Pair: Shin/Sena

Rating: PG-13

Note: mini fic di ES21 scritta con il poco tempo che ho a mia disposizione…non è nulla di speciale ma mi andava di scrivere qualcosa su di loro u_u

 


Rainy Day

di Miyuki



 

La vita di Shin era sempre stata semplice…non nel senso che otteneva le cose senza alcuno sforzo, tutt’altro…la sua vita era semplice perché aveva sempre saputo cosa fare, cosa desiderava, mai un attimo di indecisione.

Per Shin esistevano solo due cose: il football e gli allenamenti…e viveva in funzione di queste.

Il tempo che dedicava agli allenamenti era superiore a quello che qualsiasi persona normale dedicava alle proprie attività sportive. Si sarebbe allenato anche di notte se solo al suo fisico non servissero otto ore di sonno giornaliero per mantenersi in perfetta forma.

Neppure le intemperie riuscivano a fermare il suo desiderio di migliorare costantemente, infatti eccolo lì, a correre sotto una pioggia battente lungo il solito sentiero che costeggiava i canali. Aveva quasi finito di percorrere i chilometri abituali quando qualcosa sul ciglio della strada sottostante attirò la sua attenzione, interrompendo la sua concentrazione.

Era insolito per Shin notare qualcosa quando si allenava, la sua testa in quel momento era piena soltanto di numeri…il numero dei sollevamenti, delle flessioni, degli scatti e via dicendo…avrebbe potuto passargli accanto la madre e non se ne sarebbe neppure accorto.

Questa volta però si era addirittura fermato mentre il suo sguardo si posava sulla figura accovacciata sul marciapiede vicino ad un’abitazione. Era una figura che avrebbe riconosciuto ovunque…anche immerso completamente negli allenamenti qualcosa nel suo corpo gli rendeva automaticamente nota la presenza di quel ragazzo, che fin da quando si era scontrato con lui la prima volta sul campo era diventato la sua ossessione.

“Eyeshield 21…” disse a pochi passi da lui dopo averlo inconsciamente raggiunto.

Sena sussultò sorpreso nel sentirsi chiamare e si voltò di scatto perdendo quasi l’equilibrio.

“S-Shin-san…c-cosa ci fai qui?”

Il ragazzo non rispose subito, limitandosi ad osservare il suo rivale con espressione indecifrabile. Sena era completamente fradicio, pure lui che correva da ore sotto la pioggia era meno bagnato di lui, forse perché non indossava alcuna protezione, infatti il suo giubbotto impermeabile era adagiato lì accanto sul marciapiede e sembrava ricoprire una grossa scatola.

“Mi stavo allenando.”

“Ah…hai ragione…scusa…la mia è stata una domanda stupida…” rispose sorridendo imbarazzato non sapendo come comportarsi in quella situazione.

Shin continuò a restare in silenzio a fissarlo, gettando ogni tanto delle occhiate che potevano sembrare incuriosite verso la scatola. Sena lo notò e si sentì in dovere di spiegare.

“Ecco…poco fa stavo correndo sul sentiero quando ho sentito dei versetti provenire dalla strada…non potevo esserne sicuro per via del rumore della pioggia…però sono sceso a controllare ed ho trovato quasta scatola…” che quasi sentendosi tirata in causa vacillò come se fosse stata urtata da qualcosa, allora il ragazzo scostò la propria giacca per mostrarne il contenuto.

Dentro alla scatola stavano cinque gattini bagnati ed infreddoliti, ovviamente abbandonati nella speranza che qualcuno li raccogliesse. Sena li fissò e sorrise allungando una mano ad accarezzarli e questi miagolarono felici, attaccandosi coi dentini alle sue dita in cerca di cibo.

“Non potevo lasciarli soli ma non sapevo che fare…- continuò – A casa non posso portarli, mia madre è allergica ai gatti…” sospirò sconsolato.

A mente più lucida Shin non sarebbe stato in grado di spiegare quell’impulso così “poco da lui” che lo colse all’improvviso ma al momento la cosa non gli interessava. Si sfilò la giacca, restando con la felpa della tuta, e la gettò addosso a Sena, che l’afferrò perplesso iniziando a balbettare parole senza senso, poi si chinò a raccogliere la scatola.

“S-Shin-san…cosa…?”

“Vieni...casa mia non è molto distante...” disse incamminandosi incurante dell’acqua che stava iniziando a bagnare anche lui mentre Sena, dopo un attimo di confusione, si alzò a sua volta e lo seguì senza sapere cosa dire.

“Shin-san…la tua giacca…”

“Tienila, a me non serve.”

Sena sgranò gli occhi ed arrossì provando di nuovo a protestare senza ottenere risposta, alla fine fu costretto a rassegnarsi. In qualche modo gli sembrava di essere finito in un universo parallelo…essere invitato a casa di Shin era…surreale. Così si limitò ad indossare la giacca dell’altro e stringersela addosso sorridendo leggermente.

I due camminarono per una ventina di minuti prima di arrivare a destinazione. Più di una volta il giovane running back provò a stabilire una qualche conversazione che però fu impossibile continuare viste le risposte sintetiche dell’altro ragazzo.

Scoprì che Shin abitava in una elegante villetta a due pieni circondata da giardino in un quartiere piuttosto rinomato della città…non fu una sorpresa nonostante rimase per parecchio tempo ad ammirarla, aveva sempre immaginato che l’asso degli Oujou White Knights fosse di famiglia benestante.

