Disclaimer: i pg di questa fic non sono miei sono di  tutte le fic writer!!! ^__^



Redfox epilogo

di Niane


TITOLO Rdfox
PARTE epilogo
AUTORE niane
SERIE slam dunk
PAIRING i soliti
RTING r\s





Il silenzio, se si escludeva il cinguettio disperato degli uccellini che festeggiavano la primavera, era completo. Il fuoco era morto da un po’ di tempo, riducendosi ad una timida brace rossastra e muta ed anche l’eco delle loro urla di piacere si era ormai disperso nel vento, lasciandoli in una coperta soffice di pace e serenità, ricamata appena dai loro respiri ancora un poco ansanti.
Con un respiro privo di forze inspirò piano il dolce profumo di miele dei capelli scuri, che gli sfioravano il viso, osservando estasiato le linee d’ombra che le carezze dei raggi di sole disegnavano su quella pelle alabastrina. Per la prima volta, dopo l’amore si sentiva in pace con se stesso, non doveva più temere la figura esile ed elegante di quella ragazzina sfrontata, non doveva più cercare di immaginare la sua vita senza di lui. Non sentiva più quel senso di solitudine opprimente schiacciargli dolorosamente il cuore. Da quando aveva incontrato l’amore era, per la prima volta, completamente felice e lo doveva ad un Do’hao. Sakuragi continuava a non piacergli, era uno straniero in una terra che non gli apparteneva e di cui non conosceva nulla. Un usurpatore che, ancor prima che il suo ruolo fosse stato regolarmente approvato dal Sommo re, anch’egli in fondo ennesimo usurpatore, e dal matrimonio con Lady Ayako, si era permesso di emanare un editto. Un editto che Fuchschloss attendeva da cinquant’anni, una legge che gli aveva fatto provare la completezza della felicità.
“A cosa pensi?”, gli sussurrò la bocca tiepida sfiorandogli il collo nel parlare.
“Che ti amo e che non sono mai stato così felice prima”, confessò baciandogli i capelli.
“Ma?”
Ridacchiò sottovoce scuotendo il capo: perché doveva sempre leggergli nella mente così dannatamente bene? “Ma non so quanto può valere. I contadini non avranno problemi, ma noi nobili... a noi non è mai stato permesso seguire il nostro cuore, ma solo la convenienza”
“Ti sembrerò egoista, ma non mi interessa nemmeno un po’. Ora c’è quella legge, Mayu mi ha già dato un bel bacio, una stretta di mano, mi ha detto che sono stato il fidanzato migliore che avesse potuto sperare di trovare e ci ha invitato ad andare a prendere un te da lei e Tomoyo qualche volta. Per quanto mi riguarda il fidanzamento è finito e se dobbiamo metterla su un piano politico, Sir Fukuda, sei un partito migliore di lei” ridacchiò succhiandogli un lobo.
“Jinjin dobbiamo andare all’udienza” gemette.
“Abbiamo ancora un attimo”, lo rassicurò insinuandogli la lingua nell’orecchio e Fukuda si arrese.

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Il profumo dei fiori era addirittura intossicante, o forse era lei che con l’avanzare della gravidanza diveniva sempre più intollerante. Ormai non era più possibile nasconderlo a nessuno, il suo ventre si era gonfiato tanto che a volte aveva la sensazione che la pelle si stesse per aprire in due all’altezza dell’ombelico e che il bambino sbucasse fuori dalla parte sbagliata e per fortuna che aveva assistito a molti parti in veste di strega!
Il suo bambino. Suo. Per sempre e nonostante tutto.
“Sei sicura?” le domandò piano all’orecchio Miyagi, abbracciandola da dietro.
“Ha salvato tutti noi Ryo. Me dal drago, te e me dalla morte per esserci amati al di fuori del matrimonio e Kaede da se stesso.
Non saprà nulla di politica, non conosce le basi dell’etichetta reale ed è un disastro in mille altre cose, ma si ricorda quello che noi, con i nostri studi e protocolli, ci siamo dimenticati. Lui sa che la prosperità di un Regno deriva dalla felicità dei suoi abitanti. Tutti i suoi abitanti. Sarà un marito ed un padre premuroso”, sussurrò incapace di trattenere un filo di lacrima che le addobbò la guancia.
“E poi, in fondo mi piace. Mi piace davvero”, confessò intrecciando le dita alle sue.

