DEDICHE: versione yaoi di un mio racconto, scritto per il compleanno di un ragazzo bello e selvaggio come un Mustang del vecchio West! Siccome non so se farò in tempo a finire quella per S. Valentino, intanto dedico a Lucy_sys e a Silene_sys questa! Vi voglio bene! DISCLAIMERS: i personaggi sono di Takehiko Inoue, le idee malsane solo mie e le canzoni sono “La libertà” di Marco Masini, “Senza tu” di Francesco Baccini ed “Everytime it rains” degli Ace of Base!! NOTE 01: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma! NOTE 02: come sempre è tutto buttato a caso, non cercate riferimenti né temporali né di luogo né di nessun altro tipo!!! NOTE 03: visto che oggi mi sento buona...lieto fine per tutti!!!! FORSE…
Quando piove sulla libertà di Marty
POV Hana
Grossi nuvoloni neri coprono minacciosi il cielo, fuori dalla finestra della mia camera. Il temporale si avvicina, lo sento nell'aria; l'elettricità è quasi palpabile e l'odore tipico dell'umidità incipiente è inconfondibile. Come a confermare le mie paure, un tuono romba forte. Io mi stringo le braccia attorno al petto, per catturare un po' di calore, mentre esco sul terrazzo avvolto nel mio soffice maglione bianco. So che in quelle nuvole c'è anche acqua salata. Già: piangerò a dirotto, senza riuscire a fermarmi, e i singhiozzi mi spezzeranno il respiro, piangerò fino a quando non avrò più lacrime o fiato per farlo. Mi afferro alla balaustra metallica con forza mentre sulle mie nocche serrate scivola la prima goccia di pioggia, che è terribilmente simile a quella che mi scivola sulla guancia. Si ripete ogni volta la stessa storia: quando piove io cado a pezzi, perché non so come la pioggia riporta in superficie tutti i ricordi e le sensazioni che speravo di aver rimosso. Ti sento qui vicino, riesco ad avvertire il tuo profumo pungente ed ascoltare la tua risata, così rara e argentina...insomma, non riesco a dimenticarti. E' così: ogni volta che piove, che io sia allo scoperto o al chiuso, solo o in compagnia, con l'ombrello o senza...io mi bagno. Purtroppo continuo ad amare i tuoi capelli scuri e la tua mano che stringe la mia, continuo ad amare i nostri battibecchi e le conseguenti riappacificazioni, i nostri baci torridi e quelli teneri...continuo ad amare te, Kaede, e più il tempo passa più queste emozioni s’intensificano. So che probabilmente non torneremo insieme, forse neppure ti rivedrò più, eppure non riesco a trovare nessun altro che abbia gli occhi come i tuoi. Certo, di occhi blu è pieno il mondo, ma i tuoi avevano una sfumatura unica, e quando mi guardavano si accendevano di mille riflessi cangianti. E mi dicevano cos'ero per te. Continuerò a cercarli, comunque, non mi arrenderò, perché anch'io ho il diritto di ricominciare a vivere. Appoggio la schiena al muro freddo, mentre la pioggia si fa insistente e battendo sulla balaustra poi schizza il mio maglione bagnandolo in più punti. Mi lascio scivolare lungo la parete, fino a ritrovarmi seduto a terra, piego le gambe ed appoggio il mento sulle ginocchia nude. E' sera. Con gli occhi velati di tristezza, mi rendo conto che ormai è arrivato l'autunno. Sembra passata un'eternità dal nostro addio. Un sorriso amaro mi piega le labbra. Quando c'è il sole è tutto ok, passeggio, rido, scherzo e penso di aver superato il dolore di vivere senza il tuo amore. Ma poi bastano due gocce trasparenti e mi ritrovo perso nella tua assenza e in quei momenti impressi come foto ricordo dentro di me. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal picchiettare ripetitivo di questo acquazzone, così simile eppure diverso da quelli a cui ho assistito protetto dalle tue braccia. Se mi concentro posso ancora sentirle attorno a me, così come la tua voce che mi chiama piano sembra quasi reale tanto è vivida nella mia testa. Mi alzo. Non solo non posso, ma non voglio dimenticarti. Non sarebbe giusto. Troppo di te mi è rimasto addosso, cancellarti sarebbe come strapparmi un brandello di cuore. E anche se questo dovesse significare "bagnarmi" ad ogni temporale, beh...così sarà, mi dico infilando il cappotto e uscendo in strada, diretto di corsa verso il mio bar preferito. POV Ru
