Disclaimer: i pg di questa fic non sono
miei sono di tutte le fic writer!!! ^__^
Redfox6
di
Niane
TITOLO Rdfox
PARTE 6\6+epilogo
AUTORE niane
SERIE slam dunk
RATING nc17
NOTE A soffiochan
I wanna lose myself in you, all in you
Caress me and my soul while I close my eyes
(Rhapsody...questo è un pezzo della mia canzone preferita*_* è
dolcissima...ç_ç)
Il vento ululò iroso, infilandosi tra le finestre sigillate, dardeggiando
la punta delle fiamme, danzando con la polvere dimenticata negli angoli,
violentando ogni pietra con la sua truce canzone.
Kaede chiuse gli occhi arrossati dalla stanchezza: non lo sopportava più,
perché non smetteva? La sua capacità di vedere in quel lamento, così
umano, un semplice fenomeno atmosferico cominciava a vacillare, tanto da
averlo costretto a chiudere le imposte per evitare che gli spettri
richiamassero a sé le anime dei feriti. Del resto fuori non c'era nemmeno
nulla da vedere: da due giorni il cielo era di un vacuo grigio, senza
neve, senza pioggia, senza sole, condito solo da quel sibilo maligno.
Una mano sottile e dolce si appoggiò alla sua spalla, facendolo sobbalzare
per lo spavento.
"Dovresti andare a riposare Kaede", mormorò Ayako con l'accenno di un
sorriso debole.
Con un sospiro scosse appena la testa, prima di piegarla e di sfiorarle
con le labbra il dorso della mano.
"Non ci sono miglioramenti?", sussurrò l'ex capitano del castello Ryota
Myagi.
In quella stanza parlavano tutti sottovoce, come se un tono troppo alto
potesse in qualche modo disturbare il ferito, ma Sakuragi continuava a
dormire il suo sonno angosciato e febbricitante, spalancando gli occhi
vuoti e lucidi solo quando Kogure gli infilava in bocca,a forza, alcune
cucchiaiate di succo di carne denso e amaro di medicine.
"No"
Ayako strinse appena la mano sulla sua spalla; era stato un sollievo per
lei tornare nel solido calore del suo castello dopo gli spifferi della sua
casa da strega, indossare di nuovo i morbidi velluti di corallo o di
bosco, dopo la lana spessa e ruvida che le aveva irritato la pelle troppo
tenera.
"Stasera arriverà un Sicure da Raven"
Kaede trattenne il fiato, fissandola con uno sguardo più crudele del vento
gelido; "Chi l'ha chiamato?" sibilò.
Ayako arretrò di un passo, scottata da quell'ira malcelata, continuando
tuttavia a guardarlo negli occhi, "Io. Sakuragi può morire da un momento
all'altro e deve essere documentato da una parte terza. Se stesse male...se
fosse chiaro che la sua vita non è più salvabile il Sicure potrebbe darci
il permesso di porre fine alle sue sofferenze e...oh Kaede", sussurrò
gettandosi in ginocchio davanti a lui, il velluto scarlatto che si
stropicciava sotto le ginocchia, "hai visto la sua ferita! Hai visto lo
squarcio che gli ha aperto il fianco.......basterebbe...basterebbe una
goccia, solo una goccia...morirebbe dolcemente, non lo scoprirebbe nessuno
e Fuchschloss tornerebbe a te".
Rukawa aprì la bocca, umettandosi piano le labbra secche: "Mi stai
proponendo di avvelenarlo,sorella?" chiese.
Ayako sollevò il viso, fissandolo con intensità, cercando di comunicargli
con lo sguardo la conferma che non era capace di formulare a parole.
Con un ringhio Rukawa si alzò, spingendola lontano da sé, facendole
battere la schiena contro la spessa coperta di pelliccia che cadeva dal
bordo del letto.
"Il fatto che lui abbia rischiato la vita per salvare la tua non conta
nulla per te? Non so perché, ma quel maledetto drago ce l'aveva con te e
LUI ti ha fatto scudo col suo corpo",gridò, "e tu ora proponi di
assassinarlo?"
"Se tu fossi stato bene il giorno dell'invasione, ti saresti battuto con
lui nel regolare duello e l'avresti ucciso, cosa cambia?" ribatté piano
lei, in ginocchio sul pavimento, incapace di alzare gli occhi dalle pieghe
scomposte della veste.
Kaede aprì la bocca, richiudendola con uno scatto umido: aveva ragione.
Sakuragi non aveva figli;Sakuragi non aveva nominato un erede, se fosse
morto per un simile incidente il regno sarebbe tornato ai Rukawa. Se una
simile tragedia fosse accaduta qualche mese prima, sarebbe stato lui
stesso a chiamare una decina di Sicures a verificare l'accaduto e, senza
dubbio, avrebbe somministrato all'usurpatore qualche goccia di un veleno
lento ed inesorabile. Cos'era cambiato?
"Cambia che lui ha salvato la vita alla mia irriconoscente sorella" disse
a voce alta, non credendoci del tutto.
Ayako sorrise scuotendo la testa, si rialzò lentamente, lisciandosi la
veste prima di parlare in un sussurro deciso: "Non lo sapeva. Se l'avesse
anche solo immaginato pensi che mi avrebbe salvato? Se io muoio lui può
sposare chi vuole e mantenere il regno; finché vivo o sposa me, o corre il
rischio che io trovi un marito di un lignaggio più alto del suo, e ce
ne sono molti, e che I diritti dei miei figli prevalgano su quelli dei
suoi. Pensi davvero che avrebbe messo a rischio
la propria vita per salvare la 'femmina Rukawa'?"
Kaede chiuse gli occhi; il vento fischiò tra le imposte, sbattendole tra
loro con violenza, facendo scricchiolare le assi di legno.
"SI"
Un urletto strozzato sgusciò dalle labbra di Ayako, mentre i due uomini
sobbalzarono con violenza,portando la mano al fianco, alla ricerca di una
spada che non c'era.
"L'ha fatto, Milady", ripeté Sendo entrando nella stanza. Nessun sorriso
alleggeriva il viso tirato e pallido, scavato da occhiaie scure che
sembravano ingigantire a dismisura gli occhi nocciola colmi di
disperazione.
"Sia Lord Sakuragi che Hir...", la voce gli tremò, costringendolo a
deglutire e ad alzare lo sguardo al soffitto, inspirando con forza, "loro
erano a conoscenza della vostra identità; fin dalla prima visita.I vostri
modi di fare, troppo eleganti per una normale strega, le vostre
mani,troppo pulite e delicate per una donna abituata a lavorare per vivere
ed, infine, la vostra somiglianza con Kaede", scosse la testa, "vi hanno
smascherato subito."
