Ciao a tutte! Ecco a voi il
secondo capitolo della mia prima ff su Harry Potter, completamente
dedicata a Carol, come le avevo promesso, per il suo compleanno! Mi
dispiace per coloro che aspettano di leggere Kaede Hood, ma al momento
l'ho lasciato un po' in disparte! Prometto di riprenderlo in mano
prossimamente! Adesso
vi lascio. Buona lettura a tutte e aspetto commenti, mi raccomando!! Rebel parte II di Ash(lynx) I
corridoi di Hogwarts sono bui e silenziosi. Posso chiaramente sentire i
battiti del mio cuore nel bel mezzo della notte. La luna piena splende nel
cielo, fornendomi l'unica fonte di luce. Davanti a me vedo chiaramente
l'entrata della sala comune dei Serpeverde, scura ed inquietante come al
solito. Questa notte, però, anche molto invitante. So
che Ron ed Hermione mi stanno cercando per andare a trovare Hagrid, ma non
me ne frega nulla. Anzi, un moto di disprezzo mi sale lungo la gola e
fuoriesce dalle mie labbra. Preferisco di gran lunga questo posto alla
loro compagnia. Un
sussurro dietro di me, una voce che conosco e che mi sta chiamando.
Suadente. Si avvicina e il bisbiglio diventa un richiamo sempre più forte
e deciso. Mi
volto. Una mano leggera si immerge tra i miei capelli reggendomi la nuca,
mentre due dolci labbra si posano sulle mie in un bacio appena accennato.
Nonostante ciò il suo sapore mi rimane impresso anche quando si
allontana. Il suo volto è nascosto da buio, solo il suo sorriso è
illuminato dalla luna. Un sorriso sempre glaciale ed impertinente, ma
adesso realmente felice. Una ciocca di capelli biondi gli cade sul viso.
Lunghi e lisci. É bellissimo. Sussurra
il mio nome, sensualmente. Lunghi brividi mi percuotono da capo a piedi. <<Harry...Harry...>>
continua a chiamarmi. "Perché
mi chiami? Sono qui..." <<Harry...Harry...>> "Sono
qui. Sono..." * <<Harry>> una voce
mi riporta alla realtà. Apro gli occhi di scatto
mettendomi velocemente a sedere. Dell'aria fresca mi colpisce in pieno il
petto lasciato scoperto dalle lenzuola. Mi guardo attorno. La finestra è
spalancata, eppure sono sicuro d'averla chiusa prima d'addormentarmi. La
luce di un lampione illumina la stanza rivelando la presenza di una
persona seduta comodamente sulla sedia. Un ragazzo. Lo guardo meglio e lo
riconosco. <<Che ci fai qui, Peter?>>
la voce mi esce impastata dal sonno. <<Aspettavo che ti
svegliassi>> mi risponde semplicemente. Si alza in piedi avvicinandosi.
La luce lo illumina completamente e lo ammiro mentre un sorriso mi si
forma sulle labbra. É molto sexy col suo look da teppista e il suo
sguardo acceso. Lo desidero. Posa entrambe le mani sul letto
e si sporge verso di me, dicendo, quando ormai le nostre bocche sono
talmente vicine che il suo respiro caldo mi penetra: <<Voglio la mia
ricompensa per averti aiutato>> <<E, sentiamo, cosa
desideri?>> <<Non lo intuisci da
solo? Non ti credevo così ingenuo>> <<Non lo sono>> <<Per questa notte sarai
nelle mie mani. Ti farò tutto ciò che vorrò>> Voglio un bacio. Mi sporgo
verso di lui di pochi millimetri e le nostre labbra combaciano, ma solo
per alcuni secondi. Si allontana bruscamente da me tirandomi una schiaffo
in volto che mio fa cadere lateralmente tra le coperte. La guancia colpita
mi pulsa dolorosamente. Lo guardo con rabbia, non capendo le sue
intenzioni. Il suo sorriso, adesso, sembra più una smorfia piena di
desiderio erotico. <<Ascoltami bene, Harry.
Sono io a comandare, ora, io detto le regole. Questa notte tu dovrai solo
eseguire gli ordini, intesi?>> <<Intesi>> In fondo non mi costa nulla:
gli uomini con cui sono andatomi facevano fare anche di peggio. Il suo
sorriso si allarga. <<Perfetto>> Scende dal letto e si
allontana. Faccio per seguirlo, ma lui non vuole. <<Chi ti ha detto di
muoverti, schiavo!?>> <<Ma...>> <<Non parlare. D'ora in
poi potrai solo gemere>> Ammutolisco. Non so cosa abbia
in mente, ma mi piace. Con lo scatto dell'interruttore
la luce si accende. Evidentemente gli piace guardare mentre fa sesso. <<Togliti i boxer>> Sentendo perennemente il suo
sguardo sul mio corpo faccio come dice, rimanendo completamente nudo
davanti ai suo occhi. Divarico le gambe, invitandolo ad avvicinarsi, ma
lui si allontana, fino ad andarsi a sedere sulla poltrona alla destra del
letto. Lo guardo confuso: cosa vuole esattamente? <<Masturbati>> La sua voce non è più gelida,
ma pregusta già il piacere che il suo corpo proverà. Non me lo faccio ripetere due
volte e dirigo lentamente la mia mano verso il basso. Afferro con
decisione il mio pene ancora mollo e, mentre muovo sapientemente la mia
mano lungo esso, immagino che sia Peter a toccarmi in quel modo. Immagino
le sue mani su di me. Forti, calde, decise, maliziose e provocanti. Poco tempo e sono eccitato.
