^________^ so che prima o poi mi accoltellerete e magari dopo mi strapperete la budellina usandola per farne insaccati, ma… che ci posso fa se anziché proseguire e finire il già noto mi son dedicata a questa nuova ciofeca? Ma son solo due capitoli, ed il secondo prometto di postarlo prima di Natale (^o^ mi par giusto visto il titolo -__^)

Comunque:

Storia: Originale

Parte: 1° di 2

Genere: diciamo che è nato come PWP, ma poi… lo rimane ma solo nel 2° capitolo, diciamo che l’introduzione mi si è allungata troppo ^^;;;;;;; Il linguaggio non è dei più sibillini e.. chi avrà voglia di leggere diciamo che vedrà ^__°

Ps: per evitare inutili letture diciamo che… lo stile è quello di mai per caso ^^;;; starno.

Cirillici e grazie a tutti i coraggiosi

 


Il regalo di Natale

parte I

di Mokuren



Si era fatto convincere da Antonio ad andare in quel locale, un locale gay; era la prima volta che metteva piede in un posto simile e si sentiva un pesce fuor d'acqua, tutti quei ragazzi che parlavano, bevevano, ballavano abbracciati, tutti ragazzi che non avevano paura a dire al mondo:
"Questo è ciò che sono e non me ne vergogno, non mi nascondo, non fuggo"
Cosa che lui invece non era mai riuscito a fare.
Quante volte era passato davanti a quel pub?
Quante volte aveva desiderato entrare?
Quante volte aveva voltato lo sguardo dicendosi che era molto meglio evitare?
Quante?
Non si ricordava più neppure lui tante erano; e adesso si trovava li, e l'unica cosa a cui riusciva a pensare, l'unica cosa che in quel momento desiderava era tornare sui propri passi come se nulla fosse accaduto, come se non fosse cambiato nulla rispetto a quando passava senza avere il coraggio di entrare.

"Cosa caspita ci fai ancora li imbambolato! Muoviti, vieni con me al banco, ti offro qualcosa.."
Un cipiglio strano si disegno sul volto di Antonio:
"Guarda che se il tuo intento è quello di passare inosservato, mi spiace fartelo notare, ma, a far la bella statuina davanti all'entrata e impedendo per di più l'accesso hai clienti, non è che ci riesci molto bene!"

Effettivamente due ragazzi a braccetto gli si erano accodati aspettando che si togliesse dai piedi, senza però far poi più di tanta pressione affinché si smuovesse, distratti com'erano l'uno dalla bocca dell'altro.
A quella visione il volto di Mirko si fece scarlatto e i suoi occhi iniziarono a vagare da una parte all'altra; che imbarazzo, mai aveva visto, ad un palmo dal suo naso, due che si baciavano a quel modo.

"Sei un vero imbranato bello mio, hai guardato quei due come se all' improvviso gli fosse spuntata la coda, se fai così non lo troverai mai un fidanzato"
Antonio lo afferrò per un braccio tirandolo via.
Per fortuna che non era solo, certo, Antonio era: invadente, asfissiante, despota, vanesio, ma in fondo era la persona migliore che conosceva.

"Dunque caro mio, stasera devi accalppiare qualcuno, guardati bene in torno, punta la tua preda e vai in meta! Se neppure in un posto del genere riesci a trovare uno disposto a farti perdere la verginità, sei un caso clinico."
A quelle parole Mirko spalancò gli occhi sconcertato.

Trovare qualcuno con cui avere un allegra avventura di letto?.. com'era possibile quando ancora non era riuscito neppure a baciarlo un altro ragazzo?
"Non fare quella faccia, ti aiuto io, qui si cucca che è uno spettacolo, guarda quello ad esempio, è da quando sei entrato che ti fissa; basterebbe un tuo cenno e lui farebbe tutto il reso."

Uno che fissava lui?

Interessato a lui in quel senso?
Mirko guardò nel punto indicatogli dall'amico e vide un tipo sulla trentina slavatino, biondiccio e con un paio di baffetti rileccati.
"Mio Dio.... credo che... ecco quello non è... in somma...."
"Si, si, ho capito, non occorre che balbetti, non ti piace, hai ragione, non è un gran che! Continuiamo a guardarci attorno, magari ne trovi uno di tuo gusto"

Era una parola guardarsi attorno; pareva che tutti in quel locale non avessero di meglio da fare che abbracciarsi e sbaciucchiarsi per non dir di peggio e lui si sentiva tanto un maniaco guardone a perlustrare la stanza alla ricerca di una "preda".

