Disclamer:
miei… TUTTI miei… se volete ve li presto, ma dovete pagare *_* (GL e Dan sono un po' anche di Clanes, Mikako, Akane e Naika )
Ringraziamenti: Alla mia Uke… perché se no non starei a scrivere la seconda ficcina della “serie” Quella Sera… oltre che se non fosse per loro:Clanes, Mikako, Akane e Naika ; non sarebbe nata la prima fic, e di seguito nemmeno questa ^O^
Dedica:
Alla mia dolcissima Uke che li ha disegnati tutti *_* BUON COMPLEANNO AMORE MIO
Avvertenze: Ehm,…io al vostro posto non leggerei… diciamo che è troppo utopico come mondo… cmq fa parte della serie “Quella Sera” non affezionatevi troppo… potrebbe darvi nausea…
Note: Io amo l'Utopia che mi son creata nella mia mente… questo è il mio mondo … e se non ti va di entrarci non leggere… tutto questo è dettato solo dalla mia mente malata… non c'è niente di reale… no spetta forse qualcosa di reale c'è… come sempre baso sempre tutto sulla mia di vita… e sulle stronzate che mi faccio :P Insomma… una donna che scrive su relazione tra due uomini… he he… YAOI!
Beta: Lori
Quella
Sera Sul Podio Di Ballo
di Saya Le lezioni erano finite da una decina di minuti, ma la quinta B usci dalla classe come al solito in ritardo, come sempre quando all’ultima ora avevano storia, con il solito professore che non sentiva la campanella suonare… Sara corse fuori dalla classe urlando:
“Gianluca, Daniele ci vediamo stasera, sono in ritardo, questa è la volta buona che Adriano si arrabbia…”
“Ma Saraaaa non è colpa tua…”
La ragazza si fermò sorridendo.
“Sì, lo so… ma devo sul serio scappare…”
“Ciao, divertiti!” urlò il moro dietro di lei… non appena la rossa scompari dietro l’angolo, da quello stesso angolo sbucò un ragazzo con una pettinatura insolita, capelli corti con due ciocche lunghe che gli scendevano sul viso, facendolo sembrare più magro di quello che era… due occhi chiari che sbucavano da sotto la frangetta celeste.
“SENPAAAAAAAAAI!”
Gianluca si girò di nuovo verso quella direzione sorridendo a trentadue denti.
“GIUUUUUU!”
Nel mentre Daniele, dopo aver visto i due abbracciarsi come se non si vedessero da dieci anni (in realtà si erano visti due lezioni prima ndSaya =_= ndD), scuoteva la testa sconsolato… Il moro sembrava veramente affezionato al suo vicino di casa… eh sì, il giovane in questione viveva nella porta accanto la sua… la settimana in cui Daniele e Gianluca si erano messi finalmente insieme il ragazzo in questione era in Inghilterra per un gara di disegno… il giovane Giulio Modena era un artista dotato, la sua passione erano i manga e diceva che un giorno sarebbe diventato un affermato fumettista amato da tutti… un’altra passione era ritrarre il suo amico/idolo Gianluca e quando due anni prima aveva scoperto che il suo liceo artistico stava nello stesso palazzo del liceo linguistico che frequentava Gianluca era andato completamente in estasi… poi c’era la passione per il ballo… infatti insieme al suo senpai frequentava da un anno la palestra dove si ballava l’Hip Hop e quella sera i due avrebbero avuto il loro primo spettacolo… l’ultima ma non ultima passione del giovane dai capelli celesti invece era uno dei migliori amici di Daniele – Nicola Polo… un ragazzo dai capelli viola, un sorriso da favola, gentile e premuroso, che aveva steso il cuore di Giulio sin dal loro primo incontro parecchi mesi prima in discoteca… eh sì, Giulio Modena aveva parecchie passioni nella sua vita… ognuna egualmente importante…
“Allora Giu? Sei emozionato?” chiese Gianluca tenendo il braccio attorno alle spalle del più piccolo.
“Non tanto…”
”Daniele porterà anche Nikky…”
A quelle parole il ragazzo più piccolo alzò lo sguardo fissandolo con la bocca aperta, mentre Daniele si avvicinava.
“Hn… Gianlu… non credo sia stata una buona idea dirglielo…”
Il moretto osservò l’amico e sorrise.
“Sì, forse hai ragione…”
Prese sottobraccio Daniele mentre con l’altra mano teneva quella di Giulio, che sembrava essere entrato in coma.
“Ho fame… poi con Giu dobbiamo andare per fare le prove… prima di questa sera…e dobbiamo sbrigarci altrimenti Vit ci uccide… se arriviamo tardi anche per le prove generali…”
“Vit vi sta proprio torturando eh?” chiese divertito il rossino, voltandosi ogni tanto a guardare il ragazzino che il suo compagno si tirava dietro.
“Noi non siamo bravi quanto voi… che siete campioni nazionali… perciò questa sera non osate prenderci in giro, se no potrei offendermi e niente sesso per una settimana…”
A quel pensiero Daniele impallidì, sapeva bene che Gianluca era resistente quando doveva fare astinenza… e la cosa peggiore che poteva capitargli era un Gianluca che lo provocava quando lui che non poteva toccarlo…
“Da come parli sembra che facciate schifo…”
“In confronto a voi, sì…”
Il rosso scosse la testa.
“Gianluca… Vittorio è un mio compagno di ballo… che vi fa da maestro… io lui, Nicola e gli altri facciamo Hip Hop da più di dieci anni… è logico che siamo molto più snodati, che conosciamo più tecniche e che le facciamo in modo più rilassata… tu fai Hip Hop da un anno e poi Vit dice che siete molto bravi… e che quel pezzo della coreografia che dovete fare da soli, lo fate in maniera sublime… è vero che non ti ho ancora visto ballare, tesoro, ma sono sicuro che stenderai tutti con la tua bravura…”
Il moro annui senza guardare il rosso nei occhi, Daniele sapeva sempre come farlo sentire meglio. I tre si sedettero nella pizzeria sotto scuola e finalmente Gianluca preoccupato fissò l’amico.
“Giulio… guarda che non è una tragedia se viene a vederci…”
“Non è una tragedia, ma Gianlu ti sei sentito? E se sbaglio? E se cado? E se faccio una figuraccia…”
“Sei troppo pessimista lo sai?”
“Facile per te, tu hai il tuo ragazzo meraviglioso, che anche se sbagli non ti ride in faccia… io invece Nicola me lo devo ancora conquistare…”
Daniele leggeva il menù ignorando il discorso dei due, quando gli suono il cellulare…
“Pronto…”
- Daniele… dove sei?
“Hey, siamo da Cinque Minuti… passi?”
- Con chi sei? Non vorrei essere di troppo…
“Tu di certo non sei di troppo… non rompere, muovi quel culo e vieni qui… mangi con noi?”
- Uhm… sì, ordinami una quattro formaggi…
“Va bene… a tra poco…”
- Ciao…
Mentre il più piccolo si disperava, il moretto guardò per un attimo verso il compagno dai capelli rossi come per chiedergli chi era al telefono. Bastò un leggero sorriso e Gianluca capì chi stava per arrivare.
“Giulio calmati, voglio ordinare da mangiare… sai com’è, non vorrei arrivare di nuovo in ritardo… se no è la volta buona che Vit mi uccide…”
“Non oserebbe, ha troppa paura di Daniele…”
“Chi ha troppa paura di Danny?” chiese una voce calma e sensuale dietro la schiena di Giulio. Per l’espressione che comparve sul viso del ragazzo Gianluca iniziò a ridere come un pazzo.
