SERIE: harry potter
Rebel parte X di Ashlynx
Quattro
giorni. È il tempo che è passato da quando Ace è partito. Gli altri
dicono che ormai dovrebbe essere sulla via del ritorno e che dovrebbe aver
raccolto abbastanza informazioni da permetterci d’entrare e di muoverci
nel castello senza troppi problemi, naturalmente sommato a ciò che abbiamo
scoperto dalle nostre ricerche. Lo spero per lui, perché se avessimo
aspettato così tanto per nulla e Adam nel frattempo fosse morto lo
ucciderei con le mie stesse mani. Se va tutto bene, comunque, lo aspettiamo
per il tardo pomeriggio di oggi, quindi la partenza è prevista per domani.
Se non ci sono intoppi, ovviamente. Intanto
ci alleniamo. Ho imparato più incantesimi in questi quattro giorni che in
tutta la mia carriere scolastica, ma non ho raggiunto il livello di Ezra.
Lui è un genio. C’è un abisso tra il suo livello ed il mio. È talmente
bravo che gli basta leggere una sola volta un incantesimo per impararlo
correttamente e ci impiega solo pochi minuti d’esercizio a perfezionarlo.
Ne conosce così tanti- e così tanto articolati e, spesso, pericolosi- da
incutere timore e rispetto in tutti. Non mi stupisce che sia considerato il
capo del suo gruppetto. Solo del suo, per, non dei Black Wizard. Quello è e
rimane Peter. Non conosco il motivo…in fondo Ezra mi sembra molto più
forte e capace. Bè…non
è poi così importante, soprattutto dato il fatto che in questi giorni
anche Peter ha dimostrato una padronanza di maledizioni e incantesimi
invidiabile. Poi
c’è lui, Draco. Draco che si allena con Blaise. Draco arrogante e
superbo. Draco ironico e malizioso. La stessa persona che mi aspetta alla
fine dell’allenamento- e io finisco sempre molto tardi- e che si assicura
che non mi dimentichi di mangiare. La stessa che alla timida domanda “ma
noi due cosa siamo?” risponde “non lo so. È difficile capirlo in tutto
questo”. Così non stiamo insieme, ma non siamo neppure semplici amici.
Lui ha ragione: è complicato. Soprattutto ora che di tempo per noi due non
ce n’è, anche se ci riserviamo sempre alcuni minuti per baci e coccole.
Non è tanto- anzi, è solo il minimo- ma ci dobbiamo accontentare. Ripongo
la bacchetta nella tasca dei pantaloni. Sono solo nella stanza che
solitamente uso per fare pratica con la magia. Gli altri sono andati a
pranzare senza aspettarmi, tanto ormai si sono abituati al fatto che per me
orari e pasti hanno un’importanza relativa. Mi asciugo con una manica il
sudore dalla fronte, stanco, e afferro la bottiglietta d’acqua sopra il
mobile alla mia destra. Bevo che se non vedessi acqua da mesi. <<We>>
mi chiama qualcuno dalla soglia della porta. Mi
volta. Ezra è appoggiato alla stipite e tiene le mani in tasca. Come al
solito, è vestito completamente di nero, ma, per la prima volta da quando
lo conosco, l’espressione del suo volto sembra rilassata. Sembra. Ho
imparato che con lui raramente è ciò che appare. <<Per
caso è successo qualcosa?>> domando. Scuote
la testa. <<Non
ancora, ma penso sia il caso di parlare, io e te>> Lo
guardo stupito. Parlare lui ed io? <<Di
che?>> <<Di
ciò che accadrà>> risponde amletico. Lo
raggiungo. Sapevo che non era venuto qui per niente. <<Che
vuoi dire?>> <<Niente
di particolare, non preoccuparti. Vieni con me: andiamo a parlare in un
posto più comodo, ok?>> Lo
seguo senza fare ulteriori domande. Da quando Ace è partito, Ezra è sempre
stato assieme ai suoi amici, chiuso nel suo gruppo, sempre sicuro e
autoritario. Non era mai successo che dovesse parlate di qualcosa- qualsiasi
