NOTE: La storia è già incasinata al
primo capitolo e non mi stupirei se non capiste nulla ^^;;;;
Quindi si prega di portare pazienza i fatti si faranno molto più chiari
andando avanti, almeno spero...
Remember my
name parte
I
di Neko
Inghilterra. 12 marzo 1970
Caro Robert,
sò già che questa mia lettera ti meraviglierà e non poco. Ma non ce la
facevo più, ho dovuto scriverti ancora una volta, l'ultima volta. Sì
perchè quando tu leggerai questa mia lettera io non ci sarò più. Sono
stata una vera stupida, sò benissimo di aver ferito i tuoi sentimenti con
questo mio stupido atteggiamento, ma non ho potuto fare il contrario. Io
l'ho fatto per te. Ecco che ora le lacrime cominciano a percorrere il mio
viso, te ne sarai certamente accorto dalle piccole macchiette sul foglio.
Diciamo che sono una stupida, vedi me lo dico da sola. Ti chiedo solo una
cosa, non odiarmi per quella che sono diventata ma continua ad amarmi per
quello che sono stata, se tu provi per me ancora quel sentimento
meraviglioso che viene chiamato amore.
Avrei voluto dirti tante cose ma ora la mia mente è come vuota, forse è
colpa di questo veleno. Forse morendo in questo modo riuscirò a pagare
tutti i miei terribili errori. Ti chiedo perdono amore mio.
Tua per sempre.
Carole
Una leggera brezza di vento cercò con forza di portare via quel foglio
bianco macchiato di lacrime che ormai cadevano copiose dal viso della
donna. I capelli biondi si muovevano in sintonia con la leggera brezza.
Gli occhi scuri e profondi che osservavano ancora quel foglio bianco e
macchiato ormai dalle sue lacrime. Le mani che tremavano e trattenevano a
stento quel piccolo foglio di carta, come uno dei tesori più preziosi.
-Signora-
Una voce alle sue spalle attirò in parte la sua attenzione. Chiuse il
piccolo foglio di carta e lo ripose nel cofanetto di metallo sopra il
tavolino, richiudendolo prima che il vento tentasse ancora una volta di
portarglielo via.
Chiuse gli occhi. Respirò profondamente.
-Signora si sente bene?-
La voce cercò ancora una volta di richiamare la sua attenzione. Il timbro
risultava preoccupato. Si avvicinò maggiormente alla donna, la mano sulla
sua spalla. Il suo richiamo si perse nella gola quando la donna gli
rivolse un sorriso.
-Stò bene... ero solo persa nel mare dei ricordi-
E sorrise ancora una volta. Un sorriso malinconico, triste. I ricordi
erano dolorosi, ma non poteva scappare alla realtà, a quello che era
stato di Carole. Una persona che aveva significato molto per lei, forse
anche troppo e che aveva cambiato buona parte della sua vita. La aveva
mutata totalmente.
-E' per la signora Carole, vero?-
Non rispose, non almeno fino a quando le mani dell'uomo presero le sue. Le
strinsero le sue. Un calore pervase il suo cuore, il suo cuore freddo,
gelato dal troppo dolore. Ma nonostante tutto lui le era sempre restato
accanto, la aveva aiutata in tutto.
-Sai Jeremy... il suo ricordo non mi ha ancora abbandonato-
-La capisco signora... è stato duro per tutti-
-Non capisco perchè l'abbia fatto... il motivo di quel suo atto-
L'uomo lasciò andare le mani della donna. Sapeva perfettamente quanto
avesse sofferto, quanti problemi aveva dovuto superare. La morte di sua
madre, l'abbandono di suo padre e nonostante tutto era rimasta in piedi.
Crescendo e facendo crescere il piccolo Nick, il suo unico erede.
-Signora ormai sono passati parecchi anni... non si deve torturare per una
cosa che non è dipesa da lei-
-Jeremy... se solo riuscissi a capire cosa è successo-
Un velo di tristezza riuscì ad oscurare ancor più quei bellissimi occhi
corvini. Una bellissima donna che si stava lasciando andare per una cosa
di cui lei non aveva avuto nessuna responsabilità, questo era il pensiero
che aveva ogni volta aveva il maggiordomo quando la guardava.