oOoOo oOoOo oOoOo
La luce entrava in frammenti colorati attraverso le strette ed alte feritoie coperte da vetrate multicolori.
Mille fiammelle ardevano su grandi bracieri che pendevano dal soffitto, spargendo la luce tremula delle candele sulle teste acconciate dei presenti.
La sala del trono era una cacofonia di colori: nobili in vesti di velluto pesante e lunghi mantelli di pelliccia ricamata in oro ed argento, semplici contadini con le loro vesti migliori, adornati con i primi fiori che aprile offriva, tutti in piedi, addossati alle pareti della sala, il volto alzato verso il podio su cui si trovavano Lord Sakuragi e il Rukawa.
Hanamichi sedeva a disagio sul grosso scranno, cercando di sistemarsi il più comodamente possibile, impresa non facilitata dai metri di stoffa che indossava: una tunica di porpora da cui si sarebbero potuti ricavare tre lenzuoli, una blusa di pelle tempestata d’argento e così rigida che era in grado di stare in piedi da sola e, per finire, un pesantissimo mantello di folta pelliccia di lupo argentato, che sarebbe stato splendido e favoloso anche solo il mese prima, ma che ora, tra il caldo sole della primavera, la folla che scaldava l’aria e l’agitazione per la sua prima e vera apparizione ufficiale, serviva solo a farlo sudare e a fargli volare peli nel naso e negli occhi.
Davanti a loro girato di tre quarti, in modo da non voltare le spalle né al popolo né alle Loro Grazie, un araldo ripiegava una grossa pergamena.
“Ecco, ci hai fatto arrivare in ritardo”, sussurrò per nulla adirato Fukuda stringendogli appena le dita; conosceva a memoria l’editto, da quando Mayu ne aveva portato loro una copia, la sera prima, non aveva fatto altro che leggerlo in continuazione.

Per il potere di cui sono conferito” diceva “ dal Sommo re In’Oue, dalla Spada e dai Triplici 4 che sostengono e guidano il mondo, Noi Hanamichi Sakuragi, Lord di Dummland e Signore di quello che fu il Reame di Fuchschloss decretiamo che: da oggi sia permesso alle coppie dello stesso sesso di unirsi in matrimonio, che rimane un vincolo sacro ed indissolubile, il cui tradimento sarà punito con pena non mortale.
E’ altresì concesso che a simili coppie, per tramandare la loro discendenza, terra e titolo, sia permesso adottare uno o più eredi, fino ad un massimo di tre, con l’unica condizione che la madre, se lo richiede, sia accolta nella famiglia come balia, col compito di badare al bambino e l’obbligo di crescerlo come si conviene.
Se il bambino è orfano si fa obbligo alla coppia maschile di prendere in casa una donna, col ruolo di balia, fino al compimento del 7 anno d’età del bambino stesso.
Si fa inoltre obbligo alla coppia femminile di prendere in casa un uomo per educare il bambino, maggiore di 4 anni d’età, alle arti delle armi.”


