Lo so, lo so, sono imperdonabile: è da una vita che non mi faccio sentire! Scusatemi! Chiedo umilmente il vostro perdono! D’ora in poi tenterò d’essere più presente e di commentare con più puntualità le vostre ff!

A questo proposito, Saya ti prometto che tra qualche giorno riuscirò a risponderti riguardo la ff che mi hai mandato.

Bene, ora che mi sono prostrata ai vostri piedi, vi presento il nuovo cap di Rebel!! (mi sorge un dubbio: a chi è che piace questa ff?)

Purtroppo per me, i personaggi stanno facendo tutto di testa loro e la storia si sta velocemente evolvendo in qualcosa di molto diverso dall’originale. Comunque molto presto, ci saranno delle interessanti evoluzioni nella vicenda! La storia, infatti, entrerà nel vivo, finalmente!

Bè, che dirvi? Spero che vi piaccia e che commentiate numerose!

Niente commenti? Niente prossimo cap, mi pare equo!

Un bacio,

ashly

SPOILER: a questo proposito...quando ho iniziato questa ff non avevo ancore letto il sei di HP, pertanto pensavo che Silente rimanesse vivo (me illusa T_T) e quant'altro. Per questo motivo la storia di discosta dai libri della Rowling a partire dal quinto libro.  
NOTE: i personaggi della Rowling continuano ad essere suoi. Gli altri sono completamente miei, in tutto e per tutto. Ma tanto di entrambi faccio ciò che voglio...^^

 

 

 


Rebel

parte V

di Ash(lynx)

 

Il silenzio regna assoluto in tutta la casa, innaturale  ed inquietante.

"Dove sono finiti tutti?" mi chiedo mentre scendo stancamente le scale.

Passo davanti al grande specchio e, come al solito, controllo d'essere perfettamente in ordine. Jeans neri e maglietta verde, la mia preferita. Se non fosse per quel cespuglio di rovi che ho in testa al posto dei capelli sarebbe tutto a posto. Me li pettino con le dita in modo che mi stiano decentemente, poi volto la schiena allo specchio e controllo come mi stanno i jeans cadenti. Sono un po' più bassi del solito, ma mi fanno un fondoschiena stupendo.

Sorrido soddisfatto delle mia immagine, pensando- ma giusto per un attimo- a quanto vanitoso sono diventato negli ultimi tempi. Roba che nemmeno quel borioso di Malfoy si guarda così tanto allo specchio!

"Bè, lo si può chiamare un difetto di famiglia" mi consolo, pensando a mio padre.

<<Sì, sì, sei figo>> mi assicura il dipinto di una ragazzina per prendermi in giro.

Le rivolgo una smorfia- che lei mi restituisce con una linguaccia- e mi avvio verso la cucina per riempire il buco di fame che ho allo stomaco.

Abbasso lo sguardo sull'orologio che porto al polso. Segna mezzogiorno e quaranta.

"Me la sono proprio presa comoda questa mattina" penso mentre attraverso la soglia della stanza.

Non faccio nemmeno in tempo ad alzare lo sguardo, che vengo investito da un camion, o, meglio, da un Adam decisamente su di giri.

Mi salta letteralmente addosso, abbracciandomi e facendomi quasi cadere all'indietro. Involontariamente mi ricopre il volto con la sua marea di capelli castani, tanto che alcuni mi finiscono fastidiosamente in bocca e negli occhi. Le sue urla mi distruggono i timpani:

<<BUON COMPLEANNO HARRY!!!>>

Sorrido, malgrado i capelli, e ricambio l'abbraccio. Il cuore mi si riempie di gioia.

<<Grazie Adam>> dico.

Pochi secondi e si allontana, lasciandomi finalmente respirare.

<<Bè, era ora che crescessi, no?>> domanda sorridendomi.

Sorrido anche io, annuendo, ripensando per un attimo a tutti i compleanni passati in solitudine fino ad oggi.

Non posso fare a meno d'essere felice. Felice e sereno. Sembra passata una vita da quando stavo con i Dursley.

Non mi sono mai sentito così...nomale...e lo devo a lui e a Peter!

Sono fantastici, nonostante tutto!

Una manata scherzosa mi colpisce il collo sotto la nuca. Sobbalzo, ma il sorriso non si spegne.

<<Auguri, piccolo>>

Peter, appena entrato nella stanza, mi mette in mano una tazza di cioccolato fumante.

