DISCLAIMER: lo sapete no? i personaggi appartengono a quel furbone di Inoue che fa l'ingenuo, ma in fondo ci istiga a scrivere queste cose! Vabbè Rukawa è mio, me l'ha mandato Inoue in cambio di un kg di orecchiette alle cime di rape!^^
Non spaventatevi: non è tutta volgare la prima parte!^^
Forse è un po' lunga, ma non volevo spezzettarla ulteriormente! 
ps: la dedico ad Alessia, per dimostrarle che Rukawa è un uomo con tutti gli attributi al posto giusto. (attributi che gli ho riattaccato io col superattak dopo quello che è successo nella sua fic T_T)

 


Quando scende la notte...

parte I

di Junda


Vuole scopare.

Sente la voglia invadergli il corpo e anche l'anima.

Le scarpe che stridono sul pavimento di parquet e il rimbalzo dei palloni lo eccitano.

Corre verso il canestro, salta e infila la palla. Gli piace il rumore della retina del cesto, quando viene penetrato dal pallone. sembra un gemito di piacere.

Sospira e si passa l'avambraccio sulla fronte per detergere il sudore con la fascia di spugna. Sente i capelli appiccicati alla testa e se li scosta con un gesto meccanico..

Lo stesso sudore che gli scivola sul viso mentre sta scopando.

Si volta e lo guarda.

I suoi ciuffi rossi lo abbagliano per un istante.

Gli osserva la t-shirt incollata alla schiena sudata e le lunghe gambe tese per lo sforzo..

Ha voglia di succhiargli il cazzo e sentirlo gridare di piacere.

Gli si avvicina e gli passa accanto, mormorando un “idiota”; al suo orecchio.

Sa che basta la sua voce cupa per stuzzicarlo. Lo vede irrigidirsi: ora sa che anche lui ne ha voglia. E’ facile farlo eccitare, così come è facile farlo godere. Basta una carezza languida e lui già freme sotto le sue mani, implorando di essere baciato.

Vuole scopare al più presto: ha il cazzo duro e vuole infilarglielo nel culo.. Quel piccolo forellino che non appena viene sfiorato si dilata come una pupilla stupita.

E' accogliente quel buco!

Merda, come si sente eccitato..

Quando si sente così, allenarsi è davvero dura. Vorrebbe fregarsene del mondo intero, avvicinarsi a lui, tirargli giù i pantaloncini e ficcarglielo dentro con forza. All'improvviso, con violenza... sentire l'urlo di dolore che si trasforma in un gemito di puro godimento. Entrare e uscire dal suo corpo...

Corre di nuovo a canestro e infila la palla: si sente i suoi occhi addosso.

Gli rivolge un'occhiata fugace di cui nessuno si accorge.

Corre avanti e indietro per il campo. Concentrato sulla palla all'apparenza, eppure sa sempre dov’è e cosa fa. I suoi capelli rossi non gli sfuggono mai.

Lo vuole.

Sotto il suo slip, sente che il suo cazzo sta pulsando, avido di qualcosa in cui scivolare...avido di lui.

Che quegli allenamenti finiscano in fretta, perchè oggi non ce la fa più..

- Hanamichi tu rimani perchè dobbiamo allenarci coi rimbalzi.

Si blocca in mezzo al campo e stringe i pugni.

No. Merda, no!

Se Hanamichi rimane, dovrà aspettare ancora prima di poter soddisfare quella maledetta voglia.

Si avvia nello spogliatoio, con lo stomaco sottosopra dalla rabbia.

Maledetto gorilla che ha l'ha trattenuto.

Si fa una lunga doccia..

L'eccitazione è lì e non accenna a placarsi.. L'acqua tiepida che lo accarezza l'aumenta.

Le gocce d'acqua sono timide e languide sulla sua pelle, come le sue mani, quando lo sfiora.

Lui è di là, sente il rumore del pallone che rimbalza.

Lo vorrebbe accanto a sè ora, bloccato contro il muro a gemere silenziosamente sotto il tocco della sua lingua invadente.

Quando lascia la palestra non si volta a guardarlo. Ma sente il suo odore: Sa di sudore e di sesso. Si sente i suoi occhi sulle spalle, può percepirne il desiderio perché, quello sguardo brucia..

Cammina. Lentamente perchè forse spera di vederselo arrivare alle spalle.

Come quella volta.. la prima volta...

 

LA PRIMA VOLTA

Rukawa sbuffò, fermandosi un momento a guardare il cielo notturno. Era senza bici quel giorno e avrebbe dovuto arrivare a casa in treno.

Già immaginava che svoltando l'angolo avrebbe trovato quelle tre galline ad aspettarlo. Come ogni giorno!

Quanto le odiava!

Per fortuna che in sella alla sua bici, riusciva a evitarle facilmente. Ma stavolta era a piedi e l'idea che si potessero avvicinare e rivolgergli la parola, lo angosciava.

Avrebbe cambiato strada.

Camminava lentamente sul marciapiedi, con gli auricolari alle orecchie e lo sguardo basso.

