^________^ so che prima o poi mi accoltellerete e magari
dopo mi strapperete la budellina usandola per farne insaccati, ma… che ci
posso fa se anziché proseguire e finire il già noto mi son dedicata a questa
nuova ciofeca? Ma son solo due capitoli, ed il secondo prometto di postarlo
prima di Natale (^o^ mi par giusto visto il titolo -__^)
Comunque:
Storia: Originale
Parte: 1° di 2
Genere: diciamo che è nato come PWP, ma poi… lo rimane
ma solo nel 2° capitolo, diciamo che l’introduzione mi si è allungata troppo
^^;;;;;;; Il linguaggio non è dei più sibillini e.. chi avrà voglia di
leggere diciamo che vedrà ^__°
Ps: per evitare inutili letture diciamo che… lo stile è
quello di mai per caso ^^;;; starno.
Cirillici
e grazie a tutti i coraggiosi
Il regalo
di Natale
parte I di
Mokuren
Si era fatto convincere
da Antonio ad andare in quel locale, un locale gay; era la prima volta che
metteva piede in un posto simile e si sentiva un pesce fuor d'acqua, tutti
quei ragazzi che parlavano, bevevano, ballavano abbracciati, tutti ragazzi
che non avevano paura a dire al mondo:
"Questo è ciò che sono e non me ne vergogno, non mi nascondo, non
fuggo"
Cosa che lui invece non era mai riuscito a fare.
Quante volte era passato davanti a quel pub?
Quante volte aveva desiderato entrare?
Quante volte aveva voltato lo sguardo dicendosi che era molto meglio
evitare?
Quante?
Non si ricordava più neppure lui tante erano; e adesso si trovava li, e
l'unica cosa a cui riusciva a pensare, l'unica cosa che in quel momento
desiderava era tornare sui propri passi come se nulla fosse accaduto, come
se non fosse cambiato nulla rispetto a quando passava senza avere il
coraggio di entrare.
"Cosa caspita ci fai ancora li imbambolato! Muoviti, vieni con me al
banco, ti offro qualcosa.."
Un cipiglio strano si disegno sul volto di Antonio:
"Guarda che se il tuo intento è quello di passare inosservato, mi
spiace fartelo notare, ma, a far la bella statuina davanti all'entrata e
impedendo per di più l'accesso hai clienti, non è che ci riesci molto
bene!"
Effettivamente due ragazzi a braccetto gli si erano accodati aspettando
che si togliesse dai piedi, senza però far poi più di tanta pressione
affinché si smuovesse, distratti com'erano l'uno dalla bocca dell'altro.
A quella visione il volto di Mirko si fece scarlatto e i suoi occhi
iniziarono a vagare da una parte all'altra; che imbarazzo, mai aveva
visto, ad un palmo dal suo naso, due che si baciavano a quel modo.
"Sei un vero imbranato bello mio, hai guardato quei due come se all'
improvviso gli fosse spuntata la coda, se fai così non lo troverai mai un
fidanzato"
Antonio lo afferrò per un braccio tirandolo via.
Per fortuna che non era solo, certo, Antonio era: invadente, asfissiante,
despota, vanesio, ma in fondo era la persona migliore che conosceva.
"Dunque caro mio, stasera devi accalppiare qualcuno, guardati bene in
torno, punta la tua preda e vai in meta! Se neppure in un posto del genere
riesci a trovare uno disposto a farti perdere la verginità, sei un caso
clinico."
A quelle parole Mirko spalancò gli occhi sconcertato.
Trovare qualcuno con
cui avere un allegra avventura di letto?.. com'era possibile quando ancora
non era riuscito neppure a baciarlo un altro ragazzo?
"Non fare quella faccia, ti aiuto io, qui si cucca che è uno
spettacolo, guarda quello ad esempio, è da quando sei entrato che ti
fissa; basterebbe un tuo cenno e lui farebbe tutto il reso."
Uno che fissava lui?
Interessato a lui in
quel senso?
Mirko guardò nel punto indicatogli dall'amico e vide un tipo sulla
trentina slavatino, biondiccio e con un paio di baffetti rileccati.
"Mio Dio.... credo che... ecco quello non è... in somma...."
