Ce
ne ho messo di tempo per finir questo cap, mannaggia a me!! Non prendetevela
troppo per i tempi lunghi, però: già sono lenta di mio, se poi contiamo
che devo studiare una barca di roba (ma sarà poi vero che studi??? Nd
lettori) e che gioco a pallavolo...bé, non sto di certo tutto il giorno
attaccata al computer!!! E poi a volte- molte volte- mi manca
l'ispirazione!!! Ah,
ho una domanda- non c'entra nulla con la ff- per voi: dire alla propria prof
di filosofia- suora e vicepreside- che non ve ne frega niente della sua
materia è suicidio o semplicemente un atto di masochismo?? Insomma, non è
che adesso mi aspetta il rogo- stile eretica- vero?????? Prima
di cominciare: un grande ringraziamento a tutte coloro che hanno commentato
almeno una delle mie ff!!! Grazie!! Carol,
tu lo sai che questa ff è per te, vero?? Che poi, se non fosse stato per te
e per i film che guardiamo quando vengo a trovarmi la scena lemon non
sarebbe certamente così!^^ Diciamo che ho rubato l'idea a "Pratiche
fuori orario"!!!!^^ Un
kiss a tutte!! DISCLAIMER: quasi tutti i personaggi non sono miei e bla...bla...bla.... NOTE: i personaggi della Rowling continuano ad essere suoi. Gli altri sono completamente miei, in tutto e per tutto. Ma tanto di entrambi faccio ciò che voglio...^^ .
Rebel parte III di Ash(lynx)
I
maghi hanno i loro metodi per trovare compagnia per una notte di fuoco. Molti
usano la cosiddetta "sfera dei desideri", che permette di trovare
la prostituta che più si addice alle proprie esigenze e di farla comparire
al proprio cospetto. Soluzione molto comoda, ma esige tempo per la ricerca.
Così i più impazienti utilizzano la "polvere magica
alternativa", che fa comparire davanti ai loro occhi la prima puttana
che rispecchi le loro esigenze fisiche. Pratico e veloce, ma molto costoso.
In più non è nemmeno sicuro: potrebbe comparire un essere orribile come se
niente fosse. I più, pertanto, si accontentano dello "specchio delle
maraviglie", oggetto presente anche nel covo dei Black Wizard. Quasi
nessuno si abbassa a cercare la propria preda per strada. Lucius
Malfoy, però, potente Mangiamorte uscito da poco da Azkaban, ha altri
metodi, decisamente migliori di quelli plebei. Prima di tutto, non utilizza
alcun tipo di polvere, sfera o specchio. Tutto ciò che gli serve è un
manichino. No, non lo incula da inanimato, non è ancora arrivato a quel
livello di perversione. Si limita ad usarlo come Passaporta. La
magia che utilizza è complessa, ma lui è un grande mago e ha fatto molta
pratica. In sostanza, fa un incantesimo di chiamata al numero verde "MSF-
maghi sessualmente frustrati", che, conoscendo i suoi dati, gli mandano
il primo ragazzo a disposizione. Il tutto in meno di un minuto: Lucius
Malfoy è un mago impaziente e molto pericoloso. Esatto,
gli mandano un ragazzo. Sebbene, infatti, abbia ormai un'età di tutto
rispetto, gli piace spassarsela con qualche bel giovane che abbia, più o
meno, l'età di suo figlio. Gli piacciono alti e mori, non grassi, con
qualche muscolo ben definito al posto giusto e, per muscolo, non intende
solo addominali, pettorali e glutei. Fino
a questo momento, non è mai stato deluso dall'agenzia. * Il
viaggio nella Passaporta finisce e, dalla strada trafficata da babbani
troppo indaffarati per accorgersi di me, mi ritrovo in una grande stanza
scura, ammobiliata con eleganza e cura. L'unica fonte di luce è il fuoco
proveniente dal caminetto davanti a me. Davanti ad esso ci sono due comode
poltrone e, seduto su una di esse, un uomo sorseggia del vino rosso da un
bicchiere. Mi occorrono alcuni minuti per abituarmi alla pensante oscurità
che regna e aspetto in silenzio che il padrone di casa faccia la sua prima
mossa. Mi
guardo attorno con attenzione. Al mio fianco c'è un lungo e massiccio
tavolo da pranzo con tanto di sedie imbottite, mentre più in là ci sono
delle grandi finestre, tutte con delle lunghe tende rosse scure che
impediscono di vedere fuori. Infine un grande e finemente decorato tappeto
copre il pavimento. Scruto
con attenzione il mio riflesso nel grande specchio appeso alla parete. Sono
decisamente provocante. Indosso un paio di pantaloni a vita bassa col primo
bottone appositamente slacciato e una camicia nera completamente sbottonata
che lascia nudo il mio petto. Non sembro affatto innocente. A completare il
tutto, in più, c'è un filo di matita nera su entrambi gli occhi. Mi passo
una mano tra i capelli spettinandoli con attenzione. Sospiro:
non mi piace aspettare. L'uomo
beve un lungo sorso di vino, poi appoggia il bicchiere sul tavolino e si
alza in piedi con un movimento lento e calcolato. Mi volge ancora le spalle
e il fuoco non lo illumina molto, pertanto il suo volto mi è invisibile.