<<Detesto essere chiamato così, lo sai>> dico soffiando sulla bevanda bollente, felice di non provare nulla di particolare per lui oltre all'amicizia.

<<Vorrà dire che d'ora in poi diverrai "puffo", contento?>>

Gli faccio una smorfia, ma, prima che possa rispondergli a tono, Adam  recupera la mia attenzione sventolandomi davanti agli occhi tre foglietti colorati.

<<Indovina cosa sono questi!>> mi incitata euforico.

Li osservo meglio, ma solo quando vedo l'immagine di un mago su una scopa con in mano un boccino d'oro capisco di cosa si tratti.

<<Non ci credo! Biglietti per il Quidditch!>> esclamo incredulo, afferrandoli.

<<Oggi c'è la partita per la qualificazione ai prossimi europei: Inghilterra contro Francia. Sono i biglietti per la tribuna>> spiega.

<<Scherzi!?>>

Scuote la testa.

<<Fantastico! Come hai fatto ad averli?>>

<<Ho le mie fonti>> risponde, rimanendo sul vago.

Il quel momento, Peter mi appoggia la mano su una spalla e dice:

<<L'incontro comincerà alle quattro, è il caso che ci diamo una mossa: sarà pieno di maghi in poco tempo>>

<<Dove giocano?>> chiedo.

<<Nello stadio di Bordeaux>>

<<In Francia? E noi come ci arriviamo?>>

<<Ci smaterializziamo, ovvio!>> mi risponde Adam.

<<Ma io no...>>

<<Non ti preoccupare! Ti smaterializzerai con uno di noi due!>> mi spiega Peter, rassicurandomi.

<<Bene! Allora, che stiamo aspettando?>> chiedo.

Sono impaziente di partire.

Questo è sicuramente il miglior regalo di compleanno che mi sia mai stato fatto, biglietti per la finale a parte.

<<A dire il vero dovremmo fare una cosa prima di andare>> dice Adam.

<<Cioè?>> domando curioso, bevendo il primo sorso di cioccolato.

<<Mascherarti: non puoi certo girare in mezzo a centinaia di maghi col tuo vero aspetto!>>      

<<Vorresti farmi indossare un paio di occhiali a sole, dei finti baffetti, un lungo soprabito grigio e un ridicolo cappello?>> domando ironico.

<<Veramente pensavo ad una graziosa gonnellina, un cappotto con tanto di pelo sul collo e una parrucca bionda>> ribatte pronto.

<<Giusto! Sono certo che nessuno mi riconoscerà vestito così!>>

<<E farai anche strage di cuori! Avrai una sfilza di pretendenti infinita!>>

Imito il movimento tipicamente femminile di riavviarmi i capelli e dico, in falsetto:

<<Ah...il mio grande fascino!>>

Adam e Peter scoppiano a ridere e io ne approfitto per bere un altro po' della bevanda prima che si raffreddi.

Quando finalmente si calmano, Adam estrae la propria bacchetta da una tasca e me la punta contro.

<<Allora, capelli neri e lisci, occhi azzurri, niente cicatrice...qualcos'altro?>>

<<Cosa?>> chiedo senza capire.

<<Ti cambio aspetto con un incantesimo>> spiega, come se fosse la cosa più naturale al mondo.

<<Direi di farlo un po' più alto, ma non di tanto, e un po' più in carne: è talmente magro che fa quasi impressione!>>

<<Ehi!>> esclamo.

<<Guarda che è vero che sei magro>> gli da man forte Adam <<fin troppo>>

<<Bè, non voglio diventare come quel maiale di mio cugino!>>

<<Non so come sia tuo cugino, ma ti assicuro che non ti farò assomigliare ad un maiale!>>

<<Sarà meglio per te>>

Sospiro e appoggio la tazza sul tavolo, pronto a cambiare aspetto.

Senza attendere oltre, ruota in aria la bacchetta, veloce e sicuro.

<<Metamorfosi>> dice

Ancora una volta vengo avvolto da una potente ed accecante luce. Nell'attimo in cui i miei occhi rimangono ciechi al mondo che mi circonda, avverto il mio corpo mutare. Sento le ossa allungarsi sotto la mia pelle e i muscoli, i tendini e i nervi muoversi, modificando il mio aspetto. Il sangue mi pulsa violentemente nelle vene e vengo avvolto da un calore sconvolgente.

