Today is Ria day...buon compleanno Ria!!!
Se sei sopravvissuta senza troppi danni alla lettura di
questa fic grondante melassa ti faccio i miei più sinceri auguri di
compleanno, dal profondo del cuore. Che tu possa passare una giornata
stupenda, ricca di cose belle e di tante fic yaoi!
Violet grazie per il tuo aiuto!!!
Punizionedi
Masha
Con un sonoro sbadiglio, che a malapena tento di nascondere dietro una mano candida, mi lascio cadere pesantemente sulla sedia, piegando le braccia sulla liscia superficie del banco prima di reclinarvi sopra il capo.
Ho sonno!!!
Quando non sono su un campo da basket, o comodamente seduto sul mio divano a guardare una partita della NBA in televisione, l’unica cosa che riesco a fare è dormire.
Le mie energie sono tutte convogliate nella pallacanestro.
La mattina mi sono imposto la sveglia alle cinque, per avere il tempo di giocare almeno un paio d’ore prima delle lezioni. Il pomeriggio ci sono gli allenamenti regolari con il club dopo i quali continuo da solo, in palestra in caso di pioggia, altrimenti al campetto poco lontano dalla mia abitazione, fino a che la luce me lo permette.
Una volta a casa ceno rapidamente, e altrettanto rapidamente mi dedico ai compiti; dal momento che in classe non faccio altro che sonnecchiare sul banco, c’è sempre qualche mia compagna che trascrive i suoi appunti per me e mi passa i compiti, chissà poi perché!
Forse pensano che così finirò per accorgermi di loro e che per gratitudine le inviti ad uscire con me…tzè, illuse!
Dopo il breve studio, comunque, passo sul divano a vedere gli incontri che ho videoregistrato durante la giornata, attività questa che mi tiene spesso impegnato ben oltre la mezzanotte. Quindi è naturale che io cada in un sonno profondo non appena la mia testa sfiora il cuscino, e che dedichi tutto il mio tempo non riservato al basket a dormire ovunque mi capiti.
Inoltre, da qualche tempo a questa parte, il mio sonno notturno è disturbato da immagini di rossini dal corpo statuario e la pelle bronzea che, ben poco vestiti, mi invitano a danze erotiche e sensuali tra le mie lenzuola.
Ora, c’è solo una persona che io conosco e che corrisponde a questa descrizione: quel do’aho di Hanamichi Sakuragi. Ciò in poche parole significa che mi sono preso una cotta non indifferente per la scimmia rossa.
Il fatto di essermi innamorato di un ragazzo di per sé non mi turba minimamente; non mi è mai piaciuta nessuna delle mie fans, che sono numerosissime e alcune piuttosto carine, quindi il sospetto di essere omosessuale lo avevo già da qualche tempo.
Il problema sta nell’oggetto della mia affezione.
Ma proprio per un eterosessuale convinto, che per di più non ha particolare simpatia per me, dovevo andare a perdere la testa?
La situazione non è proprio delle migliori; anche se molti mi considerano un pezzo di ghiaccio deambulante, privo di sentimenti, ci soffro.
E quando siamo nel vivo dell’allenamento, con le canottiere umide di sudore che si incollano al corpo come una seconda pelle e il fiato pesante a causa dello sforzo fisico, devo fare violenza su me stesso per non spingere Sakuragi sul parquet, spogliarlo di tutti i vestiti, passare le mie mani sul suo corpo stupendo e prenderlo fino al raggiungimento dell’estasi totale.
Purtroppo, però, queste sono solo mie fantasie. Al do’aho probabilmente verrebbe un attacco cardiaco se scoprisse cosa provo per lui.
Lascio andare un sospiro scoraggiato, sistemandomi meglio sul banco; meglio riposare, ora, e recuperare le forze per l’allenamento del pomeriggio, chissà mai che a Sakuragi venga voglia di una bella rissa con il sottoscritto…
Un insistente chiacchiericcio si inserisce tra le pesanti maglie del sonno, riportandomi faticosamente alla realtà.
Mh…dove sono?
Perché non mi lasciano dormire in pace?
