Disclaimer: i pg di questa fic non sono miei sono di  tutte le fic writer!!! ^__^



Redfox4

di Niane


TITOLO Rdfox
PARTE 4\6+epilogo
AUTORE niane
SERIE slam dunk
RATING nc17
NOTE A soffiochan

IL RU DI QUESTA FIC OLTRE AD ESSERE UNO STRONZO E' IL CLONE
MANIACO DI SENDO>>_<
Ru ce l'hai con me??
Nia: di chi è la colpa se ci ho messo così tanto a scrivere?? Chi è che non fa
mai quello che io dico??
RU:tutti???
Nia ç__ç




rage of the winter mould the horizon
cover the mountains, forest and lakes,
rage the winter magical wonder
enchanted fury majestic force
(sempre loro*_*)

capitolo 5

Non c'era altra soluzione.
Con un sospiro Hanamichi aprì la grossa porta di pesante quercia scura di botto, soffocandosi con le sue stesse parole. Come sempre, in quasi tutte le stanze del castello,abitate o meno, il grosso focolare scoppiettava allegro, scaldando, illuminando ed impregnano la stanza dell'odore affumicato di legna; come al solito il pigrissimo ed indolente ex lord di Fuchschloss era steso languidamente sul grande letto padronale, appoggiato su un fianco, il mento puntellato contro il gomito, un grosso,vecchio ingiallito libro dalla copertina di pelle scolorita dimenticato dietro la schiena. Accanto a lui, più steso che seduto sul bordo del letto, la mano destra familiarmente abbandonata sul fianco di Rukawa, Sendo gli parlava, viso contro viso, sussurrando qualcosa di divertente , visto il sorriso appena accennato del moretto. Sakuragi deglutì il proprio fiato stringendo le dita in un pugno così serrato da far impallidire le nocche arrossate dal gelo.
Rukawa bofonchiò la sua inarticolata risposta e Sendo sorrise infilandogli le dita della mano libera tra I capelli, accarezzandoli piano.
"Niente porcherie nella MIA camera" grugnì Sakuragi sbattendo al porta sentendo l'irritazione fermentargli nello stomaco mentre Akira si allontanava veloce dal letto; lo sguardo basso al pavimento, la mano sinistra stretta in un pugno contro il fianco, l'espressione colpevole di un bambino scoperto a mangiare i biscotti appena estratti dal forno.
Stavano davvero per fare qualche porcheria nella sua camera e dopo, quella notte  lui si sarebbe steso sullo stesso letto
su cui loro avevano consumato, che avevano sporcato con il loro sudore e..e.Per la Pioggia!!! E se l'avessero già fatto??
E se, in quei lunghi e scuri pomeriggi di gelo in cui, nonostante il freddo che gli congelava le ossa e le continue ramanzine del dottore che lo avvertiva che la febbre sarebbe potuta ripresentarsi, lui usciva cavalcando lungo le strade deserte del villaggio ,fermandosi di casa in casa per verificare le condizioni del suo popolo, la volpe e il siniscalco da quattro soldi si fossero divertiti rotolandosi tra le lenzuola del suo letto?? Avevano fatto sesso nel suo letto?
No, impossibile, se non altro perché quella specie di istrice trascorreva i suoi pomeriggi sulle ginocchia di Hiroaki, sospirò piano, silenziosamente e rilassò i pugni.
"Questa è anche camera mia, do'hao" annunciò placidamente Rukawa stiracchiandosi sul letto.
"Questa è la m-i-a camera, tu sei qui solo perché se ti mando a dormire nelle segrete, come dovrei fare, corro il rischio che ti iberni! Se vuoi rotolarti con Sendo come se foste due conigli in calore, vai da un'altra parte, non nel mio letto! Siete tutti dei maniaci in questo paese! Cos'è questa mania di saltellare da un letto ad un altro? Ma io cambio la legge, cambio, altro che libertà, promiscuità, sessualità e -ità varie, castità ed astinenza e le coppie sposate facciano solo
un figlio" tuonò irritato.
Akira lo fissò perplesso, poi sorrise sollevato incrociando per un brevissimo istante lo sguardo azzurro e sicuro del suo signore."Forse, altezza" sussurrò dolcemente, infilando la mano in tasca e costringendo entrambi gli uomini a fissarlo sorpresi "dovreste prendere esempio dai vostri uomini ed adeguarvi anche voi stesso ai nostri costumi; provare è il primo modo per capire" sussurrò suadente.
"Akira" sibilò Rukawa scattando a sedere sul letto, ma Sakuragi aveva sgranato gli occhi tanto che la pupilla risultava una minuscola macchiolina scura in un tondo mare candido (che schifoNDa).
"Tu..tu TU_VORRESTI_CHE_IO_MI ADEGUASSI_AI VOSTRI_ASSURDI_MANIACALI_COSTUMI?" gridò tutto
d'un fiato. "se io mi adeguo chi diavolo lo porta avanti questo regno? Eh?EH? chi lo governa? Già ho I miei problemi a staccare Hisashi dal culo di Kogure, che ogni volta."
Akira ridacchiò interrompendolo "Forse se aspettaste che finiscano, poi Mistui verrebbe via più volentieri, certe cose una volta iniziate devono essere portate a compimento, sennò risultano un po' dolorose..ecco" ridacchiò, ignorando il gemito incredulo di Rukawa che si era ributtato steso sul letto.
Sakuragi aprì la bocca e la richiuse senza emettere suona almeno una decina di volte, più simile ad un pesce che ad un essere umano, poi arrossì improvvisamente diventando tutt'uno con i capelli. "Era era un modo di dire..", balbettò, "gli sta appiccicato io non interrompo mentre, non credo che..non ho mai visto io", s'incespicò mentre la punta delle orecchie divenne così rossa che sembrava dovesse andare a fuoco da un istante all'altro "Vattene!!! Cosa stai qui a perdere tempo in discorsi in utili, va a lavorare! Quanto a te stupida volpe idiota vedi di vestirti, oggi esci con noi"
sibilò scappando verso la porta.
"Eh?"
Sakuragi si fermò stringendo la maniglia gelida tra le dita "Mi hai sentito. Esci in perlustrazione con noi. Sono stanco di andare fuori a gelarmi le chiappe mentre tu stai al caldo a poltrire. Oggi prendi una buona dose di freddo anche tu. Vedi di muoverti e raggiungici in infermeria" sibilò lasciando la stanza incamminandosi a lunghe falcate lungo il corridoio, ignorando le guardie che scattavano sull'attenti al suo passare o i servi che si inchinavano cerimoniosamente. Diventava più difficile ogni giorno che passava.
Per dieci anni, da quando era stato scacciato dalla sua casa, il suo unico scopo era stato diventare signore di una sua terra, di un nuovo regno, di creare e dirigere una propria casa, ma ora che finalmente aveva coronato il sogno, tutto gli sfuggiva dalle mani, sciogliendosi tra le sue dita come una complessa bellissima torre di ghiaccio sotto il sole del sud.
Recuperando la sua sicura baldanza aprì la porta dell'infermeria sospirando rumorosamente nel vedere il proprio capitano
sanguisuga incollato alle labbra del dottore imprigionato contro il basso tavolo da lavoro. Tossicchiò leggermente, incapace di distogliere lo sguardo dalle esili mani del medico che si muovevano in circoli pigri sulla schiena di Hisashi, accarezzando la consistenza scolpita dei muscoli. Un gemito soffocato di Kogure, le cui gambe si aprirono leggermente per permettere a quella sinistra di Mistui di insinuarsi tra di loro, l'informò che non l'avevano sentito. Con uno sbuffo indispettito estrasse la spada dal fodero appoggiando il metallo gelido della lama contro la gola scoperta di Mitsui che spalancò gli occhi irrigidendosi.
"Che idiota, hai sconfitto nemici quasi più forti di me e ti faresti ammazzare come un cadetto qualsiasi per colpa di quel che hai tra le gambe" sbuffò
"Non vi abbiamo sentito entrare Milord" borbottò Kogure arrossendo lievemente sotto gli occhiali
"E me ne sono accorto. Muoviti cialtrone di un capitano che usciamo."
"Ancoraaa?" gemette Mitsui affondano il viso contro il collo del suo dottore aspirandone l'aroma speziato, non voleva uscire, voleva andare nella sua stanza, spogliare Kiminobu, adagiarlo sul suo letto e leccarlo da capo a piedi, o forse poteva far spogliare Kiminobu e poi chiedergli di massaggiargli la schiena completamente nudo come aveva fatto la sera prima mmmmm
""OH hai capito?"
Mitsui fece un salto arretrando di scatto "Eh si, ho capito, usciamo" mugugnò massaggiandosi l'orecchia assordata;
improvvisamente i suoi occhi si sgranarono, mentre la bocca si socchiudeva in un debole sorriso "lord Rukawa" mugugnò.