Noto solo la sua lunga e liscia chioma. Alza
la bacchetta verso il soffitto e mormora qualcosa di inudibile. Le luci
nella stanza si accendono tutte in contemporanea, ferendomi gli occhi. Me li
copro con una mano per proteggermi, inutilmente: rimango accecato per alcuni
secondi. <<Fai
sapere all'agenzia che, se ci metteranno ancora così tanto li...>> Si
interrompe bruscamente ed io ritorno a vedere. L'uomo si è voltato e mi
guarda con aperta sorpresa. Gli occhi azzurri sono spalancati come la bocca,
in un'espressione che mai mi sarei aspettato di vedergli in volto. Sorrido
maligno di fronte al suo sbigottimento e lo lascio assimilare la scoperta. <<Potter!>>
esclama dopo un po'. <<Vedo
che ti ricordi ancora di me, Malfoy>> Lo
squadro con cura rendendomi per l'ennesima volta conto della sua diabolica
bellezza, che suo figlio ha senz'altro ereditato, esalata dai pantaloni neri
dal taglio elegante e dall'ordinata camicia bianca che indossa. Volge la
punta della bacchetta contro il mio petto, in posizione da duello. <<Intendi
forse uccidermi?>> <<Non
dovrei? Cosa me lo impedisce? Sei nella dimora di un servitore del Signore
Oscuro, pensi che possa avere pietà di te?>> <<Non
sono in cerca di pietà>> Sposto
la mano destra sotto la camicia e afferro la bacchetta che vi avevo
nascosta. La mia non è una presa da duello e lui se ne accorge. <<Cosa
fai?>> Senza
rispondere la appoggio sul grande tavolo da pranzo e ritorno a guardarlo. <<Uccidimi
se vuoi, sempre che tu ci riesca, ma dopo non avrai nessuno con cui
giocare>>
<<Giocare?
Con te, Potter?>> domanda scettico. <<Ho
il tocco vellutato...le mia lingua entra ovunque...>> rispondo
ostentando uno sguardo carico di desiderio. Sembro
averlo colpito, ma non abbassa la bacchetta. <<Da
quanto lo fai?>> <<Abbastanza
da sapertelo drizzare a dovere>> Adesso
sono i suoi occhi ad essere accesi dal desiderio. Rinfodera la bacchetta e
mi fa segno d'avvicinarmi. Obbedisco, mostrandogli la mia camminata più
seducente. Lo raggiungo vicino al caminetto e gli lascio immergere una mano
tra i miei morbidi capelli. <<Devi
essere o molto coraggioso, o molto incosciente per essere venuto fino a
qua>> dice con voce bassa e roca. <<Sono
solo una puttana, non Harry Potter, non ho niente da temere. Perciò
chiamami pure come ti pare>> rispondo deciso. Nel
breve arco di tempo in cui lui si abbassa a cercare le mie labbra, la mia
coscienza torna a frasi sentire. Come mai sono entrato in casa di Malfoy?
Avrebbe potuto uccidermi realmente! La
verità è che non mi era interessato. Ho agito d'istinto con il puro scopo
di andare a letto con qualcuno di più dignitoso e bello di un babbano
grassoccio. Non mi era importato che fosse un famoso Mangiamorte che mi
dovrebbe odiare, padre del mio compagno di scuola nemico numero uno. Le
sue labbra gelide si posano sulle mie con violenza. Invade la mia bocca
colla lingua, a forza, come per mostrarmi tutta la sua rabbia verso di me.
Il sapore intenso del vino mi riempie la bocca. Non mi sottraggo alla sua
presa feroce, che mi sta stringendo in una morsa soffocante. É un uomo
forte, bello e letale...tutte queste sue qualità mi eccitano. Mi
reclina a forza la testa all'indietro, reggendomi la nuca con una grande
mano, impedendomi ogni movimento. La sua lingua mi lecca sensualmente le
labbra, scendendo poi al mento e ancora giù, fino al collo. Il mio corpo
abbandonato tra le sue braccia reagisce a questa mossa e mi sento già
pericolosamente duro. Mi
bacia caldamente il pomo d'Adamo. Gemo
e sento chiaro il suo ghigno soddisfatto. Sono sicuro che gli piace avere
tra le mani e in suo pieno potere il mago più temuto da Voldemort. Sono
certo che solo questo basti ad eccitarlo. <<Che
ne dici da andare in un posto più comodo?>> domando in un sussurro. <<Seguimi>> Mi
allontana da sé e si dirige con passo svelto verso la porta chiusa della
stanza. Lo seguo senza fare domande, ancora col sapore del suo bacio in
bocca e con una palese erezione che non tento assolutamente di nascondere.