cosa- con qualcuno diverso da Jesse e Moses. Quei ragazzi sono veramente
uniti. Devono averne passate di tutti i colori assieme. È molto strano,
quindi, che mi abbia invitato a parlare con lui. Deve avere qualcosa di
veramente importante da dirmi. La cosa un po’ mi preoccupa. Lo
seguo fin dentro la sua stanza. Ci sono tre letti sfatti, un divano
dall’aria vissuta e vestiti sparsi un po’ ovunque. Sembra troppo
disordinata per essere la sua camera. <<Non
sembra, ma né io né i ragazzi siamo molto portati all’ordine e alla
pulizia>> dice, quasi come se mi avesse letto nella mente. Si
siede su quello che penso sia il suo letto e mi invita a mettermi comodo sul
divano. <<Allora?>>
domando. <<Sei
proprio impaziente, eh?>> <<Curioso,
direi. E anche piuttosto stupito: pensavo che parlassi solamente con i tuoi
amici>> Sorride. <<In
effetti è raro che faccia cose come questa, ma il tuo è un caso
particolare>> <<Che
indenti dire?>> domando scettico. <<Che,
per quanto tu non voglia accettarlo, sei diverso dagli altri ragazzi e non
puoi cambiare le cose>> Ammutolisco
per un attimo. La frase mi irrita. Pensa
forse d’avermi capito che si permettere di affermare una cosa del genere? <<Ho
parlato con Peter e mi ha raccontato di quando vi siete incontrati, oltre ad
avermi fatto una veloce panoramica delle tue abitudini passate ed
attuali>> Ciò
mi irrita ancora di più. Chi si crede d’essere? Insomma, io non vado
certo in cerca di informazioni su di lui, perché lui può indagare su di me
come e quando gli pare? <<E
allora?>> faccio, cercando di dimostrarmi il più calmo possibile. <<Allora,
ti stai comportando come un povero idiota!>> Sgrano
gli occhi. Un povero idiota!? Offende pure? Questo è veramente troppo! Prima
che possa parlare mi precede, spiegandosi: <<Non
capisci? Eppure è semplice: sei scappato e, così facendo, hai buttato il
mondo magico nel caos. Non lo sai che ti stanno cercando tutti come dei
disperati?>> <<Certo
che lo so!>> sbotto. Lo
scruto. Sembra calmissimo, come se mi stesse raccontando una sciocchezza
qualsiasi. Non ha l’aria di uno che vuole colpevolizzare. Respiro
profondamente. È il caso che lo imiti e mi calmi. <<Ammetto
che è piuttosto divertente vedere quegli inutili magucci del Ministero
farsela sotto al solo pensiero d’aver perso il loro prezioso futuro
Salvatore, ma la cosa ha i suoi lati negativi>> <<Cioè?>> <<Hanno
intensificato i controlli. Qualsiasi cosa accada, gli Auror ci sono. Non
siamo più in grado d’agire nell’ombra e in libertà. Con l’attacco
alla partita, poi, la faccenda si è aggravata ulteriormente e Silente non
si fa sfuggire nulla. Ti cercano disperatamente e sono disposti a tutti per
trovarti. Certo, c’è anche chi ti crede morto o in combutta con Voldemort,
ma loro creano ancora più confusione con il loro assurdo panico. Penso che
tu riesca ad immaginare bene la situazione>> Sospiro. <<Sì…>>
i suoi argomenti sono molto validi. <<Fortunatamente,
in tutto questo marasma gli Auror non si sono ancora accorti del nostro
coinvolgimento e men che meno hanno trovato Voldemort, ma non sono poi così
idioti: prima o poi faranno funzionare il cervello e per noi sarà
impossibile muoverci. L’incantesimo che ci protegge ha i suoi limiti,
purtroppo>> <<Ho
capito…e cosa hai intenzione di fare?>> Sono
sicuro al cento per cento che abbia già qualcosa di preciso in mente. <<Bè,
è logico: voglio farti tornare da Silente>> <<COSA!!??>> Balzo
in piedi, sconvolto. <<Assolutamente
no! Non ora che Adam è in pericolo, poi!>> <<Calmati.