"Sei arrivato finalmente stupido tira." grugnì Sakuragi girandosi di scatto verso la soglia su cui immobile Rukawa
attendeva "...tardi" concluse bofonchiando.
Rukawa si era cambiato ed indossava un elegante completo di lana pesante blu notte che gli fasciava il corpo mettendo
in risalto ogni singolo muscolo. Un lungo mantello blu con cappuccio, foderato di candida pelliccia dal pelo lungo gli
scendeva accarezzando le spalle e le gambe fino a metà polpaccio. In mezzo a tutta quell'oscurità il viso candido del
lord riluceva come una stella nella notte senza luna e i suoi occhi di ghiaccio sembravano essere diventati enormemente
grandi. "Quando vuoi andare io sono pronto"
"Non..Non ti metti un'armatura?" balbettò incapace di schiarirsi al voce Sakuragi e sentì un antipatico moto di fastidio
rotolargli nello stomaco come una valanga quando Rukawa sorrise appena: aveva fatto una domanda stupida, se lo
sentiva, quando quel perdente sorrideva in quel modo era solo perchè stava per dire qualche malignità.
"E lasciare che il metallo freddo mi si congeli addosso, non sono così stupido".
Appunto. Con uno sbuffo Sakuragi lo superò uscendo dalla stanza, ignorandolo.
Mitsui sospirò debolmente, "Mi congelerò là fuori" piagnucolò "C'è un cielo livido, sono sicuro che anche I lupi sono
a casa davanti al caminetto. Tornerò a casa con le stalattiti attaccate alle ciglia"
Kogure ridacchiò avvicinandosi "In quel caso" gli sussurrò contro il collo "passa nella mia stanza al ritorno, vedrò
di inventarmi qualcosa per riscaldare I vostri muscoli raffreddati, capitano"
Gli occhi di Mitsui luccicarono maliziosi "Ma non lo so.. credi davvero di esserne all'altezza?" lo canzonò cingendogli
la vita con le braccia e attirandolo a sé.
Kogure sorrise e, sollevatosi in punta di piedi, gli mordicchiò il labbro inferiore, succhiandolo piano e voracemente
prima di far scivolare la lingua nella sua bocca per un bacio breve.
"Buona perlustrazione " sussurrò abbandonando le sue labbra e Mitsui, gli occhi ancora chiusi, annuì debolmente,
muovendosi a tentoni alla ricerca di un altro bacio "Capitano ti aspettano" gli ricordò il medico allontanandosi.
Hisashi sospirò afferrando la propria grossa ed ingombrante pelliccia "a dopo" borbottò lasciando l'infermeria.
La temperatura era ancora più bassa di quanto Hisashi non avesse previsto, per fortuna non c'era un filo di vento,
ma l'aria era satura di piccole schegge di ghiaccio che si infilavano in ogni apertura e penetravano attraverso la stoffa pungendo la pelle.
Sakuragi cavalcava quasi raggomitolato su se stesso, pochi centimetri più avanti rispetto a Rukawa che avanzava a
viso scoperto, eretto sulla sella, gli occhi socchiusi, come se non fossero staffilate di aria ghiacciata quelle che arrossavano il suo viso, ma semplici carezze di brezza primaverile.
Poco più indietro rispetto a loro, in retroguardia, Mitsui avanzava in silenzio,imbacuccato nella pelliccia fino al naso, in
modo da nascondere quella smorfia idiota che gli era comparsa sulla faccia dopo il bacio del medico. Va bene, sembrava
un maniaco. Anzi, un maniaco pervertito e malato di sesso probabilmente. Un mostro erotomane. In alcuni paesi del sud
sarebbe anche stato messo in prigione per atti innaturali. Le mamme avrebbero raccontato con disgusto la sua storia ai
bambini e poi avrebbero aggiunto 'e ora vai a dormire sennò il capitano Mitsui ti porta via'. Ridacchiò tra sè, in realtà
non gli importava nemmeno un po'.
Il villaggio scivolava placido attorno a loro, silenzioso ed immobile, con quel freddo impossibile I contadini, che erano
gente normale e non dei pazzi come il loro nuovo Signore, pensò con una punta di rammarico Mitsui, erano barricati in
casa a giocare con I figli o a rotolarsi tra le coltri per scaldarsi. Alcuni,quelli che trovandosi vicino alle finestre
sentivano il rumore soffocato dei cavalli, si azzardavano ad uscire a salutare Lord Rukawa e Kaede dispensava loro
accenni congelati di sorrisi e gesti di saluto. C'era una luce vibrante nei suoi occhi, una strana luminosità sul suo volto
mentre voltava la testa a destra e sinistra, osservano le nuove costruzioni di roccia man mano che il villaggio scorreva
accanto a loro.
Improvvisamente Sakuragi rallentò affiancando Rukawa "Che te ne pare volpaccia del mio lavoro?"
"Hn"
"Sbuffa sbuffa" rise, "Ma se voi aveste avuto una simile fortezza, noi avremmo avuto più difficoltà a conquistare Fuchschloss!" sbraitò divertito.
Rukawa alzò appena un sopracciglio " Allora grazie" sussurrò "quando Fuchschloss tornerà a me, sarà molto più solida."
Sakuragi aprì la bocca girando il viso verso di lui, c'erano piccole scagliette di ghiaccio brillante tra I suoi capelli neri ed
un insolito rossore gli coloriva le guance ed il naso. Sakuragi scosse il capo "Sogna volpe, sogna" borbottò fermando il
cavallo davanti ad una piccola costruzione. La casa era ancora di legno, ma le assi scure e grosse erano state ricoperte
per metà di grosse pietre semilavorate che la proteggevano.
"Ehilà donna insopportabile hai da offrire qualcosa capace di scaldare un povero lord assiderato "Urlò saltando giù da cavallo.
Koko aprì la porta con cautela fissandolo perplessa "Milord, non credevo di rivedervi così presto. Ho fatto proteggere
la casa come Voi avete ordinato. Ho dunque compiuto qualche altra mancanza?" chiese gentile, senza alzare lo sguardo
verso i cavalieri.
Sakuragi rise "No, Signora della terra, sto solo cercando un buco caldo in cui scaldarmi le ossa".
La donna sorrise "Nessuno mi chiama mai con un titolo tanto formale" rispose alzando il viso; la bocca rosea a carnosa
si aprì in un piccolo moto di sorpresa "lord Rukawa" sussurrò.
"E' a prendere il freddo con noi, possiamo entrare?"
"Ma certo Milord, accomodatevi accanto al fuoco e permettetemi di ospitarvi per pranzo. Ho una zuppa di cereali bollente, e polenta e stufato di gnorri e delle focacce di sciroppo di acero dolce appena sfornate" sussurrò.
"Aspettavi visite?"chiese, incuriosito da un pranzo così abbondante sulla tavola di una semplice popolana, sola.
Koko sorrise scuotendo la chioma corvina, "No mio signore, ma immaginavo che avrei avuto visite" sussurrò.
"Donna, hai la Vista?" sibilò Mitsui, non gli piaceva quel potere, era solo fonte di guai e troppo pericoloso.
Koko scosse ancora la testa offrendo loro tre grossi calici di vino bollente,meno speziato e più amaro di quello che bevevano al castello.
"No, Capitano, solo intuito femminile" sussurrò ponendo loro davanti grossi irregolari piatti di pane su cui versò una
densissima e cremosa zuppa di orzo.
Koko parlava loro del villaggio rispondendo alle domande precise, ma a volte assurde (ed allora Rukawa borbottava
divertito qualche insulto) di Lord Sakuragi.
Hanamichi le si era seduto di fronte, incapace di distogliere lo sguardo dalla bella donna. Capelli nerissimi e lunghi stretti in una crocchia elaborata bloccata sulla testa. Labbra rosate e carnose, dal disegno piccolo e perfetto. Occhi grandi e profondi neri che risaltavano su una carnagione molto chiara. Mani affusolate dalle dita lunghe e curate, mani morbide ed accattivanti,lisce e soffici come il velluto e, come se non bastasse una buona conversazione.
Leccandosi dalle dita I rimasugli dello sciroppo d'acero Hanamichi sorrise divertito "Ti ringrazio per l'ottimo pranzo Signora
della terra, ma ora è giunto il momento di tornare al castello" disse ignorando placidamente le occhiate allibite del capitano e di Rukawa.
Koko sorrise piegando appena la testa accompagnandoli sino all'uscio, camminando alcuni passi dietro di loro.
Con un unico agile balzo Hanamichi montò Monkey, osservando ostentatamente Rukawa sollevare il mantello scuro prima
di infilare lo stivale nero nella staffa.
"Eppure un principe dei ghiacci come te io lo avrei visto vestito di bianco sai? Perché porti il blu?"
Rukawa si bloccò, la gamba per aria perplesso.
"Si dico che il bianco ti donerebbe molto, potresti sembrare uno di quei bellissimi principi della stirpe fatata" sussurrò sensuale.

