Quando il Ghiaccio si scioglie

 

Parte XIV - Non Mi dispiace

 

di Ermione

 

    

 

Not sorry  _ The Cranberries
Keep on looking through the window again, I'm sad, not sorry, 'bout the way that things went
And you'll be happy and I'll be forsakin' thee…
…You told me lies, and I sighed ‘cause you lied, lied, and I cried, yes I cried, yes, I cry, I cry…again…
…No I'm not sorry if I do detest you

 

 (Non mi dispiace
Continuo a guardare  attraverso la finestra,sono triste, non dispiaciuto, per il modo in cui sono andate le cose
E tu sarai felice ed io ti abbandonerò…
… Mi hai raccontato bugie ed ho pianto perché mi hai mentito, mentito, ed ho pianto, sì ho pianto, sì, piango, piango di nuovo…
…No, non mi dispiace se ti detesto)


 

Ailil si guardò attorno soddisfatto. Finalmente quella spelonca sapeva di casa. Erano giorni che ci lavorava ininterrottamente. Aveva falciato l’erba e sistemato il giardino, imbiancato le pareti e pulito da cima a fondo. Mancava solo qualcosa di personale, che le ridesse un’anima.

Sistemò velocemente i suoi libri e le sue poche cose… ancora non bastava… appese al muro la sua foto con Angel… anche potendolo fare, non voleva dimenticarlo.

Si accostò alla finestra, guardando distrattamente fuori. Ormai il dispiacere aveva fatto spazio ad un’amara tristezza. Non gli dispiaceva di essere fuggito, in cuor suo si illudeva che Tyler ora sarebbe stato felice… ora che lui lo aveva abbandonato, liberato dal suo peso…
Lo amava ancora e si odiava per questo ma, allo stesso tempo, lo detestava e non ne era dispiaciuto.

Tutte quelle bugie… lui odiava le bugie anche se aveva costruito la sua vita su di esse… ma per lui era diverso, ne era stato costretto.

Si rese conto che stava piangendo… di nuovo… Quanto aveva pianto? Per giorni, anche mentre spaccava la legna. Sembrava le sue riserve non avessero fine.

Tra pochi giorni sarebbe stato costretto a tornare alla vita reale e non gli andava. In quella sorta di eremitaggio, spezzato solo da Carrie, riusciva in qualche modo a stare in equilibrio. Solo all’idea del fiume di domande a cui l’avrebbero sottoposto Joy, Martin e Frankie gli saliva l’emicrania, se poi pensava alla benché remota possibilità di poter incrociare Tyler… un nodo gli stringeva lo stomaco.

Si mise a studiare per non restare indietro col programma.

Bussarono alla porta, era Carrie.
“Ciao folletto, come va oggi?” gli chiese la ragazza sorridendo.
“Meglio. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi aiutato senza chiedermi nulla”

“Beh, se aiuti una persona lo fai perché lo vuoi, non perché ti aspetti qualcosa”
“Non tutti la pensano così”
“Può darsi, ma io non sono tutti” _ rise.
“ è vero, diversamente non sarei mai riuscito a raccontarti di me… in pochi lo sanno”
“Perché a me e non a lui?”
“Alla luce dei fatti direi che ho fatto la scelta giusta”
“Alla luce dei fatti un corno!!! Tu non potevi sapere come sarebbe finita. Perché non glielo hai detto? E prova ad essere sincero almeno con te stesso”

Il ragazzo impallidì. Quella diavoletta pel di carota stava scavando nel punto giusto.

“Avevo paura”_ sussurrò
“Paura di che?”

“Di perderlo, no???” _Gridò esasperato_ “Credi che il mondo sia pieno di ventunenni che smanino per stare con un sedicenne picchiato e abusato, psicologicamente fragile, pieno di strisce sul corpo da fare invidia ad una zebra, il cui unico amore è stato un terrorista dell’I.R.A. che gli è morto fra le braccia?”

“L’hai perso lo stesso” risposa calma la ragazza.

“Già… ma almeno mi sono evitato un’altra umiliazione”
“Io non credo ti avrebbe lasciato. Hai mai pensato, anche solo per un attimo, che lui potesse avere paure molto simili alle tue?”

“Cosa???”
“Sì, magari lui si è ritrovato a pensare che nessun ragazzino angelico che, a furia di lottare, è riuscito ad ottenere un minimo di equilibrio e si è costruito una vita regolare, sarebbe potuto restare accanto ad una rock star con una vita all’insegna della sregolatezza”
“Ma… lui… non è così… è…”
“Com’è?”

“Diverso, cioè, normale… no, oddio, mi sto incasinando!!! È… molto meglio, molto di più!”

“Anche tu non sei quello che credi, anche tu sei molto meglio…”

“Anche io gli ho mentito…” cominciava a capire…

“Finalmente ti sta tornando il buon senso, ora ti riconosco!” disse allegramente
“Sono stato un idiota…”
“Abbastanza ma non è questo il problema, adesso. Il punto è: ne sei innamorato?”
“Sì ma…”
“Niente ma!!!”
“E invece sì. Poco conta cosa provo io. Non so dov’è, non so se sarà capace di perdonarmi e non so se… se mi ama…” _disse abbassando la testa
“Alla prima domanda posso risponderti io ma dovrai essere molto forte, il resto potrai chiederlo direttamente a lui”
“Cosa?”

“L’ho trovato per strada, agonizzante. Ho chiamato il tizio del pub che è arrivato di corsa con un medico giovane, molto carino, che lo ha soccorso.”

“Dov’è adesso? Cosa gli hanno fatto?”
“All’Hilton. Lo hanno violentato. Non so altro, i sedativi lo fanno dormire molto e anche quando è sveglio si rifiuta di parlare.”
“Andiamo”. Detto questo la prese per mano trascinandola fuori dalla porta.