Improvvisamente qualcosa gli si parò davanti: per un attimo rimase interdetto nel vedere una massa di capelli rossi ondeggiare su una fronte abbronzata e una bocca spalancarsi e richiudersi come quella di un pesce

Che diavolo voleva quell'idiota?

Si tolse gli auricolari e fu investito da un fiume impetuoso di parole:

- .. ..Perchè sei solo un idiota..... Ma te la farò vedere io.... sono io il più forte..

Rukawa gli rivolse uno sguardo annoiato, senza proferire parola.

Lo vide innervosirsi mentre continuava a blaterare: 

- Stupido volpino, fai bene a stare zitto... Non sai come ribattere al genio del basket, eh?

Continuò a tacere, osservando l'espressione nervosa di Hanamichi.

- Proprio non capisco cosa ci trovino le ragazze in uno come te..

Gli disse con rabbia il rossino.

Rukawa sospirò.

- Forse sono bravo a letto!

Gli occhi di Hanamichi si spalancarono: non si sarebbe mai aspettato una simile risposta da uno come Rukawa. Arrossì lievemente.

Era a dir poco spiazzato e non riuscì a trovare nessuna risposta.

- L'argomento forse ti imbarazza? mormorò Rukawa, con aria indagatoria.

Hanamichi sussultò: da quando quel volpino parlava tanto? E soprattutto da quando parlava di sesso? Deglutì e cercò qualcosa di pungente da dire.... ma lui non era molto bravo ad affrontare simili argomenti. Quando Mito e gli altri scherzavano in quel modo si sentiva sempre un po' imbarazzato.

- Stupida volpe spelacchiata! Io non mi imbarazzo affatto e sono un genio anche a.. anche a letto...

Finì tutto d'un fiato.

Rukawa strinse gli occhi e lo fissò.

Uno sguardo strano, che Hanamichi non riuscì a decifrare: si era forse accorto della sua titubanza? Lo vide mordersi un labbro e poi sussurrare con quella voce dannatamente cupa che si ritrovava:

- Sei solo un verginello pudico e imbranato!

Per un secondo Hanamichi sentì il sangue defluire dal suo viso.

Era sorpreso da quell'atteggiamento: Rukawa che non parlava mai, Rukawa che ignorava tutti, Rukawa che pensava solo al basket... ed eccolo lì con una faccia maliziosa, che gli spiattellava in faccia la sua inesperienza 

amorosa. Si sentì nudo e inerme di fronte alla sua sicurezza. Senza volerlo lo immaginò mentre faceva sesso: nudo, sudato, col viso sconvolto dal piacere... (sbav sbav ndJunda^^)

In un attimo il colorito tornò sulle sue guance, infuocandole.

Scacciò quella stupida immagine e si accorse che Rukawa si stava rimettendo gli auricolari, per andarsene via.

- Ehi tu! Chi ti credi di essere? Verginello pudico sarai tu... Brutta volpe! Gli urlò, bloccandolo.

Ancora quello sguardo strano.

- Vuoi che ti dimostri se sono pudico e inesperto? Sussurrò Rukawa con tono canzonatorio, ma i suoi occhi erano languidi. Così Hanamichi non li aveva mai visti.

Il rossino spalancò la bocca sorpreso. Ma era davvero Rukawa quello che aveva davanti?

- Ma......ma.....che diavolo dici?.. deficiente...balbettò imbarazzato.

Rukawa si aggiustò la sacca in spalla e si avviò, sfiorandogli una spalla con la propria:

- Idiota! Non farei mai una cosa tanto stupida! Non sei affatto il mio tipo con quei ridicoli capelli...

“Ridicoli capelli, ridicoli capelli; ridicoli capelli” quelle parole gli rimbombarono nella testa.. Il ricordo di quando, ancora bambino, veniva preso in giro per i suoi capelli color carota, affiorò alla sua mente, provocandogli un moto di stizza. Si voltò e afferrò Rukawa per il braccio, strattonandolo affinchè si voltasse. Si ritrovò quel viso impassibile a pochi centimetri dal suo e a denti stretti gli ringhiò: 

- Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere.. 

Il suo tono minaccioso però non ebbe alcun effetto su Rukawa, che, anzi, gli si fece ancora più vicino:

- Non disperarti troppo se non mi piaci, magari potrei cambiare idea!

Hanamichi allentò la presa e si ritrasse. Decisamente quello non era il Rukawa che tutti conoscevano. Vide un lampo attraversare i suoi occhi blu, prima che si voltasse nuovamente per andare via.

Rukawa camminava perso nella sua musica, e Hanamichi gli stava qualche metro dietro. Entrambi erano diretti alla stazione, ma nemmeno per un attimo avevano pensato di raggiungerla insieme.

Non appena arrivarono si accorsero che il treno era appena passato.

Hanamichi gettò la sacca a terra con rabbia e cominciò a imprecare:

- Maledizione! E' colpa tua, volpino! Sei tu che mi hai fatto perdere tempo...