È l‘unico modo perché gli Auror e i loro simpatizzanti mollino un po’
la presa e ci tolgano il fiato dal collo. E poi non intendevo certo
nell’immediato. Tu verrai con noi a liberare Adam e solo quando lui sarà
libero tornerai a Hogwarts. Non prima, ma nemmeno dopo. Non possiamo far
passare troppo tempo>> Mi
risiedo, più calmo ma per nulla contento della cosa. <<In
ogni caso, torno ad essere lo stupido burattino nelle mani del Ministero>>
dico, sconsolato. Sorride.
<<Non
esattamente. Tu sarai la nostra spia. Controllerai per noi cosa combina
Silente. E anche Piton. Sei abbastanza potente e conosci un buon numero di
incantesimi oscuri da riuscirci senza farti scoprire. Certo, sono da
perfezionare, ma farai pratica a scuola: puoi prendere in prestito i libri
che vuoi da qui, senza dimenticare che lì c’è un’intera sezione della
biblioteca proibita agli studenti. Potrebbe essere interessante, non
credi?>> Annuisco. <<Farò
la spia…>> ripeto le sue parole, nient’affatto convinto. <<E
non è tutto: sarai con noi quando saremo pronti per attaccare
definitivamente Voldemort ed i Mangiamorte>> Lo
fisso. <<Vuoi
che combatta per voi?>> Scuote
le spalle. <<La
mia è una semplice offerta. Se non vuoi farlo, liberissimo. L’importante
è che non riveli ad anima viva che ci conosci, ma per questo conosco
un’ottima soluzione>> Si
alza in piedi. <<Non
ho intenzioni di usarti come una marionetta, se è quello che pensi. Sei
forte, è vero. Ed è anche vero che la Profezia ti indica, in un modo o
nell’altro, come il diretto avversario di Voldemort, ma io sono sempre
stato dell’opinione che tutti sono necessari e nessuno indispensabile. Che
tu ci sia o meno è relativo. Nessuno qua vuole usarti, ma non ti nascondo
che combattere con te contro Voldemort mi piacerebbe molto>> Sorrido
a mia volta. L’idea di tornare mi piace quanto una purga, ma ha ragione su
tutta la linea, devo riconoscerlo. Inoltre, la sua loquela mi ha colpito.
Magari sono tutte cazzate, ma vale la pena di crederci. Lo
raggiungo in piedi e gli porgo la mano. La guarda. <<Prima
di decidere, sappi che Draco e Blaise rimarranno qua: i loro genitori li
vogliono morti a tutti i costi e non ha senso rischiare anche le loro
vite>> Deglutisco.
È un duro colpo, ma non ho intenzione di cambiare idea. E poi prima finirà
questa storia, prima io e Draco potremmo stare insieme come due ragazzi
normali. <<Capisco
e mi dispiace molto, ma non cambio idea. Farò la spia e combatterò al
vostro fianco>> Mi
stringe la mano, soddisfatto. <<Lo
prometto>> ************** Le
ultime luci del sole si stanno lentamente spegnendo all’orizzonte,
lasciando che le tenebre amiche arrivino ad avvolgerci e a nasconderci.
Abbiamo viaggiato tutto il giorno sulle nostre scope, cauti ed invisibili
agli occhi di maghi e babbani ed ora, davanti al castello di Kearvaig,
aspettiamo pazienti il momento adatto per passare all’azione, quando le
tenebre saranno più fitte. Intanto recuperiamo le energie perse, nascosti
tra la vegetazione, silenziosi ed immobili. Nessuno di noi ha ancora
proferito una parola. Sento
il cuore battermi in gola. Stiamo per addentrarci nel covo del nemico, come
stupide bestie dirette al massacro. Eppure nessuno degli altri sembra essere
impaurito, nemmeno Draco. Guardo
Ezra. Con la sua sicurezza ha influenzato tutti. È un capo e tutti lo
rispettano e si fidano ciecamente di lui, anche chi, come me, lo conosce
solo da pochi giorni. È incredibile. Mi
accovaccio meglio a terra, in cerca di una posizione più comoda. Chiudo gli
occhi. La cicatrice brucia, segno che Voldemort è vicino- molto vicino- ma
sto bene. Voglio liberare Adam ad ogni costo. Ce la dobbiamo fare. Una
mano mi scuote all’altezza di una spalla. Riapro gli occhi. Il tramonto è
finito. Peter al mio fianco mi fa segno di muovermi. L’operazione sta
iniziando in questo momento.
Continua…
|