NOTE: mi pare
inutile aggiungere che i personaggi sono di proprietà della Rowling (a parte
alcuni che sono mia proprietà personale).
Rebel Parte
VIII di
Ashlynx Il covo
dei Black Wizard non è mai stato così affollato come in questo momento.
Almeno, non da quando sono arrivato io. Quadri e
maghi, molti dei quali sono per me facce nuove, sono in agitazione e si
aggirano per casa ansiosi d’avere notizie certe su quanto accaduto alla
partita. Peter,
però, non è nelle condizioni di gestire un’orda di giovani maghi esagitati e
le loro pressanti domande. Appena arrivati a casa, lo abbiamo disteso nel suo
letto, ignorando le sue proteste e le domande dei suoi compagni, e Ashley,
l’unica che sia riuscita a mantenere una certa calma, gli ha fatto bere una pozione
in grado di curarlo. Peccato, però, che abbia anche un potente effetto
soporifero, tanto che, per riuscire a raccontarci tutta la storia, sta
lottando con le unghie e coi denti per tenersi sveglio. Io, Draco
e Blaise siamo riuniti nella sua stanza, in attesa di ricevere delle
spiegazioni. <<Quella
di Ulach è una storia vecchia, difficilmente la troverete nei libri di
testo>> comincia Peter, dopo alcuni minuti di silenzio <<La
sentii per la prima volta qualche anno fa. Fu Adam a raccontarmela…lui sa
sempre tutto>> << Mi
ha detto che dovrebbero esserci dei libri qui, a riguardo>> intervengo.
<<Probabile:
lui va matto per questo genere di cose. Ogni mistero per lui è un’avventura!
Quando si mette in testa di scoprire qualcosa non c’è pericolo che non ci
riesca. Passa mesi, addirittura anni, a lavorarci, fino a che non ne è
soddisfatto. Per questo abbiamo una biblioteca: per contenere tutti i
documenti sulle cose che gli interessano, sulle sue ricerche>> Si
zittisce. L’espressione di dolore sul suo viso si accentua. È talmente
preoccupato che parlare di lui gli fa male. Deve tenerci moltissimo. Almeno,
molto di più di quello che intende far credere. <<Ulach
era un mago vichingo vissuto ai tempi della caduta dell’Impero Romano
d’Occidente. Era talmente potente e spietato da riuscire a guidare il popolo
di cui faceva parte alla conquista di innumerevoli territori romani. Usava la
magia nera, la stessa che usa Voldemort, solo che, al suo confronto, il
Signore Oscuro è un mago da quattro soldi>> <<Stai
scherzando?!>> sbotta Draco, incredulo. <<Ti
pare che possa scherzare in un momento simile?>> è la rapida risposta. I due si
scambiano uno sguardo poco amichevole. Evidentemente non sono poi molto
amici. <<Vai
avanti…che successe a Ulach?>> interviene Blaise. Peter
sospira e distoglie lo sguardo. <<Si
fece prendere la mano>> rispose <<Diventò talmente potente e
fuori controllo da suscitare paura in tutti i maghi del tempo. Temevano che
avrebbe rivelato ai Babbani l’esistenza del mondo magico con i suoi
interventi, come dire, poco “ortodossi”, nelle loro battaglie, e che si
sarebbe ribellato al Consiglio dei Maghi per diventare il Signore Supremo, o
qualcosa del genere. Si può dire che, in quanto a spietatezza e a cattivi intenti,
fosse pari a Voldemort>> <<Cosa
fecero per fermalo?>> chiedo incuriosito. <<Lo
combatterono. Tutti i maghi del regno si unirono contro di lui in una
spietatissima e lunghissima battaglia. Ulach resistette molto a lungo,
uccidendo moltissimi maghi, ma poi, stremato e ferito, fu costretto a
fuggire. Trovò rifugio in una grotta dentro una montagna e vi rimase fino
alla sua morte, avvenuta tre giorni dopo. Mentre aspettava che venisse la sua
ora, decise di fare in modo che i suoi enormi poteri non andassero mai perduti.
Fu così che creò l’artiglio>> <<Che
ora è in mano a Voldemort…l’ha rubato al Ministero poco tempo fa>>
aggiungo. Annuisce,
dandomi segno d’essere già a conoscenza di ciò, come anche Blaise e Draco.
