La cerimonia è finita da poco.
Ora mi trovo nuovamente in camera da letto con
Akira. Siamo seduti uno di fianco all'altro in silenzio da più di un
quato d'ora, e mi sta consolando con dei piccoli baci sulla fronte, mentre
le lacrime mi solcano il viso...
Sono riuscito a non piangere per tutta la
cerimonia funebre, soprattutto perchè lui era al mio fianco. Infatti,
quando si accorgeva del mio stato d'animo turbato, mi prendeva la mano in
modo da tranquillizzarmi.
Durante la mattinata sono venute parecchie persone
ad onorare la scomparsa di mia madre. Pensavo che sarebbero venuti anche i
miei compagni di squadra, poi mi è venuto in mente che proprio stamattina
sarebbero partiti alla volta di Hiroshima. Akira mi ha detto che ci ha
pensato lui ad avvisarli di quello che era successo...
Con il dorso della mano mi asciugo le ultime
lacrime, per poi guardare la tuta dello Shohoku appesa dietro la porta per
metà aperta. Domani avranno la prima partita e io non sarò con loro...
"Stai pensando alla tua squadra vero?"
A volte sembra che Akira mi legga nel pensiero. Mi
capisce al volo. Non sono mai stato così in sintonia con una persona...
sarebbe difficile per me trovare un'altro come lui... in fondo lo amo
anche per questo...
"Si..." rispondo continuando a fissare
la porta "a quest'ora saranno già in viaggio..."
"Non ti piacerebbe raggiungerli domani?"
Prima di rispondere a questa domanda, ci penso
un'attimo... ma la risposta non ci mette molto ad arrivare, quando mi
ricordo delle ultime parole che ho scambiato con la mamma...
"Si... anche perchè avevo promesso a mia
madre che avrei partecipato ai campionati nazionali per vincere il
titolo..."
"Allora ti aiuto a preparare la
valigia!" e dopo avermi sorriso, si alza per aprire gli armadi e
iniziare a prendere quello che mi potrebbe servire...
"Ehi! Fai pure come se fossi a casa
tua!" gli rispondo un po' scocciato dalla libertà che con me si
prende ogni tanto...
Lui in tutta risposta, prende il borsone che si
trova ai suoi piedi e me lo lancia addosso, prendendomi in pieno. Non ho
il tempo di riprendermi e tantomento di reagire che mi è già addosso.
Dopo avermi bloccato sul materasso, si è impossessato delle mie labbra...
E io, secondo lui, cosa dovrei fare? Rifiutare questo bacio pieno di
passione? Ma non ci penso nemmeno! Assaporo questo momento con ardore
sempre crescente, tirando verso di me il mio Koibito dopo averlo
abbracciato sul collo...
Ci stacchiamo ansimanti, perdendoci nel mondo
nascosto dietro alle iridi dell'altro, un mondo fatto solo di amore
sincero che proviamo reciprocamente...
"Allora vai a Hiroshima fratellino?"
Hitonari entra in camera, aprendo completamente la
porta... non ditemi che ha assistito dal corridoio alla scena tra me e
Akira?!? Spero proprio di no!
Tanto per cambiare, il mio Koibito non sembra pre
nulla imbarazzato dalla situazione... al contrario io mi sento andare
completamente a fuoco! Fosse per lui ogni occasione sarebbe buona per
riempirmi di baci...
"Dai Hisashi! Non dirmi che ti senti in
imbarazzo perchè ho visto il bacio!"
E adesso che fa? Sfotte?!? Come diavolo si
permette di ridere di me!!!
"Ehi! Non è necessario incenerirmi con lo
sguardo! Stavo scherzando!" e mette le mani avanti come a
proteggersi...
Dietro di lui appare mio padre... e no! Non ditemi
che anche lui ha assistito alla scena!?! Mica siamo al cinema qui! Questa
è camera mia!!! Un po' di privacy, cavolo!
Mio padre si avvicina al letto e si siede di
fianco a me. Sinceramente ho un po' paura di quello che potrebbe dirmi...
magari adesso si mette a farmi la predica sulla mia relazione con Akira
presente... spero proprio di no!
"Hisashi..." mi dice posandomi una mano
sulla spalla "voglio che tu torni vincitore dai campionati nazionali,
in onore della mamma..."
Eh? Niente predica? Bhe... tanto meglio...
"Si papà" rispondo, per poi
abbracciarlo...
*
"E' proprio una bella giornata, non è
vero?"
"Si... la giornata adatta per fare un bel
pranzo all'aperto... tra l'altro vi ringrazio ancora per aver invitato
anche mia madre e mia sorella..."
"Ma figurati! In fondo alla finale che
abbiamo giocato hanno assistito anche loro, facendo molto tifo...
soprattutto Yuki! In tutto in palazzetto, si sentiva solo tua sorella che
gridava!"