Mitsui lo fissò con la bocca aperta in un muto gemito di sorpresa mentre gli occhi di Kaede si strinsero in due lame sottili e taglienti, mentre cercava di capire quale fosse il gioco del do'hao.
L'unico suono di sorpresa sfuggì dalle labbra della strega che fece scorrere lo sguardo da Sakuragi a Rukawa un paio di
volte, prima di sgranare gli occhi notando come, nonostante i suoi occhi nocciola ed il viso fossero completamente puntati sulla figura elegante della volpe, Sakuragi la stesse squadrando con la coda dell'occhio. Un brivido le corse lungo la schiena costringendola a chinare il capo.
"Non ci si veste di bianco sulla neve do'hao deficiente, se ti dovessi perdere nessuno potrebbe mai trovarti"
"Oh" disse sorridendo girando il cavallo verso il vale "capisco, dunque ti capita molto spesso di perderti nel tuo stesso regno?"
Rukawa sgranò gli occhi "Do'hao" sibilò affiancandolo, ma Hanamichi spronò il cavallo galoppando verso il palazzo.
Mitsui sospirò osservando le due figure affiancate allontanarsi velocemente "Mi fa uscire al freddo per nulla. Avessimo fatto qualcosa oggi, nulla. Oh, non che il pranzare con voi sia stato spiacevole, ma avevo creduto che dovessimo fare 'qualcosa'" sussurrò sorridendo stancamente "ma del resto, quando tutto è a posto anche le ispezioni non diventano altro che viaggi a vuoto. Grazie per l'ospitalità Madonna" salutò allontanandosi al trotto, non voleva stancarsi troppo, c'erano modi più piacevoli in cui consumare le energie in eccesso.