Due mani sconosciute mi afferrano per le spalle, scrollandomi bruscamente, mentre il fastidioso brusio di sottofondo si intensifica.
Senza neanche avere il tempo di pensare alle mie azioni, mi alzo in piedi di colpo, gli occhi ancora chiusi, il pugno serrato che scatta a colpire con forza il temerario che ha osato tentare di svegliarmi.
La voce esce bassa e un tantino assonnata dalla mia cassa toracica mentre esclamo “Io non perdono chi disturba il mio sonno!", prima di tornare tranquillamente seduto, con tutta l'intenzione di riprendere il mio sonnellino da dove sono stato costretto ad interromperlo.
Una cosa, però, non mi torna: perché nella stanza è calato improvvisamente un silenzio di piombo?
Apro gli occhi giusto per vedere il professore di matematica alzarsi dal pavimento, sostenuto da due miei compagni, e tentare a fatica di risistemarsi sul viso gli occhiali che la forza del mio colpo hanno fatto volare a terra.
Oi oi...
"Kaede Rukawa!!"
L'urlo dell'uomo fa tremare violentemente i vetri delle finestre, talmente è potente.
"Questa volta hai esagerato, hai davvero passato il segno!" sbraita infuriato "Passi che tu non sia interessato alla mia materia, e che preferisca dormire piuttosto che seguire le mie lezioni, ma questo...questo...è inaccettabile! Mai nella mia carriera mi era successa una cosa così... "
Non l'ho mai visto così incavolato; il professore ansima pesantemente, ha il viso rosso e la mascella contratta per la rabbia, una vena che pulsa veloce sulla tempia sinistra.
"Considerati in punizione!" termina la sua arringa, traendo profondi respiri nel tentativo di recuperare la calma perduta, mentre torna alla cattedra per riprendere la lezione.
Punizione??
Non è possibile, non può davvero...avermi messo in...PUNIZIONE!
Questo significa passare tutto il pomeriggio rinchiuso in un'aula, sotto lo sguardo vigile di un
professore*.
Significa dover perdere gli allenamenti con la squadra e questo vuol dire...niente do'aho!!!
Inoltre non credo proprio che il capitano la prenderà molto bene; tra pochi giorni ci attende un incontro molto importante e Akagi non fa che ripetere da settimane come ci voglia concentrati e in forma per questo evento. Se possibile è ancora più severo del solito e in palestra si respira un'aria di grande aspettativa.
No, decisamente non sarà molto contento di sapere che sono finito in punizione.
Difatti, durante la pausa pranzo, vedo un gorilla a dir poco imbufalito, seguito dal suo fido vice capitano Kogure, venirmi incontro a passo di marcia lungo il corridoio che conduce sul terrazzo, luogo in cui è mia abitudine trascorrere l'intervallo.
"Rukawa, deficiente!!" sbotta fermandosi minaccioso proprio davanti a me.
"Si può sapere cosa hai combinato?! Sono appena stato informato che il professor Yamazaki ti ha messo in punizione, così dovrai saltare l'allenamento di oggi!!" sibila cupo "In questo periodo abbiamo delle partite fondamentali, nessuno può permettersi di riposare sugli allori, neppure tu che sei il nostro miglior giocatore! Recupererai l'allenamento perso domani, al termine della sessione regolare. Siamo intesi?" termina fissandomi negli occhi per leggervi un assenso.
Lo guardo a mia volta mentre borbotto un "Capito" pressoché intelligibile, prima di oltrepassare i due sempai per raggiungere la mia destinazione.
Cosa crede, Akagi, che non sappia che le partite che ci aspettano sono cruciali?
Che non ci tenga allo Shohoku?
Il basket per me è la cosa più importante, vivo per esso.
Sono consapevole di essere bravo, probabilmente il miglior giocatore della prefettura, ma proprio per questo, e per l'enorme rispetto che porto allo sport che amo, non ho mai vissuto di rendita sul mio talento.
Mi sono sempre impegnato al massimo delle mie possibilità, sputando l'anima sul campo. E la mia dedizione a questo bellissimo sport non è venuta meno neppure ora che è arrivata una persona a reclamare spazio nel mio cuore e nella mia mente.