Sento il sangue pulsarmi come impazzito nelle vene, il cuore scoppiarmi
nel petto, un calore devastante in tutto il corpo. Ogni muscolo è teso. Lo guardo negli occhi e quello
che vedo mi eccita ancora di più. É completamente rapito dal mio corpo.
I suoi occhi bruciano di passione, le sue mani tremano dalla voglia di
toccarmi ovunque e la sua erezione è ben visibile. Sorrido. Mi piace
ancora di più in questa versione. Fa venire voglia di prenderlo e
sbatterlo contro il muro. O di farsi sbattere contro il muro da lui. Muovo la mano con maggior
vigore, sentendo di stare arrivando allo spasmo finale. Dalla bocca
fuggono alcuni gemiti di piacere, rochi persino alle mie orecchie. Altri pochi movimenti e
raggiungo il limite. I muscoli sono alla loro massima tensione, il sangue
mi bolle in corpo, la mente si scollega per un attimo. Fremo
d'eccitazione. Vengo, gettando indietro la
testa e lasciando che tutto il mio corpo si rilassi. Il mio respiro
ritorna a poco a poco normale a alzo il volto, per guardare nuovamente
Peter. É eccitato ancor più di
prima. Bellissimo. Il suo respiro affannato, i suoi occhi semichiusi, la
sua erezione stretta nei jeans, le sue mani strenuamente aggrappate alla
poltrona e la sua voce, bassa e affannata, che mi ordina d'avvicinarmi.
Tutto di lui è bellissimo. Scendo dal letto e, lentamente,
gli vado incontro. Quando gli sono davanti mi siedo a cavalcioni sulle sue
ginocchia strofinando in una mossa ben calcolata, la sua erezione col mio
bacino. Freme. La sua mano sinistra si insinua
tra i miei capelli spingendo le mie labbra ad incontrare le sue. La sua
lingua si muove veloce e passionale con la mia, accarezzandola e
giocandoci, per poi uscire dalla mia bocca e lasciare che le sue labbra
succhino avidamente le mie. Dolore al labbro inferiore.
Sento il mio sangue scendere lentamente dalla bocca fino al mento. Lui si
allontana soddisfatto. <<Questa è la punizione
per avere agito senza permesso, schiavo. Adesso fammi sentire quanto bravo
sei nei lavoretti di bocca!>>
<<Se è solo
questo...>> Scendo dalle sue gambe e mi
inginocchio tra esse. Gli abbasso velocemente e fluidamente i pantaloni e
i boxer, posando finalmente gli occhi sulla sua pulsante erezione. Non ci
vorrà molto prima che venga. Abbasso il volto su di lui, tanto che posso
sentire l'odore del suo corpo, e accarezzo il suo membro colla lingua per
l'intera sua lunghezza. Su e giù, sentendolo indurirsi ancora di più,
sentendo il suo respiro affannarsi e suoni rochi uscire dalla sua gola. Mi
piace sentirlo e vederlo in questo stato, con tutti i muscoli tesi in uno
sforzo massimale. Geme, non riuscendo più a controllarsi, e muove il
bacino verso me, in una esplicita richiesta. Non lo accontento, non
completamente almeno. Prendo tra le labbra solo la punta della sua virilità,
assaggiandola con piccoli morsi che lo fanno impazzire dal godimento.
Urla. Lo sento ansimare e chiamare il mio nome. La sua testa è reclinata
all'indietro e la sua mano, aggrappata alla mia nuca, mi incita a dargli
di più. Mi obbliga a prenderlo completamente in bocca. Certo, avrei
preferito torturarlo ancora un po', ma va bene anche così. Muovo la bocca
in un movimento a stantuffo immediatamente veloce. Bastano pochi minuti e
mi viene in bocca, rilassandosi. Mi allontano, sputando a terra
il suo sperma, e mi rialzo in piedi. Rimango immobile ad ascoltare il suo
respiro farsi a poco a poco regolare, ad osservare il suo volto lussurioso
e a seguire il movimento irregolare della sua cassa toracica. É proprio
un ragazzo stupendo. Alza la testa e, finalmente, mi
guarda. Sorride. <<Direi che adesso
possiamo cominciare a fare sul serio, piccolo>> dice Si alza in piedi cominciando a
spogliarsi. <<Piccolo!?>> <<Bè, hai due anni in
meno di me, no?>> <<E questo che c'entra?
Fisicamente non siamo molto diversi!>> Finisce di spogliarsi prima di
rispondermi. Mi si avvicina tenendo una mano su un fianco e dice: <<Fisicamente simili!?
