NOTE:Per spiegarvi solo come funziona la mia ispirazione… volevo scrivere a Urdi una bella original spensierata (sapevo già la trama, più o meno)… e ho scritto questa DEATH-FIC su SD°_°… ormai Ignazio fa come vuole lui-.-… perciò attenzione, uno dei PERSONAGGI è MORTO!

R&H: ç__________ç

T: ^^’’’’ a me la fine piace^^’’’...

R&N: ç___________ç

 

DEDICHE: per il compleanno della mia sorellina paf paf, Urdi*____________*!!!!!! Ti voglio bene angioletto, e scusa lo schifoç_________ç…

 

***

Red star

 

di Tesla  

 

 

“ LE STELLE SONO BUCHI NEL CIELO DA CUI FILTRA LA LUCE DELL’INFINITO”

(CONFUCIO)

 ***

 

Avevano detto che sarebbe andato tutto bene.

Avevano detto che sarebbe stata l'ultima volta, e poi avrebbe potuto giocare senza problemi.

Erano giovani, erano famosi, erano felici… che altro potevano chiedere?

Allora, Kaede avrebbe risposto : poter giocare nuovamente insieme.

Ora, nel buio della sua stanza, desidera solo quell'"insieme". Ancora una volta, solo lui e Hanamichi, solo una volta che duri in eterno, perché in quell'attimo, lui vivrà, sì, vivrà per sempre.

La stanza è in penombra, la luce dell'abat-jour sul tavolino lancia ombre oscure intorno a sé… sembrano prime ballerine di una compagnia di danza che lo invocano, e lo richiamano sensuali, danzatrici con un flauto di Hamelin tra le mani che da tanto tempo continua a sentire nel suo cuore.

Quella melodia che gli bisbiglia : VIENI. 

Quella sinfonia che struscia sulla pelle , depositando echi del suo odore dai capelli rossi.

Quel suono… nella sua testa.

Solo lui lo sente, di questo ne è certo. È apparso mentre abbracciava Hana il giorno prima dell'operazione, mentre gli faceva le valige e lo accompagnava in ospedale… e poi mai così forte in ospedale, ginocchia strette al petto, viso tra di esse, mentre attendeva una buona notizia dalla sala chirurgica.

 

(Quel suono, nella sua testa)

 

Lo hai sentito, sentito bene, e hai alzato di scatto il volto, e ti sei osservato intorno, alla ricerca di chi, cosa, non lo sai, Kaede, ma c'era, forte, nel petto, nel cuore, una vibrazione, che urla, e scalcia, e grida, e grida, e grida…

Non più.

Ormai non grida più.

L'hai sentita, e solo nella tua testa, perché quando hai alzato il volto, eri l'unico.  E allora… forse, forse sarà un po' di stress, non credi, Kaede? In quella sala chirurgica si trova la sola persona che tu abbia mai amato, per cui è normale, TERRIBILE ma normale, e non sostare oltre sui tuoi dubbi, sii tranquillo nessun timore, coraggio.  In fondo lo senti, dentro di te, che l'operazione andrà bene. il problema alla schiena non è grave, anche se complesso da risolvere, risistemeranno Sakuragi, e potrete tornare a giocare insieme, lì dove siete arrivati da soli con le vostre forze.  Insieme, fino all'NBA.

Insieme.

 

Tutto così mirabilmente… oscenamente… ironico.

Ironico, cazzo, divertente… la tua paura più grande era il dubbio di una complicazione durante l'intervento, e allora la vedevi, quella scena davanti agli occhi, come parte di un grosso film… Alzare la testa di scatto sotto il rombo di una massa di piedi, camici bianchi che corrono verso la porta, e in sottofondo, ovattato dalla compattezza dei muri, le urla del medico

 

(Lo stiamo perdendo!)

 

e il suono di defibrillatore che cerca di ancorare a terra la sua anima.

E ancora, il suono.

E ancora.

E ancora.

E ancora.

E più niente.

Sarebbe stato orrendo, ma non INACCETTABILE , non credi? Perché nel cuore c'era quel dubbio, il pericolo esisteva, sì, come parte della natura umana di Hanamichi… a volte così è la vita, e il pericolo di un intervento andato male c'è.

Ma, oooooh, come eri felice, vero Kaede?, quando il dottore era uscito dalla sala con aria serena… era un sorriso esausto, dopo nove ore di intervento, nove ore a pregare in un angolo, pregare che il suo do'aho ce la facesse, poter vedere quel sorriso brillare come un'alba sull'orizzonte color bronzo della sua pelle… nove ore in attesa della felicità o della disperazione.,, nove ore… e quel sorriso. Una pacca sulla spalla, un bisbiglio

 

(" Ce l'ha fatta, è un ragazzo molto forte").