Rukawa, che intanto aveva riposto il walk-man nel borsone, si infilò le mani in tasca e si avviò verso la tabella degli orari:

- Veramente sei tu quello che mi si è piazzato davanti dicendo un cumulo di idiozie!

Hanamichi serrò la mascella innervosito:

- E tu te ne sei uscito con quella stupida storia dell'esperienza sess..sess..

- Sessuale. Si dice sessuale, non è difficile!

Gli rispose Rukawa senza neppure guardarlo, assorto com'era nella lettura del tabellone e non prestandogli più la minima attenzione.

Poco dopo si voltò verso di lui sospirando:

- Dobbiamo aspettare almeno tre quarti d'ora.

Si avviò verso una panchina e si sedette sopra, incrociando le mani dietro la nuca.

Hanamichi lo guardava con aria corrucciata: era ancora molto stupito dal comportamento di Rukawa. Non l'aveva mai visto tanto loquace e tanto malizioso! Che gli prendeva?

Si andò a sedere su un'altra panchina poco distante e si mise a contemplare il cielo stellato.

Si sentiva quasi a disagio con lui quel giorno. era così abituato agli insulti e alle liti, che parlare civilmente con lui gli pareva davvero strano. E poi anche l'argomento che avevano affrontato...... Insomma il sesso.... l'esperienza...

Arrossì per l'ennesima volta.

“Maledetto Rukawa!”; pensò, lanciandogli uno sguardo veloce.

Notò che si era addormentato.

Si alzò e gli si avvicinò: voleva vederlo e cercare di capire perchè Haruko e tutte le altre, fossero perdutamente innamorate di lui. Cosa diavolo aveva di tanto speciale?

Lo osservò attentamente: i capelli neri gli ricadevano disordinatamente sulla fronte, la pelle bianca, quasi marmorea, le lunghe ciglia che gli accarezzavano le guance, le labbra socchiuse, sottili, ma morbide vellutate....

- Ti ho detto che non sei il mio tipo! Perchè mi fissi come se volessi  baciarmi?

Hanamichi sussultò e con un balzo si allontanò da lui! Maledizione, non stava dormendo! I suoi occhi si erano aperti all'improvviso e lui si era ritrovato a fissare due gemme blu, profonde come abissi.

Balbettò qualcosa. Ma non sapeva proprio cosa dire, si sentiva un vero idiota.

- Io...io non...volevo....ba...ba....non volevo fare quello che hai detto.

- E cosa ci facevi a qualche millimetro dalla mia faccia?

Hanamichi abbassò gli occhi. Lo sguardo di Rukawa sembrava entrargli dentro, voler scoprire segreti inconfessabili.

Ma non gli piaceva sentirsi così in imbarazzo. Doveva reagire.

- Adesso basta con questo scherzo! Non volevo baciarti e non mi interessa se sono o meno il tuo tipo!

Aveva cercato di assumere un tono deciso, ma gli occhi scintillanti di Rukawa lo stavano innervosendo.

Stava per urlargli ancora di smetterla, ma l'altro lo anticipò:

- Anche solo parlare di baci ti imbarazza... ne deduco che sei messo proprio male! Non solo sei vergine, ma non hai mai neppure baciato! Che patetico! 

Ancora una volta Rukawa era riuscito a infuriarlo. Come si permetteva di dire certe cose e di indagare sulla sua vita privata? Maledetto idiota.... fece partire il destro per colpirlo al volto, ma la mano di Rukawa lo bloccò in tempo. Gli afferrò il pugno e lo tenne stretto:

- Forse ho toccato un tasto dolente? sussurrò.

Hanamichi tentò di divincolarsi, ma la presa dell'altro sembrava di ferro.

- Ti ho detto di smetterla... non ti interessa se ho mai baciato. Pensa per te...

Rukawa gli lasciò andare la mano e gli piantò i suoi occhi gelidi addosso:

- Io non ho nessun problema.. Mi sembra che sia tu a vivere male la tua inesperienza!

Hanamichi fremette di rabbia. Ma che diavolo aveva quella stupida volpe? 

Quella storia stava diventando assurda.

Con uno sguardo torvo, pensò di metterlo a tacere. E Rukawa infatti rimase a fissarlo senza aggiungere altro, ma quello sguardo colmo di indifferenza, non faceva che aumentare la sua irritazione.

Fortunatamente a interrompere quella specie di guerra fredda, fu l'arrivo di un gruppetto di ragazze. Sembravano studentesse universitarie, e Hanamichi avrebbe giurato che non si sarebbero neppure accorte di due matricole di liceo come loro, e invece tutte e tre rivolsero sguardi ammiccanti a Rukawa.

Una delle tre, gli sorrise in modo molto eloquente, rallentando il passo, forse sperando che Rukawa la raggiungesse.

Ma lui non sembrava neppure essersi reso conto di quello che stava accadendo. Era rimasto impassibile, seduto sulla panchina, completamente ignaro dell'effetto che aveva avuto su quelle ragazze.