Non penso proprio!!>> <<Ah, no? A lunghezza
siamo messi bene allo stesso modo!>> <<Ma io non mi riferito a
quello!>> <<E a cosa,
allora?>> Con un gesto veloce e deciso mi
scaraventa sul letto alle mie spalle. Non faccio in tempo a muovermi che
lui è sopra di me e mi blocca entrambe le braccia colle mani. <<Al fatto che sei
decisamente più debole di me, piccolo!>> <<Comunque non mi piace
essere chiamato così>> Mi bacia. Sento la sua lingua
muoversi assieme alla mia e le sue labbra calde ed esperte strofinare le
mie. Non è un bacio appena accennato: tutto il suo corpo si muove con
vigore sul mio, in modo che anche i nostri bacini si tocchino
ripetutamente in provocanti carezze. É ancora troppo poco per
essere eccitato, ma il mio cuore batte già fin troppo velocemente.
<<Non hai bisogno di
tenermi fermo. Perché non usi le tue mani per fare dell'altro, oppure hai
in mente qualche giochino particolare?>> domando appena le nostre
bocche si separano. <<No, è finito il tempo
dei giochi, almeno per oggi>> Mi libera le braccia e,
finalmente, posso toccarlo. Poso la mia mano destra sulla sua schiena,
mente la sinistra si adagia tra i suoi capelli, a seguire i movimenti
della sua testa. Lui distoglie il suo volto dal
mio, scendendo con lievi baci fino ai miei capezzoli. Li stuzzica coi
denti, giocando con loro, mentre il mio respiro si fa più irregolare. Li
mordicchia, uno alla volta, e poi li sfiora colla lingua, mentre le sue
mani si soffermano sui fianchi, a disegnare con linee invisibili il
contorno dei miei addominali. Scendono fino al linguine, per poi risalire
subito senza toccarlo. Una dolce tortura che mi sta, a poco a poco,
facendo impazzire. Sento la mia erezione farsi più dura ogni secondo che
le sue mani e le sue labbra muoversi su di me. La sento sfregare contro il
suo corpo, toccando la sua virilità, anch'essa nuovamente eccitata. Una sua mano, stanca di
giocare, scende ad accarezzarmi l'asta con lenti a calcolati movimenti.
Reclino la testa, mentre il mio bacino si muove verso di lui in cerca di
piacere. Sento il mio corpo tremare e i miei muscoli tendersi. <<Allora, ti
piace?>> domanda malizioso cominciando a baciarmi sul collo. <<Idiotaahhh...>> La mia risposta si trasforma in
un lamento mentre la sua mano si sposta dall'asta all'orifizio. Lo
stuzzica con due dita facendo in modo che tutto il sangue nel mio corpo
pulsi ancor più velocemente. Mi penetra con le due dita.
L'ennesimo gemito di piacere mi sfugge dalle labbra, senza che alcun tipo
di dolore mi abbia sfiorato. La sua bocca scende succhiando la pelle e
lasciando una lieve scia di saliva. Si sofferma sui testicoli,
avvolgendoli uno alla volta colla sua lingua, giocandoci. Artiglio le mani
alle lenzuola, sovrastato dal piacere che provo. Tutto il mio corpo è
teso, impazzito alla ricerca di quel piacere che sta per arrivare ma non
si sa quando. Una estenuante attesa. C'è dell'altro, però. Non è solo
il classico piacere carnale, quello ricevuto e dato innumerevoli volte a
sconosciuti per soldi. Questa è la prima volta che mi sento veramente
bene, a posto con me stesso, mentre faccio sesso con qualcuno. É la prima
volta che provo qualcosa di superiore all'indifferenza. Le sue dita escono da me e alza
la testa per guardarmi in faccia. <<Harry...>> mi
chiama <<Fallo, non è proprio
il momento di tirarsi indietro!>> dico precedendo la sua domanda. Entra dentro di me con un colpo
solo, forte. Sento la testa girarmi, ma è solo un attimo. É il piacere a
colpirmi, completamente. Comincia a muoversi fuori e dentro me, mentre la
sua mano strofina la mia virilità con foga. Un ritmo che lui conosce bene
e che io mi appresto a seguire. In pochi secondi ci muoviamo assieme, ci
assecondiamo, ci completiamo. I nostri gemiti, le nostre urla e i nostri
respiri si perdono nella stanza, come assorbiti dalle pareti. Il resto del
mondo non esiste. Ci siamo solo noi due e il nostro piacere. Solo i nostri
corpi. Spinge ancora, più forte di
prima, come se volesse sfondarmi, ed è in questo momento, mentre gli
vengo tra le mani e tutto intorno a me è bianco, accecato da una luce
invisibile ad altri, che la cicatrice ritorna a farsi sentire. Una fitta
di dolore mi percuote ogni centimetro del corpo. "Voldemort!" riesco
solo a pensare, stravolto. L'urlo di Peter mi riporta alla
realtà. Un urlo di piacere. Viene dentro di me, posso sentire il suo
liquido invadermi e, per una volta, non provo disgusto. Dolore e piacere si allontanano
assieme mentre Peter si accascia accanto a me, stremato, lasciandomi