-Mio figlio...-
-Il signorino Nick è uscito...-
-Ti ha detto per caso dov'era diretto?-
-No... signora-
Intanto nello stesso momento una moto sfrecciava ad alta velocità per le
strade del centro. Era come se fosse tutt'uno con la moto su cui era in
sella. Come se l'alta velocità con cui superava tutti gli altri veicoli
facesse un tutt'uno con lui. Non sentiva nemmeno le urla delle persone che
affacciandosi dal finestrino gli urlavano contro solamente perchè varie
volte aveva rischiato di sfiorare i veicoli o forse era meglio dire che
urlava i vari insulti.
Che cavolo hanno da urlare in quel modo, mica è colpa mia se vanno a
passo di lumaca...
Per fortuna almeno rispettava i segnali stradali. Si fermò con una secca
frenata a semaforo rosso. Alzò la visiera del casco per assaporare l'aria
fresca che si poteva respirare quella mattina. Potè sentire qualcosa di
strano nell'aria. Come se avvertisse qualcosa di brutto in avvicinamento,
una sensazione che non aveva mai provato prima.
Non vi diede peso. Non era una persona che dava retta a certe cose. Anzi
era meglio dire che odiava quelli che basavano al propria vita su queste
cose. Ma quella sensazione non voleva abbandonarlo.
Perso nei propri pensieri non si rese conto di una vettura fermatasi al
suo fianco, forse troppo vicino. Dalla quale sporse una testa dai corti
capelli castani. Una ragazza stava fissando nei minimi particolari la moto
o meglio quello che ci era seduto sopra.
-Davvero niente male-
Questo apprezzamento non era per nulla sfuggito al ragazzo, ma perchè
dare peso a una ragazzina che sembrava dare più importanza al suo fisico
che a quello della moto. Nessuno sarebbe mai riuscito a capire cosa lo
spingeva a stare distaccato dal mondo ed a buttarsi anima e corpo sul suo
vero a more: le moto.
Per lui erano come amanti, se fosse stato possibile ci sarebbe anche
andato a letto.
Ma sembrava che quella ragazza non fosse per nulla intenzionata a
lasciarlo in pace e come se non bastasse non era per nulla sola. Altre tre
ragazzine continuavano a confabulare tra loro sul suo aspetto fisico.
Sono stufo di rimanere fermo qui. Sono stufo di queste ragazzine petulanti
e rompiscatole che se potessero mi salterebbero addosso.
E questo dannato semaforo non si decide una buona volta a diventare verde.
E se per caso potessimo anticipare i tempi.
E se ne facessi buon uso ora delle mie potenzialità.
Ma si dai Nick che cosa potrebbe accadere.
Devi solo partire, accelerare e passare col rosso.
Facile no?
Il semaforo era ancora rosso e nessuno si sarebbe aspettato quella mossa
improvvisa del ragazzo, tanto meno quella ragazze che prese dal terrore
presero a coprirsi gli occhi con le mani, convinte in un incidente, cosa
che però avvenne.
Era talmente abile che quella moto pareva un tutt'uno con lui. Movimenti
fluidi e veloci consentirono di passare ogni ostacolo senza il minimo
errore. Senza neanche sfiorare nessuna autovettura che ogni tanto
rischiava di andargli addosso.
-Stronzo stai attento a dove vai-
Un uomo sulla quarantina aveva frenato giusto in tempo.
La sua nuova Cabriolet aveva rischiato di rovinarsi per quel teppista in
moto.
Gli era costata parecchio.
I risparmi di una vita.
Ma i suoi insulti non sembravano volersi fermare.
No, sarebbe stato troppo facile scappare dopo tutto quel casino che aveva
rischiato di creare.
Con una veloce inversione, si era messo nella direzione appena intrapresa
dal "pazzo" motociclista.
Aveva cercato varie volte di affiancarlo per cantargliene quattro.
Ma ogni qual volta ci provava il pilota al motoveicolo accelerava e gli
sfuggiva.
Sembrava quasi fosse un giochetto, un modo per prenderlo per i fondelli.
