Secondo capitolo della saga (ormai è chiara nella mia mente e, temo, non sarà breve) di Awen-Ailil.
Ogni capitolo ha un suo titolo, inevitabilmente legato ad una canzone dei miei amati Cranberries, all’inizio non pensavo di farlo ma il Divino ha lavorato per me.
Questo secondo capitolo è dedicato a Joe, che inconsapevolmente ha cambiato la mia vita.

 


 


 

 

Quando il Ghiaccio si scioglie

 

Parte II - Ode to My Family

 

di Ermione

 

 

Ode to my family _ The Cranberries
Understand the things I say, don't turn away from me 'cause I've spent half my life out there, you wouldn't disagree
Do you see me? Do you like? Do you like me standing there? Do you notice? Do you know? Do you see me? Does anyone care?
Unhappiness where's when I was young and we didn't give a damn ’cause we were raised to see life as fun and take it if we can.
My mother, she hold me when I was out there
My father, my father, he liked me
Does anyone care?
Understand what I've become, it wasn't my design and people everywhere think something better than I am
But I miss you, I miss, 'cause I liked it when I was out there
Do you know this?  You did not find m; does anyone care?

(Ode alla mia famiglia
Cerca di Capire le cose che dico, non allontanarti da me perché ho passato metà della mia vita là fuori e questo dovresti saperlo
Mi vedi? Mi vedi? Ti piaccio?Ti piace che io stia lì? Lo noti? Lo sai? Mi vedi? Importa a qualcuno?
Tristezza, dov’era quando ero giovane e non ce ne importava niente perché eravamo abituati a vedere la vita come un divertimento e a  prenderlo se potevamo.
Mia madre, lei mi stava accanto quando ero lì fuori
Mio padre, mio padre mi amava
Importa a qualcuno?
Cerca di Capire che  quello che sono diventato  non era il mio scopo e, ovunque, la gente mi ritiene migliore di quello che sono
Ma mi manchi, mi manchi, perché mi piaceva quando ero lì fuori
Questo lo sapevi? Non sei mai riuscito a trovarmi; Importa a qualcuno?)

 

 