addosso solo una sensazione di pienezza. Il silenzio nella stanza è
rotto solo dai nostri respiri pesanti e dai battiti dei nostri cuori. Mi sposto, andando ad infilarmi
sotto le coperte. <<Dormi con me?>>
gli chiedo senza neanche averci riflettuto un attimo. <<Posso?>> <<Si>> <<Allora va bene>> Mi raggiunge sotto le lenzuola
e mi avvolge colle sue braccia in una abbraccio protettivo. Non capisco
perché lo faccia, ma non mi dispiace questo suo modo di comportarsi...mi
confonde solo. All'inizio mi pareva volesse solo fare del sesso e mi stava
bene. Ora, invece, si comporta come se fossi importante per lui, o è
tutta una mia impressione? Però è la prima volta in assoluto che mi
capita. Di solito per gli uomini con cui vado a letto non provo nulla, se
non, qualche, volta, un forte disgusto e senso di sporcizia, ma per
lui...per lui è diverso. Non so cosa sia, forse un sentimento simile a
quello di due persone che si vogliono bene, ma mi lascia spiazzato. Vorrei
sapere se lui si comporta così con tutti o no. <<Sei sveglio?>> mi
domanda <<Si>> rispondo <<Prima ti ho fatto
male?>> <<No>> <<Perché? Insomma, non
che volessi farti soffrire, ma sono entrato abbastanza duramente!>> <<Non era la mia prima
volta...>> <<Comunque ti avrebbe
dovuto fare un po' di male! Possibile che tu l'abbia fatto così tante
volte che...>> <<Adesso non mi va di
parlarne. Non sono dei bei ricordi. E poi perché me lo domandi?>> Rimane in silenzio per un po'.
Evidentemente non ha la risposta sempre pronta come me. Sbuffa. <<Adesso non mi va di
parlarne. Dormiamo>> Mi ha rinfacciato la risposta!
Che stronzo! <<Sei un idiota che ride
sempre!>> dico <<E tu uno stupido sempre
incazzato! Ora che ci siamo detti che l'acqua è bagnata>> mi bacia
sulla fronte con una dolcezza sconvolgente <<buona notte>> Appoggia la testa sul cuscino e
nel giro di pochi secondi sta già dormendo profondamente. Prima di cadere
anche io tra le braccia di Morfeo formulo un ultimo pensiero: se domani
mattina mi sveglierò e lui sarà ancora al mio fianco, allora sarà
diverso da qualsiasi altro uomo con cui sono andato. *** Scendo lentamente le due rampe
di scale ignorando deliberatamente tutti i quadri che mi rivolgono la
parola: non sono dell'umore giusto per parlare con qualcuno, specialmente
se questo vive appeso ad un muro e fa il saccente! Questa mattina, appena mi sono
svegliato, al posto di Peter ho trovato un biglietto con su scritto
"vado al lavoro. Ci sentiamo dopo". Non molto simpatico a dire
il vero. Mi ha fatto sentire esattamente come dopo una scopata con un
vicino, per soldi, colla differenza che lui non mi ha pagato in denaro.
Quel lieve sentore che lui potesse essere differente dagli altri è
sparito, lasciandomi la convinzione che questa notte non sia stato altro
che semplice sesso. Nulla di più. Mi fermo davanti ad uno
specchio lungo il corridoio che porta alla cucina e mi do una rapida
occhiata. Indosso un paio di jeans bianchi e una camicia nera col colletto
alto e la cerniera non del tutto chiusa. Starei proprio
bene, se non fosse per le due occhiaie che mi ritrovo! Questa notte
non ho dormito affatto bene. Ero preoccupato per la fitta di dolore alla
cicatrice. Di solito mi fa male quando Voldemort è vicino,
particolarmente felice o arrabbiato...ma, insomma, perché proprio in
quell'attimo preciso? Forse è molto più vicino a me di quanto io stesso
possa immaginare! Qua non ho più la protezione di Silente...mi sento
leggermente scoperto, quasi in pericolo. Sospiro: non è che posso farci
molto. Finché non comincio a fare sogni strani sarà tutto a posto. Vorrà
dire che comincerò a chiudere le mente prima di andare a letto, se mi
ricordo come si fa dalle lezioni di Occlumanzia di Piton. Accidenti a quel
cerebroleso: poteva anche finire di impartirmele, no!? Entro in cucina e mi dirigo,
senza neanche guardarmi attorno, verso il frigorifero. Non ho molta fame a
dire il vero, perciò mi accontento di qualche sorso di latte a canna. <<Tu devi essere Harry
Potter>> Mi volto senza nascondere una
certa sorpresa. Seduto su uno degli scaffali della cucina c'è un ragazzo
che mi guarda con una espressione seria in volto. Ha dei lunghi e lisci
capelli biondi, ma i suoi occhi sono scuri, in contrasto colla carnagione
chiara. Non è, però, tinto: anche le sue sopracciglia sono bionde. É un
ragazzo singolare nella fisionomia del viso, molto magro, ma
indiscutibilmente bello. Tiene i capelli distanti dal volto con una fascia
e indossa un paio di pantaloni neri da ginnastica e una canottiera bianca.