Ma era li e doveva almeno fare un tentativo.

Iniziò dal lato del banco cui era seduto, ma nessuno dei presenti attrasse la sua attenzione; si spostò quindi verso la parete più vicina a lui iniziando a sbirciare sui divanetti posti ai lati dei tavolini; proseguì sin quando non notò due ragazzi in una strana posa: uno comodamente appoggiato allo schienale del divano, l’altro, di lato al primo, chino su questo, con la testa premuta tra le sue….

NO! Non poteva essere che quei due stessero facendo quello; non ora, non li!

Si era di sicuro sbagliato e per averne conferma, continuo a fissare quei due, sicuro del suo errore, sin quando, quello chino, come se avesse avvertito i suoi occhi su di se, rialzò lo sguardo; a quel punto la scena gli si palesò d’innanzi e non vi poterono essere ulteriori dubbi, era proprio ciò che temeva e lui aveva fatto pure la figura del guardone pervertito.

MERDA!

Si voltò di scatto tornando ad osservare il suo bicchiere, molto più sicuro, i bicchieri non potevano riservare simili sorprese.
Quello non era il posto adatto a lui, voleva solo levar le tende e tornarsene a casa.
Stava per dire ad Antonio che se ne andava quando il suo sguardo fu catturato da due occhi dorati che lo fissavano dall'altra parte del bar; occhi maliziosi, invitanti, occhi di uno che sapeva esattamente cosa voleva e pareva che, per quella sera, questo qualcosa fosse proprio lui ad averlo.
Un sorriso si allargò su quel volto dai lineamenti dolci, un delizioso sorriso che arricciò due labbra piene, su cui una lingua rosea poi, fece capolino, umettando sensualmente uno di quei due deliziosi boccioli.

Proprio in quel magico momento, l'inopportuna voce dell'amico lo riscosse da quella splendida, non che conturbante visione:
"Hei Mirko, io ti lascio; un bel tipo a ore tre par proprio mi voglia mangiare con gli occhi, vado a farmi dare un assaggiatina da vicino, mi raccomando... vedi di scopare, fatti questo regalo, tra due giorni è natale e tutti si voglion più bene, vedi di volerti bene anche tu e portati un bel ragazzo tra le coltri."
Dopo una strizzatine d'occhio e un buffetto sulla spalla Antonio si allontanò lasciandolo solo.


Era strano, sino a quel momento si era sentito teso e spaesato, perso alla sola idea di non avere più
Antonio accanto a se, ma, in quel momento si accorse di essere quasi sollevato per l'assenza dell'amico.
Tornò immediatamente con lo sguardo la dove aveva visto quel giovane, ma, il posto era ora tristemente vuoto; nulla di strano, visto il tipo, chi sa in quanti l'avevano puntato, ma si sentiva stupidamente deluso, era riuscito ad attrarre l'interesse di un tipo del genere e se l'era lasciato scappare a quel modo.
Un sospiro sconsolato.
Non era serata, non lo era come non lo erano state tutte le precedenti serate della sua vita, era ora di andarsene, era stufo, non aveva voglia di braccare nessuno, ne di essere abbordato da tipi strani.
Mise la mano alla tasca dei pantaloni per prendere il portafoglio e pagare il drink, che, solo a parole, gli era stato offerto dal caro Antonio.

"Non vorrai già andartene! Ho notato che mi guardavi prima! Ti posso offrire qualcosa?"
Una voce leggera, delle parole dette troppo vicine al suo orecchio che lo fecero raggelare; Era arrivato il momento della seconda figura di cacca, della solita figura da brodo.
Mirko si voltò per rispondere che: era spiacente, ma non aveva guardato proprio nessuno e si! stava per andarsene. Magari la prossima volta... ma le parole gli morirono in gola quando annegò nuovamente in due iridi dorate:
"Io... non.."
Mirko cercò di parlare, ma un groppo gli serrò la gola; non si era mai ritrovato in una situazione simile, un bel ragazzo, un ragazzo che era interessato a lui, che magari lo vedeva pure belloccio e che ci stava provando, ci stava provando con lui! e.... visto il ben più che gradevole aspetto del tipo.... il suo cervello, o meglio, il suo basso ventre, era pure disposto a farsi rimorchiare.