"Come lo sai?", chiese Ryota
Akira si strinse nelle spalle, deglutendo nuovamente, "Quando si parla non
si fa caso ad un piccolo, insignificante animale"
Ryota aprì la bocca, probabilmente per chiedere spiegazioni, ma Rukawa lo
interruppe con un cenno della mano.
"Avrei dovuto avvertirti Kaede, lo so, ma...ma non potevo correre il
rischio che Hi...che lui si accorgesse che quando ero un cangoretto lo
comprendevo, avrebbe potuto non trasformarmi più."
"Ottimo, complimenti", sibilò irato Myagi afferrandolo per la tunica
all'altezza del petto, "e intanto metti in pericolo la tua signora,
traditore schifoso che non sei altro! Sakuragi avrebbe potuto eliminarla
in qualsiasi momento e noi non saremmo mai stati preparati! Ti rendo conto
del rischio che...."
"Che il ghiaccio dell'inferno ti stritoli le palle, uomo, ti rendi conto
di quello che TU stai dicendo? LORD SAKURAGI" e scandì con violenza ogni
singola lettera, " le ha fatto scudo col proprio corpo, sapendo benissimo
che lei è Ayako Rukawa e che è incinta! Davvero puoi credere che...."
Myagi lo lasciò di botto, costringendolo a fare qualche passo in avanti
per ritrovare l'equilibrio;"Cosa stai dicendo?" sussurrò.
Akira sbatté le palpebre " che Saku...."
"Ayako", chiese Rukawa avvicinandosi lentamente alla sorella, ma Ayako
arretrò,piccole lacrime le solcavano il viso, scontrandosi e scivolando
sotto le dita con cui si copriva la bocca.
"Amore mio", mormorò Ryota stringendola tra le braccia, scivolando ad
affondare il viso tra I suoi seni.
"Per la fiamma, Kaede scusami!", singhiozzò lei.
"Scusarti? Cos'è? dovrei credere che, mentre ti proteggeva, tra te e lui,
un semplice militare,sia scoccata la fiamma della passione e che per pura
sfortuna tu ti sia ritrovata gravida? Tu? Una strega? Tu che prescrivevi
erbe alle donne del villaggio per controllare queste cose? Tu, che con un
matrimonio corretto avresti potuto ridare Fuchschloss ai Rukawa? Tu hai
violato la legge del buonsenso e la legge del tuo popolo...o, non mi dire,
vi siete anche sposati intanto?"
Ayako singhiozzò, scuotendo la testa con forza, le mani premute sulla nuca
dell'amante, invitandolo a rimanere contro il suo petto, in silenzio.
"No. Non è stato un caso...io l'ho fatto apposta. Io...noi ci amiamo da un
paio d'anni ormai, avevo sempre tenuto sotto controllo la situazione, ma
poi tu...tu hai cominciato a parlare di una possibilità di matrimonio con
il duca di Arres", sospirò sfregandosi gli occhi con forza, ma le lacrime
continuavano a scendere vigorose, spezzettandole la voce, "e io non volevo
sposare quella capra. Ho pensato che se fossi rimasta incinta....tu
avresti avuto I tuoi eredi, non avevi bisogno dei miei figli... tu sapevi
quanto ha sofferto mamma sposata ad un uomo che non amava, anche se papà
era
buono con lei...e speravo che mi avresti dato il consenso. Quando sono
rimasta incinta non immaginavo che
Sakuragi avrebbe avanzato pretese sul regno! Non credevo che IO avrei mai
dovuto avere eredi per riscattarlo...chi mai la poteva volere questa terra
così inospitale...Kaede ....perdonami", singhiozzò cadendo in ginocchio.
"E così eri pronta ad uccidere un uomo che ti ha salvato, solo per
rimediare ad un errore che hai commesso tu? O forse perché così non corri
il rischio di dover divenire la sua sposa?"
Ayako scosse la testa in silenzio: "No...per te, per ridarti ciò che ami
sopra ogni cosa", sussurrò così piano che nemmeno Ryota, che piangeva
silenziosamente contro di lei, la sentì.
"Se avete finito di urlare io vorrei dormire" biascicò, la voce cavernosa
e ruvida, Sakuragi, cercando di mettersi leggermente a sedere.
"Milord" sussurrò con un sussulto sbigottito Akira, riprendendosi per
primo e correndo verso il grande letto, ma Kaede lo precedette,
ricostringendolo a sdraiarsi.
"Idiota, hai una ferita lungo il fianco, non ti muovere."
"Non sono mica un invalido" gracchiò, ubbidendo all'ordine, "ehi Sendo,
dove sta Hiro?"
Akira impallidì mentre il mondo intorno a lui ondeggiava orribilmente,
sfumandosi in un unico tono confuso di marrone. "Non..non lo so. Dopo aver
affrontato il drago è caduto a terra e da allora...non ha più aperto gli
occhi.."
"Cosa ne dice Mitsui?"
"Che dorme, ma...è un sonno immobile. Sembra morto, solo che... respira".
"Goditela. Quando si riprenderà sarà insopportabile" l'avvertì sorridendo
"Ehi volpastra che c'è hai freddo?" chiese, spostando, con una smorfia di
dolore, la sua mano su quella fredda di Kaede che tremava con violenza sul
suo petto.
"Vai al diavolo", sibilò il moretto lasciandosi cadere in ginocchio
accanto al letto, nascondendo il viso contro il materasso.
Sakuragi sorrise perplesso, "Non mi ha voluto" rispose allegramente
stringendogli appena la mano e strizzando un occhio ad Ayako che fissava
sconcertata il fratello: come aveva potuto non accorgersi, durante quei
giorni, che Fuchschloss era passato in secondo piano nel suo cuore?
OoOoO oOoOo oOoOo
La porta si aprì cigolando tristemente il suo disappunto: la penombra
della stanza traballò, gettando macchie scure sul grande letto, mentre il
fuoco nel camino si inchinava leggermente agli spifferi.
"Sei di nuovo qui Akira?", sussurrò Kogure emergendo da un mantello di
pelliccia, che si era gettato sulle spalle, "Ti avevo detto di andare a
riposare."
Akira si morse un'unghia chiudendo la porta , "L'ho fatto ho dormito un
paio d'ore. Vai pure, ci sto io con lui."