Avrebbe voluto seguire l'esempio di Rukawa e immergersi in una tinozza di acqua tiepida per allontanare I residui de freddo dalle ossa, ma aveva bisogno di un altro paio di occhi, non che rimanessero molti dubbi in proposito, ma un doppio controllo era sempre meglio.
"NO Akira ho detto di no!" mugolò Hiroaki da dietro al porta chiusa, congelando a mezz'aria il pugno di Sakuragi che si
stava per abbattere sonoro contro il legno.
"Smettila, ti dico di piantarla. Non voglio"
Hanamichi sbatté le palpebre. Era davvero Koshino che ordinava? In quel modo? Con quelle frasi delicate e dolci? Ma
nessuno avrebbe mai obbedito a degli ordini che sembravano la supplica di una donna.
"Smettila, smettila o ti trasformo di nuovo" gemette ed Hana aprì la porta.
Koshino era a gattoni sul pavimento gelido, la tunica allentata sul petto fino a mettere in mostra la pelle candida "Chi?"
sussurrò girando il viso leggermente arrossato ed Akira ne approfittò per spiccare un balzo e saltargli sulla schiena squittendo.
"Smettila non posso giocare con te " si lamentò allungando le mani per afferrare il cangoretto che saltò giù, gli passò sotto lo stomaco e raggiunse il viso, leccandogli il naso "Kiiii" squittì felice saltando sulla coda un paio di volte. Veloce Hiroaki lo afferrò tra le mani tenendolo forte contro il petto mentre Akira continuava a dimenarsi.
"Oggi è insopportabile, non fa altro che saltare in giro, rubare le cose e creare disastri"
"Kii?"
(O mamma Akira che fa I versetti tipo pokemon..lo adorooooo*_*)
Con uno sbuffo il mago posò l'animaletto sulla poltrona, appena sotto ad una grossa coperta di lana grezza tenendolo fermo tra le ginocchia. Il fuoco tremò riducendosi ad un esigua fiammella scolorita, mentre le parole sommesse del mago scivolavano nell'aria tramutandosi in una luce cangiante e spessa.
Le orecchie del cangoretto e la coda si ridussero, il pelo scomparve mentre il muso affilato si addolciva riprendendo I lineamenti umani del siniscalco, con un botto, che fece sussultare Hanamichi, immobile ed imbambolato sulla soglia, il fuoco riprese ad ardere vivace.

"Avevi bisogno di qualcosa?" chiese Hiroaki, girando il viso verso di lui, la mano sinistra che distratta si muoveva nell'aria
disegnando strani ghirigori e portando a compimento la trasformazione.
"Si, avrei bisogno che tu faccia un giro in Paese" disse meccanicamente.
Akira alzò gli occhi verso il mago, le ginocchia di Hiroaki stringevano ancora le sue imprigionandolo "Oh che mal di testa "
pigolò lasciando cadere il viso in avanti contro lo stomaco del mago.
Hiroaki lo fissò serio "Per forza, hai continuato a saltare come un pazzo per tutto il pomeriggio ma perché cavolo mi chiedi."
Akira balzò in piedi di scatto, come uno dei pupazzi delle scatole magiche dei saltimbanchi che passavano in estate, "Ho freddo"annunciò strusciando contro il mago per uscire dalla poltrona e recuperare le vesti piegate in un angolo "e fame. Vado a sorvegliare la cena, posso Maestro? Milord?"
"Si" acconsentì Sakuragi sedendosi su una sedia imbottita, "lasciaci soli e vai a vedere che si mangia. Sendo, già che ci sei fai mandare qualcosa di forte e caldo a quella specie di piaga che governava prima di me questo regno, non vorrei che mi morisse congelato"
Akira lo fissò perplesso stringendo i lacci della lunga tunica.
"Lord Rukawa" spiegò Koshino sedendosi dietro la scrivania.
"Ah" annuì il siniscalco lasciando la sala.
OOoOo oOoOo oOoOo