"Sei carino! Abiti lontano da qui?"
"..."
A questa domanda non vi fu risposta, Mirko in quel momento era troppo emozionato per riuscire a spiccicare più di quattro o cinque sillabe sconnesse e, strano a dirsi, in quel momento, non riuscì a
far uscire neppure quelle.

"Sei veramente dolce, mi stai persino arrossendo; che ne dici se ti sciogli un pò bevendo qualcosa?! Vik, 2 Viagra grazie...."
Un sorriso sornione ed un sussurro vicino al suo orecchio:
"....non che ha noi serva, viste le nostre rispettive non che evidenti ed attuali condizioni, ma.... è questo il nome del miglior cocktail del locale."
E mentre pronunciava queste parole, gli carezzò una guancia, risalendo poi lungo il volto sino a trovare un ciuffo ribelle di capelli che gli portò delicatamente dietro un orecchio.
Mirko nel frattempo era rimasto immobile come una statua di sale, gli occhi sgranati a fissarlo, a fissare quegli occhi, quella bocca che si muoveva lasciando intravedere i denti candidi, quella pelle chiara; era rimasto li a godersi la carezza di quella mano, senza riuscire a fiatare.
Nel frattempo quelle dita, si erano spostate dai suoi capelli alla nuca, giù lungo il collo, carezzando la spalla, la base della gola e poi sempre più giù, con disarmante lentezza, sfiorandolo da sopra la camicia, soffermandosi su ogni bottone, solleticandogli la pelle e provocandogli così dei piccoli brividi lungo la schiena.
Quei polpastrelli pareva non volessero rallentare la loro discesa: il petto, lo stomaco, il ventre sino a sfiorargli i pantaloni la dove si erano ormai tesi.
A quel contatto una scossa attraversò il corpo di Mirko ed il suo cervello si riattivò improvvisamente.
Cosa cavolo stava facendo? Chi era quello? A prima vista non gli dava più di vent'anni, ma, dal modo di comportarsi pareva uno esperto; dal modo in cui lo fissava, non che toccava pareva aver tutte le intenzioni di portarselo a letto, ma... a lui andava bene? Voleva veramente una scopata e via con un emerito sconosciuto?
Sentì quella mano che si soffermava sulla sua zona più sensibile, che la carezzava, che gli apriva il primo bottone dei Jeans, il secondo, il terzo; per poi spostarsi in alto ed infilarsi sotto l'elastico dei boxer.... mio Dio, cosa... cosa cavolo credeva di fare? masturbarlo li, in quel locale, davanti a quel mare di sconosciuti? senza neppure sapere il suo nome? Senza lasciargli il tempo per… niente.
Quando vide avvicinarsi quel volto al suo per un bacio, quando avvertì che quelle dita avevano raggiunto il loro obbiettivo, non resistette più, si scostò di lato togliendosi quella mano di dosso.
"Scusa, ma... non sono il tipo, Mi spiace, dovrai cercare qualcun altro per soddisfare i tuoi appetiti."
Aveva detto quelle parole in tono basso, calmo, non si era quasi riconosciuto in quella voce, ma, nonostante il suo corpo protestasse per quell'abbandono, non poteva proprio fare una cosa del genere li. E quel tipo, se pur carino, doveva essere una gran “puttana” per comportarsi a quel modo.
Stavolta tolse il portafoglio dalla tasca e mise sul banco cinquantamila.
"Il Drink tel'offro io."
S'infilò la giacca che aveva poggiato allo schienale della sedia senza più guardare quel ragazzo, se avesse rincontrato quello sguardo, probabilmente, avrebbe ceduto e fatto una cosa di cui si sarebbe certamente pentito.
"Hei... ti ho offeso, mi spiace, se vuoi faremo più piano, è la prima volta per te?!... aspetta, perchè te ne vuoi andare così....."
Ma Mirko non si voltò neppure una volta; messa la giacca si diresse all'uscita con passo deciso e non si fermò sin quando non sentì l'aria fredda della notte pungergli la faccia.
Bene, pure l'esperienza del rimorchio sfacciato aveva provato; certo però che quel tipo era veramente uno schianto; chi sa come sarebbe stato passare la notte con lui; baciare quelle labbra, quella pelle... si voltò per un attimo a fissare la porta chiusa del locale, ma... era meglio così, la sua prima volta non poteva essere in quel modo. No, non doveva.