Hanamichi si sentì umiliato. A lui non avevano rivolto neppure un'occhiata.

Era sempre la stessa storia. Rukawa era quello bello, quello che le donne divoravano con gli occhi, per cui sarebbero state disposte a fare qualsiasi cosa. E lui invece era il gigante dai capelli rossi. Ridicolo e insignificante.

Magari faceva anche paura!

“Maledetto idiota!” pensò, lanciandogli un'occhiataccia...

Poi, quasi rivolto a se stesso, mormorò:

- Ma perchè? Perché hai tanto successo con le donne? Per me è un fatto inspiegabile..

Rukawa alzò le spalle, indifferente alla cosa:

- Forse sono sexy!

L'aveva detto come se fosse una cosa che riguardava qualcun altro. Sembrava che a lui non importasse un bel niente di essere affascinante, di essere divorato con gli occhi da qualunque ragazza lo vedesse, di essere così popolare tra la parte femminile del loro liceo.

Per lui non contava assolutamente nulla.

Hanamichi rise sguaiatamente a quelle parole.

- Sexy? Ma fammi il piacere, sei solo un volpino spelacchiato....

Rukawa, sempre padrone di se, scosse la testa quasi divertito:

- Allora significa che alle donne piacciono più le volpi spelacchiate che  le scimmie rosse!

Ancora? Aveva osato di nuovo prendersi gioco di lui e del colore dei suoi capelli?

- Bastardo.. Questa volta ti rovinerò il tuo bel muso...

Si avventò contro di lui, pronto a dargli una delle sue famose craniate, ma Rukawa fu lesto a schivarlo. Si alzò in piedi, lasciando che Hanamichi perdesse l'equilibrio, finendo disteso sulla panchina.

- Alzati idiota, non è il momento di fare un sonnellino. Sta arrivando il treno.

Senza aspettare che si rimettesse in piedi, Rukawa afferrò il suo borsone  e si avvicinò al binario. Sentì Hanamichi che mugugnava qualcosa, massaggiandosi il mento e trascinando la sua sacca con riluttanza..

Il treno era quasi vuoto. Solo un'anziana signora sedeva accanto a loro, ma scese alla fermata successiva.

Rukawa si mise a fissare il panorama della città che scorreva oltre il finestrino. Riflesso nel vetro vedeva Hanamichi, seduto di fronte a lui che roteava gli occhi, inquieto. I loro respiri erano l'unico rumore che si sentiva e si confondevano col sibilo del treno sulle rotaie.

All'improvviso si resero conto che il treno stava rallentando sempre di più, nonostante in quella zona non ci fossero stazioni. Si rivolsero uno sguardo interrogativo, poi entrambi si alzarono.

Ci fu una brusca frenata e in un attimo Hanamichi si ritrovò per terra, schiacciato dal peso di Rukawa che era finito sopra di lui.

Nello stesso istante la luce nel vagone saltò e i due si ritrovarono al buio, distesi sul pavimento polveroso di quel treno.

Hanamichi sentiva il corpo di Rukawa aderire al suo e uno strano calore espandersi sulla sua pelle...

“Forse perché sono bravo a letto”; “Forse sono sexy”; senza sapere perchè gli erano ritornate alla mente quelle frasi.... senza sapere perché gli stava piacendo quel contatto così intimo....

- Sai che al buio potresti anche piacermi?

La voce bassa di Rukawa vibrò nell'aria, riportandolo alla realtà.

- Alzati deficiente!

Gli ordinò, spingendolo con le mani. Ma Rukawa non si mosse:

- Non mi sembra che ti dispiacesse avermi sopra...

Gli occhi di Hanamichi fiammeggiarono. Quel volpino stava diventando troppo sfacciato! Lo spinse con più forza, ma Rukawa sembrava non avere la minima intenzione di spostarsi:

- Stupida scimmia, è arrivato il grande momento: il tuo primo bacio.

E prima che il suo cervello incamerasse l'informazione contenuta in quelle parole, una bocca avida e umida premette sulle sue labbra. Spalancò gli occhi, sconvolto. Ma Rukawa continuava a baciarlo. La sua lingua si introdusse nella sua bocca con prepotenza, costringendolo a schiudere quelle labbra rigide.

Il sapore di Rukawa era dolce e, per quanto si sforzasse di scacciarlo, sentiva il suo corpo cedere a quella lingua così languida.. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dai movimenti sensuali delle sue labbra...

Si ritrovò a intrecciare la lingua con quella invadente del volpino, a mordicchiare il suo labbro inferiore, a sospirare.....

Poco dopo sentì la bocca di Rukawa staccarsi da lui. Riaprì gli occhi e intravide nella penombra, il volto lievemente arrossato dell'altro:

- Non male come prima volta, sai?

Rukawa aveva pronunciato quelle parole con tono ironico. Ma intanto continuava a rimanere sopra di lui:

- A me invece ha fatto schifo.. e ora non credi di avermi umiliato abbastanza? Levati dai piedi.