“Hey Nik, era da tanto che non ci vedevamo…”
“Ciao GL… Dan… ciao, Giulio…”
Il ragazzo dai capelli viola si sedette vicino a quello dai capelli celesti fissando i due che erano seduti di fronte… le guance di Modena erano tinte di un rosso accesso, mentre fissava con interesse il tavolo di fronte. Gianluca prese le sigarette e ne offri agli altri due fumatori, tentando di non ridere per la reazione esagerata dell’amico. Giulio azzardò uno sguardo verso Nicola, che si stava accendendo la sigaretta parlando con Daniele, mentre aspettavano che arrivasse il cameriere per poter ordinare… infine si rese conto che anche lui era osservato e alzò lo sguardo per rispecchiarsi in due occhi verde smeraldo alquanto divertiti, e ancora prima che poteva dire qualcosa… Gianluca conoscendolo gli rispose.
“Non lo sapevo…”
In quel momento arrivò il cameriere, guardando i quattro con il blocchetto tra le mani…
“Una quattro formaggi… e una birra…”
“Marinara…e birra anche per me…”
“Tea al limone e poi… io prendo riso coi gamberi…”
“Anche per me un tea al limone… e da mangiare un riso con polo… pollo…”
Giulio sgranò gli occhi sapendo la gaffe che aveva fatto, nascondendo il viso rosso come il pomodoro tra le mani. Gianluca lo stava fissando con occhi spalancati, Daniele si stava per strozzare con il fumo… mentre Nicola per un attimo aveva guardato sorpreso il giovane seduto vicino a lui, per poi prenderla a ridere… il cameriere se ne andò e il silenzio calò sul tavolo, poi Giulio si alzò.
“Scusatemi… vado in bagno…”
Senza guardare nessuno negli occhi corse verso il bagno… anche il moro si alzò.
“Vado a vedere… non è normale un comportamento del genere, almeno non da lui…”
Dicendo così si allontanò, scomparendo nel locale e scuotendo la testa, mentre il rosso fissava il ragazzo dai capelli viola che sorrideva alquanto divertito.
“Tutto bene?”
Nicola lo fissò facendo spallucce.
“Non dovrebbe?” chiese, sorpreso della domanda dell’amico.
“No… non dico questo… è solo che mi sembri un po’ diverso dal solito… ecco…”
Spense la sigaretta nel posacenere, tornando a guardare Daniele.
“Sinceramente va tutto meglio del previsto…”
Il rosso sorrise.
“Ah sì? E me lo vuoi raccontare, oppure…”
In quel momento arrivò il cameriere con le loro bibite poggiando i bicchieri di fronte ai due che stavano parlando. Quando se ne andò Daniele continuò a fissare curioso l’amico che bevette un sorso della sua birra.
“Stasera chiederò a Giulio se vuole stare con me…” disse con calma il ragazzo dai capelli viola, facendo sorridere il rossino, che teneva ancora la sigaretta in mano.
“Oh bene, così Giu non romperà più le scatole a Gianluca…”
“Perché, ne è innamorato?”
Il rosso scosse la testa.
“No, loro due avevano sperimentato insieme un po’ di tempo fa… prima che io e Gianluca ci conoscessimo… non sono mai andati fino in fondo, a differenza…”
“Di te e Gabriele…” concluse Nicola.
“Già… per Giulio, Gianluca è un idolo e il suo secondo modello preferito…” continuò Daniele sorridendo. “Da parecchi mesi qualcuno ha preso il suo posto…”
Intanto dentro il locale, Gianluca era entrato nel bagno maschile trovando Giulio appoggiato con le mani sul lavandino e gli occhi chiusi, come se cercasse di concentrarsi… il moro gli passò il braccio sulle spalle appoggiando la propria testa su quella del amico.
“Bella gaffe che hai fatto…” cercò di sdrammatizzare il moro, al che il più piccolo alzò lo sguardo osservando attraverso lo specchio il compagno di scuola più grande. Non disse una parola, ma i suoi occhi chiari ed espressivi confermarono i pensieri di Gianluca, il quale sorrise cercando di tirargli su il morale.
“Suvvia Giu, non se ne sarà nemmeno accorto…”
Il ragazzo dai capelli azzurri fissò a lungo l’amico, per poi abbassare di nuovo lo sguardo.
“Nei tuoi sogni, Gianluca. Ve ne siete accorti tutti e tre…”
Loli sospirò, poggiando delicatamente le labbra tra i suoi capelli in un bacio materno.
“Giulio, quello che è successo, non possiamo cancellarlo, l’unica cosa che possiamo fare è fare finta di niente…e se quando usciamo ci chiederanno qualcosa, diremo che è il nervosismo per l’esibizione…”
Modena scosse di nuovo la testa.
“Tu la fai tanto facile…”
Gianluca gli tappò la bocca con la mano libera guardandolo all’orlo dell’esasperazione.
“Devi fartela passare questa ossessione, non potrà portarti niente di buono se continui a opprimerti così, sii naturale… a Nicola piacerai in qualsiasi caso, perché tu sei una persona bella dentro… e sinceramente… ascolta bene quello che ti dico… sei bello anche fuori…”
Il moro continuava a fissarlo tramite lo specchio e ben presto i loro sguardi si incontrarono e Gianluca notò che era tornata un po’ di luce birichina in quegli occhi grigio verdi…
“Bene, adesso torniamo di là, che se no… quelli si finiscono i nostri risotti. A parte il fatto che dobbiamo sbrigarci… altrimenti, sarò ripetitivo, ma questa volta Vittorio ci ammazza sul serio…”
Il ragazzo dai capelli azzurri annuì senza dire niente…
“Su, andiamo…”
Prese per mano l’amico trascinandolo fuori dal bagno e al tavolo, dove sorrise ai due che erano rimasti lì, sedendosi al proprio posto, mentre Giulio non riusciva ad alzare lo sguardo e fissava il tavolo… i tre iniziarono a chiacchierare, tranne il piccolo che si vergognava ancora per la sua gaffe e per la reazione esagerata… il cameriere portò da mangiare, poggiando i piatti di fronte ai quattro… mangiarono in silenzio, in fondo Giulio e Gianluca dovevano sbrigarsi perché dovevano andare agli allenamenti, a differenza di Nicola e Daniele. Infatti il moro non appena finito di mangiare e di bere guardò verso il fidanzato.
“Paghi tu? Ti ridò i soldi stasera…” con uno sguardo da cucciolo, tanto che Daniele si mise a ridere stringendolo a sé e baciandogli la fronte.
“Non serve che me li ridai… ti offro io il pranzo, va bene?”
“Siccome io e Giulio dobbiamo scappare…”
Ma venne interrotto dal soggetto del suo discorso.
“Ecco, questi sono i miei soldi…”
“Oh beh…”
Il moro fecce spallucce e si girò di nuovo verso il rosso.
“Un bacio di buon augurio?” chiese con il suo solito sorriso, e Daniele senza rispondere lo attirò a sé baciandolo con amore, per infine staccarsi.
“In bocca al lupo amore…”
Gianluca si alzò facendo un cenno di testa.
”Crepi…” girandosi verso Giulio, “andiamo… ah Nik ci vediamo stasera…”
“Ciao…”
“Ci vediamo…”
“A dopo…”
I due presero i loro borsoni, si alzarono e si misero a correre verso la discoteca dove avevano le prove generali, come sempre con sorrisi smaglianti sulle labbra…
Arrivarono appena in tempo, togliendosi a tutta velocità i giacconi, buttando le borse accanto a quelle degli altri e saltando sul palco. Vittorio li guardò scuotendo la testa.