Evidentemente c’è chi, al Ministero, non è capace di mantenere un segreto. <<Ha
la forma di una mano uncinata completamente nera e racchiude tutti i suoi
poteri. Una forza incredibile e spaventosa. Chiunque riesca ad entrarne in
possesso può fare proprio tutto il potere che contiene e diventare
imbattibile>> Rabbrividisco,
sentendomi sbiancare. Voldemort imbattibile… <<Per
riuscire a fare ciò, però, occorre avere un secondo oggetto: la chiave di
Ulach. È un cristallo dalla forma rombica che, posizionato fra gli artigli
della mano, rende possibile la fuoriuscita del potere. Senza di esso,
l’artiglio è inutile>> Sospiro di
sollievo. Questa, almeno, è una buona notizia. <<E
adesso dov’è la chiave?>> domanda Draco. <<Bè,
fino a poco fa ce l’avevamo noi…>> <<Cosa?!
Come sarebbe a dire?>> sbotta il biondo, allarmato. <<Vedete…fin
da quando Adam mi raccontò questa storia, la chiave è stata in mano nostra. A
dire il vero, credo che lui l’abbia sempre avuta, anche se non so come ne sia
entrato in possesso. Per sicurezza non la lasciava mai in giro, preferiva
tenerla sempre con sé, ovunque andasse, e, per essere sicuro che nessuno
potesse sottrargliela, con un incantesimo l’aveva rimpicciolita e se l’era
inserita in un occhio>> <<Cosa?
Ma allora…>> dico, con un bruttissimo presentimento. <<Già.
Ora Voldemort ha Adam e, di conseguenza, ha anche la chiave. C’è da sperare
che, però, non lo sappia>> <<E
perché l’avrebbe rapito, se non lo sapesse?>> domanda Blaise scettico. <<Risentimento,
rabbia, voglia di vendetta…oppure pensava che un ostaggio potesse spianargli
la strada verso la chiave>> <<Non
è così stupido che poter credere che un unico ostaggio possa valere un
oggetto del genere!>> afferma Draco. Ha
ragione. Non può essere per questo e nemmeno per un’azione avventata dettata
dalla rabbia del momento. No, lui non è il tipo… <<Probabilmente
sapeva che ne eravate in possesso>> continua Draco <<anche lui ha
dei buoni informatori. Certo, c’è da sperare che non sappia che si trovi nel
suo occhio>> <<In
tal caso, lo avrebbe già ucciso e sarebbe già diventato invincibile>>
gli fa eco Blaise. Annuisco. <<Cosa
facciamo?>> domando. Draco
sospira. <<Non
ti smentisci mai, Potter: fai sempre domande idiote! Mi sembra ovvio che
l’unica cosa che possiamo fare è andare a liberare Adam>> Lo guardo
torvo. <<Intendevo
dire, come facciamo a trovarlo e a liberarlo? Non sappiamo dove si nasconde
Voldemort!>> Silenzio.
Gli sguardi di Draco e di Blaise si posano a terra. Nessuno di loro ha idea
di come fare e nemmeno io. Sospiro. <<Peter,
tu…>> La frase
mi muore in gola. Si è addormentato. La sua testa giace immobile abbandonata
sul soffice cuscino bianco. Il suo volto, per alcuni tratti nascosto dai
capelli color pece, rivela un’espressione seria e imperturbabile. Il suo non
sarà un sonno tranquillo. <<Usciamo
di qui>> dico. Senza
degnarmi di una risposta, i due Serpeverde mi precedono fuori dalla stanza,
lasciandomi per qualche secondo solo con Peter. Lo guardo
dormire ripensando velocemente a tutti i momenti passati insieme. Le due
volte che abbiamo fatto sesso mi sono illuso d’aver trovato qualcosa di
simile all’amore, ma è evidente che non è stato così. Io e lui siamo solo
amici, come anche io e Adam. In tutto
questo, però, Adam ama Peter. Lo so, ne sono certo. Per quanto io sia una
frana a capire questo genere di cose, una cosa così ovvia non può sfuggirmi,