Oggi dovrò saltare gli allenamenti del club per colpa della punizione?
Vorrà dire che li recupererò doppi questa sera al campetto.
Le lezioni sono terminate solo pochi minuti fa e io mi sto già dirigendo verso il luogo in cui sconterò la mia punizione, un'aula dismessa del terzo piano.
Questo inconveniente mi ha contrariato parecchio, senza contare la discussione con il capitano Akagi che ha fatto aumentare di molto la mia irritazione.
Salgo svogliatamente le scale, fissando con aria truce tutte le ragazzine che sbavano al mio passaggio; il mio sguardo torvo, però, non ha altro effetto che farle sospirare ancora di più, mentre mormorano piano il mio nome e mi posano addosso sguardi adoranti.
Chi capisce le ragazze è davvero bravo!
Come possono essere attratte da un tipo ombroso e scostante come me, quando ci sono ragazzi come Sakuragi, sempre allegri e sorridenti, e pieni di gentilezze nei loro confronti?
Questo proprio va al di là di ogni mia comprensione!
Ma in fondo a me sta bene così, ora come ora non riuscirei a sopportare di vedere il rossino circondato da ragazze in cerca delle sue attenzioni.
Finalmente arrivo alla classe in cui dovrò passare le prossime ore.
L'aula è deserta, ancora non si vedono né il professore né eventuali compagni di detenzione.
Scelgo un posto lontano dalla cattedra quel tanto da non permettere al professore di vedere quello che farò in queste ore, e mi sistemo comodamente sulla sedia, allungando le gambe sotto il banco.
Vorrei dormicchiare un po' prima che arrivi l'insegnante, ma a giudicare dal precedente che mi ha condotto qui non credo proprio sia il caso. Anzi, dovrei pensare ad un'attività alternativa allo studio che mi permetta di rimanere sveglio...mh...potrei studiare un paio di schemi da proporre al signor Anzai per le prossime partite...sono sempre stato un giocatore piuttosto individualista, del resto alle Tamigaoka i miei compagni di squadra erano poco più che giocatori accettabili, mentre qui allo Shohoku ho trovato atleti di assoluto valore con cui collaborare non può che portare vantaggi alla squadra. Anche Sakuragi...è un completo do'aho, ma è un do'aho dal talento cristallino.
Come me, è nato per praticare questo sport.
Sono talmente concentrato su queste mie considerazioni da non rendermi conto che un'altra persona ha fatto il suo ingresso nell'aula, finche non sento una voce calda mandare un'esclamazione sorpresa.
"Kitsune?Anche tu qui?"
Hanamichi mi osserva da un banco poco lontano, un'espressione decisamente stupita disegnata sul volto.
"Nh"
Lo capisco; è la prima volta che finisco in punizione, in classe dormo sempre quindi non posso di certo disturbare le lezioni, lui invece è un uragano in perenne movimento e non passa settimana senza che gli sia assegnato qualche tipo di castigo, a sentire quei pazzi dei suoi amici: compiti in più da fare a casa, interrogazioni non programmate, turni di pulizia della classe aggiuntivi...
Sto per chiedergli cosa abbia combinato questa volta per farsi punire, quando anche il professore che avrà l'arduo compito di tenerci buoni per le prossime ore fa il suo ingresso nella classe, seguito da un altro ragazzo, un sempai, credo.
Per fortuna questa settimana non tocca a Yamazaki sorvegliare gli studenti castigati, ma al professor Fujisawa, il docente di storia. E' una persona molto pacata che fisicamente ricorda molto il coach Anzai, di solito le sue lezioni sono quelle che meglio mi conciliano il sonno.
Anche il do'aho sembra contento dell'insegnante che ci è toccato; si siede tranquillamente al proprio posto, e aspetta che il signor Fujisawa cominci a parlare.
Il professore sistema la propria valigetta sulla cattedra, poi prende un foglietto e lo legge brevemente, prima di alzare gli occhi su di noi, sorridendo.