“Puntuali per un secondo, una volta ogni tanto non potreste arrivare in anticipo?” chiese il bel ragazzo dai capelli castani con una fascia in testa, mentre incrociava le braccia sul petto, senza mai distogliere gli occhi dai suoi due allievi.
“Suvvia Vit, siamo arrivati in tempo, e poi se vuoi prendertela con qualcuno… chiama Dan e Nik”, sorrise Gianluca mettendosi la bandana per togliere i capelli che gli davano fastidio, anche se sapeva che, per la gara, avrebbe avuto i suoi ricci liberi e ribelli…
“In posizione ragazzi e ragazze, oggi dobbiamo vincere, avete capito?” ordinò con un sorriso il brunetto mentre fissava il gruppo.
“SIIIII!” urlarono tutti all’unisono, alzando le mani.
“Va bene, in posizione sul palco e vediamo cosa sapete fare.”
Alzò la mano, dando segno al DJ di lasciare la canzone della prova. I ragazzi iniziarono a muoversi con passi leggeri al ritmo della musica, spostandosi velocemente, precisi, sguardi determinati negli occhi… senza mai sbagliare un passo, uno slide… sguardi determinati verso un punto preciso, la loro mente completamente avvolta nella musica del pezzo che dovevano ballare senza fare errori, non lasciando che l’emozione rovinasse il momento.
Senza fermarsi continuarono a provare, fino a che completamente bagnati si fermarono. Gianluca guardò il loro maestro.
“Hey, Vit, ma una doccia prima della gara no, eh? Io mi rifiuto di andare in scena così sudicio, e mi rifiuto di mettermi addosso i vestiti da spettacolo…”
Il giovane si mise a ridere.
“Se guardi a destra vedrai due porte, lì ci sono le docce, una per le ragazze e l’altra per i ragazzi… prego, accomodatevi, avete solo trenta minuti, prima che la discoteca inizi a riempirsi… noi siamo i fortunati che potevamo tenere le prove generali qui.”
“Seeee, Vit dillo che è per i tuoi contatti… stai con la nipote del proprietario…”
“Beh… a volte è una cosa buona sfruttare le conoscenze, non credi?” chiese una voce femminile, per poi apparire dietro a Vittorio. Una ragazza dai lungi capelli neri e due occhi scuri come la pece, con un sorriso smagliante e vestita in pantaloni larghi e mini maglietta. Bandana rossa sulla testa e il microfono poggiato intorno al collo.
“Angela… sempre la migliore dietro la tavola da Mix”, le fece l’occhiolino Gianluca, mentre Giulio le girava intorno.
“Sentite voi due, seconde me siete molto ben modellati, non è che mi posereste per un quadro?”
“Lo porto via, so che non è il momento che ci mettiamo a parlarne… di fare da modelli…”
E con questo il moro tirò via il ragazzo dai capelli azzurrini, lasciando per un momento perplessi i due fidanzati, che poi scoppiarono a ridere. Vittorio passò la mano intorno alla vita di Angela guardandola negli occhi.
“Che dici Angel, ti sembrano abbastanza bravi?”
“Mhm… Vit, sono convinta che la competizione la vincerete voi, hanno un non so che di… come dire, sono bravi nella tecnica… ma tutti quanti danno un tono della propria personalità nel ballo, cosa che non ho visto negli altri.”
Il giovane maestro sorrise.
“Sì, ho notato anche io le loro personalizzazioni, Giulia è infallibile con le mani, ti ipnotizza, per non parlare poi di Luca, forse la sua tecnica non sarà perfetta, ma i movimenti del suo intero corpo…”
“A me fanno morire Giulio e Gianluca nell’assolo di Scandalous…” aggiunse Angela annuendo.
“Sono come dire perfetti in tutto e per tutto, una sincronia che non mi sarei mai aspettata…”
“Beh, si conoscono da sempre e sono molto amici, ci credo che siano sulle stesse frequenze quando si concentrano.”
“Chi?” arrivò la voce alle loro spalle e i due si girarono.
“Hey, siete un po’ in anticipo…” rise leggermente Vittorio, mentre Angela salutava Daniele e Nicola e poi guardava l’orologio.
“Non credo proprio Vit, tra qualche minuto inizieranno ad entrare, e io devo salire sul mio piedistallo per far partire la musica.”
“Cavolo, che ore sono?”
“Sono le nove…”
“Le nove?”
“Gia, ‘more, li hai fatti stancare parecchio con le prove generali.”
“Oh cazzo…”
La ragazza scosse la testa e corse al suo posto iniziando a scegliere le canzoni, mentre gli altri tre si sedettero al loro tavolo riservato, da dove si vedeva molto bene il palco da ballo. La musica inondò la sala, le cuffie erano già al loro posto, il microfono era sulle labbra, un sorriso smagliante si dipinse sul viso, mentre si perdeva nella sua arte.
Lentamente la gente iniziò ad entrare nella discoteca, misero un tavolo di fronte al palco per i giudici, mentre gli altri prendevano posto a sedere. La festa sarebbe iniziata dopo la gara.
Vittorio, Nicola e Daniele si trovarono un posto leggermente appartato con ottima vista sul palco di ballo dove si sarebbero esibiti i ragazzi.
Adesso era tutto nelle mani del gruppo, Vittorio non poteva fare molto, se non tifare per loro.
La musica venne alzata di volume, come deve essere nelle discoteche… insomma… era assordante.
Intanto lo spogliatoio si stava affollando con i gruppi concorrenti, che si stavano preparando.
Giulio sembrava sempre più nervoso, non tanto per l’esibizione quanto per la presenza di Nicola tra il pubblico.
“Giulio, smettila di preoccuparti”, disse Gianluca fissandolo quasi seccato.
“Ma cavolo, c’è N I C O L A!”
Il moro alzò il sopraciglio continuando a fissarlo, mentre si sistemava i pantaloni.
“C’è anche Daniele”, rispose con calma.
“A Daniele non frega un tubo se sbagli.”
“Nemmeno a Nicola, se è per questo.”
“Tu Daniele l’hai gia conquistato.”
“E tu, potresti usare il ballo per conquistare Nicola.”
Ormai tutti li stavano guardando divertiti, c’era qualcosa di comico in quella situazione. Giulio stava ignorando tutti. Infine fece un profondo respiro.
“Ok, ballerò l’Hip Hop più seducente possibile.”
Adesso anche il moro riuscì a rilassarsi.
“Questo è il Giulio che conosco.”
“Vado in bagno.”
Sorrise avviandosi verso i bagni.
“Hn, Gianluca…”
Il moro si girò verso il compagno di ballo.
“Dimmi Lu.”
“Non dirmi che Giulio ancora non lo sa…”
Un sorriso diabolico si dipinse sulle labbra di Loli.
“No, deve scoprirlo da solo, sarebbe troppo facile… non credi… se glielo dicessi io?”
“Ah… non mi dire che questo è un altro dei metodi per forgiare il carattere?”
Gianluca rise a quel commento.
“Si può chiamare anche così.”
Ormai anche Luca stava ridendo con il moro, in fondo era risaputo che Nicola Poli aveva puntato gli occhi sul giovane artista, e che aveva messo in chiaro che nessuno doveva toccarlo. L’unica vicinanza che permetteva era quella di Gianluca.
Ma Giulio naturalmente era all’oscuro di tutto questo… continuava a stare tra le sue nuvole pittoresche senza avere il contatto con la realtà. Mentre naturalmente Gianluca per rispetto verso entrambi continuava a stare in silenzio. Dovevano cavarsela da soli e non importava se succedeva nel modo in cui era successo tra lui e Daniele (chi non lo sapesse può leggere Quella Sera al Palo ndSaya). Ormai lo spogliatoio era diventato di nuovo un covo di nervosismo.