Una sensazione disgustosa.

La luce si spegne in pochi secondi ed io cado a terra, spaesato.

Mi sento uno schifo.

Ho voglia di vomitare.

Peter mi tende una mano sorridendomi.

<<Come ti senti?>> mi chiede.

Gliela afferro e mi rimetto in piedi. Ho subito un lieve capogiro causato dalla mia nuova altezza. Mi guardo attentamente attorno: il mondo appare diverso visto con dieci centimetri in più di gambe!

<<Come se fossi appena stato investito dal Nottetempo>> gli rispondo con la gola secca.

Adam mi passa la tazza di cioccolata.

<<Bevi, ti farà passare tutto>> mi suggerisce.

Scuoto il capo: il mio stomaco è troppo in subbuglio per sopportare qualsiasi tipo di cibo o di bevanda.

<<Come preferisci>> dice, rimettendo la tazza dove l'aveva trovata.

Respiro profondamente.

A poco a poco il disgusto e la nausea lasciano il mio corpo.  

Con un movimento della bacchetta, Peter fa comparire al suo fianco un grande specchio.

Lo guardo un attimo, incerto sul da farsi.

<<Bè, datti un'occhiata, che aspetti?>>

Faccio come dice, un po' inquieto, convinto d'avere un aspetto da panico. Insomma, per quel che ne so, Adam potrebbe avermi fatto uno scherzo, trasformandomi in una specie ragazzo- zombie con le occhiaie sotto gli occhi, le pupille arrossate a causa delle troppe canne e la pelle di un grasso disgustoso!

Invece, il ragazzo che mi ritrovo a fissare nello specchio è decisamente attraente. Occhi e capelli sono esattamente come preannunciato, con i primi talmente chiari da sembrare gelidi e con i secondi talmente lisci ed ordinati da non sembrarmi neppure vero. Il volto è leggermente squadrato e una leggera peluria mi copre le guance. Il mio fisico ricorda molto quello di un nuotatore; mi sono sempre piaciuti i nuotatori! 

Dimostro una ventina d'anni, ma il sorriso che mi solca il volto e gli occhi brillanti mi ricordano esattamente la mia vera età.

<<Allora, che ne dici?>> mi chiede Adam.

Mi passo una mano tra i capelli perfettamente pettinati. Gli rispondo guardando il suo riflesso nello specchio.

<<Non c'è che dire: hai decisamente buon gusto!>>

Peter sbuffa sonoramente.

<<Se hai finito d'ammirarti possiamo andare!>> dice in tono scortese.

In quel mentre lo specchio svanisce ed io mi ritrovo a guardare un mucchio di piatti sporchi ammassati nel lavello. 

<<Ok, ok, non c'è bisogno che ti scaldi>> gli dico.

<<Sì, invece, se preferisci guardarti allo specchio piuttosto che andare alla partita!>>

Adam richiama la mia attenzione colpendomi al fianco con un gomito.

<<é un patito del Quidditch>> mi spiega <<la camera è tempestata da poster dei giocatori migliori e ha persino la maglietta della Nazionale! Ogni volta che guarda una partita importante indossa i suoi boxer portafortuna! Dice che senza sente che la sua squadra perderà! Scommetto che li sta indossando anche adesso!>>

Sorrido, rivolgendo lo sguardo al moro.

<<Boxer portafortuna!? Sul serio? E come sono?>>

<<Io non...>> tenta di dire Peter, chiaramente in imbarazzo, ma viene subito interrotto da Adam.

<<Neri, con un boccino disegnato sul davanti e la scritta "prova a prendermi"!>>

Ridiamo entrambi, mentre Peter arrossisce. Non avevo mai immaginato che anche lui potesse arrossire, non dopo l'impressione da duro che mi aveva dato fin dalla prima volta che c'eravamo incontrati. é una piacevole scoperta. 

<<E va bene, prendetemi pure in giro>> dice facendo l'offeso <<io adesso vado alla partita>>

Detto ciò, con un sonoro "pof" si smaterializza davanti ai nostri occhi.

Continuiamo a ridere ancora per un po', profondamente divertiti dalla sua reazione. Chi avrebbe mai immaginato che Peter potesse rivelarsi così permaloso?

<<Dai, andiamo anche noi>> dico afferrando Adam per un braccio.

Lui annuisce, calmandosi.