Per divertirsi alle sue spalle.
Ci voleva un po di divertimento.
Quel vecchio pelato non sembra per nulla intenzionato a mollare.
Ma non ti preoccupare nonnetto non ti lascerò annoiare. E poi bisogna per
forza spingere la massimo la mia nuova bambina.
Ora inizia il bello...
La moto sembrava rallentare, permettendo che ancora una volta la Cabriolet
gli si accostasse.
Sul volto dell'uomo si dipinse un sorriso.
E nella sua mente la convinzione di aver vinto quella sfida.
Un piccolo errore che gli sarebbe costato parecchio e che forse gli
avrebbe impartito una piccola e amara lezione di vita.
La macchina si stava accostando un po troppo al ragazzo.
Quello era il momento giusto.
Nick si accostò maggiormente alla vettura, era naturale la mossa che
avrebbe fatto l'uomo.
Difatti con una veloce presa sul volante sterzò verso sinistra.
Una mossa totalmente sbagliata.
E il motivo era semplice, sulla sinistra si stava avvicinando un
autocarro.
Non riuscì ad impedire quell'impatto, ma solo ad alleggerirlo, lasciando
sul lato sinistro della vettura una lunga striscia.
-Merda-
Riportò la macchina sulla giusta direzione, ma ormai il danno era fatto.
Sentiva un forte dolore al cuore, il suo bel gioiellino rovinato da uno
stupido teppista.
Non riusciva a crederci.
La sua attenzione si riportò sul motociclista davanti a lui.
L'amarezza nel cuore.
Gli occhi che si oscuravano maggiormente per la furia che si impadroniva
del suo essere.
Nick guardò la macchina attraverso lo specchietto, constatando la
situazione in cui si stava cacciando. L'uomo stava velocemente perdendo le
staffe.
E gli insulti che gli urlavano contro, ne erano un'ottima prova.
Sorrise.
Un'idea si fece spazio nella sua mente.
Allungando il braccio sinistro esteriormente, chiuse tutte le dita
lasciando solo quello medio in buona vista.
Girò il viso verso la vettura dietro sè, anche se l'uomo da quella
distanza non poteva vedere, un ghigno illuminò il viso di Nick.
Mostrandogli in pieno il gesto "cortese".
Riprese la propria corsa.
Incurante dell'alta velocità che aveva intrapreso.
Aveva la visiera alzata e poteva sentire sul proprio viso l'aria battere
fresca.
Amava queste sensazioni che sapeva regalargli solo l'alta velocità.
*********
E se ora incontrassi ancora una volta un ostacolo.
Che si umano o animale che faresti?
Riusciresti a deviarlo o irrimediabilmente comprometteresti la sua vita.
Sai rispondere a questa domanda o l'adrenalina che ti scorre nelle vene ha
offuscato tutti i tuoi sensi.
Quello che hai fatto l'ultima volta non ti ha insegnato nulla...
Eh Nick, avere un morto alle tue spalle non ha significato proprio nulla
per te...
Sei talmente egoista che riesci ad estirpare le tue colpe con un semplice
sorriso...
*********
Quelle parole, frasi spezzate fecero capolino nella mente del ragazzo.
Vecchi ricordi, stampati come cicatrici nella sua mente.
Non riusciva a capire perchè gli fossero tornati in mente ora.
Ora che dopo tanto tempo era riuscito a dimenticare, almeno in parte, quel
terribile episodio. Sepolto nella sua memoria.
Era tanto preso dai suoi pensieri che non si rese conto di un piccolo
carretto della frutta spinto da una persona che attraversava la strada.
Quando se ne rese conto fu troppo tardi.
L'impatto fu tremendo.
Nonostante la frenata all'ultimo momento, Nick investì in pieno il
carretto.
Frutta che rotolava per la strada mentre il carretto fu totalmente
distrutto.
-Ma ti sei bevuto il cervello-
Nick era leggermente intontito da tutto quello successo.
Non si era reso conto, quasi di nulla.
Aveva solo potuto frenare, anche se non era riuscito ad evitare
l'incidente.
Alzò lo sguardo mentre rimetteva la moto in piedi, incrociando quello
smeraldo di un'altro ragazzo.
