Quando il Ghiaccio si scioglie
Parte XIII - Wanted
di Ermione
Wanted _ The Cranberries
(Voluto
Aveva rovinato tutto e perché? Per mera viltà? Per paura? Per superficialità? Forse per tutte queste cose assieme. Quella notte era corso disperatamente dietro ad Ailil, ma il ragazzino sembrava aver messo le ali ai piedi e lo seminò in poco tempo. L’aveva cercato, dio se l’aveva cercato. Al pub, da Frankie e Martin, a scuola, ma sembrava essersi volatilizzato. Nemmeno Joy sapeva dove fosse. Tutto ciò che sapeva era che era malato, almeno così sosteneva Martin, e che una ragazzina dai capelli rossi era venuta a prendere le sue cose. A casa non era più tornato e Ty era rimasto lì, in attesa del suo ritorno. Quella maledetta notte era rincasato di corsa. Ogni traccia del piccolo elfo era sparita e lui aveva cominciato a singhiozzare fino a crollare esausto. Lo amava, ora ne era più che certo, ora che, forse, era troppo tardi. Avrebbe lottato fino alla morte per riaverlo, per strappare via la Banshee (1) dal suo cuore… se solo avesse saputo dove cercarlo… non si dava pace. Stava male, troppo male. Le sue notti erano insonni e le sue giornate sfiancanti. Vagava senza meta per Belfast alla ricerca del suo amore perduto e aveva pregato dio che glielo riportasse o che almeno stesse bene. Ma i giorni passavano e ogni suo sforzo si era rivelato inconcludente; i ragazzi della band erano tornati a Dublino, infondo il loro “compito” lì era finito, ma lui si era rifiutato categoricamente di partire. Lentamente ma inesorabilmente si stava facendo avvolgere da una spirale autodistruttiva. Non mangiava quasi più nulla e leniva il dolore con cocktails di alcool e sonniferi. Ormai era un involucro vuoto; credeva che, a quel punto, non ci fosse più nessun dolore che lo potesse ferire ma si sbagliava di grosso. Era strafatto, come quasi tutte le sere. Fu un miracolo che riuscisse ad uscire da quel pub di bassa lega sulle sue gambe. Quella era la zona peggiore di Belfast, lo sapeva bene, nemmeno la gente del luogo si arrischiava ad addentrarcisi di notte ma a lui sembrava non importare, o, forse, quell’ennesima sfida alla sorte era l’unico barlume di vita che gli restava. Avrebbe dovuto ricordare quel detto che dice: “Chi gioca col fuoco, perirà in esso”, se lo avesse fatto, si sarebbe evitato l’ustione di terzo grado che stava per travolgerlo.
Camminava incerto nella notte, senza meta, quando venne abbordato da un tizio
di mezz’età, apparentemente distinto, che, senza troppi preamboli, lo invitò
a bere qualcosa in un locale lì vicino. Accettò. Sorrise
con malizia lo sconosciuto, mentre la sua mano cominciava a vagare sul petto
del ragazzo. Sfiorò uno dei suoi capezzoli, lo prese tra le dita e cominciò a
giocarci distrattamente. Tyler sussultò mentre i suoi occhi azzurro cielo si
fecero lucidi di lacrime amare.
Improvvisamente si staccò da lui, ma fu solo per un attimo, il tempo di
prendere la vaselina. Tyler si sentì morire. Lo
penetrò con un’unica spinta. 1 Whisky prodotto nell’Irlanda del nord
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