"Ma guarda chi abbiamo qui, addirittura due membri della squadra di basket...Rukawa, Sakuragi, immagino che abbiate dei compiti da fare durante il tempo che trascorreremo insieme. Cominciate pure a lavorare, mentre io mi occupo di Ohshida. Se avete bisogno di qualcosa chiedete pure."
Detto questo si accomoda dietro alla cattedra e fa segno a Ohshida di avvicinarsi, mentre comincia a spiegargli qualcosa.
Io mi volto a guardare il mio compagno di squadra e rimango stupito dal costatare che, non appena il professore ha terminato il suo breve discorso, Hanamichi ha estratto un libro dalla cartella e si è immerso nella lettura.
E da quando il do'aho è uno studente modello?
Scuoto incredulo il capo e prendo un quaderno, sarà meglio cominciare a lavorare a quegli schemi...
Più facile a dirsi che a farsi!!
Non è che avere il do'aho seduto a pochi metri da me aiuti la mia mente a concentrarsi sull'elaborazione degli schemi di gioco, tutt'altro.
I miei occhi continuano a posarsi sulla figura possente di Hanamichi, le spalle larghe, la schiena ampia e accogliente fasciata dalla giacca blu della divisa, la linea sinuosa dei fianchi...e l'espressione assorta che ha il suo volto in questo momento, i denti candidi che mordicchiano leggermente il labbro inferiore, la mano sinistra che di tanto in tanto sale a giocare con i corti capelli rossi sulla nuca.
Possibile che nessun altro si sia accorto di che creatura affascinante sia Hanamichi Sakuragi?
E' passata poco più di un'ora da quando è cominciata la nostra detenzione, e io sono riuscito a combinare poco o nulla.
Hanamichi, al contrario, non ha mai dato segni di noia o insofferenza; appare assolutamente concentrato su quello che sta leggendo, così come il signor Fujisawa che sta impartendo una lezione di storia supplementare a Ohshida.
Proprio in questo momento il professore finisce la sua spiegazione e congeda Ohshida, poi esce a sua volta dalla classe, non prima di aver raccomandato a me e Sakuragi di comportarci bene in sua assenza.
Dopo l'uscita del professore la testa rossa si alza in piedi per sgranchirsi le membra intorpidite dall'immobilità a cui è stato costretto finora, e io lo imito. Hanamichi si volta verso di me e si siede sul banco, con le gambe penzoloni.
"Allora volpe, che cosa hai combinato per farti rinchiudere qui?" mi chiede, curioso.
Io mi porto in piedi di fronte a lui.
"Il professor Yamazaki ha tentato di svegliarmi" è la mia risposta lapidaria.
"Ah, capisc...CHE COSA????" urla quando capisce le implicazioni nascoste dietro quanto ho detto "Hai tirato un pugno a Yamazaki?"
"Nh"
"Sei proprio una volpe dal risveglio difficile!Immagino che comprerai una sveglia nuova alla settimana..." ridacchia divertito.
"Nh...E tu?"
"Eh?Io cosa?"
"Perchè sei qui, do'aho!"
"Non chiamarmi do'aho, stupidissima volpe!" salta su la scimmietta, arrossendo per l'indignazione.
"Rispondi"
Il mio tono perentorio calma il do'aho, che si porta imbarazzato una mano dietro la testa.
"Ah...io...ecco...sono arrivato tardi...e"
"E..."
"Era la terza volta questa settimana, ecco!!"
Nh...in effetti è da qualche giorno che non mi capita di investirlo con la mia bicicletta davanti al cancello della scuola...
"Nh...e poi sono io la volpe addormentata, eh do'aho?"
"Kitsune!!!!!"
Il do'aho balza in piedi agitandomi un pugno sotto il naso
"Che cosa vorresti dire? Che sono più addormentato di te? Solo perché mi è capitato di svegliarmi tardi un paio di volte...E poi, mica è colpa mia se siamo già a Novembre e si sta molto meglio sotto il piumone piuttosto che per strada diretti a scuola, ecco!!"
Mi viene da sorridere nel vedere come Hanamichi si agita e si scalda per sostenere la sua causa.