Kogure sospirò alzandosi, gettando il mantello sulla poltrona, "Akira",
sussurrò accarezzandogli la guancia gelida con due dita calde, "E' una
settimana che non dormi come si deve, ti ammalerai".
"Dormirò quando si sveglia", sussurrò con tono incerto, infantile.
"Akira", mormorò stringendolo a sé, piegandogli il viso contro il proprio
collo,accarezzandogli dolcemente la nuca e la schiena mentre il siniscalco
singhiozzava debolmente contro la stoffa spessa della tunica scura, "anche
Lord Sakuragi ti ha detto che si riprenderà.."
"Quando," gridò contro il suo collo, "Quando? Sono sette giorni che se ne
sta lì immobile, freddo...sette giorni"
"E sono sette giorni che non dormi..."
"E sono sette giorni che non stai con Mitsui, si sta deprimendo"
Kogure arrossì vistosamente, bloccandosi di colpo riuscendo a far
sghignazzare tristemente Akira.
"Va da lui, io resto qui, magari dormo un po'.
"Promesso?"
Akira annuì sciogliendosi dall'abbraccio e accoccolandosi sulla
poltrona,nascondendosi sotto la pelliccia.
"Fallo davvero Aki, dormi per favore", sussurrò Kogure chinandosi a
sfiorargli la tempia con un bacio
La stanza era buia e le imposte bloccate, peccato. Gli sarebbe piaciuto
sapere che ore erano; mattino? Sera? O era notte? E il giorno? Per quanto
tempo aveva dormito? Parecchio di sicuro, si sentiva le membra intorpidite
e il braccio destro formicolava insopportabilmente. Cercò di alzarsi per
cambiare posizione, ma il letto sotto di lui ondeggio
nauseabondamente, peggio di una barca in mezzo alla tempesta, le pareti si
dissolsero fondendosi in un cono
ondulante e un sapore acido e schifoso di bile gli invase la bocca; si
ridistese, con il cuore in tachicardia che
gli rimbombava nelle orecchie. Inspirò ed espirò piano, controllando il
respiro cercando di calmarsi;non aveva voglia di vomitare, non era
convinto che potesse far bene al suo stomaco e poi era una cosa che
detestava.
Con circospezione si girò di lato, sbattendo contro un corpo solido e
caldo che mugugnò qualcosa prima di passargli un braccio attorno alla
vita, tirarlo a sé ed aggrapparsi a lui come un orsetto.
"Che cosa..." sussurrò con voce roca e gracchiante sentendo piccoli
brividi di piacere accarezzargli la colonna vertebrale ed illanguidirgli
lo stomaco "Akira?" chiese sfiorando quel viso nascosto contro il suo
petto.
Il giovane sussultò alzandosi immediatamente: il viso scarno e tirato, gli
occhi cerchiati di scuro che sembravano troppo grandi, malati "Che
cos'hai? Stai male?" gli chiese "e cosa ci fai nel mio letto?"
Akira boccheggiò come una carpa gettata sulla riva del fiume, "Ti
sei...Chiunque ci sia lassù...tu ti sei...Inferno grazie..Ti sei
risvegliato", singhiozzò gettandosi contro di lui, affondando il viso
contro il suo collo.
"Akira..." sussurrò piano, terrorizzato dalla domanda che gli stava
fiorendo sulle labbra "Rukawa come sta?"
"Bene."
"E...e Hana?", il suo cuore si fermò in attesa.
"Bene. Stanno tutti bene ora, solo tu...solo tu...tu eri..."
"Stavo dormendo", spiegò sollevato.
Akira emerse dal suo rifugio sedendoglisi sullo stomaco, uno sguardo
semplicemente furente "Dormendo? Stavi dormendo?", gridò, "hai dormito per
una settimana?"
Hiroaki si strinse nelle spalle con noncuranza: "Hai idea di quante
energie si consumino in uno scontro di volontà contro un drago?", chiese.
"Una settimana!", ripeté Akira urlando.
"Che cosa accade?" , domandò Kogure spalancando la porta preoccupato.
Akira scese dal letto, le mani sui fianchi e il viso contratto: "Stava
dormendo!", gridò al dottore con la stessa aria atrocemente ferita di un
bambino che confessi alla madre un imperdonabile dispetto del fratello.
Kogure sorrise tastando la fronte e il polso di Koshino, "Come va?"
"Indolenzito ed affamato", rispose serafico.
"Per tutti I demoni del sottosuolo, ti sei svegliato si? Cominciavo a
credere che ti fossi dimenticato come si fa ad aprire gli occhi",
ridacchiò Mitsui sedendosi sul letto accanto a lui, scompigliandogli I
capelli stopposi.
"E sta fermo", bofonchiò scostandolo.
"Di buon umore come sempre eh?Che ti avevo detto Kimi? Non appena si
sveglierà rimpiangeremo il suo sonno!", declamò con tono teatrale,
eseguendo un accenno d'inchino.
Koshino vide il viso del dottore illuminarsi di un sorriso tenero "Quanto
tempo ho dormito?" chiese.
"Una settimana circa"
"Allora hai avuto parecchio tempo per pensare vero Hisashi?" sussurrò, la
gola secca gli bruciava fastidiosamente."Mi dovevi una risposta Hisashi:
perché non posso andare a letto con Kogure?"
Mitsui si irrigidì sollevandosi dal letto a scatti, come una marionetta di
cui fili aggrovigliati impedissero movimenti fluidi, "Tu non starai
parlando davvero", esalò in un soffio smorto.
"Hiroaki", gemette Akira, assurdamente sentiva le lacrime, quelle che non
aveva versato in tutti qui giorni, bussare con forza alle palpebre.
"Tu", sibilò il capitano girando il viso, rosso d'ira, dal mago al
dottore, che pallido e silenzioso fissava Koshino in silenzio, sgomento.
"Tu...piccola serpe...tu...tu schifoso...",balbettò stringendo il pugno
fino a sbiancare le nocche:un desiderio violento gli si era aggrappato
allo stomaco urlandogli di scagliarsi con violenza contro il ferito. "Tu...oh
ringrazia che nessun dio mi perdonerebbe se alzassi le mani contro un
ferito! Ma ho una voglia di farlo! Tu, oh Kogure diglielo tu!"
Il dottore si morse il labbro fissando il pavimento incredulo, incapace di
sillabare una sola lettera.
"Cosa dovrebbe dire?", domandò innocentemente Koshino, tirandosi a sedere
a fatica.
