Terzo capitolo della saga che ormai fa un baffo a “Cuore selvaggio” (ve la
ricordate???)
I miei piccoli personaggi crescono e li amo sempre più.
Questo terzo capitolo è dedicato all’istinto animale, la parte più vera di
ognuno di noi.
Quando il
Ghiaccio si scioglie
Parte III - Animal Instinct
di Ermione
Animal instinct _ The Cranberries
…
It is a lovely thing that we have, the animal instinct…
…The animal, the animal, the animal
instinct in me…
(Istinto
animale
… L’istinto animale è una bella cosa che possediamo…
… L’animale,l’animale, l’istinto animale che è in me…)
Ailil
varcò silenziosamente i cancelli del tribunale, legò la sua preziosissima
bicicletta blu (unico suo mezzo di trasporto nonché primo regalo di Angel) ad
un palo e guardò l’orologio: “le 18:00”_ pensò _ “sono perfettamente in
orario”, alzò gli occhi al cielo che, ovviamente, prometteva pioggia, sospirò
e varcò la soglia del grido edificio.
La sala d’attesa era semivuota, poche anime coraggiose o disperate come lui.
“Awen O’ Riordan” (1), chiamò una voce atona, si alzò di scatto, oltrepassò la
porta indicatagli dalla segretaria e la richiuse alle sue spalle pensando: “Si
va in scena!”.
Erano in 4 davanti a lui, seduti dietro ad un lungo tavolo: il giudice,un uomo
calvo e grassoccio di mezza età, la dottoressa Mc Doile, l’assistente sociale,
la stessa che 2 anni prima l’aveva strappato all’inferno di casa sua, e la
psicologa del tribunale, una donna che mal celava la sua giovinezza sotto
abiti formali ed una montatura di occhiali decisamente demodé. Ailil non poté
far altro che pensare che, forse, quella donna non era poi così diversa da
lui.
“Si accomodi pure” _ gli disse il giudice sorridendo. “Allora signor O’
Riordan, lei è qui perché venga accolta la sua richiesta di maturità
anticipata… leggo dalla sua scheda che le premesse sono buone: la sua
psicologa ci informa che lei ha perfettamente elaborato il suo passato non
proprio roseo, dal fascicolo della casa famiglia che la ospita si evince che
non ha mai dato problemi di alcun tipo né mostrato segni di aggressività o
squilibrio, lo stesso ci dice la scuola che frequenta con regolarità e
profitto, la quale non ha emesso obiezioni per un suo eventuale passaggio dai
corsi diurni a quelli preserali, il suo titolare ci ha parlato di lei come uno
dei lavoranti più seri e ligi cha abbia mai avuto e ci ha informato che, nel
caso in cui questo colloquio avesse esito positivo, sarebbe già pronta per lei
una mansarda sopra il pub dove lavora, infine il suo medico curante, il Dottor
Cofach, ci informa che lei ha vinto la sua battaglia contro l’anoressia e che
segue con costanza il regime alimentare da lui prescrittole.
L’elfo sorrise _ “e bravo Doc” _ pensò _ “bastardo sì, ma di parola”.
Se il giudice avesse saputo cosa aveva dovuto dare il ragazzino in cambio di
quell’enorme bugia, probabilmente gli avrebbe negato la maggiore età
anticipata e avrebbe rinchiuso il medico il galera.
Era iniziato tutto fin dalla prima visita, aveva 14 anni appena e una gran
paura. L’uomo dimostrava una quarantina d’anni, aveva una famiglia
apparentemente perfetta ed una “passione” per gli adolescenti. Gli aveva
promesso, con uno sguardo falsamente protettivo, che se avesse fatto tutto ciò
che lui gli diceva durante il loro incontro mensile, al compiere dei 16 anni,
guarito o no, avrebbe fatto in modo che fosse idoneo ad essere considerato
maturo ed egli aveva accettato.