Apro gli occhi a fatica. Sbadiglio sonoramente, stiracchiando le braccia al massimo. Tanto non ho più nessuno che mi dorme vicino a cui potrei inavvertitamente far male. Pian piano metto a fuoco la mia camera: i miei vestiti sono ammonticchiati disordinatamente su una sedia, quando stamattina sono rientrato non avevo voglia di metterli a posto. Ricado indietro, sui cuscini. Certo che questo letto è grande...quando lo comprammo eravamo quasi preoccupati che di notte uno dei due potesse cadere, dato che entrambi avevamo il sonno agitato. Che stupido. Mi guardo intorno. Sul mio comodino c'è una tua foto. Sì, te la scattai quando non volevi, quindi hai sul viso quel broncio adorabile che mi faceva impazzire. I tuoi occhi mandano lampi, sembri gridare "Ti odio!" sorrido, mentre tiro giù le gambe e cerco coi piedi nudi le pantofole finite chissà dove nel disordine che ha invaso il mio spazio vitale. Finalmente le ripesco, e ciabattando entro in bagno. Come al solito ho bisogno di un momento per abituare gli occhi al candore accecante di sanitari e suppellettili. Appoggiando le mani sul lavandino, mi specchio facendomi la linguaccia. Ho la barba di qualche giorno e i capelli tutti scompigliati. Faccio una giravolta su me stesso, guardandomi. Indosso solo un paio di boxer grigi, quelli che mi stanno male perché sono sformati e consunti, quelli che tu volevi gettare via ma che io ho salvato dalla pattumiera. Perché? Non lo ricordi, vero? Sono quelli che portavo la prima volta che abbiamo fatto l'amore. E' passato tanto tempo da allora, ma metterli mi ricorda tante cose. E poi erano gli unici che avevo! Ogni giorno rimando la lavatrice, visto che l'ultima volta ho impostato male il programma e mi sono ritrovato con tutto il bucato verde pisello, e il risultato è che non ho più neppure una camicia pulita. Mi metto di profilo e mi studio criticamente. Credo di essere un po' ingrassato. Quasi non mi riconosco: una volta mi preoccupavo tantissimo del mio aspetto, di cosa mangiavo, di quanto moto facevo e tutte queste cose qua. Ora invece, nonostante lo specchio mi rimandi un'immagine desolante, non mi interessa. Perché ora sono libero. Prendo la vita come viene, giorno per giorno, seguo il destino e non programmo più niente. Forse mi voglio anche più bene, adesso che sono solo con me stesso. Mi sono guardato dentro, mi sono capito ed alla fine anche accettato. Tanto lo sapevo che sarebbe finita così: Ti sei comportato sempre come una mamma chioccia, è una storia già vista. E nonostante possa essere un'arma a doppio taglio, la libertà, se la si usa nel modo giusto può davvero riportarti in vita. Scosto la tenda ed apro la finestra: la stanza viene invasa dal piacevole sentore di terra bagnata che segue un temporale. I fiori e le piante che riempiono il giardino scintillano come se fossero rivestiti di pietre preziose. Un tempo ti avrei stretto a me ed avremmo ammirato lo spettacolo della natura appagata, prima di rituffarci sotto le coperte al caldo. Ma sono qui, da solo, e nessuno mi controlla o mi dà ordini: gestisco la mia vita come mi pare, e se volessi potrei andarmene a pescare, a giocare a calcetto, a rivedermi per la milionesima volta "Le follie dell'imperatore". Vedi, Hana? Io continuo a vivere. Ed anche se la cosa ti farebbe infuriare, se lo sapessi, il mio cuore batte come prima anche ora che non lo fa più per te. Certo, non è che ti abbia proprio dimenticato del tutto...cioè, oggi va così, ma domani non so se ti penserò di nuovo o se qualcosa nell'occhio me lo farà lacrimare...ma del resto è inutile pensarci. E mi godo la mia libertà, in modo egoistico ed unilaterale, come se fossi un gatto randagio, accettandomi così come sono: lo sai meglio di me, nessuno è perfetto. Provo un brivido a ripensare a quante volte ho dovuto ripetertelo, all’inizio, quando non riuscivi a credere che fra tutti avessi scelto proprio te. Dio, Hanamichi, perché deve essere così dura? Perché invece di farmi meno male, ogni giorno che passa mi sembra di morire un po'? D'altronde, l'ignoto fa paura e io non ce l'ho fatta a lanciarmi nel vuoto...strano, perché il coraggio non mi è mai mancato. Un tuono lontano riporta la mia attenzione sul cielo. Il sole sta tramontando. Per un attimo mi sento confuso, non capisco, poi ricordo che è già domenica. Anche senza di te, le mie abitudini non sono cambiate. Il sabato sera guardo il canale satellitare del basket fino a crollare, e la domenica dormo fino a tardi; se prima mi svegliavi tu ad una cert'ora, adesso dormo finché voglio. Credo di non aver più visto una domenica mattina, da quando te ne sei andato. Ma ora sei troppo libero, e felice, probabilmente, per pensare a me. Io come uno scemo non riesco a farne a meno. Mi rendo perfettamente conto, da quello che sento, che tu sei quella giusto, l'ultimo ed unico amore della mia vita. Forse l'ho sempre saputo, anche se non l'ho mai ammesso neppure con me stesso, e il risultato è che mi