Rispose Hanamichi, quasi urlando.

“Ma che diavolo sta succedendo?” si disse, ma prima di riuscire a  pensare a qualcos'altro Rukawa si strusciò contro di lui, leccandogli un lobo e sussurrandogli:

- Non voglio umiliarti.. solo farti divertire un po'...

Hanamichi trattenne il respiro: cosa intendeva dire?

Mentre cercava di rendersi conto della situazione, sentì la mano di Rukawa scivolargli sotto la felpa e accarezzargli sensualmente il petto...

Il suo cuore prese a battere furiosamente: era incapace di reagire, sentiva un vortice di emozioni investirlo con prepotenza, non dargli neppure il tempo di capire, confonderlo.

Era conscio solo dei lunghi brividi che gli scivolavano lungo la schiena.

Cercò di tornare padrone di sè:

- No. no..las.lasciami.. Rukawa....lasc...

Ma nonostante avesse tentato di parlare con decisione, la sua voce risultò fiacca e appena percepibile. Rukawa lo guardò, facendo scivolare i suoi occhi sulle sue labbra come una languida carezza:

- Si, hai ragione... Sarebbe squallido che la tua prima volta avvenisse sul pavimento di un treno... andremo a casa mia..

Così dicendo si alzò, spazzolandosi la tuta. Si andò a sedere, ricominciando a guardare oltre il vetro.

Hanamichi ancora sdraiato per terra era sconvolto. Rukawa aveva detto “la tua prima volta”. Aveva sentito bene? Quel pervertito, cosa voleva fargli?

Il solo pensiero gli faceva girare la testa “Che schifo! Ma come ha solo potuto pensare che io potessi fare qualcosa con lui? Solo perché l'ho baciato..”; a quel pensiero, avvampò. Si, aveva ricambiato il suo bacio.

Stupidamente si era lasciato trasportare da quelle strane sensazioni. Ma era stato solo un attimo. Uno sbaglio durato un attimo. Nient'altro.

 Si rialzò in fretta, aggiustandosi la maglietta.

Guardò Rukawa assorto nei suoi pensieri.. Illuminata dalla luna, la sua pelle appariva ancora più bianca del solito. Sembrava quasi fragile.

“Fragile un corno!” pensò con rabbia.

Quella specie di teatrino doveva finire.

Quindi decise di non dire nulla riguardo al loro bacio e a quello che aveva detto dopo. Probabilmente era tutto uno scherzo. Si. Uno stupido scherzo!

Dopo pochi minuti il treno riprese la sua corsa e la luce tornò. Un controllore venne a scusarsi, spiegando che c'era stato un piccolo guasto:

- Mi dispiace se abbiamo causato un po' di ritardo..

Rukawa alzò le spalle.

Hanamichi invece gli rivolse uno sguardo carico d'odio “Non me ne frega niente del ritardo! Ma avete causato molto di più.”

Quando il treno ricominciò a rallentare in prossimità della seguente fermata, Rukawa si alzò, afferrando il borsone:

- Casa mia è qui vicino, andiamo!

E così dicendo, guardò Hanamichi con sfida. Senza attendere una risposta si avvicinò alle porte del treno e quando si aprirono, scese col suo passo elegante, senza voltarsi indietro.

Hanamichi balzò in piedi e si precipitò fuori dietro a Rukawa. Se lo stava seguendo era solo per dirgliene quattro e per mettere in chiaro quell'assurda situazione. Quell'idiota non poteva trattarlo così, con quell'aria di sufficienza. non poteva prenderlo in giro in quel modo ridicolo. Si meritava una lezione.

- Ehi Rukawa aspetta!

Ma Rukawa continuava a camminare con la sua andatura eretta, indifferente al richiamo dell'altro.

- Ti ho detto di fermarti, idiota!

Gli urlò con foga.

- Siamo quasi arrivati, non essere così impaziente...Tra poco avrai quello che vuoi!

Gli rispose Rukawa senza neppure voltarsi a guardarlo.

“Ma...ma....che diavolo....” Hanamichi non riusciva più a capire se Rukawa fosse serio o meno.

Sentiva solo un velo di sudore bagnargli la fronte e le gambe che cominciavano a tremare.. Affrettò il passo, raggiungendolo:

- Ma che ti sei messo in testa? Io non voglio proprio niente..sei tu che nel treno mi hai.. ..Insomma sei tu che.. ..Io non...

Gesticolava e sbuffava senza riuscire a terminare le sue frasi.

Rukawa si fermò all'improvviso, lasciando che Hanamichi gli finisse addosso:

- Quanta foga! Ti ho detto di pazientare ancora qualche minuto!

Hanamichi si ritrasse subito, rosso in volto.. Come si era cacciato in quella situazione?

- Adesso basta, stai esagerando... non ti permetto di dire certe...

- Ecco, siamo arrivati! Dai entra!

Rukawa sembrava non ascoltare neppure quello che gli stava dicendo Hanamichi. Era così maledettamente sicuro di sé... mai un attimo di titubanza, di indecisione. Sembrava quasi una macchina...una perfetta macchina, senz'anima.