Ho imparato da molto tempo ad essere totalmente disinibito in questi casi, a
fare di tutto senza la minima traccia d'imbarazzo. Basta
dimenticarsi di sé stessi, smettere d'esistere. Percorriamo
in silenzio un lungo e scuro corridoio. I quadri animati appesi alle pareti,
tutti di vecchi maghi ricchi e sicuramente Mangiamorte, mi guardano con
interesse crescente, senza celare sguardi maligni e ricoprendomi di frasi
oscene. Tsé...mi mancavano solo i quadri arrapati! Il
mago davanti a me si ferma davanti ad una delle tante porte chiuse e la apre
facendomi moto di entrarci. Gli passo affianco, strusciandomi contro di lui,
e vado subito a sedermi sul grande letto a baldacchino che si trova proprio
in centro alla camera. É una sala grande, arredata con cura, come tutto il
resto dell'abitazione e, come essa, i colori che vi regnano sono il verde e
il nero. Le finestre sono chiuse- ma che strano!- mentre le pareti sono
completamente spoglie. Nessuna fotografia, libro o qualsiasi altra cosa che
possa testimoniare l'appartenenza a qualcuno della stanza. La forte luce
proveniente dal gigantesco lampadario appeso al soffitto illumina ogni
angolo della camera, compreso il bellissimo uomo che ho di fronte. Già,
bellissimo, ma anche crudele, letale, bastardo e assatanato. Lo sguardo
perverso con cui mi guarda è a dir poco raggelante. Gli occhi che gli
luccicano sono un chiaro segno che ha in mente qualcosa. <<Che
stai aspettando?>> domando sostenendo il suo sguardo. Sorride,
ma non ha niente di rassicurante. Dio,
quanto è intrigante! <<Quanto
puttana sei, Potter? Dimmelo!>> Rimango
un attimo interdetto prima di rispondere. <<Completamente,
sono senza alcun ritegno>> <<E
che ne dicono gli altri? La McGranit, ad esempio?>> <<Si
fottano gli altri, si fotta la McGranit! Non mi interessa!>> <<E
cosa penserebbero di te i tuoi genitori?>> <<Io
non ho una famiglia, è un problema che non si pone!>> <<Allora
sei perfetto>> Si
avvicina a passo lento al letto ed estrae la bacchetta. <<Preparati,
perché voglio sfinirti>> Apro
le gambe verso di lui. <<Accomodati>> <<Bene>> Mi
punta addosso la bacchetta pronunciando un incantesimo: <<"Veste
exuo">> Come
guidati da mano invisibili, i vestiti si sfilano da me, lenti e sensuali. Prima
la camicia scivola giù lungo la mia schiena, andando a depositarsi sul
letto, poi i pantaloni si aprono del tutto e, assieme ai boxer, percorrono
le mie gambe e cadono per terra. Lo
guardo lasciandogli una perfetta visuale della mia erezione. É a pochi
passi da me, così vicino che potrebbe toccarmi in un attimo. <<Perché
non...>> Mi
fa segno di chiudere la bocca. <<Il
tuo corpo è proprio invitante...mi fa venire in mente dei giochi
osceni!>> <<E
allora giochiamo, no?>> <<Certamente.
"Ligo">> Con
uno strattone del tutto imprevisto le mie braccia vengono portate dietro la
mia schiena da delle corde appena comparse, che paiono essere vive, e vengo
trascinato indietro fino a trovarmi molto vicino alla ringhiera del letto.
Sento le mani pericolosamente legate tra loro e, dopo pochi attimi, mi
accorgo di non potere più muovere le braccia. In breve mi ritrovo disteso
supino, con le mani sopra la testa immobilizzate alla ringhiera. Altre
corde, veloci, spuntano dal letto e si stringono attorno alle mie ginocchia.
Mi divaricano forzatamente le gambe e me le alzano lasciando il mio buco in
bella vista. La
sonora risata tipica dei Malfoy mi giunge alle orecchie. <<Che
diavolo vuoi...>> <<Te
l'ho detto: voglio giocare>> risponde raggiungendo finalmente il letto
e sporgendosi verso di me <<ma non preoccuparti: mi supplicherai di
non smettere!>> Appoggia
le sue mani fredde sulle mie cosce, facendomi rabbrividire. La sua testa
scende, andando ad insinuarsi tra esse, e la sua lingua compare tra le sue
labbra, lunga e provocante. Si appoggia su un testicolo, leccandolo con
cura. Reclino la testa all'indietro e socchiudo gli occhi, lasciando che il
piacere mi sovrasti. Non lo vedo, ma sento la sua lingua umida e veloce
spostarsi sull'altro testicolo, leccando e succhiando con cura ogni
centimetro di pelle a disposizione. Accaldato e senza fiato, muovo il bacino
verso le sue labbra, in cerca di maggior soddisfazione. Il doloroso calore
che sento mi sta lentamente mandando fuori di testa. Ignora
la mia richiesta, tenendomi ben fermo colle mani. Lento si sposta più in
basso. Tiro un urlo quando sento la sua lingua leccare la mia apertura. Mi
contorco sulle corde, respirando sempre più affannosamente, strattonandole
per recuperare la libertà. La
sua lingua entra in me. Mi lecca dentro. Impazzisco.