Il primo gruppo si sarebbe esibito da lì a breve, entro cinque minuti dovevano salire sul palco e iniziare.
Lentamente tutti si zittirono per sentire il presentatore della gara, che Gianluca conosceva (ma chi cavolo non conosci tu? ndSaya ^O^ conosco tutti ^O^ ndGL)
La voce melodiosa del ragazzo riempì la discoteca, mentre Angela abbassò la musica, in modo che il forte suono incantatore che proveniva dalla bocca di Roberto potesse ammaliare i presenti.
Le ragazze del gruppo lo ascoltavano con sguardi sognanti, facendo ridere di nuovo il moro, che conosceva bene la storia straordinaria che aveva coinvolto Roby, rimasto intricato tra i fili rossi del destino beffardo.
Il primo gruppo venne chiamato sul palco e i componenti lasciarono lo spogliatoio.
Giulio ormai era tornato e dopo un paio di minuti aveva afferrato la mano del moro per trarre qualche briciola del coraggio di cui aveva bisogno. Gli occhi verdi si erano posati per un momento su di lui, rispecchiandosi in quelli grigi con un sorriso rassicurante e una stretta di mano.
Loro erano i penultimi ad esibirsi e tutti e otto ormai avevano i nervi leggermente tesi (solo leggermente? ndGL suvvia è solo una stupida gara ndSaya …ç_ç ndGiu)
“Ragazzi rilassiamoci, se andiamo in questo stato sul palco, sbaglieremo di certo”, disse Luca con le braccia incrociate, mentre fissava un punto imprecisato di fronte a sé. Un braccio scivolò intorno alla sua vita attirandolo a sé e delle labbra si posarono sul suo collo.
“A me… sai com’è, mi rilassi solo tu, tesoro.”
Luca arrossì fino alla punta dei capelli.
“Leo! Non qui!”
Il che fece sì che gli altri si mettessero a ridere guardando la scena di fronte a loro.
“Vedi amore mio, abbiamo rilassato tutti.”
Il ragazzo biondo lo guardò con un sopraciglio alzato.
“Questo non cambia il fatto che TU sia un maniaco.”
Il ragazzo dalle ciocche argentate rise.
“Non mi sembra che questo ti dia fastidio quando siamo soli.”
“Zitto!!!”
In quel momento venne annunciato il nome del gruppo…
“Lo chiedo di nuovo… perché siamo gli Open Mind?” chiese Chiara, mentre usciva con il sorriso sulle labbra.
“Perché OM è carino e perché sicuramente noi siamo tutti quanti di mentalità aperta”, le rispose divertita Rosa.
Salirono sul palco con la formazione prestabilita: ragazza-ragazzo, per poi mettersi ai propri posti aspettando l’inizio della canzone che dovevano ballare.
Solo in quel momento si poteva notare la perfetta combinazione dei colori che avevano abbinato per la gara: argento e nero.
Teste abbassate, occhi chiusi.
Daniele, Nicola e Vittorio smisero di chiacchierare e si concentrarono sui ragazzi che stavano per esibirsi.
Roberto diede il via ad Angela, che fece partire Scandalous.
Era proprio come diceva Vittorio, non erano perfetti, ma in quella imperfezione erano sublimi.
Dai loro movimenti traspariva determinazione pura e passione per il ballo.
Tutti e otto erano sincronizzati e si completavano, una cosa estremamente rara per un gruppo che ballava insieme da meno di un anno, oltre al fatto che erano alla prima esibizione, quando il nervosismo rischia sempre di rovinare tutto.
Lentamente sei componenti del gruppo si spostarono verso l’esterno del palco, lasciando spazio al pezzo forte.
L’assolo di Gianluca e Giulio
Non appena si mossero, Nicola e Daniele rimasero a bocca aperta.
Perfetta sincronia, quasi fossero immagini speculari, il movimento del bacino, seguito da uno slide perfetto. Insieme le mani di fronte al viso, è poi un moonwalk laterale per scambiare le posizioni. Continuando a ballare senza sbagliare un passo, un minimo movimento del corpo.
Gli occhi incollati addosso a loro, nessuno osava fiatare.
Tecnica ed interpretazione perfetta.
Poco prima che finisse la canzone, gli altri sei membri si aggiunsero formando una piramide per il gran finale, dove ognuno concluse con la propria figura decisa… otto statue sensuali.
Tutti trattennero il respiro per un lungo momento, facendo già preoccupare i concorrenti, ma poi l’intera discoteca esplose in un applauso, così forte da superare persino quello che si era sentito all’inizio.
I ragazzi alzarono sorpresi gli occhi e poi sulle loro labbra comparsero i sorrisi, mentre lentamente lasciavano il palco, andando direttamente da Vittorio.
Roberto fece i complimenti per l’esibizione e poi chiamò l’ultimo gruppo in gara.
“Allora Vit?” chiese eccitatissima Luna, saltellando ancora per l’adrenalina che aveva in corpo. Vittorio sorrise.
“Siete stati grandi, la migliore esibizione che avete fatto fino ad ora, anche se eravate molto bravi anche alle prove.”
Daniele e Nicola erano rimasti in disparte, lasciando che l’allenatore parlasse ai suoi giocatori.
Infatti appena finito Gianluca si girò verso il proprio innamorato.
“Daniele! Che ne dici?” disse prendendolo per la mano.
“Dico che siete stati bravissimi è che nemmeno nella nostra categoria ho visto un’esibizione così.”
A quelle parole il moro sorrise baciandolo leggermente sulle labbra. Intanto Nicola poggiò la mano sulla spalla di Giulio sorridendo.
“Bravo.”
Il ragazzo dai capelli celesti sgranò gli occhi fissandolo a bocca aperta per poi diventare tutto rosso, abbassando il viso e mormorando un grazie.
La gara finì e i giuridici si misero da parte per discuterne.
Intanto Angela lasciò un po’ di musica buona e leggera per far rilassare sia i concorrenti che il pubblico.
Non dovettero aspettare molto, la giuria decise in fretta. Facendo risalire di nuovo Roberto sul palco con tre buste in mano.
Di nuovo la Dj abbassò la musica, preparando i rulli di tamburi.
“Ed eccoci arrivati alla fine di questa gara di Hip Hop biginners. Tocca a me l’onore di annunciare i primi tre posti. Inizierò dal terzo, in modo da creare un po’ più di suspance. Quando vi chiamerò gradirei che veniste qui accanto a me, perché una delle nostre belle vallette vi consegnerà i certificati.”
Con un sorriso calmo fissò il pubblico mentre la sua mano iniziò ad aprire la busta numero tre.
Angela fece partire il rullo di tamburi e quando Roby tirò fuori il foglio lo fermò.
“Il terzo postò va alle Sharks.”
Si sentì un urlo di sorpresa e le sei ragazze furono subito sul palco a ricevere i certificati promessi.
La stessa cosa si ripeté con il secondo gruppo classificato, il gruppo Clouds.
“E va beh, speravo almeno nel terzo posto”, sospirò Gianluca, quando due braccia esili, che conosceva più che bene lo abbracciarono.
“Perché non nel primo?” chiese una voce femminile divertita.
“Sara!”
Il moro si girò abbracciandola.
“Perché è quello il posto che la vostra esibizione merita.”
“Non esageriamo.”
Si aggiunse anche Giulio e non riuscì più a scappare dalla mano della rossa che lo attirò in un abbraccio a tre.