"Si, si, ho capito, non occorre che balbetti, non ti piace, hai
ragione, non è un gran che! Continuiamo a guardarci attorno, magari ne
trovi uno di tuo gusto"
Era una parola guardarsi attorno; pareva che tutti in quel locale non
avessero di meglio da fare che abbracciarsi e sbaciucchiarsi per non dir
di peggio e lui si sentiva tanto un maniaco guardone a perlustrare la
stanza alla ricerca di una "preda".
Ma era li e doveva
almeno fare un tentativo.
Iniziò dal lato del
banco cui era seduto, ma nessuno dei presenti attrasse la sua attenzione;
si spostò quindi verso la parete più vicina a lui iniziando a sbirciare
sui divanetti posti ai lati dei tavolini; proseguì sin quando non notò
due ragazzi in una strana posa: uno comodamente appoggiato allo schienale
del divano, l’altro, di lato al primo, chino su questo, con la testa
premuta tra le sue….
NO! Non poteva essere
che quei due stessero facendo quello; non ora, non li!
Si era di sicuro
sbagliato e per averne conferma, continuo a fissare quei due, sicuro del
suo errore, sin quando, quello chino, come se avesse avvertito i suoi
occhi su di se, rialzò lo sguardo; a quel punto la scena gli si palesò
d’innanzi e non vi poterono essere ulteriori dubbi, era proprio ciò che
temeva e lui aveva fatto pure la figura del guardone pervertito.
MERDA!
Si voltò di scatto
tornando ad osservare il suo bicchiere, molto più sicuro, i bicchieri non
potevano riservare simili sorprese.
Quello non era il posto adatto a lui, voleva solo levar le tende e
tornarsene a casa.
Stava per dire ad Antonio che se ne andava quando il suo sguardo fu
catturato da due occhi dorati che lo fissavano dall'altra parte del bar;
occhi maliziosi, invitanti, occhi di uno che sapeva esattamente cosa
voleva e pareva che, per quella sera, questo qualcosa fosse proprio lui ad
averlo.
Un sorriso si allargò su quel volto dai lineamenti dolci, un delizioso
sorriso che arricciò due labbra piene, su cui una lingua rosea poi, fece
capolino, umettando sensualmente uno di quei due deliziosi boccioli.
Proprio in quel magico momento, l'inopportuna voce dell'amico lo riscosse
da quella splendida, non che conturbante visione:
"Hei Mirko, io ti lascio; un bel tipo a ore tre par proprio mi voglia
mangiare con gli occhi, vado a farmi dare un assaggiatina da vicino, mi
raccomando... vedi di scopare, fatti questo regalo, tra due giorni è
natale e tutti si voglion più bene, vedi di volerti bene anche tu e
portati un bel ragazzo tra le coltri."
Dopo una strizzatine d'occhio e un buffetto sulla spalla Antonio si
allontanò lasciandolo solo.
Era strano, sino a quel momento si era sentito teso e spaesato, perso alla
sola idea di non avere più
Antonio accanto a se, ma, in quel momento si accorse di essere quasi
sollevato per l'assenza dell'amico.
Tornò immediatamente con lo sguardo la dove aveva visto quel giovane, ma,
il posto era ora tristemente vuoto; nulla di strano, visto il tipo, chi sa
in quanti l'avevano puntato, ma si sentiva stupidamente deluso, era
riuscito ad attrarre l'interesse di un tipo del genere e se l'era lasciato
scappare a quel modo.
Un sospiro sconsolato.
Non era serata, non lo era come non lo erano state tutte le precedenti
serate della sua vita, era ora di andarsene, era stufo, non aveva voglia
di braccare nessuno, ne di essere abbordato da tipi strani.
Mise la mano alla tasca dei pantaloni per prendere il portafoglio e pagare
il drink, che, solo a parole, gli era stato offerto dal caro Antonio.
"Non vorrai già andartene! Ho notato che mi guardavi prima! Ti posso
offrire qualcosa?"
Una voce leggera, delle parole dette troppo vicine al suo orecchio che lo
fecero raggelare; Era arrivato il momento della seconda figura di cacca,
della solita figura da brodo.
Mirko si voltò per rispondere che: era spiacente, ma non aveva guardato
proprio nessuno e si! stava per andarsene. Magari la prossima volta... ma
le parole gli morirono in gola quando annegò nuovamente in due iridi
dorate:
"Io... non.."
Mirko cercò di parlare, ma un groppo gli serrò la gola; non si era mai
ritrovato in una situazione simile, un bel ragazzo, un ragazzo che era
interessato a lui, che magari lo vedeva pure belloccio e che ci stava
provando, ci stava provando con lui! e.... visto il ben più che gradevole
aspetto del tipo.... il suo cervello, o meglio, il suo basso ventre, era
pure disposto a farsi rimorchiare.