********
"Ecco il mio uomo! Raccontami com'è andata ieri sera! Hai mietuto il tuo regalo di Natale anticipato? Dai, dillo all'Antoniuccio tuo che sei riuscito ad inzuppare il biscotto! Com'era quel gran tipino che ti si è avvicinato, ti ha mangiato con gli occhi sin quando non me ne sono andato e, appena spostato il deretano dal tuo fianco ti si è precipitato appresso... sei un uomo fortunato, con quel faccino che ti ritrovi, se solo lo volessi, potresti avere chi vuoi, come ti invidio tesoro.....”

Nessuna parola, nessun commento dall’interpellato che se ne stava immobile a occhi bassi.

“Mirko?... Mirko?... cos'è questo silenzio?... non me lo dire! non può essere! Neppure un imbranato come te può aver fallito in una situazione simile. Miiiiiiirko, ti prego, dimmi che sei andato in meta, dimmelo, fallo ora!"
Ancora silenzio e le guance di Mirko si tinsero di una leggera sfumatura rosata.
"NOOOOOOOOOOOOOO! Come puoi essere così imbecille, vuoi invecchiare vergine? dillo che ti vuoi far prete e io mi metto il cuore in pace; Confessa che mi hai mentito e sei un etero convinto che di nascosto mi va con le belle bamboline ed io ne sarò sollevato, altrimenti mi ci farai morire bello mio, quanto cavolo vuoi aspettare..."
"Ma... quello mi ha sbottonato i calzoni e afferrato il coso, così, in mezzo a tutti..."
"Quello ti ha afferrato i gioielli di famiglia e tu... cosa mi hai fatto.... no, non me lo dire, sento che sto per rischiare l'infarto.... Dio, perchè queste cose le doni a dei cretini simili, a persone che non sanno apprezzare i tuoi doni, lasciando a bocca asciutta quelli che ululerebbero alla luna per avere simili botte di culo? Se non fosse che ormai da due settimane abbiamo fissato per andare a comprare il regalo per Giulia, stai certo che ti avrei mollato qui. Amici imbranati si, ma tu sei ormai un caso di rimbecillite in fase terminale!"

Lo sapeva che quando avesse rivisto l'amico sarebbe andata a finire a quel modo, sapeva che Antonio non l'avrebbe capito; ma cosa voleva saperne di cosa aveva provato in quel momento, per Antonio tutto faceva brodo, ma non per tutti era così, non per lui almeno e se l'amico non lo capiva, non aveva voglia di star li a spiegarglielo, che pensasse ciò che voleva, non gl'importava.

"E non fare il broncio! sei grande ormai, se non lo vuoi fare non farlo, ma non mi stressare mai più con le tue turbe sentimentali intesi! Ed ora muoviamoci, a star qui fermo mi si son congelate tutte, ma proprio tutte, le sporgenze."

Dopo quell'iniziale rimbrotto, l'argomento non venne più trattato, ma, Mirko era certo che non fosse finita li, chi sa per quanto Antonio avrebbe ribattuto su quel chiodo, ma, almeno per il momento poteva pensare ad altro, magari a quel maledetto regalo che non si trovava.
La ricerca del dono per la loro comune amica come previsto, non si rivelò un impresa semplice; Lui e Antonio si erano incontrati che mancava poco alle sedici e adesso eran già le diciannove e ancora non avevano comprato nulla.
"Mirko, qui si procede male, ascolta, abbiamo ancora un ora prima che i negozi chiudano, separiamoci, io vado lungo il corso, tu ti fai Piazza Vittoria e le vie limitrofe, se avvistiamo qualcosa ci avvertiamo via cellulare, che ne dici!?"
"Mi sa che non abbiamo altra scelta, oggi è l'ultimo giorno utile e DOBBIAMO trovare qualcosa"
"Allora dividiamoci"
Antonio voltò le spalle e si allontanò a passo deciso lungo la via principale.


