Quando il Ghiaccio si scioglie
Parte XIV - Non Mi dispiace
di Ermione
Not sorry _ The Cranberries
(Non
mi dispiace Ailil si guardò attorno soddisfatto. Finalmente quella spelonca sapeva di casa. Erano giorni che ci lavorava ininterrottamente. Aveva falciato l’erba e sistemato il giardino, imbiancato le pareti e pulito da cima a fondo. Mancava solo qualcosa di personale, che le ridesse un’anima. Sistemò velocemente i suoi libri e le sue poche cose… ancora non bastava… appese al muro la sua foto con Angel… anche potendolo fare, non voleva dimenticarlo. Si
accostò alla finestra, guardando distrattamente fuori. Ormai il dispiacere
aveva fatto spazio ad un’amara tristezza. Non gli dispiaceva di essere
fuggito, in cuor suo si illudeva che Tyler ora sarebbe stato felice… ora che
lui lo aveva abbandonato, liberato dal suo peso… Tutte quelle bugie… lui odiava le bugie anche se aveva costruito la sua vita su di esse… ma per lui era diverso, ne era stato costretto. Si rese conto che stava piangendo… di nuovo… Quanto aveva pianto? Per giorni, anche mentre spaccava la legna. Sembrava le sue riserve non avessero fine. Tra pochi giorni sarebbe stato costretto a tornare alla vita reale e non gli andava. In quella sorta di eremitaggio, spezzato solo da Carrie, riusciva in qualche modo a stare in equilibrio. Solo all’idea del fiume di domande a cui l’avrebbero sottoposto Joy, Martin e Frankie gli saliva l’emicrania, se poi pensava alla benché remota possibilità di poter incrociare Tyler… un nodo gli stringeva lo stomaco. Si mise a studiare per non restare indietro col programma.
Bussarono alla porta, era Carrie. “Beh,
se aiuti una persona lo fai perché lo vuoi, non perché ti aspetti qualcosa” Il ragazzo impallidì. Quella diavoletta pel di carota stava scavando nel punto giusto. “Avevo
paura”_ sussurrò “Di perderlo, no???” _Gridò esasperato_ “Credi che il mondo sia pieno di ventunenni che smanino per stare con un sedicenne picchiato e abusato, psicologicamente fragile, pieno di strisce sul corpo da fare invidia ad una zebra, il cui unico amore è stato un terrorista dell’I.R.A. che gli è morto fra le braccia?” “L’hai perso lo stesso” risposa calma la ragazza. “Già…
ma almeno mi sono evitato un’altra umiliazione”
“Cosa???” “Diverso, cioè, normale… no, oddio, mi sto incasinando!!! È… molto meglio, molto di più!” “Anche tu non sei quello che credi, anche tu sei molto meglio…” “Anche io gli ho mentito…” cominciava a capire…
“Finalmente ti sta tornando il buon senso, ora ti riconosco!” disse
allegramente “L’ho trovato per strada, agonizzante. Ho chiamato il tizio del pub che è arrivato di corsa con un medico giovane, molto carino, che lo ha soccorso.” “Dov’è
adesso? Cosa gli hanno fatto?”
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