Mitsui lo fissò, le pupille si erano ristrette a due microscopiche palline
fiammeggianti di rabbia "Toccalo. Sfioralo solamente e ti giuro, Koshino,
ti giuro su tutti gli dei del sottosuolo che ti ucciderò con le mie mani,
dovesse essere l'ultima cosa che faccio, chiaro?" sibilò, ancor
più irritato dall'espressione leggermente divertita del mago.
Mitsui scosse la testa con forza allontanandosi rigidamente, prima di
commettere qualche sciocchezza, "Io lo amo e non permetterò né a te né a
nessun altro di toccarlo, chiaro?", gridò sbattendosi la porta alle
spalle.
Un silenzio preoccupato avvolse la stanza.
Akira si mordeva il labbro inferiore cercando di trattenersi dal mettersi
ad urlare; Kogure fissava il pavimento preoccupato, il cuore che batteva
all'infuriata diviso tra la gioia e il timore.
Koshino ridacchiò, abbandonandosi contro il guanciale ed iniziando a
tossire debolmente,quando la risata gli grattò la gola secca; Kogure gli
fu subito accanto sostenendolo.
"Sto bene, ho solo bisogno di bere e mangiare un po'."
"Vado a prenderti del brodo bollente", ma Koshino scosse la testa
debolmente:"Ci può pensare Sendo. Tu va da quel deficiente e digli che mi
ha dato l'unica risposta che potevo accettare".
Kogure lo fissò un istante negli occhi, gli prese il polso tra le dita
contando sottovoce le pulsazioni, poi annuì, gli occhi che brillavano come
braci nella notte, "Si", sussurrò raggiungendo la porta.
"Kogure...tu lo ami?"
Kogure si morse il labbro, senza girarsi, evitando di mostrare il viso
infiammato dall'imbarazzo e dall'emozione, "Si", rispose semplicemente.
"Anche se è un deficiente?"
Stavolta Kogure si girò sorridendo, incrociando il suo sguardo: "I
deficienti hanno un loro peculiare fascino non credete Maestro?" disse e,
con sorpresa di Akira, fu Hiroaki ad abbassare gli occhi borbottando
un'affermazione masticata e scacciando il dottore con un gesto infastidito
della mano.
"Mi vai a prendere questo brodo o devo andarci io?" chiese rauco a un
Sendo immobile davanti al letto, le mani appoggiate sui fianchi; se avesse
sbattuto un piede per terra sarebbe stata l'incarnazione perfetta di una
popolano furente.
"Era solo una messinscena?" sibilò e Koshino si strinse appena nelle
spalle."Perché?" urlò esasperato.
"Perché in questo castello ci sono due o tre persone che hanno bisogno di
una bella svegliata"
Akira sospirò scuotendo la testa con forza, un sorriso sollevato dipinto
sul viso "Io vado a prendervi il brodo", annunciò, "però di persone che
hanno bisogno di una svegliata ce ne sono più di quante non pensiate",
l'avvertì guardandolo negli occhi un istante prima di chiudersi la porta
alle spalle.
Hiroaki chiuse gli occhi abbandonandosi tra le braccia piumose del
cuscino,assaporando il silenzio della stanza.
C'era stato un momento in cui si era arreso alla volontà del drago,
smettendo di lottare e un profumo di cannella e di camomilla l'aveva
avvolto.
"Non lotti?" gli aveva chiesto.
Era bella come la ricordava: I capelli lunghissimi e neri racchiusi sul
fondoschiena da un nastrino rosso. La veste di seta verde scuro dalla
scollatura profonda che metteva in risalto la curva pallida dei seni, il
loro incavo morbido.
"E' un drago" le aveva semplicemente risposto.
"Così vecchio e folle da credere che il feto di quella donna possa mutarsi
in un suo cucciolo. Si sarebbe accontentato di prendere lei, ma ora l'hai
fatto arrabbiare e li ucciderà tutti"
"Non posso batterlo: sono solo un uomo" aveva ammesso e lei aveva riso
"Capisco: a tua scelta, quando ti fa comodo, sei o solo un uomo o il
figlio del demonio; comportamento infantile. Quei frati ti hanno educato
alla pigrizia e alla
codardia." aveva detto lei in tono dolce.
"Taci! Mi avrebbero salvato se io non fossi scappato! Io sono
un mostro!" aveva iniziato a singhiozzare.
Ricordava quel giorno, il freddo della stanza che gli sfiorava la pelle
nuda,gli occhi dei frati puntati sul suo pene flaccido, lo scintillio del
coltello d'argento che si avvicinava.
La paura. Il lampo verde della sua magia. La fuga.
"Non eri solo un uomo?"
"Taci!" l'aveva supplicata come faceva da piccolo quando voleva le mele
caramellate e la tata non gliele voleva dare.
"Tu sai chi era tuo padre"
"NO!"
"Ricorda il suo volto, io lo amavo."
"NO"
"Amavo mio fratello ed amo te. L'amore non è mai una colpa e anche se lo
è, le colpe dei padri non ricadono sui figli. "
"E' inutile: se sto parlando con te sono già morto"
"Allora morirà anche Hanamichi" aveva sussurrato.
Hanamichi che aveva estratto la spada sporca di sangue dallo stomaco di
una delle guardie che lo stavano braccando : 'Non mi interessa che cosa
sei stato, sei un mio amico'.
"E morirà anche quel Sendo..."
'Volevo essere un cangoretto perché era l'unico modo in cui potevate
prendermi in considerazione...'
"...chissà quale amore delle vite passate lo verrà ad accogliere" aveva
chiesto lei squadrando il ragazzo dall'alto in basso.
"Nessuno" si era trovato a sibilare in risposta, la magia aveva iniziato a
pervaderlo furiosa.
"Ma amore, non puoi lottare, quello è un DRAGO!" l'aveva canzonato la
donna posando la mano fredda sulla sua.
"E' SOLO un drago, mamma" aveva risposto, sentendo la mente della bestia
cedere leggermente sotto il suo attacco.
"E tu?"
"Io sono solo un uomo."
"Innamorato..."
"...mamma....taci."
Koshino sospirò leggermente fissando la porta chiusa, un sorriso
leggerissimo gli inarcava le labbra dolcemente : "Meno di quanti tu creda
Akira" sussurrò, "meno di quanti tu creda"
OoOoO OoOoO oOoOo
La neve brillava cupa sotto il cielo amarantino del tramonto. La notte
sarebbe stata fredda, ma limpida, erano ormai giorni che le bufere non
imperversavano più.