Deve essere appena tornato da una corsa, o qualcosa del genere. <<Peter ti ha consumato
la lingua che non parli?>> <<Semmai l'opposto>>
ribatto Sorride come se la sapesse
lunga riguardo ciò. <<I quadri mi hanno
raccontato un mucchio di storie sul tuo conto, riguardo la tua presenza
qui. La più gettonata è che hai scagliato una maledizione contro i tuoi
zii e poi te ne sei andato>> <<Qualcosa del genere, ma
senza maledizione>> <<Peccato>> Chiudo il frigorifero e mi
allontano: non ho voglia di compagnia. Il tizio, però, non sembra essere
d'accordo e mi segue fuori dalla cucina. <<Quanto pensi di
fermarti qui?>> domanda <<Un po'>> rispondo
mentre comincio a salire le scale per tornare in camera <<E hai dei programmi?
Voglio dire, cosa farai mentre si qui?>> <<Affari miei>> <<Anche miei, se
permetti! Non puoi certo stare qua a vivere a sbaffo!>> <<Non avevo intenzione di
farlo>> <<E ce l'hai un
lavoro?>> <<Si>> <<Sul serio? Non l'avrei
mai detto>> Mi blocco e mi volto a
guardarlo negli occhi. Maledizione! É più alto di me di più di dieci
centimetri! <<Ma si può sapere chi
diavolo sei e che vuoi da me!?>> domando quasi urlando, irritato
dalla sua parlantina <<Ah, è vero: non mi
sono ancora presentato! Il mio nome è Adam e ho 17 anni>> <<Bene. Adesso, se non ti
spiace, vorrei starmene da solo>> Lo lascio dove è e salgo le
ultime rampe di scale per arrivare alla mia stanza. Adesso nessuno dei
quadri mi parla più, limitandosi a guardarmi incuriositi dal mio
scontroso comportamento. Quell'Adam...mi ha parlato per pochi minuti e già
mi sta antipatico: è troppo invadente per i miei gusti! D'ora in poi vedrò
di evitarlo ad ogni costo! Entro in camera chiudendo a
chiave la porta e andando alla finestra. Un rumore alle mie spalle mi fa
sobbalzare. Oh, lo conosco questo rumore! <<Ehi! Io non avevo
ancora finito di parlare!>> La voce squillante di Adam,
appena materializzatosi nella mia stanza, mi fa voltare, alquanto
controvoglia e scocciato. <<MA MI VUOI LASCIARE IN
PACE!?>> urlo <<Ehi, ehi! Calmo, amico,
non sono certo qua per seviziarti!>> Si siede con noncuranza sul
letto ancora sfatto. <<Guarda che c'ho fatto
del sesso questa notte>> lo avverto <<Lo so, si è sentito!
Però non importa: non è la prima volta che mi siedo su un luogo
appena...collaudato...da Peter, tanto più che in questo punto non è
bagnato. Ci sono, vediamo...il mio letto, la poltrona in soggiorno, in
tavolo in cucina, la lavatrice...posso smetterla di fare l'elenco?>> <<Nessuno te l'ha
chiesto>> <<Giusto, comunque ci
tenevo a farti sapere come stanno le cose. Peter è esattamente quello che
si definisce un puttaniere. Non per offenderti, ma lui va con tutti i
ragazzi carini che incontra. Tutti, non sto scherzando. É un miracolo che
non si sia ancora preso qualche malattia. Lui ci va a letto e poi se ne
va, è il suo stile ed io...bé, io lo conosco parecchio bene. Lui non è
mai dolce, non prova mai nulla che non abbia a che fare colla lussuria,
perciò ti avverto: se provi qualcosa di serio per lui è meglio che
lascia perdere prima di rimanere ferito>> <<Come mai tutto questo
interesse?>> <<Vivo qua da cinque anni
ed ho visto fin troppi ragazzi perdere la testa per lui e piangere davanti
la porta di casa supplicandolo di non lasciarli. Non voglio che si ripeta,
non mi piace>> <<E tu? Anche tu l'hai
supplicato?>> Si zittisce, forse ferito. <<Il tatto tu non sai
cosa sia, vero?>> domanda retoricamente prima di rispondere
<<No, no l'ho mai supplicato: sapevo che non sarebbe servito e poi,
io e Peter, oltre che amanti saltuari, siamo amici. Non chiedermi come sia
possibile, però>> <<Lo fate ancora?>> <<Raramente>> <<Quindi siete due amici