In casa non c’era nessuno ed una volta entrati Shin lo condusse subito nella sua stanza, posando a terra la scatola con i gattini. Tutto era perfettamente ordinato ed organizzato come ci si sarebbe aspettato da una persona con il suo carattere e Sena si ritrovò a guardarsi attorno più curioso che mai, non sapendo quando mai gli sarebbe ricapitata un’occasione come quella.

“Eyeshield…” lo chiamò all’improvviso Shin distogliendolo dal suo fantasticare.

“S-Si?”

“Il bagno è la porta di fronte.” disse mentre iniziava a frugare in un cassetto.

Sena per un momento lo fissò senza capire cosa intendesse, la sua espressione imperscrutabile non lasciava trapelare nulla. Alla fine fu Shin a precisare una volta finita la sua ricerca.

“Vai a farti una doccia…io penso ai gatti…” allungandogli una delle sue tute per cambiarsi e togliersi di dosso quegli abiti bagnati.

“Oh no, non preoccuparti…vai prima tu…ti sei bagnato per colpa mia…” protestò il ragazzino fissando il rivale un po’ in colpa “Io ed i gatti possiamo aspettare…”

Shin lo fissò e scosse le spalle indifferente.

“Io sto bene…vai tu.”

Con questo il moro gli mise in mano gli indumenti e lo condusse senza ascoltare le sue deboli lamentele verso il bagno. Alla fine a Sena non restò altro da fare che rassegnarsi e fare la doccia per primo come ordinato.

Si obbligò a fare in fretta perché il pensiero di lasciare Shin bagnato ed infreddolito non gli dava pace, così torno nella stanza del ragazzo con addosso la sua tuta che gli stava di tre taglie più grande. Sembrava ancora più piccolo di quello che appariva già.

Il linebacker non era lì ma in compenso i gattini erano stati tirati fuori dallo scatolone e posati sul pavimento. In quel momento si stavano tuffando affamati nella ciotola di latte che gli era stata preparate. Sena sorrise a quella vista e quando i cinque batuffoli ebbero finito di nutrirsi li prese uno per uno iniziando ad asciugarli con il telo che aveva usato per i suoi capelli.

 

Nel frattempo Shin era sceso di sotto a mettere i suoi vestiti nella lavatrice, cosa che fece poi con quelli di Sena quando si fu assicurato che aveva lasciato il bagno, e ad asciugare dove avevano bagnato entrando in casa. Fatto ciò si concesse il suo turno nella doccia.

Tra una cosa e l’altra i minuti erano passati velocemente ed il ragazzo non si era accorto di aver lasciato da solo Sena per tutto il tempo, così quando rientrò nella stanza non si aspettò la scena che si trovò davanti.

Il giovane running back si era assopito ai piedi del suo letto con un gattino stretto tra le braccia mentre gli altri si erano dati all’esplorazione della stanza. Chissà quanto tempo era rimasto sotto la pioggia a decidere cosa fare con quei cuccioli…probabilmente era esausto. Per alcuni istanti Shin non osò muoversi, inconsciamente attratto da quella scena che non sapeva come definire, visto che tale sentimento non rientrava in quelli a lui conosciuti. Qualcosa dentro di lui desiderava avvicinarsi al ragazzo e toccarlo, un istinto che lo lasciò alquanto perplesso e confuso ma che per il momento soppresse ed accantonò.

Si limitò ad inginocchiarsi accanto a lui per svegliarlo.

“Eyeshield…” lo chiamò scuotendolo gentilmente.

Sena mormorò qualcosa di insensato prima di iniziare a muoversi e svegliarsi. Aprì gli occhi e fisso Shin cercando di focalizzare e quando lo riconobbe schizzò a sedere come una molla, completamente sveglio.

“S-Shin-san…perdonami…devo essermi addormentato mentre ti aspettavo…” mormorò il ragazzo imbarazzato.

“Nessun problema”

Sena lo fissò e poi lanciò un’occhiata fuori dalla finestra notando che si stava già facendo buio.

“Mh…è già tardi…forse dovrei andare.” ottenendo un cenno d’assenso dall’altro.

“I tuoi vestiti sono ancora bagnati. Puoi tenere i miei per ora…ti farò riavere i tuoi al più presto.”

“Ok…grazie…però…- fissò incerto uno dei gattini che gli si stava arrampicando su per i pantaloni - …cosa facciamo con loro?”

“Possono restare qui per il momento.”

“Davvero?” con sguardo che si illuminò.

“Certo”

Sena si lasciò andare ad un sospiro di sollievo.

“Non sai quanto questo mi conforti, non avevo il cuore di lasciarli dov’erano…ma non ti preoccupare, farò in modo di spargere la voce a scuola e vedere se c’è qualcuno che li vuole adottare. Non ti lascerò a lungo con questo peso…ma intanto grazie…di tutto.”

Shin si limitò a fare un cenno col capo non sapendo cosa rispondere di preciso, quel ragazzo lo confondeva…poi accompagnò Sena alla porta d’entrata e gli prestò uno dei suoi ombrelli per ripararsi dalla pioggia che ancora cadeva ininterrotta. Nell’osservarlo allontanarsi Shin si domandò che cosa gli stava succedendo, si era comportato in maniera decisamente troppo strana per lui, e quindi giunse alla conclusione che avrebbe chiesto a Takami consiglio, non era mai stato ammalato ma c’era sempre una prima volta.

 

*Fine*