“Piccolino, tu dici così perché non ti sei visto ballare.”
“Scommettiamo?”
“Se siete i primi, voglio che finisci in una settimana quel quadro che rappresenta me e Adriano come Euridice e Orfeo nei loro giorni felici.”
“Se vinco io, poserete nudi per me.”
Giulio aveva un’ossessione per l’imparare bene l’anatomia umana, per dare più realismo ai suoi quadri. Aveva convinto Gianluca, ma per l’anatomia maschile non era un problema, bastava che si spogliasse e si guardasse nello specchio. D’altro canto le ragazze erano quasi un mistero per lui; escluse le conigliette di Playboy non ne aveva mai vista una nuda.
La sua era una pura e sana curiosità artistica.
“Ci sto.”
Quello che i ragazzi non sapevano era che il fratello minore di Adriano era nella giuria.
Un altro rullo di tamburi e il foglio fu fuori.
Roberto guardò il pezzo di carta mentre commentava, “Mi sento come fossi agli Oscar… allora… the winner is…”
Un altro rullo di tamburi, tutti gli occhi puntati sul bel presentatore, silenzio assoluto.
“Gli OPEN MIND!”
Gli otto membri del gruppo sgranarono gli occhi presi completamente alla sopravista, rimanendo immobili come statue ai loro posti.
“Allora, Open Mind, volete raggiungermi?” chiese Roberto sapendo qual era la reazione dei ragazzi, visto che ne conosceva più della metà.
Il gruppo fu letteralmente spinto sul podio, ancora con un’espressione di puro stupore.
“Come potete vedere i ragazzi non riescono ancora a credere di aver vinto e sono rimasti senza parole… il che è un miracolo per più della metà di loro.”
Con un sorriso bonario si avvicinò a Gianluca.
”Come intendete spendere i soldi del primo premio?”
A quelle parole Gianluca sembrò pensieroso, non si erano posti il problema di come spenderli, non miravano tanto in alto.
“Pagare la sala prove.”
La maggior parte del pubblico rise.
“Beh, avrete la sala pagata per un bel po’ di tempo”, rispose Roby divertito, mentre una delle vallette cominciava a consegnare i certificati. I ragazzi li accettarono con un flebile ‘grazie’, non riuscendo ancora a credere d’aver vinto.
“Pensate di riuscire a deliziarci di nuovo con la vostra performance, oppure siete troppo stupiti per il risultato?”
A quel punto Leonardo rispose per tutti.
“Beh, possiamo provarci, ma non vorremmo che la giuria cambiasse idea se per caso sbagliassimo per colpa dello stupore.”
Anche questa frase suscitò una risata.
“Ma almeno sapremo perché avete sbagliato.”
A questo punto Giulio sospiro e disse con espressione tragica, “Credo che non sfuggiremo ad un’altra esibizione.”
Seguito a ruota da Luna, “Cosa possiamo fare noi poveri concorrenti se non esibirci sul palco? Anche se sbagliamo… errare è umano…”
“Sì, e fare le fusa è felino… su Luna, al tuo posto!” le rispose Simona spingendola nella sua posizione di partenza.
Gianluca stava seduto sulle ginocchia del compagno, chiacchierando animatamente con Sara. Giulio invece, come previsto, stava in silenzio a sorseggiare il suo drink, completamente imbarazzato. In quel momento desiderava avere il suo amatissimo blocco di disegno, che era nella borsa assieme alle altre nello spogliatoio. Quello era il suo modo per rilassarsi, o meglio come qualcuno avrebbe detto… il suo modo di sfuggire alla dura realtà.
Appena finita la sua bevanda si alzò, lo sguardo basso mentre diceva a Gianluca, “Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?”
Il moro lo guardò.
“No grazie, però torna presto.”
Il ragazzo dai capelli azzurri annuì, forzò un sorriso per i presenti andando verso il bancone, senza rendersene conto degli occhi scuri che seguivano ogni suo passo.
Giulio si stava dando mentalmente dell’idiota. Aveva Nicola a portata di mano, e che faceva? Stava in silenzio. Peggio ancora, era pure rosso come un peperone.
Finalmente riuscì ad arrivare al bancone, stringendosi tra due ragazzi per riuscire a raggiungerlo ancora tutto intero.
Poggiò i gomiti sul bancone, mentre aspettava che la barista arrivasse abbastanza vicino da vederlo o sentirlo… una delle due andava bene… quando qualcuno gli parlò all’orecchio.
“Hey, tu sei uno del gruppo che ha vinto, non è così?” chiese gentilmente, e il ragazzo dai capelli celesti si girò verso la voce con un leggero sorriso.
“Sì”
“Sai, hai ballato davvero bene.”
“Grazie.”
“Dai, ti offro da bere.”
Per un attimo Giulio esitò a prendere una decisione, i suoi occhi vagarono verso il tavolo dei suoi amici, però qualcosa dentro di lui gli disse che non poteva esserci niente di male ad accettare un drink.
“Va bene.”
Il ragazzo dai capelli castani sorrise in modo strano.
“Cosi brindiamo alla vostra vittoria.”
Giulio annuì rilassandosi leggermente, non sapendo che da lì a breve sarebbe successo un casino. Chiacchieravano del ballo e sull’arte. Due cose che potevano far dimenticare a Giulio il tempo e anche cosa e quanto avesse bevuto. Iniziò a sentire sempre più caldo, ma non il solito caldo, un caldo che pervadeva tutto il suo corpo. Ormai aveva le labbra socchiuse e il viso sensualmente arrossato. Non si rendeva nemmeno conto che a quel punto lo stavano toccando in due in modo spinto e che lo stavano portando fuori a passo da lumaca.
“Hey!”
Una voce alquanto irritata arrivò da dietro il ragazzo dai capelli castani, che si girò di scatto.
“Cosa vuoi?”
Il viso di Gianluca ormai era una maschera senza espressioni.
“Che lasciate in pace Giulio e andiate a fare in culo?”
“Guarda che Giulio vuole giocare con noi.”
A quelle parole il moro strinse la mandibola e senza che l’avversario se ne rendesse conto, partì un pugno che lo prese direttamente sulla mascella.
A quel punto entrarono subito in azione gli amici del ragazzo che era finito per terra.
Gianluca era arrabbiato come non mai. Respirava a fatica per la rabbia ed era riuscito ad attirare a sé Giulio, che ansimava strusciandoglisi addosso.
”Che cazzo gli avere messo nel drink?”
Michele, così sembravano chiamare gli altri quello che ci stava provando con Giulio, ormai si era alzato.
”Qualcosa che lo aiutasse ad essere la puttana che è.”
Non doveva dirlo, non a Gianluca e tanto meno quando Sara gli faceva da guarda spalle. Aveva detto a Lucia di andare a prendere gli altri, perché sembrava che avessero messo qualcosa nel drink di Giulio.
In quel momento si capiva bene la definizione della parola furia.
I due gli furono addosso in men che non si dica, fregandosene che ne stessero ricevendo tante quante ne stavano dando. Daniele era arrivato di corsa per fermare Gianluca, come Adriano con Sara, ma appena il primo pugno toccò una parte del corpo dei loro fidanzati, si lanciarono nella mischia più accesa.
Amico chiama amico, così in poco tempo sia gli amici del deficiente che gli amici di Giulio erano tutti coinvolti nella baruffa.
A Nicola prudevano le mani, ma sapeva che non poteva entrare nella mischia, Gianluca gli aveva fatto segno di recuperare Giulio, e gli aveva detto che avrebbe picchiato il cretino che aveva osato drogare il più piccolo di loro anche per lui.