Sakuragi si alzò smorzando immediatamente il brusio della sala. “Non sono bravo a parlare”, annunciò con voce limpida e chiara, ma in cui Fukuda percepì ugualmente un certo timore, “Così sarò rapido e veloce anche perché immagino che anche voi, come me, non vediate l’ora di togliervi questa roba fastidiosa di dosso”
Fukuda trattenne a stento una risata, mentre Lord Rukawa fissava il soffitto e il giovane mago, il consigliere del Signore, si portava una mano agli occhi.
“Vi starete probabilmente chiedendo quanto questa legge possa essere realistica, io vi assicuro che lo è completamente. La linea di discendenza continua a seguire il primogenito maschio e passa ai suoi figli, siano essi naturali, provenienti da un matrimonio con una donna, che adottivi. Nulla cambia. E...”, disse alzando il tono di voce per sovrastare il chiacchiericcio che le sue parole avevano scatenato, “Come prova finale Noi, Hanamichi Sakuragi, Lord Dummland e Signore di quella che fu Fuchschloss, vi annunciamo la nostra decisione di unirci in matrimonio con Kaede Rukawa”.
Il silenzio calò perfetto: non si sentivano più nemmeno gli uccellini cantare.
Fukuda aprì la bocca, sbigottito e la richiuse.
Aveva ritenuto l’editto una mossa eccezionalmente abile, ma quest'ultima uscita rasentava la follia. Non si stava parlando di un casato, ma di un Regno, sottoposto alle leggi dell’Impero, che lo passavano seguendo la via del sangue. Sakuragi avrebbe dovuto sposare lady Ayako per poter avere una sua discendenza, un figlio adottivo non sarebbe mai stato riconosciuto dall’Impero, almeno non fino a che i figli di Milady fossero stati in vita.
Sakuragi si risedette, lottando appena con il mantello che lo ingombrava, fissando la folla basita.
Con un passo leggero Sendo avanzò davanti al trono, “Se nessuno ha petizioni da porre l’udienza è conclusa”, annunciò attendendo.
Nessuno aprì bocca e il siniscalco annuì sorridendo a Sakuragi che, era palese, non vedeva l’ora di scappare da lì, “Io dichiaro…”
Improvvisamente i tamburi rullarono e la folla si aprì ancor di più sui lati, lasciando un larghissimo corridoio vuoto.
Hanamichi sgranò gli occhi con un gemito d’insofferenza, “Ti assicuro sulle palle di Thur,” mormorò piano a Rukawa, “ che se Ayako non ha un buon motivo per farmi subire ancora tutta questa pagliacciata, ne faccio spezzatino e me la mangio” sibilò.
Il viso basso, i capelli raccolti e coperti da un impalpabile velo cangiante come le ali di una libellula, la veste blu pettirosso, larga, ma semplice, un fagotto nella mano Ayako avanzò in silenzio, quasi incurante della folla che la osservava.
“Mio Signore” salutò inchinandosi verso terra quanto la pancia le permetteva “Sono qui per dirVi che l’essere che porto nel ventre, generato dal Barone Ryota Miyagi, è un maschio”
“E’ morta”, sibilò pianissimo Hanamichi, “semplicemente morta, occorreva stare qua per dircelo?”
“Sono qui in Vostra presenza e a quella di tutti voi, per informarvi che accetto la proposta di sir Miyagi e che la prossima luna piena diventerò sua moglie” annunciò con un sorriso.
“E che, mio Signore, il figlio che porto nel grembo, un maschio, io ve lo offro” la voce le tremò per un istante “come Vostro erede.”.
Nessun sussurro percorse la folla. Nessun mormorio mosse l’aria.
Fukuda alzò lo sguardo verso il soffitto rivestito di legno scuro, era una sciocchezza, per sangue suo figlio era già l’erede al trono, perché permettere al do’hao di adottarlo?
Sakuragi rimase immobile, zitto e basito a fissarla.
Ayako deglutì, incapace di respirare.
“Io lo accetto come mio erede” annunciò Sakuragi e un singulto stupito partì da mille gole.
“Qual è il suo nome?”
“Se a voi piace” sussurrò aprendo il fagotto che teneva tra le mani “Potrete presentarlo al sommo re come HanamichiKaede lord di Redfox”.