che scopano, dico bene?>> <<Alquanto riduttivo, ma
hai ragione>> <<Tutto, quindi, si
riduce al sesso...come sempre...>> Rimaniamo un po' in silenzio,
poi è lui a parlare per primo. <<Non ero venuto qua per
parlarti di me>> Annuisco. <<Da quello che mi hai
raccontato>> dico <<Peter non vede altro che culi da
sfondare...>> <<Che brutale!>> <<Non ho finito!>> <<Scusa...>> <<Dici che non conosce la
dolcezza, però, con me, è stato diverso. Dopo il sesso abbiamo dormito
assieme, abbracciati, e mi ha persino baciato la fronte augurandomi la
buona notte! É nel suo stile anche questo?>> Non risponde subito, stupito
dalle mie parole. <<Davvero ha fatto ciò?>> Annuisco ancora. Sorride, un
sorriso tirato, amaro. <<Allora, forse, sta
mettendo la testa a posto>> "Sarà, ma non ne sono poi
così convinto" penso. *** Alzo la testa dal libro,
fissando un punto vuoto del muro di fronte a me. Sono in questa stanza,
che poi è una libreria fornita dei più importanti libri di magia, da
molte ore, incurante dell'odore di chiuso e del buio che mi si sta creando
attorno, dato che la luce del sole, tramontato da poco, non entra più
dalle finestre. Questo pomeriggio, siccome non
avevo altro da fare, ho esplorato la casa e scoperto questo posto, oltre
ad innumerevoli altre stanze intrise di magia, tra le quali una molto
interessante dove un gigantesco specchio riflette l'immagine di colui che
si sta guardando durante atti sessuali colla persona dei propri desideri,
sia essa maschio o femmina. Certo, è utile solo per farsi una sega, e non
è poco, ma è certo più interessante dei letti che si fanno da soli, o
sbaglio? Insomma, è mille volte meglio di un film porno! Nella libreria ho trovato,
invece, libri pieni di incantesimi, malefici e pozioni d'ogni tipo, alcuni
addirittura proibiti, dato che appartengono alla tanto famosa e temuta
magia nera, se così si può chiamare. Ho cominciato a leggere e ad
esercitarmi, sentendomi una brutta copia di Hermione, a dire il vero, solo
con una sostanziale differenza: lei non studierebbe mai la magia di
Voldemort. Voglio venire a conoscenza dei segreti del potere del mago più
temuto al mondo, in quanto, dopotutto, è anche il mio potere e, dato che
un giorno ci dovremo battere, voglio conoscere le sue armi. Oltretutto mi
sto divertendo un mondo! <<Non credevo che la
magia nera ti attirasse fino a questo punto!>> Sobbalzo e per poco la
bacchetta non mi cade dalla mano. Peter si è appena materializzato
davanti a me senza, e sottolineo senza, fare alcun rumore! <<Come ci sei
riuscito?>> domando ignorando le sue parole. <<Bè, materializzarsi è
un gioco da ragazzi...>> <<Non quello! Mi riferivo
al non fare rumore!>> <<Ah...non è stato
merito mio. É che in questa stanza quel suono non si sente. L'anno scorso
Adam stava studiando per diventare un Animagus, con un impegno
preoccupante a dire il vero, solo che molti di noi entravano e uscivano da
qua in questo modo. Il rumore lo infastidiva, rendendolo intrattabile ed
ipersensibile. Ad un certo punto ha perso il controllo e ha scagliato non
so che incantesimo sulla stanza. Questo è stato il risultato. Allora,
dopo questo interessante aneddoto, che ne dici di fare l'amore con
me?>> <<L'...l'amore?>>
che parola grossa e fuori luogo! <<Bè, dire sesso mi
pareva squallido!>> Capisco: per lui sono solo un
passatempo. Poco male, vuol dire che posso divertirmi anche io e che, per
una volta, non sarò l'unico ad essere usato per soddisfare la propria
sete di sesso. Se io sono la sua puttana...lui è la mia. Almeno non
spenderemo soldi inutilmente! Prima, però, mi voglio divertire. <<Mi spiace, bello, ma la
prova di ieri notte mi è bastata. Non c'è più nulla che tu possa darmi.