manchi da soffocare. E sono quasi arrivato ad odiare questa libertà che pure ho voluto tanto da preferirla a te. Infilo una felpa azzurra che afferro da una pila di panni e la infilo, poi mi copro la testa con il cappuccio ed esco. Me ne vado al bar vicino al parco dove andavamo a correre, fanno la migliore cioccolata calda che io ricordi. Entro dandomi pacche sulle braccia: non pensavo facesse già così freddo! Sembra che siamo entrati in autunno...poi tutto cambia. Sei di fronte a me, seduto al nostro tavolo. Sei parecchio dimagrito dall'ultima volta che ti ho visto, e i tuoi occhi sembrano enormi quando mi vedi sulla porta. Improvvisamente tutto il resto scompare e ci siamo solo tu ed io. Lentamente mi avvicino a te. Il tempo sembra essersi fermato. Mi siedo. Tutto riprende a muoversi. Tu non mi guardi, ti mordicchi le labbra e ti gratti la nuca, come fai sempre quando sei nervoso. E sembra che non sia passato neppure un giorno. Ora siamo qui, insieme, come se non ci fossimo mai separati. Sento di nuovo scorrere in me quella sensazione di appartenenza che la tua presenza mi crea, e mi sento un completo imbecille per averti lasciato andar via per uno stupido partito preso. "D'estate è tutto meno serio, noi andremo in vacanza in posti diversi, non ci divertiremmo se avessimo dei legami a casa". Come ho potuto dirti una cosa simile?! Mi sembra così stupida, adesso! In un angolo della sala, un ragazzo dice parole dolci all'orecchio della fidanzata. Lei ride piano e poi lo abbraccia. E io mi ritrovo ad invidiarlo. Pensare che avrei potuto essere al suo posto, se solo... Ti guardo di nuovo. Il tuo sguardo è velato (stanchezza? Dolore?) ma mi sembri sempre bellissimo. Abbassi gli occhi, poi ti alzi ed afferri il cappotto. Cosa succederà, adesso? Finiremo con altre persone, senza però smettere di amarci? Ci dimenticheremo l'uno dell'altro? Ci perderemo? Non posso permetterlo, sarebbe un'idiozia. Noi dobbiamo stare insieme, non può finire tutto così. L'ho capito adesso: è amare qualcuno che ti rende libero. E solo quando insieme a te avevo costruito un 'noi' lo sono stato davvero. Per questo non ti lascerò andare via di nuovo.
POV Hana
Non posso restare qui! Se mi guardi così tutto il mio coraggio scomparirà! Mi alzo e vorrei andarmene, ma mi afferri un polso. "Resta" mi dici. "Senza di te il cielo ha un colore diverso. Sento che non potrò amare mai nessun'altro, sei tu quello di cui ho bisogno. Mi manchi. Ti prometto che cambierà tutto, la nostra vita insieme sarà proprio come l'avresti sempre voluta! Dammi una possibilità per dimostrarti che sono sincero, ti prego." In questi mesi non ho fatto altro che pregare che tu mi dicessi qualcosa di simile, ma ora...ho paura di crederti. "E quando arriverà l'estate cosa farai? Mi lascerai di nuovo per poi riprendermi quando tornerai dalle vacanze? Non sono un cane che puoi abbandonare sull'autostrada!" la mia voce suona fredda e tagliente, piena di odio e rancore, ma non è esattamente questo che sento. "Non potrei mai importi di rinunciare alla tua libertà..." ti amo troppo per farlo, aggiungo mentalmente. Ma tu scuoti la testa, per poi regalarmi uno dei tuoi rari e magnifici sorrisi. "Ora posso tornare a casa quando voglio, buttare le cicche per terra, mangiare dal frigo, lanciare i panni sporchi nel salotto...però...senza te che mi sgridi non c'è gusto a farlo! Torna..." ti frughi nella tasca "...torna da me..." concludi mettendomi qualcosa nel palmo. Poi mi lasci la mano. Io la avvicino al viso e la apro. C'è una chiave con attaccato un cagnolino rosa. Ti fisso senza riuscire a parlare. "La chiave di casa mia" dici semplicemente. "Mi piacerebbe che diventasse 'nostra'. Certo, è un po' piccola, e ora anche in condizioni pietose, ma..." Mi getto tra le tue braccia senza parlare, mentre le lacrime mi inondano le guance, ma per la prima volta dopo tanto tempo hanno il sapore della felicità.
POV Ru
Siamo usciti dal bar mano nella mano, e stiamo camminando verso casa. Io ogni tanto ti guardo perché ho paura che non sia vero. Nell'altro pugno stringi la chiave che ti ho dato quando ti ho chiesto di trasferirti definitivamente con me. L'avevo fatta fare tanto tempo fa, ma non avevo mai trovato l'occasione (ok, il coraggio) di dartela. Mi cade una goccia di pioggia sul naso. Mi volto nuovamente verso di te, e mi accorgo che stai piangendo. "Che c'è?" chiedo allarmato. Ma tu mi sorridi e tergi le lacrime. "Niente, piango sempre quando piove" rispondi stringendoti a me.
*OWARI*
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