 

Passi che si allontanano strascicanti, lasciandoti sull'orlo del paradiso.

Lo hai osservato attravero una vetrata, il tuo dolce do'aho, dormire pacifico,  pallido in volto ma pur sempre vivo.

Vivo.

C'era quella filastrocca di Hamelin mentre lo osservavi con occhi sfocati di lacrime, Kae?

Forse sì, forse no, infermieri, dottori, il letto, il guanciale su cui posa la sua testa rossa…

 

(ora lo vedi, vero Kae?)

 

… tutto è come una girandola, che ruota, e ruota, portandoti con movimenti soffici al suo centro, mosse ipnotiche, un ballo di correnti d'aria che spiraleggia lì… sino a lì… sino al suo viso. Il viso che ami, Kaede. Il viso che adori, che hai baciato, sfiorato, marchiato. Il suo viso, sì. Il suo viso amato.

 

Ironico, buffo, sì. Perché allora pensavi davvero che tutti i vostri problemi fossero risolti. Hanamichi stava bene

 

(cavoli, non pensavi ad altro, "sta bene" e sorridevi felice)

 

e avreste ripreso le vostre colazioni, gli avresti imburrato i toast mentre lui preparava i suoi famosi 'caffè del Tensai', che niente avevano di delizioso se non l'amore che Hana vi metteva…

… avreste ripreso i vostri allenamenti segreti, canestri da tre punti, e finte, e difesa, e "Hana alza di più le braccia", e "piega bene le gambe", e i suoi borbottii  e insulti, quei 'baka kitsune' bisbigliati da una bocca dolcemente imbronciata…

… e avreste ripreso a fare la strada insieme per andare a casa, il vostro appartamento in un o dei grattacieli di New York, la pelle umida di una doccia birichina durata molto più del previsto…

… e avreste preparato la cena, consumandola in un salone illuminato dalle mille luci della città, attraverso la parete vetrata…

…avreste…

… Avreste…

…fatto cosa, Kaede? Tante cose da riempire le pagine vuote di intere agendine, , mio Dio, così tante…

 … e ora più nessuna, perché non c'è più nessun Hana con cui dividerle.

L'operazione è andata perfettamente, il dottore aveva ragione.

Ma c'è stato un altro problema, Kae. Il dottore era stanco. Ha sbagliato la posologia del farmaco post-intervento.

Kae, Hana è morto.

 

Ancora ballano, queste ombre, puntellate da uno sfondo di luci cittadine.

Più una stella è vicina, e più brilla ai nostri occhi, si dice, e, oh, Kaede, New York di notte sembra una Via Lattea su questa Terra. Da così lontano le avevi intraviste, che sembravano potessero regalarti qualche sogno, solo per avere con te un pezzo di universo. Ma non sono altro che lampadine appese ad edifici di cemento, e acciaio, e vetro.

Come in Giappone.

Ovunque, la stessa illusione di stelle. 

Ovunque, ora lo noti, ma non hai più un Hanamichi con cui parlarne.

Non più un Hana che si accoccola tra le tue braccia dopo aver fatto l'amore.

Non più un collo nel quale affondare la punta del naso infreddolita.

Non più mani che accarezzano questi tuoi capelli neri.

Non più un sorriso a scaldarti questo tuo cuore ghiacciato.

Non più…

Mai più…

…vita.

allunghi una mano e prendi la boccetta di sonniferi sul comodino.

Il tuo dottore, un altro,  te li ha prescritti per quelle notti insonni passate a sfogliare album, o forse solo ad osservare il nulla, sguardo perso nel vuoto,  a ricordare tutte le vostre piccole avventure, il modo in cui una volta ti aveva scompigliato così dolcemente  i capelli da farti venire le lacrime agli occhi, uno dei vostri discorsi tra le coperte, la vostra prima volta, quella che non si scorda mai. Il vostro primo bacio. La prima volta che vi siete visti. E passare così, dal riso al pianto, senza più razionalità che individui un filo conduttore.. ogni cosa è stata sepolta, lì, insieme ad Hana,

 

stappi la boccetta e ti riversi una prima manciata di pillole in mano. prima capsula bianca, bicchiere di gin nell'altra. 

La prima volta che bevi qualcosa di vagamente alcolico nei tuoi venticinque anni di vita.

L'ultima.