Hanamichi continuò a seguirlo riluttante: quella era l'occasione giusta per mettere fine a quella ridicola messa in scena.

Erano entrati da una porta secondaria e infatti si ritrovarono in cucina.

Si accorse che la casa era completamente avvolta dal buio e dal silenzio e la domanda gli affiorò alle labbra prima ancora di rendersene conto:

- Ma, non c'è nessuno?

Rukawa, gettando per terra il borsone e abbassando la zip del giubbotto, annuì:

- Esatto. Nessuno ci disturberà!

Mosse qualche passo in direzione di Hanamichi, che, come paralizzato, rimase fermo e rigido al centro della stanza. Ma Rukawa gli passò oltre e si avvicinò al frigo, aprendolo e prendendo una bottiglia di latte. Bevve un lungo sorso, lasciando che il liquido gli scolasse ai lati della bocca, e scivolasse lungo il mento.. Poi si rivolse ad Hanamichi:

- Vuoi?

L'altro scosse la testa, mentre i suoi occhi non riuscivano a staccarsi dalle goccioline bianche di latte che si confondevano con la sua pelle dello stesso colore.

Si accorse che Rukawa gli si stava avvicinando, questa volta con gli occhi fissi nei suoi, quasi inchiodandolo lì.

Fece qualche passo indietro, ma si ritrovò con le spalle contro la credenza.

Rukawa era ormai davanti a lui.

Continuò a fissare il latte che ora scivolava lungo la sua gola candida.

Non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo: sentiva le gambe molli, le mani tremanti.. Dov'era finita la sua famosa baldanza? Perché la vicinanza di Rukawa lo stava riducendo in quel modo? Capì che doveva andarsene, doveva allontanarsi... Ma non appena si mosse, Rukawa lo bloccò, poggiando le mani contro la credenza.

Si ritrovò ingabbiato tra le sue braccia e il suo viso così vicino da sentirne il fiato caldo contro la sua guancia.

- Togliti di mezzo.. togliti....

Rukawa, impassibile, gli sfiorò un orecchio con la lingua.. E lo sentì irrigidirsi. Passò a leccargli il lobo, poi scese sulla gola e infine risalì sul volto.

Posò furtivamente le proprie labbra su quelle tremanti del rossino.

Hanamichi, istintivamente schiuse la bocca e sporse la lingua alla ricerca della sua. Ma Rukawa si staccò appena e sussurrò:

- Non volevi che mi togliessi di mezzo?

Hanamichi avvampò. Come gli era venuto in testa di baciarlo? Che diamine stava facendo?

Si dimenò per sfuggire a quella vicinanza, ma Rukawa gli spinse la testa contro il vetro della credenza, baciandolo con foga...

La sua lingua era prepotente, le sue labbra ardenti come fiamme. Sapeva di latte fresco, dolce, sensuale...

Hanamichi rimase con gli occhi spalancati, guardando quella massa di capelli neri solleticargli la fronte...

Non sapeva cosa fare... non riusciva a fare nulla....

Ma il suo corpo fu più lesto della sua mente e, senza rendersene conto si ritrovò a ricambiare quel bacio, a muovere la lingua intrecciandola a quella di Rukawa e a gemere.. stava ansimando! Stava provando una strana eccitazione nel baciare quella volpe spelacchiata.. com'era possibile?

Avvertì una leggera pressione tra le gambe.. si rese conto che era il membro eretto di Rukawa, che spingeva contro il tessuto della tuta. Strabuzzò gli occhi quando si rese conto che anche lui si stava eccitando.

“No, non è possibile..”; Pensò, quasi con disperazione.

Ma era tardi ormai: Rukawa si era sfilato il giubbotto e tentava di togliergli anche il suo. Hanamichi non oppose resistenza, si lasciò spogliare della giacca a vento, e lasciò che le dita lunghe e sottili di Rukawa si infilassero sotto la felpa, solleticandogli il petto. Gemette quando l'altro gli pizzicò i capezzoli, e trattenne il respiro quando sentì la sua mano scivolare sul ventre.

Continuava a baciarlo, in quel modo selvaggio e passionale, che mai si sarebbe aspettato da quel ghiacciolo.

La mano esperta di Rukawa s'insinuò oltre l'elastico dei pantaloni alla ricerca del suo membro e quando lo trovò lo strinse nel suo palmo. Si compiacque di scoprire che anche Hanamichi era così eccitato.. Lo accarezzò lentamente, gustando la piacevole sensazione di sentirlo duro contro la sua mano e nello stesso tempo, beandosi dei suoi sospiri a stento trattenuti.

Hanamichi aveva sussultato a quel contatto: mai prima di allora qualcuno lo aveva toccato in quel modo, e mai avrebbe immaginato che a farlo sarebbe stato proprio Rukawa.

Eppure tutti quei pensieri si perdevano nel mare di emozioni che il volpino gli stava procurando.