"Sei carino! Abiti lontano da qui?"
"..."
A questa domanda non vi fu risposta, Mirko in quel momento era troppo
emozionato per riuscire a spiccicare più di quattro o cinque sillabe
sconnesse e, strano a dirsi, in quel momento, non riuscì a
far uscire neppure quelle.
"Sei veramente dolce, mi stai persino arrossendo; che ne dici se ti
sciogli un pò bevendo qualcosa?! Vik, 2 Viagra grazie...."
Un sorriso sornione ed un sussurro vicino al suo orecchio:
"....non che ha noi serva, viste le nostre rispettive non che
evidenti ed attuali condizioni, ma.... è questo il nome del miglior
cocktail del locale."
E mentre pronunciava queste parole, gli carezzò una guancia, risalendo
poi lungo il volto sino a trovare un ciuffo ribelle di capelli che gli
portò delicatamente dietro un orecchio.
Mirko nel frattempo era rimasto immobile come una statua di sale, gli
occhi sgranati a fissarlo, a fissare quegli occhi, quella bocca che si
muoveva lasciando intravedere i denti candidi, quella pelle chiara; era
rimasto li a godersi la carezza di quella mano, senza riuscire a fiatare.
Nel frattempo quelle dita, si erano spostate dai suoi capelli alla nuca,
giù lungo il collo, carezzando la spalla, la base della gola e poi sempre
più giù, con disarmante lentezza, sfiorandolo da sopra la camicia,
soffermandosi su ogni bottone, solleticandogli la pelle e provocandogli
così dei piccoli brividi lungo la schiena.
Quei polpastrelli pareva non volessero rallentare la loro discesa: il
petto, lo stomaco, il ventre sino a sfiorargli i pantaloni la dove si
erano ormai tesi.
A quel contatto una scossa attraversò il corpo di Mirko ed il suo
cervello si riattivò improvvisamente.
Cosa cavolo stava facendo? Chi era quello? A prima vista non gli dava più
di vent'anni, ma, dal modo di comportarsi pareva uno esperto; dal modo in
cui lo fissava, non che toccava pareva aver tutte le intenzioni di
portarselo a letto, ma... a lui andava bene? Voleva veramente una scopata
e via con un emerito sconosciuto?
Sentì quella mano che si soffermava sulla sua zona più sensibile, che la
carezzava, che gli apriva il primo bottone dei Jeans, il secondo, il
terzo; per poi spostarsi in alto ed infilarsi sotto l'elastico dei
boxer.... mio Dio, cosa... cosa cavolo credeva di fare? masturbarlo li, in
quel locale, davanti a quel mare di sconosciuti? senza neppure sapere il
suo nome? Senza lasciargli il tempo per… niente.
Quando vide avvicinarsi quel volto al suo per un bacio, quando avvertì
che quelle dita avevano raggiunto il loro obbiettivo, non resistette più,
si scostò di lato togliendosi quella mano di dosso.
"Scusa, ma... non sono il tipo, Mi spiace, dovrai cercare qualcun
altro per soddisfare i tuoi appetiti."
Aveva detto quelle parole in tono basso, calmo, non si era quasi
riconosciuto in quella voce, ma, nonostante il suo corpo protestasse per
quell'abbandono, non poteva proprio fare una cosa del genere li. E quel
tipo, se pur carino, doveva essere una gran “puttana” per comportarsi
a quel modo.
Stavolta tolse il portafoglio dalla tasca e mise sul banco cinquantamila.
"Il Drink tel'offro io."
S'infilò la giacca che aveva poggiato allo schienale della sedia senza più
guardare quel ragazzo, se avesse rincontrato quello sguardo,
probabilmente, avrebbe ceduto e fatto una cosa di cui si sarebbe
certamente pentito.
"Hei... ti ho offeso, mi spiace, se vuoi faremo più piano, è la
prima volta per te?!... aspetta, perchè te ne vuoi andare così....."
Ma Mirko non si voltò neppure una volta; messa la giacca si diresse
all'uscita con passo deciso e non si fermò sin quando non sentì l'aria
fredda della notte pungergli la faccia.