Le dita tremano. No, sei tu che tremi…

Paura, paura profonda, che ti scuote il corpo, ti sgualcisce la mente. Hanamichi non c'è , non verrà più, Hana è lontano, e piange, e piange, questo balklano ora le ombre su musiche silenziose. ' e vuoi raggiungerlo?' chiedono, ' tu lo ami, non puoi vivere senza di lui, non puoi anche solo RESPIRARE, se non condividi i suoi stessi spazi, quasi le emanazioni di anidride carbonica della sua espirazione fossero la tua ARIA.

Eppure…

…eppure non vuole morire.

Ha paura di scomparire, lasciare tutto, annullare il se stesso che pensa, annullare quel Kaede che ha amato e ama Hanamichi Sakuragi con tutta l'anima, che può riportare alla mente, in qualunque istante di qualunque fottutissimo giorno, ogni secondo di quei dieci anni vissuti insieme. 

Ha il terrore che prendendo quelle pillole, perderà Hana per sempre.

E allora cos'è meglio?

Non soffrire più?

Soffrire ma ricordare?

Cosa?

Cos'è meglio?

Vi prego, qualcuno gli indichi la strada, perché davvero, non sa che fare…

Quanto Hanamichi è disposto a perdere pur di non soffrire più?

Quanto se stesso è disposto a sacrificare affinchè Hana non lo lasci mai veramente?

I contorni della pillola sbordano in caleidoscopi sfumati sotto steli di lacrime, sembra quasi mutarsi in un fiocco di neve tra i suoi polpastrelli, e forse è per questo che ha freddo, si sente freddo, forse è per questo che trema, e trema forte, e non sa che dire, non sa che fare, piange, e singhiozza, stringe la pillola.

E prega.

Prega, perché lui non sa più cosa fare.

La paura di soffrire…

… il terrore di perdere Hana per sempre.

Non sentire più la sua voce in testa ogni momento della giornata…

… non ricordare l'espressione entusiasta di Hana ogni volta che andavano al cinema.

Non sentire più il profumo della sue pelle in ogni oggetto di casa…

… dimenticare la sensazione del suo corpo sudato sotto le mani.

Cosa

Cosa

Cosa

Cosa deve fare?

Cosa?

Hana piange, Hana è solo, e piange, e piange, gli manchi tanto, Kae… piange.

Ma chi è che piange, in realtà?

Di chi sono gli occhi umidi di lacrime?

Di chi le mani che tremano stette?

Di chi il cuore vuoto dal dolore?

Cosa dicono, le ombre?

Per chi ballano, le ombre?

Per chi suona, questo osceno flauto di Hamelin?

Per chi?

 

(di chi?)

 

Cosa farai, Kaede? È arrivato il momento, la decisione da prendere…

… e tu, con le mani che tremano come piccoli terremoti di carne e sangue, la tua decisione l'hai presa.

Inghiotti due pillole con un sorso di gin, e rimetti le altre nella boccetta.

Hai deciso.

Deciso di non decidere.

È questa scelta che logora, ed è una cosa unica, e vuole esserne sicuro. Solo quando sarà pronto alla possibilità di dire addio ad Hana per sempre, solo allora, sì, solo allora… solo allora si siederà a terra, spalle contro la vetrata, come su un letto di fredde stelle, illusorie o reali… prenderà le sue pillole, una dietro l'altra, le prenderà tutte come un bambino diligente… e rivolgerà lo sguardo in cielo, e vedrà una stella che brilla forte, quasi ammiccare. Una stella che gli riscalda il cuore. Riesce quasi a vederne i riflessi rossi delle ciocche di Hana. 

Hana, che è venuto a fargli una visita breve prima di indicargli la strada.

Hana, che ancora lo ama attraverso la morte.

Hana…

… solo quando avrai perso la tua disperazione, solo allora… solo allora, Hana verrà da te.

È la scelta che logora, ma oggi hai compiuto la prima.

Forse vedrai brillare la tua stella fulgida e rossa , tra un anno, o solo un mese, un solo giorno, tra una sola ora. Ma non adesso. La tua scelta è stata fatta.

Avverti il primo torpore del sonno dei barbiturici, ti sdrai sul pavimento e chiudi gli occhi.

Ora dormi, tesoro mio.

Dormi, sogna il tuo Hana fatto di anima, che dolce, tenero, sorride accanto a te, in un letto di ricordi.

 

 

***

 

^^’’’’’’’’’’’’ olè… SORIIIII, PERDONAMIç_______ç… 

TI VOGLIO BENE, ANGELO!!!!!!

 

Un bacio ai coraggiosi che sono arrivati fin quiç_____ç… voi non lo sapete, ma voglio bene anche a voiç_ç…

 

Per i commenti delle anime pie, a tesla_vampire@mns.com ... ^___^ grazie!!!


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