Il vento fischiò subdolo e violento contro le imposte di legno che oscuravano le strette finestre, insinuandosi tra le fessure e facendo danzare la punta dorate delle deboli fiamme nel camino ed infastidendo la punta del naso di Rukawa che aprì un occhio insonnolito scrutando la penombra della stanza. Il fuoco ardeva ancora vivace, ma il sibilo tintinnante del vento, molesto come un gatto deciso ad entrare in casa, gli faceva scorrere dei piccoli brividi di freddo psicologico lungo la schiena.
Gli sarebbe piaciuto stringersi ad un corpo caldo e sentire le mani grandi e gentili accarezzare piano la sua schiena infilandosi con lentezza sotto la camicia da notte, scaldandogli la pelle poco a poco.
Gli sarebbe piaciuto.in un'altra vita però, in quella in cui nel suo letto non c'era un piccolo orso disteso supino, le mani
allargate a croce, intento a russare debolmente.
Rukawa sospirò indispettito: aveva la punta del naso fredda e cominciava a sentire freddo anche ai piedi.
Con un unico movimento fluido si girò verso l'usurpatore, offrendo la schiena alla finestra e che tutti ardessero nelle fiamme del sottosuolo, aveva freddo. Lentamente, senza scuotere il materasso, se il do'hao si fosse svegliato e l'avesse scoperto correva il rischio di essere cacciato a dormire sul giaciglio di paglia, gli si avvicinò posando il viso nell'incavo della spalla,il naso contro il collo del do'hao, in modo da scaldarlo, ed insinuò le dita dei pedi sotto le sue cosce . Sakuragi grugnì qualcosa girandosi verso di lui, tirandolo contro il suo corpo e imprigionando tra le braccia quella piacevole inaspettata fonte di calore.
Rukawa sospirò, sperava tanto che il do'hao non incominciasse a sprimacciarlo come un cuscino, ma in fondo era felice
per quel nido caldo che gli aveva inconsciamente offerto, ora forse avrebbe potuto riprendere a dormire.
Il vento continuava a soffiare la sua gelida ira facendo sferzando il legno delle imposte che scricchiolava e tintinnava debolmente sotto i suoi assalti, probabilmente si stava preparando una tempesta di ghiaccio. Rukawa posò la testa sul petto del do'hao che continuava beatamente a russare ignaro della bellissima canzone che la tempesta stava intonando.
Come poteva ignorare a quel modo il dolce sibilo? I brividi che provocava lungo la schiena? Il delicato suono delle campane che suonavano. Le campane. Rukawa alzò la testa contano I rintocchi ontani del campanile, tre, quattro, cinque e probabilmente se ne era perso uno prima di accorgersi del suono. Sei rintocchi. Era la prima, per molti era l'ora di alzarsi. Avrebbe potuto farlo anche lui, fare colazione e poi fare qualcosa, ma cosa?
Magari tornare in Paese, magari.
Il vento frustò con forza la finestra violentandola con una manciata di pioggia gelata e Rukawa sospirò, no, non aveva voglia di alzarsi.
Se solo ci fosse stato Sendo avrebbero potuto trascorrere il tempo in modo, se non costruttivo almeno divertente. Per il
fuoco e la fiamma! Da quanto era che non faceva sesso?
Il vento fischiò con forza minacciando di aprire le imposte ed uno scroscio di ghiaccio si abbatté contro il castello, cadendo a terra con piccoli botti.
Tanto.era davvero tanto tempo gemette chiudendo con forza gli occhi e lasciando che I brividi di piacere che la tempesta gli provocava scivolassero liberamente lungo la sua spina dorsale, bruciandolo.
Il corpo del do'hao era caldo contro il suo e la gamba di Rukawa scivolò lenta tra le sue.
Aveva delle belle gambe, poteva sentire il disegno dei muscoli scolpiti della coscia mentre lo accarezzava con la propria..
Per il Fuoco! Cosa stava facendo? Quello era uno stupido do'hao, l'usurpatore che gli aveva portato via tutto, il tipo che lo aveva violentato, quello che gli aveva permesso di uscire e di rivedere Koko,che gli aveva fatto portare una tazza di vino bollente appena erano tornati. Un corpo caldo che lo cingeva tra le braccia. Un petto scolpito che si alzava ed abbassava sotto i suoi polpastrelli. Era il do'hao. Era l'usurpatore. Al diavolo. Era un uomo, un bel uomo, era nel suo letto e lui aveva voglia di fare sesso.
Piano si strusciò contro la gamba, lasciando che la coscia gli accarezzasse l'erezione, Sakuragi mugugnò.
Le mani di Kaede scivolarono alla scoperta del suo corpo, accarezzandolo piano da sopra la stoffa della camicia, stuzzicando i capezzoli duri, accarezzando il ventre piatto, scivolando sulla prepotente erezione del do'hao. Chissà cosa stava sognando per essere ridotto in quello stato.
"Chi stai sognando?" chiese lambendogli al gola, la sua pelle era dolce e salata al contempo.
Sakuragi gemette e le sue mani scivolarono sulla schiena di Rukawa fermandosi sulle colline sode dei glutei stringendoli tra le dita. Kaede sollevò appena un sopracciglio divertito ed iniziò a tirare il laccio che chiudeva la camicia da notte del do'hao liberando il petto ancora leggermente abbronzato.
Accarezzò piano, con la punta dell'unghia, la pelle delicata del collo,scivolando lento verso il petto, seguendo il rilievo della clavicola, per poi ridiscendere a precipizio verso i pettorali.
Hanamichi mugolò rabbrividendo appena e Rukawa insinuò le dita sotto la stoffa,tra I lacci allentati, stringendo tra I polpastrelli il duro capezzolo eretto. Hanamichi s'inarcò aprendo le labbra in un sospiro.
Rukawa sogghignò, era divertente.
Piano titillò col dito il capezzolo tirandolo e spingendolo un poco, sentendolo indurirsi sempre di più sotto le sue carezze.
"Cosa stai facendo volpe?" balbettò, la voce impastata dal sonno e dal piacere,Sakuragi.
Kaede lo fissò per un istante prima di stringersi nelle spalle e pizzicarlo di nuovo "Torna a dormire".
"Cosa?"