Mi sento morire dal piacere. Mi muovo verso di lui. Lo voglio più dentro di
me. Dentro completamente, a fondo. <<Lucius...>>
lo chiamo senza voce.
Esce.
Crudele.
<<Mi
pare che tu sia pronto per questa>> afferma. Alzo
la testa per guardarlo. Spalanco gli occhi come se mi avesse schiaffeggiato.
In
mano tiene ben salda una bottiglia di vetro scuro, probabilmente di vino, e
la guarda come se fosse la cosa più eccitante del secolo. <<Cosa...?>>
tento di domandare. Mi
guarda sinceramente divertito e la avvicina al mio viso. <<Ti
conviene leccarla se non vuoi che ti faccia troppo male>> Allarmato
cerco di ritirarmi, ma lui ride e, a forza, mi ficca il collo bella
bottiglia in bocca. Non potendo fare altro, rendendomi conto d'essere del
tutto in suo potere, come un bambolotto, faccio come dice e la lubrifico a
dovere. <<E
adesso, signor Potter, vedremo se è vero che sei veramente una troia.
Vedremo se basta una bottiglia a mandarti in orgasmo>> Mi
strappa la bottiglia dalle labbra e la appoggia alla mia apertura. Di
riflesso cerco di allontanarmi, decisamente intimorito. <<Non
dirmi che hai paura, Potter! Dovrei dire al Signore Oscuro di minacciarti
con una bottiglia anziché con l'Avada Kedavra!>> sfotte. <<Potrei
dirgli che sei venuto a letto con me...sono certo che approverebbe!>> <<Magari
non lo farà, ma stai sicuro che poi ti vorrebbe scopare con tutto sé
stesso!>> Rabbrividisco
di fronte a questa possibilità, disgustato. Il
suo viso scende di nuovo su di me. Le sue labbra si fermano a pochi
centimetri dalla mia erezione. Il suo soffio caldo mi colpisce
delicatamente. Sento il mondo girarmi attorno, mentre il sangue mi pulsa
nelle vene come lava. Spinge
la bottiglia dentro di me, di pochi centimetri. Urlo.
Dolore e piacere. Le
sue labbra si posano sulla punta della mia virilità. La bottiglia esce e
rientra in me, colpendomi più a fondo. Reclino
con forza la testa all'indietro respirando affannosamente. Gemiti ed urla
fuoriescono dalla mia bocca. Tutto attorno a me è offuscato dal piacere che
provo. Mi sento pieno. Mi sento pulsante. La
bottiglia mi colpisce ancora più dentro, affondando con forza. La sua bocca
mi contiene, pompando lentamente. Mi
contorco, non sopportando più il bisogno di soddisfazione che provo. Cerco
di muovermi, ma è inutile. Più
veloce entra ed esce da me, più a fondo. Quattro,
cinque, sei, sette volte. Colpisce
in profondità. Arcuo la schiena urlando di piacere. Tutto il calore
devastante, tutto il pungente piacere, si concentra in un sol punto. Brucio. Con
un urlo più forte degli altri mi piego e mi svuoto violentemente. Mi
accascio sul materasso, frastornato. Ascolto i battiti accelerati del mio
cuore e il mio respiro pesante, cercando di calmarmi. La
folta chioma di Malfoy mi compare davanti agli occhi. I suoi occhi mi
guardano pieni di desiderio. Mi bacia e il mio sapore riempie la mia bocca. Si
allontana e percorre il mio corpo ancora legato con lo sguardo. <<Sei
una visione...>> sussurra. Non
ho né la voce né la voglia di rispondergli qualcosa. Afferra
la sua bacchetta e me la punta nuovamente addosso. <<"Solvo">> Le
corde mi lasciano liberano. Muovo leggermente le mani informicolate e mi
rimetto faticosamente a sedere. Lucius
si siede accanto a me e mi passa una mano sulla guancia fissandomi con quei
suoi occhi a calamita. É
il momento che faccia qualcosa anche io. Mi
sporgo verso di lui e poggio le labbra sulle sue. Penetro colla lingua nella
sua bocca. Le sue mani mi afferrano per i fianchi e mi avvicinano a lui. Mi
siedo a cavalcioni sulle sue ginocchia e mi accorgo della sua grossa
erezione sotto la stoffa dei pantaloni. Appoggio
le mani sulle sue spalle e, continuando a baciarlo, lo faccio distendere sul
letto. Mi sdraio sopra di lui e inserisco le mani sotto la sua camicia.