Le sue braccia che fino ad allora erano rimaste inermi lungo i fianchi, si sollevarono a cingergli la vita, accarezzando timidamente la sua schiena, ancora coperta dalla felpa. Poteva percepire anche sotto lo spesso tessuto, i suoi muscoli tesi.

Non riusciva più a pensare coerentemente. Ogni tentativo di razionalizzare e la situazione si scontrava contro il calore dei baci di Rukawa, e non poteva fare altro che lasciarsi cullare dalle sue carezze.

Rukawa si allontanò da lui, lo prese per mano e, senza dire una parola, lo condusse nella stanza accanto e lo spinse sul divano. Poi si inginocchiò per terra, e, dopo avergli sfilato la felpa, si piegò sul suo petto, leccandone la pelle dorata e mordicchiandone i capezzoli turgidi. L'odore pungente di Hanamichi lo frastornava e aumentava la sua eccitazione. Cominciò a tirargli giù la tuta fino alle ginocchia e osservò il rigonfiamento sotto lo slip. La sua mano si posò sopra, strofinando il cotone leggero. Poi lo spogliò completamente e se lo ritrovò nudo, virile eppure timido.

Guardò la soffice peluria dal colore ramato e desiderò affondarci il viso.. quando le sue labbra si chiusero intorno al membro eretto, lo sentì fremere.

- No... aspetta... fermati..... la voce di Hanamichi era solo un lamento.

Rukawa sapeva che in realtà non voleva che si fermasse... lo leggeva sul suo corpo bollente, pronto a ricevere quei baci. Non rispose, ma si limitò ad aumentare la pressione della lingua sulla punta turgida. Le sue mani afferrarono quelle anche spigolose, solleticandone la pelle liscia. 

Hanamichi si contorceva sotto quella bocca avida: cosa gli stava facendo Rukawa? Non poteva permetterglielo. Doveva fermarlo. Eppure il piacere che stava provando era così intenso che, anziché spingerlo via, gli prese la testa tra le mani, spingendolo con maggior veemenza contro il suo corpo.

Guardò i suoi capelli lucidi in cui aveva affondato le mani. Erano così belli!

Socchiuse gli occhi e gettò la testa all'indietro, sospirando affannosamente, incapace di rimanere in silenzio... Stava godendo e anche se una parte di lui se ne vergognava e ne era disgustata, non riusciva a fermarsi. Non voleva.

Sentiva quella lingua morbida che si avvolgeva intorno alla punta e che poi riscendeva fino ai testicoli.

Si inarcò, mentre chiudeva gli occhi, urlando...

Mai, mai in tutta la sua vita, aveva provato qualcosa di simile. Rukawa era così bravo, così languido, così focoso...

Quando riaprì gli occhi, sempre travolto dal piacere, si accorse che Rukawa aveva alzato i suoi e lo stava fissando, pur continuando a succhiare il suo membro. Arrossì con violenza e si affrettò a distogliere lo sguardo: non voleva essere visto così. Non voleva che si accorgesse quanto piacere gli stava procurando, quanto fosse completamente abbandonato a lui..

Eppure il suo gesto pudico, sembrò avere un effetto inebriante su Rukawa: i movimenti della sua testa divennero più veloci, quasi violenti. E le sue labbra si strinsero con maggior forza intorno al membro. Succhiava avidamente, eccitato alla vista del rossino che godeva.

Hanamichi si rese conto che stava per venire. Puntò le mani sul divano, spingendo il bacino verso Rukawa e, urlando, si liberò nella sua bocca.

Poi si lasciò cadere, esausto.

- Mi... mi dispiace... non sono riuscito a fermarmi.. cercò di giustificarsi, temendo di vedere il volto disgustato dell'altro.

E invece Rukawa continuò a ingoiare ogni singola goccia di quel liquido perlato che zampillava dal suo membro, leccando infine la punta e baciandola con dolcezza.

Hanamichi, rosso in volto, affondò la testa in un cuscino, per evitare di guardarlo.

Ora che tutto era finito, si sentiva tremendamente ridicolo..

Ma Rukawa non pareva affatto intenzionato a fermarsi. Si sollevò da terra e si tolse la felpa, rimanendo a petto nudo: Hanamichi, sbirciandolo, trattenne il fiato. Non aveva mai fatto caso alla bellezza del suo corpo. La carnagione pallida, sottolineava l'armonia dei suoi muscoli e le gocce di sudore, brillavano sulla sua pelle come schegge di cristallo...

Rukawa si piegò su di lui, sdraiandoglisi addosso e baciandolo all'improvviso.

Hanamichi accettò ancora la sua lingua e le sue labbra. Chiuse gli occhi gustando il suo sapore, mentre sentiva quel corpo eccitato premere contro di lui. La mano di Rukawa scivolò tra le sue gambe, afferrandogli il membro che già si stava risvegliando. Poi però le sue dita si insinuarono più dietro e quando Rukawa gli solleticò il piccolo foro nascosto tra le natiche, sussultò spaventato.