Kaede spostò la stoffa di lato, liberando la parte destra del petto muscoloso di Hanamichi "torna a dormire"ripetè iniziando a leccare piano l'altro capezzolo abbandonato, titillandolo con la punta della lingua. Suo malgrado Hanamichi gemette inarcando la schiena, offrendosi alle carezze della volpe.
"Smettila subito maniaco" grugnì, ansimante.
Kaede sollevò il viso, senza abbandonare il suo piccolo giocattolo e sogghignò maligno spingendo la mano destra sotto le
coperte, tra le gambe di Hana, impossessandosi della sua virilità completamente eretta.
"NO" lo supplicò allargando le gambe, permettendogli di insinuarsi sotto la stoffa della camicia e di accarezzarlo lentamente con colpi lenti e diabolicamente eccitanti.
"Se tu non volessi lui dovrebbe starsene a cuccia sai?"
"Stupida volpe pervertita" gemette artigliando le lenzuola e strattonandole lontano.
Kaede ridacchiò, abbassando lo sguardo verso il grosso membro stretto nella sua mano, piccole perle di eccitazione
rilucevano come diamanti sotto I riflessi smorti del fuoco; incantato sollevò il polpastrello a toccarle, a spalmarle col dito
sulla punta scarlatta e bollente. Hanamichi urlò afferrandogli la vita con forza, spingendo le dita nella sua carne.
Per un altro lungo istante Kaede si attardò ad accarezzare la punta del membro,costringendolo a sobbalzare ad ogni carezza, poi, all'improvviso lo abbandonò allontanandosi da Sakuragi.
"Vo..volpe?" balbettò senza fiato.
"Si?" chiese sedendosi sul bordo del letto ed allungandosi come un gatto appena svegliato.
"Cosa fai?"
"Vado a fare colazione" spiegò placido.
Hanamichi boccheggiò, aprendo e chiudendo la bocca alcune volte "Tu..Tu resti qui e finisci quello che.."
"pensavo lo trovassi una cosa orribile e da pervertiti" ribattè serafico "ma se chiedi per favore" insinuò.
"Puoi crepare volpe" decretò e, girato il viso dall'altra parte, afferrò il proprio membro nella destra, cominciando a
masturbarsi con bruta decisione.
"Do'hao" sospirò Kaede rimanendo immobile sul bordo del letto ad osservalo: la mano racchiudeva tra le dita il pene per
tutta la sua larghezza, muovendosi con fermezza dall'alto verso il basso,coprendo e liberando la punta congestionata.
I fianchi di Hanamichi ondeggiavano leggermente, mentre piccoli soffocati singulti gli scappavano dalle labbra contratte.
La sua mano era grande, più grande di quella degli uomini con cui era stato e le dita erano lunghe ed affusolate e creavano una prigione accattivante.
Rukawa chiuse gli occhi: cosa stava ottenendo? L'umiliazione del do'hao? Di sicuro, ma a cosa gli sarebbe servita?
Hanamichi mugolò e la mano di Kaede scattò veloce a bloccargli il polso,fermando la sua corsa.
"Ma lo fai sempre così?" chiese.
Hanamichi arrossì fin sotto il collo, affondando ancor di più la guancia nel cuscino duro.
Con un unico gesto della mano libera Kaede sciolse il laccio della propria camicia, rimanendo nudo sotto al luce scarna del fuoco.
"Non devi trattarlo così, più che carezze sembra che tu lo stia malmenando" ironizzò posando le proprie dita sopra quelle
di Hanamichi e dettando un nuovo ritmo, lento e più profondo alle sue carezze.
Hanamichi soffocò a stento un grido, piacere ed imbarazzo lo stavano avvolgendo in una nube di piacere intossicante, non voleva che finisse.Senza smettere di condurlo in quell'insolita carezza Kaede si sedette a cavalcioni sulle sue gambe, facendo attenzione a strusciare il proprio membro contro la pelle soffice ed abbronzata cominciava a non farcela più e dire che era bravo ad allungare I tempi del rapporto, a resistere alla tentazione, ma i gemiti sconnessi di quel do'hao incapace lo stavano incendiando con più violenza dell'alito di un drago.
Intrecciò le proprie dita con le sue costringendolo ad abbandonare la presa sul pene "corri troppo." L'informò allungandosi su di lui, strusciando avidamente il proprio bacino contro il suo, accarezzandogli il membro e lo stomaco col proprio.
Hanamichi spalancò gli occhi gemendo con forza, una carezza sottile vellutata ed umida, implacabile. Un mare che
tuonava infuriato nei suoi lombi e non c'era uscita non c'era pace non c'era salvezza.
Il vento fischiò abbattendosi con durezza contro le imposte schiaffeggiandole con stilettate di grandine, sibilando cupo
attraverso le fessure delle pietre.
Rukawa rabbrividì inarcandosi all'indietro, spingendosi con forza contro l'inguine di Hana, deliziato.
Improvvisamente Sakuragi lo afferrò per I fianchi fissandolo negli occhi "Basta" ordinò facendolo scendere con forza sul suo membro.
Kaede chiuse gli occhi, aspettando che il dolore per quell'intrusione imprevista scemasse.
"Do'hao" sibilò "tu il piacere non sai nemmeno cosa sia" lo accusò "mmmm scusa" biascicò, completamente rosso, iniziando a spingere con delicatezza.
"Hn".
Piano, facendo forza sulle ginocchia Kaede iniziò a salire e scendere su di lui, dettando il ritmo dell'amplesso lento e profondo,come piaceva a lui. Chiuse gli occhi, immergendosi nelle sensazioni che gli correvano per il corpo, lasciando che il piacere lo sommergesse costringendolo ad allungare una mano al proprio pene, accarezzandolo piano, bellissimo.
Aumentò il ritmo delle discese, sincronizzandosi con quello sempre più affannato del respiro, imponendosi di non sbagliare i tempi, di non correre troppo per far crescere il piacere fino all'estremo prima di esplodere, ritmo costante..la mano di
Hanamichi gli accarezzò timida la punta perlacea del membro, stuzzicandola piano con I polpastrelli e Kaede spalancò gli occhi con un rantolo.
Sotto di lui, incurante di ritmi e perfezioni, Hana lo fissava curioso, osando, millimetro per millimetro prendere possesso
del suo pene, sostituendo con la propria la sua mano, fino a stringerlocompletamente tra le dita, accarezzandolo lentamente e profondamente, come aveva imparato poco prima.
Kaede gridò piegandosi su di lui, artigliandogli la spalla abbandonandosi con un singulto a quel piacere devastante.