Bene, pure l'esperienza del rimorchio sfacciato aveva provato; certo però
che quel tipo era veramente uno schianto; chi sa come sarebbe stato
passare la notte con lui; baciare quelle labbra, quella pelle... si voltò
per un attimo a fissare la porta chiusa del locale, ma... era meglio così,
la sua prima volta non poteva essere in quel modo. No, non doveva.
********
"Ecco il mio uomo! Raccontami com'è andata ieri sera! Hai mietuto il
tuo regalo di Natale anticipato? Dai, dillo all'Antoniuccio tuo che sei
riuscito ad inzuppare il biscotto! Com'era quel gran tipino che ti si è
avvicinato, ti ha mangiato con gli occhi sin quando non me ne sono andato
e, appena spostato il deretano dal tuo fianco ti si è precipitato
appresso... sei un uomo fortunato, con quel faccino che ti ritrovi, se
solo lo volessi, potresti avere chi vuoi, come ti invidio tesoro.....”
Nessuna parola, nessun
commento dall’interpellato che se ne stava immobile a occhi bassi.
“Mirko?... Mirko?...
cos'è questo silenzio?... non me lo dire! non può essere! Neppure un
imbranato come te può aver fallito in una situazione simile. Miiiiiiirko,
ti prego, dimmi che sei andato in meta, dimmelo, fallo ora!"
Ancora silenzio e le guance di Mirko si tinsero di una leggera sfumatura
rosata.
"NOOOOOOOOOOOOOO! Come puoi essere così imbecille, vuoi invecchiare
vergine? dillo che ti vuoi far prete e io mi metto il cuore in pace;
Confessa che mi hai mentito e sei un etero convinto che di nascosto mi va
con le belle bamboline ed io ne sarò sollevato, altrimenti mi ci farai
morire bello mio, quanto cavolo vuoi aspettare..."
"Ma... quello mi ha sbottonato i calzoni e afferrato il coso, così,
in mezzo a tutti..."
"Quello ti ha afferrato i gioielli di famiglia e tu... cosa mi hai
fatto.... no, non me lo dire, sento che sto per rischiare l'infarto....
Dio, perchè queste cose le doni a dei cretini simili, a persone che non
sanno apprezzare i tuoi doni, lasciando a bocca asciutta quelli che
ululerebbero alla luna per avere simili botte di culo? Se non fosse che
ormai da due settimane abbiamo fissato per andare a comprare il regalo per
Giulia, stai certo che ti avrei mollato qui. Amici imbranati si, ma tu sei
ormai un caso di rimbecillite in fase terminale!"
Lo sapeva che quando avesse rivisto l'amico sarebbe andata a finire a quel
modo, sapeva che Antonio non l'avrebbe capito; ma cosa voleva saperne di
cosa aveva provato in quel momento, per Antonio tutto faceva brodo, ma non
per tutti era così, non per lui almeno e se l'amico non lo capiva, non
aveva voglia di star li a spiegarglielo, che pensasse ciò che voleva, non
gl'importava.
"E non fare il broncio! sei grande ormai, se non lo vuoi fare non
farlo, ma non mi stressare mai più con le tue turbe sentimentali intesi!
Ed ora muoviamoci, a star qui fermo mi si son congelate tutte, ma proprio
tutte, le sporgenze."
Dopo quell'iniziale rimbrotto, l'argomento non venne più trattato, ma,
Mirko era certo che non fosse finita li, chi sa per quanto Antonio avrebbe
ribattuto su quel chiodo, ma, almeno per il momento poteva pensare ad
altro, magari a quel maledetto regalo che non si trovava.
La ricerca del dono per la loro comune amica come previsto, non si rivelò
un impresa semplice; Lui e Antonio si erano incontrati che mancava poco
alle sedici e adesso eran già le diciannove e ancora non avevano comprato
nulla.
"Mirko, qui si procede male, ascolta, abbiamo ancora un ora prima che
i negozi chiudano, separiamoci, io vado lungo il corso, tu ti fai Piazza
Vittoria e le vie limitrofe, se avvistiamo qualcosa ci avvertiamo via
cellulare, che ne dici!?"
"Mi sa che non abbiamo altra scelta, oggi è l'ultimo giorno utile e
DOBBIAMO trovare qualcosa"
"Allora dividiamoci"
Antonio voltò le spalle e si allontanò a passo deciso lungo la via
principale.
Dove andare? Non avevano nessuna idea sull'oggetto da comperare e questo
gli aveva fatto perdere un sacco di tempo.