<<Tieniti stretto>>

Ci smaterializziamo. Sebbene a scuola abbia seguito i corsi per smaterializzarmi, l'orribile sensazione che accompagna lo spostamento mi colpisce appieno ancora una volta. Mi sento compresso in una feroce morsa da tenaglie invisibili che non mi consentono nemmeno di respirare. Il mio nuovo corpo viene stretto insopportabilmente.

É una delizia quando, finalmente, le mie membra vengono liberate e posso tornare finalmente a respirare.

Abbandono il braccio di Adam per guardarmi attorno. Ci troviamo in aperta campagna, circondati da campi a perdita d'occhio. Il cielo è chiaro e il sole batte forte sulle nostre teste. Fa un caldo che non avevo mai conosciuto prima d'ora nella gelida Inghilterra.

Attorno a noi, gruppetti di maghi malamente travestiti da babbani si dirigono ad ovest, verso quello che- posso vederlo fin da qua- è lo stadio. Alla base della grandiosa struttura, migliaia di maghi si muovono come piccole formiche in un grande formicaio.

<<Scommetto che ci sono anche molti dei tuoi compagni di scuola>> mi dice Adam.

<<Scherzi?>>

<<Affatto. Se perdiamo questa partita siamo fuori dagli Europei: è l'evento dell'anno>>

Annuisco.

Mi alletta l'idea di incontrare i miei compagni di scuola senza che loro possano riconoscermi, decisamente. Potrei scoprire un sacco di cose gestendo al meglio questa occasione.

Cominciamo a procedere verso la stadio, mischiandoci a sempre più maghi, fino a quando non veniamo circondati sa centinaia di persone e dalle loro assordanti chiacchiere. Nessuno ci guarda o da segno di vederci, tantomeno di riconoscerci. Mi sento tranquillo. É una bella sensazione essere una persona comune, una formica in mezzo ad altre migliaia.

Abbiamo quasi raggiunto l'accampamento dei maghi, quando Adam apre di nuovo bocca:

<<Senti...vedi Peter da qualche parte?>>

Mi guardo attentamente attorno, tentando di individuarlo in mezzo a tutta quella marmaglia. A sorpresa, ci riesco e glielo indico:

<<In quella bancarella di gadget>> dico.

Pochi secondi e lo vedo anche lui.

<<Non ci credo! Sarà pieno di quella roba! Che se ne fa di un altro finto boccino?>>

Alzo le spalle. Effettivamente il moro sta per comprare una specie di boccino molto simile all'originale, solo miniaturizzato. Quando si alleggerisce dei suoi soldi si volta e ci vede. Mette in tasca il suo prezioso acquisto e ci raggiunge.

<<Dì la verità>> lo accoglie Adam <<quando sei alle partite ritorni ad avere dieci anni, vero?>>

<<Invidioso della mia passione, caro?>>

<<Nient'affatto, *caro*>>

<<Bene, allora andiamo a cercare la nostra tenda>> tira fuori dalla tasca dei jeans un foglio spiegazzato molto simile ad una mappa dell'accampamento <<Si trova nell'area...>> controlla bene per alcuni istanti prima di dircelo <<H7>>

<<E dove si trova?>> domando.

<<Per di qua>> dice lui, facendoci strada tra la gente.

Deve conoscere bene il posto per riuscire a muoversi in questo modo sicuro e preciso. Deve esserci venuto parecchie altre volte. Una cosa normale per un patito del Quidditch.

Ci conduce, sempre per stradine secondarie e per scorciatoie, attraverso una miriade di tende di tutte le dimensioni e forme molto simili a quelle che vidi alla coppa del mondo, all'area designata alla nostra tenda...e ad altre centocinquanta, più o meno.

<<Bene, ci siamo>> dice <<la nostra deve essere...vediamo...quella!>> dice indicandoci una tenda imbucata in mezzo a tutte le altre, ma dall'aspetto curato e pulito. Come ho imparato tempo fa, però, non è l'aspetto esteriore quello che conta, perché ingannare gli occhi è un gioco da ragazzi.

Uno ad uno varchiamo la soglia della nostra casa temporanea.

L'interno è gigantesco.

Sembra di stare in una villa moderna, con ampie e luminose stanze e tutti i comfort possibili, compresi due bagni, tre camere da letto, una cucina e una sala da pranzo grande quanto l'intera casa dei miei zii.

