È  la prima volta che mi cimento in racconti di questo genere, benché non sia estranea alla scrittura.
I personaggi sono miei e li adoro.
Sebbene sia tutta un’opera di fantasia, dentro ci ho messo tutta me stessa, il mio cuore che batte, ride e piange per le persone che amo e che sono diventate la migliore famiglia che potessi sognare, quindi, in qualsiasi caso, non potrà mai essere un flop perché ogni cosa fatta col cuore è una vittoria.

 

Dedicata all’Energia dell’Universo che continua a darmi prova dell’immenso amore che mi circonda, ai miei amici che affrontano ogni giorno troppi pregiudizi ma sanno farlo col sorriso e a testa alta, ai Cranberries che hanno riempito tante volte i miei silenzi e al mio dolore, perché senza di esso non avrei conosciuto la gioia.

 

 

 

 

 


 

 

Quando il Ghiaccio si scioglie

 

Parte I - Il ghiaccio si scioglie

 

di Ermione

 

 

The icicle melts _ The Cranberries
When, when will the icicle melt?
And when  will the picture show end?

I should not have read the paper today, ‘cause a child  was taken away.
There’s a place for the baby that died…
… How, how could you hurt the child?
Now, does this make you satisfied?

I don’t know what’s happening to people today, when a child  was taken away.

There’s a place for the baby that died…

(Il ghiaccio si scioglie
Quando si scioglierà il ghiaccio?
E quando arriverà il finale del film?
Non avrei dovuto leggere il giornale oggi, perché un bambino è stato portato via…
C'è un posto per il piccolo che è morto…
… Come hai potuto ferire un bambino?
Sei soddisfatto, adesso?
Soddisfatto, soddisfatto?
Non so cosa stia succedendo alla gente oggi, nel momento in cui un bambino viene portato via.
C'è un posto per il piccolo che è morto…)

 

 

 

 

 

“ Sei pronto Ailil?” _ La scia di pensieri nei quali si stava cullando venne tranciata di netto da Joy.
Awen sorrise… “Ailil (1)…”, pensò, “probabilmente sua madre era strafatta anche il giorno della sua nascita… che razza di nome…”
Ma, in fondo, non gli dispiaceva, suonava dolce e malinconico e poi era stato lui a decidere di usare il suo secondo nome proprio per allontanare da se stesso le tracce più evidenti della donna che lo aveva creato e distrutto per i primi 14 anni della sua vita. Si chiamava Awen anche lei, benché di divino non avesse proprio nulla (2)  o, forse, i pusher che si faceva in cambio di pochi attimi di pace  la trovavano realmente “divina”… di sicuro LUI l’aveva sempre trovata infernale e i segni sul suo corpo, che si ostinava a nascondere coprendosi eccessivamente anche quando il clima proprio non lo richiedeva, ne erano un monito perenne.
Awen si voltò verso Joy e sorrise. _ “Lo spero, ma ho imparato che le grandi aspettative ingannano per cui… vada come vada, ce l’ho messa tutta e questo deve assolutamente bastarmi”.
E sì, il piccolo “elfo” aveva imparato da tempo a non aspettarsi più nulla da nessuno. Anche oggi, giorno in cui andava incontro al suo destino, aveva allontanato da sé ogni aspettativa, cosa essenziale per parare ogni tipo di caduta; aveva fatto tutto ciò che doveva, non aveva mai dato problemi nella casa famiglia dove viveva da più di 2 anni (da quando sua madre l’aveva quasi ucciso), aveva terminato con profitto la scuola secondaria (3) e stava frequentando con successo il primo anno delle superiori nel settore multiplo- comunitario (4)  e, chissà, una volta preso il diploma… l’università… un sogno lontano, quasi una chimera… Per adesso tutto ciò che gli premeva era ottenere quel dannato riconoscimento di minorenne emancipato (5)
“E perché dovrebbe andar male? Vai regolarmente a scuola, al pomeriggio lavori qua al Pub e la sera ti applichi negli studi… se non è maturità questa…”
“Sei il solito ottimista Joy; non è così semplice…”
Già, non lo era affatto, avrebbe dovuto dimostrare molto di più; avrebbe dovuto dimostrare che non vi era traccia in lui delle violenze subite, che era in perfetto equilibrio, che aveva vinto i suoi “problemi” col cibo… ed era più che ovvio che Ailil non aveva superato nulla di tutto ciò però aveva imparato presto a fingere, a nascondersi al punto tale che era riuscito perfino ad ingannare la dottoressa Mc Doile, la psicologa che lo seguiva e che gli aveva firmato le pratiche da inoltrare al tribunale, applicando poche e semplici regole che LUI stava ripassando mentalmente:

1.    parlare sempre di facezie spacciandole per grandi rivelazioni : in questo modo si dà all’interlocutore la falsa certezza di avere in pugno ogni tuo più recondito segreto

2.    sorridere sempre, soprattutto quando fa più male

3.    indossare sempre abiti morbidi e sobri in modo da eludere i segni evidenti del contravvenire al rispetto del regime alimentare impostogli dai medici, risultando comunque ordinato e “composto”

4.    passarsi il correttore sotto gli occhi per nascondere i segni delle sue notti straziate dagli incubi

“Ailil, ci sei?” _ La voce del suo titolare lo riportò bruscamente alla realtà
“Hai ragione tu, andrà benissimo e…”
“E io avrò, finalmente, il mio barman migliore la sera qui al Crown (6), sei sprecato al pomeriggio!!!” Concluse Joy ridendo di gusto.
Anche Awen rise, rise per quanto la sua anima livida glielo permettesse;era allettato all’idea di frequentare la scuola preserale, abbandonare quei mocciosetti dei suoi compagni, lavorare la sera, vivere nella mansarda del boss, ex alcova, memoria di un passato brulicante di intrecci amorosi più o meno leciti, sita sopra il pub e di abbandonare finalmente l’istituto, il luogo dove aveva conosciuto e amato… “Angel” … un sussurro… una lacrima inumidì i suoi occhi color metilene ma venne trattenuta dalle lunga ciglia scure.
“Cosa c’è?” _ irruppe il ragazzo sentendosi puntare addosso gli occhi dell’uomo
“Nulla, pensavo che, occhi a parte, hai ben poco di Irlandese”
“io non sono Irlandese, sono semplicemente di Belfast!!!” e scoppiarono entrambi in una sonora risata.
“Già”_ pensò Ailil_ “Ben poco di Irlandese…” eredità di un padre sconosciuto e che non gli mancava affatto. Capelli troppo neri rispetto a quelli di un puro figlio d’Irlanda, ribelli sì, come il vento tra le scogliere di Moher (7), ma troppo neri e anche il fisico… decisamente troppo magro ( non solo a causa dell’anoressia non ancora completamente vinta) e troppo poco spesso per essere il frutto di un paese in cui lo sport nazionale è il calcio gaelico (8)
“Beh” _ incalzò il ragazzo fintamente imbronciato _ “almeno sull’altezza ci siamo: 180 cm, sono in media coi miei compagni di classe”.
“Sbrigati o farai tardi, piccolo Ailil, oggi hai un appuntamento col tuo prossimo futuro” _ rispose Joy togliendogli lo straccio per asciugare i bicchieri dalle mani.

 

 

1 Elfo nella tradizione celtica Irlandese
2 Awen è la parola gallese che indica l’ispirazione poetica e rappresenta l’energia divina
3 In Irlanda l’obbligo scolastico è di 10 anni. Si inizia a frequentare la scuola a 6 anni e lo si fa minimo fino a 16 anni.  La
     scuola secondaria va dai 12 ai 16 anni e la scuola superiore (non obbligatoria) prosegue per 1 o 2 anni a seconda dell’
     indirizzo scelto
4 scuole che combinano i 2 settori scolastici principali: l’avviamento professionale e la preparazione universitaria
5 è considerato minore emancipato colui che abbia compiuto i 16 anni, ma non ancora i 18, a cui il tribunale per i
       minorenni, accertata la sua maturità psico-fisica e la fondatezza delle motivazioni rilevate nell’istanza, sentito il pubblico
       ministero
, i genitori o il curatore può con decreto, liberare dalla potestà dei genitori o del tutore legale
6 Famoso pub di Belfast
7 Scogliere situate nella zona occidentale dell’isola
8 Gaelic footbal, sostanzialmente è un incrocio tra calcio e rugby