Mentre faceva il giro della piazza venne attratto da un negozio più
colorato degli altri, un negozio piuttosto affollato e da cui proveniva un
piacevole canto "Discomania" c'era scritto con strane lettere
luminose sull'insegna, perchè no, un bel CD, magari di Franti che Giulia
adorava, se era fortunato era uscito l'ultimo live.
Entrò nel negozio e venne accolto da una ventata di aria calda e da un
cicaleggio diffuso, c'erano un sacco di ragazzi che scartabellavano tra
gli scaffali alla ricerca dei loro artisti preferiti.
Mirko si mise a cercare
il settore che gli interessava... musica Rep-rook Americana, eccolo, A, B,
C, D, E... ecco la F, Franti, Franti... eccolo; questo, no, no, no...
Girato l'ennesimo CD
finalmente eccolo, salvi, allungò la mano per prenderlo e incrociò
un'altra mano che, a quanto pareva, era interessata allo stesso articolo.
NO! Chi poteva volere quello stramaledetto CD, non l'avrebbe ceduto a
nessuno, c'era prima lui! Si preparò alla battaglia; deciso rialzò lo
sguardo dal banco per perdersi in due pozze dorate.
Quando si dice che il
mondo è piccolo; il ragazzo del locale, era proprio lui, avrebbe
riconosciuto quelle iridi ovunque.
Rimase per un attimo a
fissarlo imbambolato, poi, sgranò gli occhi ed abbasso lo sguardo, mentre
la sua faccia si faceva di brace.
Il cuore martellava e
le guance parevano in fiamme, si stava comportando come un cretino.
Merda! Perchè doveva essere così, non era lui che si era comportato da
maniaco in quel bar e allora perché si sentiva imbarazzato da morire, non
che decisamente agitato e…. e non voleva neppure analizzare che cosa
potesse essere quello strano formicolio svolazzante che gli si era diffuso
nello stomaco.
Cosa dire, non aveva il
coraggio di far valere le sue ragioni con quel ragazzo, non riusciva
neppure più a rialzar lo sguardo che si era fissato su quel CD dove
ancora erano poggiate entrambe le loro mani che quasi si sfioravano.
A quella vista mollò
subito l'articolo spostandosi di lato e continuando a ruffolare, fingendo
un interesse e un indifferenza che era ben lungi dal provare.
Lui non disse nulla, era rimasto li immobile, con il CD tra le mani, con
il suo CD tra le mani... che iella nera! l'unica speranza era che quella
non fosse l'unica copia; poi, quella mano si abbassò riponendo il CD
nello scaffale e allontanandosi.
SIIII!
Mirko appena lo vide
proseguire lungo lo scaffale afferrò l'oggetto dei suoi desideri.
FATTA!
A quel punto rialzò lo sguardo, cercando tra la gente una figura
slanciata dai capelli scuri, ma... pareva che, in quel breve lasso di
tempo, quel ragazzo se ne fosse andato.
Dispiacere, delusione, fastidio, fu questo quello che provò in quel
momento, miscelato ad una goccia di rimpianto, magari se quella sera fosse
stato meno bacchettone forse.... forse niente, mancava solo mezzora alle
venti e lui non aveva tempo da perdere.
Si diresse alla cassa, pagò e uscì da quel caos.
"Antonio. Sono io, ho trovato il regalo, quarantadue, ventuno a
testa, già impacchettato, mi son fatto mettere anche un biglietto, lo
scrivo io e, tornando a casa mi fermo da Giulia e gli lascio il tutto, ti
falsifico io la firma è?... quindi Ok, ci si vede... cosa, la festa di
stasera, no, grazie, i tuoi genitori son persone eccezionali, ma se
rifaccio un indigestione come quella dell'anno scorso questa è la
volta buona che ci lascio la buccia, grazie dell'invito e fai i
miei auguri ai tuoi. Ciao"
Anche quella era fatta! chiuse il telefonino e se lo mise in tasca. Meglio
passar da solo la vigilia; già l’anno precedente aveva tediato i
genitori di Antonio con la sua cupa presenza; ma che ci poteva fare, il
giorno di Natale lo rabbuiava e lui, in quella sera, si sentiva sempre uno
schifo…..
"Sai che sei strano!"
Una voce inaspettata lo
fece sussultare.
"Cosa?"