Gli era stato detto che il sole aveva sciolto qua e là la neve soffice
rivelando la terra scura e calda facendo sembrare I campi una torta
bruciacchiata mal spolverata con zucchero tritato, ma il campo sotto di
lui era avvolto da una coltre perfetta ed intatta e i raggi rosati vi si
riflettevano riempiendoli di pietre preziose.
"E quando passeggi invece di affondare nella neve cammini in un paciugo
squaccheroso che fa sciafete sciafete sotto le scarpe, uno schifo davvero"
si era lamentato Mitsui,però erano spuntati dei fiori, piccoli e bianchi,
dai petali carnosi e soffici: i sintomi della primavera.
Gli sarebbe piaciuto uscire, ormai erano passati venti giorni e si sentiva
bene, anche se a volte il fianco gli tirava ancora un po', invece doveva
accontentarsi di osservare il suo regno dalla finestra.
Respirò l'aria fredda, sentendosi pizzicare il naso: com'era ingannevole
il sole in quella terra, splendente e così freddo al contempo; com'era
tutto così diverso.
"A volte mi chiedo se le convinzioni che avevamo prima di giungere qui non
fossero completamente errate", gli aveva confessato un giorno Hiroaki.
"Anche io", era stata la sua risposta e poi non c'era più stato bisogno di
dire nulla.
"Cosa stai facendo do'hao", sibilò Rukawa scostandolo con forza e
richiudendo il vetro spesso e grigiastro, "Hai intenzione di prendere la
febbre?"
"Guardavo fuori", protestò, da tre giorni rifletteva se per riuscire a
fare una cavalcata era meglio uccidere prima Rukawa o Kogure, "Finalmente
'sto posto schifoso ha un'aria umana e io devo stare qui dentro. Ci sto
invecchiando in queste mura! E là fuori c'è la neve!!"
"Appunto, c'è la neve, torna a letto"
Sakuragi sospirò affranto "Sai, prima di venire qui non avevo mai visto la
neve, è problematica, è fredda, insolente e bagnata, ma è anche
bellissima. Guardando i campi così mi sembra che..che non possano esistere
problemi."
"Ma la neve è pericolosa e mortale Hana", sussurrò Kaede cingendogli la
vita e fissando il paesaggio da sopra la sua spalla.
Sakuragi chiuse gli occhi sospirando impercettibilmente: dal giorno del
drago Kaede si era trasferito in un' altra stanza e non lo aveva più
sfiorato, nemmeno per sbaglio.
"Sa illanguidirti il cuore, intorpidirti la mente ed attirarti in un
abbraccio mortale da cui non vuoi scappare"
"Che importanza può avere se in quel momento sei felice?" ribatté, ma non
era sicuro di star parlando della neve.
Kaede scosse la testa "Idiota. Vieni a letto".
Il cuore di Hanamichi accelerò brutalmente, leggendo in quella frase un
invito che attendeva da tempo,ma Kaede si limitò a farlo stendere e a
rimboccargli le coperte, sedendoglisi accanto.
Perché non lo toccava?
Con chi faceva sesso ora?
"Dov'è tua sorella?" domandò, chiedendosi da dove mai gli fosse sbucato
quel pensiero.
"Qui al castello. Hai deciso cosa fare con lei?"
"Fare? Cosa ci devo fare?" chiese perplesso, prima di comprendere: Ayako
Rukawa,sorella di Kaede,la donna che poteva dargli degli eredi, la donna
che avrebbe consacrato Fuchschloss ai Sakuragi, la donna che rendeva
inutile anche l'accertamento del Sommo re.
"Dovresti sposarla"
"Sposare una donna incinta di un altro? E correre il rischio che il suo
bastardo ammazzi i mie figli per accedere al trono?"
"Per farla abortire è un po' tardi, ma si potrebbe sempre uccidere il
bambino" e i suoi occhi si chiusero di disgusto, "o darlo in adozione"
"E io dovrei tenermi una moglie che per tutta la sua vita mi odierà perché
le ho tolto il figlio dell'uomo che ama?"
"Che altre possibilità hai?" chiese.
"Mi pare ovvio"
Kaede chiuse gli occhi aggrappandosi con forza al bordo della sedia, non
poteva farlo, non poteva essersi fatto ferire da un drago solo per poi
condannarla a morte.
"Basta dare un titolo a quello gnomo, farli sposare e sono tutti
contenti."
Kaede tossì per lo stupore, semplicemente incredulo e scosse la testa "La
tua discendenza non sarà mai al sicuro in questo modo. Dovresti
allontanarla da qui. Sei un pessimo statista"
"Tu sei peggio di me, mi stai dando consigli che ti farebbero solo
soffrire"
"Io non ti capisco", ammise avvicinandosi al fuoco, "non la vuoi sposare,
perché sei così gentile con lei allora?"
"Una volta avevo una casa ed una famiglia e poi mi hanno portato via
tutto. Ho invaso il tuo reame,ma non mi va di portarti via anche la
famiglia. Io..è una sofferenza che conosco.
Non sono venuto a Fuchschloss per brama di potere o assurdità simili.
Cercavamo solo una casa. Credevo che conquistando un regno, trovando
qualcosa che mi appartenesse io stesso mi sarei sentito appartenere a
qualcosa. Erano illusioni volpe. Sarò incoronato signore di Fuchschloss,
ma io non apparterrò mai ad essa. Il popolo mi vedrà sempre come un
estraneo. Il conquistatore, per quanto bene li tratti, per quanto rispetto
mi portino io non sarò mai IL signore. I mie figli forse, e i figli dei
miei figli di sicuro, ma IO non ne sarò mai parte. Dovrò guardarmi le
spalle dagli assalti della
nobiltà che vedrà in me sempre e solo un do'hao, dalle minacce di chi
avanzerà pretese su questa stupida gelida terra. Ho fatto tanta fatica per
nulla: non sarà mai un rifugio per me, ma solo un lavoro." ,sussurrò
rabbrividendo.
"E' la politica" confermò sottovoce Kaede "Stai tremando, hai freddo?",
chiese aggiungendo un altro ciocco al fuoco che ardeva vorace.
"Si. Te l'ho già detto: ho freddo quando non ci sei", sussurrò seguendo i
disegni che le fiamme tracciavano sul soffitto.
Labbra morbide e bollenti sfiorarono appena le sue facendolo sussultare.
"Fatti più in là", ordinò Kaede.