Per un lungo istante rimasero in silenzio immobili, l'uno accanto all'altro, separati da pochi centimetri di letto poi Sakuragi riuscì a riprendere possesso del proprio respiro riconducendolo da un rantolo ansante ed affrettato ad una respirazione più o meno normale.
Il fuoco morente disegnava insoliti mostri sulle pareti del soffitto, linee che si sovrapponevano e si fondevano lussuriose;
Hanamichi chiuse gli occhi, ma le linee sinuose continuavano a rincorrersi e fondersi sulle pareti delle sue palpebre.
Inspirò ed espirò e inspirò di nuovo.
"Che cosa ti è saltato in mente tutto ad un tratto volpe maniaca?" sibilò girandosi verso il compagno, che, le mani sotto
la nuca, osservava incantato il soffitto.
Rukawa si strinse nelle spalle "Eri nel mio letto" si giustificò candidamente Sakuragi avvampò di rabbia "E' il M_I_O letto volpe e casomai sarei stato io a dovermi fare avanti!" urlò.
Rukawa girò appena il viso verso il suo, sbattendo le lunghe ciglia nere due volte di seguito, malizioso ed esageratamente
languido. "Ohhh è una proposta?" pigolò invitante Sakuragi deglutì in fretta si gettò giù dal letto e, infilatosi velocemente
una pesante tunica da casa dalla pesante pelliccia ramata, uscì di corsa dalla stanza tossendo malamente la saliva che gli era andata di traverso nella fretta.
La pesante porta si chiuse con un sobbalzo e Rukawa ridacchiò divertito "Do'hao" sussurrò stiracchiandosi nel letto caldo.