Appoggio le mani alle sue spalle e lo costringo a risedersi sul banco, rimanendo vicino a lui, le mie dita che salgono ad intrecciarsi tra le ciocche scarlatte.
Il suo profumo è inebriante, i suoi occhi nocciola che mi guardano interrogativi emanano un'innocenza che mi fa impazzire.
Non resisto più, il desiderio che provo per lui sta prendendo il sopravvento.
"Sei proprio un do'aho pasticcione e tanto tenero, lo sai Hana?" mormoro con una dolcezza che non mi è solita, mentre il mio viso si china lentamente sul suo.
Le sue labbra sono leggermente ruvide sotto le mie; le sfioro piano con la lingua, leccandole dolcemente finche Hanamichi non le socchiude con un gemito, concedendomi l'accesso alla sua bocca.
Baciarlo è qualcosa di magico, mi fa perdere la testa e la cognizione del tempo.
Quando siamo costretti a staccarci dalla mancanza d'aria, Sakuragi mi fissa con sguardo sperduto per un attimo, chiedendomi flebilmente
"Ru...Rukawa?Che stai facendo?"
"Ti sto baciando"
"Io..." Hana tenta di dire qualcosa, ma un rumore fuori della porta interrompe questo piccolo momento di idillio.
Hanamichi sussulta vistosamente, spaventato, e tenta di spingermi lontano da sé.
Ha ragione, se il professore rientrando dovesse trovarci così saremmo nei guai.
Seppur di malavoglia sono costretto ad allontanarmi dal suo calore;prima di lasciarlo definitivamente gli sussurro in un orecchio "Ne riparliamo più tardi, Hana", poi faccio ritorno al mio banco.
Riusciamo a sistemarci ai nostri posti, coi libri aperti davanti a noi, giusto in tempo prima che il signor Fujisawa faccia il suo ritorno in classe.
Per quanto ancora sarò costretto a rimanere qui?
Più di quaranta minuti fa, oramai, l'insegnante di storia ha rotto il silenzio che regnava nell'aula per dire ad Hanamichi che la sua punizione era finita e che quindi poteva tornare a casa. Quando mi sono alzato per seguire il do'aho fuori della classe, il sensei Fujisawa mi ha fermato
"Tu no, Rukawa, devi rimanere qui ancora un po'."
Ma un po' quanto? Sono passati quaranta minuti, quaranta!!
Io devo uscire da qui, devo andare a parlare con Hanamichi!
Quasi che mi avesse letto nel pensiero, il professore si alza e mi comunica che finalmente anche io posso mettere fine a questa tortura.
Non lo lascio neppure finire di parlare che sono già schizzato fuori dell’aula. Una volta in corridoio, però, mi aspetta una brutta sorpresa: il do'aho non si è fermato ad aspettarmi. Eppure gli avevo detto che avremmo dovuto parlare di quello che è successo tra noi durante la punizione...ma forse per lui non ha significato nulla, si è trattato di un episodio casuale, su cui non occorre dire più nulla.
Sconfortato mi dirigo al mio armadietto all'ingresso della scuola, dove cambio le scarpe e recupero la borsa da basket; ora me ne andrò al campetto a scaricare la frustrazione e la delusione canestro dopo canestro. Vado alla rastrelliera a prendere la mia bicicletta e finalmente esco da scuola.
Sto per montare in sella e partire alla volta del campetto, quando una voce mi blocca.
"Rukawa!"
Mi volto e scorgo il do'aho appoggiato al muro di recinzione, con le mani affondate nelle tasche del cappotto e una sciarpa bordeaux a coprirgli buona parte del volto.
Ma allora ha preso sul serio le mie parole, mi ha aspettato davvero!
Senza dargli una risposta che sarebbe superflua lo raggiungo e lo afferro per un lembo della manica; poco lontano dalla scuola c'è un parchetto dove potremo parlare con tutta calma, lontano da occhi indiscreti, e io ci trascino Hanamichi senza dare retta alle sue richieste di sapere dove lo stia portando.
Una volta arrivati a destinazione appoggio la bici alla staccionata di legno che divide il parco dalla strada e mi siedo sullo schienale di una panchina, facendo cenno alla testa rossa di sedersi accanto a me.