Hanamichi grugnì, indicando la parte sinistra del letto completamente
vuota:"Non puoi metterti lì?"
"Io sto di qua", decretò infilandosi sotto le pesanti coltri di
pelliccia,spingendo col suo corpo Sakuragi un po' più in là, sulle
lenzuola fredde; Hanamichi tremò con violenza rannicchiandosi e gettando i
piedi verso la volpe "Sono fredde! Stavo meglio prima" brontolò, ma Kaede
si era sistemato contro di lui,il petto premuto contro il suo, le gambe
intrecciate alle sue e le mani sulla sua schiena, racchiudendolo in un
abbraccio.
"E mi hai baciato" brontolò offeso, non avendo ottenuto nessuna reazione
dalla volpe.
Rukawa emise un verso gutturale che significava tutto e nulla.
"E non l'avevi mai fatto", mormorò Hanamichi, spostando le proprie mani da
sotto il cuscino alla schiena di Rukawa, che socchiuse le palpebre. I loro
occhi si incontrarono, divisi solo dai nasi che si scontravano l'un
l'altro.
"Kaede" mormorò Sakuragi, sentendo piccole torpedini elettrizzargli il
sangue,ma Kaede non rispose limitandosi a premere appena i palmi sulla sua
schiena.
Hanamichi sospirò, chiudendo gli occhi e muovendosi alla cieca verso la
sua bocca, sfiorandogli le guancia, strisciando sul mento fino ad
atterrare sulla sommità tiepidamente umida delle sue labbra.
Rukawa iniziò ad aprirle appena e richiuderle , accarezzando così quelle
di Sakuragi, che tremò piano tra le sue braccia, sospirando prima di
imitarlo.
Una scarica di desiderio gli serpeggiò sulla schiena quando la punta,
appena accennata della lingua di Kaede fece capolino tra le sue labbra,
sfiorandogliele appena prima di ritirarsi.
"Kammmhede", mugolò aprendo la bocca ed insinuandogli la lingua tra le
labbra,penetrando lentamente quell'umidore caldo ed accogliente.
Il respiro di Kaede si infranse in un gemito sconnesso mentre le loro
lingue si fondevano scivolando lentamente una sull'altra, intrecciate come
corpi avvinti nell'amplesso.
Le mani di Kaede salirono, con carezze lente, sino alla nuca morbida di
Hanamichi, spingendone il viso più giù verso il suo, implorando un
contatto più profondo.
Con un gemito Hanamichi gli premette contro con tutto il suo peso,
spingendolo disteso sulla schiena e scivolandogli sopra, imprigionandolo
sotto di sé, immergendosi ancora di più tra le sue labbra, deciso ad
annegarci.
"Kaede" ripeté, stranito, Hanamichi, sciogliendosi dal bacio, ma senza
allontanare completamente le labbra da quelle della volpe e Kaede sorrise
dolcemente, gli occhi azzurri lucidi ed ardenti come il magico fuoco di
Koshino.
"Perché non mi hai più toccato?" chiese in un sussurro, arrossendo
violentemente: che domanda faceva?
"Non fa così freddo da molestare un malato e poi avresti potuto diventare
mio cognato", rispose
alzando lo sguardo verso il soffitto, non voleva che vedesse quanto quel
pensiero lo infastidiva:per la prima volta si era trovato a provare dei
sentimenti per nulla carini verso la sua amatissima, invidiatissima
sorella.
Hanamichi ridacchiò, sfregando il naso freddo contro il suo collo "Mi stai
dicendo che una simile 'parentela' crea degli scrupoli in questo paese di
maniaci sessuali?"
"Deficiente. Le esigenze del copro sono una cosa, ma il matrimonio è
un'altra faccenda. Tutta questa libertà sessuale di cui godiamo lo rende
un'istituzione sacra, molto di più che in altri luoghi. Impone fedeltà
totale ai coniugi, rispetto reciproco fino alla morte. Semplicemente e'
per sempre."
"Anche se è un matrimonio politico?"
"Si. Ricorda che è dovere di chi vive già tutelare la vita dei bambini che
nasceranno, loro vengono prima di ogni cosa perché a loro non è data
possibilità di scelta. La loro felicità prima di tutto",
sussurrò contro I suoi capelli ricordando due occhi azzurri che lo
accarezzavano piano: 'No Kaede non sono infelice; la fortuna di un
genitore è che per quanto l'amore che prova verso un altra persona sia
così tanto forte, esso sarà sempre inferiore rispetto quello che prova per
I suoi figli. Se tu e tua sorella siete felici allora io sono felice';
eppure aveva sempre avuto uno sguardo triste.
"Insomma se uno vuole un figlio si deve sposare ed essere fedele per
sempre in tutto e per tutto?"
"Si chiama responsabilità"
"E' un ottimo motivo per dare in moglie Ayako a quel tuo capitano nano,
non mi va di dover fare sesso con lei per il resto dei miei giorni,
piuttosto sposo te ed adotto un bambino"
"Questo non è previsto Hana" soffiò, la voce che si era incagliata nel
battito troppo furioso del suo cuore Hanamichi alzò il viso fissandolo
sconcertato "Ah no? Una coppia dello stesso sesso non può mettere su
famiglia? Gli tocca per forza trovarsi un uomo o una donna e sposarsi per
poter avere un erede?"
Kaede annuì ed Hanamichi sgranò gli occhi "Lo sai che è un'ingiustizia?"
"E' la legge do'hao"
Hanamichi rise sottovoce sfiorandogli le labbra con le sue, stuzzicandole
con la punta della lingua "E' la legge Milord...e la legge qui la faccio
io", sussurrò penetrandogli piano la bocca.
Le dita di Kaede affondarono sul suo collo, costringendolo ad
immobilizzarsi mentre gli bloccava la lingua tra I denti, succhiandola
piano allusivamente.
Hanamichi inarcò la schiena gemendo, sfregando il proprio membro duro
contro quello altrettanto marmoreo di Kaede che sussultò con violenza
lasciando la presa.
Con un mugolio, quasi un gemito di disappunto, Hanamichi scivolò lungo la
sua gola, sfiorandolo titubante con le labbra prima di permettere alla
punta umida della lingua di assaggiare quella pelle liscia e fresca. Con
un sospiro Kaede gli infilò le dita tra i capelli leggermente lunghi e
soffici, accarezzandolo incoraggiante, anche se, nonostante fosse la prima
volta che prendeva simili iniziative, hanamichi non avesse bisogno di
altro incoraggiamento oltre al suo sapore inebriante.