Tyler si stropicciò pigramente gli occhi e volse lo sguardo verso la sveglia. Le 4 del pomeriggio… il solito “nodo” gli attanagliava lo stomaco, come un perenne vuoto d’aria. Quando era cominciato? Non lo ricordava più.
Voci allegre e un po’ sconnesse provenivano dalle suite adiacenti alla sua.
Si alzò dal letto, la testa pesante, sul corpo i segni evidenti dell’ennesima notte brava.
“Sta volta abbiamo esagerato” _ pensò.
Uscire, respirare, possibilmente sparire o, almeno confondersi tra la folla, desiderava questo, solo questo, qualche ora di normalità…
Si muoveva lento e indifferente tra le strade di quella città che detestava; un corpo senz’anima, quella l’aveva venduta in un passato che, benché gli apparisse remotissimo, adesso pungeva più del solito.
Provò ad illudersi che fosse colpa della città _ “Che idea del cazzo promuovere il nuovo CD a Belfast” _ sussurrò digrignando i denti _ “Almeno questa perenne pioggerella servisse a lavare le teste bacate di questi stronzi terroristi dell’I.R.A.”(1)
Ma sapeva bene Tyler O’ Donnel, in arte TOD., cantante dei South Bank (2), letteralmente delle divinità in Irlanda, che ciò che realmente gli mancava non era la sua amata Dublino, tantomeno quelli che si spacciavano per suoi amici, ciò che mancava a Tod era Tyler, quel biondino perennemente spettinato che passeggiava lungo il Liffey (3), che sognava di studiare legge al Trinity College (4), figlio di un pescatore con gli occhi color del cielo (proprio come i suoi), disperso in mare quando lui aveva solo 8 anni, e di una maestra di pianoforte, Peg, che l’aveva sempre sostenuto, amato e difeso senza riserve e che si era spenta, a causa di un male che non lascia scampo, poco dopo il suo diploma dicendogli “Io sarò sempre là fuori con te”… parole marchiate a fuoco nell’anima di Tyler che ora sembravano bruciare più del solito.
Fu quel giorno che rinunciò lucidamente al college, non avrebbe potuto permetterselo, cominciò a fare il manovale coltivando, nel tempo libero, la passione che gli aveva trasmesso Peg: la musica.
Forse lui e i suoi 4 amici, Bob, Sean, Mark e Greg, non sarebbero andati molto lontano se Tod non avesse consapevolmente ucciso Tyler, perché spesso il talento non è sufficiente, lo capì fin troppo presto il biondino… Precisamente lo capì una sera, dopo l’ennesima esibizione nell’ennesimo locale scalcinato. Era seduto al bancone del bar, stanco dopo l’ennesima giornata di doppio lavoro; stava bevendo un Long Island quando venne avvicinato da un tipo di mezz’età che, senza esitazioni ordinò lo stesso drink e li pagò entrambi. La prima cosa che Tyler notò fu lo squallore nel sorriso di quel tipo, mentre la prima cosa che notò Tod fu il Rolex che scintillava sul suo polso sinistro… quella fu la prima coltellata inferta a Tyler.
Da li il passo fu breve; venne fuori che il tizio aveva parecchie conoscenze influenti nel campo musicale e alla fine tutto ciò che Tyler avrebbe dovuto fare era essere “carino” con lui, inizialmente…
Quella volta fu davvero squallido e il senso di nausea ci avrebbe messo parecchio ad abbandonarlo. Seguì lo sconosciuto in hotel e lasciò che si cibasse di lui. Venne spinto contro il muro, sentiva le mani di quell’uomo insinuarsi sotto la sua camicia, sbottonarla con una lentezza esasperante, ma il peggio arrivò quando alle mani l’uomo sostituì la lingua, segnandolo ovunque, fino ad arrivare ai capezzoli; li leccò, poi li morse per un tempo che al ragazzo parve infinito… nausea, provava solo nausea. L’uomo continuò la sua esplorazione scendendo piano, visibilmente eccitato, ma il silenzio di Tyler lo innervosì, lo liberò velocemente dagli ultimi abiti, si abbassò i pantaloni e lo scaraventò, pancia sotto, sul letto. Così, senza alcuna accortezza, l’uomo entrò con ferocia in  lui. Gridò Tyler, con una forza che nemmeno sospettava di avere, un dolore lancinante sembrò spaccarlo in 2 e pianse, pianse silenziosamente mentre moriva… Tyler moriva e Tod sorgeva dalle sue ceneri cominciando a scoprire un piacere sconosciuto provenire da un punto “magico” dentro di sé che non sospettava di avere. Il suo aguzzino parve apprezzare molto quel cambiamento, venne dentro di lui, vi si staccò abbandonandolo sul letto, sanguinante e le uniche parole che il ragazzo poté udire furono: “Rivestiti che ti chiamo un taxi”.
Quello fu il primo di tanti e tante, volti anonimi, voci nella notte, che gli permisero di arrivare dove voleva. Molte volte si era chiesto se i ragazzi della sua band sospettassero qualcosa ma ora che era libero, ora che era lui a scegliere chi, come, quando e se, non gliene importava più nulla. In fondo il fine giustifica i mezzi, questo era l’alibi che gli permise di sopravvivere, mentre quello che permise a Tyler di sonnecchiare in coma semi vegetativo fu la scelta impostagli dalla loro produttrice, Marie, l’unica persona a cui davvero non importava di portarsi a letto “occhioni di ghiaccio” (così Marie chiamava scherzosamente Tod), di mandarli in scena sotto chili di cerone e parrucche, faceva molto più rock, diceva lei.
Così, ogni volta che Tod si spogliava dagli abiti di scena, Tyler faceva capolino silenziosamente, proprio come quel pomeriggio, mentre camminava sotto la pioggia maledicendo quella città che non era la sua ma che presto, anche se non poteva nemmeno sospettarlo, lo sarebbe diventata.

 

 

 

(1) L'Irish Republican Army (IRA) (in gaelico Óglaigh na hÉireann), a volte indicata come Old IRA (Vecchia IRA), era un'organizzazione militare nata dai Volontari Irlandesi (Irish Volunteers), che nel 1919 il Dáil Éireann riconobbe come esercito della Repubblica Irlandese, proclamata durante la Rivolta di Pasqua del 1916 e riaffermata dal Dáil nel gennaio 1919. Come tale, l'IRA combatté nella Guerra d'indipendenza contro le forze britanniche.

Dopo la firma del Trattato Anglo-Irlandese nel 1921, i membri dell'IRA che lo avevano approvato formarono il nucleo dell'esercito nazionale fondato nel 1922 dal leader dell'IRA Michael Collins. Anche se la parte dell'IRA contraria al Trattato continuò ad esistere dopo la sconfitta nella Guerra civile irlandese, a partire dagli anni trenta perse gran parte del favore che i Repubblicani dell'isola le avevano inizialmente accordato. Nessuna delle organizzazioni che, nei decenni successivi, hanno assunto il nome di Irish Republican Army con il proposito di proclamarsi legittime eredi dell'Esercito repubblicano ha visto le sue rivendicazioni accolte dal Dáil Éireann. Nei fatti, solo una parte minoritaria della popolazione irlandese ritiene che queste organizzazioni continuino la tradizione politica dell'Irish Republican Army al tempo della Guerra d'indipendenza. Per meglio distinguerlo dall'esercito della Repubblica d'Irlanda e dalle organizzazioni che in seguito hanno usato (e usano) lo stesso nome.

(2) in realtà è il nome di un quartiere di Londra dove la musica folk irlandese è molto sentita, mi scuso ma in questo caso la mia fantasia ha fatto cilecca.

(3) Fiume che attraversa e divide in 2 parti Dublino
(4) Antico college che vanta fra i suoi studenti Beckett e Wilde