- No.questo no...

Gemette. Ma Rukawa non lo ascoltò neppure. La leggera pressione del dito si trasformò in una rude spinta sotto la quale Hanamichi sobbalzò:

- Ma che fai? Non voglio...non voglio...

Rukawa lo guardò dritto negli occhi, con la sua solita gelida espressione e scosse semplicemente la testa. No: non l'avrebbe lasciato andare. Non si sarebbe fermato. Avrebbe ottenuto quello che voleva.

Le dita divennero due, sempre più invadenti, sempre più prepotenti. Hanamichi ansimò e si rese conto pian piano che quell'intrusione gli stava piacendo.

Rukawa con la mano libera tirò il filo che allacciava i pantaloni della tuta e se li abbassò, insieme allo slip. Rimase nudo, con il membro eretto e pulsante, sotto lo sguardo imbarazzato di Hanamichi.

Infilò una gamba tra le sue, allargandogliele. Si leccò le dita e riprese a stuzzicarlo, per lubrificarlo e poi lo penetrò, cercando di non essere troppo rude.

Hanamichi si morse un labbro per il dolore, mentre Rukawa, agitandosi dentro di lui, gli afferrò una mano, cominciando a succhiargli sensualmente le dita, una per una. Lo fissava negli occhi e anche se Hanamichi avrebbe voluto evitare il contatto dei loro sguardi, Rukawa gli teneva con forza il mento tra le dita, costringendolo a guardarlo.

Rukawa schiuse le labbra. Sembrava diverso dal solito: tutta la sua freddezza si era trasformata in un impeto focoso.

Il ghiaccio che diventa fuoco..

I suoi occhi fiammeggiavano di piacere.

I suoi colpi di bacino erano decisi. Affondava nel suo corpo con violenza.

Hanamichi gli afferrò una mano stringendogliela forte..aveva bisogno di qualcosa che somigliasse almeno vagamente ad un gesto affettuoso, perché vedere Rukawa selvatico come una bestia lo stava spaventando.

Oltre a farlo godere. Impazzire di piacere.

Sentiva quel membro duro, invadere il suo corpo, fargli scoprire un piacere che mai avrebbe pensato di poter provare... si sentiva lacerato, si sentiva privato della sua parte più intima, ma nonostante ciò quella sensazione gli piaceva. Sentire Rukawa dentro di sé, così ardente, gli procurava intense emozioni...e si rese conto che avrebbe voluto che quel momento non avesse mai fine.

Voleva continuare a gemere sotto quei colpi violenti. A perdersi in quel calore che lo stava quasi sciogliendo.

Voleva vedere quel viso, eternamente impassibile, travolto dalla passione.

Vedere le gocce di sudore scivolare sul suo viso, rincorrersi sul suo collo, scendere lungo il suo ventre contratto.

Eppure il piacere aumentava ad ogni spinta e già sapeva che presto sarebbe stato investito da un nuovo orgasmo.

Poteva leggere sul viso di Rukawa lo stesso godimento e, quando lo vide affondare i denti nel labbro inferiore e socchiudere le palpebre, capì che stava venendo: con un gemito cupo, lasciò che il suo sperma caldo e denso si espandesse nel corpo di Hanamichi.

E pochi istanti dopo fu la volta del rossino di lasciarsi andare, facendo scivolare il suo liquido bianco sul proprio ventre.

Rukawa scivolò fuori dal quel corpo così caldo e poi si lasciò cadere sul pavimento. Poggiò la testa sul divano, chiudendo gli occhi: si sentiva esausto e appagato.

Hanamichi gli guardò la testa dai folti capelli neri in contrasto con il candore della sua pelle e sospirò.

Solo ora che la sua mente ricominciava a prendere il controllo sull'istinto si stava rendendo conto di quello che era accaduto.

Aveva fatto l'amore con Rukawa... O forse era più giusto dire che avevano solo fatto sesso! Strinse gli occhi per ricacciare indietro una lacrima. Si sentiva umiliato, sporco e fragile: quell'idiota di un volpino sembrava in estasi. E già ronfava tranquillamente.

Si alzò, cercò di rivestirsi, mentre sentiva di non riuscire più a trattenersi.

Prima di uscire dalla stanza si voltò verso Rukawa: dormiva profondamente, ignaro della sua sofferenza per quello che avevano fatto.

Non appena uscì da quella casa, le lacrime cominciarono a scorrere copiose sul suo viso.

Non poteva crederci: quell'idiota gli aveva rubato il suo primo bacio, le sue prime carezze, la sua prima volta! Aveva fantasticato spesso su come sarebbe stato: aveva immaginato gli occhi dolci di Haruko perdersi nei suoi, il profumo delicato di una fanciulla dal tocco timido.

E invece si era ritrovato quasi violentato da 187 cm di virilità!

Ma perché? Perché gliel'aveva permesso? E poi perché gli era piaciuto? 

Da quando gli piacevano i ragazzi? Da quando gli piaceva Rukawa?


continua...


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