Con lentezza tirò il laccetto che chiudeva la tunica, scese piano,
seguendo il percorso indicato dalla linea morbida del collo inarcato,
stuzzicando con le labbra il pomo d'Adamo, soffermandosi a tuffare la
lingua nel piccolo incavo, salendo a mordicchiare la clavicola.
Timida la mano destra si fece strada sotto la stoffa spessa allontanandola
dal petto scolpito,scontrandosi, nel suo viaggio, contro l'erta di un
capezzolo turgido. Kaede sussultò con violenza sospirando, mentre
hanamichi trattenne il respiro, sfiorando, questa volta volutamente, la
punta mobile, spingendola a destra e sinistra, lentamente. Abbandonò il
suo collo sollevando il viso per fissare le proprie dita che giocavano
incerte con quel piccolo bocciolo di carne, brividi gli
accarezzavano lo sguardo offuscandogli la vista: o voleva. Si morse il
labbro inferiore indeciso, ma l'attacco rimaneva sempre la miglior difesa
e così chiuse gli occhi allungando la lingua,raggiungendo ad istinto le
propri dita, togliendole solo quando le labbra gli si chiusero attorno
succhiandolo piano. Kaede gemette con forza, inarcando la schiena con un
tremito "Hana!" ed hanamichi ridacchiò scivolando al centro del suo petto,
succhiandolo per qualche istante,ascoltando l'ansimare di Kaede ridursi ad
un respiro affrettato prima di assalire l'altro capezzolo avvolgendolo con
la lingua, titillandolo piano.
Kaede spalancò gli occhi con un rantolo: per venti giorni lo aveva
guardato agognando un contatto,uno qualsiasi senza poterlo tuttavia
toccare, cercando di convincersi che non lo desiderava; quanto poteva
sperare di resistere ad una simile tortura ora?
Hanamichi si spostò nuovamente verso la punta gemella, strusciando i
fianchi contro quelli della volpe che decise di aver già avuto fin troppa
pazienza: con uno scatto fulmineo lo fece rotolare sulla schiena,facendo
cadere le coltri sul pavimento: tanto non avrebbero sentito freddo.
"Volpe!" protestò hanamichi, ma la bocca di Kaede scese sulla sua
sigillandola in un lunghissimo bacio profondo che gli tolse il senno.
Non esisteva nulla oltre a quelle labbra bollenti che lo accarezzavano,
oltre a quella lingua invadente che intrecciava con la sua una danza
sensuale; solo quando Kaede abbassò il viso a suggere un filo di saliva
che gli era scivolato dalla guancia lungo il collo si rese improvvisamente
conto di essere completamente nudo.
"Kaede" sospirò alternando morsetti e leccatine alla spalla che aveva a
portata di bocca.
"SI?" gli chiese malizioso, stendendosi sopra di lui, gli occhi che
brillavano come due laghi ghiacciati sotto il sole "Cosa vuoi?" sussurrò
strusciando la propria dura eccitazione sul membro altrettanto rigido di
Hanamichi che soffocò a stento un urlo.
Fiamme di desiderio lo arsero.
"Allora, sto aspettando?" sussurrò, la voce che usciva in ansimi
sconnessi,ripetendo ad accarezzarlo col marmoreo velluto proprio pene.
Hanamichi gli artigliò le natiche stringendo la carne soda tra le dita,
gemendo con forza, iniziando a spingere il proprio bacino contro quello
dell'amante "Kaede?" biascicò.
"Hm" rispose il moretto, succhiandogli la spalla
"Prendimi"
Rukawa sollevò il viso incredulo "Eh?"
"Prendimi" ripeté Hanamichi strusciandosi con più foga, sfregando le loro
virilità in un bacio umido che li fece gemere entrambi "Voglio sapere cosa
si prova a..."
...ad appartenere ...
"..ad essere posseduti da qualcuno"
...a te...
Il fiato di Rukawa si spezzò in mille rantoli, il copro che tremava
violentemente per l'eccitazione,per desiderio di affondare in lui.
Senza una parola, non sarebbe mai stato in grado di articolare nemmeno una
sillaba, chinò il viso,scivolando a baciargli il torace dorato, prendendo
tra i denti una delle punte rosate, titillandola appena con la lingua in
una piccola vendetta. Inosservata la mano destra si allungò sul fianco di
Hanamichi, sfiorandolo con I polpastrelli, facendogli accapponare la
pelle.
Hanamichi sospirò cercando di strusciarsi ancora contro di lui,
ma,imperterrito, Kaede continuava a scendere veloce lungo il suo petto,
accarezzandolo con la punta della lingua, mordicchiandogli la pelle
stuzzicandogli l'ombelico.
Hanamichi annaspava alla ricerca d'aria, le mani che artigliavano
frenetiche le lenzuola con forza, il corpo che fremeva sotto quei tocchi,
il fiato ancorato in gola mentre la punta fredda del naso della volpe
sfiorava la morbida peluria scarlatta che gli ricopriva l'inguine:"Kae..."
chiamò, ma la lingua della volpe gli sfiorò la base turgida del pene,
soffocando ogni pensiero.
Kaede percorse la sua rigida durezza dal basso all'alto, scoprendo con le
dita la punta rossa che luccicava di piacere, invitandolo ad assaggiare la
sua dolcezza e Rukawa accolse l'invito depositando un bacio casto sulla
sua punta. Senza più controllo hanamichi urlò inarcandosi con forza verso
di lui lasciando che Kaede ripetesse il gesto una, due, tre volte,
allargando ogni volta le labbra un po' di più, fino ad accoglierla
completamente nella bocca bloccandosi.
Hanamichi teneva gli occhi chiusi, il viso arrossato si muoveva
scompostamente da destra a sinistra, frenetico e la lingua guizzava ad
ammorbidire le labbra secche, accarezzandole inconsciamente.
Rukawa sorrise chiudendo gli occhi iniziando a lavorare lentissimamente
quel membro congestionato: scivolando su tutta la sua lunghezza con la
bocca, succhiandolo voracemente e risalendo alla punta, sfiorandola con la
lingua.
"basta ti prego basta io non..." gemette Hana: non gli importava più
nulla:voleva solo che quel piacere devastante lo uccidesse immediatamente.