La prima volta fu terribile, si avvicinò a lui, gli passò una mano dietro la
nuca e cominciò a baciarlo con violenza, quasi a volerlo soffocare con la
lingua; le mani del dottore scorrevano lungo la sua schiena e ogni tentativo
di divincolarsi fu vano: la stretta dell’uomo era troppo forte. Il ragazzino
sentiva crescere l’eccitazione dell’adulto, visibilmente compiaciuto dal misto
di paura e repulsione che leggeva nei suoi occhi; l’angoscia di Awen raggiunse
l’apice quando una mano del medico riuscì a farsi strada e ad arrivare al suo
membro, accarezzandolo fino a farlo irrigidire e ghignando perfidamente. Sentì
le dita rudi dell’uomo scivolare su di lui fino a penetrarlo e cominciò a
piangere silenziosamente. Il dottore, incurante del pianto, gli morse il
labbro con tanta foga da farlo sanguinare e lo spogliò velocemente, Ailil
sentì la sua dura virilità penetrarlo con una tale violenza da fargli pensare
che l’avrebbe lacerato in un lampo, gridò con tutto il fiato che aveva in gola
e poi… il buio, come se una spugna avesse cancellato un paio d’ore della sua
vita; dopo il buio c’era solo la sua immagine che vomitava china sulla tazza
del bagno dell’istituto e la certezza che non sarebbe finita lì.
Ma
l’istinto animale insito in ognuno di noi, spesso ci salva la vita, e così fu
anche per il piccolo Ailil, infatti, con lo scorrere del tempo, non solo
diventò completamente insensibile a quegli incontri, ma cominciò anche ad
intravederne l’utilità: IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI E RICHIEDE DETERMINAZIONE,
inoltre il caro dottorino doveva aver trovato una preda più succulenta, così,
dopo un primo anno di “sedute” mensili, esse andarono diradandosi da
trimestrali a semestrali e quella del giorno prima, ormai il ragazzo ne era
certo, sarebbe stata l’ultima.
“A
punto, signor O’ Riordan, tocca a lei, ci spieghi perché dovremmo concederle
la maggiore età.” _ La voce del giudice spezzò quei pensieri nefasti.
Ailil prese fiato e comincio: “Dunque, la verità è che non ne ho la più
pallida idea; non so davvero cosa renda matura una persona. Attorno a me vedo
tanta gente decisamente più adulta che si comporta in modo adolescenziale e
viceversa per cui… forse non è l’età e renderci maturi. Cerco di comportarmi
da bravo cittadino e seguo le istruzioni dei medici e degli adulti che mi
stanno accanto non come un dovere, ma come opportunità di essere una persona
migliore. Mi piace andare a scuola ma ho poche cose in comune coi miei
compagni, forse è normale con un vissuto come il mio… Mi piace il mio lavoro
ma non voglio farlo per sempre, vorrei iscrivermi ad architettura, laurearmi
e, magari, esercitare la professione o, almeno, voglio provarci. Se la mia
domanda verrà accolta sono consapevole che la mia vita cambierà molto e l’idea
di essere l’unico responsabile per me stesso non mi spaventa, ma se non
doveste accoglierla, domani sarà tutto uguale a ieri e anche questo non mi
dispiace, all’istituto sto bene e la mia vita mi piace. Così, qualunque sia
l’esito di questo colloquio, ne sarò soddisfatto.”
Erano mesi che studiava quel discorso davanti allo specchio nei minimi
dettagli: intonazione della voce, sguardo, movimenti…era un attore consumato….
“Molto bene mio caro ragazzo” _ disse il giudice _ “può accomodarsi in sala
d’attesa, a breve avrà il responso”.
Obbedì e lasciò la stanza sorridendo mestamente.
1 Palese omaggio alla
mitica Dolores O’ Riordan, ex cantante dei Cranberries, che da qualche anno ha
intrapreso la carriera da solista
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