Abbiamo fatto tutto, mi pare>> Incassa il colpo senza
scomporsi, come se le mie fossero state parole dette al vento. Cammina
verso di me e appoggia le mani sul tavolo proprio davanti al libro che
stavo leggendo, sporgendosi verso il mio viso. <<Qua ti sbagli: possiamo
divertirci ancora molto noi due. Ci sono molti modi per fare sesso, bello,
una miriade di posizioni da sperimentare>> <<Chi ti dice che non le
abbia già provate tutte?>> <<Nessuno, ma io ti
piaccio, non negarlo>> <<Lo nego, invece>> <<In questo
caso...>> Si rimette dritto in piedi e,
continuando a fissarmi con occhi pieni del sua solita malizia, comincia a
spogliarsi. <<Qua sotto fa freddo: ti
ammalerai>> dico fingendo disinteresse. <<Per questo ci sei tu a
scaldarmi>> rimane a torso nudo. Minchia, potrebbe vincere il
premio per il torso più bello dell'Inghilterra...non che sia difficile
visti i fisici da fritto che ci sono, ma comunque...wow! <<Non penso d'avere tempo
per scaldarti: questo incantesimo per muoversi nel tempo, oltre ad essere
il sogno dei babbani, è anche molto interessante. Penso proprio che lo
imparerò>> <<Serve solo a vivere nel
passato o a preoccuparsi per il futuro. Il presente è la nostra
condizione, bellissima oltretutto, perciò è in questo che dobbiamo
vivere e trovare la nostra felicità. E per il momento, Harry, sono io il
tuo presente. Vivimi>> Adesso è nudo e, senza alcun
pudore, gira attorno al tavolo e si siede sulle mie ginocchia. Essergli
indifferente è impossibile. <<Allora, la merce
esposta è di suo gradimento o ha qualche reclamo da fare?>>
domanda. <<La merce esposta è
petulante>> Ho deciso: gestirò io la
situazione questa volta! Appoggio le mani sui suoi
fianchi avvicinandolo a me e comincio a baciargli il collo, muovendomi da
sinistra a destra. Reclina il capo all'indietro lasciandomi piena libertà
di movimento. Sento la sua presa sulla schiena che mi impedisce
d'allontanarmi da lui. Questo mi incoraggia a continuare la mia piccola
esplorazione. Mi sposto dal collo al torace,
leccando e mordicchiando ogni centimetro di pelle, per poi soffermarmi a
giocherellare coi suoi capezzoli turgidi. Li stuzzico un po' coi denti,
sentendo nelle orecchie il forte battito accelerato del suo cuore. Lo
sento ansimare leggermente. Questo suono è per me una gioia, una
conquista. Vorrei sempre farlo ansimare in questo modo. <<Harry...>> chiama
il mio nome. Alzo la testa interrompendo la
mia attività. La mia bocca viene riempita dalla sua, in un bacio sensuale
nel quale mi sembra di venire inghiottito da lui. Le sue mani cominciano a
muoversi sul mio corpo, mentre conclude il bacio. Mi abbassa la cerniera
della camicia e, mentre me la sfila completamente, mi bacia il collo e le
spalle. Un tocco eccitante. Lievi gemiti mi escono dalla gola e do vita ad
un pensiero costante, ripetitivo nella mia mente: <<Voglio entrare in
te>> <<Ma bravo>> non lo
vedo, ma lo sento sorridere <<prendi l'iniziativa!
Ammirevole!>> <<Non sei vergine là,
vero?>> domando ignorando le sue parole. <<Non sono più vergine
da nessuna parte>> <<Allora non mi farò
problemi a prenderti>> <<Perché parli
ancora?>> Un altro bacio. Le nostre
lingue si toccano affamate. Tenendolo saldamente per i
fianchi mi alzo in piedi e lo metto a sedere sul tavolo. I libri, le
pergamene e tutto ciò che vi avevo posato viene gettato a terra da una
mia manata per far posto al suo modellato corpo. Muovo la lingua lungo il
suo ventre piatto spostandomi lentamente verso il basso. Lo sento
contorcersi quasi torturato dal mio tocco, come se stesse impazzendo, ma
so che gli piace. Lo capisco dai suoi gemiti, dai suoi sospiri e dal modo
in cui pronuncia il mio nome. Mi fa andare fuori di testa come pronuncia
il mio nome. Mi sposto ancora verso il basso verso una meta ben precisa,
mentre colle mani lo afferro per i fianchi tenendolo fermo. Sento la sua
forte presa sulla mia nuca supplicarmi di andare avanti, di muovermi, ma
questa volta non mi farò comandare da lui. <<Ti piace, non è
vero?>> domando con una certa malizia. <<Stupido...continua...non
fermarti...>> <<Non sono più il tuo
schiavo...>> <<Harry...>> una
supplica <<Cosa?>> Le mie labbra sfiorano la sua
erezione soffiandoci lievemente sopra, lungo tutta la sua lunghezza. Tutto
il suo corpo ha un forte fremito e gli sfugge un grido. Soddisfatto della
sua reazione gli lecco colla punta della lingua il membro pulsante. Le
mani posate sui suoi fianchi gli impediscono di muovere il bacino verso la
mia bocca. Posso di nuovo sentire un suo grido di frustrazione. <<Harry!>> nella
sua voce sento una punta di disperazione. <<Conosco il mio
nome...>> La mia bocca si sposta sui suoi
testicoli a torturarli con leggere leccate e piccoli succhiotti. La sua
voce rotta dall'eccitazione mi riempie la testa, ma non sono ancora
arrivato alla mia vera meta. Scendo ancora, mentre lo distendo lentamente
sul tavolo. Sobbalza quando la mia lingua
lecca il suo orifizio e urla di sorpresa e piacere quando la punta di essa
entra in lui. Un'intrusione breve, ma il suo corpo freme ancor più
eccitato ed io non ho bisogno delle parole per capire che non gli manca
molto prima di venire. Mi allontano di alcuni
centimetri dalla sua apertura e i miei occhi tornano a guardare estasiai
il suo volto stravolto dal piacere e dall'insoddisfazione. I nostri
sguardi si incontrano e mi sorride. Un sorriso meraviglioso. Sorridendogli
a mia volta mi lecco due dita della mano destra e le posiziono davanti al
suo orifizio. Scendo a baciargli la bocca e,
mentre le nostre lingue si incontrano, le mie dita entrano in lui.
