Quando il Ghiaccio si scioglie

 

Parte XI - Pensieri ridicoli

 

di Ermione

 

    

 

Ridiculous Thoughts _ The Cranberries

Twister, does anyone see through you? You're a twisterl.
But you're so happy, now. I didn't go along with you  

Twister, I shouldn't have trusted in you, It's not gonna happen, no, you're not gonna make fun of me!

(Buffone, qualcuno riesce a guardare attraverso la tua maschera? Sei un buffone!

Buffone, non avrei dovuto fidarmi di te, no,  succederà più, non ti prenderai gioco di me)


Ailil cominciava a sentirsi meglio. Non era stata solo colpa della febbre, tutte quelle emozioni lo avevano sfiancato.

Tyler era rimasto accanto a lui, silenziosamente. Continuava a ripromettersi che, non appena si fosse ripreso del tutto, gli avrebbe detto la verità. Ma i giorni passavano e lui sembrava non trovare il suo coraggio. A breve ci sarebbe stato il concerto, un’anteprima nazionale proprio lì, all’Odyssey Arena (1) di Belfast… scacciò quel pensiero dandosi del vigliacco.

Ailil detestava la matematica, gli faceva venire un gran sonno e, sicuramente, la prof grassoccia e ipertesa non lo aiutava ad appassionarsi alla materia. La sua mente vagava a vuoto mentre la sua mano destra scarabocchiava su un foglio. Il suo viaggio mentale venne interrotto da Carrie, la sua vicina di banco.

“Ti piacciono i South Bank?”

“Sì, molto” _ si limitò a dire, ma per lui erano molto di più che un gruppo. La loro rabbia, il loro essere al di sopra di tutto… erano state le sue grida quando non aveva la forza di urlare, le sue lacrime quando pensava di non averne più, le sue emozioni quando credeva di non avere più un cuore e la sua forza quando il mondo attorno a lui sembrava crollare.

“Domenica sono in concerto all’Odyssey, ci andiamo?”
“Mi piacerebbe, oltretutto questa domenica sono di riposo ma…”
“Ma?”
“Chissà quanto costano e poi… a quest’ora i biglietti saranno già esauriti.”
“Ma io li ho già, ne ho presi due e mi piacerebbe andarci con te”
“Perché?”
“Perché di tutti i miei compagni sei l’unico a cui non frega niente dei mie soldi e delle mie tette!”

Quella candida, agghiacciante sincerità lo fece sorridere. Carrie era figlia di un grosso imprenditore, suo padre possedeva la metà degli alberghi della città. Di giorno lavorava all’Hilton per fare la “gavetta” e la sera andava a scuola… infondo non erano poi così diversi loro due.
“Beh, se la metti così, ci vengo volentieri”.

Non disse nulla a Tyler, non lo ritenne importante dal momento che lui gli aveva detto di avere un impegno di lavoro domenica sera, si limitò a dire che sarebbe uscito con una sua compagna di scuola.

E venne il giorno. Ailil non stava più nella pelle. Avrebbe condiviso volentieri la sua euforia col suo ragazzo ma lui non c’era e sarebbe rientrato solo a notte fonda.

Indossò un paio di pantaloni neri con le cuciture rosse, di stoffa resistente ed una T-shirt rossa, mise dei lacci rossi alle sue scarpe da ginnastica nere e uscì a piedi; doveva scaricarsi un po’.

Il concerto fu a dir poco emozionante: l’attesa davanti ai cancelli, la corsa a rotta di collo per raggiungere la transenna, le chiacchiere con quella marea di sconosciuti, tutti lì per lo stesso motivo, tutti uniti, le luci che si abbassano, il cuore cha accelera il suo ritmo ed esplode alla prima nota, il pogo selvaggio che fa cadere ogni cosa nell’oblio, i lunghi abbracci con Carrie sulle canzoni più toccanti e, alla fine, dolcissime lacrime liberatorie. Gli sembrava di non essersi mai sentito tanto bene, ma le sorprese non erano ancora finite. Carrie lo guardò con aria sorniona:

“Ho i pass per accedere al backstage”

“Cosa?”
“Sì, hai capito bene, la band soggiorna da mio padre e gli hanno dato due pass”
“Non posso crederci!!!”
“Ci crederai a breve, andiamo!!!” _ lo prese per mano e lo trascinò via.

Attendevano fuori dai camerini con una ventina di persone da meno di dieci minuti, ma ad Ailil sembrava di essere lì da ore. Era ancora incredulo, già poter andare al concerto gli era sembrato paradisiaco, figuriamoci poterli vedere da vicino e, magari, riuscire a dirgli qualcosa… Gli sembrava davvero troppo per un ragazzo di Shankill Road (2). Era tutto preso da quei pensieri quando, all’improvviso, una fan un po’ irruenta eluse la sorveglianza dei bodyguards e spalancò la porta.
“Greg, questa cazzo di pioggia ce l’ho pure nelle ossa… che tempo di merda!!!”
Quella voce… Tyler… fu una pugnalata al cuore.

La guardia del corpo intervenne immediatamente ma non poté impedire che gli occhi dei due ragazzi si incrociassero. Rimasero impalati l’uno davanti all’altro per un tempo che ad entrambi sembrò una vita.

“Buffone!” _ Sibilò Ailil_ “Hai mai permesso realmente a qualcuno di guardare attraverso la tua maschera?” _ Il suo tono cresceva in volume_ “Sei un buffone! Non avrei dovuto fidarmi di te, ma stai ben certo che non succederà più, non ti prenderai più gioco di me!!!” E con quest’ultimo grido corse via.

Tyler rimase immobile come una statua di gesso. Aveva rovinato tutto.



 

1 Arena dove si tengono concerti con grosso richiamo di pubblico
2 A nord di Falls Road, dopo la peace line, si torva Shankill Road, centro del quartiere unionista. L’aria che si respira è piuttosto opprimente, sopratutto a causa dei murales che raccontano la versione storica protestante. Benché la gente sia altrettanto cordiale, è una zona da evitare, soprattutto la sera.
Ci si accorge di essere in una zona unionista, dalle innumerevoli bandierine inglesi appese un po’ ovunque, e dai bordi dei marciapiedi colorati di rosso, bianco e blu. In qualsiasi modo, gli abitanti cercano di trasmettere il loro legame con la corona inglese. I primi murales fecero la loro apparizione già nel 1908, il tema dominante era la vittoria delle truppe inglesi nella conquista dell’Irlanda. Sicuramente di più effetto, sono la maggior parte dei murales che rappresentano e celebrano le feroci squadre paramilitari unioniste. Rispetto a quelli repubblicani, i protestant mural hanno immagini più dirette e intimidatorie. La mano rossa aperta, che viene rappresentata spesso, si riferisce al simbolo della regione dell’Ulster. Gli unionisti lo usano come simbolo d’appartenenza, per rivendicare la vicinanza dell’Irlanda del Nord alla corona. Spesso la mano rossa è chiusa a pugno, in questo caso il simbolo è prettamente unionista, e non si trova in nessun luogo nella repubblica. Non mancano i riferimenti allo Sinn Fein, e ai morti che la comunità unionista ha subito a seguito degli attacchi dell’IRA.