Passo il piatto che ho appena risciacquato ad
Akira, il quale provvedere prontamente ad asciugarlo. La roba da lavare è
davvero tanta, ma ormai stiamo prendendo il ritmo. Bhe, in fondo per fare
un pranzo al quale hanno partecipato famiglia Mitsui, famiglia Sendoh e
intera squadra dello Shohoku, compresa di allenatore, manager e amici
(intendendo Haruko e l'armata Sakuragi) non poteva che essere così...
Quando papà, al mio ritorno da Hiroshima, ha
invitato tutti la domenica successiva a casa nostra per festeggiare il
titolo nazionale appena conquistato, avevo la mascella che toccava il
terreno! Non ci potevo credere a quello che stava dicendo!
Però sono contento che lui abbia deciso di
reagire al lutto che ha colpito la nostra famiglia, anche se non mi
aspettavo che avrebbe fatto così tanta amicizia sia con i miei compagni
di squadra che con la signora Sendoh...
Passo un'altro piatto ad Akira, ma essendo
distratto dai miei pensieri, lo lascio andare prima che lui l'abbia
afferrato bene. Entrambi ci accorgiamo che sta per cadere a terra e
cerchiamo di recuperarlo per evitare che si frantumi sul pavimento. Il
piatto non lo riusciamo a salvare, ma le nostre mani si incontrano a metà
strada... certo che le mani del mio Koibito sono sempre calde e
vellutate...
Lentamente intrecciamo le dita, e lui con il
pollice, mi accarezza dolcemente il palmo della mano, disegnando un
piccolo cerchio. Ad un certo punto lo ferma, la prende più saldamente e
mi attira a lui. Arrivo ad appoggiarmi con la mano libera al suo petto
scolpito, mentre lui cerca subito dalla mia bocca. Quando la trova, una
forte scarica elettrica che mi percorre la schiena...
La sua lingua si insinua tra le mie labbra, per
incontrare la mia, in modo da accarezzarla e sfiorarla, toccarla e
lasciarla, per poi ritornare all'attacco e reincontrarla di nuovo, in un
gioco continuo, sensuale e allo stesso tempo pieno d'amore...
"Mamma! Mamma! Akira e Zio Hisa si stanno
baciando!!!"
La voce di Yuri e i suoi passi che s'allontanano
verso la porta finestre del salotto, ci riportano alla realtà. Pochi
secondi e in giardino sentiamo scoppiare una risata generale... risata
alla quale si unisce anche Akira...
Ma possibile che non si senta minimamente in
imbarazzo questo qui?!?
Lui fa per tornare dagli altri, ma io mi rifiuto
categoricamente di seguirlo... Mi sa che continuerò a lavare i piatti
ancora per molto, così da avere il tempo di far tornare le mie guance al
loro colore naturale...
FINE
*Owari*
Mitchi: Ma... è già finito sto capito?!? E'
cortissimo rispetto agli altri due!!!
Cioppys: Sinceramente... non sapevo più cosa
scriverci... -.-
Sendoh: Una bella lemon no? ^__^
Cioppys: Uffi... ma tu oltre a questo, hai
qualcos'altro in quel cervello o no?!?
Sendoh: Certo che ho qualcos'altro... Hisashi,
Kaede, Hanamici...
Rukawa&Hana:
COSA?!?!?!?!?!??!?!?!?!?!?!?!?!?!? NON CI PENSARE NEMMENO!!!!!!
Sendoh: E perchè non dovrei pensarci? E poi mica
ho finito con la lista! ^__^
Cioppys: Io ti consiglio di stare zitto... e poi,
devo dire che hai cambiato di molto l'argomento... -.-
Mitchi: AKIRA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
è.é
*Mitchi infuriatissimo prende per un orecchio
Akira e lo porta via*
Cioppys: Stavolta se l'è proprio cercata... -.-
***
Cioppy's Notes (Ovvero appunti ultra mega poco
importanti^^')
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Questa ff ha avuto un parto mooooolto difficile.
E' stata davvero dura scriverla. Tra l'altro non sono neanche molto
soddisfatta di come sia venuta, per due motivi.
Uno, è completamente diversa dall'idea iniziale
che mi ero fatta, nella quale erano solo due capitoli, ma soprattutto,
Akira e Hisashi NON erano insieme già dall'inizio della storia. Due, dal
secondo capitolo in poi, è molto lenta come ritmi e mi sa che diventa
pure noiosa...
Infine, ero anche molto indecisa se inserire una
lemon oppure no... poi ho optato per la seconda scelta. Vorrà dire che la
scriverò nella prossima ff...
Vabbè, che ci posso fare? Ormai lo scritta così
e non saprei come cambiarla!^^'''
Se volete commentare, sia in positivo che in
negativo, ciò che è stato scritto, la mia mail è Cioppys14@yahoo.it
See You! ^__^