Dove andare? Non avevano nessuna idea sull'oggetto da comperare e questo gli aveva fatto perdere un sacco di tempo.
Mentre faceva il giro della piazza venne attratto da un negozio più colorato degli altri, un negozio piuttosto affollato e da cui proveniva un piacevole canto "Discomania" c'era scritto con strane lettere luminose sull'insegna, perchè no, un bel CD, magari di Franti che Giulia adorava, se era fortunato era uscito l'ultimo live.
Entrò nel negozio e venne accolto da una ventata di aria calda e da un cicaleggio diffuso, c'erano un sacco di ragazzi che scartabellavano tra gli scaffali alla ricerca dei loro artisti preferiti.

Mirko si mise a cercare il settore che gli interessava... musica Rep-rook Americana, eccolo, A, B, C, D, E... ecco la F, Franti, Franti... eccolo; questo, no, no, no...

Girato l'ennesimo CD finalmente eccolo, salvi, allungò la mano per prenderlo e incrociò un'altra mano che, a quanto pareva, era interessata allo stesso articolo.
NO! Chi poteva volere quello stramaledetto CD, non l'avrebbe ceduto a nessuno, c'era prima lui! Si preparò alla battaglia; deciso rialzò lo sguardo dal banco per perdersi in due pozze dorate.

Quando si dice che il mondo è piccolo; il ragazzo del locale, era proprio lui, avrebbe riconosciuto quelle iridi ovunque.

Rimase per un attimo a fissarlo imbambolato, poi, sgranò gli occhi ed abbasso lo sguardo, mentre la sua faccia si faceva di brace.

Il cuore martellava e le guance parevano in fiamme, si stava comportando come un cretino.
Merda! Perchè doveva essere così, non era lui che si era comportato da maniaco in quel bar e allora perché si sentiva imbarazzato da morire, non che decisamente agitato e…. e non voleva neppure analizzare che cosa potesse essere quello strano formicolio svolazzante che gli si era diffuso nello stomaco.

Cosa dire, non aveva il coraggio di far valere le sue ragioni con quel ragazzo, non riusciva neppure più a rialzar lo sguardo che si era fissato su quel CD dove ancora erano poggiate entrambe le loro mani che quasi si sfioravano.

A quella vista mollò subito l'articolo spostandosi di lato e continuando a ruffolare, fingendo un interesse e un indifferenza che era ben lungi dal provare.
Lui non disse nulla, era rimasto li immobile, con il CD tra le mani, con il suo CD tra le mani... che iella nera! l'unica speranza era che quella non fosse l'unica copia; poi, quella mano si abbassò riponendo il CD nello scaffale e allontanandosi.
SIIII!

Mirko appena lo vide proseguire lungo lo scaffale afferrò l'oggetto dei suoi desideri.

FATTA!
A quel punto rialzò lo sguardo, cercando tra la gente una figura slanciata dai capelli scuri, ma... pareva che, in quel breve lasso di tempo, quel ragazzo se ne fosse andato.
Dispiacere, delusione, fastidio, fu questo quello che provò in quel momento, miscelato ad una goccia di rimpianto, magari se quella sera fosse stato meno bacchettone forse.... forse niente, mancava solo mezzora alle venti e lui non aveva tempo da perdere.
Si diresse alla cassa, pagò e uscì da quel caos.

"Antonio. Sono io, ho trovato il regalo, quarantadue, ventuno a testa, già impacchettato, mi son fatto mettere anche un biglietto, lo scrivo io e, tornando a casa mi fermo da Giulia e gli lascio il tutto, ti falsifico io la firma è?... quindi Ok, ci si vede... cosa, la festa di stasera, no, grazie, i tuoi genitori son persone eccezionali, ma se rifaccio un indigestione come quella dell'anno scorso questa è la  volta buona che ci lascio la buccia, grazie dell'invito e fai i miei auguri ai tuoi. Ciao"
Anche quella era fatta! chiuse il telefonino e se lo mise in tasca. Meglio passar da solo la vigilia; già l’anno precedente aveva tediato i genitori di Antonio con la sua cupa presenza; ma che ci poteva fare, il giorno di Natale lo rabbuiava e lui, in quella sera, si sentiva sempre uno schifo…..
 
"Sai che sei strano!"