Sfioro la sua pelle calda soffermandomi a stringergli i capezzoli. Geme
leggermente sotto il mio tocco. Incoraggiato, sposto le labbra più in
basso, lungo il suo collo, cominciando a sbottonargli la camicia. Quando il
suo petto è nudo, poso la bocca sui suoi pettorali e strofino la lingua sui
suoi capezzoli turgidi. Geme
con più forza. Sento
il suo corpo tremare dall'eccitazione e quest'ultima premere contro di me,
in attesa di venire soddisfatta. Poggio una mano sopra il suo pacco,
saggiandone la forma e le dimensioni e scoprendo in Malfoy un mago
decisamente dotato. Impaziente,
mi spinge la nuca verso il basso, con forza, mentre il suo respiro pesante
gli impedisce di parlare. Sfioro
colle labbra il bordo dei suoi pantaloni, in una maliziosa carezza,
sentendolo irrigidirsi. Soddisfatto, glieli sbottono e inserisco una mano
sotto la stoffa dei suoi boxer. É
in quel momento, proprio mentre afferro la sua dura e pulsante virilità,
che sento, dietro di me, lo schiocco tipico di una materializzazione. Con
uno scatto mi rialzo, mettendomi seduto. Chi
diavolo può essere!? <<Chi
diavolo è!?>> tuona Malfoy irritato, mettendosi anch'esso a sedere. Mi
allontano un poco dalla sua figura e continuo a dare le spalle alla porta.
Chiunque sia entrato non deve capire chi sono...mi trovo nella casa di un
Mangiamorte, dopotutto! Meno persone mi vedono qua, più possibilità ho di
andarmene vivo! <<Me
spiacente interrompere, padrone, ma padrona volere parlare con lei>>
dice una voce fragile e alta, che riconosco come quella di un elfo
domestico. Mi
rilasso un poco, ma non mi volto comunque. L'ultima volta che ho
sottovalutato un elfo domestico Sirius è morto...non commetterò di nuovo
il medesimo errore! <<Narcissa
è qui!!??>> esclama lui allarmato. <<é
arrivata poco fa>> <<Maledizione!
Vai a dirle d'aspettarmi nel salottino privato>> L'elfo
sparisce e Malfoy si mette subito in piedi, cominciando a ricomporsi. Sembra
essersi completamente dimenticato della mia presenza. Mi
giro a guardarlo, osservando i suoi movimenti precisi e veloci e la sua
espressione preoccupata e irritata. Ormai
con l'eccitazione completamente svanita, finisce di abbottonarsi la camicia
e si dirige a grandi passi alla porta. <<Non
si sta dimenticando qualcosa?>> domando per bloccarlo. Si
ferma e impiega meno di due secondi per ricordarsi che non mi ha ancora
pagato. Con noncuranza inserisce una mano nella tasca dei pantaloni
estraendone alcune banconote. <<Vedi
di fartele bastare>> dice appoggiandole sul tavolino al suo fianco. Mi
alzo in piedi e raggiungo i soldi, totalmente incurante della mia nudità.
Controllo i soldi e devo riconoscere che, almeno in questo, i Malfoy sono
generosi. <<So
riconoscere un lavoro fatto bene>> continua <<prendili e
sparisci. I tuoi vestiti sono per terra e la tua bacchetta in sala. Usa la
Passaporta che ti ha portato qui e vedi di non fare nemmeno il minimo
rumore>> <<Paura
che sua moglie lo scopra?>> domando impertinente. Per
tutta risposta mi lancia un'occhiata raggelante. Apre
la porta ed esce dalla stanza, per poi voltarsi nuovamente. <<Ah,
saluta mio figlio da parte mia quando lo vedi>> dice con noncuranza. <<Si
fottano i suoi saluti>> Sorride.
<<Sarà
un piacere farti fuori, Potter>> <<Oh
no, signor Malfoy: il piacere sarà tutto mio>> * Il
sole tramonta lento dietro i palazzi della grande metropoli, mentre il cielo
rimane chiaro a causa delle luci cittadine, quando varco la porta di casa.
Ho passato la giornata a girovagare per le vie, curioso di scoprire la città,
questo ambiente a me estraneo. Adesso sono stanco ed affamato e l'unica cosa
che voglio è un piatto colmo di cibo e un letto comodo. Voglio strafogarmi
di pietanze e dormire fino a domani sera.! In
casa regna uno strano silenzio e l'immobilità del corridoio, quasi del
tutto immerso nel buio, è rotta solo dai minimi movimenti dei dipinti che,
indiscreti, mi fissano e gesticolano tra loro. É come se fosse deserta, ma
come può essere possibile? Peter mi aveva detto che è un punto di ritrovo,
un covo...dovrebbe straripare di giovani maghi! Sospiro
richiudendomi la porta alle spalle. La situazione è strana, ma non mi
dispiace affatto. Mi dirigo a passo rapido in cucina, seguendo i concitati
ordini provenienti dal mio omai vuoto stomaco. Arrivato che sono, frugo in
ogni scaffale e mensola per trovare qualcosa di commestibile, ma pare che
sia già stato fatto fuori tutto! Ci sono solo avanzi! Devo accontentarmi di
un panino, anche se apprezzerei decisamente di più un bel piatto di pasta
italiana o una bistecca. In compenso, però, riesco a trovare tutti gli
ingredienti per farcire l'Harry Potter sandwich: formaggio, prosciutto
cotto, tonno e maionese, il tutto in quantità astronomiche. L'ideale per
saziarsi e dopo sentirsi una botte! Mi
riempio un bicchiere con del succo d'arancia e mi dirigo in salotto, dove mi
attendono una televisione babbana e delle comodissime poltrone. Mi
siedo su una di queste senza preoccuparmi d'accendere la luce. Afferro il
telecomando e, nel medesimo istante in cui Monica e Chendler dicono ai loro
amici che stanno assieme, do il primo morso al mio panino. Una replica di
Friends, ma va bene così, dato che Dudley non mi ha mai lasciato vedere la
tv in santa pace. Al
secondo morso la luce del salotto si accende e Adam fa il suo ingresso in
sala. Ancora una volta, indossa una normale tuta da ginnastica e tiene i
capelli raccolti, mentre in mano regge una terrina piena d'insalata di riso.