Cos'era? L'effetto della passeggiata del giorno prima? Una vendetta? Uno scherzo che non era riuscito a comprendere?
O era impazzito? Che gli aveva preso per saltargli addosso di prima mattina così senza preavviso? Non che gli fosse dispiaciuto però.
Sakuragi si immobilizzò al centro del corridoio allibito 'non che mi sia dispiaciuto?' ripetè a bassa voce, assaporando
ogni sillaba. 'Non che mi sia dispiaciuto?' urlò, e le pareti ripeterono ubbidienti la loro nenia fino a quando un unico
innocente 'piaciuto' concluse il coro.
Lento lo sguardo di Sakuragi si spostò verso la larga finestra, accanto a cui,immobile e ormai assuefatto alle strane
urla del suo generale, uno degli uomini della guardi stava di vedetta.
Hanamichi avanzò imbarazzato, incapace di sostenere lo sguardo del suo soldato.
"Va bene così Dohjio" sussurrò dopo averlo superato, ma senza girarsi "Non credo che ci attaccherà nessuno, hai fatto
un ottimo lavoro, come sempre, ma ora vai a riposarti".
Il soldato sorrise illuminandosi d'orgoglio "Grazie mio Signore" rispose scattando sull'attenti.
Sakuragi annuì riprendendo la sua lunga strada verso lo studi di Hiroaki, mai quel corridoio gli era sembrato tanto lungo
e quel rifugio così irraggiungibile.
Con un sospiro osservò la porta davanti a lui, accarezzandone piano il legno con insolita gratitudine prima di aprire.
Come al solito il fuoco magico scoppiettava nel camino, solo un po' più debole e pallido del consueto, più verde marcio
che azzurro, ma le sue fiamme scaldavano ugualmente l'intera stanza.
"Hiro!" supplicò accasciandosi pesantemente sulla poltrona rivestita davanti all'immensa scrivania ingombra di carte.
Da dietro la sua schiena una mano dorata gli porse una coppa piena di fumante vino di mele che Sakuragi trangugiò in un solo sorso.
"Dove diavolo è Hiro?" grugnì senza voltarsi.
Sendo sorrise stringendosi nelle spalle, "ha detto che usciva, ma non mi ha detto dove andava. Il Maestro non mi dice
mai nulla " spiegò sorridendo.
"E non ha motivi per dirtelo" sibilò rendendogli la coppa.
"C'è qualcosa che vi turba mio Signore?Posso esservi di aiuto finché il Maestro non torna?"
Sakuragi lo scrutò attentamente, I capelli alti che lasciavano libera la fronte spaziosa e liscia, senza l'ombra di una linea
disegnata dalla preoccupazione. Gli occhi grandi e limpidi, liquidi e mutevoli;sinceri, ma anche imperscrutabili. Le labbra
rosse imprigionate in un sorriso perennemente presente.
I sorrisi nascondono coltelli* gli ricordò la sua mente.
'In tutto il castello non c'è amante migliore di Akira', gli fece presente un'altra vocina antipatica tessendogli davanti agli
occhi l'immagine di Sendo e Rukawa seduti intimamente sul letto.
"Quel pazzo maniaco mi è saltato addosso" rivelò alla fine "poco fa, io dormivo beatamente il sonno dei giusti e lui mi
ha.praticamente costretto a voler fare sesso con lui"
Akira ridacchiò annuendo "Oh si sa essere molto persuasivo a volte"
Gli occhi di Hanamichi si socchiusero fino a diventare due sottile fessure 'non c'è amante migliore di Akira'
Era stato un errore parlargliene, tanto lo sapeva che quello era della stessa pasta della volpe e non avrebbe capito? Perché l'aveva fatto?
L'immagine che gli era comparsa davanti agli occhi si ridusse, concentrandosi su un particolare dell'arazzo: la mano
di Sendo sul fianco del Rukawa. Sakuragi si alzò, non aveva nulla da fare in quello studio.
Il sorriso di Sendo si allargò assumendo un tono furbo. "Comunque non penso che questo abbia creato per Voi un grosso problema, in realtà , se mi permettete, dovreste esserne addirittura contento" sussurrò avvicinandosi ad Hanamichi che
istintivamente portò la mano al fianco, dove la sua spada non c'era "Kaede è davvero bravo, anche se molto di quello che sa gliel'ho insegnato io" continuò avvicinandosi.
Hanamichi indietreggiò senza rendersi conto di farlo "Siete tutti dei maniaci",sibilò scontrandosi con la schiena contro la libreria.
Akira sorrise divertito, una luce birichina negli occhi nocciola "Non dite così" sussurrò avvicinando il viso a quello immobile e pallido di Sakuragi.
Era chiaro, ora capiva, era una congiura, un tentativo di farlo andare fuori di senno, di terrorizzarlo e farlo scappare
dal castello, non ci poteva essere nessun altro motivo, se solo avesse avuto la spada avrebbe potuto liberarsi di quelle
mani che, puntellate contro il muro, lo bloccavano tra le braccia, di quella bocca che si avvicinava inesorabile alla sua.
Non voleva che lo baciasse, ma non riusciva a reagire.
Il respiro caldo di Akira gli accarezzò la bocca e hanamichi strinse con forza gli occhi.
Il velluto morbido gli accarezzò la guancia scivolando sul suo petto e ricadendo a terra con un tonfo, facendo squittire
il cangoretto imprigionato tra i vestiti.
Hanamichi spalancò gli occhi perplesso.
"Vieni qui calamità" sussurrò dolcemente Hiroaki inginocchiandosi a terra e allungando una mano invitando l'animaletto,
che corse da lui trascinandosi dietro una scia di stoffe multicolore intorcolate attorno alla coda.
"Ubbidiente però" sussurrò senza voce Hanamichi.
Il mago liberò la bestia dalle stoffe, lasciando che il cangoretto salisse a strusciare la morbida testina contro il suo collo
freddo. "Che stavate facendo?"
"Ecco io." Hanamichi arrossì "è una lunga storia cominciata verso la prima", sussurrò sedendosi davanti alla scrivania.
Hiroaki annuì, preparando una brocca di vino caldo, alcune salsicce fredde e dei dolci di miele e noci, come colazione
"Racconta" lo invitò ed Hanamichi lo accontentò infilzando una salsiccia succulenta sul coltello.
                                              "Idiota" sibilò il mago increspando il pelo morbido del cangoretto, "che avevi intenzione di fare?", ma l'animale si limitò a fissarlo innocente.
"E' il loro stile di vita Hana, non puoi pensare di tenere la volpe nella tua camera e credere che se ne stia fermo, tanto
più se si accorge che le sue..ehmm attenzioni ti turbano" spiegò leccandosi al punta del dito ed intingendola in una
piccola ciotolina piena di zucchero scuro e sottile.
"Non mi turbano" brontolò Hana osservando il cangoretto sbattere con felice violenza la coda prima di leccare
con dedizione il polpastrello inzuccherato. tanta dedizione. Troppa dedizione.."Hiro." sussurrò.
Il mago si strinse nelle spalle "Adora lo zucchero, ma lo mangia solo se glielo do così." Spiegò accarezzando piano
la testolina pelosa che lento succhiava il dito.
"Sono appena stato dalla tua strega" disse improvvisamente, reintingendo l'indice nello zucchero.
Sakuragi allontanò lo sguardo dal cangoretto per riportarlo sul mago, fissando perplesso la solita leggera tunica di
velluto scuro di Hiroaki "Vestito così?" domandò rabbrividendo.
Hiroaki ridacchiò strizzandogli un occhio "Ho i miei mezzi"
"Non è giusto", sbottò Hana immergendo il dito nello zucchero e offrendolo al cangoretto, che però l'ignorò continuando
a leccare l'indice ormai insapore del mago "animale idiota. Bhe che mi dici?"
Hiroaki si morse il labbro inferiore, osservando un punto lontano oltre le spalle di Hana, oltre la porta chiusa, poi
chiuse gli occhi abbandonandosi contro lo schienale della sedia.
Hanamichi sospirò alzandosi e dirigendosi verso la larga finestra ad est. Il vento soffiava violento facendo vorticare
piccole frecce di ghiaccio "vuol dire che sei d'accordo con me vero?"
"Senza l'ombra di un dubbio" ammise sottovoce.
Hanamichi emise un verso silenzioso, un misto tra un sospiro ed una risata amara.
"Ed è incinta Hana."
Hanamichi appoggiò la fronte al grosso gelido vetro, grato per una volta che il freddo gli penetrasse nella pelle risvegliandolo.
Dolcemente Hiroaki appoggiò Akira sul tavolo, avvicinandosi, silenzioso, al suo comandante "Cosa pensi di fare?" sussurrò sfiorandogli la spalla con la mano.
Senza girarsi Sakuragi scosse la testa "Nulla".
"Nulla? E' pericoloso Hana"
La schiena di Sakuragi rabbrividì mentre la testa si piegava moscia verso il petto "Non posso fargli questo Hiro.
Una volta anch'io avevo una casa e.poi.tu lo sai cosa vuol dire non avere più nulla. Non posso fargli anche questo Hiro."
Koshino chiuse gli occhi stringendoli con forza "Non importa Hanamichi. Non importa. Noi siamo con te qualsiasi
decisione tu prenda."sussurrò.
Lentamente Sakuragi si girò verso di lui, gli occhi lucidi di tormento "Lo so Hiro, lo so che sto rischiando troppo,
ma non posso" ripeté inginocchiandosi davanti al mago "Non posso" singhiozzò abbracciandogli i fianchi ed affondando il viso contro il suo stomaco.
Hiroaki chiuse gli occhi accarezzando piano la chioma rossa "va tutto bene Hana, io sono con te".
Akira sgranò gli occhini saltando giù dal tavolo e raggiungendo la coppia stretta davanti alla finestra, squittì con
forza mordendo la tunica di Hiroaki e strattonandola, ma il mago gli donò un veloce insulso sorriso prima di tornare
ad accarezzare la nuca di Sakuragi.
Ignorato per la prima volta il cangoretto si sedette sulle zampine posteriori eguaì.

fine cap 5

* questa frase non è mia ma della Flewelling


NIA>___< RU-KA-WAAAAAA stronzo maniaco pervertitito idiota indisciplinato!!!
perchè sei andato a letto con haa????
RU: a letto con lui mi ci hai messo tu..io ho solo fatto quello che chiunque
avrebbe fatto...
NIA>___< (mostra un pacco di fogli) qui!!Lo vedi orbo analfabeta?? questo è il
copione tu non ci dovevi andare a letto con hana ora>__<
RU: che pretese che hai...
NIA E dire che è il povero Sendo che passa per maiacoç__ç ma almeno lui fa
quello che io dicoç__ç tu sei cattivo...
Ru zzzzzz


[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]


 

 


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