Una voce inaspettata lo fece sussultare.
"Cosa?"
Voltò il suo sguardo e vide il ragazzo di prima comodamente appoggiato al muro, vicino all'ingresso del negozio, pareva proprio che aspettasse lui!
"Dico che sei strano! L'ho visto come mi guardavi l'altra sera e ho visto come mi hai guardato oggi. Ti piaccio vero! e vorresti anche farlo con me, ma ti vergogni. Io non sono un tipo che dopo un rifiuto ritenta, ci son tanti pesci nel mare che si vogliono far scopare e tu sei uno dei tanti, ma….."
Gli si avvicinò, li in mezzo al marciapiede, con la gente che gli passava in torno e, senza la minima esitazione gli mise una mano sull'inguine.
"Vedi che ho ragione! Tu - mi - vuoi! Ed io voglio te, quindi…. che ne dici di questa sera?! Magari riesco a riportare il sorriso su questo faccino triste.”
Mio DIO! ma chi era quello che riusciva a fissarlo negli occhi mentre, con una mano sul suo pacco e l'altra sul suo fondoschiena, fronte a fronte gli diceva quelle cose senza il benché minimo imbarazzo? Magari però a rallegrargli il natale ci sarebbe pure riuscito!
"Cosa mi rispondi?"
Dicendo queste parole la mano che si era comodamente poggiata su un suo gluteo gli si spostò sul fianco per andare poi ad afferrargli una mano che si portò candidamente su quella parte dei suoi pantaloni gia tesa per l'erezione.
"Vedi che effetto mi fai, credo che potremo passare una notte grandiosa io e te, potremo sopperire hai rispettivi bisogni in maniera molto più che piacevole."

Si perse nuovamente in quello sguardo sorridente che lo fissava, forse…..
ASSURDO! Come poteva aver pensato, anche solo per un attimo di accettare? Come poteva essere ancora li? come poteva permettere a quel tipo di comportarsi così e davanti a tutta quella gente poi?
Perché continuava ad ascoltare quella sequela di sconcezze? Il solo fatto che si sentisse più abbattuto del solito, non era certo una giustificazione valida.
Un commento salace alle sue spalle lo riscosse dal rimbambinimento di cui era caduto vittima e, allontanatosi con uno strattone da quel ragazzo, prese un respiro per riuscire a calmare i battiti del proprio cuore.
"Io. io non ho bisogno di nulla e di sicuro non ne ho di te! Io….. devo andare."

“ASPETTA!”

Mentre lo richiamava afferrò Mirko per un braccio impedendogli così di allontanarsi.
"Sai che saresti quasi tenero se non fossi stupido; cosa mi tocca fare per una scopata!"
Sorridendo divertito infilò una mano nella tasca della giacca che indossava e ne tirò fuori una penna; gli afferrò poi la mano e vi scrisse un numero di telefono.
"Questo è il mio numero, se cambi idea chiamami e chiedi di Michele. Per adesso ti saluto bell'addormentato!"

Detto questo gli strizzò l’occhio e si allontanò canticchiando.

Che figlio di.. Certo però che era carino, ora che aveva la possibilità di osservare quel culo fasciato dai jeans che si allontanava, si accorgeva che quel Michele era veramente bello in tutte le sue parti; ma quanti anni poteva mai avere, ventuno, ventidue, era comunque più giovane di lui e vedi come aveva il coraggio di comportarsi.

A uno così, per piccolo che fosse, era piuttosto difficile far accettare un No come risposta; un rifiuto di cui anche lui era sempre meno convinto.

Il suo numero, chi sa se lo faceva con tutti quel lavoro? chi sa con quanti era stato poi! una marea e lui che ancora non l'aveva fatto neppure una volta?!? magari poteva essere bello provare con uno che aveva un sacco d'esperienza.
Il suo numero, sentiva ancora il solletico provocatogli sul palmo dalla penna che vi scorreva, tracciando quei segni con il suo inchiostro blu; bella grafia: decisa, chiara, grintosa, un po' come quel tipo.
Magari un pensierino ce l'avrebbe pure potuto fare.....

Stava veramente rincoglionendo, non era da lui pensare di andare a letto col primo che gli capitava, mica era così disperato….. bhè, forse un po' lo era, ma non sino a quel punto.
Stufo di quella situazione si strinse la sciarpa attorno al collo, infilò le mani in tasca e si diresse deciso verso casa; al diavolo lo shopping natalizio.

 




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