Rimaniamo in silenzio per qualche istante; io stranamente mi sento perfettamente tranquillo, nonostante stia per mettere il mio cuore tra le mani di un ragazzo che non sono certo possa accettarlo, mentre Hanamichi si agita nervosamente al mio fianco.
"Allora?" alla fine Sakuragi non riesce a trattenersi e mi incita a parlare
"Allora che cosa, do'aho?" lo provoco io, apposta per vederlo andare in bestia.
"Come sarebbe a dire allora che cosa? Ti stai forse prendendo gioco di me volpaccia artica?Sei tu che hai detto che avremmo parlato di quello che è successo a scuola!"
Lo so,scemo! Ma mi diverte tantissimo il tuo modo di reagire alle prese in giro.
"Nh"
"E adesso non metterti a hnnare, non lo sopporto"
Borbotta come una pentola di fagioli, la mia testa rossa!
"Sto parlando seriamente, Rukawa!Perchè mi hai baciato prima?"
Ora il tono di Hanamichi è basso e molto serio, segno che non è più tempo di scherzare.
Vuole una risposta onesta, e la vuole ora.
"Mi piaci, Hana"
Gli occhi del rossino si spalancano all'inverosimile, increduli.
"Ti...ti piaccio?" mi chiede titubante.
"Sì"
"Davvero?"
"Davvero, do'aho, ti ho baciato perché mi piaci, mi piaci da morire. Io sono innamorato di te"
"Io...io non so che dire, non..."
"Shh" lo zittisco, posando l'indice sulle sue belle labbra "Non c'è bisogno che tu dica nulla, solo non ce la facevo più a tenertelo nascosto, e quando ti ho visto così vicino a me..."
"Ma non è giusto!!" protesta con foga il rossino "Tu sei stato sincero con me, mi hai rivelato i tuoi sentimenti e io non posso lasciarti così, senza una risposta!"
"Non mi devi nulla Hana, davvero. Non voglio obbligarti a una risposta di cui non sei sicuro o a metterti con me."
"Ma sono io che voglio dartela!Io...Non so se sono innamorato di te, volpe. L'unica cosa di cui sono sicuro è che tu mi piaci. Ti ho sempre ammirato, anche se sono troppo orgoglioso per ammetterlo. E credo che sì, valga la pena di provare a stare insieme, io e te. Se tu mi vuoi sa rei felice di essere il tuo ragazzo"
E' delizioso il mio Hana, e ora posso dirlo mio perché lo è per davvero, con gli occhi brillanti e le guance arrossate, se per il freddo o l'imbarazzo non so.
"Dopo quello che ti ho detto ne dubiti ancora?"
Hanamichi scuote con forza la testa, regalandomi un sorriso dolcissimo.
"Allora da oggi in poi Hanamichi Sakuragi è di Kaede Rukawa, e Kaede Rukawa è di Hanamichi Sakuragi. Sei d'accordo con me, volpetta?" conclude con aria furba, prima di accoccolarsi contro di me, con la testa sulla mia spalla.
Circondo le sue spalle con un braccio e lo stringo forte a me, accarezzandogli lentamente i morbidi capelli rossi.
"Ah, ma allora non è vero che sei sempre un do'aho!" gli sussurro ridendo piano, per non disturbare questo momento di tenerezza che stiamo vivendo.
Alzo lo sguardo verso il cielo, dove le prime stelle cominciano a fare capolino; si sta facendo tardi ormai, e il freddo comincia ad essere pungente.
Ma io quasi non me ne rendo conto, avvolto in questo abbraccio bruciante che mi scalda il corpo e l'anima.
E penso che in fondo la punizione non è stata poi così male, tanto che potrei chiedere al professor Yamazaki di darmene un'altra molto presto!
Fine
*Sinceramente non so come funzionino le punizioni nelle scuole giapponesi. Per mia comodità ho deciso che allo Shohoku gli studenti puniti debbano passare le ore di punizione in un’aula prestabilita sotto la sorveglianza di uno dei professori della scuola.
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