<<I settori H sono conosciuti per essere i più lussuosi>> mi spiega Adam.

<<Come avete...?>>

<<Sai, abbiamo le nostre...>>

<<Conoscenze>> concludo per lui <<lo so. Piuttosto, non era il caso di portarci qualcosa da casa, tipo dei ricambi?>>

Peter scuote il capo.

<<Tutto quel che ci serve è già qui, ricambi compresi: servizio d'alta classe!>>

<<Fantastico!>>

<<Sì, bé, non poi molto se pensi che siamo praticamente circondati da Serpeverde>> aggiunge Adam.

<<Cosa!?>>

<<I ricconi del mondo magico sono per la maggior parte loro, non dirmi che non lo sapevi>> dice Peter andando a distendersi sul divano.

<<Quindi siamo circondati da nemici, da gente che ci vuole morti...>> constato.

Loro annuiscono in coro.

Adam, perfettamente tranquillo, va a prepararsi la vasca da bagno.

<<Siamo nel covo dei Mangiamorte...>> continuo.

<<Più o meno>> dice Peter facendo comparire nella sua mano una bibita.

<<E la cosa non vi preoccupa?>>

Alzano le spalle.

<<Non ci conoscono e tu non hai il tuo solito aspetto>> spiega il moro.

<<Ma voi due avete ucciso dei Mangiamorte!>>

<<Vero>>

<<Ma nessuno c'ha mai visto farlo, ne hanno dei sospetti che li conducano a noi>> afferma Adam, ricomparendo in sala con indosso solo un asciugamano per andare a bersi un sorso d'acqua.

<<Siamo dei maghi anonimi>>

Annuisco, capendo.

Tutte le mie perplessità svaniscono all'istante e l'idea di stare in mezzo ai miei più acerrimi nemici mi elettrizza non poco, devo ammetterlo

La cosa potrebbe rivelarsi divertente.

Raggiungo Peter sul divano mentre Adam scompare di nuovo in bagno.

<<Adesso mi serve solo un nome>> dico <<non posso certo usare il mio!>>

<<Giusto, hai ragione. Hai qualche idea?>>

Rimango un secondo zitto a pensarci, ma non mi viene in mente niente.

Scuoto il capo.

<<Allora ti dovrai accontentare di quello che deciderò io>>

<<Spero per te che non mi chiamerai Odoacre o qualcosa del genere>>

<<Pensavo a qualcosa di più banale, in modo che nessuno possa ricordarselo. Sai, un nome tipo Bill, Bob, John...>>

<<Un nome da cane, insomma!>>

Sorride, divertito dall'idea.

<<Se ti volessi dare un nome da cane ti chiamerei Bobi!>>

<<Perché non Lassie?>>

<<No...troppo da femmina e poi quel cane mi sta troppo antipatico! Anche se, pensandoci bene, si adatterebbe proprio a te! Pensaci: "torna a casa, Potter!">>

<<Ah ah>> rido sarcastico <<non basterà una simile battuta a farmi sloggiare>>

<<E chi vuole farti sloggiare! Finché rimani ho qualcuno da prendere il giro!>>

<<Sono onorato d'essere un ospite tanto gradito>>

 <<L'onore è tutto mio!>>

Sbuffo, divertito.

Peter beve un sorso della sua bibita, mantenendo il sorriso stampato sul viso.

<<Che ne dici di Lucas Franklin?>> mi chiede dopo un po'.

<<Hm...non male come nome. Banale, simpatico...>>

<<Senza contare che ti starebbe anche piuttosto bene>>

<<Allora è deciso. Vedrò di non dimenticarmelo>>

<<Già, ma ricordati anche che io mi chiamerò Oliver e che Adam sarà Willie>>

<<Però! Vi siete organizzati!>>

<<Ormai è da anni che diamo questi nomi falsi. Per il mondo siamo vicini di casa da quando eravamo piccoli e abitiamo ad Exeter>>

<<Capito, ma se voi siete amici, io chi sono?>>

<<Mio cugino, da parte di madre>>

<<Io e te, cugini?>>

<<Perché no? Saremmo due parenti perfetti, incesto a parte!>>

Annuisco, convinto dalle sue parole.

Mi alzo dal divano finendo la bibita.

<<Vado a fare un giro: voglio prendere una boccata d'aria e vedere se c'è qualcuno che conosco>> annuncio.