<<Non
mi piace molto questa puntata>> esordisce sedendosi accanto a me. <<Lo
farò presente ai produttori>> rispondo. Ingoia
una grande cucchiaiata di riso, per poi rispondere: <<Che
è quello schifo che mangi?>> <<Questo
"schifo", come lo chiami te, mi piace! Piuttosto, si può sapere
da dove sbuchi?>> <<Stavo
mangiando in biblioteca quando ti ho sentito arrivare, così ho deciso di
venire a rompere>> <<Gentile
da parte tua>> <<Lo
so, non serve che mi ringrazi. E tu, dove sei sparito oggi?>> Finisco
di masticare un grande pezzo di pane prima di rispondere: <<A
lavoro>> <<Sul
serio?? Non era una balla quella di ieri, allora!>> <<Certo
che no!>> <<E
si può sapere che lavoro è?>> <<Ti
basti sapere che rende bene>> <<Quanto
bene?>> <<Parecchio>> <<E
non mi vuoi dire cos'è...>> <<Esatto>>
<<Sei
un ladro, forse?>> <<Hn?>>
domando senza capire che diavolo ha in mente. <<Bè,
provo ad indovinare...>> spiega facendo spallucce. Sospiro,
rassegnato dalla sua testardaggine. <<Non
sono un ladro>> rispondo. <<Trafficante?>> <<No>> <<Spacciatore?>> <<No>> <<Killer
professionista?>> <<No>> <<Borseggiatore?>> <<No>> <<Pilota
di corse clandestine?>> <<No>> <<Avvocato?>> <<Fiscalista?>> <<No>> <<Politico?>> <<No>> <<Uffa!
Ma che diavolo di lavoro fai che ti fa guadagnare bene in poco tempo??? La
puttana??>> Mordo
il panino senza rispondere, lasciando che sia il silenzio a parlare per me.
Adam ci mette poco meno di qualche secondo a capire. <<Il
marchettaro!!??>> esclama tra lo stupito e lo sconvolto <<Mi
prendi per il culo!!??>> <<Affatto>> <<Ma...ma...tu
sei...>> <<Chi?
Il-bambino-che-è-sopravvissuto?>> suggerisco. Annuisce. <<Non
più. Non voglio più essere una cosa del genere!>> <<Una...una
cosa?>> <<Esatto,
tanto è così vengo considerato!>> Mastico
un altro morso, deciso a non continuare la discussione. Già adesso sento il
fastidio crescermi in corpo, assieme ad una rabbia conosciuta, però non ho
alcuna voglia di perdere le staffe.
<<Ma
se sei un eroe!!??>> quasi urla. Lo
guardo male. <<Un
eroe, eh? E che mi dici di quando vengo considerato un ragazzo in cerca di
attenzioni, un egocentrico, uno schizzato, lo stupido di turno, un
bugiardo!!?? Anche allora sono un eroe??>> <<E
TU TI PROSTITUISCI PER DELLE CAZZATE DEL GENERE!!??>> urla scattando
in piedi e dandomi addosso. <<NON
SONO DELLE CAZZATE!!>> grido di rimando fronteggiandolo. <<AH,
NO??>> <<NO!
DA PICCOLO NON C'ERA UN CANE CHE CAPIVA Ciò
CHE REALMENTE ERO, COME MI SENTIVO! QUANDO LA PERSONA CHE AVEVO DI Più
CARA MORì, CHI AVEVO VICINO??? SILENTE!!?? MI HA NASOSTO COSì TANTE
COSE CHE...!!!>> <<E
ALLORA!!!?? LO DAI VIA PERCHè
TI SENTI UN INCOMPRESO!!??>> <<LO
DO VIA PERCHè
NON VOGLIO Più
ESSERE USATO DA "LORO"!!>> <<LORO
CHI??>> <<TUTTI!!