Il ragazzo dai capelli viola si girò per guardare Giulio, che si teneva al muro con uno sguardo spaventato e le lacrime agli occhi… mentre da tutto il resto del corpo traspariva l’eccitazione.
”Dategliele di santa ragione!” urlò verso il gruppo mentre si dirigeva verso il giovane dai capelli celesti.
”Giulio, andiamo, recuperiamo la tua borsa e poi andiamo da me… non possiamo lasciarti andare a casa in questo stato.”
Ormai Giulio non sapeva cosa fare, si sentiva strano, ma allo stesso tempo la testa si era leggermente calmata, tutte quelle emozioni avevano cancellato l’effetto dell’alcol… lasciando solo quello della droga. Leggermente spaesato annuì al suggerimento di Nicola.
Fu un attimo recuperare la borsa e uscire dalla discoteca, nella quale non si sentiva più la musica, perchè Angela l’aveva fermata, cercando un modo per fermare anche la baruffa.
Nicola lo teneva fermamente per mano e Giulio si perse a guardare le loro dita unite, desiderando che lo fossero per qualcos’altro, mentre la fiamma nel suo corpo divenne ancora più ardente.
”Nicola… fa male!”
Il giovane dai capelli viola si girò verso il più piccolo.
”Ti stringo troppo la mano?”
Rosso in viso Giulio scosse la testa.
”Allora cosa?”
”Sotto… sento tanto caldo e fa anche male…”
Nicola sgranò gli occhi, era peggio di quanto aveva pensato.
”Cerca di resistere, siamo quasi a casa mia”, gli rispose con uno sguardo dispiaciuto per non poterlo aiutare.
”Solo perché me lo chiedi tu”, sorrise leggermente Giulio.
Per fortuna Nicola viveva a cinque minuti dalla discoteca. Furono veloci, Nicola portava la borsa di Giulio e aveva un passo svelto; Giulio gli stava dietro per quanto riusciva o al massimo veniva trascinato.
Appena entrarono nel palazzo e si misero ad aspettare l’ascensore, Giulio fece qualcosa che, in condizioni normali, non avrebbe mai fatto.
Inizio a strusciarsi su Nicola, che lo guardo sorpreso. Chiuse gli occhi concentrandosi per non saltargli addosso, e fece scivolare il braccio intorno alla vita di Giulio, attirandolo nell’ascensore con lui.
”Giu, ti prego, stai buono.”
”Nhh… non ce la faccio, ne ho bisogno.”
Nicola imprecò mentalmente e lo trascino fuori dall’ascensore, non appena si fermò al piano giusto.
Aprì la porta con qualche difficoltà,;era incavolato nero, non con Giulio, ma con quei deficienti, che avevano osato mettere quella robaccia, un qualche strano stimolante, nel bicchiere del più piccolo.
Adesso l’importante era capire come aiutare Giulio. L’unica idea logica che gli veniva era… soddisfarlo con il corpo. Scosse la testa.
”Giulio, per prima cosa ti fai una doccia fredda, così ti calmi un po’ e possiamo pensare razionalmente a cosa fare.”
Il più piccolo annuì continuando a guardarlo con gli occhi velati di eccitazione.
L’appartamento era piccolo, due stanze più bagno. Nicola poggiò il borsone nel soggiorno-cucina. Prese di nuovo per mano Giulio e lo portò in bagno, dove si guardò attorno e tirò fuori un asciugamano da un armadietto.
”Tu fatti la doccia, io ti porto qualcosa da metterti addosso.”
Senza parole il più giovane annuì di nuovo, mentre Nicola lasciò il bagno, più per paura di essere ancora tentato più di quanto non lo fosse stato per tutta la sera. Solo che quegli idioti avevano rovinato tutto. Aveva pianificato di invitare Giulio a ballare appena fosse tornato; ma poi quando aveva visto che Giulio non arrivava e nemmeno Gianluca e Sara, che erano andati a controllare perché avevano iniziato a preoccuparsi, aveva sentito che qualcosa non andava. Ne aveva avuto conferma da Lucia, che tutta angosciata li aveva raggiunti dicendo loro che avevano drogato Giulio e che Gianluca aveva gia fatto partire il primo pugno. Avrebbe voluto picchiarlo lui di persona, ma il piccolino dai capelli azzurri aveva la precedenza, e poi ci avrebbero pensato gli altri a fargli capire che non si giocava con un loro amico.
La porta del bagno si aprì ancora prima che Nicola fosse riuscito a tornare da lui. Giulio lo fissava avvolto nell’asciugamano.
”Non è servito a niente”, sussurrò lentamente. Il più grande lo fissava, accucciato accanto al cassetto dove teneva i boxer.
”Se non c’è altro modo”, abbassò lo sguardo di nuovo sul cassetto, “credo che dovremo fare la cosa più logica.”
”Cioè?”
Nicola si alzò fissandolo con i propri occhi scuri, rispecchiandosi in quelli grigio-verdi di Giulio.
”Ti aiuterò a far passare la cosa.”
Ma non era quello il modo in cui Nicola voleva farlo con Giulio.
Gli tese la mano e il più piccolo l’accettò, avendo ormai capito qual era la cosa più logica.
”Non faremo niente che tu non voglia”, disse giudandolo nella stanza, per infine abbracciarlo e stringerlo a sé, sussurrandogli sulle labbra, ”Rilassati, lascia fare a me.”
Poi le loro bocche si unirono in un bacio bisognoso.
Lentamente, senza mai staccarsi, fece scivolare Giulio sul grande letto, dopo averlo liberato dall’asciugamano.
La bocca curiosa di Nicola, senza fretta scivolò sul collo soffermandosi sulla vena per sentire il battito accelerato del cuore del più piccolo.
Giulio era diviso, quello che gli stava facendo Nicola lo eccitava ancor più di quanto facesse l’eccitante stesso. Eppure la paura si stava impadronendo della sua anima; Nicola lo faceva perché gli piaceva, oppure per un senso del dovere?
Giulio aveva immaginato di fare l’amore con il più grande, ma certamente non perché qualcuno l’aveva drogato.
Un gemito gli sfuggì dalle labbra, e per un attimo perse completamente il filo dei propri pensieri.
”Nh, Nicola!”
Insinuò le mani trai i capelli viola tirando leggermente, con le lacrime agli occhi.
Il più grande alzò la testa e lo fisso leggermente sorpreso.
”Giu? Non vuoi che ti aiuti?”
”Non è questo! Non voglio che succeda così, non voglio che succeda perché hai pietà di me!”
Nicola si bloccò completamente, per tutto il tempo era stato pieno di dubbi e si era preoccupato di stare usando la situazione per poterlo toccare, baciare… amare…
”Giulio… io non posso avere pietà di te… al massimo sono incazzato nero con quelli che ti hanno fatto questo, oltre al fatto che mi fa male vederti in questo stato, sapendo che non posso fare molto.”
Giulio lo fissava come se non capisse cosa gli stava dicendo, mentre Nicola continuava a parlare.
”Io oggi avevo altri piani. Quando saresti tornato con il drink, ti avrei invitato a ballare e dopo avremmo fatto quello che volevi tu.”
Il più piccolo socchiuse le labbra e sgranò gli occhi.
”La prossima volta invitami a ballare”, sussurrò, allungando di nuovo le braccia verso Nicola attirandolo a sé.
”Non so quanto ho bevuto o cosa ho bevuto, forse domani non ricorderò niente, però tu me lo dovrai fare presente… perché io… Nicola, io ti amo.”
Il ragazzo dai capelli viola sorrise dolcemente accarezzandogli la guancia.