<<Vedi di non farti scoprire, cugino>>

<<Tranquillo, non sono così imbranato>> dico uscendo dalla tenda.

Le ultime parole di Peter...pardon, di Oliver...mi giungono distintamente alle orecchie:

<<Non ne sono così convinto>>

Lo ignoro e sparisco dalla sua vista.

Cammino con tranquillità tra le tende facendo scorrere lo sguardo sulle centinaia di maghi presenti, tutti intenti a svolgere i preparative per assistere alla partita, che si preannuncia lunga. Molti di essi non li ho mai visti, non so nemmeno se stanno o no dalla parte del Signore Oscuro.

Mi domando come mai dei Mangiamorte dovrebbero venire ad assistere a questo incontro...non hanno di meglio da fare per il loro Lord? Messa così è molto probabile che non ce ne siano e ciò, in un certo senso, mi tranquillizza. Sono stato tanto bene negli ultimi tempi, lontano da quel mondo soffocante che voleva fare di me un assassino, e non voglio ritrovarmici catapultato dentro proprio oggi. Certo, odio Voldemort e sarei ben felice di farlo fuori con le mie mani, ma non voglio essere strumentalizzato da nessuno.

C'è un tempo per ogni cosa. Uno per studiare, uno per giocare, uno per innamorarsi, uno per crescere, uno per combattere...adesso io voglio solo vivere una vita che sia il più normale possibile. É chiedere troppo? É per questo che me ne sono andato di casa e adesso, anche se dovessi incontrare Ron, Hermione e tutti gli altri, come è probabile che avvenga, non tornerò sui miei passi, non diventerò nuovamente il Prescelto.

Per quanto riguarda Draco...straordinariamente sento la sua mancanza. Non mi era mai successo prima. É strano, ma piacevole. Ormai mi conosco, non mi stupisco più per ciò che provo. Lui è un bel ragazzo e mi incuriosisce molto. Vorrei scoprire chi è in realtà, chi si cela sotto quella maschera di strafottenza. Il fatto che sia il mio grande rivale rende il tutto più piccante.

Senza quasi accorgermene esco dall'area H.

Le tende qui sono più numerose e la zona è molto più affollata di prima. Ci sono maghi di tutte le età intenti in operazioni che fatico a comprendere, circondati da urla assordanti. Il frastuono è incredibile.

In mezzo a tutto quel caotico vociare, una voce mi arriva chiara e forte alle orecchie. Una voce che conosco fin troppo bene e che mi sarei stupito di non sentire: quella squillante di Molly Weasley. 

Mi guardo attentamente intorno fino a quando la vedo: si trova duecento metri alla mia sinistra, tutta indaffarata nel decorare la sua tenda e ad urlare contro Ginny e i gemelli.

Mi blocco, incerto sul da farsi. 

Mi passo una mano tra i capelli, prendendo nuovamente atto del mio finto aspetto, e, sfoderando un audace sorriso, mi dirigo verso di loro. 

Non mi degnano nemmeno di uno sguardo quando passo loro affianco. Meglio così: posso stare nei paraggi ed ascoltare cosa si dicono, nella speranza che i loro discorsi si facciano interessanti.

Svolto l'angolo e mi nascondo dalla loro vista dietro la loro tenda.

Facendo finta di nulla, li ascolto. Come al solito, la bocca della signora Weasley non mi delude:

<<Non fare quella faccia, Ginny: non puoi ancora entrare nella tenda. Tuo padre sta discutendo con il Ministro della magia sulla scomparsa di>> e qui il suo tono si abbassa paurosamente fino a farle intonare un "Harry" appena sussurrato.

<<Che hanno ancora da dirsi? A che servono le loro chiacchiere?>> risponde lei indispettita <<Non è stato rapito, né ucciso da Tu-Sai-Chi! Si è solamente preso una vacanza! Silente lo saprebbe se gli fosse successo qualcosa di male! Ed io devo andare in bagno!>>

<<Non si può stare sicuri di nulla, signorina. Silente potrebbe sbagliarsi. Il Ministero DEVE fare qualcosa per trovare quel povero ragazzo! Da solo in giro per il mondo con i Mangiamorte alle costole: non oso immaginare cosa possa essergli successo!>>

Sento Ginny sbuffare, rassegnata. Ha la stessa espressione che si avrebbe trovandosi davanti ad un bambino piccolo e particolarmente stupido. 