Incredibilmente Kaede lo accontentò risalendo per tutta la sua lunghezza
fremente, soffermandosi dispettoso sulla punta bagnata, accarezzandola
piano con la lingua prima di ridiscenderla con le labbra chiuse,
infilandosi tra le sue cosce spalancate, baciando i testicoli bollenti
prima di insinuarsi col viso ancora più in basso.
Hanamichi allargò istintivamente le gambe, alzando il bacino per
permettergli il passaggio e Kaede trovò la sua apertura inviolata. Con
dolcezza accarezzò l'anello con la punta della lingua,sfiorandolo dal
basso verso l'alto, tratteggiandone il perimetro.
"Hurtgur signore della pioggia proteggimi!" gridò Hanamichi sentendo fiumi
di lava bruciargli il ventre, ma il Dio non ascoltò la sua preghiera: la
lingua curiosa di Kaede lo penetrò stuzzicando i muscoli sensibili e
contratti "Cosa ho fatto di male?" gemette hanamichi: fremiti percuotevano
il suo corpo con la violenza di piacevoli sferzate, eppure lui non poetava
muoversi per non creare impacci a Kaede e il suo pene sussultava con
violenza implorando poverino un poco di sollievo. No, non poteva
sopravvivere così; la mano destra abbandonò le lenzuola per chiudersi
attorno alla sua virilità.
"Cosa pensi di fare?" ansimò Kaede afferrandogli la mano.
"stai cercando di uccidermi?"
"E' così facile?" sussurrò tornando a stendersi su di lui, cercando la sua
bocca per un bacio famelico.
Hanamichi gli gettò le gambe sulla schiena spostandosi sotto di lui sino a
sentire il suo pene bollente bussare tra le natiche.
Kaede aveva smesso di respirare e tremava con violenza nel suo abbraccio
"Ti farà male Hana" lo ammonì con un sussurro "parecchio"
"Più di un artigliata di drago?"
Kaede sorrise scuotendo la testa iniziando a farsi strada dentro di lui
più delicatamente possibile:non voleva fargli del male. Tuttavia gli occhi
di hanamichi si strinsero con forza diventando due sottili strisce di
ciglia mentre le dita che prima gli stavano accarezzando la schiena gli
artigliavano ora la pelle.Kaede chiuse gli occhi rompendo la sua ultima
resistenza con una spinta decisa, prima di immobilizzarsi.
"Hana?"
"Preferivo il drago" biascicò "Mi dispiace, non pensavo fosse così
doloroso"
"Vuoi che esca?" sussurrò baciandogli l'orecchio, sapeva che era egoista,
ma sperava tanto dicesse di no.
"No...mi dispiace per te, per tutte le volte che te l'ho fatto io, non
pensavo facesse così dannatamente male"
Kaede ridacchiò mordendogli il lobo "Guarda che tu me l'hai fatto solo una
volta, tutte le altre volte sono stato io che ho voluto che tu me lo
facessi, anche perché sai" sussurrò baciandogli il collo ed si mosse un
poco dentro di lui, stimolandolo appena, attendendo che il dolore iniziale
scemasse "
una volta passato il fastidio dell'invasione" e si portò quasi fuori prima
di spingersi dentro lentamente,ma in profondità, "può essere piacevole".
Hanamichi spalancò gli occhi con un gemito stringendo le gambe attorno
alla schiena sottile di Kaede,
stringendolo di più a sè "Muoviti ancora" lo supplicò e Kaede lo baciò
ubbidendo.
Con uno sforzo Kaede gli scivolò di fianco per non gravargli addosso con
il suo peso, ma Hanamichi si girò di lato ricatturandolo in un abbraccio
debole ed incerto e Kaede nascose il viso contro il suo collo.
Il vento canticchiava placido e stanco oltre le mura, qualche animale
gridava il suo disappunto in lontananza.
Con dolcezza Hanamichi lasciò scorrere le mani tra I capelli di velluto
scuro che posavano stanchi sulla nuca della volpe, si sentiva in pace.
Chiuse gli occhi con un sospiro soddisfatto.
'Una casa non è un luogo fisico'
Chi l'aveva detto?
Una figura piccola incappucciata in una lacera tunica di iuta sporca.....
"Sono le emozioni che rifletti su un luogo che lo rendono la tua casa'
...la cenere volava nel vento facendoli tossire....
'ti aiuterò ad avere un regno Hana, ma esso non sarà mai una casa'
...e lui aveva urlato affermando che avrebbe avuto un regno....
'sono le persone con cui vivi che rendono quel posto una casa'
...ed aveva ripetuto che sarebbe diventato un Lord....e Hiroaki aveva
sorriso,le lacrime che gli macchiavano il viso tracciando sentieri di
pulizia tra lo sporco, scuotendo la testa divertito assecondandolo per
l'ennesima volta.
Hanamichi sorrise passandogli un braccio attorno ai fianchi, sfregando il
naso contro la sua testa
"Credi che questo posto mi apparterrà mai davvero?" sussurrò. Rukawa
sbuffò " I luoghi appartengono solo a se stessi, la terra non ha nessun
bisogno degli uomini, mentre gli uomini hanno bisogno di appartenere a
qualcosa. Sei tu che devi sentirti appartenere a lui." Sussurrò alzandosi.
"Vai a dormire di là?" gli chiese allarmato Hanamichi e Kaede
sorrise,recuperando le coperte di pelliccia e tirandole sopra di loro,
prima di tornare al suo posto comodo sul petto del rosso.
"No" disse guardandolo negli occhi "Anche io ho freddo quando non ci sei".
Hanamichi sgranò gli occhi che luccicavano di gioia; una folata leggera di
vento bussò contro le finestre.
"Kaede io.." sussurrò con voce tremante, stringendo la presa attorno alla
sua vita, ma le labbra di Kaede si posarono sulle sue zittendolo.
Il vento sostò per un istante contro la finestra, curiosando, poi, con una
risata scivolò via verso le stelle che, come lentiggini luminose,
abbellivano il volto scuro della notte:l'inverno era finito anche quell'anno.
Fine cap 6 (O_O incredibile..ce l'ho fatta la cosa più torturosa che io
abbia
mai scritto sta volgendo al termine ç_ç commozione.....)
Nia >___< Annuncio ufficiale: io lo odio.
RU Che palle....
Nia>__< quando le lemon non sono previste tu ci dai dentro alla grande...quando
invece sono previste mi hai fatto penare!!!!/ giorni per scrivere quelle 4
righe
orride!!! vergognati!!!!Che schifo!!!!la prima volta in vita mia che ho
dei
problemi a fare le lemon>___< io ti odio, chiaro????
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