”Domani ci sarà il tempo per parlare, adesso è tempo di risolvere il tuo problema.”
Giulio annuì, rilassandosi finalmente. Nicola catturò di nuovo le labbra del ragazzo dai capelli celesti tra le proprie.
Le loro lingue iniziarono un duello pieno di passione, l’adrenalina nel corpo di Giulio non permetteva un ritmo lento.
Il fuoco ormai aveva preso il sopravento nell’artista.
Nicola si stava imponendo di rimanere razionale, se non per tutto il tempo, almeno all’inizio.
Di nuovo la lingua prese la via del corpo del ragazzo sotto di lui. Quasi volesse torturarlo, baciava e stuzzicava ogni millimetro della pelle del più piccolo, che continuava ad ansimare e gemere il nome del compagno, chiedendo di più, mentre stringeva con forza le lenzuola tra le dita.
Si soffermò sui capezzoli già duri, giocandoci per un tempo che a Giulio sembrò infinito. Poi scivolò sull’ombelico, stuzzicandolo dolcemente, lasciandolo libero quasi subito e continuando verso il basso. Se non ci fosse stata l’urgenza, l’avrebbe torturato ancora, evitando il suo sesso. Ma siccome era una necessità, arrivò direttamente al membro di Giulio e alzò lo sguardo sul viso del compagno, mentre le labbra avvolgevano la punta dell’erezione dura.
Giulio sgranò gli occhi, un urlo silenzioso uscì dalla sua gola, mentre cercava di spingere i fianchi più in alto, desiderando avere più contatto con quella bocca focosa.
Le mani forti lo bloccarono, mentre Nicola diede più enfasi a quello che faceva, prendendolo completamente in bocca, giocandoci come se fosse stato il gelato più prelibato. Giulio non resistette a lungo. La droga aveva i suoi effetti e lui era duro da troppo tempo. Con un gemito roco, inarcando la schiena, venne nella bocca del compagno, il quale bevve il succo dell’amore fino all’ultima goccia… non fosse mai che qualcuna venisse sprecata.
Si alzò in piedi guardando il più piccolo ancora sdraiato, la lingua passò sulle labbra mentre la mente formava un'unica parola per descrivere il tutto: delizioso.
Si liberò di maglia e maglietta, rimanendo a torso nudo. Nessuna parola fu detta, bastavano gli sguardi. Entrambi sapevano che non bastava così poco perché fosse finita.
”Aspetta un attimo, vado a prendere una bottiglia d’acqua, perché sicuramente avremo sete.”
Giulio era incapace di parlare così annuì soltanto e gli regalò un leggero sorriso. Nicola uscì dalla stanza per tornare poco dopo con una bottiglia da un litro e mezzo d’acqua fresca.
Quando il più piccolo la vide si alzò a sedere allungandosi verso il bordo, così le gambe erano per terra. Stese la mano verso Nicola, che aprì la bottiglia e gliela passò. Giulio ci si attaccò socchiudendo gli occhi e bevendo come un uomo disperso nel Sahara che non trovava l’acqua. Le gocce iniziarono a scivolare dalle sue labbra sul suo corpo, e non si rendeva nemmeno conto che in quel momento era un inno alla sessualità pura. Nicola fece un respiro profondo e poi si sedette dietro a Giulio. Iniziò a baciargli il collo, mentre le sue mani gli accarezzavano i fianchi.
Il più giovane gemette, staccando la bottiglia dalle proprie labbra, poggiandola per terra senza nemmeno controllare se l’aveva messa bene. Poggiò le proprie mani su quelle di Nicola, aderendo completamente a lui, con la schiena incollava al petto, mentre posava la testa sulla spalla del compagno, chiudendo del tutto gli occhi, lasciandosi cullare dalle sensazioni che gli faceva provare il più grande.
Il ragazzo dai capelli viola fece scivolare le mani dai fianchi al sesso del più piccolo, mentre le loro bocce si incontravano in un bacio appassionato.
Le mani di Giulio si alzarono affondando le dita tra i capelli del più grande.
Il bacio cresceva di passione, mentre Nicola continuava a massaggiare il sesso di nuovo duro del ragazzo nel suo grembo.
Giulio gemeva in quel bacio stringendosi a lui, mentre i suoi fianchi si muovevano al ritmo che gli dava Nicola. Le mani esperte del più grande stavano portando il più giovane verso il paradiso.
Si staccò dal bacio gemendo il suo nome e ansimando che non sarebbe resistito a lungo, anche se era venuto una decina di minuti prima.
Nicola stava perdendo la razionalità lentamente, guardandolo ansimare tra le sue braccia, chiedendo di più. Abbassò le labbra sul collo leccando e mordicchiando. La mano aumentò il ritmo della stimolazione.
Un urlo roco uscì dalle labbra del ragazzo dai capelli celesti, mentre si svuotava nuovamente sulla mano del compagno.
Nicola si fermò stringendolo a sé dolcemente, continuando a baciargli il collo sensualmente, come per cercare di rilassarlo.
Giulio voltò la testa verso di lui cercando la sua bocca e si baciarono di nuovo, ma questa volta si diedero il tempo per esplorarsi a vicenda.
Lentamente Nicola fece di nuovo sdraiare Giulio sul letto, per poi spostarsi solo il tempo necessario per spogliarsi a sua volta.
Si sdraiò accanto al compagno guardandolo negli occhi con un sorriso dolcissimo. Si leccò le labbra, non era sicuro di quello che stava per fare, ma lo desiderava.
”Vuoi fare l’amore con me?” chiese in un sussurro leggero, facendo sorridere il più piccolo.
”Certo che lo voglio, sciocco.”
Il più grande si spostò leggermente baciandolo di nuovo sulle labbra, amandolo con ogni movimento del corpo. Le mani erano gia al lavoro accarezzando il corpo del compagno, venerandone ogni più piccola parte.
Giulio chiuse gli occhi, i primi due orgasmi l’avevano stancato, anche se continuava a sentire dentro di sé il fuoco che si stava di nuovo allargando con ogni tocco di Nicola.
Presto il compagno gli fu addosso, baciando ogni parte del suo corpo, mentre lentamente gli allargava le gambe per mettersi in mezzo e avere più accesso alle parti più intime di lui. La lingua scendeva come un serpente, lasciando una scia luminosa di saliva, facendo inarcare il più piccolo più volte, gemendo il nome del più grande.
Finalmente tornò al sesso del compagno, ma questa volta lo evitò di proposito, andando a giocare con i suoi testicoli, sapendo che passarci sopra la lingua dava sensazioni straordinarie. Appena la passò lì dove erano divisi, Giulio gemette più forte, abbassando le mani per cercare la testa di Nicola, senza riuscire di raggiungerla.
Il ragazzo dai capelli viola continuava il suo lavoro, baciando e leccando i suoi giocattoli, per poi abbassarsi lentamente, alla ricerca dell’apertura nascosta tra i glutei. Gli allargò ancora di più le gambe, fissando quella parte vergine… con la punta della lingua passò sull’anello muscolare, come a dargli l’idea che stava per penetrarlo, bagnandolo per non fargli male.
Giulio sgranò gli occhi quando sentì l’intrusione calda, non riusciva a credere che fosse quello che pensava… non era possibile che Nicola lo stesse preparando con la lingua. Ansimò di nuovo, perdendo di nuovo il filo dei suoi pensieri. Gemette, non riusciva a trattenersi, Nicola sapeva cosa, dove e come doveva toccare, infatti le sue mani stavano facendo miracoli sul sesso del ragazzo dai capelli azzurri. Poi senti che una delle mani scivolava a raggiungere la bocca; sapeva cosa sarebbe successo, e dopo poco senti la punta di un dito penetrarlo lentamente. Chiuse gli occhi concentrandosi per rilassarsi, non doveva fare molto, in fondo Nicola sapeva cosa faceva. Presto la lingua fu sostituita dalle dita, che in un batter baleno divennero prima due e poi tre, sempre attente a non fare male al più piccolo, fino a toccare la sua prostata, facendolo urlare di piacere.