basta sentirlo parlare. E, ora che Adam non c’è, ora che è in pericolo di
vita, penso d’aver capito come stanno realmente le cose: anche Peter ama
Adam. Non può essere diversamente. Nonostante lui tenti di nasconderlo con
tutte le forse, nonostante lo stesso Adam, anche se empatico, non se ne sia
mai accorto, io sono sicuro che sia così. Perché, se così non fosse, non
riuscirei a spiegarmi le lacrime che, lente e silenziose, scivolano lungo il
volto dormiente del mio amico e si perdono dietro le sue guance. ************** Sprofondo,
senza degnare nessuno di parola, nella poltrona in salotto. Tutto intorno a
me le voci dei giovani maghi riempiono l’aria. Ashley, Draco e Blaise sono
stati presi di mira da loro e ora non possono fare altro che raccontare
l’intera storia, dire loro come sono andati i fatti, nella speranza che si
calmino un po’ e che ci aiutino a trovare una soluzione. Sospiro
rumorosamente. Non so proprio dove andare a sbattere la testa. Come
possiamo trovare Voldemort? Come
possiamo liberare Adam senza rimetterci la vita? Queste due
domande rimangono senza risposta. Nessuno degli incantesimi che ho imparato
fin’ora può aiutarmi a risolvere il problema. Mi passo
le mani tra i capelli, alla ricerca disperata di un’idea. Devo ragionare. Mi
devo calmare e usare la testa. Allora…non è detto che non esista alcun
incantesimo di localizzazione in grado di trovarli, solo che io non lo
conosco. Probabilmente sarà contenuto in uno dei libri di Adam e,
sicuramente, sarà di tipo oscuro. Per riuscire ad impararlo ci vorrà più di
qualche giorno. Peccato che noi non abbiamo tutto questo tempo: dobbiamo
muoverci in fretta, prima che per Adam le cose si mettano ancora peggio. Mi passo
le dita sulla cicatrice. Brucia leggermente, ma non è dolorosa, segno che
Voldemort non è furioso. Il mio diretto contatto con lui… Trattengo
per un lungo attimo il fiato. Sono un idiota! Sono un vero e proprio idiota!
Come ho fatto a non pensarci prima?! Potrei usare la cicatrice per
individuarlo! Non l’ho mai fatto prima, ma potrebbe funzionare! Basta che mi
concentri sul dolore e dovrei essere in grado capire dove si trova, dovrei
riuscire a “sentirlo”…basta che non sia lui, alla fine, a “sentire” me e a
capire dove mi trovo. È una possibilità anche questa. Se dovesse trovarmi,
metterei in serio pericolo tutte le persone che adesso si trovano con me. Una
dannata arma a doppio taglio! Sospiro di
nuovo. Agendo in questo modo rivelerei al mio peggior nemico la mia posizione
e, anche se capissi dove si trova, non è detto che riuscirei a liberare Adam
prima che lui mi trovi e mi uccida. Sarebbe totalmente inutile. Un’altra idea
da scartare. Accidenti!
Di questo passo non arriverò da nessuna parte! Improvvisamente
avverto una presenza davanti a me. Alzo la
testa di scatto, trovandomi a faccia a faccia con Draco. Trattengo il fiato,
stupito. Perché mi guarda così? Ma, soprattutto, perché mi sta così vicino?
Riesco a sentire il suo respiro sul mio volto… <<A
che stai pensando, Potter?>> domanda rimanendo immobile dove si trova. <<Io…io…>>
riesco solo a dire, imbarazzato. Che mi
succede? Da quando mi imbarazzo per una sciocchezza simile? Cioè, da quando
sono tornato ad imbarazzarmi per una sciocchezza simile? Ormai, dovrei
esserci abituato! Un misero sguardo non può mandare in tilt il mio cervello!