IN PRIMIS IL MINISTERO!! PRIMA MI ELOGIANO, POI MI DANNO DEL VISIONARIO E
DOPO, QUANDO SI RENDONO CONTO CHE HO RAGIONE, DIVENTO UN EROE! MA EROE DI
CHE?? SECONDO LA PROFEZIA SOLO IO POSSO UCCIDERE VOLDEMORT, O ESSERE DA LUI
UCCISO, COSì
TUTTI A DIRE "BRAVO HARRY", "CONTINUA COSì,
HARRY", "SEI IL NOSTRO EROE, HARRY", "TI VOGLIAMO BENE,
HARRY", "CI DISPIACE CHE TU NON ABBIA UNA VITA NORMALE, HARRY"!!!!
SAI CHE TI DICO, LORO NON POSSONO CHIAMARMI PER NOME! CHI LI CONOSCE!!??
PAURA DI VOLDEMORT?? IO A LORO NON DEVO ASSOLUTAMENTE NIENTE, PERCHè
DOVREI SALVARLI DA LUI!!?? MI HANNO SEMPRE CONSIDERATO UN'ARMA!! NON LO
SOPPORTO!! NON VOGLIO Più
FARMI USARE COME UN IDIOTA!!>> <<E
QUESTO GIUSTIFICA IL TUO COMPORTAMENTO??? NON VUOI FARTI USARE E FAI IL
MARCHETTARO!!??>> <<è
LA MIA INDOLE!! IL MIO VERO ESSERE! IL RAGAZZINO BUONO NON è
MAI ESISTITO, ERA TUTTA UNA FARSA!! SONO SEMPRE STATO COSì,
SOLO CHE REPRIMEVO A FORZA Ciò
CHE PROVAVO! MA A CHE PRO!!?? PERCHè
SOFFRIRE CERCANDO DI ESSERE UN ALTRO, UN DEBOLE!!??>> <<E
ALLORA PERCHè
SEI UN GRIFONDORO!!??>> <<IL
CAPPELLO PARLANTE HA SBAGLIATO A DARMI RETTA!! DOVEVA METTERMI TRA LE
SERPI!>> <<CHE
DIAVOLO DICI!?? SE SEI UN GRIFONE è
PERCHè
LO MERITI!!>> <<NON
MERITO DI ESSERE UN PERDENTE!!>> <<PERCHè,
QUESTO TUO COMPORTAMENTO TI RENDE UN VINCENTE!?? ANDARE A LETTO PER SOLDI FA
DI TE UN VINCENTE!!??>> <<ALMENO
NON UN IDIOTA!!>> Perde
completamente le staffe. Mi colpisce in pieno viso con un sonoro pugno,
facendomi cadere a terra. Rimango in silenzio toccandomi la parte contusa e
ascoltando i nostri respiri pesanti. <<Guardami!>>
ordina. Senza
riflettere volgo lo sguardo verso il suo viso, non più calmo di prima. <<Non
posso credere che tu sia realmente un cinico opportunista e di certo non
accetterò di farmi salvare da Voldemort da un mago così, anzi, non lo
voglio nemmeno sotto il mio stesso tetto!>> dice trattenendo a stento
la rabbia. <<Spiacente
di deluderti>> <<Zitto!
Hai detto abbastanza stronzate per oggi!>> Lo
guardo fisso, mostrandogli tutta la mia rabbia, ma lui la ignora. <<Ti
credi una vittima del sistema? Bè, non sei l'unico, sai? I miei genitori
sono stati uccisi dall'esplosione in centro provocato da Minus quando ero
così piccolo che nemmeno me li ricordo. Quelli di Peter, invece, sono stati
fatti fuori da dei Mangiamorte e lui, a soli quattro anni, è stato
sottoposto alla Cruciatus. Anche noi siamo delle vittime, così come tutti
coloro che hanno sofferto a causa di Voldemort. Tu, forse, lo sei più degli
altri, perché il destino che ti attende non è facile, perché devi far
fronte a difficoltà e a responsabilità schiaccianti, ma questo non ti da
il diritto di comportarti in questo modo, denigrando tutti coloro che ti
circondano. Magari non si sono comportati correttamente, ma hanno fatto, chi
più chi meno, ciò che ritenevano giusto. Ti hanno fatto soffrire? L'unica
cosa che posso dirti è che mi dispiace>> Un
nodo mi nasce alla gola. Lo guardo con astio. Le
sue parole mi entrano dentro, mi feriscono. Le verità che rivela mi fanno
soffrire. Non voglio più ascoltarlo! <<Ma...ma
tu che ne sai di come sono!? CHE VUOI CHE ME NE FACCIA DELLE TUE
SCUSE!!??>> <<Smettila
di fingere, Harry. Puoi fare lo stronzo quanto vuoi, ma io so che non sei
realmente così. Io so che stai soffrendo. Nascondi il tuo dolore, ma non
abbastanza, per me>> <<S...SMETTILA!>> <<Di
far cosa? Toglierti le difese?>> <<DI...DI
DIRE BALLE! IO...IO NON STO SOFFERNDO! HO SMESSO DI STARE MALE! IO SONO
FREDDO, HO IL CUORE DI GHIACCIO! NON...NON SENTO ALCUN DOLORE!!>> <<E
allora perché piangi?>> La
mia voce esplode, più forte e violenta di prima. <<ZITTO!!