A quel punto Nicola decise che era arrivato il momento che anche lui ricevesse piacere. Sfilò lentamente le dita dal corpo del compagno, sempre attento a non fargli male. Sputò sulla mano per lubrificare il proprio sesso, per poi sdraiarsi su Giulio, guardandolo negli occhi, senza parlare. Giulio alzò le gambe, allacciandole intorno alla vita del compagno sopra di lui, mentre Nicola posizionò il suo sesso all’apertura nascosta tra i glutei. Si abbassò a baciare il più piccolo per distrarlo, per poi penetrarlo con un fluido movimento e fermarsi solo quando fu completamente dentro di lui.
Giulio ansimò di dolore nel bacio, mentre le sue unghie si conficcavano nella pelle della schiena del compagno. Nicola si staccò dal bacio, cosicché Giulio riuscisse a regolarizzare il respiro e a rilassarsi per accettarlo dentro di sé. Poco dopo il ragazzo sotto di lui sorrise dolcemente e mosse il bacino, come per incitarlo a continuare.
Nicola iniziò a muoversi lentamente, dondolando nella danza più vecchia del mondo, dove si conoscevano d’istinto i passi per donare piacere alla persona che si amava. Con ogni spinta Giulio gemeva di piacere e Nicola gli faceva l’eco. Il ritmo iniziava ad essere sempre più veloce e la mano trovò il tempo di intrufolarsi tra i loro corpi, prendendo il sesso che era tornato di nuovo duro tra le dita, massaggiandolo al ritmo della penetrazione.
A quel punto Giulio non riuscì più a resistere, stava iniziando a dire solo cose incoerenti, non aveva mai immaginato una perfezione del genere. Era stimolato da dentro e fuori, e poi quando Nicola trovò l’angolazione giusta e iniziò a toccare con ogni spinta il punto magico dentro di lui, Giulio si inarcò, non riuscendo nemmeno a gridare tanto era il piacere che provava… Nicola sentì i muscoli del compagno stringersi intorno al suo sesso, e cercò di resistere, ma non appena Giulio venne per l’ennesima volta, non resistette a quella dolce tortura, venendo nelle sue profondità, marchiandolo come suo.
Scivolò lentamente fuori dal suo corpo, sdraiandocisi accanto e attirandolo nel suo abbraccio. Giulio gli si accoccolò contro chiudendo gli occhi esausto, non riuscì nemmeno a dire ‘buona notte’ che già dormiva. Nicola sorrise guardandolo dolcemente, per poi baciargli la fronte e addormentarsi a sua volta.
Quando Nicola si svegliò, Giulio non era accanto a lui. Al posto suo c’era un grosso raccoglitore, che sembrava contenere dei fogli, e su di esso un foglietto con scritto sopra:
”Sono andato a scuola, ho preso in prestito qualcosa di tuo… ci vediamo…” e un’immagine stilizzata di Giulio che gli mandava un bacio. Nicola sorrise e poi aprì il raccoglitore, rimanendo senza parole. Sul primo foglio c’era lui che fumava la sigaretta e sembrava chiacchierare con qualcuno, sul secondo c’era di nuovo lui, uno schizzo semplice ma che prendeva in pieno ogni suoi movimento. Sul terzo, che gli piaceva molto, c’erano lui e Daniele che parlavano, mentre Gianluca era girato verso chi lo stava guardando, come se fosse una foto. Poi c’era un’immagine dove c’era lui da solo, con le mani nelle tasche, che si guardava i piedi.
Quel raccoglitore era pieno di schizzi che lo rappresentavano. Anche se schizzi erano Disegnati con mano perfettamente ferma. Guardò verso l’orologio, era già mezzogiorno… si doveva fare una doccia e per l’una sarebbe stato di fronte al liceo, in tempo per raggiungere gli altri alla fine delle lezioni. Si alzò, ancora nudo, e senza farsi problemi andò in bagno, facendosi una doccia fredda e veloce. Poi tornò in camera e trovò qualcosa da mettersi addosso. Prese le chiavi, le sigarette e il portafoglio, mettendoli nelle tasche dei pantaloni larghi e poi prese in mano anche il raccoglitore che Giulio aveva lasciato a casa sua.
Con passo leggero lasciò la casa, chiudendo a chiave, poi prese l’ascensore, mentre fischiettava un motivetto carino, uscì dal palazzo e si diresse verso il liceo. Non era difficile arrivarci, lo si poteva vedere guardando fuori dalla finestra.
Quando arrivò nell’atrio trovò subito Sara, Gianluca e Daniele.
Alzò un sopraciglio non appena si girarono verso di lui… erano sorridenti, divertiti, ma… si vedeva che avevano fatto a botte. Non era difficile capire chi altro aveva fatto a botte, bastava guardare in giro se c’era qualche occhio nero o qualcosa di simile.
Mise la sigaretta in bocca, accendendola, e si avvicinò ai tre salutando.
Giulio corse fuori dall’aula, lui e Gianluca si erano messi d’accordo per vedersi dopo le lezioni. Cioè correva per quanto poteva, avendo un piccolo problema che doveva nascondere. Aveva una maglia grossa che sembrava più un vestito, poi aveva pantaloni neri che doveva accorciare rigirando il bordo almeno quattro volte. Tutti lo guardavano stranamente e non appena vedeva qualcuno con qualche postumo di baruffa gli chiedeva scusa. Non appena arrivò nell’atrio lo notò, era lì con gli altri e chiacchierava. Si soffermò a guardarlo, ancora non riusciva a credere che la notte prima avessero fatto l’amore per quasi tutta la notte. Si leccò le labbra prendendo coraggio per raggiungerli, quando Nicola si girò e gli sorrise dolcemente, allungando la mano verso di lui, come per invitarlo a raggiungerli. Giulio gli sorrise in risposta e lentamente gli si avvicinò, prendendo la mano che gli offriva.
”Ciao cerbiatto.”
”Ciao”, rispose il ragazzo, e i due dimenticarono di avere compagnia. Infatti gli altri tre li osservavano incuriositi, e dopo il bacio le espressioni di Gianluca e Sara diventarono più intenerite che altro.
”Hai dimenticato il raccoglitore a casa mia”, disse Nicola, ma Giulio scosse la testa.
”L’ho lasciato, e tuo…”
”Grazie.”
”Ok piccioncini, tornate sulla Terra, andiamo a bere qualcosa e poi potrete fare quello che volete”, disse Sara, che in quel momento voleva definitivamente vedere Adriano… in parole povere si doveva andare al locale dove lavorava part time.
Gli altri quattro ragazzi non risposero se non con un cenno affermativo della testa, per poi seguirla al locale…
-fine-
Saya: °_° la terza della serie quella sera sarà di 20 pagine?
Giulio: °_°
Nicola: *smoking*
Gianluca: *_* ho fatto a botte
Sara: ^O^ anche ioooooo
Daniele&Adriano: =O=
Saya: tutti in fila… 3…..2…..1….
tutti: BUON COMPLETANNO UKE!!!!!!!! UN ANNO IN RITARDO ARRIVA LA FIC… TIENILA PER ENTRAMBI I COMPLY!!!!
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