Non più, almeno! <<Sei
arrossito…>> dice mostrandomi il suo solito sorriso soddisfatto. Ha
ragione, maledizione! Sono davvero arrossito! Non posso essere così idiota! Deglutisco. <<Stavo
pensando a un modo per trovare Adam>> riesco a dire, ritrovando la
calma. Ritorna
serio e si rialza. <<Qualche
idea?>> domanda allontanandosi. Scuoto la
testa. <<Niente
di attuabile>> <<Ci
avrei giurato!>> Gli faccio
una smorfia. <<Tu,
invece?>> Rimane in
silenzio, andando a sedersi sul divano accanto a Blaise. Evidentemente
nemmeno lui ha trovato una possibile soluzione. Era prevedibile. Mi guardo
attorno. Giovani maghi parlottano tra loro attorno a noi, guardandoci ogni
tanto. Nessuno di loro dimostra più di quattordici anni. Non posso credere
che nei Black Wizard non ci siamo maghi più grandi! È un bel problema: non me
la sento affatto di chiedere loro di combattere contro Voldemort, sarebbe
troppo pericoloso. <<Continuando
così non ce la faremo mai>> comincio a parlare, sconsolato, rivolto verso
i miei compagni di scuola <<forse sarebbe il caso di rivolgersi agli
Auror: sono molto più preparati di noi>> Nella
stanza si fa subito silenzio, come se avessi detto un’eresia. Tutti i maghi i
guardano con gli occhi sgranati, a parte Draco e Blaise, che sembrano quasi
approvare ciò che ho appena detto. Anche loro devono essersi accorti della
netta inferiorità in cui ci troviamo. <<Non
se ne parla nemmeno!>> L’imperativa
risposta rompe violentemente l’aria. Mi volto verso la porta del salotto, da
cui essa è venuta. In piedi, rivolto verso di me, con uno sguardo che non
perdona, c’è un ragazzo. Un ragazzo grande. <<Noi
non trattiamo con gli Auror!>> dice, sicuro di sé. Lo guardo
bene. È più alto di me di almeno venti centimetri, con una cascata di lisci
capelli biondi che gli coprono parzialmente il volto e che gli arrivano quasi
fino alle spalle. Gli occhi, stretti in un’espressione raggelante, sono neri.
Un accostamento di colori decisamente insolito. Il suo viso è sottile, dai
lineamenti delicati, reso più rude da un accenno di barba e dalla presenza di
due piercing: uno sulla sopracciglia sinistra e l’altro sul labbro inferiore.
è decisamente un bel ragazzo.
Dietro di lui, comparsi da pochi secondi, ci sono altri tre ragazzi, tutti
sicuramente più grandi di me e tutti vestiti di nero. <<Tu
devi essere Harry Potter>> continua. Annuisco. <<E
tu chi diavolo saresti?>> domanda Draco, con la sua solita gentilezza. <<Io
mi chiamo Ezra, mentre loro sono i miei compagni. Siamo amici di Adam e
Peter, oltre che tra i BW più grandi, e vi dico una cosa: noi non
permetteremo mai che gli Auror entrino in contatto con noi, per nessun
motivo!>> <<Nemmeno
se si tratta di salvare un vostro amico?>> domando infervorandomi. <<Nemmeno>> <<Ma…>> <<Noi
non abbiamo bisogno del loro aiuto. Possiamo batterci contro i Mangiamorte da
soli>> <<Qui
non si tratta di qualche stupido Mangiamorte, ma di Voldemort in persona!>>
insisto <<Come pensate di riuscire a battervi contro di lui quando
nemmeno Silente è mai riuscito a sconfiggerlo?!>> <<Noi
usiamo un tipo di magia diversa da quella del tuo beneamato preside, dovresti
saperlo>> Detto ciò,
si fa strada nella stanza, seguito a ruota dai suoi amici. I ragazzini più
piccoli, intimoriti dalla loro presenza, escono dal salotto in silenzio,
lasciandoci soli. Le porte di legno massiccio si chiudono magicamente dietro
di loro. Rimanendo in perfetto silenzio, Ezra occupa la seconda poltrona,
mentre i tre ragazzi si siedono sull’unico divano ancora libero. <<Loro
sono Ace, Jesse e Moses>> dice indicandomeli uno ad uno. Li osservo
per qualche secondo. Il primo dei tre, quello che dovrebbe chiamarsi Ace, è
il più mingherlino del gruppo. Il suo ramato colore di capelli mi ricorda
molto Ron, ma ha un’espressione decisamente più sveglia e maliziosa di lui,
oltre che avere un piercing nero molto grande sul lobo sinistro. Accanto a
lui è seduto un ragazzo riccio e moro, Jesse. La sua espressione tetra è
evidenziata dalle folti ciglia che coprono i suoi occhi azzurri e dal volto
scavato. L’ultimo, Moses, è un ragazzo dalla carnagione color cioccolato,
rapato e con il fisico da atleta. Niente male davvero. Muovo il
capo verso i miei due compagni di scuola. <<Draco
e Blaise>> li presento. <<Sì,
ho sentito parlare di loro. Allora, adesso che è chiaro chi siamo e che non
chiederemo aiuto a nessun Auror, troviamo un modo per liberare Adam>> <<Voi
avete già qualche idea?>> domando speranzoso. Un sorriso
si apre sul suo volto. <<Qualcosina,
ma ci serve il tuo aiuto>> Continua….
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