Voltò il suo sguardo e vide il ragazzo di prima comodamente appoggiato al
muro, vicino all'ingresso del negozio, pareva proprio che aspettasse lui!
"Dico che sei strano! L'ho visto come mi guardavi l'altra sera e ho
visto come mi hai guardato oggi. Ti piaccio vero! e vorresti anche farlo
con me, ma ti vergogni. Io non sono un tipo che dopo un rifiuto ritenta,
ci son tanti pesci nel mare che si vogliono far scopare e tu sei uno dei
tanti, ma….."
Gli si avvicinò, li in mezzo al marciapiede, con la gente che gli passava
in torno e, senza la minima esitazione gli mise una mano sull'inguine.
"Vedi che ho ragione! Tu - mi - vuoi! Ed io voglio te, quindi…. che
ne dici di questa sera?! Magari riesco a riportare il sorriso su questo
faccino triste.”
Mio DIO! ma chi era quello che riusciva a fissarlo negli occhi mentre, con
una mano sul suo pacco e l'altra sul suo fondoschiena, fronte a fronte gli
diceva quelle cose senza il benché minimo imbarazzo? Magari però a
rallegrargli il natale ci sarebbe pure riuscito!
"Cosa mi rispondi?"
Dicendo queste parole la mano che si era comodamente poggiata su un suo
gluteo gli si spostò sul fianco per andare poi ad afferrargli una mano
che si portò candidamente su quella parte dei suoi pantaloni gia tesa per
l'erezione.
"Vedi che effetto mi fai, credo che potremo passare una notte
grandiosa io e te, potremo sopperire hai rispettivi bisogni in maniera
molto più che piacevole."
Si perse nuovamente in
quello sguardo sorridente che lo fissava, forse…..
ASSURDO! Come poteva aver pensato, anche solo per un attimo di accettare?
Come poteva essere ancora li? come poteva permettere a quel tipo di
comportarsi così e davanti a tutta quella gente poi?
Perché continuava ad ascoltare quella sequela di sconcezze? Il solo fatto
che si sentisse più abbattuto del solito, non era certo una
giustificazione valida.
Un commento salace alle sue spalle lo riscosse dal rimbambinimento di cui
era caduto vittima e, allontanatosi con uno strattone da quel ragazzo,
prese un respiro per riuscire a calmare i battiti del proprio cuore.
"Io. io non ho bisogno di nulla e di sicuro non ne ho di te! Io…..
devo andare."
“ASPETTA!”
Mentre lo richiamava
afferrò Mirko per un braccio impedendogli così di allontanarsi.
"Sai che saresti quasi tenero se non fossi stupido; cosa mi tocca
fare per una scopata!"
Sorridendo divertito infilò una mano nella tasca della giacca che
indossava e ne tirò fuori una penna; gli afferrò poi la mano e vi
scrisse un numero di telefono.
"Questo è il mio numero, se cambi idea chiamami e chiedi di Michele.
Per adesso ti saluto bell'addormentato!"
Detto questo gli strizzò
l’occhio e si allontanò canticchiando.
Che figlio di.. Certo però che era carino, ora che aveva la possibilità
di osservare quel culo fasciato dai jeans che si allontanava, si accorgeva
che quel Michele era veramente bello in tutte le sue parti; ma quanti anni
poteva mai avere, ventuno, ventidue, era comunque più giovane di lui e
vedi come aveva il coraggio di comportarsi.
A uno così, per
piccolo che fosse, era piuttosto difficile far accettare un No come
risposta; un rifiuto di cui anche lui era sempre meno convinto.
Il suo numero, chi sa
se lo faceva con tutti quel lavoro? chi sa con quanti era stato poi! una
marea e lui che ancora non l'aveva fatto neppure una volta?!? magari
poteva essere bello provare con uno che aveva un sacco d'esperienza.
Il suo numero, sentiva ancora il solletico provocatogli sul palmo dalla
penna che vi scorreva, tracciando quei segni con il suo inchiostro blu;
bella grafia: decisa, chiara, grintosa, un po' come quel tipo.
Magari un pensierino ce l'avrebbe pure potuto fare.....
Stava veramente
rincoglionendo, non era da lui pensare di andare a letto col primo che gli
capitava, mica era così disperato….. bhè, forse un po' lo era, ma non
sino a quel punto.
Stufo di quella situazione si strinse la sciarpa attorno al collo, infilò
le mani in tasca e si diresse deciso verso casa; al diavolo lo shopping
natalizio.
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|