In quel momento intervengono i gemelli:

<<Harry è forte>> comincia Fred.

<<E non è più un bambino, mamma>>

<<Con tutta la gente che lo tormenta da quando ha scoperto d'essere un mago...>>

<<é ovvio che abbia deciso di sparire per un po' dalla circolazione e divertirsi come si deve!>>

<<Gente che lo tormenta!?>> sbotta la signora Weasley senza capire.

<<Bè, devi ammettere che ultimamente gli stavate tutti...>>fa George.

<<Addosso come avvoltoi>> completa per lui il suo gemello.

<<Fossi stato al suo posto avrei fatto lo stesso>>

é il turno della signora di sospirare.

<<Ma non avvertire neppure Ron e Hermione...ci sono rimasti davvero male!>>

<<Che pretendevi che facesse!>> le risponde Ginny <<Hai visto anche tu i ricordi dei Dursley: ha agito d'impulso in un momento di piena rabbia! Non aveva premeditato il tutto!>>

<<E poi, ultimamente non era più così unito con Ron e Hermione>> aggiunge Fred.

<<Cosa? Come mai?>> domanda sua madre.

Mi sento stranamente in forte disagio, tutto ad un tratto. Non vorrei che parlassero di *questo*, ma rimango comunque ad ascoltarli.

<<Bè...si sono divisi>> comincia la figlia <<Quando Ron ed Hermione si sono messi assieme, Harry ha smesso di passare il suo tempo con loro. Ha cominciato ad evitarli. Anche con me stava poco, a dire il vero, e, quando si trovavano insieme da qualche parte, era sempre brusco. Lui si è fatto, come dire, un altro...giro d'amicizie>>

Già, giro d'amicizie! Un modo carino per dire che mi facevo un tipo nuovo un giorno sì e l'altro pure.

Ron ed Hermione non c'hanno messo molto tempo a scoprire queste mie sveltine e non hanno apprezzato la cosa.

Non tanto il fatto che fossi gay, precisiamo: a loro non piaceva proprio il mio modo di comportarmi.

Io li evitavo perché non li sopportavo più e loro facevano altrettanto perché non mi approvavano e, dato che nessuno aveva voglia di litigare, siamo caduti nell'indifferenza.

Semplice. 

Intenzionato ad ascoltare ancora per un po' le loro parole, mi appoggio comodamente alla tenda.   

<<Deve dirmi dove si trova! é necessario per la salvezza del nostro mondo!>>

Sento urlare all’improvviso da dentro di essa.

Sembra la voce del nostro “caro” Ministro, decisamente alta ed imperativa. Distolgo l’attenzione dai giovani Weasley per dedicarmi alla discussione attualmente in corso.

<<Glielo direi, se lo sapessi>> gli risponde calmo quello che, dal tono della voce, sembra essere il signor Weasley.

Il ministro abbassa pericolosamente il tono fino a far diventare le sue parole poco più di un sussurro a denti stretti appena percettibile:

<<Non so se lei si rende conto della situazione, signore: Lei-Sa-Chi ci è impossessato dell’artiglio di Ulach!>>

<<Me ne rendo conto perfettamente!>> gli risponde con tono quasi offeso <<è da giorni che siamo in pieno allarme, ma io non posso fare nulla per aiutarla nella sua ricerca>>

<<Quindi>> continua con tono decisamente scettico <lei mi sta dicendo che non ha la minima idea di dove possa essere Harry Potter adesso, ho capito bene?>>

<<Perfettamente>>

<<Mi auguro che sia vero, perché, in caso contrario…>>

Non voglio più ascoltare.

Mi allontano velocemente dalla tenda dirigendomi verso il settore H.

“Che diavolo è l’artiglio di Ulach?” mi domando accelerando il passo. “Se Voldemort se lo è procurato, mettendo così tanto in agitazione il Ministero, allora deve trattarsi di qualcosa di veramente pericoloso."

Il Ministro…ho sempre odiato quel tipo! Sempre pronto a voltare le spalle e a tentare d’usarmi nella guerra alla stregua di un’arma. Questa è una cosa che non posso proprio perdonare, né a lui, né al resto dei maghi.

Adesso, però, più che arrabbiato, sono incuriosito dalla mossa di Voldemort.

Cosa diavolo avrà in mente questa volta per farmi fuori?

 

Continua…