Sobbalza e si irrigidisce, ma è solo un attimo. Mentre mi muovo dentro e
sopra di lui si rilassa e riprende e a godere. Le nostre bocche si
separano e forti gemiti escono dalla sua. Mi poso sul suo collo e succhio.
<<H...Harry...>> <<Lo so>> è quasi
arrivato al limite massimo. Le mie dita escono da lui e,
veloci, liberano dagli indumenti la mia erezione. Mi posiziono davanti a
lui e gli sfioro l'entrata. Tutto il mio corpo trema come il suo per quel
flebile contatto. Lo guardo ancora una volta in volto. I suoi occhi sono
puntati su di me e mi incoraggiano ad agire in fretta. Voglio entrare, adesso! Gli afferro l'erezione ed
affondo in lui. Come è stretto! É fantastico! Rimango immobile per
alcuni secondi, facendolo abituare all'intrusione, poi inizio a muovere la
mano lungo la sua asta. Lentamente inizio a muovermi in lui. Ad ogni
spinta è come raggiungere l'estasi! Mentre lo possiedo lui reclina la
testa all'indietro e piega la schiena formando un arco. Forti gemiti
provengono dalla sua gola. A quanto pare non soffre più. Non mi trattengo oltre.
Comincio a muovermi velocemente, quasi con ferocia, dentro di lui,
affondando nel più profondo del suo corpo ad ogni colpo. Entro ed esco
veloce, forte, e i suoi gemiti di piacere, le sue urla, mi danno nuovo
vigore per continuare. Mi sento in paradiso. Bastano pochi minuti di questa
sensuale danza e raggiungo il limite. Con un colpo più forte di tutti gli
altri, col quale entro completamente in lui, mi svuoto. Urlo di piacere
mentre il mio sperma lo invade e anche lui, subito, tira il suo ultimo
urlo. La sua voce penetra nella mia testa, mi riempie. Lo sento tendersi
per l'ultimo sforzo e lo vedo venire. Mi appoggio con entrambe le
mani sul tavolo, stravolto, per non cadergli sopra. I nostri respiri
affannati riempiono l'aria. Sotto di me il suo torace si muove velocemente
su e giù per fargli riprendere fiato. Il suo corpo finalmente rilassato e
disteso come abbandonato sul tavolo. I suoi occhi sono socchiusi e mi
osservano. Scendo a posargli un bacio sulle labbra e mi rialzo, uscendo da
lui. Le gambe mi tremano come se non riuscissero a sostenermi. Mi sistemo
i boxer e i pantaloni e mi lascio cadere sulla sedia. Peter si mette lentamente a
sedere e mi guarda. La sua espressione è appagata e sorridente, quasi
ebete. <<Complimenti, piccolo,
una prestazione mica da molti!>> dice tra i respiri ancora forti. <<E basta con questa
storia del "piccolo"! Non è vero!>> <<Sarà, ma è troppo
bella la tua faccia quando ti chiamo così!>> esclama divertito. Si alza in piedi e comincia a
rivestirsi. Osservo tutti i suoi movimenti sentendomi un idiota. Sospiro
senza farmi sentire. I miei sentimenti per una volta mi sono chiari.
Veramente chiari. Se all'inizio non provavo che pura attrazione fisica per
lui, adesso sento di stare innamorandomi di lui! Sono un vero idiota! Solo
io posso innamorarmi di un ragazzo che non mi ricambierà mai!!
Maledizione a me! Finisce di vestirsi e mi si
avvicina. Con una mano mi muove i capelli, poi mi bacia come gli ho fatto
io poco fa. Come uno stupido il mio cuore perde un battito. Devo aver
proprio perso la testa, accidenti! <<Io vado a mangiare
qualcosa. Vieni anche tu?>> Annuisco. <<Ti raggiungo tra
poco>> Annuisce a sua volta e, dopo
avermi salutato colla mano, mi si smaterializza davanti. Mi alzo in piedi e finisco a
vestirmi, poi recupero la mia bacchetta da terra. <<Gratta
e netta>> mormoro. Tutto attorno a me torna pulito
e in ordine in poco tempo. Mi infilo la bacchetta in tasca e mi dirigo
verso la porta. <<Tra noi due non ci sarà
mai nulla di più di questo>> dico ai muri uscendo dalla stanza,
cercando di convincere me stesso <<va bene anche così>> mi
chiudo la porta alle spalle e mi allontano lungo il corridoio, dirigendomi
verso la cucina <<in fondo non siamo altro che due puttane>> Entro nella cucina dove Ashley
sta mangiando una mela. La ignoro e prendo alcuni biscotti dalla scatola
sopra il forno. Mentre esco dalla stanza seguito dal suo sguardo dico: <<Da domani comincio a
lavorare>> <<Bene>> risponde
colla bocca piena. Mi allontano, tornando in
camera mia. Chissà come è la clientela qua a Londra! Continua... |