STAI ZITTO!!! SMETTILA!!! NON VOGLIO Più
SENTIRE LE TUE STRONZATE!! BASTA! BASTA! BASTA!!!!>> Piago
disperato, seduto per terra, coprendomi convulsamente entrambe le orecchie
con le mani. Smetto
d'urlare solo quando lui si inginocchia a terra davanti a me e mi abbraccia
in una forte stretta. Lo lascio fare e, dopo poco, anche io lo stringo a me,
abbandonando ogni difesa. Il
dolore scorre in tutto il mio corpo. É
dilaniante.
<<Perché?>>
domando più a me stesso che ad altri. <<Non
lo capisci, Harry? Non è vero che non provi nulla. Tu soffri così tanto
che hai preferito annullare il tuo vero io piuttosto che stare male. Hai
creato dei sentimenti fasulli, che persino tu credevi veri. Hai indossato
una maschera e ti sei dimenticato di portarla!>> <<No,
io...>> <<Si,
invece. Finiscila di mentire a te stesso>> <<Ma...ma
tu come fai a...?>> Sospira. <<è
il mio turno di svelarti un segreto: sono empatico. In sostanza sento i
sentimenti degli altri, i veri sentimenti, quelli riposti in fondo al cuore
e tu, Harry, agivi in un modo, ma provavi emozioni completamente differenti.
Ho capito subito che c'era qualcosa che non andava in te>> Mi
aggrappo alla sua pacata presenza, cercandone un conforto, ma non riesce a
liberarmi dall'urlo disperato di mia madre che mi riempie le orecchie, dal
corpo morto di Cedric ai miei piedi, dalla fulminea visione di Sirus mentre
sparisce dietro il velo, né, tantomeno, da tutti quei bei ricordi che ora
non fanno altro che ricordarmi prepotentemente ciò che ho perso per sempre.
Mi
tormentano. Appoggio
la testa su una sua spalla e lascio che le lacrime escano liberamente,
assieme ai singhiozzi, mentre una sua mano mi accarezza la schiena facendomi
sentire la sua vicinanza. Il
dolore è così forte, adesso! Incontrollabile. Piango
i miei genitori. Piango
Cedric. Piango
Sirius. Sirius.
Dio, che dolore aver perso un altro padre. <<Adam...>>
lo chiamo. <<Sono
qui>> <<Io...io...mi
dispiace...sono stato un vero idiota...io...>> <<Shhhh.
Adesso basta parlare. Andiamo a sederci sul divano>> Mi
guida sul grande divano poco distante e ci sediamo vicini sciogliendo
l'abbraccio. Mi rannicchio contro di lui, appoggiano la testa contro il suo
petto, mentre, ancora, una sua mano mi accarezza cercando di calmarmi. Passiamo
alcuni minuti in perfetto silenzio, rotto solo dal mio pianto, talmente
forte e doloroso da farmi male. <<Sai,
Harry, sei come Peter>> dice lui dopo un po'. <<...>> <<Anche
lui soffre molto per quanto gli è successo. Non starò qua a raccontarti la
storia della sua vita, però sappi che lui si sente solo, maledettamente
solo. É così da quando l'ho conosciuto. Si trova così tanti ragazzi solo
per distruggere questa solitudine, ma non c'è mai riuscito e mai ci riuscirà.
Lo sai perché? Perché ha paura. Ha una dannata paura di affezionarsi a
qualcuno. Sa che facendolo potrebbe rimanere ferito. Non si direbbe, vero?
Sembra così forte e, invece, è fragile>> <<Perché...perché
mi dici questo?>> <<Perché
non devi prendertela se lui ti ha solo usato>> <<Mi...mi
ha solo usato?>> <<...>> <<Tu
lo sai, vero? Dimmelo>> Sospira
ancora. <<Si,
ti ha solo usato. I suoi sentimenti per te mi sono chiari>> Un
nuovo singhiozzo mi sfugge dalle labbra. <<Mi
spiace>> dice <<ma non odiarlo>> <<Non...non
lo farò>> <<Nonostante
ciò, però, tu sei diverso da lui. Io sento che tu non hai paura d'amare.
É questo che ti rende più forte. Le cose terribili che hai passato
annienterebbero chiunque, ma tu sei qui, sei sano e, finalmente, sei di
nuovo te stesso. Puoi vivere. Puoi vincere!>> <<Non
è vero...anche io ho paura. Ne ho tanta>> <<Ma
io lo so che non ti dominerà mai>> Non
parliamo più. Mi lascio cullare dal caldo abbraccio di questo mio nuovo
amico, lasciando che tutto il dolore represso scorra fuori da me, sfogandomi
completamente, deciso come non mai a mettere la parola fine a questo scuro
capitolo della mia vita. Di
certo non tornerò ad essere un ragazzino buono ed ingenuo- ne ho passate
fin troppe- ma mai più odierò il mondo e me stesso in quel modo. Continua...
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