Di certo non poteva passare inosservato. Capelli neri lunghi sino alle
spalle, occhi verdi che risplendevano come smeraldi grazie anche alla
pelle leggermente scura del viso. Un corpo ben modellato che si lasciava
ammirare attraverso l'abbigliamento che portava.
-Allora... Come minimo devi farmi le tue scuse-
-E' solo un po di frutta sparsa qua e là... non mi pare un gran danno-
-Cosa? Che cosa hai detto?-
-Che non mi pare un gran danno e che tu mi sembri una vecchia isterica-
Non si erano accorti di essere in mezzo alla strada, tanto erano presi nel
loro discorso.
Si era creata una lunga fila di macchina e i passeggeri al loro interno
avevano cominciato ad urlare contro ai due ragazzi.
Insulti e grida.
Ma i due ragazzi sembravano poi non farci molto caso.
Era come se fossero in un mondo tutto loro.
Come se oltre a loro non esistesse proprio nulla.
-Ma vi decidete a togliervi di mezzo... Se dovete fare i vostri porci
comodi trovatevi un'altro posto...-
La voce di un automobilista era arrivata alle orecchie dei due ragazzi.
Forse anche perchè il codesto autista aveva condotto la vettura accanto
ai due, rischiando di danneggiare la moto.
-La...la...la...la mia moto-
Nick aveva distolto l'attenzione dall'altro ragazzo, ora era del tutto
concentrata su quell' uomo che si era permesso di sfiorare la cosa più
rara che il ragazzo avesse. Potevano toccargli tutto ma non le sue moto,
ed in quella si nascondeva qualcosa di più che un semplice motoveicolo.
Aveva un affetto particolare per tutte le sue moto, come se in loro
riposasse uno spirito amico.
-Brutto bastardo prova a tornare indietro e ti riduco così male che
neanche tua madre ti riconosce-
L'urlo di Nick si perse nel nulla.
L'automobilista ormai era totalmente sparito dalla visuale, lasciando il
ragazzo con un gran nervoso da scaricare. E cosa migliore di quattro
pugni, questo era l'unico modo che riusciva a fargli scaricare del tutto
la tensione e il nervoso che scaricava le varie volte.
-Hey non sei incavolato perchè ti ho distrutto il carretto della frutta
più scadente sul mercato-
-Dici a me?-
-No guarda a Babbo Natale-
-Non mi pare di essere in periodo natalizio-
Non gli stava andando poi tanto bene.
Di solito chiunque provocasse arrivava sempre alle mani.
Ma questo ragazzo era differente, sembrava che avesse ogni risposta pronta
ad ogni sua affermazione.
Sarà meglio lasciar perdere... Mi sfogherò per bene in palestra...
Senza degnare il ragazzo moro di una sola piccola scusa per l'accaduto,
Nick si mise in sella alla sua moto. Partendo e lasciando l'altro ragazzo
solo con mille dubbi per la testa.
Ma chi era quel pazzo in moto? Lo diceva mia madre che mi sare cacciato
nei guai venendo qua... E sì ripeteva sempre... Alain guarda che io ti ho
avvisato... Bisogna sempre dar retta agli anziani...
Abbassò lo sguardo constatando il casino provocato dallo scontro.
Frutta da tutte le parti e alcuni pezzi di legno.
Ma non era quello che attrasse la sua attenzione, ma un portafogli.
-Thò il cretino ha perso il borsellino-
Un piccolo sorriso si dipense sul bel volto del ragazzo.
Era stato tutto così strano.
Un incontro così violento.
Ma c'era qualcosa di ancora più strano, era il suo cuore.
Aveva provato uno strano calore nel petto quando aveva osservato nei suoi
occhi.
Scuri pozzi nei quali aveva provato la strana sensazione di perdersi.
Doveva ammetterlo a se stesso stava perdendo colpi.
Mise il portafoglio in tasca.
Mentre cercava di sistemare quel piccolo casino sulla strada.
Sentiva le sirene della polizia, di sicuro qualcuno l'aveva avvisata.
Ora avrebbe dovuto trovare una scusa adatta.
Fine 1° capitolo...
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