Quando il Ghiaccio si scioglie

 

Parte XII - Non è rimasto nulla

 

di Ermione

 

    

 

Nothing left at all  _ The Cranberries
Know it's over but the thoughts of you go on. Nothing here, nothing left at all.
How I swore that I would would never feel like this again, but then you , you brought it through
Oh no is there any reason I should walk away? Is it wrong, is it wrong to want to stay?
And I know if I had the choice I'd never let you go. Do you know, do you really want to know?
Well now the thoughts of you just circle in my mind
Hard to find, you were really hard to find,  and although, though I swore I'd never feel like this again, I can't take it anymore, because I know if I had the choice I'd never let you go.
Do you know, do you really want to know?
And I didn't think, I didn't think I'd think about you in this way. Well really, you really made my day.
Now, now it's over but the thoughts of you go on. Nothing here, nothing left at all.
How I swore I'd would never feel like this again, but then you, you brought it through.

 

 (Non è rimasto nulla
 So che è tutto finito, ma io continuo  a pensare a te. Non c'è più nulla, non è rimasto nulla.
Come giurai  che non mi sarei mai più  dovuto sentire  così, tu hai infranto questa promessa.
C'è un solo motivo per cui dovrei andarmene? è sbagliato  voler restare?
E so che se avessi potuto scegliere, non ti avrei mai lasciato Lo sai, vuoi saperlo davvero?
Beh, ora i pensieri di te circolano nella mia mente.
Eri difficile da capire, eri così difficile da capire, e anche se ho giurato che non mi sarei mai sentito così, ora non ce la faccio più, perché  so che se avessi potuto scegliere, non ti avrei mai lasciato
Lo sai, vuoi saperlo davvero?
E non avrei mai pensato di poter pensare a te in questo modo. Hai davvero reso felici i miei giorni
Ora, ora è tutto finito, ma io continuo ancora a pensare a te. Non c'è più nulla, non è rimasto nulla
Come giurai  che non mi sarei mai più  dovuto sentire  così, tu hai infranto questa promessa.
)



Corse nella notte, senza meta. Corse e pianse… l’alba lo colse in lacrime, senza più forze.

Mai come in quel momento desiderò di ingozzarsi e vomitare tutto lo schifo che aveva dentro, uccidere il demone, uccidere se stesso.

Si guardò attorno, una zona conosciuta, il cimitero. Fu tentato di scavalcare i cancelli ma non lo fece.
Si sentiva disorientato, dove sarebbe andato? Di ritornare a casa non se ne parlava nemmeno.
“Angel, aiutami, ho ancora bisogno di te”

E d’improvviso la soluzione. La vecchia casa del suo amore, in  Falls Road.  Angel non aveva più nessuno e aveva lasciato tutto a lui. In realtà quel “tutto” consisteva in quella casa mezza diroccata e in una vecchissima moto. Ora era maggiorenne. Ora ci poteva andare.

Varcò la soglia. Un’ondata di emozioni lo travolse. Si guardò attorno. Nulla era cambiato dall’ultima volta che ci era stato, d'altronde, nessuno vi aveva più messo piede da quel maledetto 12 aprile (1).

La casa era piccola e molto vecchia. Era circondata da un giardinetto incolto ed era composta da un unico stanzone suddiviso alla bene meglio con dei mobili. Entrando c’era ancora quel vecchio divano e la scassatissima poltrona su cui avevano guardato, accoccolati, tantissimi films in quella tv dell’anteguerra; un tavolo ad isola separava quella che, in teoria avrebbe dovuto essere la zona cucina. Si diresse verso il frigo, incredibilmente funzionava ancora. Col lavoro da Joy, aveva potuto continuare a pagare le bollette, un modo come un altro di tenere in vita il suo ricordo, il loro amore. Si voltò verso il camino spento; l’enorme spazio vuoto davanti ad esso era destinato ad accogliere, la sera, quel vecchio letto matrimoniale a muro… Angel adorava dormire accanto al camino. Respirò profondamente. Tutto sommato con una bella imbiancata ed una ripulita sarebbe tornata a posto. Ma non era ancora sufficiente per fuggire da Tyler, ammesso e non concesso che lo stesse cercando. Aveva bisogno evitare i posti dove LUI avrebbe potuto trovarlo: la scuola e il lavoro.

Chiamò Frankie e lo pregò di andare lì assieme a Martin.

In un soffio raccontò loro tutto, stupendosi di avere tanta capacità di favella.

“So bene che non è etico, ma ho bisogno di un certificato medico… devo darmi malato per un po’. Non ce la faccio ad affrontarlo ora.”
Martin sospirò: “Benedetto ragazzo, non dovrei farlo, ma fisicamente ti vedo molto meglio e non voglio rischiare che tu tracolli di nuovo. Due settimane, di più non posso fare”
“Grazie… davvero”
“Però prima o poi dovrai affrontare questa cosa” aggiunse Frankie
“Vorrei non doverlo fare…”

“Nessuno può obbligarti, comunque, mi prometti che ci penserai?”
“Prometto. E comunque non riesco a fare a meno di pensare a lui…”
“Hai superato cose peggiori, noi siamo molto fieri di te” _ aggiunse Martin_ “Ce la farai anche questa volta”
“E non è detto che non ci sia un lieto epilogo” concluse Frankie facendo l’occhiolino.

“Non credo… comunque ancora grazie di tutto”.

Si congedarono da lui assicurandogli che sarebbero passati al locale e a scuola a lasciare i certificati di malattia.

Lui uscì fuori a spaccare un po’ di legna. Aveva bisogno di tenersi occupato e di scaricarsi.

 

 

1 12 Aprile 2010, data dell’ultimo attentato a Belfast, proprio nel giorno del trasferimento dei poteri di polizia e giustizia da Londra a Belfast, importante tappa del processo di pace tra cattolici e protestanti. Un'autobomba esplose attorno a mezzanotte e mezza, nella capitale dell'Ulster, di fronte alla sede del MI5, il servizio segreto britannico. I repubblicani della Real Ira rivendicarono l'attentato.