Hanamichi sentì un groppo duro salirgli nella gola: tra le mani esili della donna si stendeva la sua solita bandiera scarlatta, solo che al centro era stata ricamata in argento la sagoma elegante di una bellissima volpe, uno stemma che non avrebbe mai potuto avere.
Chiuse gli occhi cercando di ricacciare indietro le lacrime che gli bruciavano le pupille.
Anche Kaede chiuse gli occhi commosso ed incredulo: ricamando lei stessa il loro simbolo sulla bandiera del do’hao aveva creato un regno nuovo:Fuchschloss cessava semplicemente di esistere.
Dita fredde e tremanti sfiorarono le sue, per un attimo guardò la folla che li circondava, poi decise che non gli importava nulla dell’etichetta e le strinse
Fukuda aveva visto il Lord tendere la mano verso sinistra, alla ricerca del sostegno di Rukawa ed aveva visto il suo ex signore intrecciare le dita con le sue.
“Redfox…che cosa ne pensi Kitcho?”mormorò Jin.
Fukuda sorrise divertito “Che come ogni buon Sovrano è un egoista e l’idea dell’editto non gli è venuta per permettere a noi due di sposarci”, rispose stringendolo appena a sé prima di fare due passi in avanti.
Il brusio si azzittì, in attesa.
Il Sakuragi continuava a tenere la mano stretta in quella di Rukawa.
Fukuda sorrise: “Lunga vita a Lord Sakuragi, Signore di Refox” gridò.
Il suo urlo riecheggiò nella sala fino a spegnersi.
“Lunga Vita a Redfox!” gridarono Jin e Mayu
“Lunga vita a Sakuragi” gridarono altre voci e in un attimo un unico urlo risuonò nel salone:piccole lacrime di gioia scendevano sulle guance arrossate di Hanamichi.
Mitsui si girò di scatto affondando il viso rigato di lacrime contro il collo di Kogure, che aveva gli occhi lucidi, finalmente ce l’avevano fatta.
Koshino abbandonò la sala uscendo di corsa in giardino: c’erano piccoli fiori azzurri che tempestavano la terra.
“E’ un’ovazione” mormorò Sendo raggiungendolo; Koshino annuì senza girarsi.
“Non avrei mai pensato di vedervi piangere” sussurrò dolcemente abbracciandolo da dietro.
“Non sto assolutamente piangendo” ribatté, con voce tremula per l’emozione, Koshino abbandonandosi contro il suo petto.
“Pensavo…eravate vistosamente commosso quando Ayako gli ha porto lo stendardo e poi siete scappato via di corsa” gli sussurrò all’orecchio, sfiorandogli i capelli con le labbra ad ogni sillaba.
“ Sendo,sai cosa significa tutto questo?”
“Mh?”
“Ora Fuch…Redfox gli appartiene davvero e lui appartiene a Redfox e…”
“Avete realizzato il vostro sogno.”
“Si”
“Avete lottato tutti duramente e ce l’avete fatta, anche io un giorno coronerò il mio sogno” mormorò sottovoce pensieroso, stringendo appena la presa sulla sua vita.
Hiroaki si sciolse dall’abbraccio mentre un serpente di luce azzurra gli scivolava lungo l’avambraccio raccogliendosi nel suo palmo per svanire con uno schiocco improvviso.
“Non sarà una grande fatica Akira” lo rassicurò con un sorriso avviandosi verso la porta che conduceva al castello.
Akira l’afferrò per un polso strattonandolo con forza verso di sé abbassando il viso verso di lui, cercando nei suoi occhi scuri,ancora lucidi di commozione, la conferma per quello che sperava di aver capito, “Perché sei sempre così sibillino nelle tue risposte?”
“Perché tu non fai mai le domande corrette” rispose.
Akira aprì la bocca, poi scosse la testa con un sorriso: non gliel’avrebbe mai data vinta decise, abbassando le labbra sulle sue.
Con un sospiro Hiroaki gli passò le braccia attorno al collo, insinuando le dita tra i suoi capelli morbidi e socchiuse la bocca lasciando che quel bacio diventasse la loro unica realtà.
In alto sul maschio,veleggiava placida la volpe scarlatta di Redfox.


FINE


 


 


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